Hic et Nunc

Si celebra il 12 maggio la Giornata internazionale degli infermieri

12 Mag 2022

Gli infermieri assistono ogni anno 400mila neonati, 3mila in terapia intensiva.
Pisano (Sin Inf), “i più bassi tassi di mortalità al mondo”

 

Da sempre risorse insostituibili per l’assistenza dei piccoli ricoverati e dei loro genitori, che ogni giorno operano all’interno di una rete di 420 neonatologie e 118 Terapie intensive neonatali in Italia: sono gli infermieri delle neonatologie.
La Società italiana di neonatologia infermieristica (Sin Inf), insieme alla Società italiana di neonatologia (Sin), in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere, che si celebra il 12 maggio, sottolinea il ruolo centrale di questa figura, che ha il compito di garantire adeguati standard assistenziali e cure appropriate durante tutto il percorso nascita all’interno di un team multidisciplinare ed ancor più in questo lungo periodo di restrizioni.
“In tutte le nostre regioni l’impatto del virus e di due anni ininterrotti di emergenza è stato fortissimo. Anche i contesti neonatali sono stati pesantemente coinvolti. Ciononostante vi è stato uno sforzo davvero straordinario e continuo dei teams delle neonatologie per dare modo a tutte le madri ricoverate di stare accanto al proprio neonato, allattarlo e accudirlo”, afferma il presidente Sin Inf Denis Pisano.
Per la Sin Inf che assiste circa 400mila neonati l’anno, si tratta tuttavia di “un numero in preoccupante diminuzione se si considera che le nascite, oggi, rappresentano quasi il 30% in meno di un decennio fa. Invertire questa tendenza è una priorità che vede coinvolte tutte le società scientifiche dell’area perinatale, alla ricerca di interventi che, inevitabilmente, coinvolgono non solo le politiche della salute, ma anche quelle sociali e della famiglia”. “Anche noi neonatologi siamo, da anni oramai, impegnati sul problema del calo delle nascite”, aggiunge Luigi Orfeo, presidente della Sin. “Da sempre in prima linea per aiutare le giovani coppie, ce la stiamo mettendo tutta, cercando di potenziare e migliorare l’assistenza neonatale e perinatale e mettendo in atto iniziative dedicate al tema”.
Ogni giorno gli infermieri delle neonatologie italiane sono impegnati ad assicurare le migliori chances di sopravvivenza e benessere ai circa 30 mila neonati che, ogni anno, vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale. Tra questi, circa 3000, ovvero lo 0,7% sul totale dei nati, presentano un peso alla nascita inferiore ai 1500 grammi: una vera sfida per tutte le equipe di neonatologia.
“Mi piace ricordare che l’Italia è tra i paesi dell’Unione europea, e nel mondo, con i più bassi tassi di mortalità neonatale. Questo deve essere letto anche come il risultato dell’alta formazione degli infermieri, non solo delle Tin ma, in generale, delle neonatologie italiane”, conclude  Pisano.

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Hic et Nunc

Colombia: ucciso il procuratore antimafia del Paraguay Pecci Albertini. La condanna dei vescovi

12 Mag 2022

 

Suscita forte impressione in Paraguay, in Colombia e in tutta l’America Latina l’uccisione, avvenuta martedì, del magistrato paraguaiano Marcelo Daniel Pecci Albertini. Il magistrato, di origini italiane, procuratore antimafia del Paraguay, specializzato nella lotta alle mafie e al narcotraffico, è stato assassinato in Colombia da killer sbarcati su una moto d’acqua sulla spiaggia dell’isola caraibica di Barú, nei pressi di Cartagena, dove stava trascorrendo la sua luna di miele.
Pecci, 45 anni, aveva sposato la giornalista investigativa Claudia Aguilera, il 30 aprile scorso nella città di Cartagena. “Sì, è morto”, ha confermato la moglie, che aspetta un figlio, in una breve intervista a una radio colombiana. L’omicidio è avvenuto sulla spiaggia privata del Decameron hotel di Barú.
Tra i primi organismi a esprimere il proprio cordoglio e la forte condanna per l’accaduto la Conferenza episcopale del Paraguay. “Questo luttuoso fatto – si legge nella nota – non dev’essere considerato un caso isolato, è una ferita di morte nel cuore di tutti noi paraguagi, che cerchiamo di vivere una vita sicura, felice, nella giustizia e pace sociale”. Aggiungono i vescovi, che chiedono sollecite indagini per risalire ai responsabili: “Il nostro Paese ha bisogno di uomini e donne coraggiosi, patriottici e con un alto senso di giustizia, come il procuratore Pecci, motivo per cui esortiamo le autorità a fare tesoro della sua eredità per combattere con maggiore coraggio e intelligenza la mafia imperante nel Paese”.
Conferme sugli scenari inquietanti nei quali è maturato l’omicidio arrivano sia dalla Colombia sia dal Paraguay. Da Bogotá Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, dove vive dal 2001, commenta: “Seguo direttamente il contesto paraguagio dal 2008, collaborando con Mercedes Canese, viceministra dell’Energia nel Governo di Fernando Lugo (2008-2012) e ora presidente del partito Frente Guasu. L’attentato del procuratore antimafia Marcelo Pecci in Cartagena – una sorta di Gratteri del Paraguay che conduceva inchieste sul narcotraffico latinoamericano – dimostra che le sue indagini giudiziarie che hanno colpito le potenti mafie della Triple Frontera, tra cui Comando Vermelho (Brasil), nell’alleanza strategica con ‘ndrangheta calabrese (cosa che lo stesso Pecci aveva denunciato nel dicembre 2021), mettono in pericolo, danno fastidio alla narcopolitica latinoamericana”.
Dal Paraguay, l’ex viceministra Mercedes Canese spiega al Sir: “”Non conoscevo direttamente il procuratore Marcelo Pecci, ma era molto noto per le sue indagini. La ‘politica della droga’ è molto forte in Paraguay. E il suo omicidio sembra un messaggio”. Per l’ex presidente Fernando Lugo, attuale senatore, “in tutti i dipartimenti ci sono focolai di diffusione del narcotraffico”.

