Hic et Nunc

Moro e la sua lezione ancora da capire in un nuovo saggio di Leonardo Brancaccio

10 Dic 2022

di Silvano Trevisani

La parrocchia di San Pasquale ritrova per un giorno uno dei suoi ragazzi fantastici e lo fa chiamando a raccolta quanti si sono battuti, in questi anni, a partire dal centenario della morte, per tenere viva la sia figura assieme al suo insegnamento. Stiamo parlando naturalmente di Aldo Moro del quale la comunità di San Pasquale, il Centro di cultura dell’Università Cattolica Lazzati e altri enti ed istituzioni celebrarono il centenario con una serie di eventi importanti a partire dal 2016, compresa la grande mostra documentaria che venne esposta anche a Roma e raccolta in un volume.

Ieri sera è toccato alla presentazione del saggio di Leonardo Brancaccio: “Aldo Moro il politico, il professore, il filosofo del diritto” edito da Ecra, che è stato presentato nella Biblioteca Sant’Egidio.

Dopo i saluti di fr. Francesco Zecca, guardiano del convento, e di Valentina Esposito, direttrice dell’Archivio di Stato, si è svolto un dibattito, moderato dallo storico Vittorio De Marco, introdotto dallo stesso autore e al quale sono intervenuti Antonio Troisi dell’Uniba, Leonardo Laterza, consigliere comunale di Acquaviva delle Fonti, Maurizio Sozio, dell’Uniba e Federico Serio presidente della consulta degli studenti. Le conclusioni sono state tratte dal presidente del Centro di cultura, Domenico Amalfitano.

A Leonardo Brancaccio, autore del volume, avvocato, docente incaricato del corso “Il diritto a servizio della pace. La lezione di Aldo Moro” presso l’Istituto Universitario Sophia e segretario generale della Scuola di Economia Civile, abbiamo chiesto:

Quali indicazioni nuove ci propone questo suo saggio?

Ho svolto un lavoro di studio ed approfondimento delle dispense di Filosofia del diritto, le lezioni che Aldo Moro svolge presso la Regia Università di Bari a partire dall’anno accademico 1940/1941 quando, a 25 anni, riceve l’incarico di insegnare questa materia che Moro svolgerà fino al 1963, quando si trasferisce a Roma presso l’Università La Sapienza. Queste lezioni sono poco conosciute, tra l’altro, il libro che le raccoglieva, edito da Cacucci, oggi non si stampa più e quando ho scoperto che Moro aveva insegnato Filosofia del diritto ho subito rintracciato queste dispense ed ho scoperto così un mondo nuovo. In occasione della sua prima lezione del 3 novembre 1941 – siamo in piena guerra con le leggi razziali in vigore – entra in aula, e dopo aver salutato gli studenti del primo anno, afferma “la persona prima di tutto”; parla dei diritti umani e termina la lezione dicendo: “ogni persona è un universo”. In queste frasi c’è l’input e l’incipit della sua vita e della sua morte. Dopo aver letto queste lezioni, ho cercato di capire cosa ha fatto Moro, di approfondire la sua attività politica ed istituzionale dal 2 giugno 1946, quando viene eletto all’Assemblea Costituente, fino al 16 marzo 1978, giorno in cui è rapito dalle Br (quando Moro muore – il 9 maggio 1948 – ho solo tre anni e mezzo): ho potuto verificare che Moro mette in pratica queste lezioni di Filosofia del diritto, con la centralità della persona, con l’etica che permea tutta l’azione politica. In Moro, il pensiero è azione ma anche l’azione è pensiero.

In che misura era stata capita la lezione di Moro, già in tempi di fascismo e poi nell’Italia democratica?
Secondo me, da quello che ho avuto modo di verificare in questi anni, tante persone hanno apprezzato la grandezza di Moro, che è stato un grande mediatore e politico, ma solo pochi lo hanno capito fino in fondo. Se i cosiddetti colleghi di partito lo hanno abbandonato negli ultimi 55 giorni, è perché non l’hanno capito fino in fondo: loro pensavano che Moro avesse chissà quali idee innovative. No, Moro voleva aiutare la democrazia italiana a fare dei passi avanti – a raggiungere la cosiddetta democrazia compiuta – e per questo cercava di individuare, e proporre a livello politico, quali fossero le forme migliori per poter garantire stabilità alla Repubblica italiana. Anche il compromesso storico è stato considerato da alcune persone, e anche da alcuni esponenti delle correnti interne della Dc, come una iniziativa da ostacolare, ed interrompere a tutti i costi, mentre lui stava cercando di far comprendere a tutti che, dopo anni in cui la democrazia italiana si era espressa con un solo partito al governo, o solo con alcuni partiti, era giunto il momento, vista la crescita di due partiti popolari (la Dc ed il Pci), di allargare la base di governo e che, in futuro, la democrazia compiuta si sarebbe dovuta realizzare anche attraverso la cosiddetta alternanza.

