Amministrazione locale

Il bilancio di fine anno di Comune e Provincia di Taranto

Il sindaco e presidente della Provincia, Rinaldo Melucci: «Su questi presupposti, il 2023 sarà un anno di fiducia, collaborazione e finalizzazione»

22 Dic 2022

“Taranto riparte” è il titolo del corposo bilancio presentato dal sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci: un resoconto dei 6 mesi alla guida del Comune e dei 3 come inquilino di via Anfiteatro, illustrato alla stampa insieme con il vicesindaco Fabrizio Manzulli e il vicepresidente Vito Parisi.
Tornato alla guida dell’ente civico, cui si è poi aggiunta la Provincia, Melucci ha descritto le tappe principali del cammino compiuto nel 2022, già ricco di successi.
Si parte dai numeri del Comune: 217 delibere di giunta, più di una al giorno, e 26 protocolli d’intesa sono il segnale di un’attività che, nonostante l’interruzione dello scioglimento anticipato, ha saputo riprendere velocemente il ritmo del primo mandato. «I cittadini, confermandoci con un larghissimo consenso – ha spiegato il primo cittadino – ci hanno chiesto anche di non cedere rispetto al rigore amministrativo e all’efficienza cui li avevamo abituati, in piena coerenza con il programma elettorale che mutuava nome e principi del piano locale di transizione “Ecosistema Taranto”. Così è stato: seguendo i quattro assi della rigenerazione urbana, ambientale, socio-economica e culturale, abbiamo raggiunto già in questa seconda metà del 2022 ottimi risultati».
Oltre la performance registrata su numerose classifiche riguardanti la città, Melucci si è soffermato sulle principali attività svolte, alcune particolarmente significative. Dall’incarico per la redazione del Pug alla presentazione del nuovo stadio “Iacovone”, dalla tutela delle cozze tarantine all’osservatorio ex articolo 41, dai fondi ex Ilva destinati anche agli studenti universitari ai bonus bollette, dalla conferma di SailGp per i prossimi due anni al sold out del teatro comunale “Fusco”, fino a tutti i progressi nell’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo, il 2022 è stato particolarmente proficuo per il Comune.
Altrettanto proficui sono stati i primi mesi dell’esperienza in Provincia, dove è in corso anche un riallineamento della macrostruttura al modello già applicato con successo a Palazzo di Città. In via Anfiteatro si è lavorato alla definizione di diversi interventi in materia di edilizia scolastica e viabilità, in particolare con il bando per la progettazione esecutiva della Talsano Avetrana, ma anche sulla pianificazione territoriale legata all’uso dei fondi Pnrr, con il Masterplan della Terra d’Otranto.
«Partendo da questi presupposti – ha concluso Melucci – il 2023 sarà un anno di fiducia, collaborazione e finalizzazione. Tutto questo, naturalmente, è stato reso possibile grazie al grande impegno di ogni dipendente dei due enti, di ogni dirigente, dei segretari generali, del direttore generale del Comune e di ogni componente degli staff, cui vanno i nostri ringraziamenti personali. Taranto è una grande città che, finalmente, ha ritrovato questa sua vocazione».

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Teatro

‘Le origini di Taranto’ raccontate da Massimo Cimaglia

Il 27 dicembre, primo capitolo del nuovo spettacolo di teatro immersivo dell’attore e regista tarantino

22 Dic 2022

Assistere a tu per tu ai racconti di Falanto e dell’Atleta di Taranto, di Cynisca, prima donna a vincere le Olimpiadi, di Tirteo, poeta e condottiero, di Persefone e Orfeo, di Leonida e di sua moglie Gorgo. Questi personaggi saranno a stretto contatto con il pubblico, in una sorta di teatro immersivo, tra colonne e livelli di una sede affascinante e ricca di storia.

Nuovo spettacolo ideato dall’attore e regista tarantino Massimo Cimaglia che, dopo un periodo in tournée in tutta Italia, torna nella sua città per offrire il primo capitolo de «Il chiostro di Sant’Antonio racconta…». Un progetto pluriennale di narrazioni artistiche sulla storia di Taranto, con la prima edizione che ha come titolo «Le origini di Taranto». Personaggi storici e mitologici prenderanno vita martedì 27 dicembre alle ore 16.45 nell’ex Convento di Sant’Antonio, sede della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, in via Luigi Viola 5 a Taranto. L’ingresso è gratuito su prenotazione al numero 3396259355.

I testi originali sono di Barbara Gizzi. Recitazione, musica, danza e canto: gli attori si aggireranno per tutta la location, tra interpretazioni ad effetto e situazioni imprevedibili per lo spettatore che si ritroverà all’interno della storia. In scena con Massimo Cimaglia, gli attori Valeria Cimaglia e Daniele Palumbo, il tenore Domingo Stasi, la cantante Simona Cucci, la danzatrice Mariachiara Basso e i musicisti Simone Carrino e Susanna Curci.

L’evento fa parte di un progetto di narrazioni artistiche che la compagnia «Terra magica – arte e cultura» di Massimo Cimaglia proporrà come appuntamento annuale, con l’obiettivo di raccontare l’area mediterranea attraverso forme sceniche innovative, grazie alla collaborazione della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo.

«Il mio lavoro per Taranto continua con questo evento che registra il supporto e l’entusiasmo della soprintendente Barbara Davidde e dei suoi collaboratori» commenta Massimo Cimaglia. «Per il 2023 sono pronti altri progetti sulla valorizzazione della nostra città. Per questa occasione mi rivolgo con particolare gratitudine agli imprenditori e sponsor che hanno voluto sostenere con notevole sensibilità la realizzazione di questo evento».

