Politica italiana

Mattarella ha sciolto le Camere: si vota il 25 settembre

Lo scioglimento dei due rami del Parlamento era ‘inevitabile’ per la situazione politico-parlamentare che si è determinata

foto di Paolo Giandotti - Ufficio Stampa per la stampa e la comunicazione della presidenza della Repubblica
21 Lug 2022

di Stefano De Martis

Si vota il 25 settembre, dunque. Lo scioglimento delle Camere era “inevitabile” per la situazione politico-parlamentare che si è determinata, ma il governo, sia pur con le limitazioni istituzionalmente previste in questi casi, può e deve provvedere comunque ad alcuni interventi urgenti e indispensabili. Per questo occorre che “pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica nella campagna elettorale, vi sia da parte di tutti un contributo costruttivo nell’interesse superiore dell’Italia”.

È questo il messaggio esigente del capo dello Stato al termine di una giornata che aveva visto al mattino la conferma delle dimissioni da parte di Mario Draghi, dopo i fatti del Senato, e nel pomeriggio l’incontro con i presidenti dei due rami del Parlamento come richiede l’art.88 della Costituzione nell’eventualità della fine anticipata della legislatura.

In una dichiarazione resa dopo la firma del decreto di scioglimento, controfirmato dallo stesso Draghi (in carica per gli “affari correnti”), il presidente della Repubblica ha ripercorso i passaggi principali della crisi e ha spiegato le ragioni della decisione che è stato costretto ad assumere. “Lo scioglimento anticipato del Parlamento – ha affermato Sergio Mattarella – è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se, come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese. Ma la situazione politica che si è determinata ha condotto a questa decisione. La discussione, il voto e le modalità con cui questo voto è stato espresso ieri al Senato hanno reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare al governo e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza. Questa condizione ha reso inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere”. “Il governo ha presentato le dimissioni – ha aggiunto il capo dello Stato – e nel prenderne atto ho ringraziato il presidente del Consiglio Mario Draghi e i ministri per l’impegno profuso in questi diciotto mesi”.

A questo punto Mattarella ha introdotto il tema accennato in apertura. Anche in caso di scioglimento delle Camere, ha ricordato il presidente della Repubblica, il governo “dispone comunque di strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e su quelle che si presenteranno” fino all’insediamento del nuovo governo determinato dal voto degli elettori.

“Ho il dovere di sottolineare – ecco lo snodo cruciale del ragionamento del capo dello Stato – che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione che, causata soprattutto dal costo dell’energia e dei prodotti alimentari, comporta pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese. Interventi indispensabili, dunque, per fare fronte alle difficoltà economiche e alle loro ricadute sociali, soprattutto per quanto riguarda i nostri concittadini in condizioni più deboli. Indispensabili per contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese. Indispensabili per la sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale”. Il presidente della Repubblica ha indicato poi altre due questioni fondamentali: l’“attuazione nei tempi concordati del Piano nazionale di ripresa e resilienza, cui sono condizionati i necessari e consistenti fondi europei di sostegno” e “il dovere di proseguire nell’azione di contrasto alla pandemia, che si manifesta tuttora pericolosamente diffusa”.
In serata si è riunito il Consiglio dei ministri ed è stata fissata la data delle elezioni che secondo la Costituzione devono svolgersi entro settanta giorni dallo scioglimento delle Camere. “Ci sarà ancora tempo per i saluti, ora rimettiamoci al lavoro”, ha detto Draghi ai ministri ringraziandoli per “la dedizione, la generosità e il pragmatismo” dimostrati in questi mesi. “Dobbiamo essere molto orgogliosi” di quanto abbiamo fatto “al servizio dei cittadini”, ha tenuto a sottolineare.

 

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