Otium

Marvel a tinte dark con “Doctor Strange nel Multiverso della Follia” e la poesia dolente di “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday”

Andra Day stars in THE UNITED STATES VS. BILLIE HOLIDAY from Paramount Pictures. Photo Credit: Takashi Seida.
09 Mag 2022

di Sergio Perugini
(L-R): Xochitl Gomez as America Chavez, Benedict Wong as Wong, and Benedict Cumberbatch as Dr. Stephen Strange in Marvel Studios’ DOCTOR STRANGE IN THE MULTIVERSE OF MADNESS. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2022. All Rights Reserved.

Benedict Cumberbatch sorprende sempre. Diversifica ripetutamente le interpretazioni, dando prova di essere uno degli attori britannici più interessanti e completi della sua generazione. Nella stagione in corso si è imposto all’attenzione di critica e pubblico per il ritratto di un cowboy ruvido e sofferente nel “Potere del cane” di Jane Campion, arrivando a sfiorare l’Oscar. Dal 4 maggio è nei cinema con “Doctor Strange nel Multiverso della Follia”, nuovo atteso capitolo dedicato al maestro delle arti mistiche Stephen Strange. Siamo ovviamente nel Marvel Cinematic Universe. A dirigerlo è un regista cult specializzato nel brivido, Sam Raimi. E ancora, in sala troviamo il dolente e poetico “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” di Lee Daniels, ritratto di una delle cantanti americane più apprezzate del XX secolo. Volto e voce sono di Andra Day, candidata all’Oscar nel 2021 e vincitrice del Golden Globe. Il punto Cnvf-Sir.

“Doctor Strange nel Multiverso della Follia” (al cinema)
La prima volta che abbiamo visto comparire il personaggio di Stephen Strange nel ciclo della Marvel è stato con il film “Doctor Strange” (2016) diretto da Scott Derrickson. Sono seguite poi sue incursioni in “Thor: Ragnarok” (2017), “Avengers: Infinity War” (2018), “Avengers: Endgame” (2019) e “Spider-Man: No Way Home” (2021). Proprio quest’ultimo ha squadernato la linea narrativa portante (l’apertura del Multiverso) del film “Doctor Strange nel Multiverso della Follia”, diretto da Sam Raimi (sua è la trilogia “Spider-Man”, 2002-2007).

La storia (senza spoiler!). Stati Uniti, Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) nel giorno in cui presenzia alle nozze della scienziata nonché sua ex innamorata Christine Palmer (Rachel McAdams), deve arrestare la minaccia di una creatura aliena che insegue l’adolescente America Chavez (Xochitl Gomez). Ben presto Strange comprende che America non è una ragazza come tante, perché ha dei poteri speciali che le permettono di spostarsi nei numerosi universi paralleli, appunto nel Multiverso. Avvertendo crescenti pericoli, chiede aiuto a Wanda (Elizabeth Olsen), ritiratasi a vivere in campagna…

On left: Benedict Cumberbatch as Dr. Stephen Strange in Marvel Studios’ DOCTOR STRANGE IN THE MULTIVERSE OF MADNESS. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2022. All Rights Reserved.

Intricato, è intricato. “Doctor Strange nel Multiverso della Follia” è un film-dedalo ipnotico, affascinante, persino caotico, che non lascia di certo indifferente lo spettatore.Soffermiamoci anzitutto sulla linea del racconto, sulla caratterizzazione di Strange. Come sottolinea il regista Sam Raimi: “I fan dell’Universo Cinematografico Marvel sono interessati ai personaggi. Chi sono? Cosa sarebbero potuti diventare? Hanno fatto le scelte giuste? Persino in ‘Avengers: Endgame’, sono state fatte scelte di cui alcuni personaggi nel nostro film si sono pentiti. In questo film assisteranno alle ripercussioni di quelle scelte e sarà molto interessante da vedere”.

Raimi ci dà dunque la chiave per l’approfondimento: al di là dell’action, dell’eccesso seducente di effetti speciali – cifra stilistica-narrativa tipica dei film Marvel –, quello che rimane in campo è la condizione dell’eroe che vacilla, l’eroe che chiamato a portare il peso delle sue responsabilità, dei suoi doveri, a un certo punto si ferma a riflettere su di sé e sulle proprie scelte.Qui Strange si chiede se le azioni compiute siano giuste: dall’apertura del Multiverso a quelle più strettamente personali, l’epilogo della storia d’amore con Christine. L’eroe vive una vita sbilanciata nella corsa e nell’affanno, non ha tempo per costruire relazioni; e se riesce a svilupparle, spesso queste si infrangono rovinosamente. Ancora, altra figura di rilievo nel racconto è Wanda, che vive il tormento della sua condizione solitaria, senza più Visione, senza più amore e affetti, chiamata a contenere la ribellione interiore di Scarlet Witch.

Altro topos è la lotta bene-male, e soprattutto il rischio che corre Strange nell’addentrarsi nei sentieri del Male,della corruzione di sé, pur di giungere alla salvezza di America e della comunità tutta. Più volte viene sottolineato che accostarsi al Male corrompe, anche irreparabilmente.