L’evento è realizzato grazie al sostegno di: Bcc Banca di Taranto e Massafra, SCM Ingegneria, Amplifon, Caffé Ninfole, Studio odontoiatrico dott. Cervarich, Lillo e i vagabondi, Taras spartan polis, Teseo Formazione in sanità, iBirrattieri, Willy’s point abbigliamento. Patrocini: Comune di Taranto, Marina militare-comando marittimo sud, associazioni Amici del Castello aragonese e Amici musei di Taranto.

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Mostra

“Il Natale con gli occhi dei bambini”, la prima mostra fotografica di Prospettiva Taranto

Debutto festoso per l’appena costituita associazione culturale che ha presentato la sua prima iniziativa, patrocinata dal Comune e inserita nel calendario degli eventi natalizi

foto Mino Lo Re
22 Dic 2022

di Rosa Landi

Debutto festoso e pieno di luci per l’appena costituita associazione culturale Prospettiva Taranto, che ha presentato il risultato della sua prima iniziativa, l’originale mostra “Il Natale con gli occhi dei bambini”, patrocinata dal Comune e inserita nel calendario degli eventi natalizi. Nei giorni scorsi i bambini erano stati invitati a scattare delle foto sul Natale, foto che sono state poi stampate su carta fotografica, incorniciate in allegri cerchi luminosi ed esposte ieri sera, 20 dicembre, nell’accogliente galleria d’arte L’impronta in via Cavallotti a Taranto alla presenza dell’assessore alla Cultura Fabiano Marti. Ogni foto è stata presentata e recensita dalla fotografa Rossella De Gregorio, presidente di Prospettiva Taranto, che ha consegnato ai giovani autori un attestato di partecipazione (e un lecca lecca, inviato personalmente da Babbo Natale).
In un mondo apparentemente tutto concentrato sul metaverso, i bambini sono stati accompagnati in una realtà di nuovo tangibile,  dove le fotografie escono dalla memoria dei cellulari per tornare a occupare uno spazio fisico e sensoriale all’interno di una galleria d’arte.
Ma le sorprese non sono mancate nemmeno per gli adulti presenti. Gli occhi dei bambini guardano da un’altezza diversa, la prospettiva cambia, rilanciando una realtà non meno vera, ma che forse abbiamo dimenticato. I primi selfie, diretti o di riflesso, riportano al faticoso cammino verso l’autoaffermazione, la scelta dei soggetti familiari alle priorità affettive, le luminarie più imponenti del centro a una città ideale, magari troppo fiabesca ma sicuramente più gioiosa.
Non ci resta che fare i nostri auguri più sinceri a Prospettiva Taranto e alle sue due fondatrici, la fotografa Rossella De Gregorio e l’operatrice culturale Annalisa Coro: se il buongiorno si vede dal mattino, siamo certi che presto altre belle novità si affacceranno sulla scena culturale cittadina.

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Editoriale

22 dicembre: “pensieri sparsi sul Natale”

22 Dic 2022

di Emanuele Ferro
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22 dicembre

Pensieri sparsi
A Natale diamo ancora più spazio ai sentimenti e alle azioni più buone e più nobili: la carità per i bisognosi, la pace nel mondo, l’amore per gli alberi, i ricongiungimenti familiari, le grasse vigilie, le partite a carte, le buone cause, le nenie, i presepi, gli addobbi. Il Natale è di un’invadenza planetaria indiscussa. Lì dove la fede cristiana sembra essere di troppo vi è comunque posto per Babbo Natale, le sue renne, le sue assistenti sexy con pellicciotti succinti, slitte che volano, camini che si abitano e altre storielle, all’infinito. È impressionante il riverbero del Natale sulle nostre vite. È bello che almeno in un giorno tutti quelli che si incontrano, ma proprio tutti, si scambino un sorriso e un augurio. Tutto questo non è affatto un male. Suvvia non dobbiamo essere guastafeste noiosi! È disonesto solo se tutto ciò cancella il vero messaggio, a il vero evento che celebriamo: la nascita di Gesù. Peccato solo che il primo Natale non abbiamo potuto organizzarlo noi. Avremmo fatto sicuramente di meglio della Provvidenza! Il primo Natale non è stato politicamente corretto, non è stato poetico.  Basterebbe una nostra recensione su Trip Adivisor, semplicemente sul piano della logistica per affibbiare mezza stella al primo presepe. Invece no, Gesù è nato in una stalla perché a Giuseppe e Maria fu negata accoglienza.


Il bandolo della matassa
Cerchiamo sempre di spuntare le armi della luce. Il Vangelo non è innocuo, non è inoffensivo. Il Natale è abitato da scelte coraggiose e si sa che le scelte coraggiose si pagano a caro prezzo. I momenti cruciali della vita del Signore, la sua nascita e la sua morte, sono contrassegnati dalla nudità e dallo scarto. Dio si presenta a noi nudo, con il suo corpo che rimanda alla vergogna di Adamo per aver tradito la fiducia del suo Creatore. È un rimando anche a quello che veramente siamo: nudi usciamo dal ventre materno e necessariamente nudi ci riaccoglierà la terra. Sia il caravanserraglio di Betlemme come il Calvario di Gerusalemme, sono fuori dalle mura della città. È il Dio scartato dalla comunità degli uomini. Il nostro è un Dio extracomunitario, costretto dai rifiuti degli uomini e dalla violenza dei potenti, adorato dai disgraziati all’addiaccio. Il Natale è il racconto di una donna per cui si compiono i giorni del parto. La vicenda di una coppia in balia di chi si crede padrone del mondo tanto da mettere in cammino carovane per censire i suoi sudditi, di porte sbattute in faccia. Non è una favola, anche se in questo racconto ci sono dei prodigi e c’è un re.


Intanto la Chiesa oggi canta:
O Re delle genti, atteso da tutte le nazioni,
pietra angolare che riunisci i popoli in uno:
vieni e salva l’uomo che hai formato dalla terra.

O Re, tutti ti attendiamo, tutte le nazioni da te invocano pace e giustizia.
I poveri della terra a te gridano perché unica speranza.
Tu sei la pietra angolare che i costruttori hanno scartato e buttato fuori
eppure adesso ci sei necessario per costruire l’architrave del vero mondo.
Vieni Re,
copri la mia nudità,
tu hai insufflato il respiro nelle mie narici di fango e mi hai dato vita!
Vieni o Re, non tardare. 

 

 

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Città

Giovedì 22, Cinemadamare torna a Taranto nella sala dell’oratorio San Giuseppe

Proiezione gratuita dei film realizzati nella Città dei due mari, domani alle ore 18, nella sala dell’oratorio in vico de Valeris (Taranto vecchia)

21 Dic 2022

Anche un ucraino e un iraniano nella Carovana di Cinemadamare 2022 (composta da filmmaker italiani e stranieri) che ha fatto nuovamente tappa a Taranto, per raccontare la vita della città, attraverso le attività di alcune tra le tante associazioni culturali presenti sul territorio, al servizio dei più bisognosi e a supporto dei quartieri più problematici.

Si concluderà domani, nell’ambito del piano di rigenerazione sociale per l’Area di crisi di Taranto approvato con decreto del ministero dello Sviluppo economico, l’edizione speciale di Cinemadamare, iniziata il 16 dicembre, e che ha visto all’opera 32 giovani cineasti (registi, attori, attrici, comparse, operatori, montatori, sceneggiatori), tra cui 21 tarantini, 6 dal resto d’Italia e 5 stranieri (Ucraina, Cina, Iran, Turchia e Francia). Il direttore della Kermesse, Franco Rina, inoltre segnala con molto orgoglio la presenza attiva sui set, di ben 6 studenti dell’istituto scolastico Cabrini di Taranto, forniti di adeguate attrezzature tecniche e di tanto talento (e ringrazia per la collaborazione, la dirigente della scuola, professoressa Annarita Vozza). Inoltre, aspiranti attori e attrici, anche dalla scuola media ed elementare Egidio Giusti.

Un gruppo di lavoro che ha prodotto un numero di filmati che è andato ben al di là delle previsioni: 12, tra fiction, documentari e clip (ne erano previste 5…). Tutti dedicati alla vita sociale della città, che domani sera (giovedì 22 dicembre, ore 18) saranno proiettati, nela sala cinema dell’oratorio San Giuseppe in vico De Valeris (Città vecchia) con ingresso libero e gratuito, fino ad esaurimento posti.

E il vicesindaco di Taranto, Fabrizio Manzulli, commenta: “Siamo davvero molto soddisfatti di aver investito le risorse Ex-Ilva destinate al piano di rigenerazione sociale per l’area di crisi di Taranto in progetti diversificati che vedessero protagonisti i giovani e che avessero una reale ricaduta positiva in termini di promozione turistica e quindi anche economica della città. Ospitare nuovamente un nutrito gruppo di filmmaker e dare loro la possibilità di raccontare un territorio straordinario, come il nostro, era una occasione imperdibile che insieme al sindaco, Rinaldo Melucci, abbiamo deciso di prendere al volo”.

Oltre a ringraziare l’amministrazione comunale, e in particolare il vicesindaco Manzulli, il direttore Rina, cita con particolare interesse le associazioni cittadine che hanno ispirato il lavoro dei creativi di Cinemadamare, attraverso tante loro buone pratiche: I Cavalieri de li Terre Tarentine, Giustizia per Taranto, REC-Recitazione e Cinema, ASH Baskin, Fondazione Oro6 per il sociale, Caritas diocesana, Oratorio San Giuseppe e l’artista del riciclo Luciano Greco.

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Udienza generale

Papa Francesco all’udienza del mercoledì: “La voce di Dio non si impone, è discreta, rispettosa”

Papa Francesco ha concluso l’udienza con un pensiero ai bambini ucraini “che non riescono a sorridere”

foto Vatican media/Sir
21 Dic 2022

di Maria Michela Nicolais

“Pensiamo ai tanti bambini dell’Ucraina che soffrono, soffrono tanto per questa guerra”. È l’appello pronunciato da papa Francesco, al termine dell’udienza di mercoledì 21 dicembre nell’aula Paolo VI, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana. “In questa festa del Dio che si fa bambino pensiamo ai bambini ucraini – ha proseguito il pontefice -; quando io li ho incontrati qui, la maggioranza non riesce a sorridere, e quando un bambino perde la capacità di sorridere è grave. Questi bambini portano su di sé la tragedia di quella guerra che è così inumana, così dura. Pensiamo al popolo ucraino, in questo Natale: senza luce, senza riscaldamento, senza le cose principali per sopravvivere. E preghiamo il Signore perché gli porti la pace il più presto possibile”.

