Ecclesia

La Facoltà teologica pugliese conferisce il dottorato honoris causa ad Andrea Riccardi

foto Siciliani-Gennari/Sir
28 Nov 2022

Oggi, lunedì 28 novembre, alle ore 10.30, a Bari, nell’auditorium “Nino Rota” del conservatorio di musica “Niccolò Piccinni”, si terrà l’inaugurazione dell’anno accademico 2022-2023 della Facoltà teologica pugliese con la cerimonia di conferimento del dottorato honoris causa ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.
Il programma prevede, dopo i saluti istituzionali, la relazione annuale del preside della Facoltà teologica pugliese, Vito Mignozzi. Seguirà la laudatio di Andrea Riccardi da parte di mons. Giuseppe Satriano e la lectio magistralis dello stesso Andrea Riccardi, sul tema “Chiese sorelle, popoli fratelli”.
Il solenne atto accademico è stato preceduto dalla celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Satriano nella cattedrale di Bari alle ore 8.30.

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Angelus

La domenica del Papa – Vegliare: l’attesa fatta di pazienza e di liberazione

È una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale

foto Vatican media/Sir
28 Nov 2022

di Fabio Zavattaro

Vegliare è il verbo che Matteo ci consegna in questa domenica, la prima del tempo di Avvento, tempo di attesa e di speranza: “la porta oscura del tempo, del futuro è stata spalancata – scrive Benedetto XVI nell’enciclica Spe salvi – chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova”. Nella pagina del Vangelo Matteo ci chiede di essere sempre pronti ad accogliere il Signore, di ‘custodire’, per usare un verbo caro a Francesco, la speranza. Gesù è sul monte degli Ulivi, aveva detto ai suoi discepoli che il tempio sarebbe diventato un mucchio di rovine, senza indicare né il giorno, né l’ora. Ecco allora l’invito a vegliare, e a custodire la propria fede.
“Tempo del concepimento di un Dio che ha sempre da nascere”, definisce l’Avvento padre David Maria Turoldo, che chiede al Signore di venire a vincere la notte, i silenzi, le solitudini. Tempo del ‘già e non ancora’, di un Dio che è presente nel nostro cammino, che ci accompagna e ci parla. Il Signore viene, ci fa visita, “si fa vicino e ritornerà alla fine dei tempi per accoglierci nel suo abbraccio”, afferma papa Francesco nelle parole che precedono la preghiera mariana dell’Angelus. Il Signore “è presente nel nostro cammino, ci accompagna e ci parla”, ma forse siamo distratti da tante cose e “questa verità rimane per noi solo teorica; sì, sappiamo che il Signore viene ma non la viviamo questa verità, oppure immaginiamo che il Signore venga in modo eclatante, magari attraverso qualche segno prodigioso. Invece è quotidianamente con noi, “si nasconde nelle situazioni più comuni e ordinarie della nostra vita. Non viene in eventi straordinari, ma nelle cose di ogni giorno. E lì, nel nostro lavoro quotidiano, in un incontro casuale, nel volto di una persona che ha bisogno, anche quando affrontiamo giornate che appaiono grigie e monotone, proprio lì c’è il Signore, che ci chiama, ci parla e ispira le nostre azioni”.
Ecco allora il vigilare per non correre il rischio di non accorgerci della sua venuta, come accadde al tempo di Noè; “mangiavano e bevevano […] e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti”. Di qui l’invito di papa Francesco, all’Angelus, per questo tempo di attesa: “lasciamoci scuotere dal torpore e svegliamoci dal sonno”; cerchiamo di “riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane”. Vegliare, dunque, come le cinque donne che, avendo messo da parte l’olio per le loro lampade, hanno accolto lo sposo al suo arrivo e partecipato al banchetto nuziale. Restiamo vigilanti, afferma il vescovo di Roma, perché “se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi”.
L’attesa è fatta di pazienza e di liberazione; è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale. L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo: “si potrebbe dire – affermava Benedetto XVI – che “l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza”.
Angelus nel quale Francesco torna a condannare la violenza che è tornata a insanguinare la Terra Santa: “la violenza uccide il futuro, spezzando la vita dei più giovani e indebolendo le speranze di pace”, ha affermato dopo la recita della preghiera mariana. Non solo, ha voluto ricordare la morte, a Gerusalemme, di uno studente ebreo di 16 anni e di un ragazzo palestinese di 14 anni ucciso nello stesso giorno dall’esercito israeliano negli scontri a Nablus, per dire: “spero che le autorità israeliane e palestinesi tengano maggiormente a cuore la ricerca del dialogo per costruire la fiducia reciproca senza la quale non ci sarà mai una soluzione di pace per la Terra Santa.
Ancora, ha parole contro la violenza sessuale sulle donne, affermando come sia, purtroppo, “una realtà generale e diffusa dappertutto e utilizzata anche come arma di guerra. Non stanchiamoci di dire no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace; in particolare per il martoriato popolo ucraino”. E per il clochard, Burkhard Scheffler, morto a causa del freddo, venerdì 25 novembre, sotto il colonnato di piazza San Pietro.

