Lavoro

Ex Ilva, ex Tct, Alenia, Isola Verde… tante ombre in tanta indifferenza

12 Apr 2024

di Silvano Trevisani

Mentre le attenzioni del mondo politico e le diatribe quotidiane si caratterizzano per la litigiosità e scontri ideologici spesso vacui, nel nostro territorio il lavoro diventa sempre più un’emergenza. Nessuno sembra occuparsene seriamente se non le organizzazioni sindacali direttamente coinvolte. Oltre che le centinaia di famiglie che sono alle prese con i disagi economici e quelli sociali conseguenti.

Molte sono le vertenze aperte e che riguardano, come dicevamo, varie centinaia di lavoratori che non possono guardare al futuro con tranquillità. Imprese industriali e dei servizi, commercio, terziario in generale versano in cattive condizioni, mentre si parla con infondato ottimismo di sviluppo turistico, di crociere che approdano in città, di innovazione. Persino di impresa culturale.

Questo vuol dire che tra la società reale e quella virtuale (che si esprime pubblicamente, o nei sociale, attraverso comunicato stampa e proclami istituzionali) c’è una distanza crescente.

Ex Ilva

Il primo fronte aperto resta sempre quello dell’Ilva sul quale, dopo il commissariamento deciso dal governo e i primi atti conseguenziali, restano molti punti interrogativi. Sia sulla ripresa produttiva, sia sull’ambientalizzazione, sia soprattutto sull’occupazione e il destino di centinaia di lavoratori dell’appalto e delle loro imprese. I sindacati dai categoria chiedono di continuo incontri specifici con la nuova dirigenza e soprattutto chiedono le garanzia finanziarie per la rimessa in efficienza e sicurezza degli impianti. Oggi, infatti, viaggiano a marce ridottissime e non vi sono ancora tappe definite per il futuro prossimo.

Ex Tct

La situazione più delicata, al momento, resta quella dei 330 lavoratori ex Tct, in carico alla società portuale Taranto Agency Port Workers, ai quali dal 1° aprile è scaduta la vigenza dell’IMA. Il governo, infatti, nella finanziaria non ha voluto inserire il rifinanziamento. Il che significa, oltre al mancato sostegno economico, pur ormai ridotto all’osso, la perdita del diritto di precedenza nelle assunzioni di personale nelle imprese che dovrebbero nascere in ambito portuale. Un condizionale quanto mai d’obbligo dopo che il Gruppo Ferretti, che doveva impiantare uno stabilimento per la costruzione di yacht di lusso, ha deciso di ritirarsi: troppo lente le procedure per rendere disponibili le aree in cui insediarsi. Una grande delusione per tutti, a quanto pare, ma non per il sindaco il quale ha dichiarato che su quel progetto non c’era da fare affidamento.

Ora i lavoratori minacciano di autoconvocarsi a Roma, al ministero, se non dovesse essere convocato il richiesto incontro.

Isola Verde

Anche per i 90 lavoratori di Isola Verde, rimasti in servizio dopo i prepensionamenti e le uscite volontarie, rispetto ai 145 che dalla gestione della Provincia erano transitati al Comune di Taranto, incombe lo spettro della disoccupazione. Terminate le risorse del progetto Green Passage, nel quale erano stati occupati per la pulizia delle sponde del Maro Piccolo, i lavoratori, che in passato sono stati impegnati su diversi fronti (ricordate la definizione di lsu?), vedranno scadere i contratti alla fine di aprile. I tentativi dei sindacati di procurare loro nuovi contratti, passando magari per Infrataras, sono stati finora improduttivi.

Leonardo

Ma anche per Leonardo, innovativa impresa insediatasi nell’ara aeroportuale di Grottaglie, con molte ambizioni, e che invece, dal suo insediamento sulle ceneri di quello che era stato Atitech (altra scommessa perduta) non ha mai diversificato, la situazione resta “nebbiosa”. La produzione delle fusoliera del 787 resta limitata, non si sa bene se per difetti qualitativi, se per gli effetti della pandemia, se per i guasti che hanno riguardato alcuni velivoli. Tra cassa integrazione, utilizzo di buona fetta delle maestranze su siti esterni e limitata produttività, la chiarezza latita. Ma ora un comunicato della Boeing ha annunciato un drastico ridimensionamento dell’utilizzo mensile delle fusoliere. Il consigliere comunale Vito Rossini, subentrato al dimissionario Alfredo Traversa, chiede chiarezza a Leonardo.

Insomma: le tante vertenze in atto richiederebbero un’attenzione più stringente da parte di politica e istituzioni

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