Ma non è che questa sua disponibilità al cambiamento gli ha inimicato i potentati? Come del resto avviene anche oggi regolarmente?

Certo, perché all’interno della democrazia italiana, nella giovane Repubblica nata nel ’46, vi erano delle frange, di destra e sinistra, pronte a destabilizzare il sistema democratico. Moro, dopo il ventennio fascista, lavora, insieme a tanti altri politici per il bene comune, per realizzare la democrazia: ma molti lo hanno ostacolato già negli anni Sessanta, quando propose la formula governativa del centrosinistra: molti hanno dipinto all’esterno la figura di un politico che voleva fare cose “strane” per il Paese. Queste false rappresentazioni sono state utilizzate dalle frange estreme – che negli anni di piombo utilizzavano la violenza per destabilizzare la democrazia italiana – per giustificare la sua eliminazione.

In questi giorni si è molto discusso su Moro alla luce dello sceneggiato di Marco Bellocchio. La polemica che ne è scaturita ha delle sue ragioni o bisogna considerare, come alcuni sostengono, il lavoro come “artistico” più che analitico?

Bellocchio è un bravissimo regista. Ci ha fatto rivivere gli anni di piombo e della strategia della tensione. Nel suo sceneggiato si sofferma molto su alcune figure: la moglie di Moro ed i suoi familiari, il Papa, i vari brigatisti e, in particolare, la brigatista Faranda. Ci sottopone gli aspetti psicologici ed i drammi che vivono queste persone; ci propone anche la sceneggiatura di alcuni passaggi drammatici di Moro, come per esempio, la confessione finale con il sacerdote. Io apprezzo il lavoro svolto da questo grande registra ma il focus dei film su Moro è sempre lo stesso: gli ultimi 55 giorni, tragici, della sua vita. Credo però sia arrivato il momento che i produttori ed i registri italiani inizino a progettare un film che ci presenti la vita di Moro: dal giorno della sua nascita (Maglie 23 settembre 1946) al giorno del suo rapimento (Roma 16 maggio 1978). Con il mio libro ho desiderato soffermarmi sul pensiero, sulle opere e sulla testimonianza di Moro. È arrivato il momento di restituire a Moro la sua voce e la sua vita. Moro ha ancora ha molto da insegnare a tutti noi.

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Archeologia

I tesori del Museo nazionale di Taranto in mostra in Argentina fino a marzo

09 Dic 2022

È stata inaugurata il 7 dicembre al Museo nazionale delle Belle arti di Buenos Aires, in Argentina, la mostra: “Tesori del Museo archeologico nazionale di Taranto. Greci e altre civiltà antiche del Sud Italia”, porta all’attenzione del pubblico argentino una selezione di reperti appartenenti alle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA e illustrativi degli aspetti culturali e produttivi maggiormente rappresentativi dell’antica città di Taranto, unica colonia greca della Puglia, e delle altre popolazioni che abitavano in antico la regione pugliese

La mostra, che sarà visitabile fino al 5 marzo, è curata da Eva Degl’Innocenti, direttrice del Museo e da Lorenzo Mancini, funzionario archeologo del MarTA. Gli oggetti selezionati sono stati scelti per la loro capacità di evocare, con l’efficacia sintetica del simbolo, temi complessi quali la società, l’ideologia funeraria, la cultura figurativa, le produzioni, il patrimonio di racconti mitici e le credenze religiose dei Greci di Taranto e delle altre antiche civiltà della Puglia, in un periodo compreso tra l’VIII secolo a.C. e il II secolo a.C., quando si compie l’inserimento della regione nella nascente Italia romana.

Frutto del lavoro “corale” scientifico-culturale, di diplomazia culturale e di internazionalizzazione del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires e del Museo Nacional de Bellas Artes (Buenos Aires, Argentina), il progetto esporta le eccellenze dell’archeologia europea e racconta le storie di una delle più importanti città del Mediterraneo antico: la colonia greca di Taranto, definita la “Parigi del mondo antico” per la sua influenza culturale e la sua capacità di plasmare mode e costumi. Ma anche le storie dei popoli che hanno convissuto con i Greci nella regione Puglia, la più orientale del Sud Italia, il tacco della Penisola.

