Eventi cittadini

Lunedì 16, il secondo incontro del corso di formazione su “Popolo di Dio e Fraternità dei Popoli”

L’ufficio diocesano Cultura ha avviato le attività pastorali per l’anno 2022-2023: il primo appuntamento è stato sul Popolarismo di papa Francesco

30 Dic 2022

di Lorenzo Musmeci

 L’ufficio diocesano Cultura ha avviato le attività pastorali per l’anno 2022-2023, dando inizio a un corso di formazione sul tema: “Popolo di Dio e Fraternità dei Popoli”: dal Concilio Vaticano II a papa Francesco. L’argomento sarà trattato nel corso di sette incontri, che si svolgeranno durante tutto quest’anno pastorale. 

Il paragrafo 220 della esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” sintetizza il percorso proposto: In ogni nazione, gli abitanti sviluppano la dimensione sociale della loro vita configurandosi come cittadini responsabili in seno ad un popolo, non come massa trascinata dalle forze dominanti. (…) Ma diventare un popolo è qualcosa di più, e richiede un costante processo nel quale ogni nuova generazione si vede coinvolta. 

Il primo appuntamento sul tema “Il Popolarismo di papa Francesco” si è svolto lunedì 5 dicembre 2022, alle ore 18, nella parrocchia S. Roberto Bellarmino. Gli incontri sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal prof. Lino Prenna, docente universitario. 

L’obiettivo del primo incontro è stato quello di spiegare perché è possibile definire il sistema culturale di papa Francesco con il termine “popolarismo”. Come ha ricordato il prof. Prenna: “Tutto ciò che papa Francesco pensa della storia, della vita, del mondo e della chiesa scaturisce dalla nozione di popolo. In un’intervista che papa Francesco ha rilasciato alla stampa nell’agosto del 2019, al giornalista che gli ha chiesto cosa pensasse del popolarismo, il pontefice ha risposto di non poter definire nettamente questo concetto, ma di averlo approfondito durante i suoi studi teologici”. 

Il prof. Prenna ha, dunque, precisato: “Si tratta della teologia del popolo, un versante della teologia della liberazione elaborata in America latina. Sul piano politico, la teologia della liberazione sviluppa l’idea del riscatto sociale; la teologia del popolo, invece, trasferisce tali istanze politiche sul piano pastorale e diviene il modo di pensare Dio a partire dal popolo. Il Concilio ha detto, infatti, che non è possibile conoscere pienamente Dio se non si conosce bene l’uomo”. 

Il popolo non è la massa: la dignità di popolo è propria del popolarismo, la condizione di massa caratterizza il populismo. Nell’enciclica “Fratelli Tutti”, il paragrafo 157 spiega questa differenza: È molto difficile progettare qualcosa di grande a lungo termine se non si ottiene che diventi un sogno collettivo. Tutto ciò trova espressione nel sostantivo “popolo” e nell’aggettivo “popolare”. Se non li si includesse – insieme ad una solida critica della demagogia – si rinuncerebbe a un aspetto fondamentale della realtà sociale. E più avanti il numero 158 aggiunge: Il servizio che prestano (si riferisce ai leader popolari, cioè ai politici), aggregando e guidando, può essere la base per un progetto duraturo di trasformazione e di crescita, che implica anche la capacità di cedere il posto ad altri nella ricerca del bene comune. Ma esso degenera in insano populismo quando si muta nell’abilità di qualcuno di attrarre consenso allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo, sotto qualunque segno ideologico, al servizio del proprio progetto personale e della propria permanenza al potere. 

Il prof. Prenna ha continuato, passando in rassegna gli eventi storici che hanno caratterizzato la fondazione del Partito popolare, la vita di don Luigi Sturzo, il rapporto tra i cattolici e la politica e la Questione Romana sino alla firma dei Patti Lateranensi. Egli ha sottolineato: “Se per Sturzo il popolarismo è un sistema politico, che permette di pensare la politica, per Bergoglio esso è un sistema culturale, che ingloba vita, storia, mondo e chiesa”. 