Al centro della catechesi, il rapporto con la Parola di Dio come “aiuto” per il discernimento. “La voce di Dio non si impone, è discreta, rispettosa, e proprio per questo pacificante”, ha esordito Francesco.” E solo nella pace possiamo entrare nel profondo di noi stessi e riconoscere i desideri autentici che il Signore ha messo nel nostro cuore”. Per il credente, ha ricordato il papa, “la Parola di Dio non è semplicemente un testo da leggere, è una presenza viva, opera dello Spirito Santo che conforta, istruisce, dà luce, forza, ristoro e gusto di vivere. È un vero anticipo di paradiso. Lo aveva ben compreso un grande santo e pastore, Ambrogio, che scriveva: ‘Quando leggo la Divina Scrittura, Dio torna a passeggiare nel paradiso terrestre’”. La Bibbia ci aiuta “a leggere ciò che si muove nel cuore, imparando a riconoscere la voce di Dio e a distinguerla da altre voci, che sembrano imporsi alla nostra attenzione, ma che ci lasciano alla fine confusi – ha proseguito Francesco -. La Bibbia ci avverte che la voce di Dio risuona nella calma, nell’attenzione, nel silenzio”, ha aggiunto a proposito di questo “rapporto affettivo” con la Scrittura, che “ci porta a vivere una relazione affettiva con il Signore Gesù. Molte volte possiamo avere un’idea distorta di Dio, considerandolo come un giudice arcigno, severo, pronto a coglierci in fallo”, il monito del Papa: “Gesù, al contrario, ci rivela un Dio pieno di compassione e di tenerezza, pronto a sacrificare sé stesso pur di venirci incontro, proprio come il padre della parabola del figlio prodigo”.

“La parola di Dio ti tocca il cuore, ti cambia la vita – ha garantito Francesco -. L’ho visto tante volte, perché Dio non vuole distruggerci, vuole che siamo più forti, più buoni ogni giorno”, ha testimoniato: “La Parola di Dio sempre ti fa guardare da un’atra parte: “c’è una croce, ma c’è una speranza, c’è la resurrezione. La Parola di Dio ti apre tutte le porte perché lui è la porta”. “Prendiamo il Vangelo, leggiamo la Bibbia, prendiamola in mano cinque minuti al giorno”, l’invito: “Portate un Vangelo tascabile con voi nella borsa e leggetene durante la giornata un pezzettino: fate questo, vedrete come cambierà la vostra vita con la vicinanza alla Parola di Dio”.

“È molto bello pensare alla vita con il Signore come una relazione di amicizia che cresce giorno dopo giorno”, ha commentato Francesco: “L’amicizia con Dio è la strada: Dio ci ama, ci vuole amici. L’amicizia con Dio ha la capacità di cambiare il cuore; è uno dei grandi doni dello Spirito Santo, la pietà, che ci rende capaci di riconoscere la paternità di Dio. Abbiamo un Padre tenero, affettuoso, che ci ama, che ci ha amato da sempre: quando se ne fa esperienza, il cuore si scioglie e cadono dubbi, paure, sensazione di indegnità. Nulla può opporsi a questo amore sull’incontro con Signore. E questo ci ricorda un altro grande aiuto, il dono dello Spirito Santo, presente in noi, che ci istruisce, rende viva la Parola di Dio che leggiamo, suggerisce significati nuovi, apre porte che sembravano chiuse, indica sentieri di vita là dove sembrava ci fossero solo buio e confusione”.

“Io domando: voi pregate lo Spirito Santo? Ma chi è, il grande sconosciuto?”, ha chiesto il papa ai presenti. “Noi preghiamo Il Padre, preghiamo Gesù, ma dimentichiamo lo Spirito”, la denuncia. “Una volta, facendo la catechesi ai bambini, ho fatto la domanda: ‘Chi di voi sa chi è lo Spirto Santo?’. ‘Il paralitico’, mi ha detto un bambino”, ha raccontato Francesco: “Tante volte per noi lo Spirito Santo è come se fosse una persona che non conta”, ha denunciato. “Lo Spirito Santo è quello che ti dà vita all’anima, fatelo entrare!”, l’esortazione del papa: “Non ha niente di paralitico, è quello che porta avanti la Chiesa. Lo Spirito Santo è discernimento in azione, presenza di Dio in noi, è il dono, il regalo più grande che il Padre assicura a coloro che lo chiedono. E’ interessante portare la vita con lo Spirito Santo: lui ti cambia, ti fa crescere. Il discernimento ha lo scopo di riconoscere la salvezza operata dal Signore nella mia vita, mi ricorda che non sono mai solo e che, se sto lottando, è perché la posta in gioco è importante”.

“Lo Spirito Santo è sempre è con noi”, ha assicurato il papa: “Con questi aiuti, che il Signore ci dà, non dobbiamo temere. Andiamo avanti, con coraggio e con gioia”.

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Emergenze sociali

Accordo in Ue sul “price cap” del gas “anche se il tetto è molto elevato”

Varata l’intesa europea sul tetto al prezzo del gas, ma per Francesco Timpano, ordinario di Politica economica all’Università Cattolica, “il limite massimo è così elevato che non servirà azionarlo nel breve periodo”

foto Ansa/Sir
21 Dic 2022

di Alberto Baviera

L’Unione europea ha finalmente trovato l’intesa e, ieri, i ministri dell’Energia dei 27 hanno deciso di fissare un tetto massimo ai prezzi del gas naturale a 180 euro per mwh. Affinché il meccanismo venga attivato sulle contrattazioni a uno, tre e dodici mesi, i prezzi del gas dovranno essere superiori al tetto fissato per tre giorni e anche di 35 euro al prezzo del gas liquefatto (Gnl), sempre per tre giorni. Lo strumento potrà essere applicato dal 15 febbraio prossimo. Con Francesco Timpano, ordinario di Politica economica alla facoltà di Economia dell’Università cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza, abbiamo cercato di capire di più circa il significato e le prospettive dell’intesa. Sulla quale l’Ungheria di Orban si è detta contraria mentre Paesi Bassi e Austria si sono astenuti.

