La chiusura dell’Anno giubilare in diocesi
Il canto del ‘Te Deum’ ha concluso in cattedrale domenica sera 28 dicembre (festa della Santa Famiglia) la solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero per il rito di chiusura dell’Anno giubilare in diocesi; assieme al nostro pastore hanno concelebrato l’arcivescovo emerito di Taranto mons. Filippo Santoro, l’arcivescovo emerito di Potenza mons. Salvatore Ligorio, il vicario generale mons. Alessandro Greco, i canonici del Capitolo metropolitano, i vicari episcopali, i parroci e i sacerdoti della diocesi.
Il servizio liturgico è stato curato dai seminaristi della nostra arcidiocesi coordinati da don Marco Peluso mentre i canti sono stati guidati dalla corale diocesana ‘San Giovanni Paolo II’.
“Come un solo popolo – ha detto, fra l’altro, mons. Miniero nella preghiera di introduzione – abbiamo elevato la nostra lode di ringraziamento e la nostra supplica a Dio, unendoci a coloro che spesso non hanno voce davanti agli uomini ma che il Padre ascolta e riconosce come figli prediletti: i malati, gli anziani, i detenuti, i poveri”. Quindi dopo le letture della solennità della Santa Famiglia, cioè dal Libro del Siracide e dalla lettera di San Paolo apostolo ai Colossesi, rispettivamente da parte di una non vedente del Centro volontari della Sofferenza e di un appartenente a Comunione e Liberazione, l’arcivescovo ha proclamato il brano del Vangelo secondo Matteo sulla Fuga in Egitto della Santa Famiglia con la successiva omelia.
Successivamente il vicario generale mons. Greco ha introdotto la professione di fede, scaturita dal Concilio i di Nicea (il suo 17° centenario ha coinciso l’Anno giubilare) i cui articoli sono stati proclamati da un presbitero (don Antonio Acclavio, novello sacerdote), da un diacono permanente, da un religioso (fra Giuseppe Galeone, frate cappuccino della fraternità di San Lorenzo da Brindisi) da una religiosa (una suora domenicana di Santa Rosa da Lima), da una laica componente del coro diocesano e da un laico di Azione Cattolica.
Dopo le preghiere dei fedeli offerte per la Chiesa, il mondo intero, coloro che sono nella tribolazione, le famiglie e la nostra comunità diocesana, i doni dell’Offertorio sono stati portati all’altare da una coppia di novelli sposi, da due coniugi in dolce attesa, da una famiglia con bambino nato nel corso dell’anno e da una coppia di coniugi che nel 2025 ha festeggiato il 50° anniversario di matrimonio.
Prima della benedizione finale, così l’arcivescovo ha preceduto il canto del ‘Te Deum’ quale ringraziamento a Dio per il dono dell’indulgenza: “Durante questo anno – ha detto mons. Miniero – abbiamo comunicato nella fede, nella speranza e nella carità, con tutto il mistero di Cristo distribuito nel ciclo dei tempi liturgici. Ora, rinfrancati da questa esperienza di conversione, torniamo al ritmo quotidiano della nostra vita. Come i discepoli che hanno visto il Suo volto, custodiamo la gioia dell’incontro con il Signore e manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché fedele Colui che ha promesso”.
Quindi il canto ‘Gloria a Te, Cristo Gesù’ e il successivo caloroso abbraccio dei fedeli ai sacerdoti delle proprie comunità hanno coronato la solenne celebrazione.
Il servizio fotografico è stato curato da G. Leva

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO