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Cei

Si è concluso il convegno della Cei-Ucs “Utente e Password. Connessioni e profezia”

foto Siciliani-Gennari/Sir
28 Nov 2022

Si è chiuso sabato pomeriggio, a Roma il convegno “Utente e password. Connessioni e profezia”, organizzato dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei. La terza e ultima giornata ha offerto l’intervento di Claudia D’Ippolito (Ipsos) che ha mostrato una fotografia “mediatica” del Paese. È seguito un focus sulla comunicazione e il Cammino sinodale, a partire dalla testimonianza delle diverse associazioni impegnate nel campo della comunicazione. Prima delle conclusioni, affidate al direttore Vincenzo Corrado, è stato don Domenico Beneventi, collaboratore dell’Ufficio, a presentare le proposte emerse dai lavori di gruppo, che nella giornata di venerdì hanno impegnato i 140 partecipanti provenienti da 74 diocesi.
La seconda sessione, infatti, è stata ampiamente dedicata alla riflessione e al confronto nei “tavoli sinodali”. Ad introdurre il dibattito è stato mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale e sottosegretario della Cei: “Non dobbiamo avere paura di intercettare chi è al di là di noi e del nostro mondo; questo percorso avviato nelle chiese locali deve servire a creare connessioni e a riconciliare gli opposti”. Per questo occorre “uscire dalla logica del ‘si è sempre fatto così’, immaginare con creatività, diventare capaci di incontrare e dialogare”.
Secondo mons. Domenico Pompili, vescovo di Verona e presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, “la Chiesa deve realizzare quello che la comunicazione esprime, cioè deve generare comunione”. In quest’ottica, “quando la Chiesa si limita ad informare restringe il suo campo d’azione e finisce per essere confusa come una delle tante agenzie presenti e vocianti nell’agorà pubblica, perdendo quella differenza che la preserva dall’assuefazione alla chiacchiera”.
Per Pier Cesare Rivoltella, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore e fondatore del Cremit, è urgente “ripensare la forma della comunicazione” e i “cantieri sinodali” possono essere il luogo e l’occasione per contribuire a “leggere la realtà superando la concezione per la quale la presenza sia sintomo automatico di qualità, riflettere sulla confusione tra emozione e sentimento, andare oltre la cultura dell’accelerazione insistendo sul tema dell’igiene del tempo”.
L’invito di Corrado è stato dunque quello ad “attivare le nostre energie migliori perché questo tempo non venga tradito da falsi profeti, ma sia ricomposto attraverso un’attenta lettura del passato (anche a livello sociale e soprattutto culturale) e venga così aperto nell’oggi a un futuro di speranza. Si tratta d’inserirsi all’interno di una storia che ci precede e che ci seguirà. Non siamo battitori solitari, ma siamo e vogliamo essere tessitori di comunità. E vogliamo farlo attraverso la nobile arte della comunicazione, che non deve mai smembrare ma sempre ricomporre. È il dono della profezia cui siamo chiamati solo se mettiamo da parte gli interessi di parte”.