Professor Timpano, che significato ha il risultato ottenuto ieri? Come lo giudica?

È un fatto positivo che si sia raggiunto un accordo sul principio. Anche se il prezzo è molto elevato e sono previste una serie di condizioni al contorno che devono ricorrere per l’attivazione che sono poco probabili.

Direi che è stata scelta una strada non particolarmente stringente, per alcuni versi. Nell’attesa di capire come si concretizzerà, colpisce la reazione molto pesante della Russia che attesta che l’applicazione del “price cap” qualche effetto ce lo avrà. Già nelle primissime ore le quotazioni sono scese, confermando l’idea che fissando un tetto i prezzi si sarebbero raffreddati.

Il prezzo del gas è in costante diminuzione rispetto ai picchi di fine agosto (sfiorò i 346 euro il 26 agosto) e in questi giorni non è molto distante dai prezzi di un anno fa…
Siamo comunque a 5 volte il prezzo di partenza di tutta questa storia, il cui avvio è precedente al 24 febbraio quando ha avuto inizio la guerra. Siamo partiti con quotazioni attorno a 20 € e oggi siamo sui 100 €.

Il prezzo attualmente è ancora molto alto, non prevedo che a breve ci siano dei ridimensionamenti significativi.

In ogni caso, molto dipenderà da variabili che sappiamo essere cruciali in questo ambito: temperature, fonti alternative e domanda in Cina. Se la richiesta cinese riesplode, il rischio che i prezzi vadano di nuovo su è molto concreto.

Ha fatto riferimento alla reazione russa all’approvazione del meccanismo. Secondo lei il “price cap” creerà distorsioni nel mercato come paventato da Mosca?
Se non ricordo male l’ex ministro Cingolani parlava di “price cap” a 50 € o a 80 € augurandosi che la forza del compratore unico potesse confrontarsi con la forza del venditore quasi-unico. È improprio invocare il mercato in una situazione nella quale c’è una rigidità nell’approvvigionamento, perché noi siamo di fatto dipendenti da un unico fornitore – oggi molto meno rispetto ad un anno fa. Il mercato è tale quando sul contratto tra domanda e offerta non interferisce un eccessivo potere di mercato. Nell’attuale situazione, francamente, è difficile dire che non ci sia – per il momento – un eccessivo potere di mercato, frutto anche della scelta politica di approvvigionarsi dalla Russia. L’Europa in passato ha preso questa decisione per motivi geopolitici, commettendo un errore clamoroso alla luce di quelli che sono i fatti attuali. La controparte ha cambiato i termini del gioco e trovo abbastanza ragionevole che si tenti la strada che non è quella classica di mercato, imponendo un “price cap”. Fa comunque sorridere sentire i russi invocare il mercato e preoccuparsi per le sue sorti. In ogni caso, un meccanismo di “price cap” può avere degli effetti pericolosi; perché se la controparte non accettasse il tetto al prezzo noi potremmo andare in difficoltà. Ma non è una questione all’ordine del giorno, perché il tetto è così elevato che non servirà azionarlo nel breve periodo.

Ci sono altri fronti sui quali è necessario intervenire per avere una maggior sicurezza energetica?
Il vero punto è se si riesce veramente ad implementare il compratore “unico” che possa trattare alcuni aspetti con la forza dell’Europa unita. Quello che purtroppo ancora manca è una struttura complessiva della strategia industriale che consenta all’Ue di sedersi al tavolo con un potere contrattuale maggiore rispetto a quello attuale anche per contrastare l’arroganza russa.

Avere imposto un “price cap” come quello che è stato costruito, quasi fatto apposta per non dover essere utilizzato nei prossimi mesi, è comunque un segnale che l’Ue si è messa d’accordo.

Anche se rimane la contrarietà dell’Ungheria e l’astensione di Austria e Paesi Bassi; e questo è assolutamente inaccettabile. Ritengo positivo che il nostro Governo – che ha un segno politico uguale a quello dei Governi non favorevoli alla posizione maggioritaria – abbia mantenuto la linea del governo Draghi.

Guardando al 2023, possiamo stare moderatamente tranquilli?
Non vedo grandi novità e questo un po’ mi preoccupa. L’unica cosa certa è che sta partendo il lavoro sui rigassificatori e avremo entro il 2023 una prima e nel 2024 una seconda piattaforma di rigassificazione. Si tratta di una diversificazione importante. Non ci sono state grandi novità sul fronte rinnovabili, sul quale è urgente accelerare in modo pesante rispetto alle autorizzazioni per l’installazione. E lo si deve fare anche grazie alle risorse del Pnrr che erano già destinate in questa direzione.

C’è altro che la preoccupa?
La vicenda con il Qatar. Spero che da lì non vengano grandi problemi perché bisogna tener presente che il gas naturale liquefatto (Gnl) noi italiani lo prendiamo in buona misura dal Qatar. Quanto sta avvenendo è un elemento di forte preoccupazione. È chiaro che nell’operazione di diversificazione messa in campo siamo andati nella direzione di Paesi da cui acquistiamo con un rischio politico alto: questo vale per il Qatar ma anche per i Paesi del Nord Africa.

