Don Franco Angelini, il buon Pastore ti accoglie

30 Apr 2023

 

È tornato alla casa del Padre, il Rev.mo Sac. Don Franco Angelini, già parroco di San Domenico in Martina Franca.

La messa esequiale, presieduta dall’Arcivescovo Mons. Filippo Santoro, sarà celebrata domani, lunedì 1 maggio alle ore 09.00, presso la parrocchia San Domenico in Martina Franca.

 

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Viaggio apostolico

Francesco ai giovani ungheresi: “Chi osa vince”, “Gesù è il miglior allenatore”

29 Apr 2023

“Chi osa vince”. Rivolgendosi agli oltre 10 mila giovani radunati nel Palazzetto dello Sport di Budapest, il Papa ha citato un proverbio ungherese per spiegare “come si fa a vincere la vita”. Secondo Francesco, “ci sono due passaggi fondamentali, come nello sport: primo, puntare in alto; secondo, allenarsi”. “Hai un talento? Di sicuro ce l’hai!”, il messaggio rivolto idealmente ad ogni giovani: “Non metterlo da parte pensando che per essere felice basti il minimo indispensabile: un titolo di studio, un lavoro per guadagnare, divertirsi un po’… No, metti in gioco quello che hai. Hai una buona qualità? Investi su quella, senza paura, vai avanti! Senti nel cuore che hai una capacità che può far bene a tanti? Senti che è bello amare il Signore, creare una famiglia numerosa, aiutare chi è bisognoso? Non pensare che siano desideri irrealizzabili, ma investi sui grandi traguardi della vita!”. Allenarsi, invece, significa entrare “in dialogo con Gesù, che è il miglior allenatore possibile”. “Lui ti ascolta, ti motiva, crede in te, sa tirar fuori il meglio di te”, ha osservato il Papa: “E sempre invita a fare squadra: mai da soli ma con gli altri: questo è molto importante, se tu vuoi maturare nella vita, vai avanti facendo squadra, nella comunità, vivendo esperienze comuni”. “Penso, ad esempio, alle Giornate Mondiali della Gioventù, e colgo l’occasione per invitarvi alla prossima, che sarà in Portogallo, a Lisbona, all’inizio di agosto”, l’invito di Francesco, in quello che è stato una sorta di “prova generale” dell’evento che si svolgerà nella capitale portoghese dal 1° al 6 agosto prossimi.

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Eventi religiosi cittadini

San Cataldo: il programma religioso e civile dei festeggiamenti

29 Apr 2023

di Marina Luzzi

Clicca sulla locandina per il programma completo.

 

La città torna a stringersi intorno al suo santo patrono. Presentato questa mattina in arcivescovado il programma di festeggiamenti religiosi e civili in onore di san Cataldo. Si inizia anche quest’anno già dal 30 aprile, con la solenne ostensione delle reliquie e del simulacro argenteo del santo patrono. Nei giorni precedenti al triduo, è prevista la pelegrinatio delle reliquie del santo, simbolicamente, in alcuni dei paesi della provincia, San Marzano (vicarie di san Giorgio Jonico e Pulsano), Grottaglie (vicarie di Grottaglie e Montemesola) e Martina Franca (vicarie di Martina Franca, Crispiano e Statte). A celebrare, l’arcivescovo della diocesi ionica, mons. Filippo Santoro.  Si entra nel vivo dei festeggiamenti, anche quest’anno, l’8 maggio, con la liturgia della Parola, affidata all’arcivescovo e la consegna solenne del simulacro al sindaco Rinaldo Melucci. Poi la processione per mare, con la statua del santo posta sulla nave Cheradi della Marina Militare. L’imbarco da molo sant’Eligio è quello classico, lo sbarco invece sarà “insolito”, al Castello Aragonese. L’approdo a discesa vasto non è possibile per i lavori attualmente in corso e quindi vedremo il santo salire dalla scaletta che dal castello conduce fin su. Uno storico cambiamento di programma, forse un unicum. Poi il percorso procederà da piazza Castello e via Duomo, per arrivare fino a piazza Duomo.

Il 9 l’arcivescovo conferirà i ministeri laicali mentre il 10 alle 11.00 è prevista la commemorazione dell’Invenctio Corporis Sancti Cataldi e l’ostensione della crocetta aurea di San Cataldo presieduta da mons. Emanuele Ferro, seguita dalla celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo coadiutore mons. Ciro Miniero. Alle 17.00 di domenica 10, la solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Filippo Santoro e poi la processione per Città e vecchia e borgo umbertino, con la tradizione allocuzione del pastore ionico dal balcone della parrocchia del Carmine. Per quanto concerne i festeggiamenti civili, il 3 maggio, per tutta la mattinata, torna la Giornata Cataldiana con gli studenti. Quest’anno la riflessione è incentrata sui viaggi dei migranti sulle barchette del mare, in cerca di un futuro migliore. Nella serata del 9 maggio, tradizionalmente legata alla consegna del Cataldus d’argento a chi si è distinto per le attività svolte a favore della comunità tarantina, sarà offerto in anteprima una parte di  San Cataldo Inclusive & Digital project. Si tratta di un interessante percorso immersivo e digitale all’interno della basilica. Sarà  poi riaperta la cripta e mostrata al pubblico per la prima volta la “Stanza del Tesoro”, precedente alla fabbrica del cappellone, con dipinti murali seicenteschi e arredata con imponenti armadi settecenteschi. Fino al 1982, anno del furto della statua argentea di San Cataldo e di parte del tesoro della cattedrale, era una stanza segreta, che conteneva appunto gli arredi preziosi del Duomo. Ora ospiterà un quadro sonoro  pensato per il duomo di San Cataldo, da John Rutter, compositore e musicista inglese, direttore di coro e d’orchestra. Un’altra buona notizia è la riapertura al pubblico del Mudi, il museo diocesano, che dopo lavori di adeguamento manutentivo durati qualche mese, riprende le sue attività, con una nuova gestione affidata alla cooperativa Museion. Inaugurazione il 6 maggio, anniversario della riapertura del 2011, alle 17.30. In quello stesso giorno sarà inaugurata un’interessante mostra
di circa 80 opere pittoriche provenienti da diverse parti d’Italia, realizzate da artisti contemporanei. La mostra è a cura della Accademia Internazionale dei Dioscuri.

