Rigenerazione cittadina

Tracce e il comitato per il museo delle scienze di Taranto alla Giornata di studi dell’Inu

Due realtà di cittadinanza attiva tarantina alla prestigiosa Giornata internazionale di studi dell’Istituto nazionale di urbanistica, a Napoli

05 Dic 2025

Transizioni mirate, transizioni deviate”: questo il tema della XIV Giornata internazionale di studio dell’Inu (Istituto nazionale di urbanistica), che si terrà venerdì 12 dicembre nel dipartimento di architettura dell’università Federico II di Napoli.

Uno degli appuntamenti più rilevanti in Italia su ‘pianificazione urbanistica, territorio e trasformazioni urbane’ vedrà la partecipazione di sei realtà tarantine, due delle quali ‘dal basso’, ossia pensate progettate e articolate da cittadini attivi.

Una presenza tutt’altro che marginale quella della città di Taranto che è emblema della motivazione dell’evento campano: “la consapevolezza che la transizione ecologica non stia procedendo in modo lineare, tra pressioni politiche, costi sociali non equamente distribuiti e casi come quello di Milano, la comunità scientifica è chiamata a interrogarsi su cosa significhi davvero accompagnare i territori in un cambiamento giusto, efficace e democratico”.

I due progetti della cittadinanza attiva che saranno presentati ad accademici, ricercatori, amministratori e professionisti da tutta Italia sono “TRACCE: integrare i servizi ecosistemici nella pianificazione bioculturale e rigenerativa di Taranto” e “Dal bisogno sociale alla rigenerazione urbana: la proposta di un Museo delle scienze nel 65° deposito A.M. di Taranto”.

Tracce (Taranto rigenerata attraverso cultura comunità ed ecologia) presenta un metodo per integrare i servizi ecosistemici nei processi di pianificazione urbana e territoriale di Taranto, con l’obiettivo di rendere la rigenerazione della città più realistica, misurabile e coerente con le sue caratteristiche ambientali, sociali e culturali.

     

L’approccio adottato è quello bioculturale, che considera insieme due dimensioni spesso trattate separatamente: la componente ecologica e la componente culturale e sociale.

Il progetto per la realizzazione del Museo delle scienze all’ex 65° deposito dell’A.M. sul Mar piccolo di Taranto nasce da un percorso di community planning promosso da cittadini, professionisti e associazioni: trova le sue radici da una petizione lanciata sul web e dal desiderio condiviso di dotare la città di un presidio educativo, scientifico e culturale. Parte dall’idea che una visione partecipata sia la vera chiave per rigenerare il territorio, valorizzare la memoria collettiva e promuovere un futuro sostenibile per le nuove generazioni.

   

«Per me essere presente alla Giornata internazionale di studio dell’Inu – sostiene Gladys Spiliopoulos, economista ambientale e referente del coordinamento scientifico-economico e progettazione ecosistemica di Tracce – non è una semplice partecipazione scientifica. È portare dentro un luogo autorevole tutte le voci che ho incontrato in questi anni nelle strade, nelle assemblee, tra le famiglie che convivono ogni giorno con gli effetti di decisioni calate dall’alto. È il modo più onesto che conosco per dire che Taranto non è un problema da gestire, ma un patrimonio vivo da comprendere, rispettare e rigenerare.
Presentare Tracce all’Inu significa affermare che anche dai territori più feriti può nascere una visione solida, fondata sui dati e sulla responsabilità.
Tracce è la nostra voce, un atto di rivoluzione per la nostra terra – come direbbe Diodato -, costruito con studio, metodo e un amore ostinato per questa meravigliosa città.

Con Giada e Giuseppe – miei compagni di viaggio – ci siamo conosciuti nelle piazze, in un’estate in cui Taranto attendeva decisioni cruciali prese lontano. Non ci eravamo mai incontrati prima, ma è bastato tratteggiare questo progetto, perché riconoscessimo lo stesso bisogno di verità, di rigore e di cambiamento. Prim’ancora di leggerlo, ne hanno colto subito il senso profondo: la volontà di generare possibilità reali e bellezza.
Da quel momento abbiamo lavorato insieme, costruendo network con tante realtà nazionali ed europee che hanno vissuto in modo vincente la deindustrializzazione (Ruhr, Bilbao). Essere stati invitati a Napoli significa restituire dignità a questo impegno e trasformarlo in una forza propulsiva. Il nostro impegno quotidiano si nutre della convinzione che il cambiamento non vada atteso, ma va costruito, perché amiamo la nostra terra sopra ogni cosa!»

   

“Crediamo fermamente – ci dice Noemi La Sorsa, portavoce del comitato promotore per la realizzazione del Museo delle scienze di Taranto – che una visione partecipata sia la vera chiave per rigenerare il territorio, valorizzare la memoria collettiva e promuovere un futuro sostenibile per le nuove generazioni. Per questo, il nostro intervento alla Giornata di studio dell’Inu si pone come momento di confronto, proposta e attivazione sociale: speriamo di incontrare altri soggetti interessati per condividere esperienze e aprire nuovi spazi di collaborazione.

Vogliamo che questa vetrina faccia conoscere ancora meglio questo progetto a cittadini, istituzioni, associazioni, professionisti affinché chiunque lo condivida incominci a seguirci unendosi a noi in questo percorso: insieme possiamo trasformare un’ex area militare in un luogo di conoscenza, partecipazione e speranza per Taranto, perché è necessario educare al bisogno di cultura e ricerca. Soltanto così cresceremo una generazione migliore della nostra”.

 

 

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