Nell’evidenziare l’importanza della pedagogia politica, che ha saputo promuovere l’educazione popolare e nazionale, il prof. Prenna ha affermato: “L’educazione è nazionale nella misura in cui assume il popolo come soggetto, cioè entità alla quale fare riferimento; è popolare nella misura in cui educa all’italianità, cioè al concetto di nazione che sta nascendo”. Si può constatare che Sturzo coglie il momento di riscatto del termine “popolo” dalla sua accezione negativa; il popolo inizia a essere considerato come comunità che continuamente fa la storia. 

Il relatore, nel proseguire, ha definito la pietà popolare non come mera manifestazione folkloristica della fede, ma come vera inculturazione popolare della stessa, e ha sottolineato: “La fede che studiamo nella teologia e che celebriamo nella liturgia è la stessa che il popolo vive nella sua quotidianità e rappresenta nei segni che caratterizzano la vita di ogni giorno”. 

Il prof. Prenna ha così concluso: “Il popolo, elevato dalla grazia, diventa popolo di Dio, chiesa, comunità civile e comunità religiosa. Il passaggio dalla natura alla grazia, secondo l’accezione della teologia scolastica, è riassunto nell’espressione grazia perficit naturam cioè la grazia perfeziona la natura. Questo passaggio ci porta a parlare della genesi del regno di Dio nel mondo e del popolo come fiume che cammina nella storia, insieme con altri popoli, dentro la stessa umanità”. 

Muovendo da queste premesse, il prossimo incontro del corso di formazione tratterà il tema: “Politica e religione: Costruire il popolo”, che si terrà il 16 gennaio, con inizio alle ore 18 e ingresso da via San Roberto Bellarmino. Per qualunque informazione si rimanda al sito dell’ufficio di pastorale della Cultura:

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Sport

Il 2022 tra imprese realizzate e sfiorate: nessuno tolga lo scettro a Benedetta Pilato

30 Dic 2022

di Paolo Arrivo

Un anno di sport. Di imprese realizzate e mancate, sfiorate, di emozioni vissute in riva allo Jonio, e oltre i confini nazionali: le più grandi del 2022 ce le ha regalate, ancora una volta, Benedetta Pilato. Nessuno tolga lo scettro alla 17enne campionessa di Taranto. Che ha conquistato la medaglia d’oro agli Europei di nuoto. Prima ancora, il mondiale a Budapest nei 100 rana e il campionato italiano in un’altra ottima annata caratterizzata, nella seconda parte, da un evidente innegabile calo. Le ultime prestazioni deludenti non vanno però interpretate come un campanello d’allarme. La stagione lunga mette a dura prova anche gli atleti più formidabili: non si può vincere né eccellere per tutto l’anno.

I protagonisti

Dalla vasca al campo di calcio, il 2022 è stato un anno positivo per il Taranto, partito decisamente male in questo campionato: la squadra ora affidata a Eziolino Capuano sta vivendo un momento di rinascita, in serie positiva da quattro giornate. L’istrionico allenatore campano è riuscito a tirare fuori il meglio da un organico non di primo piano. L’auspicio è che possa fare le fortune del Taranto che, in un futuro non troppo lontano, potrebbe onorare il nuovo stadio “Erasmo Iacovone” giocando in serie B, o persino nel massimo campionato – lo ha auspicato il primo cittadino Rinaldo Melucci difendendo il progetto che proietta la città dei due mari ai Giochi del Mediterraneo.

L’ultimo match allo Iacovone con il Monopoli – foto G. Leva

Restando sugli sport di squadra, resta un’eccellenza la Gioiella Prisma Taranto: l’unica realtà che rappresenta il Meridione nella Superlega Credem Banca sta lottando per la sopravvivenza. E sebbene la sconfitta sia un’esperienza frustrante (su 13 partite ha perso 10 volte), bisogna guardare all’obiettivo più importante. Il fanalino di coda Siena dista quattro punti. E va tenuto a distanza.