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Teatro

Una strepitosa Lina Sastri a Taranto con “Edoardo mio”

foto Martino Marzella
27 Nov 2022

Lina Sastri, nella performance  “Eduardo mio/maestro di vita e di palcoscenico” in un intrecciarsi di aneddoti musicali e racconti del suo esordio nel mondo del teatro – grazie ai consigli del grande maestro -, ha deliziato un pubblico incantato dalla sua riconosciuta bravura e dalla grande   padronanza del palcoscenico.

foto Martino Marzella

Più di due ore di puro teatro e il lungo applauso – insieme all’abbraccio virtuale alla grande artista -, ha saldato ancora di più il rapporto stretto tra Lina Sastri e la nostra città.

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Sport

Italcave Real Statte, vittoria ancora rimandata in casa

foto G. Leva
26 Nov 2022

di Paolo Arrivo

Una vittoria e tre pareggi in 8 giornate. Sei punti conquistati: la classifica dice che il cammino dell’Italcave Real Statte nel campionato di serie A è tutt’altro che una passeggiata. E che la vittoria in casa è ancora rimandata. Alla vigilia del match con la Vis Fondi le ragazze allenate da Tony Marzella erano chiamate a confermare i segnali di crescita evidenziati nella precedente gara. Perché a dispetto del risultato finale (sconfitta per 5-2), contro la Kick Off l’Italcave aveva offerto una prestazione più che accettabile: la migliore della stagione. Solo la sfortuna, i tre pali e i miracoli del portiere avversario, le avevano negato la gioia di portare a casa almeno il pari. Il pareggio è arrivato con la Vis Fondi. Zero a zero: un risultato inedito per il calcio a 5, che fa contenta più la formazione laziale, fanalino di coda del campionato, che le padroni di casa.

IL MATCH- Le stattesi, eccezionalmente in maglia nera, faticano a sbloccare il risultato contro le ospiti rossoblu. Che centrano il palo con un tiro di Caciorgna. Centra il legno poi anche Titova, l’ucraina in forza alla formazione ionica. La stessa calciatrice è costretta ad uscire dal campo per un problema muscolare. Si va al riposo sullo 0-0. Alla ripresa, partenza sprint dell’Italcave Real Statte che va vicinissima al goal in contropiede con Nona (salvataggio sulla linea di Caciorgna). Le occasioni fioccano per le padroni di casa. Ma non riescono a sfondare.

IL COMMENTO- Nell’immediato post gara coach Marzella esprime tutto il proprio rammarico: “Peccato per il risultato: abbiamo avuto almeno 6-7 palle nitide davanti alla porta, purtroppo sprecate. Con il passare dei minuti è affiorata la stanchezza, che fa perdere lucidità, la concentrazione giusta da mettere in campo”. L’obiettivo adesso, in vista delle prossime sfide e dell’appuntamento con la Supercoppa italiana (sabato 10 dicembre contro Falconara), è recuperare le ragazze infortunate. Tra queste, il mister ricorda Russo, che è stata indisponibile a causa dell’influenza per tutta la settimana.

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Libri

Poeti, versi e rime a filiera corta: rinviato a sabato 3, l’appuntamento con Mara Venuto

foto Laboratorio urbano Mediterraneo
25 Nov 2022

Ritorna, per l’ultimo appuntamento, la mini-rassegna “Poesie a km 0 – Poeti, versi e rime a filiera corta”, che rappresenta la prima incursione del Laboratorio Urbano Mediterraneo/Presidio del Libro di San Giorgio Jonico nell’affascinante mondo della poesia.

Quest’anno si è voluto ri-partire dalla “poesia”, sicuri che leggere e capire la poesia permetta di leggere e capire meglio il mondo in cui viviamo.

