Pace

Oggi, sciopero e corteo per Gaza ma le iniziative si moltiplicano

03 Ott 2025

di Silvano Trevisani

La mobilitazione per Gaza tiene ancora viva l’attenzione, a Taranto come in moltissima città italiane, che in questi giorni moltiplicano le loro iniziative di protesta e di sostegno alla Flotilla.
Oggi, venerdì 3 ottobre, nuova manifestazione indetta dalla Cgil e dal sindacato di base Usb, nell’ambito dello sciopero generale proclamato dalle segreterie nazionali. A partire dalle 8.45 un corteo è partito dal piazzale antistante l’Arsenale di Taranto e sta attraversando le vie del centro cittadino e si concluderà in tarda mattinata in piazza della Vittoria.

Ma intanto numerose sono le iniziative assunte nei giorni scorsi. Come quella promossa da Grottaglie, dove un corteo in solidarietà al popolo palestinese, promosso dal Coordinamento cittadino per la Palestina con l’adesione di numerose associazioni, ha sfilato da piazza IV novembre fino a raggiungere lo stabilimento Leonardo. “Il genocidio in corso in Palestina e le nuove spese per il riarmo rappresentano un’occasione per aumentare i profitti di Leonardo, che ha tra gli azionisti anche lo Stato italiano. Non possiamo accettare che a due passi dalle nostre case si producano strumenti di morte”, aggiungono i promotori del corteo”.

L’Usb, nei giorni scorsi, aveva bloccato al porto, al terminale dell’Eni, il rifornimento per nave di carburante destinato all’esercito di Israele.

Molte altre iniziative sono in corso, ad esempio all’ospedale SS. Annunziata, dove la segreteria provinciale dell’Usb di Taranto, ha fatto richiesta al direttore generale dell’Asl Taranto e al direttore sanitario, di esporre e illuminare la bandiera della Palestina sulla facciata dell’ospedale civile. L’Asl ha accolto l’iniziativa, in concomitanza e a sostegno dell’iniziativa ‘100 ospedali per Gaza’ e del Flash mob ‘Luci su Gaza’.

Così il segretario generale della Cgil di Taranto, Giovanni D’Arcangelo annuncia lo sciopero generale di domani e che vedrà per le strade di Taranto lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, liberi cittadini e studenti, che hanno accolto l’invito alla mobilitazione lanciato da Cgil e Usb: “Fare la nostra parte, sostenere la Global Sumud Flotilla, muoversi e mobilitarsi per dire no al genocidio a Gaza è una scelta che non conoscerà mai pentimento. E capita in questi giorni di leggere commenti di persone che sostengono che dovremmo occuparci solo delle questioni legate al lavoro o ai problemi degli italiani, neanche di quelli che abitano in questo Paese. Come annunciato da tempo, di fronte al rapimento di cittadini, sindacalisti, pacifisti, rappresentanti istituzionali, in acque internazionali da parte dell’esercito israeliano noi torniamo nel luogo da sempre deputato alla rivendicazione dei diritti: lo sciopero e la manifestazione di piazza”.

“La Global Sumud Flottilla, che ha rappresentato un tentativo di denunciare il criminale assedio portato avanti dallo stato d’Israele contro la popolazione di Gaza – scrive il sindacato di base Usb nella usa nota -, è stata attaccata e sequestrata dalle forze armate israeliane con un atto di pirateria internazionale. Al grido partito dai lavoratori portuali di Genova, risponde anche la piazza di Taranto: l’Usb e la Cgil proclamano per domani, 3 ottobre, lo sciopero generale e chiama i lavoratori e le lavoratrici, i cittadini e le cittadine a scendere in piazza a difesa dei componenti della Flottilla, ma, soprattutto, per gridare la fine del genocidio del popolo palestinese”

Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale di Taranto aveva espresso solidarietà a Gennaro Giudetti, operatore umanitario tarantino che ha dovuto abbandonare Deir al Balah, città dell’area centrale della Striscia di Gaza, dopo che un bombardamento ha colpito la ‘deconflicted area’ delle Nazioni Unite, dove Gennaro era ospitato, obbligandolo ad evacuare dall’alloggio che lo ospitava con grave rischio per la sua vita. Il sindaco, la Giunta, il Consiglio comunale di Taranto esprimono, inoltre, l’auspicio che finisca presto la guerra a tutela delle vite di tanti uomini, donne e bambini che subiscono il conflitto e auspichiamo che quanto prima si possa stabilizzare nell’ intera area un processo di pacifica convivenza.

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