Comprare a rischio politico nullo, purtroppo, in questo momento è complicato perché tutti i Paesi che detengono materie prime hanno problemi non molto diversi da quelli che abbiamo vissuto con la Russia. Per questo la diversificazione in diverse fonti è fondamentale.

Spero che la politica, complessivamente, sia all’altezza della sfida in modo tale da evitare che si replichino gli errori che si sono fatti con la Russia.

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Nel mondo

Gli auguri ‘guatemaltechi’ per questo Natale di don Mimino Damasi

foto di don Mimino Damasi
21 Dic 2022

di Mimino Damasi

Jocotan – Guatemala, 21 dicembre 2022

Cari lettori di Nuovo Dialogo, accolgo volentieri l‘invito della redazione per un saluto natalizio dal lontano Guatemala. Questo è il terzo Natale che vivo nella parrocchia Santiago Apostol di Jocotan, diocesi di Zacapa, nella region Chortì, una delle più povere di questo paese meraviglioso e problematico al tempo stesso.

In questi giorni si sta concludendo la tradizionale “Posada”, una sorta di Novena itinerante che coinvolge i vari settori della parrocchia. Vengono portate in processione le immagini di Giuseppe e Maria alla ricerca di un alloggio (posada) dove far nascere il Bambino Gesù. Bussano alla porta e in canto si dà voce a Giuseppe che chiede ospitalità al padrone di casa che dopo un iniziale e sgarbato rifiuto si convince e apre la porta. Viene recitato il rosario, si celebra la santa messa, o in assenza del sacerdote, si legge la Parola di Dio, e si conclude con un dolce e una bevanda per tutti. Le strofe del canto della “posada” fanno tenerezza:

Josè  (Giuseppe): “In nome del cielo, io vi chiedo un alloggio perchè non può più camminar la mia sposa amata”;  padrone di casa: “Questa non è una locanda, non posso aprire e non continuare a molestar”; Josè: “Non sia disumano, faccia la carità, veniamo da Nazareth, io sono Josè, il falegname, aprite la porta perché diventa madre la regina del cielo”; padrone di casa: “E come mai una regina se ne va di notte cosi sola?”; Josè: “La mia sposa è Maria, regina del cielo, la madre del Verbo divino”;  padrone di casa: “Ah, siete voi! Entrate pellegrini, non vi avevo riconosciuto”; Tutti in coro: “Beata questa casa dimora della bellissima Maria, anche se povera è donata con tutto il cuore”.

foto di don Mimino Damasi

La “posada” si tiene anche nei 110 villaggi della parrocchia andando di casa in casa e rappresenta un argine di resistenza all’aggressione consumistica che anche qui, fatte le debite proporzioni, è forte e accattivante, infatti quanto a frenesia ce n’è, diversa ma c’è, con grandi differenze fra le zone urbane delle città e quelle rurali dei villaggi.  Non mancano le iniziative di solidarietà a favore delle famiglie più povere come per esempio la “Maraton de los juguetes”, una raccolta di giocattoli, vestiario e calzature per i bambini dei villaggi più poveri.  A Natale noi sacerdoti non andiamo nei villaggi dove però, all’interno delle chiesette addobbate con lucine intermittenti e fili argentati e con semplici presepi naif, si tengono le celebrazioni guidate dai responsabili, sia la notte per la nascita di Gesù che nella mattinata del giorno di Natale. Nelle famiglie dei villaggi il pranzo natalizio è un po’ più abbondante anche se non ci sono pietanze o dolci particolari esclusivi del periodo, di solito non mancano il tamal (un grosso gnocco di mais), i fagioli neri e il riso, l’unica variante significativa può essere il tacchino al posto della più ordinaria gallina cresciuti nell’aia della casa.

Ma le immagini più natalizie per me sono le tante mamme, spesso giovanissime, con il proprio bambino in braccio o attaccato al seno che mi rimandano al cuore del mistero del Natale del Signore, mistero di Vita accolta e di Amore ineffabile donato. Feliz Navidad.

En amistad (in amicizia),

don Mimino Damasi

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Sport

Francesca Semeraro, la campionessa che non molla mai: “Il 2023 sarà l’anno della svolta”

21 Dic 2022

di Paolo Arrivo

L’avevamo sentita alla vigilia dell’appuntamento più importante. Poi onorato alla grande: Francesca Semeraro si conferma saltatrice con l’asta tra le migliori in Italia. Ha talento, la campionessa 25enne di Taranto, portacolori dell’Alteratletica Locorotondo, forza fisica e mentale. Ha vissuto in carriera momenti di difficoltà e di rinascita. Ora sembra aver trovato quella continuità necessaria a fare di un atleta un punto di riferimento costante. Lei lo è già, da anni, in compagnia del fratello Luca: in riva allo Jonio, dove si spera possano tornare in pianta stabile, sono i massimi rappresentanti della disciplina del salto con l’asta. L’ultimo squillo, per entrambi, al campionato assoluto per squadre – a Perugia, lei, con la conquista della più ambita medaglia. Questa chiacchierata concessa a Nuovo Dialogo è stata occasione utile a fare un nuovo bilancio.

Francesca, anche quest’anno ti sei migliorata realizzando il nuovo record personale e regionale pugliese ai campionati italiani assoluti di Rieti. Complessivamente che stagione è stata?