Sabato 3 dicembre 2022, alle ore 18.30 nella sede del Laboratorio Urbano Mediterraneo (via Trento, accanto all’ufficio postale), sarà presentato il terzo libro dal titolo “La lingua della città” di Mara Venuto  (Delta 3 Edizioni, 2021), una raccolta di poesie che, come scrive Giorgio Galli nella prefazione, “è il canto di dolore della città di Taranto: un dolore fatto di esistenze spezzate, di paesaggi aridi e devastati, di vite di operai cariche di dignitosa amarezza”, una poesia che dà voce alla città stessa e che riecheggia, in alcuni componimenti, sia il celebre “Memorie dal sottosuolo” di Fëdor Dostoevskij, che il romanzo “City” di Alessandro Baricco.

Una poetessa e un libro perfettamente in linea con il claim della rassegna preso da una citazione di Charlie Chaplin:“La poesia è una lettera d’amore indirizzata al mondo”; in un momento di smarrimento, povertà (sia materiale che spirituale) e guerra, mai come ora abbiamo bisogno di leggere questa lettera, studiarla e, se possibile, diffonderla.

A moderare la serata sarà il giornalista Raffaello Castellano, coordinatore del Laboratorio Urbano Mediterraneo e responsabile del Presidio del Libro di San Giorgio Jonico, mentre a presentare il libro e dialogare con l’autrice sarà Maddalena D’Amicis, coordinatrice del Laboratorio e membro dello stesso Presidio; infine al supporto logistico provvederà Lucia Moscatelli, sempre dello stesso presidio.

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Diocesi

L’arcivescovo coadiutore Ciro Miniero si presenta alla comunità: “Cammineremo insieme”

25 Nov 2022

di Silvano Trevisani

È stato il primo vero incontro con la diocesi, quello che l’arcivescovo coadiutore Ciro Miniero ha avuto, nella Concattedrale, con l’assemblea sinodale diocesana. Un’occasione particolare, che gli ha dato modo di rivolgersi a una rappresentanza di tutte le parrocchie della diocesi. Noi abbiamo approfittato dalla sua presenza per rivolgergli alcune domande.

Foto G. Leva

In questi giorni lei è ancora un “ospite” per la nostra comunità che attende di conoscerla più approfonditamente. Come ha percepito l’attenzione della comunità, del clero e il clima della città?

Certamente di grande accoglienza e disponibilità in questi primissimi giorni, e certamente questa sensazione crescerà sempre di più quando inizierò a conoscere le persone direttamente. Però è già un bel clima.

Ma lei aveva, prima ancora di venire tra noi, una percezione di cos’era Taranto?

Avevo una percezione abbastanza chiara per le sue bellezze, per il suo mare, per i paesi vicini noti per l’ospitalità, ma non conoscevo direttamente Taranto, se non per occasioni di passaggio. È una città di cui ho sentito però parlare tante volte, anche per l’opera di monsignor Santoro, che faceva sentire la sua presenza all’interno della Conferenza episcopale italiana, e per i problemi legati al lavoro. Poi adesso sto iniziando a guardare le persone.

C’è un legame storico e culturale antico tra Taranto e Napoli, un legame forte che ha tratti saldi di collegamento anche nella Chiesa, come san Francesco de Geronimo che ha operato a Napoli, ma anche attraverso personaggi della cultura, come Paisiello.

Certo. Anche nella Cattedrale è chiaramente visibile questo legame attraverso gli affreschi di Paolo De Matteis o le bellissime statue di Giuseppe Sanmartino e tante altre opere che richiamano questo legame antico con Napoli con il Cilento. È una bella sintesi e certamente questo mi aiuterà ancora di più a bussare e ad entrare nel cuore delle persone per poter camminare insieme.

Quest’assemblea, che si svolge in un luogo sacro che è anche simbolo della modernità, la Concattedrale progettata da Gio Ponti, le dà anche modo di scoprire un altro lato della Chiesa di Taranto.

Anche questo è un luogo bellissimo, come la Cattedrale di San Cataldo: due chiese importanti due luoghi belli che mettono insieme “radice” e “prospettiva”.

