Nel bene e nel male, Napoli alla ribalta in “Nostalgia” di Martone
Tornare a casa dopo tanto tempo: scoprire, a sorpresa, che tutto è immutato, all’esterno; credere erroneamente che non siano cambiate neanche le persone. È quanto accade al personaggio di Felice Lasco in “Nostalgia”. Un film che accende i riflettori sulla bellezza di Napoli, e sul dramma. Guardato in questi giorni, l’ultima opera cinematografica del regista Mario Martone offre ulteriori motivi di interesse: rimanda all’atmosfera festante vissuta dalla comunità grazie al calcio, alla conquista dello scudetto. È la stessa gente, ancorata alle tradizioni più belle, che deve barcamenarsi in mezzo ai guai atavici, da sempre. All’ombra della criminalità organizzata, una presenza soffocante. Nostalgia conquista il pubblico che sceglie di vederlo. Non riesce a farsi capolavoro, come vorrebbe il maestro Martone, forse, sebbene gli ingredienti siano presenti. È un buon film sicuramente. Ha tutta la profondità, la potenza del sentimento.
Trama
Imprenditore che ha fatto fortuna oltre i confini dell’Italia, tra il Libano e l’Egitto, Felice Lasco fa ritorno a Napoli, la città dove è vissuto fino all’età di quindici anni. Si ricongiunge alla mamma. Donna stimata, riconosciuta come la sarta migliore del Rione Sanità, che accoglie il figlio a braccia aperte, quando credeva di non rivederlo. Felice incontra anche don Luigi Rega. Un punto di riferimento importante: aiuta i ragazzi di quel rione cercando di combattere, di opporsi con tutte le forze alla camorra. Nella disapprovazione dello stesso sacerdote, l’uomo va alla ricerca dell’amico fraterno Oreste Spasiano, perché c’è una storia in sospeso sulla quale tornare, per vivere meglio il presente. Il piccolo particolare è che l’ex compagno di scorribande, detto ‘o Mal’omm, è diventato un boss dal quale stare alla larga. La cocciutaggine del protagonista si scontra con la realtà. Fino in fondo.
Il prete anticamorra
L’attrazione del cast, per una volta, non è il sempre grande Pierfrancesco Favino alias Felice Lasco, ma un sorprendente Francesco Di Leva. Che interpretando don Luigi Rega si è aggiudicato il David di Donatello come miglior attore non protagonista. I suoi occhi spiritati sono lo sguardo curioso battagliero vivace della città in cui l’attore è nato. Interessante rivederlo dopo l’interpretazione in Gomorra. Ovvero in tutt’altra veste – era stato mafioso anche in “Ti mangio il cuore” di Pippo Mezzapesa. In qualsiasi parte è credibile, convincente. Proprio la presenza del sacerdote in Nostalgia, come figura chiave, brilla nell’esempio rassicurante e trascinante. Contravvenendo allo stereotipo di una città abbandonata nelle aree più disagiate alla cultura della illegalità e alla camorra.
Nostalgia – Interpreti e personaggi
Pierfrancesco Favino: Felice Lasco
Francesco Di Leva: don Luigi Rega
Tommaso Ragno: Oreste Spasiano, detto ‘o Mal’omm
Aurora Quattrocchi: Teresa, madre di Felice
Salvatore Striano: Gegè
Sofia Essaidi: moglie di Felice
Daniela Ioia: Teresa da giovane
Nello Mascia: Raffaele
Emanuele Palumbo: Felice da giovane
Virginia Apicella: Adele
Artem Tkachuk: Oreste da giovane