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Otium

Al via in città vecchia la terza edizione di Rooftops EP 03

12 Mag 2022

Artisti nazionali ed internazionali sui tetti della città vecchia. Parte venerdì 13 maggio. Arrivano i Musarc Choir, Mara Oscar Cassiani, Invernomuto e Juan Sandoval. Le performance sul tetto dell’Istituto comprensivo Galilei, utilizzato per la prima volta

 

Era il 12 maggio del 1975. Il crollo di vico Reale sanciva il progressivo abbandono e spopolamento della città vecchia. Taranto provava a costruirsi una nuova identità lontano da vicoli e postierle, rinnegando se stessa, la sua identità, le sue radici. Quarantasette anni dopo è in atto un processo inverso di riqualificazione e riappropriazione di spazi comuni inusuali, di costruzione di comunità, di incontro. In questo solco si inserisce l’operato dell’associazione Post Disaster. L’hanno pensata due architetti, Gabriele Leo e Grazia Mappa e due designer Peppe Frisino e Gabriella Mastrangelo in una serata d’estate del 2018, sul tetto di Palazzo Gennarini. Da quel giorno tante cose sono state fatte. Due festival ricchi di dibattiti, installazioni, produzioni culturali sempre e rigorosamente sui tetti della Città vecchia, intesi come spazi pubblici temporanei, laboratori a cielo aperto, novelle piazze in altezza. L’obiettivo finale? Costruire un immaginario alternativo di città, capace di andare oltre il dramma ambientale e occupazionale causato dall’industria. “Post Disaster”, appunto, cioè provare ad interpretare il disastro come una condizione di partenza verso una deriva felice.

Un’idea tanto apprezzata nelle passate stagioni, o passati episodi, come amano definire le singole edizioni i creativi di “Post Disaster”, da aver sancito per “Rooftops EP 03- Bodies as Infrastructures” incentrato sulla relazione tra territori, economie, comunità e corpi, il sostegno del Mibact. Il progetto è infatti vincitore del premio Creative Living Lab -III edizione”, promosso dalla direzione generale “Creatività Contemporanea” del Ministero della Cultura. Solo 37 i progetti multidisciplinari di innovazione sociale risultati vincitori, su oltre 1500 candidature. Un traguardo che si unisce al sostegno della Fondazione Pistoletto onlus di Biella, ai premi “I-Portunus Houses”, programma europeo di mobilità per pratiche creative e al “Fondo speciale cultura e patrimonio culturale” della Regione Puglia. Post Disaster Rooftops nel 2021 è stato inoltre inserito dal magazine Architectural Digest Italia tra i 100 “Game Changers”: le pratiche che nel 2020 hanno cambiato il mondo del progetto e il modo di raccontarlo.

Questa edizione del festival di design e arti “Rooftops EP 03” si svolgerà per intero sul tetto di uno spazio pubblico inutilizzato, il tetto della palestra dell’Istituto Comprensivo Galileo Galilei, in vico Carducci. “Una scelta non casuale – spiega il collettivo “Post Disaster” – ma che mira ad aprire il dibattito sulla riqualificazione di uno spazio pensato originariamente come piazza sopraelevata ma mai utilizzato. È anche un modo guardare la città da una prospettiva diversa, al tramonto sulla rada di mar Grande”. Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito, prenotando su Eventbrite. Radio Cittadella è radio ufficiale dell’intero festival.