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Ecclesia

L’assemblea sinodale diocesana ha presentato le istanze e le esigenze della Chiesa locale

Foto G. Leva
25 Nov 2022

di Silvano Trevisani

Si è svolta nella Concattedrale Gran Madre di Dio l’assemblea diocesana, con la presenza di sacerdoti e religiosi e dei rappresentanti di tutte le parrocchie, per fare il punto sulla fase sinodale diocesana, in vista del grande sinodo di Roma. L’incontro, che ha visto per la prima volta la partecipazione attiva dell’arcivescovo coadiutore Ciro Miniero, è stata aperta dalla preghiera e dal canto d’invocazione, cui è seguito l’intervento introduttivo dell’arcivescovo Filippo Santoro il quale ha commentato il brano evangelico che ricorda l’incontro di Maria e Marta con Gesù. Il clima da cui si parte è proprio la vicinanza di Gesù, che si manifesta anche, in un primo momento, nella risposta a Marta, che entra in dialogo con Gesù rimproverandolo perché inviti la sorella ad aiutarla nelle sue mansioni, ma ottenendo da Gesù una risposta chiara: “Marta, tu ti agiti e ti affanni per molte cose, ma di una sola cosa hai bisogno e Maria ha scelto la parte migliore”. Il bisogno fondamentale per Marta come per ogni uomo è il bisogno di un significato, di qualcosa che illumini e sostenga la vita.

Foto G. Leva

Monsignor Santoro ha definito il lavoro assembleare un “cantiere che ci fa costruire un edificio: è una costruzione che facciamo insieme, è l’incontro di tutta la nostra archidiocesi che risponde all’invito del Papa di lavorare in una prospettiva sinodale in tutta la Chiesa del mondo” Siamo insieme come esempio di sinodalità, ha sottolineato, il nostro scopo è appunto quello di camminare insieme. Per questo uniamo tutte le esperienza dei vari vicariati nei quali è divisa la nostra arcidiocesi, con testimonianze delle sollecitazioni e dei suggerimenti che ci vengono rivolti dalla base per rendere più vicino l’annuncio del Signore a tutti. “Il nostro cammino di presenza invita alla speranza, quella che noi abbiamo definito “speranza testarda” rivolta al nostro territorio, perché, nonostante le difficoltà, abbia una prospettiva di crescita importante. La fede dà un cuore nuovo a ogni impegno i giustizia, di verità, di bellezza”.

Nella vita della comunità locale la Chiesa – ha anche aggiunto – è presente sia nell’impegno solidale, dimostrato dal centro diurno per i bisognosi, per l’attenzione costante ai temi dell’ambiente e del lavoro, per essere testimone anche all’esterno della volontà attiva di allargarsi a tutta la comunità.

“È questo il modo di condividere le domande e le istanze che vengono dalle persone e la presenza di monsignor Miniero come coadiutore rafforza il nostro lavoro qui e rende a me anche un po’ più di serenità per gli altri impegni che il Santo Padre mi ha dato, per incrementare l’annuncio evangelizzatore e la presenza nei traumi, nelle difficoltà, nelle grandi prospettive che ha il nostro territorio”.

Foto G. Leva

L’assemblea è proseguita con la testimonianza portata dai rappresentanti delle dodici vicarie di zona in cui la diocesi è suddivisa, oltre che dalla consulta dei laici, che hanno condensato le esperienza raccolte e messe a punto localmente per essere poi portate a sintesi.

È, quindi, intervenuto monsignor Miniero che, rivolgendosi all’assemblea, ha espresso il suo auspicio e la sua tensione a un cammino da fare insieme. La parola “insieme” è tornata più volte nel suo saluto, nel quale ha raccontato come la nomina lo abbia colto assolutamente di sorpresa, ma che tale sorpresa è stata subito superata per la sensazione di trovarsi di fronte a una Chiesa che accoglie e che vuole impegnarsi in un percorso unitario, come dimostrano le testimonianze che sono state portate all’assemblea. “Discorrere tutti quanti insieme – ha aggiunto – ci dà una forza maggiore per leggere ognuno la propria esperienza di vita ecclesiale e di sentire la necessità di ascoltare. Proprio la mancanza di ascolto ha potuto creare, un po’ ovunque, una distanza tra molti che non sanno neppure che cosa sia la Chiesa. Allora questo ci sta facendo scoprire la nostra vicinanza al Papa. Grazie per questo racconto degli impegno e delle difficoltà che incontriamo nella nostra vita di comunione”. Monsignor Miniero ha concluso esprimendo l’ansia e la volontà di unirsi alla comunità, in aiuto al suo arcivescovo per portare avanti questo cammino comune.