Elemento distintivo di “Doctor Strange nel Multiverso della Follia” è soprattutto la regia di Sam Raimi, che introduce nel progetto sfumature cupe, che saccheggiano il suo background come regista di film horror e di tensione. Ammanta così il film dedicato a Doctor Strange di un alone decisamente fosco, tra minacce reali e demoni interiori del personaggio. Per tali motivi il target dell’opera vira leggermente, non più adatto ai piccolissimi, ma indicato dai preadolescenti-adolescenti in su.

Nell’insieme, il film volteggia spedita nell’orizzonte Marvel, coniugando forma e contenuto, spettacolarizzazione e introspezione, aprendo anche scenari onirici pronti a deragliare nell’incubo. Oltre alla mano ferma del regista Raimi, è doveroso ricordare l’ancoraggio al film fornito da Benedict Cumberbatch, un attore solido e capace di stare nel perimetro del ruolo, mettendo in campo tutte le sfumature richieste.Sullo spartito si muovono bene anche Elizabeth Olsen, Chiwetel Ejiofor, Benedict Wong, Xochitl Gomez, Michael Stuhlbarg e Rachel McAdams. Nell’insieme, “Doctor Strange nel Multiverso della Follia” è consigliabile, problematico.

“Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” (al cinema)
L’intensità della voce della cantane Andra Day emoziona, e non poco, nel film “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” di Lee Daniels, biopic sulla raffinata interprete Jazz-Blues Billie Holiday, dalla vita segnata da sconfortanti e ripetuti affanni, dipendenze e violenze. Una donna divenuta simbolo nella lotta contro il razzismo imperante e contro gli episodi di linciaggio, denunciati nella sua canzone “Strange Fruit”.

La storia. New York, 1939. Al Café Society nel quartiere Greenwich Village la venticinquenne Billie Holiday per la prima volta canta il brano “Strange Fruit” dello scrittore ebreo-russo Abel Meeropol, dove al centro del testo c’è la questione dei linciaggi ai danni dei neri nel Sud degli Stati Uniti (lo strano frutto è il corpo morto di un uomo appeso a un albero, dopo le violenze). Ben presto la canzone diventa un simbolo di opposizione. Questo la mette immediatamente contro l’agente della narcotici Harry J. Anslinger (Garrett Hedlund), che decide di pedinare con ossessione la donna, facendola arrestare. È l’inizio di un lungo periodo di vessazioni, dinanzi alle quali la Holiday dà battaglia, soprattutto con la sua inconfondibile voce…

Andra Day stars in THE UNITED STATES VS. BILLIE HOLIDAY from Paramount Pictures. Photo Credit: Takashi Seida.

A scrivere la sceneggiatura è la drammaturga Premio Pulitzer Suzan-Lori Parks, mentre alla regia troviamo Lee Daniels, autore di “Precious” (2009) e “The Butler” (2013), da sempre attento alla questione dei diritti degli afroamericani. Punto di forza della storia è quello di riuscire a riportare attenzione sulla travagliata esistenza e sullo straordinario talento di Billie Holiday.Il regista compone il suo ritratto in maniera intensa, coinvolgente, persino anche disturbante: nel voler rendere la fragilità e il tormento dell’artista, ci conduce nelle stanze della sua mente, dei suoi ricordi, esposti a ogni tipo di contaminazione. Un ritratto livido, sofferto, che però trova grazia e poesia quando Andra Day intona i brani della Holiday, svelando tutta la raffinatezza della sua voce.Daniels non risparmia nulla della storia, mostrando anche raccordi asciutti ed espliciti – del resto è la cifra dell’autore pensando proprio a “Precious” – non privando però l’opera di suggestioni più eleganti e ricercate.

Nel racconto trova posto anche una linea romance, il legame tra la Holiday e l’agente Jimmy Fletcher (Trevante Rhodes), prima suo fermo oppositore e poi capitolato al suono della sua voce. Un amore che la Holiday non riesce purtroppo a vivere, perché incapace di gestire la condivisione di un sentimento così delicato e pulito, lei che è sempre stata esposta a violenze, percosse e soprattutto agli abusi da parte degli uomini… Sfaccettato, sofferente, a tratti confuso,“Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” è un film consigliabile, problematico e per dibattiti. Indicato per adulti.

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Francesco

Papa Francesco al Regina Coeli: la mancanza di ascolto è “un male del nostro tempo”