Il racconto del lungo periodo compreso fra le fasi immediatamente precedenti alla fondazione della colonia spartana di Taras, e la conquista romana della città (209 a.C.), è affidato a una serie di opere con funzione di symbola – elementi in grado di evocare in forma riassuntiva, tematiche o problematiche storiche illustrate anche dalla comunicazione culturale che accompagna il visitatore lungo il percorso espositivo all’interno del prestigioso Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires. Con questa mostra finanziata dall’Istituto Italiano di Cultura, il MArTA – tra i musei archeologici più importanti al mondo, punto di riferimento per l’archeologia dell’Italia meridionale al tempo Magna Grecia – con il suo territorio tarantino e pugliese, si svela al pubblico argentino e internazionale attraverso i suoi tesori archeologici. Il percorso della mostra si articola in quattro sezioni diacroniche: Taranto colonia spartana. Dalla fondazione al V sec. a.C.; Dall’età “felicissima” di Taranto alla conquista romana. IV-II sec. a.C.; Doni agli dei. Aspetti del sacro nella Taranto greca; I popoli indigeni del sud-est d’Italia

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Libri

‘Gli amori sprecati’, primo romanzo di Aurora Bagnalasta

09 Dic 2022

È organizzata per il 16 dicembre alle ore 18, nel centro pastorale “Santi Francesco e Chiara” (in via Verdi n. 23 a Crispiano), la presentazione del libro ‘Gli amori sprecati’ di Aurora Bagnalasta, edito da GCL edizioni, con la prefazione del noto regista cinematografico Federico Moccia.

L’iniziativa, oltre ad avere il patrocinio del Comune di Crispiano, è stata patrocinata anche dal Comune di Gradara (Pu) dove la storia della protagonista si svolge nella località famosa per il castello di Paolo e Francesca, figure emblematiche del V canto dell’Inferno della Divina commedia di Dante Alighieri. La serata gode del patrocinio anche dal museo ‘Casa di Dante’ di Firenze.

Quest’ultimo patrocinio è stato attribuito per i molti riferimenti al ‘sommo poeta’ che, attraverso le vicissitudini dei personaggi, trovano giusta collocazione nella modernità di una storia che a tratti riporta alla memoria il sapore antico di un medioevo da rivivere con sano romanticismo.

Aurora Bagnalasta ha in passato pubblicato le sue opere poetiche partecipando ad importanti concorsi, tra cui quello internazionale “Tra le Parole, l’Infinito”, dove nel 2020 si è aggiudicata il primo premio.

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Teatro

Al teatro Fusco, Lodo Guenzi è stato protagonista di “Trappola per topi”

foto Martino Marzella
09 Dic 2022

Sospetti, bizzarrie e un plot incalzante che attinge a piene mani alle atmosfere british noir degli anni ’50. E a dare un tocco di imprevedibilità, il poliedrico Lodo Guenzi, cantante de “Lo Stato Sociale” già con esperienze teatrali alle spalle.

Dopo aver inaugurato la stagione di prosa con il giusto tributo alla figura di Alessandro Leogrande, il teatro Fusco si è tinta di giallo, per una rappresentazione senza tempo: “Trappola per topi” di Agatha Christie, è stata messa in scena sul palco dell’arena tarantina martedì 6 dicembre e mercoledì 7 dicembre, con la traduzione e l’adattamento di Edoardo Erba, la regia di Giorgio Gallione e l’interpretazione della compagnia “La Pirandelliana”. Lo spettacolo si inserisce nella stagione di prosa 2022/2023 del Comune di Taranto organizzata in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese .

«La stagione di prosa del teatro comunale Fusco si è accesa – ha dichiarato l’assessore Cultura e spettacoli del Comune di Taranto, Fabiano Marti –, attraverso uno spettacolo unico, frutto della penna straordinaria della regina del giallo, Agatha Christie. La nostra offerta culturale dimostra sin da subito di poter accontentare i palati culturali di ciascuno; questa è un’opera che ha fatto la storia del teatro, un dramma che ha attraversato tante generazioni e che ha entusiasmato anche il pubblico tarantino».

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Cei

Migrantes: il 13 dicembre la presentazione del rapporto sul ’Diritto d’asilo’

foto Siciliani-Gennari/Sir
09 Dic 2022

Sarà presentato martedì 13 dicembre, alle ore 9, nell’aula magna della Pontificia Università Gregoriana di Roma, il rapporto “Il Diritto d’asilo report 2022 – Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”.

