Il Taranto ritrova nel pubblico la sua arma migliore
Prima il risultato, poi il bel gioco. Il Taranto che ha spezzato il break negativo tornando alla vittoria, dopo le due sconfitte consecutive inflitte in trasferta dall’Avellino e dal Monopoli, si è riscoperta squadra non solo determinata, ma anche cinica. Perché col Catania è stato capace di capitalizzare le non molte occasioni da goal prodotte in ben novantotto minuti di gioco. Quella vittoria strappata all’ultimo respiro ha fatto esplodere di gioia lo stadio Erasmo Iacovone, domenica scorsa, riaccendendo l’entusiasmo in riva allo Jonio. L’obiettivo adesso è crescere ancora. Confermarsi, in primo luogo: ribadiamo che agli uomini allenati da Giuseppe Laterza non si può rimproverare proprio nulla, per quanto stanno dimostrando in questa stagione, al netto di qualche piccolo e fisiologico passaggio a vuoto. La tifoseria lamenta l’assenza di un attaccante di peso. Ovvero del cosiddetto bomber. Però, sebbene non abbiano nell’attacco il loro reparto migliore, contro il Catania gli ionici sono stati capaci di realizzare di tre goal. La difesa funziona sempre a dovere – i siculi, bravissimi e sfortunati, a dire il vero (non avrebbero rubato nulla se non fossero tornati dal capoluogo ionico a mani vuote), l’hanno bucata con una rete rocambolesca e con un calcio di rigore. L’imperativo da ripetere come un mantra è continuare a pensare alla sopravvivenza nella categoria. Ma, a questo punto, non si può sottovalutare la qualità del roster: come ha dichiarato l’ex tecnico Michele Cazzarò, che continua a seguire e a scommettere sugli ionici, il Taranto ha giocatori di spessore, a cominciare da capitan Marsili. Che viene riconosciuto come leader, trascinatore, dentro il campo e non solo.
Nel prossimo turno, nel posticipo di lunedì sera (diretta Rai Sport), i rossoblu dovranno vedersela con la Juve Stabia in trasferta. Una formazione da temere. Tanto che, nella 15esima giornata, ha conquistato il pari sul campo del forte Catanzaro. Il Taranto farà del suo meglio per non arrestare la propria corsa. L’auspicio è che, a prescindere dall’esito del match, possa poi ritrovare i quasi cinquemila spettatori che lo hanno letteralmente sospinto all’ultima vittoria: credendoci fino in fondo, gli stessi avevano previsto il goal, prima che il capitano battesse il corner, nell’azione risolutiva. Magie che emozionano e fanno tanto bene al cuore. Immagini da rivedere ancora. Considerando che le gioie e le delusioni si alternano nel mezzo di un lungo cammino. Si compensano, in qualche modo: alla sconfitta immeritata subita sul campo dell’Avellino ha fatto seguito il successo, forse immeritato, sul Catania per 3-2. Quella non è stata una partita qualsiasi. Per i motivi che conosciamo tutti, risalenti al 9 giugno 2002… Ebbene, quell’incontro speciale può essere preso a modello per il prosieguo della stagione: va preservato lo spirito battagliero, l’alta motivazione, anche la capacità di reagire, perché si possa fare di ogni partita un capolavoro.