09 Mag 2022

La mancanza di ascolto è “un male del nostro tempo”. A ribadirlo è stato il Papa, nel Regina Coeli di ieri, al quale secondo la Gendarmeria vaticana hanno partecipato 20mila fedeli. “Oggi siamo travolti dalle parole e dalla fretta di dover sempre dire e fare qualcosa, anzi quante volte due persone stanno parlando e una non aspetta che l’altra finisca il pensiero, la taglia a metà cammino, risponde…”, l’analisi di Francesco: “Ma se non la si lascia parlare, non c’è ascolto. Questo è un male del nostro tempo. Oggi siamo travolti dalle parole, dalla fretta di dover sempre dire qualcosa, abbiamo paura del silenzio. Quanta fatica si fa ad ascoltarsi! Ascoltarsi fino alla fine, lasciare che l’altro si esprima, ascoltarsi in famiglia, ascoltarsi a scuola, ascoltarsi al lavoro, e persino nella Chiesa!”. “Chiediamoci oggi se siamo figli dell’ascolto, se troviamo tempo per la Parola di Dio, se diamo spazio e attenzione ai fratelli e alle sorelle”, l’invito del Papa: “Se sappiamo ascoltare fino a che l’altro si possa esprimere fino alla fine, senza tagliare il suo discorso. Chi ascolta gli altri, sa ascoltare anche il Signore, e viceversa”. “La via per scoprire l’amore del Signore è ascoltarlo”, ha spiegato Francesco: “Allora il rapporto con lui non sarà più impersonale, freddo o di facciata. Gesù cerca una calda amicizia, una confidenza, un’intimità. Vuole donarci una conoscenza nuova e meravigliosa: quella di saperci sempre amati da lui e quindi mai lasciati soli a noi stessi. Soprattutto nelle sofferenze, nelle fatiche, nelle crisi che sono il buio: lui ci sostiene attraversandole con noi. E così, proprio nelle situazioni difficili, possiamo scoprire di essere conosciuti e amati dal Signore”.
foto Vatican media/Sir

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Francesco

LA DOMENICA DEL PAPA – Ascoltare, conoscere, seguire: i tre verbi coniugati da Francesco

Voi non credete, dice Gesù, “perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”

09 Mag 2022

di Fabio Zavattaro

Quarta domenica di Pasqua, giornata in cui nel santuario di Pompei si celebra la supplica alla immagine della Madonna. Dal papa preghiera per la pace, a Maria Francesco affida “l’ardente desiderio di pace di tante popolazioni che in varie parti del mondo soffrono l’insensata sciagura della guerra. Alla Vergine santa presento in particolare le sofferenze e le lacrime del popolo ucraino”. Ancora un appello alla pace, ancora una volta il papa chiede, “di fronte alla pazzia della guerra” di continuare “a pregare ogni giorno il Rosario per la pace. E preghiamo per i responsabili delle Nazioni, perché non perdano ‘il fiuto della gente’, che vuole la pace e sa bene che le armi non la portano, mai”.

Quella di papa Francesco sembra sempre più la “voce di uno che grida nel deserto”, come Giovanni Battista nei pressi del Giordano; i suoi appelli perché si ponga fine in Ucraina al conflitto sacrilego sono inascoltati, così l’invito al patriarca di Mosca di non usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù e parlare di pace, come nella dichiarazione congiunta firmata nell’incontro svoltosi a Cuba il 12 febbraio 2016: “esortiamo tutti i cristiani e tutti i credenti in Dio – si legge al punto 11 del testo – a pregare con fervore il provvidente Creatore del mondo perché protegga il suo creato dalla distruzione e non permetta una nuova guerra mondiale. Affinché la pace sia durevole ed affidabile, sono necessari specifici sforzi volti a riscoprire i valori comuni che ci uniscono, fondati sul Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo”.

Regina coeli nella Festa della Mamma, “la nostra preghiera, il nostro affetto, il nostro augurio”. Domenica del buon Pastore. Il Vangelo di Giovanni ci riporta, in un certo senso, indietro nel tempo; ci fa vedere Gesù che, nella festa della Dedicazione del Tempio, dialoga, o forse dovremmo dire si scontra con coloro che non credono alla sua parola, con i giudei. È un passo evangelico che si trova prima della morte di Lazzaro e della sua resurrezione, prima dell’ingresso a Gerusalemme. Un “tornare indietro” nel tempo che forse ci aiuta a meglio capire il cammino della Chiesa, del popolo di Dio. Che cosa accade nella Sinagoga? Gesù è attorniato da persone che gli dicono: “fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”. La sua risposta è: voi non credete “perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”.

Ecco i tre verbi che papa Francesco coniuga nella sua riflessione: ascoltare, conoscere, seguire. Innanzitutto, l’ascolto. “L’iniziativa viene sempre dal Signore e tutto parte dalla sua grazia: è lui che ci chiama alla comunione con lui. Ma questa comunione nasce se noi ci apriamo all’ascolto”. Ascolto significa disponibilità, docilità, dialogo, in un tempo in cui si è travolti dalla fretta e si fa fatica ad ascoltarsi in ogni ambiente: “è il male del nostro tempo” dice il vescovo di Roma. E chiede se “siamo figli dell’ascolto, se troviamo tempo per la Parola di Dio, se diamo spazio e attenzione ai fratelli e alle sorelle”. Chi ascolta gli altri, infatti, ascolta anche il Signore e possiamo sperimentare che “ci ascolta quando preghiamo, quando ci confidiamo con lui, quando lo invochiamo”.

Ascoltare significa anche scoprire che ci conosce. Certo sa molte cose su di noi, ma “conoscere in senso biblico vuol dire amare. Vuol dire che il Signore, mentre ci legge dentro, ci vuole bene, non ci condanna. Se lo ascoltiamo, scopriamo questo, che il Signore ci ama. La via per scoprire l’amore del Signore è ascoltarlo”. Non ci lascia mai soli: “nelle sofferenze, nelle fatiche, nelle crisi che sono il buio lui ci sostiene attraversandole con noi”. Non è un Dio distante, lontano, indifferente; “dopo tante volte in cui ho sperimentato la sua vicinanza, la sua compassione, la sua tenerezza, che idea ho io del Signore?”