Alla presentazione interverranno il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei; il presidente della commissione Cei per le migrazioni e Fondazione Migrantes e arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego; il rettore della Pontificia Università Gregoriana, P. Mark Andrew Lewis, le curatrici del volume Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti e alcuni degli autori moderati da Alessandra Ciurlo della facoltà di Scienze sociali della Pug.

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Sport

Basket, Teramo ko: continua il momento positivo del Cus Jonico Taranto

Il gruppo Cus Jonico - foto G. Leva
09 Dic 2022

di Paolo Arrivo

Assistere al Tursport a una partita di basket è fare un tuffo all’indietro negli anni che furono. Lì dove il Cras gettò le basi dei suoi successi, dei trionfi memorabili, il Cus Jonico Taranto riprova la scalata al secondo campionato nazionale. L’ultimo match ha dato conferma del momento positivo attraversato dalla squadra. Che ha sconfitto anche la Teramo a Spicchi, nella serata dell’Immacolata, nel posticipo dell’11esima giornata di campionato della serie B Old Wild West 2022/2023 – girone D, con il punteggio di 77-65. La vittoria degli uomini allenati da Davide Olive arriva dopo quella conquistata a Corato. Un’ottima prestazione corale: protagonisti in doppia cifra Santiago Bruno, Diego Corral, Francesco Villa, Enzo Damian Cena e Luca Sampieri. Una gara equilibrata che ha visto prevalere i tarantini sino all’allungo finale decisivo.

IL MATCH- Taranto scende in campo con il collaudato quintetto. Il primo canestro è una tripla di Bruno. Si gioca sul filo dell’equilibrio: gli ionici chiudono il primo quarto di gioco con il risicato vantaggio di un punto (23-22). Poi si portano sul +9, trascinati da Villa e Corral; gli ospiti reagiscono e limitano i danni con una tripla di Guastamacchia allo scadere. Si va al riposo sul 43-40. La partita è equilibrata anche nel secondo tempo; a due dal termine, Teramo conduce (54-51) costringendo al time out coach Olive.

La strigliata dà i suoi frutti. Tanto che la situazione è capovolta a favore del Cus Jonico (61-57). Si chiude il parziale sul 61-59. Nell’ultimo quarto Taranto scende in campo più grintoso, intenzionato ad accrescere il gap per assicurarsi la vittoria. Il vantaggio raggiunge e supera la doppia cifra. Sino all’epilogo, quando si mette in evidenza anche il 19enne Sampieri. Un talento sul quale investire.

IL CAMPIONATO- Grazie a questo successo, il Cus Jonico ha raggiunto il settimo posto in classifica, in coabitazione con la Virtus Cassino, che nel match con la Sala Consilina si è fatta superare ai tempi supplementari. Domenica prossima Taranto dovrà vedersela con il Pescara in trasferta. La formazione abruzzese occupa la penultima posizione in graduatoria, ed è reduce dalla sconfitta sul campo della White Wise Basket Monopoli: vietato sottovalutarla, se si vuole continuare a crescere, e ad ambire alla promozione.

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Ricordo

“I care don Milani. Articoli della Costituzione dipinti dai cittadini” per il centenario della nascita

09 Dic 2022

In preparazione al centenario della nascita di don Lorenzo Milani che cadrà il 27 maggio 2023 e ricordando il suo interesse nei confronti della Costituzione della Repubblica, la compagnia teatrale fiorentina dei Chille de la Balanza lancia il progetto di partecipazione dal basso “I care Don Milani. Articoli della Costituzione dipinti dai cittadini”, che chiama i cittadini a dipingere manifesti-numeri unici su articoli della Costituzione, da comporre poi in manifesti di 6 metri per 3 da far affiggere in appositi spazi. Il progetto è stato presentato, nei giorni scorsi, in Regione Toscana alla presenza del presidente Eugenio Giani, del direttore della compagnia Claudio Ascoli, dell’assessora del comune di Firenze Maria Federica Giuliani, del responsabile della commissione diocesana su Barbiana don Andrea Bigalli, dei sindaci di Vicchio Filippo Carlà, di Calenzano Riccardo Prestini, dell’assessore del Comune di Montespertoli Alessandra De Toffoli, assieme ai rappresentati della Fondazione don Milani, dell’associazione di volontariato e dell’istituzione don Milani. “Ci stiamo preparando a celebrare il centenario della nascita di don Milani e questa anteprima offerta dai Chille de la Balanza lo fa in un modo contemporaneo e corale, un modo che a don Milani sarebbe piaciuto sicuramente perché parte dal basso, coinvolge il più largo numero di persone possibile e, come sono solite fare le performance e lo stile della compagnia diretta da Claudio Ascoli, tocca i temi dei diritti, della giustizia sociale, di denuncia dell’indifferenza, di invito a una presa di posizione, in questo caso a favore della Costituzione”. Sono queste le parole di Eugenio Giani: “Credo che non ci sia comune in Toscana che in qualche modo non abbia avuto a che fare con don Milani che per tutti è stato, tra le tante cose, un grande interprete dei segni dei tempi i quali, diceva, servono a comprendere quale deve essere il nostro ruolo nella realtà che viviamo. Un insegnamento valido anche oggi”.

