Sanità: venerdì 28 sit-it di protesta e per i neonati la situazione resta grave

La sanità a Taranto vive una situazione particolarmente difficile, che la pone in coda alle altre città pugliesi, per via di ritardi, scelte sbagliate e tagli imposti. Mentre si lamenta quotidianamente l’insufficienza di personale e strutture (lamentata nei giorni scorsi l’insufficienza dei mezzi per i neonati prematuri) si nutrono dubbi sul nuovo ospedale.
Partiamo proprio dall’Ospedale San Cataldo, che rischia di essere un bel contenitore vuoto, poiché nessuna certezza vi è sul fronte dei posti letto e sul piano assunzionale degli operatori sanitari del nostro territorio.
Le carenze
È quello che denunciano la Cgil di Taranto e la categoria della Funzione Pubblica che lanciano una campagna di presidio e preannunciano un sit in peer venerdì 28 febbraio alle ore 15.30 davanti all’ingresso del “SS. Annunziata”. Vi parteciperà anche il segretario nazionale della Fp Cgil che si occupa proprio di sanità, Michele Vannini. “A Taranto oggi si discute di sussistenza del diritto alla salute, ma anche della difesa di lavoratrici e lavoratori della sanità schiacciati da una mole di lavoro immensa e da scarsi investimenti”, dichiara Mimmo Sardelli, segretario generale della Fp.
“A Taranto, secondo la stessa relazione sul Piano dei fabbisogni del personale dell’Asl di Taranto (2023-2025) – sottolinea Cristina Fama, segretaria territoriale della Fp Cgil – mancherebbero circa 60 milioni di euro, a fronte di un investimento che dovrebbe portare il Poc tarantino ad un volume ancora sottodimensionato, rispetto all’emergenza epidemiologica del territorio, sia di posti letto (circa 700), sia di personale (mancherebbero all’appello medici, infermieri ed oss)”.
“Più che una Legge ad hoc su Taranto, sarebbe opportuna una riforma strutturale che ad esempio spenda maggiori risorse per la sanità pubblica, piuttosto che per quella privata”, dichiara il segretario generale della Cgil, Giovanni D’Arcangelo.
Neonati prematuri
Nei giorni scorsi era stata invece la Cisl a lamentare l‘insufficiente dei mezzi per garantire la vita dei neonati prematuri. Un’ambulanza è stata messa a completa disposizione dei neonati prematuri, la direzione medica del POC “SS. Annunziata” pronta a trasferirli in strutture più adeguate. Ma non basta: il rischio che i neonati arrivino troppo tardi nelle strutture di destinazione è troppo alto e inaccettabile.
A lanciare l’allarme è stato Giuseppe Lacorte, segretario generale della Cisl Fp Taranto Brindisi, che già in precedenza aveva denunciato il grave pericolo rappresentato dalla carenza di personale e dalla precarietà dell’Unità operativa di terapia intensiva neonatale (Utin). “La situazione è ora ancor più critica, e il solo trasferimento via ambulanza non può garantire la sicurezza dei piccoli pazienti”. Lacorte segnala che a partire dall’8 febbraio, tre medici hanno lasciato il reparto, riducendo il numero dei professionisti in servizio a soli due, compreso il direttore. Questo vuoto di personale si somma alla già precaria condizione, considerando che sono presenti solo specializzandi, che per ovvie ragioni non possono garantire la copertura adeguata e la continuità necessaria.
Utin
Nonostante gli sforzi della Asl Taranto, che ha siglato una convenzione con il Policlinico di Bari per la copertura di alcuni turni di servizio con i professionisti baresi, la soluzione non si stia rivelando adeguata alla gravità della situazione. E potrà peggiorare.
A complicare ulteriormente la situazione, la vicina Asl Brindisi ha sospeso dal mese di luglio scorso i ricoveri dei neonati con età gestazionale al di sotto delle 34 settimane, indirizzandoli al Centro Hub del Fazzi di Lecce. Una decisione che evidenzia come Taranto e Brindisi stiano vivendo difficoltà simili, aggravate da gravi carenze di personale e da una programmazione sanitaria regionale che non risponde alle necessità urgenti dei territori.
Lacorte chiede un intervento immediato, poiché “il rischio di trasferire neonati in strutture distanti senza una rete adeguata di supporto è troppo elevato. Le istituzioni locali e regionali devono intervenire con urgenza per garantire una soluzione definitiva. Ogni minuto conta, e non possiamo permettere che i nostri bambini vengano lasciati soli di fronte a una situazione che va ben oltre le risorse a disposizione”.
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