Tracce

Alaa non ha più lacrime

foto Ansa-Avvenire
29 Mag 2025

di Emanuele Carrieri

Alaa al-Najjar è una pediatra dell’ospedale Nasser di Khan Jounis, nel sud della striscia di Gaza. Venerdì sera della settimana scorsa era in servizio e non è si è meravigliata quando ha sentito l’arrivo delle autoambulanze e quando ha visto scaricare corpi di piccini martoriati da un raid delle forze armate israeliane. Per lei, oramai è la quotidianità. Ma, nel momento in cui ha visto chi erano quei bambini, la donna è precipitata nel peggiore degli incubi. Erano otto dei suoi dieci figli. Il più grande, di dodici anni, il più piccolo di soli tre anni. E insieme a loro, gravemente ferito, c’era il marito, medico anche lui. Due di loro mancavano all’appello: erano sotto le macerie della loro casa, colpita dall’attacco israeliano. Morti sul colpo. Degli altri otto ricoverati, solo uno, di undici anni, è ancora in vita, ferito anche lui in modo grave. È complicato, se non quasi impossibile, immaginare la desolazione di Alaa, perché la morte di un figlio o di una figlia è il dolore più grande che possa colpire una madre. Figurarsi che cosa sia vederne morire nove e tutti in un solo istante. È anche la propria morte, perché si è come morti dentro, costretti a vivere in un incessante, insistente, estenuante, morire senza poter morire davvero. Il tempo è come arrestato in un prima e un dopo perché tutto si annerisce: progetti, speranze, presente, passato, futuro. Che ne sarà di Alaa? Forse si avvolgerà nelle emozioni, le mostrerà, ne parlerà, vorrà stare in compagnia, andrà sulle loro fosse, avrà sempre con sé una foto della famiglia felice di prima. O forse no. Certo è che Alaa è stata colpita da una sorte ingiusta e malvagia, è stata gettata in un vortice insensato e crudele, che ha sconvolto il suo mondo. Adesso è sicuramente dominata da un senso di smarrimento perché ha perso sicurezze e riferimenti del tempo passato, adesso non accetta non una ma nove morti, tanto assurde, incomprensibili, innaturali. È immersa in un vuoto incolmabile, senza fine, che non può essere riempito neppure dalla presenza e dall’affetto del solo figlio sopravvissuto e del marito, se riusciranno a salvarsi, dei familiari, dei parenti, dei colleghi. I dettagli del tragico evento martellano ossessivamente il suo cuore, senza tregua, giorno e notte, accompagnati da tanti sensi di colpa, rancori, risentimenti, rammarichi, dubbi e perché. Forse ha tanta rabbia dentro, nell’anima, verso sé stessa, per non aver saputo o potuto evitare la situazione, verso tutto il mondo e, forse, anche verso Dio. Non è dato sapere se Alaa sia praticante o non credente, sia mussulmana oppure cristiana. Non è rilevante perché, sia che abbia pregato Dio spesso nel corso della sua vita, sia che lo abbia accantonato, sicuramente sente nascere dal più profondo del cuore il suo forte grido di dolore verso Dio: perché i miei figli? Perché la mia famiglia? Perché proprio a me tutto ciò? Forse, per lei, sarà difficile, per molto tempo, riuscire a pregare o recarsi in un luogo di culto perché il dolore inaridisce il cuore e lo chiude. Fino a venerdì sera della settimana scorsa, può darsi che lei credeva di credere, ma, adesso, non ha più fiducia in Dio: è un senso di ribellione nei suoi confronti, fino a ritenerlo responsabile della morte dei suoi nove figli. Si sente abbandonata, avvilita per quanto accaduto, ha l’impressione che Dio sia indifferente al suo dolore, il silenzio di Dio è ormai intollerabile. Allora, chi può, più e meglio di Maria, custode del primo e dell’ultimo respiro del Figlio di Dio, assistere e sorreggere Alaa e tutte le madri che piangono i figli ammazzati dalle guerre?

