Domenica 28 a Mercato nuovo, la presentazione di ‘Tracce’, progetto di comunità dal basso
“Piccole azioni, grande impatto. E anche questa volta, insieme”: è uno slogan detto senza urlare, ma con la forza e la determinazione di chi ha alle proprie spalle esperienza, formazione di alto profilo e la convinzione che i traguardi una comunità li raggiunge lavorando di squadra.
Per raccogliere consenso ed energie buone attorno al progetto Tracce, domenica 28 dicembre, a partire dalle ore 17:30, a Mercato nuovo (Porta Napoli) sarà aperto alla città un incontro per raccontarlo come percorso condiviso, fondato su cultura, comunità ed ecologia, e per cominciare davvero – non a parole – a costruire una visione nuova per Taranto.
Accanto al team che ha pensato e ora anima il progetto, ci saranno ospiti che hanno scelto di sostenere questo lavoro e di dialogare con la comunità tarantina: Stefan Berger, docente dell’università di Bochum, tra i massimi studiosi europei dei movimenti sociali e dell’eredità industriale;
Asier Abaunza, assessore all’urbanistica della città di Bilbao, protagonista di uno dei processi di rigenerazione più studiati in Europa,
e Patrizia Messina, professoressa dell’Università di Padova, esperta di politiche territoriali e sviluppo locale sostenibile.
I preziosi interventi saranno, per ovvie ragioni legate al periodo natalizio, da remoto, ma tutti hanno espresso il desiderio di incontrare una comunità che non si dà per vinta e che vuole tracciare autonomamente il proprio sentiero futuro.
Sempre in video-conferenza, saranno ospitati gli interventi di amici di Taranto e del progetto Tracce che seguono da sempre questo percorso virtuoso, dal basso, della comunità tarantina.
Una serata pensata per chi vuole capire, partecipare, lasciarsi coinvolgere e soprattutto sentirsi parte di un percorso comune.
Questo progetto di comunità è stato recentemente ospitato alla XIV Giornata internazionale di studio dell’Istituto nazionale di urbanistica – Inu a Napoli: a portare nella città partenopea la voce di Taranto sono state Gladys Spiliopoulos e Giada Marossi che ha così racchiuso una giornata di grande impatto emotivo e di riconoscimento scientifico:
“Partecipare alla XIV Giornata internazionale di studio dell’Inu – Istituto nazionale di urbanistica, svoltasi quest’anno a Napoli alla facoltà di Architettura dell’Università Federico II, ha rappresentato per il team di Tracce molto più di un’occasione di visibilità: è stato un momento di ascolto, confronto e riconoscimento di altissimo livello scientifico e umano.
In un’unica giornata, articolata in dodici tavole rotonde e diverse sessioni speciali, il dibattito nazionale e internazionale si è confrontato sui temi della rigenerazione urbana, della transizione ecologica e delle nuove forme di governance sperimentale, superando un approccio meramente tecnico per interrogare processi, responsabilità e ruolo delle comunità nei percorsi di trasformazione dei territori.
Tracce. è stato presentato all’interno della sessione «L’approccio ecosistemico alla pianificazione spaziale», portando un’esperienza concreta di azione civica strutturata, capace di dialogare con il mondo accademico su basi scientifiche solide. La proposta si fonda sull’integrazione dei servizi ecosistemici nella pianificazione bioculturale e rigenerativa della città di Taranto, come strumento per orientare scelte territoriali sostenibili, inclusive e verificabili.
Uno dei temi più ricorrenti emersi durante la giornata è stato il valore delle pratiche grassroots e dei percorsi bottom-up come motori di innovazione reale. In questo contesto, il lavoro di Tracce è stato accolto non solo con interesse, ma riconosciuto come caso esemplare: un framework metodologico credibile, maturo e scientificamente fondato, nato dal basso e orientato alla costruzione di soluzioni operative.
Il riconoscimento è arrivato in modo trasversale: dal coordinatore della sessione, il professor Corrado Zoppi, fino a professioniste come Claudia De Luca, esperta di innovazione rurale e urbana, che hanno sottolineato l’originalità dell’approccio e la sua capacità di tenere insieme le dimensioni ambientale, sociale e di governance.
Particolarmente significativa è stata la sorpresa nel constatare come un lavoro così articolato non nasca da un grande progetto istituzionale o finanziato, ma da un’azione civica avviata in tempi molto brevi. Il gruppo di lavoro si è formato infatti solo nell’estate 2025, rispondendo a un bisogno chiaro: non lottare contro qualcosa, ma con qualcuno – la comunità – e per qualcosa – la città di Taranto.
Tra gli strumenti presentati da Gladys Spiliopoulos, economista ambientale e referente del progetto, il Taranto ESG Watch è stato riconosciuto come un dispositivo innovativo e, di fatto, unico nel panorama italiano: non solo un sistema di monitoraggio, ma una vera e propria infrastruttura civica, capace di rendere trasparenti e verificabili le dimensioni ambientale, sociale e di governance dei processi territoriali.
Durante il confronto, Gladys ha ripercorso il percorso che ha portato alla nascita di Tracce: dagli studi in economia per l’ambiente e la sostenibilità, alla ricerca sui servizi ecosistemici, fino alla scelta di tradurre il sapere scientifico in strumenti concreti per un territorio complesso come Taranto. Un passaggio fondamentale per chiarire come Tracce non sia improvvisazione, ma il risultato di studio, metodo e impegno civico.
Le linee guida proposte mirano a rigenerare Taranto attraverso i servizi ecosistemici, evitando fratture tra sviluppo e tutela e preservando un approccio bioculturale capace di valorizzare ambiente, patrimonio e comunità”.
All’interno del team Tracce, Giada Marossi, architetta specializzata in sostenibilità e reversible design, ha curato l’impianto spaziale e progettuale dei case study, integrando strumenti come le mappe di calore e di freschezza urbana e sviluppando strategie di intervento sulle aree critiche della città. Con una solida esperienza come direttrice dei lavori in grandi progetti internazionali, Marossi contribuisce alla lettura del patrimonio immobiliare pubblico come leva di rigenerazione sostenibile e adattiva.
Giuseppe Barbalinardo, archeologo e specializzando all’Università del Salento, ha approfondito la dimensione storica e archeologica, contribuendo a una lettura integrata del territorio come paesaggio bioculturale, in cui stratificazioni storiche e dinamiche contemporanee dialogano come risorsa progettuale.
Il team si è inoltre arricchito di competenze trasversali fondamentali: Matteo Falcone, graphic designer e fotografo, che cura i processi di ricerca visiva, progettazione e comunicazione dei dati; Walter Giacovelli, pioniere dell’innovazione sociale in Italia, che accompagna il progetto con una riflessione metodologica sui processi complessi e sulla costruzione di ecosistemi collaborativi; Niccolò Giambruno, ricercatore dell’Università di Padova

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