 

 

Programma religioso
30 aprile – 10 maggio 2023

Domenica 30 aprile

18:00   Solenne ostensione delle reliquie e del simulacro argenteo del Santo Patrono e Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.do Mons. Emanuele Tagliente, Arcidiacono del Capitolo Metropolitano. Partecipano Comunità GesùAma, Comunità Gesù Risorto, Comunità Maria, Rinnovamento nello Spirito Santo, Servi di Cristo Vivo, Gruppo “Pescatori di uomini”.

Lunedì 1 maggio

18:00    Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.do Mons. Emanuele Ferro, parroco. Partecipa la comunità della Cattedrale.

Martedì 2 maggio

18:00    Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Ciro Miniero, arcivescovo coadiutore di Taranto, con la partecipazione dei presbiteri che celebrano il LX, L, XXV, X, V e I anniversario di ordinazione presbiterale e delle vicarie di Taranto Nord, Taranto Sud, Taranto Orientale I, Taranto Orientale II, Taranto Paolo VI, Taranto Talsano;

19:00    Adorazione Eucaristica animata da L’Ora di Gesù, presieduta dal Rev.do Mons. Pasquale Morelli

Mercoledì 3 maggio

 17:00    Peregrinatio del simulacro e delle reliquie del Santo a San Marzano di San Giuseppe,  per le vicarie di San Giorgio Jonico e Pulsano

19:00    Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Filippo Santoro, arcivescovo metropolita di Taranto, nella parrocchia San Carlo Borromeo in San Marzano di San Giuseppe

18:00   Celebrazione Eucaristica e novena nella Basilica Cattedrale

20:30   Veglia di preghiera animata dal Cammino Neocatecumenale,

presieduta dal Rev.do Mons. Marcello Acquaviva

 

Giovedì 4 maggio

 17:00    Peregrinatio del simulacro e delle reliquie del Santo a Grottaglie,

per la vicaria di Grottaglie – Montemesola

19:00    Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Filippo Santoro,

Arcivescovo Metropolita di Taranto, nella Chiesa Madre Santa Maria Annunziata in Grottaglie

18:00   Celebrazione Eucaristica e novena nella Basilica Cattedrale

 

Venerdì 5 maggio

18:00    Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.do Mons. Giuseppe Ancora

Partecipano Acli, Azione Cattolica, Convegno di Cultura Maria Cristina, Cursillos di Cristianità, CVS, FUCI, GIFRA, Istituto Secolare Servi della Sofferenza, Legio Mariae, Movimento dei Focolari, Movimento di Rinascita Cristiana, OFS, Rete mondiale di preghiera, Terz’Ordine dei Minimi, Unitalsi, Università cattolica e Scuola Cattolica, Volontariato Vincenziano.

20:30   Celebrazione Eucaristica animata da Comunione e liberazione,

presieduta dal Rev.do Mons. Luigi Romanazzi

 

Sabato 6 maggio

17:00    Peregrinatio del simulacro e delle reliquie del Santo a Martina Franca,

per le vicarie di Martina Franca e Crispiano – Statte

18:00   Celebrazione Eucaristica e novena nella Basilica Cattedrale

19:00    Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Filippo Santoro, arcivescovo metropolita di Taranto, nella Basilica San Martino in Martina Franca

 

Domenica 7 maggio

 17:45    Piazza Carmine

Inizio del pellegrinaggio verso la Basilica Cattedrale delle Confraternite dell’Arcidiocesi.

18:30    All’arrivo in Basilica, Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.do Mons. Paolo Oliva,

Delegato arcivescovile per le Confraternite

 

Lunedì 8 maggio

18:00    Liturgia della Parola

presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Filippo Santoro,

Arcivescovo Metropolita di Taranto.

Consegna del simulacro del Santo Patrono al Dott. Rinaldo Melucci, Sindaco del Comune di Taranto

Processione a mare con il simulacro del Santo Patrono:

piazza Duomo, largo Arcivescovado, corso Vittorio Emanuele II, banchina Sant’Eligio.

Imbarco sulla nave “Cheradi” della Marina Militare.

Sbarco al Castello Aragonese e processione di rientro per le seguenti vie:

piazza Castello, via Duomo, piazza Duomo.

 

Martedì 9 maggio

 17:30    Primi Vespri della solennità di San Cataldo

presieduti dal Rev.do Mons. Emanuele Tagliente,

Arcidiacono del Capitolo Metropolitano

con la partecipazione di tutti i Rev.mi Canonici

18:00    Concelebrazione Eucaristica

presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Filippo Santoro, arcivescovo metropolita di Taranto, con il conferimento dei ministeri laicali

 

Mercoledì 10 maggio

Solennità di San Cataldo, vescovo

Patrono della Città e dell’Arcidiocesi di Taranto

08:30               Celebrazione Eucaristica

10:00               Celebrazione Eucaristica

11:00               Commemorazione dell’Invenctio Corporis Sancti Cataldi e ostensione della crocetta aurea di San Cataldo presieduta dal Rev.do Mons. Emanuele Ferro, parroco

 11:30               Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Ciro Miniero, arcivescovo coadiutore di Taranto

17:00                Solenne Concelebrazione Eucaristica

presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Filippo Santoro, arcivescovo metropolita di Taranto

18:30               Processione con il simulacro del Santo Patrono:

piazza Duomo, largo Arcivescovado, corso Vittorio Emanuele II, piazza Castello, ponte San Francesco di Paola, corso Due Mari, lungomare Vittorio Emanuele III, via Anfiteatro, via Berardi, piazza Maria Immacolata, via D’Aquino.