Libera Alaa e tutte le madri che piangono i figli uccisi da tutte le guerre dalla violenza che uccide senza guardare il volto di chi è stato imposto come nemico. Violenza inutile, capace soltanto di riprodurre sé stessa. Liberala dall’ostilità che sfigura interi popoli rendendoli inarrivabili e spaventosi agli altri. Liberala dai calcoli dei politici sprezzanti che non danno più valore alla vita umana, nemmeno a quella dei propri concittadini, ossequiando l’antico messaggio demoniaco secondo il quale la propria ragione deve richiedere sacrifici umani. Liberala da questa vicenda pesante e da una memoria che opprime, condannando a ripetere sempre e per sempre gli errori del passato, quasi come se fosse possibile ottenerne un risultato diverso. Rendila libera come bambini che crescono senza imparare l’odio insopportabile che gli adulti già manifestano loro in giovane età. Rendila libera come madri che accompagnano i propri figli verso la vita, verso il domani, verso il futuro, invece di vederli costretti a imbracciare le armi, prima di tutto, l’arma dell’odio, per combattere un avversario considerato eterno. Rendila libera come figli che sognano a occhi spalancati il mondo di domani, privo di muri, barriere, difese, frontiere, reti, di armamenti e bombe, di missili e droni. Maria, Tu che sei stata, sei e sarai il giovane alberello sul quale innestare il radicamento dell’Eternità nell’umanità, libera Alaa e tutte le madri dall’odore della morte che desertifica le loro terre e le rende trasudanti del sangue innocente. Mentre Rachele “piange i suoi figli”, Alaa non ha più lacrime: falle conoscere il Tuo radicamento nel progetto di salvezza di Dio.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Leggi anche
Editoriale

Una fase nuova e inaspettata

È una discussione periodica, che ricomincia dopo la conclusione di ogni tornata elettorale. Gli analisti, i commentatori, gli esperti, gli opinionisti, i politologi, i sociologi provano ad analizzare e, poi, cercano di interpretare le ragioni per cui, in questi tempi, la metà degli aventi diritto al voto sfugge l’appuntamento con le elezioni. Ormai avviene sempre […]

Da Betlemme, la voce di due padri uniti dal dolore e dalla speranza di pace

Rami e Bassam, un israeliano e un palestinese, hanno perso entrambi una figlia nel conflitto. Oggi trasformano il dramma più grande in impegno per la riconciliazione

Migranti, Pietro Bartolo: “Non far cadere l’oblio sui morti e sui vivi”

“Una volta sognai di essere una tartaruga gigante con scheletro d’avorio che trascinava bimbi e piccini e alghe e rifiuti e fiori e tutti si aggrappavano a me, sulla mia scorza dura. Ero una tartaruga che barcollava sotto il peso dell’amore molto lenta a capire e svelta a benedire. Così, figli miei, una volta vi […]
Hic et Nunc

Disoccupazione, povertà, denatalità: il report dell'Inps a Taranto e provincia

Disoccupazione, povertà, denatalità: sono i drammatici fenomeni che caratterizzano la situazione di Taranto oggi. La gravissima crisi industriale e la mancanza di alternative, pur tanto attese, fanno di Taranto e provincia un fanalino di coda della condizione socio-demografica italiana, che pure non brilla affatto nonostante i proclami. È dal Rendiconto sociale dell’Inps che scaturisce questo […]

Celebrazioni per i defunti a Talsano

A Talsano ci si prepara ad onorare i defunti con celebrazioni al cimitero ‘Porta del Cielo’. Nella mattinata di sabato primo novembre, secondo convenzione stipulata con l’amministrazione comunale, la banda musicale cittadina ‘Giovanni Paisiello’ diretta dal m° Vincenzo Simonetti girerà per i vialetti del cimitero talsanese. Domenica 2, alle ore 15.30, sul piazzale antistante la […]

Rinascere donna: incontro culturale alla parrocchia del Rosario di Talsano

Giovedì 30 ottobre alle ore 19 alla parrocchia Maria Santissima del Rosario di Talsano il parroco don Armando Imperato dialogherà con suor Palmarita Guida sui temi del suo ultimo libro intitolato ‘Rinascere donna – Oltre il femminismo una nuova libertà’ (Antonio Dellisanti editore). Collaboratrice di Radio Maria, Famiglia Cristiana e Maria con te, nonché pittrice e autrice di numerose pubblicazioni, […]
Media
31 Ott 2025