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L’addio a Franco Panizza: quando sognare era doveroso

02 Ago 2022

di Paolo Arrivo

Il suo nome è legato al Taranto della stagione 1977-78. Quando c’era Erasmo Iacovone, il presidente Fico, lo stadio gremito ogni domenica. Quando, prima della disgrazia che ha segnato per sempre la comunità e la storia del calcio ionico (la morte di Iaco nella notte tra il 5 e il 6 febbraio ’78), il sogno della serie A era concreto. Franco Panizza, omonimo del politico già senatore della Repubblica, era in quella rosa. Come centrocampista. Ci ha lasciato nei giorni scorsi, facendoci ripiombare in quegli anni, con sentimenti di nostalgia e disillusione. Con il Taranto giocò 71 partite realizzando 6 goal. Oltre a quella stagione, fu protagonista nella successiva. Sebbene i rossoblu non riuscirono a varcare la soglia del paradiso con la promozione. Se avesse continuato a giocare con Iacovone, magari staremmo a ricordare un’altra storia, più gloriosa. Tuttavia il calciatore non è finito nel dimenticatoio. Ha trovato collocazione nel cuore del tifoso. Dagli anni in cui la cadetteria stava stretta a quelli in cui la stessa categoria è stata irraggiungibile come meta, transitano i sogni, le speranze, le ambizioni di una generazione intenzionata ora a riprendere possesso del territorio. A farlo rinascere anche attraverso lo sport. Non più per mezzo del pallone, ma con le discipline che venivano definite sport minori.

LE TAPPE DELLA CARRIERA. Nato in Lombardia, a Marmirolo, il 27 luglio 1948 (se n’è andato lo scorso 28 luglio, ironia della sorte), Franco Panizza è cresciuto calcisticamente nel Mantova. Passato in prestito nell’Anconitana, poi al Varese con cui centrò la promozione nella massima serie nella stagione 1969-70. Segnò due goal. Una rete decisiva rese possibile la storica vittoria del Mantova sul Milan, il 5 dicembre ’71, a San Siro! Un’impresa capace di lasciare il segno, com’è ovvio che sia. Tanto che, da allora, fu definito “l’eroe di San Siro”. Passò alla Ternana in serie B. Poi al Catania, quindi al Taranto per due stagioni, prima di fare ritorno al Mantova, dove concluse la carriera. Complessivamente ha collezionato 49 presenze e 4 reti in serie A. Dove si è fatto apprezzare per le sue doti: centrocampista con licenza di offendere, negli anni ha arretrato il proprio raggio d’azione. In serie B ha collezionato 236 presenze e 16 reti.

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