Gaza, ong italiane: “Misure concrete per fermare il genocidio”
In gioco non solo il futuro del popolo palestinese ma la credibilità del diritto internazionale

“La tragedia a cui assistiamo, culminata nell’offensiva militare in corso, rende ormai evidente a tutti l’obiettivo del Governo israeliano: annettere territorio palestinese eliminando o riducendo al minimo la presenza della popolazione. Negli ultimi 23 mesi Gaza è stata sistematicamente distrutta, dal Nord a Rafah, e adesso anche la città di Gaza, dove civili senza rifugi né cure muoiono per bombardamenti, fame e malattie curabili. Il Governo israeliano mira a rendere la Striscia inabitabile, cancellando il diritto dei palestinesi al ritorno e all’autodeterminazione”. È quanto si legge in un comunicato diffuso questa mattina congiuntamente da Piattaforma Osc in Medio Oriente e Mediterraneo, Associazione ong italiane (Aoi), Coordinamento italiano Ngo internazionali (Cini) e Link2007.
“La Commissione d’inchiesta indipendente dell’Onu – viene sottolineato – ha documentato in un rapporto pubblicato il 16 settembre 2025 che il Governo israeliano commette almeno quattro delle cinque condotte vietate dalla Convenzione sul genocidio, con un chiaro intento distruttivo: ciò che accade a Gaza è genocidio. La Corte internazionale di Giustizia ha già imposto da oltre un anno e mezzo misure provvisorie vincolanti, e il suo parere consultivo del luglio 2024 ha riaffermato l’illegalità dell’occupazione e dell’apartheid, chiedendo il ritiro totale dai territori palestinesi occupati. Il rapporto richiama inoltre la responsabilità degli Stati parti dello Statuto di Roma: devono cooperare con la Corte penale internazionale, fornire prove, protezione ai testimoni ed eseguire i mandati di arresto contro i responsabili dei crimini.
L’Assemblea generale – prosegue il comunicato – ha ancora una volta votato a larghissima maggioranza una risoluzione che riprende la Dichiarazione di New York e, ribadendo la radicale condanna delle azioni di Hamas e di ogni attacco contro i civili, impegna Israele a smantellare la propria presenza illegale nel territorio occupato (Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est) e gli Stati terzi a interrompere ogni forma di sostegno a Israele”. “Il genocidio in corso è il risultato di decenni di impunità. Continuare a ignorare gli obblighi internazionali significa complicità”, denunciano le Ong, convinte che “l’Italia, come Stato parte della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio e dello Statuto di Roma, e firmataria della Dichiarazione di New York, deve assumersi la responsabilità storica di operare per il rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale”. “Come organizzazioni umanitarie e di sviluppo della società civile, presenti in Palestina da decenni, chiediamo al Governo Italiano e a quelli dell’Unione europea di agire immediatamente e con determinazione per: interrompere qualsiasi accordo commerciale o di cooperazione con il Governo israeliano che favorisca l’occupazione illegale dei territori occupati; imporre sanzioni verso Israele per violazioni gravi del diritto internazionale e sostenere le sanzioni che saranno proposte in seno alla Unione europea; bloccare la vendita, l’acquisto o il trasferimento di armi, munizioni, equipaggiamenti e servizi militari da e verso Israele; assicurare l’apertura e il funzionamento di tutti i valichi per permettere l’ingresso degli aiuti e degli operatori umanitari e per garantire cure a malati e feriti dentro e fuori dalla Striscia di Gaza; rafforzare l’impegno per imporre un cessate il fuoco immediato e permanente, porre fine all’occupazione e compiere tutti i passi percorribili per riconoscere il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese”. Per le ong “non c’è più tempo per parole di circostanza. È in gioco non solo il futuro del popolo palestinese, ma la credibilità del diritto internazionale e il futuro dell’umanità stessa”.
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