Tra gli atleti di punta vanno menzionati la karateka Silvia Semeraro, oro ai World Games di Birmingham (Stati Uniti, Alabama), poi confermatasi campionessa italiana, capace di esprimersi ad altissimo livello per tutto l’anno; la saltatrice con l’asta Francesca Semeraro, che ha sfiorato il podio ai Campionati italiani assoluti di Rieti realizzando, in quella stessa gara, il nuovo record regionale pugliese.

Da sottolineare, nello stesso 2022, la crescita del movimento cestistico ionico: dal CJ Basket  Taranto, uscito con onore dai playoff di serie B Old Wild West dello scorso maggio (permane il rammarico per il mancato salto di categoria, da ritentare), all’Anspi Santa Rita; alla Nuova Orizzonti, scommessa della pallacanestro rosa.

Il “Nino” nazionale

Dulcis in fundo, l’ultimo trionfo da celebrare è quello firmato da Giovanni Rossetti, sotto Natale. “Nino” infatti si è laureato campione italiano dei pesi medi sconfiggendo il campione uscente Carlo De Novellis. Una vittoria per knockout tecnico avvenuto all’ottava ripresa, durante un match spettacolare, andato in scena al Palahockey di Reggio Emilia. Un punto di partenza verso obiettivi ancora più importanti.

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Ricordo

In ricordo di un re

Pelè è un messaggio che resta, perché fusione atemporale di fisicità e di spirito, di speranza per tutti, poveri e non. Semplicemente di umanità. Ciao, O Rey, e grazie per il tempo magico che ci hai regalato

foto Ansa/Sir
30 Dic 2022

di Marco Testi

Il re è morto, lunga vita al re. O Rey per eccellenza, senza possibilità di dubbi, litigi, campanilismi. Più di un re, forse, una leggenda, che mette insieme tutto ciò che in molte lande del pianeta purtroppo è diviso: tre mondiali vinti, maggior numero di gol con la sua nazionale, povertà iniziale, calcio per strada e con palla di stracci, carisma che ha frantumato tutti i luoghi comuni razzisti, capacità di affondare con il suo genio calcistico i confini dettati dai ruoli e dagli schemi, in grado di fermare con quel carisma, anche se solo per 48 ore, la guerra civile in Nigeria nel 1967, perché tutte e due le fazioni contrapposte volevano vederlo giocare a Lagos.

Tanto da essere ricordato all’Onu come promotore dell’amicizia e della fraternità, più di qualsiasi altra carica istituzionale o politica.

L’Italia fece le spese del genio calcistico del Re nella finale dei mondiali del 1970 in Messico, nonostante che a marcarlo (a quei tempi si usava una stretta, occhiuta e ruvida marcatura a uomo, soprattutto sui campioni) ci fosse uno dei più implacabili terzini della storia del nostro calcio, il leggendario, roccioso Tarcisio Burgnich. Ma come lo stesso difensore ebbe poi a confessare, per alcuni la marcatura umana non era sufficiente, perché in Pelè convivevano classe, resistenza, corsa, umiltà, sfrontatezza – e però anche rispetto dell’avversario – visione del gioco, strategia, completezza del repertorio, compresi i colpi di testa (pur non essendo alto, ma la classe non conosce centimetri), di tacco, tunnel, finte e molto, molto altro.
E non solo calcio: Edson Arantes do Nascimiento è stato Ambasciatore delle Nazioni Unite per l’Ecologia e l’Ambiente, oggetto citazionale per canzoni (TheGiornalisti e Venditti, solo per fare due esempi nostrani).

Un mito che nonostante la sua scomparsa a 82 umani anni è destinato a sopravvivere nella storia dello sport – non solo del calcio – e della cultura umana, se a cultura diamo il senso di creazione di un immaginario che prima di lui non esisteva, fatto di sport, genio, eleganza, pace, sorriso e strada di collegamento tra razze, culture, tradizioni.

Un messaggio che resta, perché fusione atemporale di fisicità e di spirito, di speranza per tutti, poveri e non. Semplicemente di umanità. Ciao, O Rey, e grazie per il tempo magico che ci hai regalato.