I NOMI NAZIONALI E INTERNAZIONALI

Il nome più illustre che arriverà in Città vecchia nelle prossime settimane grazie a “Rooftops EP 03”, è quello del collettivo corale MUSARC CHOIR, fondato nel 2008 da Joseph Kohlmaier e Cathy Heller Jones, con sede alla Cass Faculty of Art, Architecture and Design, London Metropolitan University. Musica per questo collettivo fa rima con forma sociale nel contesto dell’architettura e della città. I loro sono lavori sperimentali e multidisciplinari tra arte, perfomance, musica ed educazione.

Nome di fama nazionale è quello di Mara Oscar Cassiani, artista che lavora tra coreografie e nuovi linguaggi digitali, nel 2019 insignita del Digital Award del Roma Europa Festival per la performance SPIRITXROMA. Altro nome di livello è quello del duo artistico Invernomuto, i cui lavori sono stati presentati negli scorsi anni alla 58. Biennale Arte 2019 di Venezia. Gli Invernomuto hanno partecipato anche a Manifesta 12 Palermo.

I primi due appuntamenti

Si parte fortissimo, con un’installazione sonora fuori dai canoni ordinari: venerdì 13 maggio alle 19.00 la performance di “Canti magnetici”, intitolata “Gran Madre di Dio”. Il collettivo ed etichetta discografica fondata nel 2015 da Donato Epiro, Gaspare Sammartano e Andrea Penso, porterà sul tetto della palestra della Galilei un esemble di giradischi impegnato nell’interpretazione simultanea di una serie di diversi testi poetici. Una Cattedrale di sillabe, dove solo una tantum, si carpiranno significati, parole note o si scopriranno parole nuove. Una performance sonora interattiva, in cui il pubblico potrà interagire donando la sua voce, così da contribuire all’innalzamento di una cattedrale sonora che sia omaggio alle due Cattedrali di Taranto, quella del celebre Gio Ponti e quella più antica di Puglia dedicata a san Cataldo.

Sabato 14 maggio, sempre alle 19.00, il primo nome internazionale. Arriva Juan Sandoval, capace di lavorare e produrre con materie prime semplici, come argilla, pigmento, terra, fango, oggetti che fungono da strumenti di apprendimento collettivo per la comunità con cui va ad operare. La sua performance si chiama “Fare l’immateriale” e al centro ha il tema del fuoco, forza generatrice e al contempo distruttiva centrale nella città degli altiforni.  La performance consisterà nella cottura di manufatti di argilla, creati in un laboratorio svolto con gli abitanti di Città vecchia, all’interno di un forno temporaneo installato sul tetto. Seguirà un altro rito collettivo e apotropaico, con le letture notturne sul tema del fuoco, proprio intorno al forno provvisorio.

L’intera edizione, che termina a metà giugno, gode del patrocinio del Comune di Taranto, dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Giovanni Paisiello, e vede la partecipazione in partenariato dell’Ets Symbolum e dell’Aps Zero al Cubo.

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Sport

Sicurezza, salute e sostenibilità: il ritorno di Bicincittà

11 Mag 2022

di Paolo Arrivo

Per una volta l’agonismo può essere messo da parte. C’è una iniziativa infatti che si rinnova, dopo un’assenza lunga due anni, causa pandemia, chiamando a raccolta tutti gli appassionati delle due ruote: Bicincittà. L’evento si terrà anche a Taranto nella mattinata di domenica prossima, 15 maggio. Sarà una festa dello sport, una passeggiata non agonistica legata in primis al tema della sostenibilità. La macchina organizzativa è affidata alla associazione “Mtb Taranto bikers”. Che per il sesto anno ha accolto questa iniziativa riempiendone ulteriormente i contenuti: con il coinvolgimento del dottor Giovanni Boero, coordinatore Lice di Puglia e Basilicata, anche la conoscenza dell’epilessia verrà affrontata. I dettagli della manifestazione verranno svelati in conferenza stampa – sabato mattina alla galleria Porte dello Jonio di Taranto. Antenna Sud e “Lo Jonio” del gruppo editoriale Distante sono media partner.