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Solidarietà

Da Taranto, un progetto a sostegno delle donne dell’Iran

Un’idea nata durante la Mostra del cinema di Taranto: la realizzazione di un collegio di difesa internazionale

Lo spot per le donne iraniane
09 Dic 2022

Una raccolta fondi per realizzare un collegio di difesa internazionale a tutela delle donne. Parte dalla riva dello Jonio un messaggio forte, un impegno assunto dalla Mostra del Cinema di Taranto in occasione della sesta edizione denominata «Mediterraneo Uno». La kermesse si è appena conclusa e per cinque giorni ha portato proiezioni di film, workshop, seminari e incontri con attori, registi e produttori in quattro sedi della Città vecchia: Castello Aragonese, Ketos-Palazzo Amati, Palazzo Pantaleo e Conservatorio Paisiello.
Anche quest’anno, la direzione artistica ha voluto puntare l’attenzione sulle condizioni di vita a cui sono sottoposte molte donne del Medioriente e di alcune zone del Mediterraneo. Attraverso film e dibattiti, ma anche con la realizzazione di uno spot sociale interpretato dall’attore Patrizio Rispo, che ha partecipato con grande entusiasmo all’iniziativa di solidarietà. «Via il velo d’ipocrisia, intolleranza e ingiustizia. Al fianco delle donne dell’Iran inquisite, condannate, imprigionate e uccise» recita così il messaggio iniziale dello spot, che sarà diffuso su diversi canali mediatici, finalizzato a raccogliere risorse da destinare alla realizzazione di collegio di difesa internazionale. Per tutte le informazioni e per poter aderire all’iniziativa, inviare una email a mostracinemataranto@gmail.com.
La presentazione dello spot sociale con Patrizio Rispo, attore noto al grande pubblico per il ruolo di “Raffaele” nella fiction «Un posto al sole», in occasione della cerimonia conclusiva che si è tenuta nel conservatorio Paisiello di Taranto. Durante la serata, l’esibizione del maestro Massimiliano Conte, docente del Paisiello e il saluto del direttore maestro Gabriele Maggi.
Quindi dopo lo spin-off estivo «Lo sguardo della Tigre» dedicato alle donne del Medioriente e l’edizione invernale dedicata al Mediterraneo, la Mostra del cinema di Taranto rilancia il suo impegno nella cultura e nel sociale. E lo ha fatto con l’evento appena concluso, con 40 film proiettati, gli incontri culturali, la mostra fotografica di Oronzo Scelzi, i workshop: recitazione con l’attore Michele D’Anca, produzione cinematografica con il produttore Maurizio Santarelli, scrittura cinematografica con lo sceneggiatore Salvatore De Mola. Tutti i partecipanti sono stati omaggiati con un’opera realizzata dal maestro ceramista Antonio Vestita.
La direzione artistica della Mostra del cinema di Taranto «Mediterraneo Uno» è del regista e autore Mimmo Mongelli, con due curatori per le rassegne: il regista e produttore tunisino Habib Mestiri per «Contemporary» e Annalisa Adamo, avvocato esperta in tematiche ambientali, per «M Sea».
La Mostra del cinema di Taranto è all’interno dell’Apulia Cinefestival Network, la rete di festival cinematografici di Apulia Film Commission e Regione Puglia – dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, intervento finanziato con le risorse di bilancio autonomo della Fondazione. Partner: ministero della Cultura, Comune di Taranto (assessorato alla Cultura), Provincia di Taranto, Marina militare, Università di Bari (dipartimento jonico), Accademia delle Belle Arti di Bari, Forme di Terre, Jonian Dolphin Conservation, Istituto musicale Giovanni Paisiello di Taranto, Rai Puglia, Rai Radio 3.

