Dramma lavoro: i sindacati chiedono incontri al governo e a Bitetti e Palmisano
Disoccupazione e crisi industriale mordono la città: disoccupazione altissima, ben oltre le medie nazionali, mancato utilizzo delle risorse finanziare annunciate e totale confusione sul futuro dell’Ilva
stanno creando una situazione drammatica.
Un incontro urgente in sede istituzionale “al fine di poter avviare un percorso virtuoso e partecipato sullo stato dell’arte degli investimenti previsti e sulle ricadute occupazionali” è quello che chiedono al sindaco Bitetti e al presidente della Provincia Palmisano i segretari di Cgil, Cisl e Uil, D’Arcangelo, Spinzi e Oliva.
La richiesta nasce dall’amara constatazione che, a fronte dei consueti annunci di una mole di finanziamenti che dovrebbero arrivare sul territorio, Taranto conosce una crisi senza precedenti e livelli di disoccupazione che non hanno eguali in Italia.
La storia è quella cui assistiamo da almeno quattro decenni, a partire dalla cosiddetta reindustrializzazione. Si annunciano e a volta si stanziano anche grandi finanziamenti che hanno tenore solo propagandistico, affidati a “tavoli” di diversa natura, che poi puntualmente svaniscono senza essere spesi o vengono solo utilizzati in misura insignificante. L’esempio più attuale è quello dei Giochi del Mediterraneo che, nei proclami di governo ed enti locali, dovevano cambiare il volto della città e creare occupazione, ma si sono rivelati (come del resto era anche facile prevedere) un buco nell’acqua.
Ma intanto la disoccupazione in città è un vero e proprio caso di rilevanza nazionale. Anche settori come la Difesa, per la quale sono previsti investimenti ingenti, languono nella città, a partire dall’Arsenale
“I dati – scrivono i sindacai – ci dicono che la disoccupazione sul nostro territorio è al 13,5% contro il 7,7% della media nazionale (dati Istat riportati nel rendiconto sociale Inps 2023), un tasso di inattività al 49,8% mentre la media nazionale è al 33,3%. – dicono i rappresentati di Cgil Cisl Uil – I giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti NEET, sono al 33,4%, e la media nazionale è al 24,1%. La fase di transizione industriale che dovrebbe avviarsi in un prossimo futuro, per nulla lontano, potrebbe aggravare una condizione già di per sé difficile”.
I sindacati non nascondono la loro preoccupazione per l’“immobilismo” che caratterizza questa fase.
“La mole degli investimenti pubblici sul territorio come il CIS, il JTF e il PNRR e i fondi di coesione sociale, deve essere rivolta alla gestione di queste problematiche, oggi solo oggetto di annunci di prospettive che rischiano di essere mancate”, dicono D’Arcangelo, Spinzi e Oliva.
Da parte loro, i segretari generali di Fim Fiom Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma, Rocco Palombella, hanno inviato una lettera al Governo per un incontro urgente sulla vertenza dell’ex Ilva.
“Alla luce di un quadro di sempre maggiori criticità ed incertezze relative al piano di salvataggio dell’ex Ilva, alla decarbonizzazione, al continuo rinvio del bando di gara senza alcuna spiegazione valida e preventiva e ai drammatici effetti sociali ed occupazionali” scrivono i leader metalmeccanici, si chiede “con urgenza la convocazione del tavolo permanente presso la Presidenza del Consiglio”.
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