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Drammi umanitari

Emergency sul decreto Sicurezza: “Si riduce l’operatività delle ong e aumenteranno i morti”

foto di Sos Mediterranee
30 Dic 2022

“Il decreto Sicurezza votato dal Consiglio dei ministri riduce drasticamente le possibilità di salvare vite in mare, limitando l’operatività delle navi umanitarie e moltiplicando i costi dei soccorsi per tutte le ong in mare”. Così Emergency commenta le disposizioni contenute nel Decreto Sicurezza sulle misure del soccorso in mare. “Il 2022 – fa notare l’ong in un comunicato – si chiude con delle cifre drammatiche: quasi 1.400 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale solo quest’anno. Di fronte a questi numeri terribili, le disposizioni contenute nel Decreto sono inaccettabili perché – imponendo alle navi umanitarie di portare immediatamente a terra i naufraghi – di fatto riduce le possibilità di fare ulteriori salvataggi dopo il primo soccorso. Le conseguenze di questo provvedimento saranno l’aumento dei morti in mare e dei respingimenti verso la Libia ad opera della Guardia Costiera libica. Nel 2022, sono state oltre 20 mila le persone respinte in Libia”. L’ong fa notare a questo proposito che i respingimenti verso la Libia sono considerati illegali e l’Italia è già stata condannata per questo dalla Corte Europea dei Diritti Umani nel 2009. Insomma, “i provvedimenti previsti dal Decreto – si legge ancora nella nota – determineranno una potenziale violazione dell’obbligo di intervenire in caso di segnalazioni di altre imbarcazioni in pericolo in mare, prescritto dal diritto internazionale e tutte le navi, anche quelle umanitarie, sono tenute a rispettarlo”. “Ostacolare il lavoro umanitario, che ha come unico obiettivo la messa in salvo di persone – conclude Emergency -, è inspiegabile se non in termini di consenso politico. Noi continueremo a salvare vite umane, nel rispetto del diritto internazionale e nazionale. Rispetteremo il codice di condotta solo qualora non entri in contrasto con norme di diritto internazionale e non smetteremo di credere che salvare vite umane è la cosa giusta da fare”.

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Amministrazione locale

Gabriella Ficocelli torna al suo assessorato, Luana Riso guiderà l’Urban Transition Center

30 Dic 2022

Torna a far parte della Giunta comunale Gabriella Ficocelli, con delega ai Servizi sociali e all’Integrazione, ruolo già ricoperto nella precedente amministrazione civica e che prende il posto di Luana Riso, cui viene affidato l’incarico di coordinare e rilanciare il ricostituito Urban Transition Center, al servizio del piano strategico Ecosistema Taranto.

Lo rende noto una nota del Comune rimarcando come l’Urban Transition Center abbia consentito di accompagnare e monitorare l’avanzamento delle azioni amministrative previste dal piano locale per la transizione giusta Ecosistema Taranto, che sta impattando sul piano socio-economico, urbanistico e culturale del capoluogo ionico, in funzione degli investimenti comunitari che dovrebbero raggiungere la loro maturazione proprio nella seconda metà del 2023.

È lo stesso sindaco Melucci a sottolineare come “dopo i primi mesi di riordino amministrativo e di priorità assegnate agli equilibri di bilancio e ai numerosi bandi e cantieri incombenti, riprende con rinnovato vigore il percorso del laboratorio di buone pratiche e studio delle trasformazioni del nostro modello di comunità, che spesso si è reso protagonista delle progettualità che stanno attirando l’attenzione e l’entusiasmo della cittadinanza, specie di giovani e imprese, per altro animando un diffuso processo partecipativo che mancava da sempre alle nostre latitudini”.
Vista l’esigenza di aggiornare la composizione della Giunta comunale, con l’intento di riequilibrare e consolidare le interazioni con la maggioranza di Palazzo di città viene disposto il ritorno in quota al gruppo consiliare di Taranto 2030 dell’assessora Gabriella Ficocelli, con delega ai Servizi sociali e all’Integrazione, ruolo già ricoperto con successo proprio nella precedente Amministrazione civica.
All’avvocato Luana Riso, invece, va la gratitudine del sindaco “per l’eccellente operato di questi mesi e per la qualità dei rapporti intrattenuti. Per tali motivazioni e per il suo profilo professionale e umano, ho chiesto oggi stesso a Luana Riso di assumere la responsabilità di coordinare e rilanciare proprio la programmazione del ricostituito Urban Transition Center, per quanto detto un impegno assolutamente strategico per l’amministrazione comunale, attraverso il quale intendiamo, per altro, coltivare e valorizzare al meglio la rete di collaboratori ed elettori che già aveva alimentato la piattaforma politico-culturale di Più Centrosinistra”.