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Ecclesia

Si è chiusa, a Martina, la mostra su mons. Caroli

09 Dic 2022

di Ottavio Cristofaro

Si chiude la mostra fotografica e documentale che ha avuto la finalità di mantenere viva la memoria di mons. Giovanni Caroli, arciprete a Martina Franca in San Martino dal 1951 al 1993. L’esposizione è avvenuta negli spazi dell’ex museo delle Pianelle di Palazzo Ducale.

Il comitato per mons. Giovanni Caroli è nato in questi mesi per arginare l’oblio, onorare la memoria, promuovere lo studio della figura dell’uomo e del sacerdote, attraverso una serie di iniziative che, da qui in avanti, si intendono organizzare. La mostra è stata una di queste, ma in previsione c’è anche la stesura di una pubblicazione di prossima uscita.

Al suo insediamento, don Giovanni Caroli aveva 39 anni potendo già vantare un curriculum con diversi incarichi e lasciandosi alle spalle l’esperienza alla guida della parrocchia del Carmine di Grottaglie, anni operosi e ricchi di nuove realtà, nascite, crescite e ricostruzioni durante il dopoguerra, prima di assumere il difficile incarico di arciprete della Collegiata di San Martino, in Martina Franca e del Capitolo.

La storia, da lì in poi, fu densa di fatti, di dedizione piena e totale non solo verso la sua parrocchia, ma attento ai bisogni dei dimenticati e bisognosi. Ricoprì molteplici incarichi, fu anche insegnante di francese e religione al seminario di Molfetta e al liceo Tito Livio, nonché avvocato rotale, assistente spirituale di confraternite ed associazioni, fu benefattore prodigo verso chiunque chiedesse il suo aiuto.

Per onorare la sua memoria comitato per mons. Giovanni Caroli ha protocollato la richiesta di intitolazione di una strada a Martina Franca e contestualmente lanciato una pubblica petizione.

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Otium

Al Crac Puglia mostra retrospettiva dell’artista tedesco Winfred Gaul a vent’anni della morte

07 Dic 2022

Sabato 10 dicembre alle 18, nelle sale del Crac Puglia (Centro di ricerca arte contemporanea) della Fondazione Rocco Spani onlus sarà inaugurata la mostra retrospettiva dell’artista tedesco Winfred Gaul (Düsseldorf, 1928 – Kaiserswerth, 2003) a cura di Alberto Zanchetta.

La mostra è promossa e organizzata dal Crac Puglia, patrocinata da Comune, Regione Puglia e Università di Bari “Aldo Moro” e in collaborazione con istituzioni territoriali e nazionali, le associazioni Amica Sofia di Perugia, F@MU (Famiglie al Museo), Comitato per la Qualità della Vita, Ella, Federazione italiana delle associazioni e Club per l’Unesco di Taranto, Associazione Marco Motolese, Associazione Contaminazioni, Amici dei musei o, Tarenti Cives, #Ante Litteram, Gruppo Taranto e Fai di Taranto.

La mostra raccoglie una significativa selezione delle opere della serie Recycling 1981-1997, nel solco della ricerca e della sperimentazione visiva, con opere realizzate attraverso il riciclo di vecchi cartoni. Winfred Gaul è stato protagonista della ricerca artistica in Germania e in Europa per tutta la seconda parte del Novecento e, nel corso degli anni, ha avuto importanti legami con il Belpaese, collaborando con alcune delle più note gallerie italiane. Attento e raffinato ricercatore, fondò la pittura analitica negli anni ’70 e diede un contributo decisivo al suo sviluppo internazionale. Come afferma il curatore: “anziché affrontare la pittura come un problema da risolvere, Gaul la interroga come si farebbe con un oracolo, in attesa di una rivelazione che gli permetta di allargare il proprio repertorio, nella speranza di portare a compimento un’arte d’après l’art. Ammettendo di non essere diventato un artista per annoiare se stesso e gli altri, Winfred Gaul insiste a spogliare la pittura da ogni pretesto figurativo per riuscire a indagarla nei suoi punti di arresto o di ripresa, di rilancio e di riciclaggio. È con questo spirito che si approccia alla serie Recycling mediante la quale intende emendare la maladresse di alcuni suoi vecchi disegni che, ridotti a brandelli, vengono incollati su cartoncini Bristol o Fabriano”.