Allocuzione di Mons. Arcivescovo dal balcone della Chiesa Maria Ss.ma del Carmine e Benedizione Apostolica.

Rientro: via D’Aquino, via Margherita, via Matteotti, piazza Castello, via Duomo.

 

Programma civile

Martedì 9 maggio

20:00    Basilica Cattedrale San Cataldo

La luce gentile della fede

Cerimonia di consegna dei Cataldus d’argento,

conferiti dal Comitato festeggiamenti e dalla Camera di Commercio Taranto,

con un quartetto d’arpe del Conservatorio Paisiello di Taranto

Riapertura della cripta di San Cataldo, inaugurazione della Sala della Colonna, della stanza del Tesoro e anteprima de La Cattedrale di Taranto inclusive e digital art project

 

Mercoledì 10 maggio

10:00 – 15:00    Galleria d’arte L’impronta (via Cavallotti, 57)

Annullo Filatelico

23:30 Spettacolo di fuochi pirotecnici a cura della ditta ITRA Fireworks di Martina Franca (Ta)

 

Presteranno servizio bandistico durante i festeggiamenti:

– Grande Orchestra di fiati “Santa Cecilia” – Città di Taranto, diretta dal m° Giuseppe Gregucci;

– Gran Complesso bandistico “G. Paisiello” – Città di Taranto, diretto dal m° Vincenzo Simonetti;

– Concerto Musicale “Lemma”, diretto dal m° Giuseppe Pisconti;

 

Le artistiche luminarie saranno a cura della ditta V. Memmola di Francavilla Fontana (Br)

 

 

 

 

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Sport

Basket in carrozzina, playoff serie B: la Cisa Boys Taranto si prepara alla finale

28 Apr 2023

di Paolo Arrivo

Non possiamo goderceli da vicini. Ma l’eco delle loro vittorie, ovvero il grande esempio portato da chi pratica questo sport, raggiunge anche e per via diretta il capoluogo ionico: gli atleti della Cisa Boys Taranto basket hanno raggiunto la finale playoff. Merito della grande stagione disputata e dell’ultima vittoria ottenuta sul Vicenza. Resta un solo ostacolo, adesso, per raggiungere la serie A del basket in carrozzina. Obiettivo che la società si era prefissato.

I Boys se la giocheranno contro un grande avversario

La prima sfida si giocherà tra le mura amiche dell’Orazio Flacco di Palagiano. Appuntamento a sabato 6 maggio, alle ore 17.00. L’avversario è la Castelvecchio Polisportiva Nordest Gradisca. Gara 2 si giocherà il 20 maggio, sul campo della formazione del Friuli Venezia Giulia. La “bella” si terrebbe il giorno dopo.

“La finale è meritata, perché abbiamo dato il 100 per cento. Ci dobbiamo rimboccare le maniche, ripartire da dove siamo rimasti, allenarci, far bene e mettere in campo quel che può dare fastidio al Gradisca che ha un roster da fare invidia”. Così il presidente Domenico Latagliata commentava la strada interposta tra l’ultimo successo e la finale playoff. Assicurando che “ce la giochiamo”. La nota positiva, peraltro, è stata la grande affluenza di pubblico, all’ultima gara: attestazione del tanto amore che c’è attorno a questa squadra, ha rilevato lo stesso DL.

Il campionato

Venticinque le squadre che hanno rappresentato in quattro gironi la serie B 2022/23. Solo due taglieranno il traguardo della massima categoria nazionale. Taranto ha fatto parte del girone B in compagnia di Bari, Lecce, Catania, Palermo e Pontecagnano.  Dieci vittorie in 10 gare. Dopo aver dominato il campionato, gli uomini allenati da Egidio L’Ingesso hanno perso solo la prima semifinale playoff, per mano del Vicenza, poi eliminato. Una sconfitta che accresce ulteriormente il valore umano e non solo sportivo di questa squadra.

 

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Ecclesia

Grottaglie: il Comune ha festeggiato i 25 anni di ordinazione di monsignor Ligorio

27 Apr 2023

di Silvano Trevisani

Grottaglie ha festeggiato i venticinque anni di  episcopato di monsignor Salvatore Ligorio. Con la convocazione di una seduta ad hoc del Consiglio comunale, nel pomeriggio, a Palazzo di città, l’assise comunale, con in testa il sindaco Ciro D’Alò, ha voluto rendere omaggio a uno dei suoi figli più rappresentativi: l’attuale arcivescovo metropolita di Potenza, che a Grottaglie è nato il 13 ottobre 1948. Nominato vescovo di Tricarico nel dicembre 1997 da Papa Giovanni Paolo II e ordinato l’11 febbraio 1998 nella Concattedrale di Taranto, monsignor Ligorio è stato nominato arcivescovo di Matera-Irsina nel 2004 e, infine, arcivescovo metropolita di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo il 9 gennaio 2016.

