Stasera, martedì 15, su Rai Uno la ‘Partita del Cuore’

“4.351 famiglie accolte, 106.994 pernottamenti gratuiti solo nel 2024”: sono solo alcuni dei numeri del progetto ‘Accoglienza e cure umanitarie’ realizzato dalla Fondazione Bambin Gesù, insieme a Caritas italiana, nel cui ambito rientra anche il sostegno dell’ospedale pediatrico ai pazienti umanitari che provengono, assieme alle loro famiglie, dai Paesi più disagiati del mondo dove ancora oggi il livello di mortalità infantile è inaccettabile. Si tratta di bambini e ragazzi stranieri, per i quali l’accesso ai servizi sanitari è negato, e affetti da gravi malattie, come tumori, malattie rare e ultra-rare, e ferite da armi da guerra, e in molti casi bisognosi di trapianti urgenti. L’anno scorso, l’ospedale Bambin Gesù (Opbg) “ha offerto assistenza medica a oltre 160 pazienti stranieri in totale. Un’assistenza completa che si estende anche alle loro famiglie alle quali è garantito l’alloggio e il pasto per tutto il periodo di degenza”.
Le prestazioni sanitarie, i cui costi spesso sono molto elevati, sono interamente a carico dell’ospedale supportato da una vasta rete solidale. Un progetto che, spiegano dal Bambino Gesù, consente di accompagnare la famiglia, per l’intero percorso, in tutte le necessità, anche quelle non cliniche, comprese l’assistenza informativa, il sostegno logistico e i contatti con il servizio sociale, sino al rientro a casa, e che offre a migliaia di famiglie il soccorso necessario per la permanenza vicino ai piccoli pazienti ricoverati, quindi alloggio in strutture dedicate; centinaia di migliaia di pasti erogati; oltre 8mila mediazioni culturali e linguistiche; 4.096 alunni seguiti per la prosecuzione scolastica in ospedale, 19.224 i bambini che hanno frequentato le ludoteche dell’ospedale, e oltre 800 volontari al fianco dei pazienti e delle loro famiglie”.
foto UsOpbg
Lo show
A finanziare questo progetto c’è anche la “Partita del cuore”, giunta quest’anno alla sua 34ma edizione, che vedrà sfidarsi, questa sera, martedì 15 luglio (ore 21.30, in diretta su Rai Uno), allo stadio “Gran Sasso d’Italia Italo Acconcia” a L’Aquila, capitale della Cultura 2026, la Nazionale cantanti e la Nazionale dei politici. Lo spettacolo in campo sarà presentato da Eleonora Daniele e garantito anche dalla presenza di artisti come Gabry Ponte, Sal Da Vinci, Orietta Berti e Fabio Rovazzi, Riccardo Fogli, Arisa, Gaetano Curreri e gli Stadio insieme a un omaggio alla carriera di Mogol da parte del maestro Diego Basso accompagnato da un coro di 100 ragazzi e l’inno nazionale italiano eseguito dalla Banda della Guardia di Finanza diretta dal maestro colonnello Leonardo Laserra Ingrosso.
Dal 10 luglio (e fino al 22 luglio) sarà attivo il numero solidale 45585 per fare donazioni.
La mission del Bambino Gesù
“Il prendersi cura, esprimere vicinanza, sapere ascoltare – ci spiega Tiziano Onesti, presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù – è il senso più profondo di questo ‘Progetto accoglienza’. Cerchiamo di offrire al bambino malato e alla sua famiglia un’accoglienza che permetta loro di vivere questo tempo di cura come un periodo, se posso dire, più ‘normale’ possibile. Un tempo nel quale poter ascoltare queste famiglie, comprenderne le necessità e farle vivere così con i loro bambini malati. Il nostro ospedale fa tutto con grandissimo slancio grazie ai volontari, ai medici, al personale religioso”.
foto ospedale Bambin Gesù-Sir
“Il Bambino Gesù è un sistema che si muove in maniera collaudata da tantissimi anni, decenni e decenni di storia e di sforzi che lo hanno reso uno degli ospedali più importanti al mondo, in termini di ricerca scientifica, di assistenza sanitaria e umanitaria. Cose che fanno la differenza”. In questi ultimi anni, segnati da tante guerre, ricorda il presidente Onesti, “abbiamo preso in carico tanti bambini anche dall’Ucraina, circa 4000 in 4 anni, e da Gaza. Abbiamo curato bambini mutilati e ascoltato le loro storie di vita trascorse sotto le bombe, piene di sofferenza terribile. Tanti hanno visto le loro famiglie quasi decimate. Come Bambino Gesù cerchiamo di ‘stare dentro questa sofferenza’ con cura, attenzione, solidarietà e responsabilità. È questa la nostra mission, quella che ci hanno assegnato i Papi che si sono succeduti dalla fondazione ad oggi e che potremmo riassumere così: ‘non lasciare indietro nessuno’. Questa è la partita da vincere”.
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