BICINCITTÀ 2022. L’iniziativa, giunta alla 35esima edizione quest’anno, coinvolge oltre 110 città italiane. Il tema dominante è quello della sicurezza stradale. Si tratta di una questione irrisolta colossale. Ne abbiamo parlato, poco tempo fa, nell’intervista rilasciata a ND dal vicecampione del mondo di ciclismo paralimpico, il manduriano Leonardo Melle. Bicincittà fa la sua parte nella campagna di sensibilizzazione volta alla richiesta di maggior vivibilità: la cura passa dalla realizzazione di piste ciclabili e dalla promozione della bicicletta come mezzo di trasporto. Scelta quest’ultima che deve trovare nella prevenzione un prezioso alleato. Non si può infatti incoraggiare la pedalata su strade poco sicure, a causa degli automobilisti indisciplinati. Il ministero dell’Ambiente promuove la Giornata nazionale della bicicletta, della quale fa parte la stessa Bicincittà, per amplificare la voce della campagna Salvaciclisti. Un grido rimasto inascoltato, entro e oltre i confini dell’Italia: sono passati dieci anni dall’iniziativa lanciata dal quotidiano britannico Times.

 

foto ultima edizione di Bicincittà (per gentile concessione di Giuseppe Barone – Mtb Taranto bikers)

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Otium

Si conclude giovedì in biblioteca il progetto Sulle orme di Alda Merini, curato da Trevisani

11 Mag 2022

Si avvia a conclusione il progetto culturale: “Sulle orme di Alda Merini”, promosso e avviato nel maggio 2021 dal Comune di Taranto, su proposta di Carmen Galluzzo Motolese, e curato dal giornalista e scrittore Silvano Trevisani. Giovedì 12 maggio alle ore 18, negli spazi della Biblioteca civica “Acclavio” si svolgerà il quarto e ultimo incontro, con la presentazione del libro “Taranto città della poesia” di Silvano Trevisani (Edizioni Macabor).

Introdurrà Carmen Galluzzo Motolese, presidente Club per l’Unesco di Taranto e Associazione Culturale “Marco Motolese”, che ha collaborato al progetto inserendolo nella celebrazione della Giornata mondiale della poesia Unesco 2021/2022.

Dialogheranno con l’autore: Giuseppe Goffredo, poeta e direttore di “Poiesis” e Bonifacio Vincenzi, poeta ed editore. Gli attori Imma Naio e Antonello Conte declameranno alcune poesie.

Il Novecento nella nostra città, ci racconta nel suo libro Trevisani, ha dato i natali a molti poeti o li ha accolti tra i suoi residenti, molti tra questi sono nella ribalta nazionale. Alcuni hanno ricevuto, a partire dal 1953, il Premio Viareggio. Vi è poi, chi ha vinto  un Oscar come sceneggiatore e altri sono stati autori universalmente noti e storicizzati. Parliamo di Cesare Giulio Viola, Michele Pierri, Raffaele Carrieri, Nerio Tebano, Giacinto Spagnoletti, Giosi Lippolis, Cosimo Fornaro, Alda Merini, Cosimo Ortesta, Giovanna Sicari. A loro l’autore ha  dedicato singoli saggi e piccole antologie. Come non ricordare Michele Perfetti, teorico della poesia visiva, che proprio a Taranto tenne la sua “prima” mondiale e una attenzione è data anche a Pasquale Pinto.

Nella seconda parte il Trevisani antologizza i poeti che, dal Novecento ad oggi, hanno fatto poesia in lingua italiana a Taranto con continuità: Augusto Cardile, Rosetta Baffi Silvestri, Piero Mandrillo, Pio Rasulo, Vittorio D’Amicis, Myriam Pierri, Sebastiano Causo, Tommaso Mario Giaracuni, Vincenzo Jacovino, Angelo Lippo, Tommaso Anzoino, Ettore Toscano, Aldo Perrone, Antonio Liuzzi, Giovanni Amodio, Dino De Mitri, José Minervini, Christian Tito, Paola Mancinelli, Mara Venuto. Si tratta in questo caso, di poeti che sono “rimasti” (quasi tutti) a Taranto e che forse anche per questo hanno faticato molto di più ad entrare nel circuito nazionale.

Sono 32 i profili che compongono il racconto poetico della città tra il XX secolo e i primi decenni del XXI, e che naturalmente si assommano a tutti i poeti del passato, entrati a pieno diritto nella storia di Taranto. Un racconto che merita, secondo l’autore, maggiore attenzione da parte dell’intera città, dell’intera Puglia e del mondo della cultura nazionale. Trevisani poi propone alle istituzioni la realizzazione del “Parco della poesia”, un luogo che possa essere memoria vivente dei grandi poeti tarantini e offrire nel suo percorso naturale occasione per rilanciare il valore della poesia come potere umanizzante oltre che espressione della poetica del nostro territorio.