I lavori del Consiglio straordinario

Il Consiglio comunale, ha scritto nell’indizione il presidente Aurelio Marangella, ha fortemente voluto questo appuntamento, in occasione del 25° anniversario della consacrazione episcopale di monsignor Ligorio per manifestare il forte legame e l’affetto sincero che tutta la comunità grottagliese nutre nei suoi confronti. Dopo l’apertura di lavori e il consueto appello, il sindaco Ciro D’Alò, che ha ricordato anche il suo incontro privato avvenuto a Matera prima del matrimonio, ha dichiarato l’orgoglio della città delle ceramiche per aver dato i natali a un arcivescovo tanto amato, “un cittadino autentico”. “Lei – ha detto D’Alò – è per la comunità di Grattaglie un esempio, una guida e un padre. Abbiamo voluto incontrarla per confidare la nostra stima ma anche le nostre paure, le nostre necessità e devo dire che tutti quelli che ho incontrato hanno confermato la sua grande disponibilità”. Ha, inoltre, raccontato un suo “segreto” relativo alla nomina di Ligorio vescovo: “Ho appreso che sono state inviate da tantissimi cittadini molte lettere in cui si narravano le virtù e i pregi di don Salvatore e questo ha contribuito a convincere le autorità di indicarlo come futuro vescovo”. Ha infine ringraziato tutti i parroci presenti all’incontro, “che sono mediatori importanti dei bisogni della gente e lo hanno ben rappresentato negli anni del covid”.

A nome del Consiglio comunale ha donato una pergamena assieme a un dono in ceramica artistica realizzato da Ciro Bentivoglio.

L’intervento di monsignor Ligorio

Dopo il saluto dei rappresentanti dei vari gruppi consiliari, lo stesso monsignor Ligorio ha rivolto un sentito grazie al sindaco, al Consiglio comunale e a tutta la comunità. “Ritorno dopo 25 anni – ha detto – e ricordo bene l’accoglienza che anche allora mi fu riservata. Arriva un’età nella quale con il riposo giunge il tempo di fare riflessioni più profonde sulla vita. Non ho mai dimenticato le radici che mi hanno generato alla vita, la famiglia che mi ha educato e formato, poi l’approccio con la parrocchia, il Carmine in particolare, dove ho incontrato sacerdoti impegnati che hanno lasciato una traccia, don Dario e don Cosimo soprattutto. Poi i 12 anni di Martina Franca e i 13 anni alla Madonna della Grazie. Un vissuto di quelle radici che mi hanno dato una linea importante della mia vita”.

L’arcivescovo ha apprezzato il clima di ufficialità e anche familiarità. Ha offerto spinti e stimoli per un dialogo che valorizzi la diversità. “Oggi viviamo – ha sottolineato – in un momento drammatico che riguarda non solo l’Ucraina ma molti altri luoghi nel mondo. Per quanto riguarda l’Italia, occorre una visione di Paese che la politica con la “p” maiuscola deve saper dare, ricostruire la pace che ha le sue radici nella giustizia sociale e negli equilibri fra poteri grandi e piccoli. Occorre che tutti insieme costruiamo una mentalità di pace, ognuno di noi deve essere uomo di pace, fare più dando ciò che sembrava impossibile. Ognuno sia consapevole della responsabilità che ha nella vita”.

Rivolgendosi poi ha consiglieri, ha detto: “Voi che fate politica dovere essere i primi a saper inventare nuovi percorsi, dando concretezza ai cambiamenti per una società solidale, rispettosa, inclusiva, positiva. Se la società tende a strutturarsi alimentando diseguaglianze e penalizzando i più fragili, spetta alla politica ritessere i legami che si rallentano per sostenere le persone e le famiglie nel processo di ricostruzione delle proprie potenzialità”

Ha, quindi, richiamato la figura di san Francesco De Geronimo e il suo richiamo continuo ai poveri, che deve mettere d’accordo tutti, credenti e cercatori di Dio e ha concluso con le parole di Papa Francesco: Non lasciatevi scoraggiare di fronte ai numeri crescenti di nuovi poveri e di nuove povertà, a partire dai giovani.

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Hic et Nunc

Medimex 2023 con Skunk Anansie, Tom Morello, Diodato e The Cult

27 Apr 2023

di Marina Luzzi

Sono in vendita da ieri i ticket per assistere ai concerti dell’edizione 2023 del Medimex. Arrivano a Taranto Echo & the Bunnymen (unica data italiana), Diodato (prima data estiva Così speciale Tour), The Murder Capital, Skunk Anansie, Tom Morello e infine The Cult sono gli headliner del Medimex 2023, dal 13 al 18 giugno. Opzione abbonamento quest’anno a 40 euro, per tre giorni di concerti sulla rotonda del lungomare (16,17 e 18 giugno). A margine della conferenza stampa di presentazione del festival promosso da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale attuato con il Teatro Pubblico Pugliese, abbiamo intervistato il direttore artistico Cesare Veronico.

Partiamo dal fatto che quest’anno si torna al vero e proprio festival, con più giornate consecutive di esibizioni live…

«Sì e poi che nomi…iniziamo venerdì con gli Echo & the Bunnymen, che sono una delle band di punta della new wave e poi Diodato che parte da qui per il suo tour e di certo non ha bisogno di presentazioni. Il sabato abbiamo poi ad aprire la serata avremo i The Murder Capital, formazione rivelazione in Gran Bretagna dell’ultimo anno, giovanissimi e fortissimi e poi gli Skunk Anansie, che fanno un concerto di grande impatto. Sul palco sono davvero molto forti. La domenica invece Tom Morello, che è l’ultimo chitarrista ad aver completamente rivoluzionato il suono della chitarra; leader indiscusso dei Rage Against the Machine, una delle formazioni più importanti della storia della musica in assoluto e che ha intrapreso questa carriera solista che gli sta dando belle soddisfazioni. Ho sentore che questo possa proprio essere uno dei concerti storici di tutte le stagioni del Medimex. Dopo di lui poi The Cult, una formazione che ha suonato a Taranto quarant’anni fa. Quando un anno e mezzo fa facemmo il Medimex sul tema new wave, purtroppo senza concerti a causa delle restrizioni dovute al Covid19, promisi di portare. Volevo una band che creasse quel “link” con la storia della musica preferita dai tarantini rockettari. Loro sono ancora in attività e questo concerto arriva a distanza di un anno dall’uscita del loro ultimo album, “Under the Midnight sun”, che è uno dei lavori più belli del 2022».