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A Padova, il 28 gennaio, si celebra il centenario di san Francesco di Sales a patrono dei giornalisti e degli scrittori

foto: Ucsi e Isre
30 Dic 2022

Sarà Padova ad ospitare l’evento organizzato da Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) e Isre (Istituto superiore internazionale salesiano di ricerca educativa) sulla figura di san Francesco di Sales, per celebrare il centenario della sua proclamazione a patrono dei giornalisti e degli scrittori. L’evento, che contribuirà ad approfondire i temi proposti da papa Francesco nella lettera apostolica “Totum amoris est” sulla figura del santo vescovo di Ginevra, si svolgerà il 28 gennaio 2023 nella sala dello Studio teologico della basilica di Sant’Antonio, dalle ore 9.30 alle 12.45.
A delineare la figura del santo patrono dei giornalisti è stato invitato il card. Pietro Parolin, segretario di stato vaticano. Saranno presenti alla mattinata di studio anche Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, e padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista. I giovani reporter di Cube Radio, l’emittente accademica dell’Istituto universitario salesiano di Venezia (Iusve), proporranno un cortometraggio del titolo “San Francesco di Sales, ieri e domani” per evidenziarne l’attualità.
L’incontro sarà introdotto da Mimmo Vita, presidente dell’Ucsi Veneto, e Michela Possamai, presidente di Isre di Venezia, insieme ad autorità religiose e civili e a quanti hanno contribuito a rendere possibile l’evento.
Seguirà una tavola rotonda, moderata dal presidente nazionale dell’Ucsi Vincenzo Varagona, incentrata sull’infodemia e sulla trasformazione della comunicazione odierna schiacciata tra pesanti crisi interne ed esterne ai media, cui prenderanno parte le giornaliste Lucia Bellaspiga (Avvenire) e Vania de Luca (Tg3), i docenti dell’Università di Padova Vittorio Berti (Storia del cristianesimo), Fabrizio Ferrari (Storia delle religioni) ed Enzo Pace (Sociologia delle religioni), il presidente dell’Associazione Webmaster cattolici italiani (WeCa) Fabio Bolzetta e Federico Ruozzi (docente di Storia del cristianesimo all’Università di Modena e Reggio Emilia).
La scelta di Padova per questo meeting di respiro nazionale è dettata dal fatto che san Francesco di Sales frequentò l’Università patavina tra il 1588 e il 1592 all’interno della quale studiò diritto e teologia e proprio in questa città, molto probabilmente, prese la decisione di diventare prete.
La mattinata di studio e approfondimento, accreditata dall’ordine dei giornalisti del Veneto al conseguimento di crediti formativi, è sostenuta da Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, Banca di credito cooperativo di Patavina e Regione del Veneto e gode dei patrocini di Provincia e Città di Padova, Università di Padova, Ordine dei giornalisti nazionale e regionale, Sindacato giornalisti veneto, Vatican news, Fisc, WeCa, Salesiani don Bosco Italia, Conferenza episcopale Triveneto, diocesi di Padova, Iusve, basilica di Sant’Antonio, Messaggero di Sant’ Antonio, Ente nazionale sordi (Ens) e della collaborazione del Consorzio volontario per la tutela dei vini dei Colli euganei.

