World meeting on human fraternity: la città eterna culla di un dialogo globale
Il World meeting on human fraternity, tenutosi il 12 e 13 settembre e giunto alla sua terza edizione, ha trasformato la città eterna nella culla del dialogo globale: un crocevia di leader, studiosi, premi Nobel, attivisti e rappresentanti di culture diverse, riuniti per riflettere sui grandi temi del nostro tempo, dalla pace all’ambiente, dall’educazione alle sfide dell’intelligenza artificiale, dalla salute all’inclusione sociale, nell’ottica di un unico comune denominatore: la fratellanza.
Le origini del meeting – promosso dalla Fondazione Fratelli tutti con la Basilica di San Pietro e il dicastero per lo Sviluppo umano integrale – risalgono al Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato da papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, il 4 febbraio 2019, in occasione del viaggio apostolico di sua santità, negli Emirati arabi uniti. Due anni dopo, sulla scia del percorso tracciato da quelle parole solenni, nacque la prima edizione, svolta online, seguita da un secondo appuntamento in presenza a Roma nel 2023.
Il terzo capitolo di una storia che quest’anno ha assunto una nuova forza simbolica, caricandosi di significati, a partire dalla varietà dei temi affrontati, fino a trasformarsi in uno spazio privilegiato di incontro tra religioni, popoli e prospettive diverse, unite dall’unico desiderio di costruire un futuro migliore per l’umanità. Non una semplice prosecuzione delle edizioni precedenti, ma un salto verso la realizzazione di qualcosa di più grande, a partire da quel seme piantato nel 2019.
Ad aprire il meeting, il discorso di papa Leone XIV, nella sala Clementina in Vaticano. Il pontefice ha accolto i partecipanti giunti da ogni parte del mondo, in un discorso in cui ha subito richiamato all’urgenza di cooperare per la pace, trasformando il conflitto in occasione di riconciliazione: “Il pianeta è segnato da conflitti e divisioni, e a maggior ragione siete uniti da un forte e coraggioso “no” alla guerra e dal ‘sì’ alla pace e alla fraternità. Come papa Francesco ci ha insegnato, infatti, la guerra non è la via giusta per uscire dai conflitti. «Sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo»”.
Parole attraverso le quali il papa ha voluto mettere in luce il senso dell’evento, ed invitare ognuno ad un impegno sia personale che condiviso, nel segno di un obiettivo comune, per rendere la fraternità un impegno concreto, illuminato dal desiderio di rendere concreta la solidarietà sociale, l’alleanza tra generazioni e l’alleanza tra culture e saperi.
Il meeting si è sviluppato attraverso ben 15 tavoli tematici, organizzati e distribuiti tra i vari luoghi simbolici della capitale, tra questi il Campidoglio, la sede della Fao, e la sede dell’Ue a Palazzo Valentini. In ognuno di essi, si sono riuniti studiosi, istituzioni e rappresentanti del mondo dell’economia e della cultura, per confrontarsi sui temi succitati, nell’ottica di un lavoro di tipo laboratoriale, svolto nel segno della fratellanza, attraverso il quale produrre esperienze e proposte concrete.
I frutti di queste attività sono stati raccolti nell’Assembly of humanity, svoltasi la mattina di sabato 13 settembre, al Campidoglio, nella sala degli Orazi e Curiazi. Momento che ha rappresentato, oltre che un momento di confronto, l’avvio di un percorso da costruire insieme, oltre i due giorni, nell’ottica di una crescita reale e della concreta realizzazione di un cammino in grado di coinvolgere comunità, istituzioni e culture diverse.
Il percorso è culminato in quell’esplosione di arte e bellezza, racchiusa del concerto finale Grace for the World, tenutosi la sera del 13 settembre in piazza San Pietro, un momento in cui il confronto ha preso la forma di un’emozione condivisa.
Nell’immortale scenario della piazza, da sempre simbolo di universalità, le voci di artisti internazionali – da Andrea Bocelli a John Legend, da Pharrell Williams con il coro gospel Voices of Fire, Jennifer Hudson, Karol G, Il volo e altri, insieme al coro della diocesi di Roma diretto da Marco Frisina – hanno dato vita ad un intreccio di generi e linguaggi dal respiro internazionale. Una magia arricchita da tremila droni che hanno illuminato il cielo sopra la Cupola con immagini ispirate alla Pietà di Michelangelo, la Creazione di Adamo e il volto di papa Francesco.
Ecco come l’arte e la bellezza si fanno portatrici di un messaggio potente di speranza condivisa e fraternità universale: un modo per mostrare quello che esiste nel mondo oltre i conflitti, e gettare semi per diffondere una cultura fondata sull’amore reciproco tra fratelli.
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