“Premesso che nel 2022 ho escluso l’indoor per dedicarmi alla stagione outdoor, sono molto contenta di come sia andata: il quarto posto ottenuto ai campionati di Rieti è una posizione di prestigio. Sapevo di poter ambire a qualcosa in più, sinceramente. Con un po’ di fortuna sarei potuta arrivare a 4.30 o 4.40 ma, per vari motivi, per le poche gare avute a disposizione fino a quel momento, non ci sono riuscita. Nel complesso non mi posso lamentare. Sono stata bene in quasi tutte le competizioni affrontate, il mio rendimento è stato costante”.

I tuoi programmi?

“Nel 2023 farò le indoor. Già a gennaio le prime gare, a febbraio i campionati italiani assoluti, che si terranno sempre ad Ancona. Spero di fare bene. Qualche centimetro in più oltre il mio primato (4.05, per l’indoor). Io prediligo la stagione all’aperto, in ogni caso”.

Roberta Bruni ha firmato il nuovo record nazionale (4.72). ai campionati di Rieti aveva vinto con 4.55. Sono misure pazzesche, o sbaglio? Fino a cinque anni fa con la stessa misura che hai saltato (4.25) tu saresti diventata campionessa italiana…

“Negli ultimi 2-3 anni il livello si è alzato tantissimo. Con la mia misura, infatti, si arrivava terzi o secondi. Roberta Bruni ha fatto un boom quest’anno: il record italiano è ottimo come risultato anche a livello mondiale. Il 4.55 dei campionati italiani è una misura alla quale io ambisco. Per questo sto lavorando: sono un po’ stanca, impegnata (per non dire stressata, ndr), ma anche abbastanza fiduciosa”.

A cos’altro ti sei dedicata quest’anno, oltre al salto con l’asta?

“Ho fatto il concorso in polizia civile. Purtroppo, pur avendo studiato, allenandomi in contemporanea, non è andato come doveva. Ritenterò altri concorsi il prossimo anno. La mia ambizione comunque è fare della mia attività, del mio sport, il mio lavoro. Non mollo. E penso che il 2023 sia per me un anno di svolta”.

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Diocesi

Il «Natale di solidarietà» della Chiesa madre di Lizzano

21 Dic 2022

di Piergiovanni Amodio

Le tante e disparate ‘incertezze’ di questo nostro tempo stanno generando purtroppo, come conseguenza anche a Lizzano, l’aumento delle richieste di aiuto da parte di molteplici nuclei familiari!

Per fronteggiare al meglio questa infelice situazione, la Caritas della Chiesa madre di Lizzano ha messo in campo, in tutto questo tempo d’Avvento, una particolare azione sensibilizzatrice umanitaria a favore di quanti versano in situazioni di bisogno e di necessità.

E nel pomeriggio-serata di martedì 20 dicembre, è stata effettuata una distribuzione straordinaria di aiuti agli assistiti nei pressi della sede dell’emporio parrocchiale dei poveri, adiacente ai giardini parrocchiali del restaurato centro pastorale “San Gaetano”.

«Un Avvento di carità – ha affermato il parroco don Giuseppe Costantino Zito – per un Natale di fraternità! Abbiamo inteso vivere così questo arco temporale in prossimità delle festività natalizie. E proprio in questo tempo, segnato dal limite e dalle tante fragilità causate dalla guerra e dalla pandemia, portando nel nostro cuore la sofferenza di molti e le paure di tanti, desideriamo riportare la serenità, la gioia e la speranza della nostra festa cristiana in quanti sono soli, provati o bisognosi, come pure nel nostro contesto locale, che evidenzia l’insorgere di nuove forme di povertà, certamente amplificate in questi ultimi due anni anche dalla crisi sanitaria ed economica da Covid 19. È la strenna parrocchiale di Natale! Come buona samaritana, la nostra parrocchia continua ad adoperarsi, con intelligenza e con cuore, per essere vicina e solidale alle persone e per rendersi sempre più attenta e sollecita verso le tante e variegate necessità del territorio. Siamo dunque ben lieti di offrire in questa giornata anche questo ulteriore e sovrabbondante bonus natalizio!».

Azione culturale, opera formativa ed educativa, attività caritativa: esempi positivi di virtuosi percorsi di vita parrocchiale, protesi alla promozione di uno sviluppo umano integrale e dello stesso bene comune!

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Editoriale

21 dicembre: “pensieri sparsi sul Natale”

21 Dic 2022

di Emanuele Ferro
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21 dicembre

Pensieri sparsi
«Sono in massa» è una frase che si sente dire spesso anche da adolescenti volenterosi che cominciano il loro percorso di aumento della massa muscolare anche compiendo sacrifici fisici e alimentari non indifferenti. Ore di allenamento, sedute contemplative davanti allo specchio per osservare i risultati. Si tratta di un universo che appassiona tanti giovani e non solo. Alcuni si aiutano con scorciatoie “chimiche” o meglio, con qualcosa in più di un integratore alimentare. E poi levatacce, garage trasformati con panche, bilancieri, tapis roulant, cardiofitness, tone. Ovviamente se si dovesse esprimere un giudizio verrebbe da mettere in guardia dalla cura smodata per l’aspetto esteriore. È il cavallo di battaglia di molti cattolici occidentali pluridecorati: «È più importante l’essere che l’apparire». Niente di più stucchevole e noioso, avamposto del partito dei bruttarelli ma belli dentro, sempre pronti ad offrire una parola sconfortante per tutti.

