Intervistiamo i candidati sindaco: Mirko Di Bello e la via del civismo

Mirko Di Bello, giovane professionista con nome ben noto a Taranto, essendo nipote della sindaca Rossana Di Bello, scomparsa quattro anni fa, è stato il primo a candidarsi. La strada scelta è quella del civismo, che ha dato vita a ben sei listi, con molti giovani professionisti: Con Di Bello sindaco, Taranto e futuro, Movimento sportivo, Impronta verde, Tre terre e I rioni. Anche a lui rivolgiamo alcune domande, come agli altri candidati sindaco, attenendoci all’ordine alfabetico.
Da dove nasce la sua candidatura, che è stata la prima a offrirsi alla città all’indomani dello scioglimento del Consiglio comunale?
Noi lavoravamo già da due anni. L’intenzione era quella di creare un contenitore sociale, che è quello che abbiamo fatto a Talsano, dove abbiamo aperto una sede che si chiama Spazio civico, un centro in cui le persone si ritrovano. Abbiamo organizzato partite del cuore, pettolate a scopo di volontariato, abbiamo organizzato giornate ecologiche con l’obiettivo di ricucire un dialogo fra i cittadini e il mondo associativo e, quindi, ora anche le istituzioni. Infatti l’obiettivo è ora quello di riproporsi in chiave amministrativa.
Perché questa trasformazione?
Perché eravamo insoddisfatti delle scelte amministrative nella città di Taranto, che premiavano sempre le logiche della poltrona e mai il bene comune.
Proprio da punto amministrativo Taranto vive da anni un periodo di inquietudine, con scioglimenti e dissolvimenti delle compagini amministrative. Un rapporto difficile cui si è cercato di ovviare intravedendo salvatori della patria, puntualmente deludenti. Ma si è in grado di cambiare registro?
Noi riteniamo di sì. Ed è per questo che proponiamo sei liste davvero civiche, lontane dai partiti e senza nessun candidato che abbia amministrato. Che non vuol dire non essere competenti, ma vuol dire tornare tra i cittadini. Infatti, una delle nostre proposte è quella di promuovere il decentramento amministrativo, ripristinando un modello che fu delle vecchie circoscrizioni, ma non in chiave istituzionale ma sociale. Vogliamo creare un filtro tra il Comune e quelli che sono i problemi e le criticità delle periferie cittadine: questo è il nostro obiettivo come coalizione. I continui rimpasti di giunta avvenuti nelle passate amministrazioni insegnano una cosa: che non vi era una visione comune della città, non vi era un vero progetto per Taranto. Noi intendiamo tracciare una nuova linea.
Ma, vista la vostro giovane esperienza politica, pensate che sia possibile un apparentamento nel caso di ballottaggio?
No. Al momento no, perché sarebbe come rinnegare il nostro obiettivo fondamentale, che è quello di creare una vera alternativa. Un’alternativa libera e che rappresenti la voce reale dei cittadini. Per questo escludiamo al momento qualsiasi forma di apparentamento.
Il nuovo sindaco dovrà fare i conti con la vicenda dell’Ilva che ha assunto toni drammatici.
Ha assunto toni drammatici non solo per i risvolti a livello industriale e lavorativo, ma anche dal punto di vista della salute. L’incidente avvenuto in Afo1 poteva avere conseguenze drammatiche. Noi dobbiamo costruire nuove alternative per la città, nuovi percorsi sociali ed economici. Vediamo nel turismo, nei due mari, nella nostra tradizione e nella nostra cultura la chiave per poter rilanciare il territorio e poter puntare su una Taranto rinnovata.
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