Per il Paisiello Festival, martedì 17 in concerto il pianista coreano Dong-Wan Ha
VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO




A San Marzano di San Giuseppe la parrocchia di San Carlo Borromeo organizza la terza edizione del memorial di calcetto ‘Don Franco Venneri’. Così lo illustra il parroco don Cosimo Rodia: “È bello che la nostra comunità parrocchiale celebri dopo dodici anni dalla nascita in Cielo il nostro amato don Franco Venneri coinvolgendo con lo sport, a lui tanto caro, coloro che furono i destinatari privilegiati della sua azione pastorale e spirituale: I bambini e i giovani. Don Franco dal cielo tiferà non solo per le squadre che si confronteranno in campo ma anche per tutti noi affinché nel cammino di fede possiamo vincere la partita più importante: la santità”.
Il memoriale consiste in due mini tornei suddivisi per ragazzi nelle due fasce d’età dal 2006 al 2009 e dal 2010 al 2012 e che avranno luogo dal 20 al 22 ottobre partire dalle ore 8 sul campo oratoriale parrocchiale in via Pio XI-via E. Fermi.
Le premiazioni avranno luogo lunedì 23 in parrocchia, dopo la santa messa delle ore 18.
Don Franco Venneri, nato a San Giorgio Jonico il 9 marzo 1934, ricevette l’ordinazione sacerdotale nella chiesa madre del suo paese il 16 luglio 1961 dall’arcivescovo mons. Guglielmo Motolese. Ricoprì gli incarichi di vicario parrocchiale al Cuore Immacolato e al Carmine di Taranto e, dal 1966, di parroco nella chiesa madre di San Marzano. Nel 2006 egli dovette abbandonare l’incarico per motivi di salute e gli subentrò don Cosimo Rodia. Don Franco continuò a risiedere a San Marzano dove morì il 23 ottobre del 2011. I sammarzanesi composero i resti mortali in una tomba monumentale a perenne gratitudine verso il loro storico e zelante parroco.


Se qualcuno avesse visto ad occhi chiusi l’ultima partita di pallone andata in scena allo stadio “Erasmo Iacovone”, avrebbe immaginato la grande prestazione degli uomini in maglia rossoblu, e i cori dei tifosi della Curva Nord, a spingere la squadra verso la vittoria. Tutto questo è accaduto nel match che ha contrapposto il Taranto al Crotone. C’è stata la grande prestazione degli ionici, e la vittoria; e pure il canto dei tifosi, che però hanno dovuto seguire lo spettacolo all’esterno dello Iacovone, per le note vicende legate alla inagibilità della struttura. Il Taranto ha vinto per 2-1 grazie alle reti messe a segno da Kanoute e Cianci nel primo tempo – goal di Tumminiello al minuto 81 per i calabresi.
Ionici in campo con il modulo 3-5-2. La prima occasione arriva dai piedi di Romano, da fuori area, al settimo di minuto di gioco: dagli sviluppi del primo calcio d’angolo battuto da Panico, Calvano di testa si rende pericoloso. Un pericolo maggiore lo crea al 13’ Tribuzzi. Che centra l’incrocio dei pali, dopo una gran giocata del centrocampista del Crotone. Al 33’ Kanoute, imbeccato direttamente dal portiere Vannucchi, approfitta del buco difensivo e va in rete. È il primo goal del Taranto. Al quale risponde al 38’ ancora Tribuzzi, che con un diagonale costringe Vannucchi a deviare in calcio d’angolo il pallone. Poi il raddoppio dei padroni di casa. Accade su punizione battuta da Zonta: il colpo di testa di Antonini diventa un assist per Cianci, che sempre di testa mette la palla in rete, al 42’.
Nel secondo tempo il Taranto può gestire. E non corre grossi rischi, sino al goal di Tumminiello all’81’: un pregevole colpo di testa del forte attaccante, cresciuto calcisticamente nella Roma, dal calcio d’angolo battuto da Giron. Da segnalare una occasionissima per i rossoblu con Fiorani. Il quale, a due minuti dal 90esimo, aggancia il pallone ricevuto da Papaserio, e a tu per tu con il portiere Dini, calcia sopra la traversa. Gli ospiti riguadagnano campo ma non succede altro di significativo fino ai cinque minuti di recupero, in un match che è stato anche gradevole agli occhi dei pochi che, per lavoro, hanno potuto assistere alla partita. Il Taranto esce dal campo sotto la curva. Come a voler raccogliere l’applauso del suo pubblico, in un incontro fattosi poi reale, fisico.
I rossoblu muovono la classifica. Tornano a conquistare i tre punti, dopo il pareggio con il Cerignola e la sconfitta sul campo del Giugliano, salendo a quota 11. Trasferta a Catania, domenica prossima ventidue ottobre, per la nona giornata di andata della serie C – girone C. I siciliani hanno perso di misura contro la Juve Stabia capolista. Il Taranto, ricordiamo, ha da recuperare una partita: la distanza dalla vetta potrebbe ridursi a 4 punti. Avvicinarla sarebbe meritorio e giusto. La squadra e la tifoseria sono anche in credito con la fortuna. L’auspicio è che al terremoto, culminato con la lettera d’addio del presidente Giove, non seguano scosse di assestamento più perniciose.
Photogallery by Giuseppe Leva