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Hic et Nunc

Anche a Taranto la Giornata mondiale di sensibilizzazione della Fibromialgia

11 Mag 2022

Il Castello Aragonese illuminato di viola per due giorni, una raccolta fondi per i profughi ucraini e un convegno di studi con Antonella Celano, presidente nazionale Apmmar

 Il 12 maggio ricorre la Giornata mondiale della Fibromialgia e A Apmmar celebra tale ricorrenza anche a Taranto con una “due giorni” di attività di sensibilizzazione e informazione.

La sindrome fibromialgica è una patologia altamente invalidante, ma non ancora riconosciuta come tale dal Servizio sanitario nazionale nonostante in Italia ne siano affette circa 2 milioni di persone, in prevalenza donne.

Già nel maggio del 1992 invece l’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto la sindrome fibromialgica quale patologia invalidante, mentre il Parlamento europeo nel 2009 invitava gli Stati membri dell’Unione a riconoscere tale patologia e incoraggiava gli stessi a migliorare l’acceso alla diagnosi ed ai relativi trattamenti sanitari.

La tarantina Cinzia Assalve, coordinatrice nazionale del gruppo Fibromialgia di Apmmar, ha annunciato che «tra le attività organizzate a Taranto si segnala la raccolta fondi “Colora la tua vita con un fiore” attraverso la donazione di una piantina di colore viola presso un gazebo allestito, dalle ore 16,30 di giovedì 12 maggio, in piazza Immacolata; il ricavato sarà devoluto alle famiglie ucraine profughe accolte dalla nostra comunità, le vittime di questa emergenza umanitaria causata dall’invasione del loro paese».

Nella serata, grazie al patrocinio concesso dal Comando marittimo Sud Taranto della Marina Miliare nella persona dell’ammiraglio di Squadra Salvatore Vitiello, per due giorni la facciata del Castello Aragonese, lato Canale navigabile, sarà simbolicamente illuminata di viola per “fare luce” su questa patologia.

Nel pomeriggio del giorno seguente – alle ore 17.00 di venerdì 13 maggio – nella Galleria meridionale del Castello Aragonese si terrà il convegno “Chiamami col mio nome”, l’occasione per parlare di Fibromialgia dal punto di vista medico scientifico, approfondire l’aspetto nutrizionistico nelle persone affette da tale patologia e analizzare le opportunità olistiche e bioenergetiche per il loro benessere. Nell’occasione sarà anche presentato il libro “Fibromialgia: Storie di vite segnate” di Rita D’Onghia.

Infine si farà il punto della situazione circa il percorso legislativo di riconoscimento della Fibromialgia, con le ultime notizie di cronaca che risalgono al 20 ottobre del 2021, quando il ministro Speranza rispondendo a un questiontime ha dichiarato che “la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea e per l’appropriatezza del SSN è impegnata nell’esame e nella valutazione della richiesta di inserimento della Fibromialgia nei Lea”.

Al convegno di Taranto interverranno l’ammiraglio Salvatore Vitiello, comandante Comando marittimo Sud Marina Militare, Gregorio Colacicco, direttore generale Asl Taranto, Cosimo Nume, presidente dell’Ordine dei medici di Taranto, Giuseppe Stasolla, presidente del Comitato consultivo misto Asl Ta, Francesco Riondino, presidente Csv Taranto, e Antonella Celano, presidente Nazionale Apmmar.

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Ecclesia

San Cataldo 2022 – Il saluto alla città dell’arcivescovo Filippo Santoro dal balcone della chiesa del Carmine

11 Mag 2022

Amici, stimate autorità, fedeli tutti, facciamo la sosta della nostra bella processione per ricevere la benedizione apostolica ed immergerci nel dono dell’indulgenza plenaria che altro non è che il tesoro di Dio posto nelle mani della Chiesa perché possiamo avere un surplus di misericordia così che, carichi della fiducia del Padre, possiamo riprendere con vigore il nostro cammino, più capaci di compiere il bene.

Stiamo godendo in questi giorni ancora una volta della bellezza della nostra comunità ecclesiale e cittadina. Essere uniti, sentirci popolo, appartenenti al Signore ci ripaga di questi due anni di isolamento e di smarrimento.

Così numerosi e assiepati intorno al nostro santo patrono Cataldo, vorrei approfittare nel chiedervi con semplicità qualche istante di massimo silenzio perché in comunione con il nostro amato papa Francesco, ciascuno implori da Dio il dono della pace, pace sull’Ucraina, pace per il mondo intero.

Pace, Signore, chiediamo a te, per intercessione di San Cataldo. Abbiamo sperimentato tutto il disorientamento per il Covid e quanti cari abbiamo perso in questa pandemia! Ora ci hanno raggiunti immagini di guerra che pensavamo relegate nei racconti del passato. Eppure sono vere e documentate come quelle dell’ospedale oncologico pediatrico ucraino evacuato con quei bambini malati di cancro portati in salvo accompagnati dalle mamme. Come non rabbrividire vedendo le separazioni delle famiglie, i morti, i viaggi di tanta povera gente, specie anziani, verso luoghi sicuri? Tanti ucraini sono presenti nelle nostre comunità. Il male che accade nel mondo non può non riguardarci perché ci tocca da vicino, ci interpella e deve smuovere la nostra fede.