Una bella idea è quella delle aperture delle serate dedicate ai gruppi pugliesi che hanno vinto il bando di Puglia Sounds Record, quello con cui si incidono i dischi.

«Sì per loro sarà una grande emozione. Condividere da giovani promesse il palco delle star internazionali, è incredibile, una cosa enorme. Quando, dopo aver scelto i gruppi insieme alla nostra commissione, ho comunicato loro la notizia, c’è gente che è svenuta al telefono».

E invece quali mostre avremo quest’anno?

«Al Marta quella su Lou Reed, nel decennale della sua scomparsa. Bowie diceva che Lou Reed aveva reinventato il rock moderno, allora. E insieme a lui ci saranno la New York degli anni ’60 ed Andy Warhol, mentre all’Università in Città vecchia, nella ex chiesetta, avremo la mostra sulle batterie di un collezionista che ha batterie che sono state di proprietà di batteristi che hanno fatto la storia della musica, per cui sarà molto evocativa. Poi per il resto è il solito Medimex. Quest’anno sarà dedicato, per gli addetti ai lavori, ad una fotografia dello stato dell’arte della musica in Italia, con una due giorni con tutti i protagonisti della filiera industriale della musica nazionale. Poi avremo la nostra factory con i nostri giovani autori, giovani dj, giovani produttori, con tutor nazionali e internazionali e apriremo alle colonne sonore. Poi ci saranno gli show case, gli incontri con artisti al Fusco, tutti i nostri gruppi che si esibiscono davanti ai produttori nazionali e ci saranno anche concerti collaterali legati al jazz e alla sua nuova generazione. Insomma bisogna prendere 5 giorni di ferie per seguire tutto, da mattina a sera come faranno quelli che verranno da fuori città».

 

 

 

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Ecclesia

Portata a compimento la “missione di pace” a Kiev voluta da monsignor Filippo Santoro

27 Apr 2023

di Silvano Trevisani

 

Una vera missione di pace”. È quella che ha portato a Kiev la delegazione guidata dall’arcivescovo Filippo Santoro con la consegna alla Cattedrale greco cattolica del bassorilievo raffigurante l’Arcangelo San Michele. “Una missione di pace col vescovo ausiliare greco cattolico, l’ambasciatore in Ucraina e soprattutto con il popolo ucraino”. Così monsignor Santoro ha commentato la missione che si è compiuta secondo il programma stabilito: “Abbiamo dato il nostro tempo e rischiato i questo viaggio controcorrente”. “Ma il rischio è bello – ha aggiunto citando il filosofo Platone – quando si può dare un messaggio di pace”.

Un progetto annunciato in Quaresima

Lo aveva già annunciato nei giorni della Settimana della fede. Ora quel progetto, che a qualcuno era parso fin troppo ambizioso, è giunto a pieno compimento. Il dono recato a Kiev dall’arcivescovo Filippo Santoro del bassorilievo raffigurante l’arcangelo San Michele, opera dell’artista pugliese Cosimo Giuliano, ha avuto un senso profondo. Pensato proprio come dono simbolico, di solidarietà per il popolo ucraino e auspicio di pace, il bassorilievo è stato trasportato in Ucraina con un mezzo messo a disposizione dell’azienda Divella. A lanciare il progetto, raccolto da monsignor Santoro, era stato il giornalista e presidente onorario dell’associazione culturale “L’Isola che non c’è”, Franco Giuliano. Che ha accompagnato monsignor Santoro assieme a Loreto Gesualdo, presidente nazionale del Fism, la federazione delle società scientifiche mediche. Partita dall’aeroporto di Bari, con un volo diretto a Cracovia, la delegazione guidata dall’arcivescovo, ha raggiunto Kiev in auto dopo una tappa a Leopoldi, dove hanno trascorso la notte, e si è raccolto in preghiera prima di rimettersi in viaggio.

“San Michele è l’arcangelo della pace che ristabilisce la giustizia. – aveva detto l’arcivescovo – Il nostro è il tentativo di stabilire un dialogo di pace. E un segnale di pace sostanzia il sentimento di solidarietà, di vicinanza, di lotta per la pace e per la giustizia. Equella bilancia che San Michele ha in mano ci dice che la pace deve essere giusta e possibile”.

La consegna del bassirilievo

La consegna nella Cattedrale greco-cattolica di Kiev del bassorilievo dedicato a San Michele Arcangelo è avvenuta alla presenza delle autorità religiose e diplomatiche, tra cui il vescovo ausiliare di Kiev e l’ambasciatore Piero Francesco Zazo, il cui intervento è stato fondamentale per portare a termine una difficile missione in territorio di guerra. Al termine della cerimonia, monsignor Santoro ha così commentato: “La consegna del bassorilievo è stata una liturgia umana e divina di raro valore. Era presente il dolore di questo popolo e l’Arcangelo Michele bene ha comunicato il desiderio di una pace giusta. La nostra delegazione unita e grata ha vissuto, a nome di tutti voi, un momento grande di commozione e di impegno, per la causa della pace. A voi tutti giunga il mio abbraccio”.