Infine, il terzo verbo: seguire. Come le pecore seguono il pastore, così il discepolo segue Cristo, va dove va lui “sulla stessa strada, nella stessa direzione. Va a cercare chi è perduto, si interessa di chi è lontano, prende a cuore la situazione di chi soffre, sa piangere con chi piange, tende la mano al prossimo, se lo carica sulle spalle.” Lasciamoci amare da Gesù è l’invito di Francesco, e “passiamo dall’amarlo all’imitarlo”.

 

foto Vatican Media/Sir

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Francesco

Papa Francesco al Regina Coeli: “Di fronte alla pazzia della guerra continuiamo a pregare il Rosario per la pace”

09 Mag 2022

“Di fronte alla pazzia della guerra, continuiamo, per favore, a pregare ogni giorno il Rosario per la pace. E preghiamo per i responsabili delle nazioni, perché non perdano il fiuto della gente, che vuole la pace e sa bene che le armi non la portano, mai”. È l’ennesimo appello per la pace in Ucraina, lanciato dal Papa al termine del Regina Coeli di ieri, davanti a 20mila persone presenti in piazza San Pietro. “Proprio in quest’ora – ha ricordato il Santo Padre – tanti fedeli si stringono intorno alla venerata Immagine di Maria nel santuario di Pompei, per rivolgerle la Supplica sgorgata dal cuore del beato Bartolo Longo. Spiritualmente inginocchiato davanti alla Vergine, le affido l’ardente desiderio di pace di tante popolazioni che in varie parti del mondo soffrono l’insensata sciagura della guerra. Alla Vergine Santa presento in particolare le sofferenze e le lacrime del popolo ucraino”. Infine, un pensiero per la Festa della mamma: “Ricordiamo con affetto le nostre mamme – un applauso alle mamme – anche quelle che non sono più con noi quaggiù, ma vivono nei nostri cuori. Per tutte le mamme è la nostra preghiera, il nostro affetto, il nostro augurio”.

 

foto Vatican media/Sir

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Mondo

Russia: per il Giorno della vittoria “Novaya Gazeta. Europe” uscita in edizione cartacea in Lettonia ed Estonia

09 Mag 2022

(Foto Archivio)

È uscita oggi in Lettonia e Estonia la testata “Novaya Gazeta. Europe” in edizione cartacea. Nel “giorno della vittoria”, grande festa in Russia per ricordare la vittoria sul nazismo nel 1945, rinasce oltre confine una testata che le norme russe hanno di fatto costretto a tacere il 28 marzo scorso, quando “Novaya Gazeta ha ricevuto un secondo avvertimento dalla censura russa ed è stata costretta a sospendere il suo lavoro per la prima volta dal 1995: era troppo pericoloso per i nostri giornalisti e dipendenti continuare”. Lo ricorda oggi il caporedattore Kirill Martynov nell’editoriale del numero uscito in russo anche sul sito. Novaya Gazeta era l’ultima voce indipendente dell’informazione in Russia: era guidata dal premio Nobel Dmitri Muratov, che il 7 aprile è stato aggredito da persone poi identificate, ma senza che la polizia aprisse delle indagini. Alcuni membri della redazione, tra cui Kiryll Martinov, che dirige la nuova testata, hanno lasciato il Paese e ridato vita all’idea da cui era nata Novaya Gazeta: cioè “l’idea di raccontare la spiacevole verità”, scrive ancora Martynov. Quella nata oltre confine è una testata completamente indipendente da quella moscovita, ma che vuole “scrivere la verità sulla guerra” e fare “tutto il possibile per fermarla”. L’uscita di oggi è una “edizione speciale contro la guerra”, che raccoglie “i migliori testi che abbiamo scritto”. La testata è stata resa disponibile anche per la lettura online. “Se ai nostri lettori piacerà quello che facciamo e se ci supporteranno, prenderemo in considerazione la pubblicazione di un’edizione cartacea settimanale di Novaya Gazeta. Europa”.

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Editoriale

La democrazia e l’informazione…

Vaticano, 1 dicembre 2021: udienza generale di Papa Francesco in Aula Paolo VI - foto SIR/Marco Calvarese
09 Mag 2022

