L’eredità di Francesco: l’equilibrio della Chiesa nella metafora della bici

Come un goal subìto dopo pochi secondi di gioco. Oppure in pieno recupero, in zona Cesarini, dentro la partita della vita: la scomparsa di papa Bergoglio è stata, anche per il popolo sportivo, una doccia fredda. Un dolore che solo la forza della fede attenua. I suoi grandi insegnamenti hanno raggiunto pure il mondo dello sport, naturalmente. Per esperienza diretta di uno sportivo: pensiamo all’amore per il calcio, in particolare per il San Lorenzo, ai trascorsi giovanili nel basket, e al tennis inteso come strumento di dialogo. Il luogo dove non si può vincere sempre.
Calcio in lutto per Francesco
Il campionato di serie A vive la sua fase clou decisiva. Ogni sfida, peraltro incastonata tra le partite di Coppa, può essere decisiva, nella lotta per lo scudetto o per la salvezza. Ciononostante la Lega Serie A e la Figc hanno deciso di fermarsi doverosamente: dapprima il lunedì dell’Angelo, giorno in cui ci ha lasciato Francesco, con il rinvio di quattro partite; poi sabato, quando si terranno le esequie, slitteranno tre incontri, tra cui Inter-Roma. Ieri sera il derby tra i nerazzurri e il Milan a San Siro è stato preceduto da un minuto di raccoglimento. Un momento di grande commozione – per la cronaca, ha vinto il Diavolo per 3-0. Scenario che si ripeterà, per il resto della settimana, in tutta Italia, in tutte le manifestazioni agonistiche. Il rinvio delle partite ha reso il calendario della serie A ancora più fitto. Poco male: rispetto a un evento planetario, che obbliga a riflettere sul senso dell’esistenza e del silenzio, non c’è margine di discussione. Lo stop del calcio non è peraltro un avvenimento inedito. Lo stesso accadde nel 2005, quando ci lasciò Giovanni Paolo II. Un altro grande papa, un gigante della fede che ha benedetto lo sport anche da praticante sciatore.
La metafora della bicicletta
Francesco non poteva che condividere il complesso di valori rappresentato dallo sport. Perché lo sport è vita. E sempre più prezioso in una società dove la cultura della morte e della distruzione si fa sempre più pervasiva. “L’equilibrio della Chiesa assomiglia all’equilibrio della bicicletta: è salda e va bene quando è in moto; se tu la lasci ferma, cade”. Lo disse Francesco. Che tante volte è salito sulla due ruote, utilizzandola principalmente come mezzo di trasporto – Peter Sagar gli fece dono di una speciale bici da corsa. Papa Bergoglio ha fatto di tutto per tenere in equilibrio la bicicletta della Chiesa. Un mezzo che necessita di manutenzione, di cura, perché possa macinare chilometri in sicurezza, efficienza e autonomia; che può far raggiungere le più alte vette, se si ha la forza, la pazienza e la perseveranza nel percorrere tutta la salita. Così la Chiesa richiede che qualcuno la governi rimanendo sul sellino. Gli uomini passano, le idee restano: la comunità dei fedeli troverà un nuovo carismatico e amato pontefice, figura nella quale riporre sempre la massima fiducia, perché espressione della volontà divina. Ma è l’unicità di ogni persona a essere motivo di rimpianto quando l’abbiamo perduta. Il successore di Benedetto XVI, però, non mancherà di far sentire la sua presenza a chi lo prega.
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