Per l’occasione è stata realizzata, per le edizioni Peccolo di Livorno, una pubblicazione contenente una

prefazione di Fabiano Marti, Assessore alla Cultura di Taranto; un’introduzione di Giovanna Tagliaferro, direttore della Fondazione Rocco Spani; testi critici di Alberto Zanchetta e di Roberto Lacarbonara; testimonianze dello stesso artista e di Roberto Peccolo.

Nel periodo della mostra, oltre alle visite guidate, si terranno gli “Incontri d’esperienza” e si realizzeranno laboratori didattici con le scuole del territorio. La mostra resterà aperta sino al 30 gennaio 2023. Programma dell’inaugurazione prevede i saluti dell’assessore Marti, l’introduzione del presidente del comitato scientifico del Crac, Giulio De Mitri, gli interventi di Roberto Lacarbonara critico d’arte e docente all’Accademia di belle arti di Lecce, Alberto Zanchetta storico dell’arte e docente all’Accademia di belle arti di Venezia.

La mostra (corso Vittorio Emanuele II n. 17) si potrà vsitare in questi orari: dal martedì al venerdì, dalle 17.30 alle 19.30, Sabato e festivi su appuntamento. Info www.cracpuglia.it email cracpuglia@gmail.com / roccospani@gmail.com tel. 099.4713316 / 348.3346377 / 347.8058049

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Ecclesia

Online il nuovo tutorial WeCa “Media trends 2022” sulle tendenze social e digitali dell’anno

foto WeCa
07 Dic 2022

“Media trends 2022. Le tendenze social e digitali dell’anno” è il titolo del tutorial WeCa in onda da stamattina sul sito www.webcattolici.it, su Youtube e su www.facebook.com/webcattolici.
Il penultimo tutorial dell’anno solare, introdotto dal presidente WeCa Fabio Bolzetta, condotto e scritto da Alessandra Carenzio, è una fotografia del rapporto con cui la compagnia di ricerca inglese GWI – un tempo GlobalWebIndex – sintetizza le tendenze a livello mondiale su digitale e social media. Mentre trionfano sempre più contenuti brevi e sintetici – come i video su TikTok – essere connessi è sempre più importante per la generazione Z, la generazione dei giovanissimi, con contorni che influenzano profondamente la vita quotidiana. “Le piattaforme social – verrà detto nel tutorial – pur rimanendo decisive nella quotidianità dei ragazzi, agiscono anche una forma di pressione sociale: “essere perfetti” è una dimensione che provoca ansia nei ragazzi, presi tra la voglia di apparire come sono e come invece vorrebbe la società e i pari”.
I tutorial WeCa sono una proposta dell’Associazione WebCattolici Italiani (WeCa) in sinergia con l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei e il Centro di ricerca sull’Educazione ai media, all’informazione e alla tecnologia (Cremit) dell’Università Cattolica di Milano. Oltre alla diffusione tramite i social network e sul sito www.weca.it, i tutorial vengono trasmessi sulle televisioni del circuito CoralloSat, sono in podcast su Spotify e possono essere ascoltati anche, attraverso comando vocale, sui dispositivi compatibili con ‘Amazon Alexa’ grazie alla skill ‘WebCattolici’. Nella quinta stagione dei Tutorial WeCa prosegue la collaborazione con il dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, con tutorial mensili dedicati a comunicazione e tematiche sociali, economiche e ambientali.

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Udienza generale

Papa Francesco all’udienza: “La possessività è nemica del bene e uccide l’affetto”

Si è conclusa con l’ennesimo appello per la pace e l’invito a pregare per “quanti sono provati dalla brutalità della guerra”, l’udienza generale del mercoledì. Al centro della catechesi, la conferma della buona scelta, al termine del processo di discernimento

