L’ordinazione sacerdotale di don Antonello Bruno
Antonello Bruno, 26 anni, sarà ordinato presbitero sabato 6 dicembre alle ore 17 nella concattedrale Gran Madre di Dio.
Attualmente vicario parrocchiale nella basilica cattedrale di San Cataldo, don Antonello ha frequentato in gioventù la parrocchia di San Domenico, a Martina Franca, ricca di vocazioni, dove peraltro lo scorso gennaio è avvenuta la sua ordinazione diaconale. Molto importante, ai fini della sua formazione cristiana, è stato l’essere cresciuto in una famiglia molto credente, seguito dai suoi genitori (Annamaria, casalinga, e Piero, collaboratore scolastico al ‘Majorana’), con il sostegno dell’intensa preghiera della nonna, Vita, esempio di forza, di fede e di cura per tutta la famiglia.
“Il tutto è iniziato con il servizio all’altare, quando ero piccolo, e nell’ammirazione verso i sacerdoti della parrocchia, don Franco Angelini soprattutto e figure come don Romano Carrieri (che da noi festeggiò il sessantesimo di sacerdozio) fino all’attuale parroco don Piero Lodeserto – racconta –. Molto ha inciso anche l’aver accompagnato per diversi anni i ministranti agli incontri al seminario diocesano, contenti alla fine per tale esperienza. Tutto ciò poneva degli interrogativi in me, che però non riuscivo a individuare e a darne risposta”.
Nel frattempo, gli impegni scolastici al liceo classico ‘Tito Livio’ di Martina Franca. “Sono stati anni in cui ho avuto la convinzione di poter bastare a me stesso, essendo assiduo agli studi, con buoni risultati –dice – Ma tutto ciò non era sufficiente a farmi sentire tranquillo. Dio usava quella inquietudine per lavorare in me e farmi prendere consapevolezza della mia vocazione. Cominciai a scorgere possibili risposte attraverso le parole del libro del profeta Geremia, in particolare riguardanti la sua vocazione (1, 4-10) in cui Dio manifestava la sua chiamata a un ragazzo che si sentiva inadeguato, rassicurandolo. Questo, ancor di più con le parole del Salmo 40, in cui Dio dichiara di donare tutto, senza chiedere null’altro in cambio, se non un cuore aperto all’amore”.
Al termine degli studi, la decisione di frequentare l’anno propedeutico, di cui la famiglia fu informata alquanto tardivamente. “Accadde durante gli esami di maturità, quando alla fine dell’interrogazione comunicai alla commissione che avrei iniziato il cammino sacerdotale. Ma quando parlavo non mi ero accorto che fra i banchi c’erano mia madre e mio padre, perplessi per le mie parole e per non averlo saputo prima e che mi perdonarono ugualmente” – racconta divertito.
Grande entusiasmo e impegno Antonello profuse nella frequenza del pontificio seminario regionale “Pio XI” di Molfetta, con qualche difficoltà al quarto anno quando avvertì la grande responsabilità del ministero presbiterale e della cura della propria umanità. “Tutto ciò fu superato dalla consapevolezza che Dio risponde sempre alle nostre richieste di aiuto, nei suoi tempi e nei suoi modi, che non sempre corrispondono alle nostre aspettative – dice – Preziosa in questo fu la guida del mio padre spirituale, don Alessandro Rocchetti, nonché i consigli e le rassicurazioni del mio parroco don Piero Lodeserto e di don Vito Fasano, don Francesco Maranò e dei formatori del seminario”.
E ora, la tappa finale dell’ordinazione sacerdotale che così don Antonello commenta: “La dedico fortemente a nonna Vita, che sta pregando per me, alla mia comunità parrocchiale di origine, quella di San Domenico, all’arcivescovo mons. Miniero e al parroco della basilica cattedrale mons. Emanuele Ferro, sotto la cui guida sto imparato soprattutto ad accorgermi del bene, che qui in città vecchia è presente ed è dono di Dio, e del cuore grande che caratterizza le persone che sto conoscendo”.
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