Lavoro

Si apre una stagione decisiva per la Taranto dell’industria e del lavoro

07 Gen 2025

di Silvano Trevisani

Si apre una stagione decisiva per la Taranto industriale. Reduce dalla sonora bocciatura de “Il Sole “4 Ore”, che ha stigmatizzato l’assenza di propensione imprenditoriale nel settore cittadino, Taranto si trova in una situazione molto delicata. Tra ipotesi di sviluppo, concrete ma ancora futuribili e crisi di interi settori, che mettono a rischio moltissimi posti di lavoro.

Ex Ilva

L’appuntamento più atteso è quello che riguarda la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione dell’AdI, ovvero l’ex Ilva. La data, già slittata, è quella del 10 gennaio, data nella quale dovrebbero essere definite, ma il condizionale non è mai sprecato, le offerte da parte dei candidati all’acquisizione, dell’intera società (offerta ovviamente privilegiata) o di settori di essa.

Le candidature ritenute più valide finora sono quelle di Vulcan Green Steel (del gruppo indiano Jindal) e l’azienda siderurgica dell’Azerbaijan, Baku Steel Company. Ma prende corpo, negli ultimi giorni, l’ipotesi di un ritorno d’interesse da parte di investitori americani, che rimarcherebbe la strategicità della siderurgia e soprattutto per l’ancor più strategica posizione di Taranto. Soprattutto dopo che il presidente Biden ha posto il veto sulla vendita di US Steel alla giapponese Nippon Steel.

Nei prossimi giorni ne sapremo di più, ma ricordiamo che i commissari straordinari di AdI hanno indicato cinque requisiti fondamentali che devono trovare spazio nei piani industriali del nuovo proprietario deve garantire: lo sviluppo di una produzione siderurgica in Italia, l’attuazione della decarbonizzazione, la tutela dell’occupazione, l’individuazione di attività e forme di compensazione in favore delle comunità locali e la continuità dei complessi aziendali per portarli rapidamente ai massimi livelli di attività. Ricordiamo anche che il valore preliminare della cessione dell’azienda, comprensivo della dismissione dei magazzini, pari a 1,8 miliardi di euro.

Occupazione

Intanto, per quanto riguarda l’occupazione, nello stabilimento di Taranto che lo scorso anni ga prodotto 1,7 milioni di tonnellate di acciaio, e che ora ha in marcia due altoforni, ci sono quasi 3.000 lavoratori in cassa integrazione e, dopo l’accordo del mese scorso, dovrebbe essere esteso a tutto il 2025 lo smart working, previsto per oltre 2.000 impiegati e quadri dello stabilimento.

Call center

Sul fronte occupazione, la nuova stagione di proteste, che già nei prossimi giorni vedrà due giorni di sciopero nazionale dei trasporti, 9 e 10 gennaio, si apre a Taranto con una manifestazione prevista per venerdì prossimo. A protestare sono i 600 lavoratori che solo a Taranto (ma sono 5.000 in Puglia) rischiano di perdere le già risicate tutele nel mondo dei call center. Alla base dello sciopero, si legge in una nota “la decisione di Assocontact, associazione di rappresentanza di una parte minoritaria dei call center, di smettere di adottare il contratto collettivo nazionale delle Telecomunicazioni e applicare un nuovo contratto di lavoro scritto esclusivamente su misura dei propri interessi”. Un incontro è stato chiesto alla Regione.

Leonardo

Domenica scorsa, inoltre, è terminata è la cassa integrazione ordinaria allo stabilimento Leonardo di Grottaglie, che era cominciata a metà novembre per 931 addetti a rotazione. Al momento la misura non è stata prorogata, ma dallo stabilimento di Foggia (anch’esso appartenente ad Aerostrutture), sono rientrati 20 montatori impegnati sul programma Airbus. Ritorno alla normalità? Solo il 14 si potrà capire perché per quella data è in programma a Roma l’incontro tra Leonardo e sindacati nazionali nell’ambito dell’Osservatorio strategico per discutere di tutte le questioni lasciate in sospeso nel 2024.

Hiab

Ma molte altre sono le vertenze aperte, a cominciare dalla Hiab di Statte, che prevede la chiusura dello stabilimento che occupa 100 lavoratori, per i quali l’azienda ha chiesto la cassa e sono in corso verifiche, tramite la Regione, per capire se vi sono interessi di aziende a subentrare alla Hiab.

Porto

E poi c’è il porto, che ha in prospettiva il passaggio della piattaforma logistica alla Vestas, per la realizzazione del più grande stabilimento per la costruzione di pale eoliche, e il progetto di realizzazione di piattaforme eoliche off-shore. Ma si ipotizza anche il subentro di cantieri di Puglia a Ferretti per la costruzione di grandi yacht, mentre viene confermata per due anni la cassa per i 327 dell’ex Tct. Tale conferma rassicura i lavoratori che avrebbero la precedenza per l’assunzione nelle nuove imprese nel porto.

Comune e asili

L’elenco della “instabilità” potrebbe continuare ancora, comprendendo i lavoratori delle imprese impegnate nei servizi per il Comune e per i dipendenti degli asili nido comunali che rischiano di essere privatizzati, nonostante la generale contrarietà al progetto. Nelle prossime settimane molte di queste questioni dovrebbero chiarirsi, a cominciare proprio dal futuro dell’ex Ilva

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