Angelus

La domenica del Papa – Non siate “cristiani delle occasioni”

ph Vatican media-Sir
07 Lug 2025

di Fabio Zavattaro

Prima di recarsi a Castelgandolfo per un breve periodo di riposo, papa Leone si è affacciato dallo studio del Palazzo apostolico per benedire e recitare la preghiera mariana dell’angelus con in fedeli presenti in piazza San Pietro: “nel gran caldo di questo periodo il vostro cammino per attraversare le Porte sante è ancora più coraggioso e ammirevole” ha detto loro.

Domenica in cui il tema centrale del Vangelo è la missione, i settantadue discepoli che vengono inviati a due a due. Soffermiamoci un momento sul numero: 72 sono le nazioni secondo il testo in greco della Genesi, 70 in quello ebraico; 70 i popoli che, secondo la tradizione rabbinica, hanno ascoltato la legge proclamata sul monte Sinai e 70, ancora, gli anziani scelti da Mosè, e 70, infine, i saggi che hanno tradotto la Bibbia in greco, detta appunto “dei settanta”. E questo è un ulteriore legame da sottolineare come continuità tra Antico e Nuovo Testamento.

Semplici numeri? Tutt’altro. In primo luogo, è come se Luca con quel numero indicasse l’ampiezza dei popoli cui è destinata la parola di Dio: numero “simbolico” afferma il vescovo di Roma, in quanto indica “come la speranza del Vangelo sia destinata a tutti i popoli”, affinché “tutti i suoi figli siano raggiunti dal suo amore e siano salvati”.

Altro elemento da sottolineare è lo stile del missionario che va, avendo fiducia nel Signore; Luca ricorda le parole di Gesù: “vi mando come agnelli in mezzo ai lupi, non portate né borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada”.

Altro aspetto i pochi operai impegnati nella messe. Spiega il Papa: “da una parte Dio, come un seminatore, ha messo nel cuore dell’uomo e della storia il desiderio dell’infinito, di una vita piena, di una salvezza che lo liberi”. Ma pochi sono gli operai che “vanno a lavorare nel campo seminato dal Signore”; c’è qualcosa di grande, afferma Leone XIV, che il Signore “vuole fare nella nostra vita e nella storia dell’umanità, ma pochi sono quelli che se ne accorgono, che si fermano per accogliere il dono, che lo annunciano e lo portano agli altri”.

La Chiesa, il mondo, afferma ancora il Papa, “non hanno bisogno di persone che assolvono i doveri religiosi mostrando la loro fede come un’etichetta esteriore”; hanno bisogno di “operai desiderosi di lavorare il campo della missione, di discepoli innamorati che testimoniano il Regno di Dio ovunque si trovano”.

Non cristiani “di pasticceria, belle torte” avrebbe detto papa Francesco; non “cristiani delle occasioni” dice papa Leone, che “ogni tanto danno spazio a qualche buon sentimento religioso o partecipano a qualche evento”, ma cristiani pronti a lavorare “ogni giorno nel campo di Dio”, per portare il seme del Vangelo “nella vita quotidiana, in famiglia, nei luoghi di lavoro e di studio, nei vari ambienti sociali e a chi si trova nel bisogno”. Per fare questo “non servono troppe idee teoriche su concetti pastorali; serve soprattutto pregare il padrone della messe”.

Nelle parole che pronuncia dopo la recita della preghiera mariana e la benedizione, papa Leone ricorda il disastro, la “catastrofe” causata dall’esondazione del fiume Guadalupe in Texas e esprime vicinanza alle famiglie “che hanno perso i propri cari, in particolare le figlie che si trovavano in un campo estivo”. Quindi nuovo appello per la pace “desiderio di tutti i popoli”, e “grido doloroso di quelli straziati dalla guerra. Chiediamo al Signore di toccare i cuori e ispirare le menti dei governanti, affinché alla violenza delle armi sostituiscano la ricerca del dialogo”.

Infine, nel pomeriggio, ha raggiunto in auto Castel Gandolfo dove trascorrerà, fino al 20 luglio, un breve periodo di riposo, alloggiando non nel Palazzo Apostolico, aperto al pubblico per volere di Papa Francesco, ma a Villa Barberini, edificio voluto da Papa Urbano VIII e realizzato su disegno di Carlo Maderno; nel parco c’è il Borgo Laudato sì realizzato per volere di Bergoglio. Domenica prossima messa e angelus nella parrocchia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo, e il 20 celebrerà nella Cattedrale di Albano, mentre l’angelus sarà recitato in Piazza della Libertà.

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