Fotocronaca del Venerdì Santo

Una giornata inaspettatamente più che primaverile ha caratterizzato il pellegrinaggio dell’Addolorata per le vie del Borgo, giunta attorno alle ore 10.30 all’istituto Maria Immacolata per la sosta. Attorno alle ore 11.30 è iniziato per via D’Aquino il rientro in San Domenico dove ha avuto luogo l’Azione liturgica del Venerdì Santo. Un paio di ore dopo il ‘troccolante’ della processione dei Misteri si è affacciato sulla soglia della chiesa del Carmine. Lento il confratello è avanzato verso il centro di piazza Giovanni XXIII fra il suono della prima marcia funebre eseguita dalla banda. Dietro di lui, gli altri simboli portati dai confratelli, fra i quali il nuovo gonfalone con i dipinti del noto artista tarantino Roberto Ferri, i cui originali sono esposti in chiesa. Questa volta il lento susseguirsi dei simulacri raffiguranti la Passione e Morte di Nostro Signore si è diretto alla città vecchia, dove i nostri riti ebbero origine, in occasione dei 350 anni dell’arciconfraternita del Carmine. A sera inoltrata, l’allocuzione dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero che ha toccato, com’è avvenuto all’uscita dell’Addolorata, anche temi di attualità.
I flash dei fotografi hanno salutato soprattutto l’apparire della bellissima statua di Gesù Morto, accompagnata ai lati da quattro personalità, i ‘cavalieri’, che simboleggiano esponenti della famiglia Calò, cui si deve, nel 1765, la donazione all’arciconfraternita di questo simulacro e di quello dell’Addolorata, nucleo originario della processione.
A tarda ora i Misteri sono giunti in via Garibaldi, accolti da una folla strabocchevole, per poi dirigersi verso la basilica cattedrale di San Cataldo per il consueto riposo dei partecipanti.
Nel mattino di Sabato Santo, il rientro della processione nella chiesa del Carmine.
Ecco alcune immagini scattate dal nostro Giuseppe Leva
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