La festa che noi viviamo è la festa del popolo in cammino che rinnova lo sguardo del Redentore sul mondo. Infatti la maggior parte del suo tempo il Signore lo ha trascorso proprio nel camminare. I Sinottici ci descrivono un Cristo instancabile, che ha percorso a piedi la Galilea, la Samaria, la Giudea e le terre pagane limitrofe. Cristo camminava in mezzo a suoi annunciando che il Regno di Dio è vicino che bisogna convertirsi, guarendo ogni sorta di male, fisico e spirituale.

Lo sguardo del Signore è lo sguardo della compassione, di colui cioè che sente vibrare in sé ciò che patisce il cuore di ogni uomo e di fronte ad ogni affanno dell’uomo la sua risposta è sorprendente. Anche le situazioni più gravi innanzi a sé non sono mai percepite come catastrofiche, ma come messi abbondanti e biondeggianti, egli infatti sa che nel cuore dell’uomo possono annidarsi i sentimenti peggiori come anche sa di aver messo in noi il seme della grazia e della risurrezione. Di fronte al campo sterminato dell’umanità egli ci rivolge un invito. La messe è abbondante, ma gli operai sono pochi, pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe!

Ecco il primo invito: pregate il Padre!

La devozione ai santi si consolida con l’esperienza della loro potente intercessione, banalmente potremmo dire con la loro capacità di compiere miracoli. Ma il miracolo che il Signore ci suggerisce di chiedere innanzi al campo sterminato dei problemi, delle emergenze, delle possibilità è quello che nasce dalla preghiera. Una preghiera specifica: manda operai alla tua mietitura.

Noi siamo già il miracolo. Nel momento in cui le nostre coscienze vengono sollecitate da Dio a diventare autori di bene. Non so a quanto serva chiedere il dono della pace, ma so per certo quanto sia utile implorare da Dio la vocazione degli operatori di pace!

A San Cataldo chiedo il miracolo di suscitare nel nostro cuore il desiderio di essere promotori di vita, annunciatori di pace, operai della giustizia.

Così che anche per noi si compia il mistero della festa dei redenti ovvero le beatitudini, il ribaltamento dei valori del mondo secondo i valori di Dio.

Non viviamo tempi facili in questa città. Negarlo sarebbe una grave omissione. La crisi ambientale, lavorativa, sociale, le molteplici povertà, i morti sul lavoro. Adesso non solo i giovani emigrano ma anche famiglie che non riescono vedere qui il tempo sereno del pensionamento e devono assistere i loro figli e nipoti altrove. In questa circostanza verrebbe da dire: ci vorrebbe un miracolo! Ma non ci sono miracoli che accadono senza la volontà di rialzarsi, di convertirsi, di reagire. Siamo chiamati a superare una mentalità individualista e riscoprire la dignità di essere tutti protagonisti come popolo che è fatto da una pluralità di persone, ma tutte hanno l’obiettivo di non perdere le opportunità che in questo tempo sono offerte al nostro territorio.

A questa città vorrei rinnovare l’invito a non avere paura, a ciascuno l’esortazione di rimboccarsi le maniche nel proprio ambito, con coscienza, con amore disinteressato, con responsabilità. Vorrei dire ad ognuno: il cambiamento di Taranto comincia da te! Da te Dio si aspetta la collaborazione e offre il suo aiuto. Noi non finiremo mai di richiamare il Governo a non defilarsi da questa terra a cui tanto deve in termini di devastazione ambientale, ma nessun Governo che potrà mai supplire a quello che ciascuno deve compiere per cantierizzare un mondo migliore! San Cataldo ci aiuterà ma ciascuno faccia la sua parte.

Questo a partire dalle nostre comunità parrocchiali sollecitate nel cammino sinodale per riscoprire la vocazione di essere un unico corpo dove ogni parte non è superiore all’altra ma tutti serviamo a Cristo!

In questa benedizione vorrei raggiungere i nuovi e pronti operatori di pace, di giustizia sociale, di assetati della verità!

Il Signore Gesù, compia questo miracolo per intercessione di San Cataldo nostro patrono.