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Città

Ecco come sarà la nuova piazza Castello voluta dalla giunta comunale

25 Nov 2022

Ecco come sarà la “nuova” piazza Castello. Con l’approvazione da parte della giunta Melucci del progetto definitivo, sarà avviata la conferenza di servizi cui seguirà, molto presto, la gara per il restyling completo di piazza Castello. Il nuovo progetto prevede: una grande area pedonale e pienamente accessibile, cinque giardini a tema, giochi d’acqua circolari “per citare lo scultore Nicola Carrino – si legge nella nota del Comune – che in un suo schizzo li immaginò intorno alle colonne doriche, sono i tratti salienti dell’idea progettuale partorita dall’architetto Dong Sub Bertin e dal team di professionisti incaricati di disegnare il nuovo assetto dell’area urbana che si sviluppa tra Palazzo di città, Castello aragonese e discesa Vasto”.

“Frutto del concorso bandito nel 2020 – ha spiegato il sindaco Rinaldo Melucci – il progetto restituirà a piazza Castello una dimensione più umana, più connessa alla Città Vecchia e porta ideale verso questo storico quartiere, anch’esso interessato da numerosi interventi di riqualificazione. Farà il paio con piazza Fontana, anch’essa presto oggetto di un intervento di riqualificazione, definendo gli estremi urbanistici dell’Isola”.

Da parte sua, l’assessore ai Lavori Pubblici Mattia Giorno, spiega: “Investiremo circa 1,3 milioni di euro per questi lavori e sarà un intervento significativo anche dal punto di vista della sostenibilità, considerando l’installazione di nuove alberature e aree verdi. Contiamo di recuperare anche il basolato esistente, oltre quello che eventualmente affiorerà durante gli scavi, anche per integrarlo a quello che realizzeremo lungo via Duomo. Andiamo spediti, insomma, per cambiare volto a questa porzione di città”.

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Giornata mondiale

Violenza sulle donne: nel 2021 in 19.600 hanno chiesto aiuto ai centri antiviolenza

foto Fondazione con il Sud
25 Nov 2022

Sono circa 19.600 le donne che hanno affrontato nel 2021 il percorso di uscita dalla violenza con l’aiuto dei Centri antiviolenza, di cui il 30% di nazionalità straniera. Più del 70% delle donne cerca aiuto nei Centri antiviolenza dopo che ha subito per anni episodi di violenza.
Questi alcuni dei dati emersi dal rapporto Istat ‘I percorsi delle donne per uscire dalla violenza tra difficoltà e risorse’. Il 19,1% delle donne cerca aiuto in fase di emergenza, si legge ancora nel documento. Inoltre il 30% di loro donne è già entrata in contatto con le forze dell’ordine prima di arrivare al Centro. Nel 72,6% dei casi di violenza, inoltre, i figli hanno assistito alla violenza subita dalle proprie madri.
Per quanto riguarda l’aspetto giudiziario, dal rapporto emerge che circa il 10% delle donne ritira la denuncia durante le varie fasi del processo. Si legge anche che le richieste di allontanamento o di divieto di avvicinamento e/o di ammonimento sono accettate nel 72% dei casi. Sono meno di una su quattro (il 22%), infine, le donne che raggiungono gli obiettivi del percorso di uscita dalla violenza.

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Diocesi

Alle 16 in Concattedrale, l’Assemblea diocesana di Taranto

foto d'archivio G. Leva
25 Nov 2022

Per il pomeriggio di oggi, venerdì 25 novembre, alle ore 16, è stata convocata dall’arcivescovo mons. Filippo Santoro l’annuale assemblea diocesana, nella Concattedrale di Taranto.