foto Vatican media/Sir
07 Dic 2022

di Maria Michela Nicolais

“I tanti casi di violenza in ambito domestico, di cui abbiamo purtroppo notizie frequenti, nascono quasi sempre dalla pretesa di possedere l’affetto dell’altro, dalla ricerca di una sicurezza assoluta che uccide la libertà e soffoca la vita, rendendola un inferno”. Lo ha spiegato il papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, mercoledì 7 dicembre, pronunciata in aula Paolo VI e dedicata alla fase immediatamente seguente alla decisione presa, nel processo del discernimento. “Solo Dio sa cosa è veramente buono per noi”: “la possessività è nemica del bene e uccide l’affetto”. “Possiamo amare solo nella libertà, per questo il Signore ci ha creato liberi, liberi anche di dirgli di no”, ha assicurato Francesco, che al termine dell’udienza ha rivoto l’ennesimo appello per la pace. Nei saluti ai fedeli di lingua italiana, ha menzionato “quanti sono provati dalla brutalità della guerra, specialmente per la martoriata Ucraina”. Rivolgendosi poco prima ai pellegrini polacchi, ha ricordato l’anniversario dell’“Operazione Reinhardt”, che durante la Seconda Guerra Mondiale ha provocato lo sterminio di quasi due milioni di vittime, soprattutto di origine ebraica. “Il ricordo di questo orribile evento susciti in tutti propositi e azioni di pace”, l’auspicio del papa. “E la storia si ripete, si ripete, si ripete…vediamo oggi cosa succede in Ucraina – ha aggiunto -. Nella vita ci sono decisioni che non suono buone, e ci sono segni che le smentiscono”, l’esordio a braccio della catechesi. “Uno dei segni distintivi dello spirito buono è il fatto che esso comunica una pace che dura nel tempo”, ha spiegato Francesco: “Se prendi una decisione, e poi ti dà pace e dura nel tempo, è un buon segnale. Una pace che porta armonia, unità, fervore, zelo: esci dal processo migliore di come sei entrato”. “Se prendo la decisione di dedicare mezz’ora in più alla preghiera, e poi mi accorgo che vivo meglio gli altri momenti della giornata, sono più sereno, meno ansioso, svolgo con più cura e gusto il lavoro, anche le relazioni con alcune persone difficili diventano più agevoli”, l’esempio scelto dal papa, secondo il quale “questi sono tutti segni importanti che vanno in favore della bontà della decisione presa”.

“La vita spirituale è circolare”, la tesi di Francesco: “la bontà di una scelta è di giovamento a tutti gli ambiti della nostra vita. Perché è partecipazione alla creatività di Dio”. Una buona decisione, infatti, “non nasce da paura, da un ricatto affettivo o da una costrizione, ma dalla gratitudine per il bene ricevuto, che muove il cuore a vivere con liberalità la relazione con il Signore”.

Un elemento importante per valutare se una decisione presa è giusta, dopo il processo di discernimento, “è la consapevolezza di sentirsi al proprio posto nella vita, e parte di un disegno più grande, a cui si desidera offrire il proprio contributo”. In piazza San Pietro, ha ricordato il pontefice, “ci sono due punti precisi – i fuochi dell’ellisse – da cui si vedono le colonne del Bernini perfettamente allineate”. In maniera analoga, “l’uomo può riconoscere di aver trovato quello che sta cercando quando la sua giornata diviene più ordinata, avverte una crescente integrazione tra i suoi molteplici interessi, stabilisce una corretta gerarchia di importanza e riesce a vivere tutto ciò con facilità, affrontando con rinnovata energia e forza d’animo le difficoltà che si presentano”. “Questi sono segnali che tu hai preso una buona decisione”, ha commentato: “Un altro buon segno di conferma è il fatto di rimanere liberi nei confronti di quanto deciso, disposti a rimetterlo in discussione, anche a rinunciarvi di fronte a possibili smentite, cercando di trovare in esse un possibile insegnamento del Signore. Questo non perché lui voglia privarci di ciò che ci è caro, ma per viverlo con libertà, senza attaccamento”.

“Offrire a Lui ciò che abbiamo di più caro è nel nostro interesse, ci consente di viverlo nella maniera migliore possibile e nella verità, come un dono che ci ha fatto, come un segno della sua bontà gratuita, sapendo che la nostra vita, così come la storia intera, è nelle sue mani benevole”.

È quello che la Bibbia chiama il timore di Dio, cioè il rispetto di Dio: “È il timore che scaccia ogni altro timore, perché orientato a Colui che è Signore di tutte le cose. Di fronte a lui nulla può inquietarci. È l’esperienza stupita di San Paolo: ‘Ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza’. Questo è l’uomo libero”. “Riconoscere questo è fondamentale per una buona decisione, e rassicura su ciò che non possiamo controllare o prevedere: la salute, il futuro, le persone care, i nostri progetti”, ha concluso Francesco: “Ciò che conta è che la nostra fiducia sia riposta nel Signore dell’universo, che ci ama immensamente e sa che possiamo costruire con lui qualcosa di stupendo, di eterno. Le vite dei santi ce lo mostrano nella maniera più bella. Andiamo avanti, sempre cercando di fare delle decisioni così: in preghiera, sentendo cosa succede nostro cuore e andare avanti, lentamente”.

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