Viva San Cataldo! Viva la nostra terra

Filippo Santoro

 

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Otium

Mercoledì 11, a San Roberto Bellarmino, incontro con la poesia di Silvano Trevisani

10 Mag 2022

Mercoledì 11 maggio alle  18,30, nella parrocchia San Roberto Bellarmino (ingresso via San Roberto), incontro di poesia con la raccolta “Le parole finiranno, non l’amore” di Silvano Trevisani. Incontra l’autore don Antonio Rubino, vicario episcopale per la pastorale della cultura. La raccolta descrive un reale percorso di vita.
I versi, in un linguaggio calibrato, pensato e ripensato, puntiglioso e a volte anarchico, sono fatti di concetti che aderiscono alla realtà o viaggiano nel mito e nelle sue sopravvivenze con l’intento di ritrovare radici e confronti, di mutarsi in aforismi o ricercare una musicalità funzionale.
Ma i versi possono anche rimanere nell’intimità dell’autore che dialoga, senza parlare, nella stanza degli affetti, nei giorni dell’amore, o s’interroga sul divino.

Silvano Trevisani è nato nel 1955 a Grottaglie, dove vive. Giornalista, è
redattore capo del settimanale “Nuovo Dialogo” e responsabile del bimestrale
di poesia “Il sarto di Ulm”. Scrittore e critico d’arte, ha pubblicato libri di
narrativa, poesia, saggi di storia, economia, attualità, arte. Con Manni, nel
1997, il romanzo L’onorevole.

 

 

 

 

Locandina dell’evento:

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Editoriale

Conferenza sul futuro dell’Europa Suica (Commissione Ue): “La democrazia europea fa più rumore delle bombe di Putin”

09 Mag 2022

“Mia figlia è nata durante la Conferenza sul futuro dell’Europa, come le raccomandazioni”: è stata Linda Mustaki, giovane mamma francese la cui foto in emiciclo con la figlia in braccio è diventata virale tra gli europeisti, ad aprire oggi a Strasburgo l’evento conclusivo della Conferenza con la consegna ufficiale delle 49 raccomandazioni e 300 proposte ai leader europei. “Ho imparato tre cose”, ha detto l’eurodeputato Guy Verhofstadt, uno dei tre copresidenti del comitato esecutivo, prendendo la parola nell’emiciclo pieno: “Nelle nostre società c’è più coerenza e unità di quanto pensiamo”; “la gente non ha paura dei cambiamenti”, tanto più necessari ora poiché “l’integrazione non è più una scelta ma una necessità per sopravvivere”; e infine “non c’è contraddizione tra democrazia partecipativa e rappresentativa”, essendo la prima un antidoto alle divisioni e allo scontro. Il ministro francese Clément Beaune (per il Consiglio) ha ricordato come nel 2021, quando è stata lanciata, la Conferenza fosse una “scommessa”, mentre un anno dopo è diventata un successo: “Abbiamo avuto la bella idea di contare su di voi”, ha ancora detto rivolgendosi ai cittadini, “ora contate su di noi” per la realizzazione delle proposte. Per la terza co-presidente, la commissaria Dubravka Suica, “la democrazia europea non sarà più la stessa” dopo l’esperienza della Conferenza che ha mostrato come “mettere i cittadini al centro sia stata la scelta giusta”. E ha concluso: “La democrazia europea fa più rumore delle bombe di Putin”.

 

foto Sir/Parlamento europeo

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Europa

Evento di chiusura della Conferenza sul futuro dell’Europa. Ricordato David Sassoli

09 Mag 2022

“L’eterogeneità non è stata un ostacolo, siamo entrati in sintonia”: lo ha raccontato la 23enne italiana Laura Maria Cinquini, una dei cittadini che hanno preso la parola in emiciclo a Strasburgo per presentare e commentare sinteticamente le proposte dei cittadini in chiusura della Conferenza sul futuro dell’Europa. Pur non essendo politici di professione, “siamo esperti della vita reale e conosciamo i problemi della quotidianità”, ha continuato. Ci sarebbe voluto più tempo per articolare meglio le proposte ma, ha concluso, “siamo soddisfatti” del risultato: ora “il nostro lavoro va rispettato e va attuato” senza distorsioni o sconti. Quasi all’unisono e concordi hanno risposto i tre leader europei nei loro interventi. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha promesso che “il Parlamento europeo combatterà per un’Europa più forte e tutto ciò che questo significa”, in termini di libertà, democrazia, stato di diritto, giustizia, solidarietà, pari opportunità. “Vi ringrazio per aver creduto in questo esercizio” che ha messo in evidenza tante attese. Per Metsola, il prossimo passo deve essere una convenzione.