 

 

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Musica

Conoscere l’arpa e innamorarsene: Gabriella Russo dal mondo classico al moderno

29 Dic 2022

di Paolo Arrivo

Musica, arte, cultura e mare: il connubio perfetto nell’evento andato in scena in città vecchia, a Palazzo Amati, stamani, nell’ambito del “Taranto Grand Tour” – il progetto di accoglienza rivaluta la storia locale con iniziative e tour guidati fino a venerdì 30 dicembre. Protagonista Gabriella Russo con il suo strumento. Un’occasione in più per conoscere l’arpa e innamorarsene. Un percorso che lega il mondo classico al moderno. La bravissima musicista di Taranto ha suonato, tra l’altro, brani della tradizione popolare celtica e orientale, fino a Ludovico Einaudi. Toccando anche le tematiche ambientali legate alla custodia e alla salvaguardia della Terra. L’arpista con una lunga attività alle spalle, che ha vinto premi e si è esibita in tutta la Puglia con diverse orchestre (prima arpa dell’Orchestra della Magna Grecia, ad esempio), dimostra anche una spiccata propensione per l’insegnamento.

L’arpa, la musica tutta, la classica in particolare, assumono un significato più profondo durante le festività di Natale. È d’accordo?

“Sicuramente. Al di là del repertorio che possa includere brani natalizi, dal classico al moderno, fruibili in televisione o in radio, il Natale diventa ancora più sentito attraverso le note della musica, capace di portarci in altre dimensioni. Soprattutto in questo periodo, il tutto assume un carattere e una magia diverse da quanto viviamo nella quotidianità, durante il resto dell’anno”.

Sì, in questo periodo, abbiamo bisogno della buona musica, più che mai. Uno strumento di inclusione e di pace.

“Già l’atmosfera ci rende più buoni, in questi giorni. La musica ci aiuta a diventare anche più gentili”.

Ricordiamo ai lettori da dove nasce la sua passione per l’arpa.

“Più che passione per l’arpa, direi per la musica dal vivo in generale: da piccola, ascoltando l’orchestra per la prima volta, rimasi profondamente rapita dall’atmosfera che ti attraversa il corpo. Quell’esperienza, fatta in tenera età, fu molto positiva. Considerando poi l’opportunità di suonare questo strumento, la colsi al volo e mi iscrissi al corso di arpa per intraprendere gli studi”.

Cosa ne pensa del successo di Claudia Lucia Lamanna? Una nostra conterranea, possiamo considerarla.

“Già, è pugliese. La sua vittoria a un contest così prestigioso a livello mondiale (il concorso internazionale d’Israele), ambito dagli arpisti di tutto il mondo, spero che abbia un esito positivo in Italia, e soprattutto in Puglia. Spero anche che la sua voce si possa sentire maggiormente rispetto ad altri generi. E contesti, situazioni che magari prima mettevano in ombra l’arpa, quello che c’è dietro il nostro mondo: mi auguro, adesso, che la maggiore visibilità assicurata da Claudia Lamanna giovi alla conoscenza dello strumento, attraverso le maggiori occasioni di incontro con chi non l’ha mai conosciuto e vorrebbe approcciarsi allo stesso. Questo è un genere che viene bistrattato o considerato di nicchia. In realtà, può essere accessibile a tutti”.

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Emergenze sociali

Pallucchi (Forum Terzo settore): “Nostro allarme sul caro-bollette rimasto inascoltato dal Governo”

foto: Forum Terzo settore
29 Dic 2022

“È molto preoccupante che in un periodo di crisi socio-economica come quello che stiamo attraversando, siano ‘dimenticate’ proprio quelle realtà non profit attive nel ridurne le conseguenze negative, ricucire le ferite del tessuto sociale, produrre ricchezza e coesione. Non sostenere il Terzo settore finisce per penalizzare doppiamente chi nella nostra società è più fragile, ha meno opportunità o vive ai margini”: lo ha dichiarato Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo settore, aggiungendo che “l’allarme contro il caro-bollette, in particolare – prosegue – è stato lanciato diverso tempo fa, ma è rimasto inascoltato: senza gli aiuti necessari, che sono stati previsti per tutti tranne che per il Terzo settore, migliaia di associazioni e organizzazioni di volontariato rischieranno di chiudere i battenti o di lasciare privi di servizi fondamentali giovani, anziani o persone con disabilità a rischio esclusione sociale, così come tutti i cittadini che trovano nelle attività svolte dalle realtà sociali la principale alternativa alla solitudine o alla povertà”. “Ci auguriamo vivamente che la grave mancanza in questa Manovra sia colmata nel primo provvedimento utile, e che l’attenzione dichiarata da questo Governo verso il Terzo settore venga presto dimostrata nei fatti”, conclude Pallucchi.

