Decaro nuovo governatore di Puglia ma l’astensione arriva al 60 per cento
È stato tra il 13 e il 18 per cento, nelle città pugliesi, il calo di affluenza, che per l’intera regione ha fermato l’asticella al 41,83%, con una differenza complessiva di quasi meno 15%, rispetto al 56,43% di cinque anni fa. Taranto è penultima (col 40,6%), seguita da Foggia.
Questo è il dato più importante, poiché la vittoria quasi plebiscitaria di Decaro era scontata. Ma anche la stessa vittoria della coalizione di centrosinistra in Puglia viene un po’ offuscata dal dato che ha visto 6 pugliesi su 10 snobbare i seggi elettorali. Di astensionismo si discute ormai da anni, ma la disaffezione al voto continua a crescere in maniera inversamente proporzionale alle passerelle di politici in tv. Sicuramente molte delle teorie proposte sono condivisibili. Si parla di sfiducia del cittadino nei confronti della politica, di scarso ruolo dei partiti e di politiche analoghe da parte di tutti gli schieramenti, anche perché il primato assoluto ormai ce l’ha la finanza. Si parla di disaffezione alla democrazia, di eccessivo ricorso alle urne, che lascia comunque tutti i problemi irrisolti. C’è chi chiama in causa il Covid, chi la litigiosità dei partiti, chi il fatto che i candidati vengano quasi sempre calati dall’alto e che siano poco conosciuti all’elettorato. E va forse detto che indire elezioni alla fine di novembre non era certo un modo di favorire la “passeggiata elettorale”. Neppure a favore dell’affluenza era la scelta di negare tariffe vantaggiose per i fuorisede, studenti soprattutto, come è sembra avvenuto nei decenni passati. E questo vale comunque per tutta l’Italia.
Ma sicuramente non si ha sufficientemente chiaro che lo snobbare le urne è soprattutto un voto di protesta. Contro il peggioramento complessivo della qualità della vita, l’impossibilità dei cittadini di incidere sui cambiamenti, le retribuzioni da fame che desertificano le nostre città. E forse, più di ogni altra cosa: una sanità che si va privatizzando e che priva almeno 6 milioni di cittadini delle cura. Lo speciale di Report sulla sanità, quella pugliese in particolare, e ancor più in dettaglio quella tarantina, ha dimostrato come il servizio sanitario nazionale sia stato di fatto smantellato. Il regine dell’intramoenia si è rivelato una scelta deleteria da tutti i punti di vista, ma l’evasione fiscale ha fatto il resto, privando lo Stato delle risorse indispensabili. Poi abbiamo appreso che il direttore della Asl di Taranto, con una lettera ufficiale inviata ai sanitari, li ha sollecitati a sbolognare i pazienti al pronto soccorso, già al collasso, invece di chiedere visite diagnostiche urgenti!
Ma allora, ci chiediamo: come si può ridare dignità al voto e quindi anche agli eletti? È un’impresa impossibile? No. Per invertire la tendenza le possibilità ci sono. Un effetto sicuro lo avrebbe ridurre gli stipendi dei politici. E ancora di più: sospendere la contribuzione ai fini pensionistici da lavoro, per chi ne è esonerato e riceve i contributi pensionistici da Parlamento o Regione. Perché una doppia contribuzione? Questo accrescerebbe enormemente il loro ascendente e il rispetto degli elettori. Crollerebbe, di converso, il numero di coloro che fanno politica solo per sistemarsi. Qualcuno spiegò che gli stipendi dei politici furono raddoppiati in modo da evitare tentazioni corruttive. Ma sembra che l’effetto sia stato opposto.
E poi ci sono i risultati elettorali. In Puglia, come previsto, vince largamente Decaro, grazie anche al consenso personale di cui aveva già avuto conferma, oltre che al Comune anche all’Europarlamento, con oltre 500.000 preferenze. Da segnalare, inoltre, che Decaro ha preso molti voti in più dell’insieme delle sue liste. Il che vuol dire che la gente sa riconoscere un politico che fa bene il suo mestiere anche se non passa in tempo in tv. Ci auguriamo che faccia voltare pagine alla Puglia e anche al centrosinistra, che sono da troppo tempo segnati dalla presenza di Emiliano, così come a lungo lo è stata Taranto, il cui personalismo e tante decisioni, sia politiche che amministrative hanno creato imbarazza anche in vista di queste elezioni.
Il primo impegno che Decaro ha assunto pubblicamente nelle prime interviste rilasciate, è quello di ridurre realmente le liste d’attesa, in modo da ridare alla nostra regione la dignità che merita anche per le ottime strutture sanitarie di cui dispone. E ci auguriamo che questo valga soprattutto per Taranto, la cui sanità, come la stessa Regione ha riconosciuto, è il fanalino di coda nonostante le singolari emergenze che l’affliggono.
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