di Emanuele Carrieri

Il dibattito pubblico sulle responsabilità della guerra in Ucraina è di recente andato fuori dallo steccato della geopolitica per invadere il territorio della libertà di stampa. Si discute di colpe russe e di aiuti agli ucraini, ma si riflette pure sul ruolo che un’informazione libera può e deve avere nella narrazione degli eventi bellici e anche nella rincorsa a una soluzione pacifica. Proprio mentre si commemorava la giornata mondiale della libertà di stampa, è stata presentata la classifica che Reporter senza frontiere stila ogni anno per valutare lo stato di salute del giornalismo in 180 paesi: l’Italia perde 17 posti. Nel 2021 l’Italia era al 41esimo posto, come nel 2020, quando aveva scalato due posti rispetto al 2019. Nel 2016 l’Italia era 77esima, poi è salita al 41esimo posto: adesso l’Italia scende al 58esimo. Un netto peggioramento, che potrebbe anche aggravarsi: fra poco uscirà il report annuo di Freedom House, rivolto ai rapporti di dipendenza fra il giornalismo e il potere. Una riflessione si impone, partendo da un fatto vero. A metà anni settanta, alla prova orale di ammissione all’elenco dei giornalisti professionisti ci fu un candidato che disse: “Un giornale può non essere neutrale, ma deve essere imparziale. La neutralità è una condotta politica, l’imparzialità è una condotta mentale. Libertà di stampa non significa che tutti i giornali devono pubblicare tutte le opinioni di tutti, significa che i giornali hanno il diritto di manifestare la propria. Il giornale serio è quello che dà al lettore le informazioni che gli consentono di farsi una sua opinione, anche differente da quella del giornale. È evidente che la politica e l’editoria non vogliano correre rischi e si assicurino con formule che, solo in apparenza, garantiscano tutti. La libertà non è divisibile, non è frazionabile: fare ciò, significa uccidere la libertà”. È probabile che il candidato conoscesse bene il giornalismo anglosassone e i suoi casi più eclatanti. È una delle più brutte e più tragiche pagine della già di per sé mostruosa guerra del Vietnam quella riguardante il massacro di My Lai, compiuto nel marzo del 1968. Forse solo pochi ricordano il caso: gli americani hanno a lungo evitato di divulgare i fatti. Il 16 marzo ’68 un reparto di soldati americani fu attaccato dai vietcong – gruppo paramilitare di resistenza contro il regime filo-americano del Vietnam del Sud, il quale ebbe un ruolo importante nella guerra – che si erano mischiati agli abitanti del villaggio di My Lai, a 850 chilometri a nord di Saigon. Il tenente William Calley, per rappresaglia, diede l’ordine di uccidere gli abitanti del villaggio, in prevalenza anziani, donne e bambini: uccisero 347 persone, prima di essere fermati dai loro stessi colleghi. Un elicottero di pattuglia si accorse di ciò e atterrò sul villaggio, puntando i mitragliatori contro gli stessi commilitoni. Erano solo in tre, tre graduati che fermarono la furia assassina dei colleghi e salvarono undici persone. Calley e i suoi uomini subirono un processo in corte marziale, che portò a molte condanne anche se le pene furono poi in parte attenuate da Nixon. La notizia sulle prime fu nascosta alla stampa: l’esercito non voleva che l’opinione pubblica statunitense mettesse il naso nella faccenda. Nel novembre dell’anno successivo, a un anno e mezzo dai fatti, il giornalista Seymour Hersh venne a conoscenza di ciò e preparò un reportage che varie riviste si rifiutarono di pubblicare. Dapprima la notizia uscì sul Plain Dealer di Cleveland, un giornale di provincia a tiratura limitata, che fece il botto. Fu un vero scoop, che venne ripreso da tutti i giornali del mondo e che assestò una mazzata all’appoggio che gli statunitensi stavano dando a quella guerra. Tornando al ruolo dell’informazione nel nostro Paese, c’è da dire che, nella storia del giornalismo italiano, l’ideale dell’obiettività non è mai stato importante, come, invece, è in quello anglosassone Il nostro è sempre stato in strettissimo rapporto con la politica e ha ricercato più obiettivi politici che di mercato. L’editoria italiana non è stata mai pura, cioè priva di altri interessi, altre condivisioni, altri affari. Ciò ha generato negli operatori dell’informazione una bassa coscienza della propria identità professionale e del peso dell’ideale dell’obiettività e, per di più, uno scarso interesse verso le esigenze dei lettori. Così come diceva un giornalista che godeva di grande reputazione nella nostra città, “il nostro problema è che nasciamo giornalisti e moriamo intruppati se ci va bene, altrimenti moriamo tesserati”. La spiegazione della citazione andava, e va ancora oggi, ricercata in un forte parallelismo e una forte compenetrazione fra i molteplici poteri e i mass media ed è per ciò che l’autonomia degli operatori dell’informazione è sempre stata limitata, compressa. Ciò che ora sta avvenendo nel mondo dell’informazione è da collegare al fatto che in Italia non si mai è imposto un modello di giornalismo in posizione autonoma fra cittadini e potere con un ruolo di “cane da guardia della democrazia”. Forse, dovremmo – non è un plurale maiestatis, è un noi inclusivo anche di chi scrive – iniziare a essere svincolati dal potere, da ogni potere, a controllarlo, a sorvegliarlo, a incalzarlo, a perseguitarlo, ad azzannarlo e, se proprio è necessario, a sbranarlo. Fare ciò vuol dire salvaguardare, rinvigorire la libertà.

 

foto Sir/Marco Calvarese

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Diocesi

Lunedì 9, alle 19.45, in Cattedrale la consegna dei Cataldus d’argento 2022

09 Mag 2022

Lunedì 9 maggio 2022, alle ore 19:45 nella basilica Cattedrale San Cataldo saranno consegnati i Cataldus d’argento 2022, premio della Camera di Commercio di Taranto e del comitato dei festeggiamenti di San Cataldo.