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Città

Stop agli allagamenti al quartiere Salinella

Firmata la convenzione per i lavori nel 2023 con il Commissario per la Puglia per il contrasto al dissesto idrogeologico

foto d'archivio ND
29 Dic 2022

Con l’approvazione in giunta della convenzione con il commissario per la Puglia per il contrasto al dissesto idrogeologico, la realizzazione dell’intervento di mitigazione del rischio per il quartiere Salinella fa un enorme passo in avanti.
Con la firma della convenzione, il soggetto attuatore ha già indetto la conferenza dei servizi decisoria al fine di approvare lo schema di progetto definitivo a seguito dell’acquisizione di tutti i pareri necessari, procedere con la realizzazione del progetto esecutivo e cantierizzare, già nel 2023, l’intervento completo.
Si tratta di un’importante svolta per il quartiere, dopo anni di problemi dovuti agli allagamenti provocati dalla mancanza di condotte sotterranee capaci di smaltire l’eccesso di acqua piovana. L’intervento ammonta in totale a 8 milioni di euro, ai quali si aggiungono le risorse per chiudere la progettazione del grande “Parco del Mediterraneo”, l’area verde urbana che abbraccerà il quartiere Salinella.
«Questo intervento è indispensabile per tutto quel che abbiamo previsto in questa zona – ha commentato il sindaco Rinaldo Melucci – perché oltre a realizzare un parco urbano, con laghetti di laminazione, la mitigazione del rischio consentirà di proseguire con la costruzione di nuovi impianti sportivi e la riqualificazione degli esistenti, in particolare dello stadio “Erasmo Iacovone”, in tempo per i Giochi del Mediterraneo del 2026».
«Si tratta di un importante passo in avanti – ha aggiunto l’assessore ai Lavori pubblici Mattia Giorno – che ci permetterà di chiudere tutti gli atti necessari per avviare la gara d’appalto. Al termine di questi lavori, anche al quartiere Salinella partirà un piano per il rifacimento delle strade: dopo decenni di promesse, finalmente siamo in dirittura d’arrivo grazie ai fondi recuperati dall’amministrazione Melucci nello scorso mandato».

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Città

Enzo Di Gregorio è stato nominato consigliere responsabile di progetto per i Giochi del Mediterraneo

foto Regione Puglia
29 Dic 2022

Il consigliere regionale Enzo Di Gregorio, ha ricevuto dal presidente della Giunta regionale Michele Emiliano la nomina di consigliere responsabile di progetto per i Giochi del Mediterraneo che si terranno a Taranto nel 2026.

L’incarico è stato assegnato a seguito dell’esigenza “di procedere – recita testualmente il documento – ad un coordinamento, anche a livello politico, sullo stato di realizzazione dei futuri investimenti riguardanti opere pubbliche e adeguamento di strutture sportive preesistenti, segnalando le possibili azioni da porre in essere per il superamento di difficoltà che possano emergere da tale verifica sul campo, operando parimenti per individuare le possibili soluzioni da suggerire per il buon esito dei nuovi investimenti”.

“Ringrazio il presidente Emiliano – ha dichiarato Di Gregorio – per la fiducia accordatami con il conferimento di un incarico che è al tempo stesso, prestigioso e di grande responsabilità. I Giochi del Mediterraneo del 2026 sono una sfida per Taranto, per la Puglia, per il Paese. Un’occasione per mettere in mostra a livello internazionale le nostre capacità organizzative, la nostra esperienza, il know out. Per Taranto questa è una grande opportunità di rilancio economico che va utilizzata al meglio realizzando gli interventi previsti. Certo, ci sono ritardi e risorse da recuperare, ma abbiamo tutte le capacità per portare a termine il programma degli investimenti. Preciso che l’incarico non prevede ulteriori oneri a carico dell’amministrazione regionale”.