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Sport

Recall, il Taranto conquista la salvezza

foto G. Leva
26 Apr 2023

di Paolo Arrivo

Uno zero a zero diverso da quelli ai quali ci avevano abituati i rossoblu in questa stagione. Ovvero un pareggio non figlio della sterilità offensiva, l’ultima partita contro il Messina allo stadio “Erasmo Iacovone”, ma del comportamento sprecone di chi ha preso tre legni nella prima frazione di gioco, e collezionato occasioni da goal – tra i più attivi, Christian Tommasini. A fine incontro si è passati dall’euforia alla delusione. Perché i risultati dagli altri campi sembravano essere favorevoli, utili ad andare agli spareggi per la promozione. Così si è perso il contatto con la realtà: non dimentichiamo che i playoff rappresentavano non un obiettivo ma un sogno. Gli uomini allenati da Eziolino Capuano hanno conquistato la salvezza, alla fine della terzultima giornata della serie C – girone C. E non gli si poteva chiedere di più. La fortuna, poi, non ha assistito stavolta gli ionici, nemmeno quando il Taranto è andato in superiorità numerica per l’espulsione di Christian Celesia per doppia ammonizione.

La salvezza può bastare, per ora

Se nel dopogara il tecnico campano aveva palesato tutta la propria amarezza, perché nei playoff ci credeva davvero (“non so dare una risposta, sono un uomo distrutto, ora”), a settantadue ore dal match è tempo di pensare già al futuro. La salvezza non può che essere un traguardo volante, intermedio, nella corsa a tappe interna al mondo del pallone, dalle categorie minori alla massima serie. Il Taranto di questa stagione ha realizzato solo 26 reti (ha fatto peggio solo la Gelbison, che ha chiuso al terz’ultimo posto il girone) e collezionato più pareggi e sconfitte che vittorie. Sono numeri con i quali non si può ambire alla promozione. Per fare il salto di categoria, l’anno prossimo, si dovrà attrezzare al meglio l’organico.

L’acquisto migliore

Ripartire da mister Capuano e dal diesse Evangelisti potrebbe essere un’ipotesi che piace a una parte della tifoseria. Certamente, domenica scorsa, i 4mila spettatori che hanno riempito gli spalti dello Iacovone per l’ultima partita stagionale hanno rinsaldato il legame tra la squadra e la tifoseria. Resta la frattura con il presidente Giove. Una ferita da rimarginare, a beneficio del rendimento nel calcio giocato: il pubblico è sempre il dodicesimo uomo in campo. Rivogliamo la Curva Nord piena e il tifo organizzato. Quando poi nascerà il nuovo stadio (i lavori, se va bene, partiranno nei primi mesi del 2024), ci dovranno essere ben altri obiettivi da traguardare. Ambizioni maggiori.

 

L’ultimo match allo Iacovone, Taranto-Messina, nel racconto fotografico di Peppe Leva

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Ordinazione sacerdotale

Don Michele Monteleone: “Torno a Roma da sacerdote felice”

26 Apr 2023

di Marina Luzzi

«Devo ancora realizzare bene la cosa. Non è tutto chiaro e avviato. Mi porto dentro tanta gioia». Michele Monteleone è uno dei tre sacerdoti ordinati dall’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, venerdì 14, in Concattedrale.
Don Michele, come don Cosimo Porcelli, compagno di studi di seminario, amico fraterno e ordinato prete insieme a lui, ha incrociato lungo il cammino “I Servi della Sofferenza” di san Giorgio Jonico ed è particolarmente legato alla figura di don Pierino Galeone, che lo ha seguito e ancora lo segue lungo il cammino. Gli studi in seminario e adesso la specializzazione in Teologia sacramentaria, lo hanno portato a Roma, dove per il momento don Michele continuerà il suo ministero. «Una scelta fatta insieme all’arcivescovo» – spiega qualche giorno dopo l’emozione della prima Messa, a santa Maria del Popolo di san Giorgio, sua chiesa d’origine. «Non sono una persona che si fa fantasie, quindi non avevo immaginato come sarebbe stato il giorno dell’ordinazione né quello della mia prima celebrazione eucaristica. Mi sono “limitato” a viverli e devo dire che ho sentito una serenità, una tranquillità, una contentezza che mi ha fatto assaporare tutto al meglio. Nessuna ansia quando ho celebrato la prima Messa e mi sono goduto anche la presenza “romana” dei parrocchiani dove presto servizio, venuti nel giorno della mia ordinazione insieme ai compagni di seminario, ai formatori, al rettore di Roma. Mi ha reso molto felice anche la presenza di tanti sacerdoti della diocesi di Taranto». Nello spiegare come era nata la sua vocazione, ci aveva raccontato un anno fa, in occasione dell’ordinazione diaconale, di essere un ex arbitro di calcio.  «Uno sport che però non mi permetteva di essere presente a Messa la domenica, di seguire un cammino con costanza. La mia vocazione è partita controtendenza, da una mancanza. Arrivata la sera, mi domandavo se quello che avevo fatto mi aveva reso felice. Sentivo un’inquietudine. Ho quindi deciso di abbandonare, di fare qualcosa di più serio. Negli incontri giovanili e in quelli con i Servi della sofferenza, pian piano è maturata la scelta e rileggendo la mia storia, ho capito che il Signore voleva portarmi proprio qui». In quell’occasione don Michele ci raccontò anche quale fosse la sua idea di sacerdote, cioè «di un uomo in mezzo alla gente». «Di carattere sono espansivo – ci confessò – e mi piace chiacchierare, ascoltare le storie delle persone. A Roma – affermò – nell’esperienza di servizio fatta nelle parrocchie, nella Caritas, in una casa famiglia, l’ho capito ancora di più, quanto mi piace ascoltare».