Riportiamo di seguito la lettera che è stata recapitata ai sacerdoti e alle comunità parrocchiali della diocesi tarantina:

 

Carissimi sacerdoti,

come è noto, la comunità diocesana è convocata per l’Assemblea, venerdì 25 novembre, nella Concattedrale Gran Madre di Dio.

Ritengo importante l’appuntamento annuale che vede la Chiesa diocesana riunita, continuando l’esperienza del pellegrinaggio di settembre con cui abbiamo dato inizio all’anno pastorale.

Con l’Assemblea, vivremo un altro incontro di stile sinodale che vedrà la presenza del Coadiutore, S. E. mons. Ciro Miniero che, per la prima volta incontrerà la comunità diocesana. Rivolgo, pertanto, per questi motivi, un caloroso invito alla partecipazione a questo evento di gioia e di comunione ecclesiale. Per il nostro cammino comune è importante la presenza dei Sacerdoti diocesani e religiosi (possibilmente sia soppressa la Messa vespertina o sia celebrata al mattino), dei Consigli pastorali parrocchiali e di quattro persone per parrocchia, confraternite, associazioni, gruppi, movimenti, aggregazioni laicali, dal momento che gli spazi sono più ampi rispetto al tempo della pandemia.

Vi ricordo il programma

alle ore   16.00  Accoglienza

                 16.15   Preghiera iniziale

                 16.30  Sintesi delle relazioni delle vicarie

                 18.00  I cantieri di Betania (don Alessandro Greco)

                 18.30  Confronto

                 19.30  Conclusioni

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Festival

Festival della Dottrina sociale: tra panel e tavole rotonde; in serata il premio “Imprenditori per il bene comune”

foto Valentina Zamboni
25 Nov 2022

Ha preso il via venerdì mattina 25, la seconda giornata della XII edizione del Festival della Dottrina sociale ospitato nel Palaexpo Verona Fiere sul tema “Costruire la fiducia – La passione dell’incontro”.
E proprio le parole “fiducia” e “incontro” sono quelle maggiormente risuonate nei messaggi e negli interventi della sessione inaugurale di ieri sera. A maggior ragione in questo tempo, nel quale – come ha ricordato papa Francesco nel suo messaggio ai partecipanti – “viviamo una stagione di grandi conflittualità”, sia attorniati da “uno scenario cupo” che “richiede un intervento deciso con un’opera riparatrice”. Il Santo padre ha parlato della “terza guerra mondiale!” e in molti hanno notato come non abbiamo aggiunto quel “a pezzi” che da alcuni ani va ripetendo. All’aggressione russa in Ucraina ha fatto riferimento anche il presidente Mattarella, secondo cui con il conflitto nel cuore dell’Europa “abbiamo toccato con mano quanto sia imprescindibile ‘costruire fiducia’ per restituire speranza all’umanità”.
Sul tema della kermesse si sono soffermati il sindaco e il vescovo di Verona. Contraria all’incontro è ‘l’indifferenza’ che – secondo Damiano Tommasi – “è premessa allo svuotamento della comunità”. Per mons. Domenico Pompili, “la fiducia è merce rara ma più diffusa di quello che pensiamo”. “Soltanto riscoprendo il legame sociale, che viene prima dell’individuo, possiamo metterci nella direzione del bene comune”, ha evidenziato il vescovo, secondo cui “siamo chiamati a declinare la fraternità che è di più della semplice fratellanza”.
Molteplici gli argomenti affrontati da mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, e da don Sergio Massironi, del dicastero vaticano per il Servizio umano integrale, nel dialogo con Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. Relazioni, solitudine ma anche media, comunità energetiche e cammino sinodale. Sulla guerra mons. Baturi ha affermato che serve una “politica per la pace giusta che implica una prassi di dialogo che va al più presto suggerita, se non indotta”.
Il Festival prosegue oggi con panel, tavole rotonde e in serata il conferimento del Premio “Imprenditori per il bene comune”, riconoscimento sponsorizzato da Cattolica Assicurazioni consegnato a coloro che hanno saputo orientare con creatività, coraggio e successo, la propria impresa, sia essa profit o non profit, al bene comune.

 

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