“Maria segno di sicura speranza”: festa del’Immacolata a Martina

All’inizio del nuovo anno liturgico e alle porte dell’anno giubilare, il tempo dell’Avvento 2024 è caratterizzato, nella comunità parrocchiale di Sant’Antonio, a Martina Franca, dalle celebrazioni dedicate alla Vergine Immacolata, titolare e patrona dell’omonima arciconfraternita degli Artieri (priore, Claudio Carrieri).
La novena di preparazione, con le riflessioni curate da don Michele Monteleone (vicario parrocchiale alla Santa Rita) e don Francesco Mitidieri (cappellano alla casa circondariale), vedrà la sua conclusione sabato 7 alle ore 19 con la messa vespertina durante la quale ci sarà il tesseramento dell’Azione Cattolica parrocchiale. Al termine, sul sagrato, una “pettolata” accompagnata dalle note della banda cittadina annunceranno il clima di festa.
Le celebrazioni vivranno il loro culmine domenica 8 con la concelebrazione eucaristica delle ore 9 presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero; nella medesima giornata (dopo la santa messa delle ore 10.30 presieduta dal parroco don Mimmo Sergio e animata dalle famiglie dei bambini e dei ragazzi del catechismo e dell’Acr) si snoderà per le vie del territorio parrocchiale la processione con il simulacro del ‘600, pregiata opera dello scultore napoletano Nicola Fumo.
In serata, dopo la celebrazione vespertina delle ore 19 presieduta da mons. Giovanni Ancona, concluderà i festeggiamenti un concerto del ‘Francesco Greco Ensemble’.
Quella degli Artieri è la più antica confraternita di Martina. Eccone la storia: Nel 1570 i frati francescani osservanti, cui si deve la chiesa e il convento dedicati a Santa Maria delle Grazie (attuale di Sant’Antonio da Padova), diedero vita ad una fratellanza dedicata all’Immacolata, avente come simbolo lo stemma della città. Nel 1710, grazie al medico Pietro Salvatore Scialpi, la fratellanza fu istituzionalizzata in confraternita, detta degli Artieri, per il numero consistente di artigiani aderenti. Dopo trascorsi burrascosi, la confraternita trovò sede nell’oratorio della chiesa del Monte del Purgatorio e definì un nuovo statuto. E nel 1762 il sodalizio, rientrando nelle grazie dei frati Riformati, nel frattempo subentrati agli Osservanti, ottenne l’uso perpetuo dei locali dove tuttora si trova e nel 1767 ebbe il titolo di arciconfraternita.
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