Ursula von der Leyen: “Il vostro messaggio è arrivato, ora è tempo di mettere in pratica. Ve lo prometto”. Nel suo intervento la presidente della Commissione ha elencato alcune iniziative già avviate tra quelle proposte nel rapporto conclusivo. C’è altro che “possiamo fare senza ritardo” (e ha promesso che ne darà conto nel suo discorso sullo Stato dell’Unione del prossimo autunno); rispetto ai temi più complessi ha specificato: “Sarò sempre al fianco di chi vuole riforme perché l’Ue funzioni meglio” aprendo alla possibilità di “cambiamento dei Trattati se sarà necessario” e ha anche lanciato la proposta che si organizzi, prima di ogni nuova proposta legislativa, una consultazione attraverso un panel dei cittadini europei.
L’ultimo a prendere la parola è stato il presidente Emmanuel Macron, che nel suo discorso-fiume ha posto l’indipendenza e l’efficacia come priorità per l’Europa del futuro. “Le crisi non ci devono distogliere dalle nostre agende” ha detto a un certo punto promettendo ai cittadini: “Mi impegnerò”. Macron ha affermato di sostenere la proposta del Parlamento della convocazione di una Convenzione per permettere all’Ue di essere ambiziosa senza essere frenata dalle diverse velocità che già esistono; ha parlato anche della necessità di “ripensare la geografia dell’Europa”. “L’Ue non può essere l’unico spazio nel nuovo contesto geopolitico”, ha detto riferendosi all’aspirazione dell’Ucraina, Moldavia Georgia a entrare nell’Ue. La guerra in Ucraina ha avuto tanto spazio nelle parole dei leader europei, così come tutti e tre hanno ricordato David Sassoli che esattamente un anno fa aveva lanciato la Conferenza.

 

foto Sir/Parlamento europeo

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Editoriale

La “consegna” di san Cataldo e gli impegni per la città

09 Mag 2022

di Silvano Trevisani

La consegna della statua del patrono san Cataldo dal capitolo metropolitano agli amministratori della città, al di là del contenuto simbolico, segna un “patto” tra la Chiesa e la comunità che, attraverso i suoi rappresentanti, assume in pieno la responsabilità di indicare alla cittadinanza un modello. Il santo patrono, infatti, nella storia della Chiesa non è solo il rappresentante di una identità e il “curatore” presso Dio degli “interessi” spirituali e anche materiali come intercessore, ma è un modello scelto da imitare, da indicare e consolidare continuamente, nella storia e nella quotidianità.

E proprio in questa dimensione l’arcivescovo Filippo Santoro ha voluto rappresentare, nella cerimonia del “Pregge”, ovvero della consegna della statua alla città per gli annuali festeggiamenti, i significati profondi che questa cerimonia rappresenta. Che non è una consuetudine esclusiva di Taranto, ma che in poche città come Taranto conserva il fascino di un’annuale riscoperta, e che affonda le sue radici nella missione stessa della Chiesa, rivolta costantemente al mondo interno a sé, a rappresentare, a consolidare la propria presenza in un rapporto di collaborazione.

Per questo, nel suo discorso rivolto formalmente al commissario prefettizio, ma attraverso lui a tutti i cittadini di Taranto, monsignor Santoro ha voluto in primo luogo additare Cataldo come un uomo di Dio aperto all’accoglienza, pellegrino e testimone egli stesso dei disegni della Provvidenza che interviene nella storia della Chiesa per “aggiustarne il tiro”, e in secondo luogo desumere da questo assunto i significati che, oggi come ieri, il passaggio di Cataldo nelle nostre terre rappresenta e indica: il patto di amicizia che la consegna rappresenta, impegna la città, i suoi rappresentanti e in particolare coloro che saranno chiamati a governarla nei prossimi anni, a perseguire realmente il “bene comune”, manifestando le corrette intenzioni già in una campagna elettorale corretta e responsabile e poi impegnandosi ad avere una specchiata condotta di vita, per servire questa città e non per servirsene.

“L’intercessione del nostro santo – ha posi sottolineato con parole chiarissime l’arcivescovo – aiuti la nostra città in un’opera di profondo rinnovamento in cui al centro ci sia la dignità della persona e la cura della casa comune. Che l’auspicata crescita economica non avvenga a scapito della sostenibilità ambientale”. Per questo, ha precisato con parole chiare e ricche di significato: “L’invito alla festa non è l’invito all’evasione ma alla speranza certa!”

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Hic et Nunc

Torna la Festa dei popoli di Migrantes

09 Mag 2022

La Migrantes diocesana annuncia la Festa dei popoli che si terrà domenica 22 maggio a partire dalle 16.30 in Concattedrale.

La celebrazione eucaristica sarà presieduta dall’arcivescovo Filippo Santoro che sarà accompagnato da sacerdoti di diversa nazionalità.

La liturgia sarà animata dalla corale diocesana del Rinnovamento nello Spirito Santo.

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