La cerimonia, sarà presieduta dall’arcivescovo mons. Filippo Santoro e dall’on. Gianfranco Chiarelli, commissario straordinario della Camera di Commercio.

I testi del magistero di papa Francesco saranno affidati alla lettura del noto attore Sebastiano Somma.

Motivo d’ispirazione nell’assegnazione dei premi è stato The Economy of Francesco – movimento internazionale di giovani economisti, imprenditori e change-makers impegnati in un processo di dialogo inclusivo e di cambiamento globale verso una nuova economia.

 

Per le attività imprenditoriali, il premio è stato conferito a Cosimo Varvaglione, proprietario di Vigne e Vini, impresa vinicola di Leporano, fondata nel 1921 da Cosimo Varvaglione, la cui vita è legata, giorno dopo giorno, a quella della sua famiglia: ciascuno ha creato, modificato, lasciato il segno nella storia di un secolo.

L’impresa Varvaglione lavora nel settore da tre generazioni, è una delle realtà emergenti nel panorama del vino pugliese, che racconta nel mondo cento anni di imprenditorialità.

Attualmente Varvaglione vigne e vini è costituita da Cosimo, nipote del fondatore, e dalla sua famiglia, la moglie Maria Teresa e i suoi figli Angelo, Marzia e Francesca. È un segno di continuità generazionale, di chi con tenacia e creatività vuole fare impresa sul territorio. L’espansione dell’azienda ha visto nascere due nuovi siti, di produzione e di imbottigliamento.

Oggi il marchio Varvaglione 1921 è riconosciuto nel mercato nazionale e in quello internazionale ed è supportato da una prestigiosa lista di vini che hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti.

 

Per le attività culturali, il premio è stato conferito al maestro Giuseppe Gregucci con questa motivazione: “Per essere stato promotore e artefice della salvaguardia e il recupero del patrimonio musicale delle tradizioni tarantine.

Il maestro Giuseppe Gregucci porta a compimento i suoi studi di composizione, di musica corale e direzione di coro, flauto e pianoforte presso il prestigioso Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma. Col massimo dei voti si diploma in Strumentazione per Banda al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari. Ha studiato Direzione d’Orchestra nei corsi di alto perfezionamento presso l’Accademia Superiore di Pescara, l’Istituto Musicale “Pietro Mascagni” di Livorno e l’Accademia Musicale di Foggia.

Si distingue come compositore e, per l’apertura del giubileo dei 950 anni del ritrovamento del corpo di San Cataldo e della ricostruzione della Basilica Cattedrale compone, nel 2021, l’inno Soave 950. Già componente del corpo musicale della Marina Militare Italiana, attualmente è il direttore della Grande Orchestra di fiati Santa Cecilia – Città di Taranto.

Nel 2017 realizza la produzione editoriale e discografica intitolata “Le musiche tradizionali della Settimana Santa e del Natale a Taranto” all’interno del progetto di Salvaguardia del Patrimonio Musicale Tradizionale, promosso e finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Per questo progetto ha elaborato tutte le partiture delle musiche tradizionali tarantine, dalle Pastorali alle musiche della Passione, adattandole agli attuali organici bandistici, incidendole su sette dischi, per un totale di nove ore di musica: un patrimonio musicale tradizionale della città di Taranto che racchiude oltre 200 anni di storia bandistica italiana, eredità preziosa per le nuove generazioni”.

 

foto Studio Renato Ingenito

Per le attività professionali, il premio è stato conferito al dott. Eugenio De Carlo con questa motivazione: “Per la lunga e brillante carriera professionale di Segretario comunale. Approdando a Taranto nel marzo 2015 in qualità di Segretario generale e ricoprendo attualmente anche la carica di Direttore Generale del nostro Comune. Carriera improntata al rigore, alla legalità e alla trasparenza, per ottimizzare al meglio la macchina amministrativa e burocratica del civico ente.

Nel 1992 ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza con il massimo dei voti discutendo la sua tesi in diritto commerciale dal titolo “Controllo e collegamento nel sistema dell’informazione”, all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.

Ha rivestito e riveste incarichi molto delicati in qualità di presidente o componente di Commissioni per gare e concorsi, appalti di servizi, forniture, lavori – project financing, concorsi esterni ed interni del personale. Ha ricoperto il ruolo di presidente della Commissione di disciplina di I grado e dell’Ufficio dei procedimenti disciplinari. Oltre ad essere autore di vari regolamenti comunali in materia d’accesso agli atti, di tributi, di contabilità, sul procedimento disciplinare, su concorsi ed appalti per la Maggioli Editore, Noccioli Editore, Halley Editrice, è anche autore di una prestigiosa collana di dodici libri di settore per gli addetti ai lavori.

Di grande valenza sono i molteplici interventi come relatore in convegni e seminari per l’arricchimento professionale degli uditori ma soprattutto dei neodottori in giurisprudenza”.

 

Per le attività di volontariato, il premio è stato conferito al dott. Mariano Bruni con questa motivazione: “Per il lungo impegno e la sensibilità profusa nel campo del volontariato in qualità di medico palliativista e terapista del dolore.

