I detenuti in visita ai ragazzi autistici della ‘Blu Butterfly’
“Nell’ambito delle iniziative di preparazione al Giubileo dei detenuti, un gruppo della casa circondariale ‘Carmelo Magli’ di Taranto, in permesso speciale, ha vissuto una giornata insieme con l’associazione ‘Blu Butterfly – Posso sempre volare’, che si occupa di ragazzi con disturbo dello spettro autistico.
“In questa circostanza abbiamo avuto modo di conoscere queste problematiche e soprattutto di incontrare i ragazzi seguiti da questa ammirevole realtà di volontariato, condividendo storie, emozioni e tanta voglia di fare la differenza in un’esperienza che ci ha davvero toccato il cuore”: così ha commentato don Francesco Mitidieri, cappellano della casa circondariale ‘Carmelo Magli’ di Taranto a proposito della giornata di condivisione con tale realtà di volontariato, aggiungendo: “Abbiamo vissuto insieme momenti davvero coinvolgenti, come quello musicale, con i ragazzi che hanno fatto venir fuori quelle che sono le loro capacità artistiche, allietandoci con belle canzoni e facendoci ballare tutti quanti insieme. I ragazzi e i responsabili della Blu Butterfly ci hanno anche invitato a pranzo permettendoci una maggiore conoscenza reciproca e facendoci entrare a contatto, superando difficoltà e pregiudizi, con una realtà che può sembrare lontana ma che spesso vive affianco a noi. È sempre bello ritrovarsi insieme, ognuno con i propri problemi e le proprie risorse che, quando si condividono, diventano una ricchezza e fonte di gioia per tutti”.
“È stata una giornata piena di emozioni e condivisione quella vissuta assieme ai detenuti – le parole di Maria Spada, presidente di ‘Blu Butterfly’ – che ci ha insegnato che ognuno di noi può farcela trovando la propria dimensione giusta di vita. Ho due figli nello spettro autistico e ne sono orgogliosa perché ognuno deve essere ciò che è senza vergogna, mai ponendo barriere per se stesso e per gli altri.
Per noi – ha continuato la presidente Spada – è stata un’esperienza nuova quella del contatto con i detenuti: un mondo che pareva non ci appartenesse. Alla fine sono scomparsi gli schemi mentali dalla mia mente e è sembrato che ci conoscessimo da sempre con i ragazzi del carcere, dei quali mi ha colpito il volto bello, sereno e accogliente. Abbiamo ascoltato storie che ci hanno toccato il cuore e ne siamo stati tutti quanti arricchiti. Mi ha fatto piacere averli avuti nostri ospiti a pranzo, facendo riassaporare loro il calore della famiglia. Loro hanno accettato e sono stati benissimo con noi. Adesso mi auguro che questo non sia un evento sporadico e che ci si possa conoscere ancor meglio, rafforzando in noi la convinzione di quanto sia importante fare rete e sostenere , per quanto ci riguarda, chi ogni giorno affronta l’autismo con forza e amore”.

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