Nell’esecuzione del suo mandato Di Gregorio potrà avvalersi della collaborazione delle strutture regionali e dell’ausilio dell’Agenzia regionale strategica Asset della Regione Puglia. Il comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo, presieduto proprio dal direttore di Asset, ing. Elio Sannicandro, è in attesa di incamerare le risorse previste dal decreto Sostegni ter, pari a 150 milioni di euro per la realizzazione dei progetti di impiantistica sportiva attualmente in fase di progettazione.

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Diritti negati

In Afghanistan, divieto governativo di far lavorare le donne nelle ong

foto Intersos
29 Dic 2022

“Abbiamo momentaneamente sospeso le attività in attesa di capire gli sviluppi”. È questa la situazione attuale di Intersos riguardo al divieto governativo di far lavorare donne nelle ong in Afghanistan. L’organizzazione umanitaria lavora da 20 anni nell’area di Kabul, Kandahar e Zabul, prevalentemente in ambito sanitario e lotta alla malnutrizione. “Il contributo dello staff femminile (340 donne lavorano con noi attualmente in Afghanistan), anche al di là delle questioni di principio, è cruciale per le attività che svolgiamo – sottolinea Intersos -: si tratta in larga misura di attività salvavita, quindi in gioco è la vita di persone che dipendono dalla nostra assistenza”. Appena appresa la notizia della nuova restrizione Intersos aveva diffuso un appello sui social dicendosi “profondamente preoccupati per l’annuncio da parte delle autorità de facto talebane di vietare alle donne la possibilità di lavorare con le ong. Ci aspettiamo che questo annuncio venga annullato, in quanto tale divieto rappresenterebbe un inaspettato e inaccettabile passo indietro rispetto a quanto previsto e impedirebbe l’attuazione di attività umanitarie fondamentali, con una conseguente riduzione degli aiuti forniti alle persone più vulnerabili nella società afgana, e, quindi, con il rischio di mettere in pericolo un ulteriore, imprecisato, numero di vite”. Nel frattempo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il segretario generale dell’Onu hanno chiesto al governo talebano di ritirare gli ultimi provvedimenti, compreso il divieto di accesso all’istruzione superiore. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite auspica una ”partecipazione complete ed egualitaria delle donne e delle ragazze in Afghanistan”, chiedendo ai talebani di abbandonare politiche che ”rappresentano una limitazione del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. “Le ultime restrizioni imposte dai talebani all’occupazione e all’istruzione di donne e ragazze sono ingiustificabili violazioni dei diritti umani e devono essere revocate”, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.

 

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Arte

Una collettiva natalizia di pittura sino al 7 gennaio

foto L'impronta
29 Dic 2022

di Rosa Landi

In via Cavallotti 57, nel cuore del borgo, tra laboratori musicali e spazi dedicati al fantasy, c’è una galleria d’arte. L’ingresso discreto, incorniciato da un elegante cancello, lascia filtrare luci e colori, come un caleidoscopio inaspettato che attrae l’occhio dei passanti inconsapevoli. È la casa dell’associazione culturale L’Impronta, che dalla fine degli anni ’80 si occupa di coltivare e promulgare arte sul territorio. Una casa dalle porte sempre aperte dove oltre ai soci ogni artista può trovare un suo spazio, tra mostre collettive e personali, retrospettive ed eventi monotematici. Ogni tecnica è benvenuta, visiva o figurativa, ogni materiale, ogni immaginario, ogni cultura. Una ricchezza di espressioni artistiche e umane ben riscontrabile anche nella collettiva natalizia inaugurata giorno 22 che resterà aperta fino al 7 gennaio, come il calendario delle feste comanda, tutte le sere dalle 18.30 alle 20.30. Davvero tanti gli artisti presenti, tra soci e ospiti, e tante le visioni del Natale che vengono offerte. Dagli onirici fondali marini alle teste alate di angeli metafisici, dalle sacre famiglie più tradizionali ai collage tridimensionali che fanno il verso a pc e cellulari. Un’impronta diversa per ogni artista e, come in un gioco di ruolo, al visitatore non resta che scegliere quale possa essere la sua.

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