Tra i numerosi impegni professionali si dedica da diciannove anni alla cura degli ospiti terminali dell’Hospice di Martina Franca, dove incontri di sguardi, contatti di mani, ascolto di emozioni lo ripagano di tanto impegno. Le cure palliative domiciliari con l’ANT di Taranto dal 2003, come fondatore e operatore, con l’AIL dal 2013, sono per lui motivo di relazione, emozioni, confronto, condivisione e affetto.

“Gli ammalati riconoscono chi li ama, e anche se non hanno molto da offrire materialmente, i loro piccoli gesti di riconoscenza, valgono quanto tutto l’oro del mondo”: questo scrive di lui un suo paziente e aggiunge: “assiste i suoi pazienti non solo dal punto di vista medico ma soprattutto umano, questo è essere medico”.

Il suo impegno per il futuro sarà quello di lodare il buon Dio ogni giorno per il dono della vita e della professione a servizio degli altri, e continuare ad amare chi ha bisogno con competenza e abnegazione.

Le siamo tutti grati, Dottore!

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Diocesi

PREMIO CATALDUS 2022 – al maestro Giuseppe Gregucci per le attività culturali

09 Mag 2022

Lunedì 9 maggio 2022, alle ore 19:45 nella basilica Cattedrale San Cataldo saranno consegnati i Cataldus d’argento 2022: per le attività culturali, il premio è stato conferito al maestro Giuseppe Gregucci con questa motivazione:

Per essere stato promotore e artefice della salvaguardia e il recupero del patrimonio musicale delle tradizioni tarantine.

Il maestro Giuseppe Gregucci porta a compimento i suoi studi di composizione, di musica corale e direzione di coro, flauto e pianoforte presso il prestigioso Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma. Col massimo dei voti si diploma in Strumentazione per Banda al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari. Ha studiato Direzione d’Orchestra nei corsi di alto perfezionamento presso l’Accademia Superiore di Pescara, l’Istituto Musicale “Pietro Mascagni” di Livorno e l’Accademia Musicale di Foggia.

Si distingue come compositore e, per l’apertura del giubileo dei 950 anni del ritrovamento del corpo di San Cataldo e della ricostruzione della Basilica Cattedrale compone, nel 2021, l’inno Soave 950. Già componente del corpo musicale della Marina Militare Italiana, attualmente è il direttore della Grande Orchestra di fiati Santa Cecilia – Città di Taranto.

Nel 2017 realizza la produzione editoriale e discografica intitolata “Le musiche tradizionali della Settimana Santa e del Natale a Taranto” all’interno del progetto di Salvaguardia del Patrimonio Musicale Tradizionale, promosso e finanziato dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Per questo progetto ha elaborato tutte le partiture delle musiche tradizionali tarantine, dalle Pastorali alle musiche della Passione, adattandole agli attuali organici bandistici, incidendole su sette dischi, per un totale di nove ore di musica: un patrimonio musicale tradizionale della città di Taranto che racchiude oltre 200 anni di storia bandistica italiana, eredità preziosa per le nuove generazioni.

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Diocesi

PREMIO CATALDUS 2022 – al dott. Mariano Bruni per le attività di volontariato

09 Mag 2022

Lunedì 9 maggio 2022, alle ore 19:45 nella basilica Cattedrale San Cataldo saranno consegnati i Cataldus d’argento 2022: per le attività di volontariato, il premio è stato conferito al dott. Mariano Bruni con questa motivazione:

Per il lungo impegno e la sensibilità profusa nel campo del volontariato in qualità di medico palliativista e terapista del dolore.

Tra i numerosi impegni professionali si dedica da diciannove anni alla cura degli ospiti terminali dell’Hospice di Martina Franca, dove incontri di sguardi, contatti di mani, ascolto di emozioni lo ripagano di tanto impegno. Le cure palliative domiciliari con l’ANT di Taranto dal 2003, come fondatore e operatore, con l’AIL dal 2013, sono per lui motivo di relazione, emozioni, confronto, condivisione e affetto.

“Gli ammalati riconoscono chi li ama, e anche se non hanno molto da offrire materialmente, i loro piccoli gesti di riconoscenza, valgono quanto tutto l’oro del mondo”: questo scrive di lui un suo paziente e aggiunge: “assiste i suoi pazienti non solo dal punto di vista medico ma soprattutto umano, questo è essere medico”.

Il suo impegno per il futuro sarà quello di lodare il buon Dio ogni giorno per il dono della vita e della professione a servizio degli altri, e continuare ad amare chi ha bisogno con competenza e abnegazione.

Le siamo tutti grati, Dottore!

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Diocesi

PREMIO CATALDUS 2022 – a Cosimo Varvaglione (Vigne e Vini) per le attività imprenditoriali

09 Mag 2022

Lunedì 9 maggio 2022, alle ore 19:45 nella basilica Cattedrale San Cataldo saranno consegnati i Cataldus d’argento 2022: per le attività imprenditoriali, il premio è stato conferito a Cosimo Varvaglione, proprietario di Vigne e Vini.