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Giornata mondiale

Pietro Pallini (Uil Taranto): “Non arretreremo di un passo: la sicurezza sul lavoro resta il perno centrale per la Uil”

26 Apr 2023

«La “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro”, quella del 28 aprile prossimo, – afferma il coordinatore provinciale della Uil Taranto, Pietro Pallini – non può essere soltanto una data fine a sé stessa. Una ricorrenza questa che si somma a quella della “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto”.
Le motivazioni che sono alla base della International Labour Organization (Iol), che ha introdotto nel 2003 questa importante ricorrenza, affondano le radici nella sensibilizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici ma soprattutto dei datori di lavoro e delle figure da questi preposte alla sicurezza nei posti di lavoro affinché collaborino per diminuire il numero di morti e infortuni che si verificano annualmente nei luoghi di lavoro».

Pietro Pallini

«La Uil, su questo filone, – continua Pallini – da tempo ha sposato detta filosofia con la campagna “Zero morti sul lavoro” avendo quale obiettivo quello di portare a zero i morti sui luoghi di lavoro.  È purtroppo chiaro che raggiungere l’obiettivo infortuni zero in tutte le aziende, in tutto il mondo, ogni anno sia un ideale utopistico ma ciò non significa che non si possa cercare di mitigare il problema agendo attraverso la prevenzione, la formazione elevando sempre più la soglia di guardia.
E ancora: «Numerose saranno, anche quest’anno, le iniziative realizzate dal sindacato, unitariamente o come singole sigle, dalle categorie o nei territori, a cui saremo invitate e invitati a partecipare. Peraltro, a nessuno sfugge come, proprio in questo periodo, tutte le articolazioni, le dirigenti e i dirigenti, i delegati e le delegate, le militanti e i militanti, sono impegnati e impegnate nella mobilitazione unitariamente decisa a fronte delle scelte del Governo e del Parlamento, tra cui il tema centrale della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro».
«A livello nazionale – conclude il coordinatore di Taranto – , abbiamo deciso di non arretrare sul tema e, nel caso specifico, di caratterizzare la nostra presenza con un manifesto che contiene, allo stesso tempo, un messaggio di speranza e un preciso impegno: per l’integrità psicofisica di ogni lavoratrice e lavoratore, per sistemi produttivi che non mettano a repentaglio la vita e che siano rispettosi dell’ambiente e di tutti i cittadini e le cittadine, in un quadro che ancora oggi registra quotidianamente incidenti sul lavoro gravissimi ed inaccettabili. La nostra è semplicemente una battaglia di vivere civile».

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Fede & cultura

Anche a Taranto, la presentazione del libro ‘Il senso religioso’

26 Apr 2023

“Per l’uomo”, così è stata intitolata la prefazione che l’allora arcivescovo di Buenos Aires, mons. José Maria Bergoglio scrisse per l’edizione spagnola del testo fondamentale del Servo di Dio Luigi Giussani, “Il senso religioso” nel 1998 e che introduce anche la nuova edizione, pubblicata per i tipi delle BUR.
È questo incipit che ha spinto gli aderenti alla comunità di Comunione e Liberazione di Taranto ad invitare la cittadinanza alla presentazione della nuova edizione del testo che sarà lo strumento della Scuola di comunità, il cammino di catechesi percorso dagli aderenti al Movimento e che viene proposto a chiunque, interessato alla propria umanità, qual che sia il suo punto di partenza, sia curioso e disposto al cammino.
Nella sua introduzione Bergoglio spiega: “Il senso religioso non è un libro ad uso esclusivo di coloro che fanno parte del movimento; neppure è solo per i cristiani o per i credenti. È un libro per tutti gli uomini che prendono sul serio la propria umanità.”  e più avanti: “Paradossalmente ne Il senso religioso si parla poco di Dio e molto dell’uomo. Si parla molto dei suoi “perché”, molto delle sue esigenze ultime. Citando il teologo protestante Niebuhr, lo stesso Giussani spiega: non esiste niente di più incomprensibile della risposta a una domanda che non si pone. E uno dei problemi della nostra cultura da supermercato, di offerte alla portata di tutti che tranquillizzano il cuore, è il dare voce alle domande. Questa è la sfida.”
Un interessante punto di confronto per tentare di uscire dalla disillusione e dal lamento continuo.
Sarà possibile seguire l’evento nazionale in videocollegamento martedì 2 maggio 2023, alle ore 20.45 nell’aula magna “Giovanni Paolo II”, in piazza s. Rita n° 3; l’ingresso è libero e non occorre la prenotazione.
info: cltaranto@virgilio.it – 3286579720

