Elezioni del sindaco: vanno al ballottaggio Bitetti e Tacente

Il ballottaggio era scontato. La presenza di sei candidati sindaci che pescavano in territori abbastanza eterogenei, non poteva certo far prevedere un’elezione al primo turno. L’8 e il 9 giugno, quindi, a Taranto si voterà, oltre che per il referendum, per scegliere chi sarà sindaco tra Piero Bitetti e Francesco Tacente. Questi i risultati quando gli scrutini (che a Taranto vanno avanti con esasperante lentezza) sono in pieno svolgimento.
Votanti
Ma cominciamo col dire che il numero dei votanti, nella città, è aumentato rispetto alle elezioni del 2022, quando si recò alle urne il 52,21% degli elettori. Questa volta ha votato il 56.60%: un numero non certo entusiasmante ma almeno in controtendenza del confronti del processo di disaffezione che si registra da un po’ di anni a questa parte. Una percentuale, del resto, perfettamente in linea con la media del voto in tutto il Paese. Va, tra l’altro, segnalato che, invece, nella città di Massafra la percentuale dei votanti è stata ancora una volta superiore al 70%.
Ballottaggio
Ma torniamo al ballottaggio, per il quale ci auguriamo che i tarantini non snobbino l’appuntamento, anche per poter dire lo loro anche sui referendum su lavoro e integrazione dei migranti. Gli elettori di Taranto dovranno scegliere, quindi, secondo quelle che erano le previsioni più ricorrente della vigilia: tra Piero Bitetti, espresso dal centrosinistra, e Francesco Tacente, espressione di liste trasversali che vanno da una parte del partito socialista alla Lega, includendo anche molti ex militanti del centrosinistra.
Bitetti, sostenuto da otto liste, ha ottenuto una percentuale che si attesterebbe sopra il 37%, ma sarebbe di gran lunga inferiore a quella ottenuta dalla somma delle liste, superiore al 40%. Un andamento simile a quanto accaduto per Tacente, accreditato circa del 25%. Segno opposto a quanto accaduto al centrodestra, dove Lazzaro ha preso più delle sue liste, e soprattutto ai 5Stelle, dove la Angolano ha preso ben più voti delle sue liste.
Ancora una volta, invece, resta al palo il candidato del centrodestra, cui Fratelli d’Italia e Forza Italia facevano leva per rilanciare un schieramento che da ormai vent’anni non riesce a tornare sulla poltrona del primi cittadino. Luca Lazzaro, che ha rimesso il suo incarico di presidente regionale dei Confcoltivatori per prendere parte alla competizione elettorale, si è fermato attorno a 20%.
Ancora una volta, inoltre, i 5Stelle confermano la loro difficoltà a imporsi nelle elezioni amministrative, nonostante il gran lavoro profuso dal vicesegretario nazionale, Mario Turco, a sostegno della candidata sindaca Annagrazia Angolano. Modesto il risultato di Mirko Di Bello, nipote della sindaca Rossana che, pur muovendosi con grande anticipo e potendo contare su ben sei liste di sostegno, non è andato oltre il 5%. Ma queste votazioni potrebbero anche segnare l’uscita di scena definitiva del movimento di At6, dal momento che Mario Cito. Il figlio ed erede politico di Giancarlo Cito, del quale solo pochi giorni fa si sono celebrati i funerali, non è riuscito, infatti, a raccogliere molti voti dalla sua lista, per altro ridotta.
Apparentamenti
Difficile prevedere cosa avverrà dalle urne del ballottaggio. Anche se di solito nel secondo turno non si confermano mai pienamente i risultati del primo, gli apparentamenti potrebbero avvantaggiare Tacente. Questo nel caso in cui il centrodestra si ricompattasse facendo convergere su di lui i propri voti. Le sue liste sono: Taranto Popolare, Prima Taranto, Patto Popolare, Fortemente Liberi, Noi Taranto, Riformisti per Taranto-Socialisti, Udc-Evviva Taranto .
Bitetti, sostenuto da Pd, Avs, Per Bitetti sindaco, Demos, Unire Taranto, Con Bitetti, Democrazia Cristiana e Partito Liberal Democratico-Azione dovrà cercare di ricucire con i 5Stelle. Che avevano rotto le larghe intese non condividendo la scelta imposta dal centrosinistra.
Potrebbe avere anche un qualche peso il voto, pur modesto, di Di Bello, che in un primo momento aveva dichiarato di non volersi “apparentare”. Ma ora tutto è possibile e, di fatto, bisognerà cominciare tutto da capo.
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