Tracce

Fra quelle mani, migliaia di morti

16 Ott 2023

di Emanuele Carrieri

Esiste una guerra più importante di un’altra? Forse sì. Basta pesarla economicamente e geopoliticamente e, visti i criteri di misurazione alle latitudini occidentali, purtroppo anche etnicamente. Le bombe cadono vicine o lontane da dove viviamo? Aumenteranno ancora i prezzi di petrolio e gas? Le vittime hanno la pelle nera o bianca, gli occhi neri o azzurri, ci somigliano o no? Se fosse un diplomatico a ragionare così, il mondo somiglierebbe a una tomba a cielo aperto, più di quanto già non sia, ma il fatto è che i nostri encefali oramai rischiano di portare a termine trattative con lo stesso esito: troppo spesso decidiamo di stare dalla parte di chi appare più volte in tv o sui giornali. D’altronde la differenza si vede già: da sabato 7 ottobre decine di ore e di pagine per narrare le conseguenze dell’attacco di Hamas contro Israele e un paio di minuti e di pagine per l’Ucraina, devastata dalla guerra di “denazificazione” provocata dalla Russia il 24 febbraio di un anno fa. Martedì sera Zelensky è volato a Bruxelles per andare, a sorpresa, nel Quartier generale della Nato. Ha voluto guardare negli occhi i suoi interlocutori mentre lo tranquillizzavano: “La battaglia dell’Ucraina è la nostra”. Forse il chiarimento di Jens Stoltenberg, il segretario generale, non era così scontato, almeno per Kiev, benché in venti mesi gli alleati della Nato non si siano mai scollati dal suo fianco nella guerra contro Mosca. “Possiamo fare le due cose e faremo entrambe le cose”, ha sottolineato il segretario americano alla Difesa Lloyd Austin, annunciando nuovi aiuti. Chissà cosa avrà temuto Zelensky: riflessione amara, forse pure meschina, ma sarà davvero difficile d’ora in avanti pesare con lo stesso criterio di razionalità il sangue che stanno versando israeliani e palestinesi in questi giorni e quello in cui sta annegando il popolo ucraino. Se il sangue è più fresco lo sono anche le reazioni dell’opinione pubblica e, purtroppo, su questa giostra dell’emozione momentanea è saldo il mondo politico, da un lato all’altro degli schieramenti. Si litiga se la Stella di David viene o non viene presentata sulla facciata degli edifici pubblici, si discute del perché sia stata esposta quella della pace e non anche quella bianca e blu di Israele. E poi è un continuo affermare chi sta al fianco di chi, tacciando di essere filo – qualcosa l’opinione controcorrente o solo più approfondita dell’interlocutore. Anche in quest’ultima tragica occasione, è difficile resistere a certi automatismi. Per esempio, la maggior parte dei civili palestinesi non è affiliata ad Hamas: quante persone danno per sottinteso il contrario? Vengono in mente i giorni in cui la Russia interruppe le forniture di gas verso l’Europa: eravamo sprofondati nell’angoscia. È, più o meno, la stessa ritorsione che sta patendo chi vive e muore nella Striscia di Gaza, senza elettricità, né acqua né gas finché non verranno liberati gli ostaggi israeliani in mano ai terroristi di Hamas. Ma i bambini decapitati nelle culle sono una atrocità che è difficile da raccontare, da sostenere con lo sguardo alla tv, con la lettura dei quotidiani. Quei bambini sono solamente una piccola quota degli innocenti e dei massacri che sono stati compiuti, perché i numeri dei morti sono più alti. Si parla di mille finora nella guerra di Gaza, ma di fronte a scontri così violenti e a escalation così rapide, i dati fanno sbiadire i contorni del ribrezzo che dovremmo provare verso una umanità che dimentica. Si parla di nuovo Olocausto, i mezzi di comunicazione di massa danno notizia sempre e solo del conflitto che definire solamente israelo-palestinese è ormai riduttivo, visto il coinvolgimento di altri paesi già entrati in guerra o che potrebbero esserlo a breve. Anche chi si trova “a casa”, lontano da dove ci si sta scannando ancora, inorridisce di fronte a questa tragedia immane. Il sentimento comune dilaga e a guardare la tv non ci si riesce più: non è stanchezza, è un dolore che sgorga dentro e che colpisce il cuore e la mente. Un sacerdote che non c’è più, in occasione di uno di quei tanti trattati di pace per quella terra, forse la stretta di mano fra Sadat e Begin a Camp David, disse: “Fra quelle due mani, ci sono migliaia e migliaia di morti”. La perdita più grave è l’odio seminato a piene mani fra le nuove generazioni. Che dire dei poveri che nulla sanno di politica e che pagano per tutti? Si può ricostruire tutto, si possono ricostruire le case e le città: ma chi pagherà tutte i dolori e i lutti della povera gente, dei superstiti di Bucha, Kharkiv, Kherson, Mariupol, dei sopravvissuti ebrei e islamici, israeliani e palestinesi?

Leggi anche
Editoriale

Emergency compie 30 anni: evento il 19 maggio a Milano

Per festeggiare i trent’anni dell’impegno umanitario di Emergency che ricorrono il 15 maggio, domenica 19 maggio nella sede dell’associazione, in via Santa Croce 19 a Milano, è stata organizzata una giornata ricca di eventi, rivolti a adulti e bambini. Partendo dal lavoro dell’associazione fondata dal medico Gino Strada si discuterà sul valore delle parole che […]

9 maggio, una Festa dell’Europa per ritrovare la memoria

Perché una festa? Cosa e per quale ragione festeggiare? Il 9 maggio è la Giornata, o Festa, dell’Europa. Ricorda la dichiarazione di Robert Schuman, allora ministro degli Esteri francese, rilasciata il 9 maggio 1950, che diede origine al processo di integrazione europea. L’anno successivo infatti veniva firmato il Trattato per la Comunità europea del carbone […]

I MagazziniOz: un posto speciale

Nati a Torino come costola di CasaOz, sono un luogo dove all’eccellenza nella ristorazione si unisce la formazione e l’inserimento professionale di ragazzi e adulti diversamente abili, di rifugiati o svantaggiati
Hic et Nunc

L'allocuzione dell'arcivescovo Ciro Miniero per la festa di San Cataldo

Carissimi fratelli e sorelle, in San Cataldo rifulge il sacramento di Cristo buon pastore che attraverso i suoi santi si prende cura di noi, ci difende e soprattutto dona a noi la vita, la sua stessa vita.  Sono grato per queste belle testimonianze di fede di cui continuo a fare esperienze nella nostra amata Taranto. […]

A Torricella, la Giornata dell'impegno e della memoria

A cura del circolo Mcl di “Torricella nel cuore”, nel 32.mo anniversario della strage di Capaci, in memoria di Giovanni Falcone e degli uomini della scorta

Il poliambulatorio della Cittadella della carità torna nuovamente efficiente

L'importante presidio sanitario della nostra provincia potrà effettuare visite specialistiche ed esami diagnostici
Media
11 Mag 2024
newsletter