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Libri

“Tierra Prometida”, il sogno missionario di don Luigi Giussani in America Latina

foto Ansa/Sir
26 Apr 2023

Le cose, quell’anno, stavano andando molto bene per don Giussani. L’esperienza di Gioventù studentesca, la sua creatura, stava vivendo la stagione di massima espansione nelle scuole di Milano ed era guardata con la massima benevolenza dal suo vescovo, il cardinale Montini. Eppure, proprio in quell’anno, il 1960, don Giussani sogna di lasciare l’Italia e di partire come missionario in Brasile insieme a un gruppo di ragazzi e ragazze di Gs, convinto com’era che solo il “mondo intero” è l’orizzonte del cristianoe “chi lavora senza questo ideale potrà essere accanitamente onesto, riccamente asceta, magari eroico, ma non cristiano vero”. A documentare il grande desiderio di don Giussani è una lettera che il sacerdote di Desio scrive al vescovo di Belo Horizonte il 9 marzo 1960.
“Da molti anni — confida — pure io desidero dedicarmi a una Chiesa più bisognosa di quella milanese: ho 38 anni, ho insegnato dogmatica nel seminario di Venegono e teologia orientale nella facoltà di teologia ivi eretta, e ancora insegno apologetica ai sacerdoti del “quinto anno”. Se Vostra Eccellenza non mi rifiutasse intenderei proporre a Sua Eminenza il cardinale Montini questa soluzione concreta […]. Mi permetto chiedere a Vostra eccellenza se sarà possibile per me e per i miei giovani realizzare proprio con Lei questo progetto cui da tanti anni ormai ci stiamo preparando”.
La lettera è stata pubblicata nel 2013 nella monumentale biografia di don Luigi Giussani curata da Alberto Savorana. Chissà – viene da chiedersi – che forma avrebbe preso l’esperienza di Gs in Italia, chissà se mai sarebbe nato perfino il movimento di Comunione e Liberazione come lo conosciamo adesso, se don Giussani all’inizio degli anni Sessanta avesse ottenuto il permesso di intraprendere in prima persona l’avventura missionaria che sognava di vivere in America latina.Il permesso evidentemente non arrivò ma pochi mesi dopo l’invio della citata lettera vediamo un don Giussani emozionatissimo salpare a bordo di una nave commerciale, la Delphic Eagle, alla volta del Brasile, per verificare in prima persona la fattibilità di una spedizione missionaria dei suoi giovani nella zona di Macapá dove il “santo” imprenditore Marcello Candia, suo amico, intendeva costruire un ospedale per la povera gente.
L’anno successivo, il 1961, ecco Giussani di nuovo al porto di Genova, salutato da una piccola folla di suoi giovani, imbarcarsi su un bastimento con rotta ancora verso il Brasile: destinazione Belo Horizonte, con i suoi infuocati tramonti diventati poi leggendari nella storia del popolo di don Giussani. Era l’inizio di una presenza che negli anni successivi avrebbe preso altre forme e, attraverso alterne vicende e mille rivoli diversi, si sarebbe estesa agli altri paesi dell’America latina, di lingua spagnola. Una storia poco conosciuta che ora, nel centenario della nascita di don Giussani, ci viene raccontata dal giornalista Alver Metalli nel libro Tierra prometida. Storia di una storia (Edizioni di Pagina, Bari, 2023, pagine 212, euro 16).

Titolo evocativo del sentimento appassionato con cui il sacerdote lombardo guardava al continente latinoamericano: “Terra del futuro”, la definiva in un’intervista del 1983 a 30 Giorni.
Il racconto parte dall’Argentina. Una decina di giovani monache trappiste provenienti dal convento di Vitorchiano, nel Lazio, e cresciute alla scuola spirituale di don Giussani, sbarca a Buenos Aires e diventa il nucleo fondante di una nuova abbazia, dedicata alla Madre di Cristo, nella pampa profonda. È l’anno 1972. Pochi mesi dopo il loro arrivo le suore ricevono la visita di don Giussani che tornerà a trovarle anche l’anno successivo, indicandole come esempio “missionario”. Perché la missione non è questione di attivismo, ma di testimonianza e di apertura del cuore. Metalli ricostruisce con rigore la trama di incontri e circostanze che favorirono lo sviluppo sudamericano del movimento di don Giussani.Come l’incontro casuale a Roma con Fabio Bellomo, esule politico, peronista, che aveva dovuto lasciare Buenos Aires per sfuggire alla repressione dei militari e che si imbatte incuriosito, davanti al Pantheon, con dei militanti ciellini che vendono Il Sabato. Poi ci sono incontri più culturali che si rincorrono tra le due sponde dell’oceano, tra Rimini e Montevideo, Santiago del Cile e Buenos Aires: personalità come il filosofo uruguayano Alberto Methol Ferré, che sarà amico intimo del presidente “Pepe” Mujica; l’uruguayano Guzmán Carriquiry, collaboratore in Vaticano di quattro pontefici; Baldo Santi, responsabile della Caritas cilena al tempo del dittatore Pinochet; il venezuelano Luis Enrique Marius, sindacalista della Clat; l’ingegnere paraguayano Luis Mayer e il teologo argentino Lucio Gera, fondatore della “teologia del popolo” cara a Jorge Mario Bergoglio. C’è la storia delle riviste Incontri e Nexo che permettono nuove conoscenze e aprono spazi a nuove riflessioni, con il filosofo Rocco Buttiglione e l’instancabile don Francesco Ricci che nel loro peregrinare latinoamericano si ritrovano nel 1981 nel Colegio Máximo de San José a San Miguel, alla periferia di Buenos Aires, dove è rettore un gesuita che oltre trent’anni dopo diventerà Papa Francesco.
Alver Metalli ogni tanto deve smettere i panni dello storico per indossare quelli del testimone di eventi narrati. Tierra prometida, infatti, è anche in qualche modo l’autobiografia del suo autore. La storia raccontata si ferma al 1984 ma la vita di Alver è continuata. Da giornalista d’assalto nel mensile internazionale 30 Giorni a volontario a tempo pieno nella comunità parrocchiale de La Carcova, una delle più misere e pericolose villas miserias alla periferia di Buenos Aires. Esperienze — questa e numerose altre vissute senza clamore in Perú, Messico, Brasile — nelle quali si coglie ancora l’eco di quella gioia di comunicare il Vangelo di Cristo che oltre sessant’anni fa spinse don Giussani a immaginare un suo futuro come sacerdote missionario in America latina e a solcare per la prima volta l’oceano con rotta verso il “nuovo mondo”.

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