Impresa vinicola di Leporano, fondata nel 1921 da Cosimo Varvaglione, la cui vita è legata, giorno dopo giorno, a quella della sua famiglia: ciascuno ha creato, modificato, lasciato il segno nella storia di un secolo.

L’impresa Varvaglione lavora nel settore da tre generazioni, è una delle realtà emergenti nel panorama del vino pugliese, che racconta nel mondo cento anni di imprenditorialità.

Attualmente Varvaglione vigne e vini è costituita da Cosimo, nipote del fondatore, e dalla sua famiglia, la moglie Maria Teresa e i suoi figli Angelo, Marzia e Francesca. È un segno di continuità generazionale, di chi con tenacia e creatività vuole fare impresa sul territorio. L’espansione dell’azienda ha visto nascere due nuovi siti, di produzione e di imbottigliamento.

Oggi il marchio Varvaglione 1921 è riconosciuto nel mercato nazionale e in quello internazionale ed è supportato da una prestigiosa lista di vini che hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti.

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Diocesi

PREMIO CATALDUS 2022 – al dott. Eugenio De Carlo per le attività professionali

foto Studio Renato Ingenito
09 Mag 2022

Lunedì 9 maggio 2022, alle ore 19:45 nella basilica Cattedrale San Cataldo saranno consegnati i Cataldus d’argento 2022; per le attività professionali, il premio è stato conferito al dott. Eugenio De Carlo con questa motivazione:

“Per la lunga e brillante carriera professionale di Segretario comunale. Approdando a Taranto nel marzo 2015 in qualità di Segretario generale e ricoprendo attualmente anche la carica di Direttore generale del nostro Comune. Carriera improntata al rigore, alla legalità e alla trasparenza, per ottimizzare al meglio la macchina amministrativa e burocratica del civico ente.

Nel 1992 ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza con il massimo dei voti discutendo la sua tesi in diritto commerciale dal titolo “Controllo e collegamento nel sistema dell’informazione”, all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.

Ha rivestito e riveste incarichi molto delicati in qualità di presidente o componente di Commissioni per gare e concorsi, appalti di servizi, forniture, lavori – project financing, concorsi esterni ed interni del personale. Ha ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione di disciplina di I grado e dell’Ufficio dei procedimenti disciplinari. Oltre ad essere autore di vari regolamenti comunali in materia d’accesso agli atti, di tributi, di contabilità, sul procedimento disciplinare, su concorsi ed appalti per la Maggioli Editore, Noccioli Editore, Halley Editrice, è anche autore di una prestigiosa collana di dodici libri di settore per gli addetti ai lavori.

Di grande valenza sono i molteplici interventi come relatore in convegni e seminari per l’arricchimento professionale degli uditori ma soprattutto dei neodottori in giurisprudenza”.

 

foto Studio Renato Ingenito

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Sport

Basket, il Cus Jonico chiude con una sconfitta la regular season

09 Mag 2022

di Paolo Arrivo

Sentire il calore della città, per ricaricarsi nel miglior modo. Così la dirigenza del Cus Jonico Basket Taranto motivava l’ultimo impegno in regular season della serie B Old Wild West, e l’iniziativa che ha aperto le porte del Palafiom a chiunque volesse assistere gratuitamente alla partita giocata contro la Viola Reggio Calabria, tra le mura amiche, domenica sera. Un atto di riconoscenza anche verso quei tifosi che hanno sostenuto la squadra per l’intera stagione. Gratitudine e sguardo al futuro, al breve termine, nel riconoscimento di quanto sia prezioso il contributo dei supporter nella volata playoff – il primo avversario, domenica 15 maggio, sarà la Riviera Banca Basket Rimini. Ebbene, il pubblico ha fatto la sua parte riempiendo il palazzetto; i cestisti pure, pur non essendo al top della condizione, giocando una partita gagliarda contro l’avversario forte. Ma hanno ceduto per 60-67. Fatali gli ultimi cinque minuti dell’incontro, quando gli ionici, in vantaggio di 5 lunghezze, non sono stati capaci di realizzare un solo punto. Un crollo da tenere in considerazione. Le motivazioni degli ospiti erano certamente maggiori. Perché avevano nel mirino i playoff, hanno sfoderato una gran prestazione, trascinati da Duranti, nella ripresa. Tra gli uomini allenati da coach Olive è stato grande Diomede nel mettere a segno più triple. Lo stesso capitano play risultava top scorer con 23 punti. La Viola, seguita dai suoi supporter rumorosi, infine giustamente festosi, ha dimostrato più cinismo e capacità di velocizzare la manovra. Ad ogni modo, è stata una bella serata di sport, e la sconfitta indolore.

Unica nota negativa, la mancata osservanza delle regole anti-Covid: erano in tanti, durante l’ora e mezza abbondante di incontro, a stare a volto scoperto tra gli spettatori. A riprova di quanto la natura umana sia contraddittoria. Si pensi che chi va al supermercato senza mascherina, in questi giorni, per una durata ben inferiore, viene visto come un alieno: sebbene l’obbligo sia decaduto, lì tutti la indossano.

 

foto incontro Taranto-Viola RC (per gentile concessione del CJ)

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