Il bandolo della matassa
La verità è un’altra. Tante energie e sacrifici per l’aspetto fisico ci devono far chiedere perché invece il Vangelo non appassioni più gli animi giovanili. I giovani non hanno paura del sacrificio e non sono barricati in confort zone di prudenza quando qualcosa per loro ha fascino. Sono disposti a mettersi in gioco. Sappiamo bene che imparare a perdonare, educare al rispetto, affinare il proprio cuore per accordarlo in Dio, consta di esercizi quotidiani, di sollevamenti e di trasporto di pesi. Il Natale è un viaggio notturno, è un’avventura piena di rifiuti. È l’abbraccio di due giovani che stanno vivendo un amore incompreso ma per loro irrinunciabile. È una notte fredda di ragazzi rimasti fuori di casa che cercano un posto in cui scaldarsi e dare alla luce il loro bambino che sanno già essere un enigma e un problema per molti, ma è il loro bambino. Che cosa c’è di più giovanile di questo? Qualcuno deve pur dire che tanto allenamento serve per trascinare l’asinello che trasporta Maria incinta e che tutti quei muscoli sono sprecati per il solo specchio della palestra o per i reel quotidiani!

Intanto la Chiesa oggi canta:
O Astro che sorgi,
splendore della luce eterna,
sole di giustizia:
vieni,
illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte.

O Oriens,
Astro che sorgi,
è un’invocazione meravigliosa di un’era nuova.
La vita è fatta di inizi, di astri che sorgono,
di albe che annunciano opportunità e che parlano di una luce eterna,
quella che non si spegnerà mai.

Astro che sorgi,
mettimi in piedi,
mettimi in viaggio,
sono stanco di giacere al buio.
L’ombra della morte è una vita che non si apre
all’avventura del Natale.  

 

 

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Archeologia

Una mostra al MarTa documenta la grandezza di Taranto e i rapporti antichi con Castro

20 Dic 2022

di Silvano Trevisani

É stata inaugurata, nelle sale espositive del Museo nazionale MarTa, la mostra “Athenaion: Tarentini, Messapi e altri nel Santuario di Atena a Castro”, curata da Francesco D’Andria, illustre archeologo tarantino, accademico dei Licei, professore emerito dell’Università del Salento e direttore degli scavi e del Museo archeologico di Castro e da Eva Degl’Innocenti, direttrice del Museo di Taranto. Si tratta di una mostra temporanea di grande importanza, che ha permesso di cogliere le relazioni che già in antichità vi erano tra i due importanti insediamenti, soprattutto dopo le campagne di scavo nella località salentina che hanno messo in luce importantissimi ritrovamenti

Alla presentazione hanno preso parte, oltre ai curatori, la soprintendente per le province di Brindisi e Lecce, Francesca Riccio; il vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Castro, Alberto Antonio Capraro, la direttrice dell’Istituto di Scienze del patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche, Costanza Miliani e il presidente dell’Associazione “Rotta di Enea”, Giovanni Cafiero.

Il professor D’Andria ha spiegato come le indagini archeologiche condotte a Castro a partire dall’anno 2000, abbiano permesso di identificare il Santuario di Atena (Athenaion) citato da numerose fonti letterarie, in particolare da Virgilio che, nel libro III dell’Eneide, vi ambienta il primo approdo in Italia dei Troiani in fuga da Troia, guidati da Enea. Gli studi effettuati hanno posto l’attenzione sul ruolo svolto dal luogo sacro come spazio di incontro tra genti diverse, greci, messapi, popoli dell’opposta sponda balcanica, in un punto strategico della navigazione antica, all’ingresso del mare Adriatico.

Per la direttrice del MarTa: “La mostra è l’occasione per mettere a confronto le testimonianze archeologiche di Castro con le produzioni artistiche di Taranto, offrendo anche ai visitatori l’opportunità di conoscere uno dei contesti della Puglia antica, quello di Castro, in cui maggiormente si manifesta la diffusione della cultura artistica tarantina”.

In effetti, come hanno spiegato gli archeologi che hanno collaborato agli scavi e alla realizzazione del percorso espositivo, nell’area del santuario, realizzato con materiali realizzati proprio a Taranto e trasportati a Castro, dove non vi era la consuetudine di erigere templi, sono stati trovati numerosi manufatti realizzati a Taranto, o da artigiani tarantini che operavano nell’area sacrale, o in altri centri antichi da cui arrivarono nel Salento. Tra i manufatti alcuni straordinari monili, vari realizzati esclusivamente a scopo religioso, gioielli aurei e in materiali preziosi.

Questo a conferma delle parole di D’Andria, secondo il quale “Taranto nel IV e nel III secolo a.C., sia stata una grande metropoli del Mediterraneo, un centro di elaborazione artistica di altissimo livello capace di influenzare anche per secoli non solo le colonie greche o le popolazioni indigene, ma anche di inventare modelli come quello dei girali, che influenzeranno l’arte e la scultura nei secoli a venire”.

La mostra “Athenaion: Tarentini, Messapi e altri nel Santuario di Atena a Castro” è corredata anche di ricostruzioni in 3D: tra cui la riproduzione della statua di Atena a mezzo busto, creata dal Fab Lab (laboratorio di artigianato digitale e innovazione) del Museo di Taranto, esposta nel chiostro del Museo, valorizzata nella sua parte inferiore da una ricostruzione in metallo realizzata dall’artista pugliese Nicola Genco. La mostra rimarrà aperta fino al 18 giugno 2023.

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