Ma cos’è questa “cultura”? Lo svela l’ultimo “Quaderno dell’Arengo”, presentato nella biblioteca Acclavio

Quanto incide la cultura sulla società e specificamente in una realtà come quella di Taranto? È la domanda che riecheggia da un po’ di tempo, soprattutto in occasione di eventi che si svolgono in città. È la stessa domanda che si è sostanziata in occasione della presentazione del numero 18 della rivista “I Quaderni dell’Arengo”, svoltasi nella biblioteca Acclavio. Una rivista fondata, ormai da oltre mezzo secolo, da Paolo De Stefano, e che è curata dal Centro studi di Italianistica. Nata con l’intenzione di fondere l’interesse della scuola, specificamente dell’istruzione classica, con quello del mondo culturale esterno, la rivista è una delle poche realtà editoriali del genere, sopravvissuta alla crisi dell’editoria di settore. Una condizione dovuta, questa, oltre che allo sforzo e all’impegno di operatori e collaboratori, anche al contributo economico, di fratto indispensabile, della Banca di credito cooperativo di San Marzano, che consente all’editore Scorpione di mantenere con regolarità l’appuntamento editoriale.
L’argomento monografico dell’ultimo “Quaderno” del 2024 era “La cultura”, e ha rappresentato un’occasione per stimolare i numerosi collaboratori che hanno accettato l’invito della direzione ad allargare il proprio sguardo. Se n’è discusso approfonditamente in occasione della presentazione svoltasi nel salone della Acclavio, che si è aperta e chiusa nel segno di Paolo De Stefano, che alla sua veneranda età continua a essere promotore e animatore della rivista, al punto da essere già in grado di indicare il tema del prossimo volume che sarà “Il Rinascimento”.
L’incontro è stato introdotto da Mario Guadagnolo, tra l’altro direttore del Mudit, che figura tra l’altro nel novero dei 32 studiosi che hanno partecipato con i loro saggi, e che ha reso omaggio a un progetto così importante e al suo fautore per il quale sarà proposta un nuovo riconoscimento che il comitato scientifico del Mudit vuole proporre all’attenzione della prossima giunta comunale: il “Decus patriae”. Tra l’altro i professori Aldo Luisi e Domenico Lassandro hanno dato lettura di una epigrafe scritta in latino dedicata a De Stefano.
Sono intervenuti: Mario Lazzarini, José Minervini e Alberto Altamura. Lazzarini, segretario di redazione della rivista, collegatosi a distanza ha ripercorso i tratti dell’ormai lunghissimo itinerario compiuto dall’”Arengo”, sottolineandone le caratteristiche e l’evoluzione, da quaderno di funzione prettamente didattica a rivista letteraria. José Minervini ha annunciato la proposta, approvata dal direttivo della Dante Alighieri, da lei presieduto, di chiedere per De Stefano l’attribuzione della cittadinanza onoraria. Da sempre vicina alla rivista, la professoressa ha sottolineato come ognuno degli autori che hanno contribuito all’edizione 2024 dell’”Arengo” abbia saputo proporre dei modelli culturali importanti e durevoli, in un percorso che diventa patrimonio comune. Alberto Altamura, che è componente del comitato scientifico e di redazione, ha evidenziato l’ampiezza e la varietà delle materie trattate, tutte a partire dal concetto di cultura, sottolineandone alcune.
Ha concluso l’incontro, Paolo De Stefano, che ha ringraziato visibilmente commosso. Ideatore e direttore della rivista, fortemente voluta sin dal momento del suo insediamento alla presidenza del liceo classico “Quinto Ennio”, che ha voluto ricordare, De Stefano ha ricordato come la scelta del nome, “l’Arengo” sia un omaggio affettivo e culturale a Giovanni Pascoli e ha annunciato che il tema del prossimo numero monografico della rivista, che continua a raccogliere consensi, avendo superato il cinquantesimo anno di vita, sarà, come detto “Il Rinascimento”.
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