Il sacerdote grottagliese don Giuseppe Bonfrate, già unico italiano tra i presidenti delegati del Sinodo, è stato nominato da papa Francesco anche membro di Commissione per la Relazione di sintesi, insieme all’irlandese suor Patricia Murray 61 anni, dell’Istituto della Beata Vergine Maria, e al cardinale George Marengo, 49 anni, di Cuneo, missionario della Consolata, Visitatore apostolico in Mongolia.
Secondo il regolamento del Sinodo, la Commissione per la Relazione di Sintesi ha il compito non di scrivere, ma di supervisionare periodicamente, emendare e approvare i lavori di preparazione della bozza della Relazione di Sintesi in vista della sua presentazione all’assemblea.
Presieduta dal cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo, della commissione sono membri il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo; don Riccardo Battocchio, segretario speciale. Questi invece i membri eletti dall’Assemblea: cardinale Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo); cardinale Jean-Marc Aveline (Francia); cardinale Gérald Cyprien Lacroix (Canada); mons. José Luis José Luis Azuaje Ayala (Venezuela); mons. Anthony Mackinlay (Australia); mons. Mounir Khairallah (Libano); padre Clarence Sandanaraj Davedassan (Malaysia).
Don Giuseppe Bonfrate, 58 anni, ordinato sacerdote il 17 dicembre 1995, dopo la maturità classica, ha conseguito la laurea in lettere e filosofia ed il dottorato in teologia alla Pontifica Università Gregoriana, dove attualmente insegna. È stato uno degli esperti teologi a partecipare al Sinodo dei vescovi sulla famiglia nel 2015.


Esiste una guerra più importante di un’altra? Forse sì. Basta pesarla economicamente e geopoliticamente e, visti i criteri di misurazione alle latitudini occidentali, purtroppo anche etnicamente. Le bombe cadono vicine o lontane da dove viviamo? Aumenteranno ancora i prezzi di petrolio e gas? Le vittime hanno la pelle nera o bianca, gli occhi neri o azzurri, ci somigliano o no? Se fosse un diplomatico a ragionare così, il mondo somiglierebbe a una tomba a cielo aperto, più di quanto già non sia, ma il fatto è che i nostri encefali oramai rischiano di portare a termine trattative con lo stesso esito: troppo spesso decidiamo di stare dalla parte di chi appare più volte in tv o sui giornali. D’altronde la differenza si vede già: da sabato 7 ottobre decine di ore e di pagine per narrare le conseguenze dell’attacco di Hamas contro Israele e un paio di minuti e di pagine per l’Ucraina, devastata dalla guerra di “denazificazione” provocata dalla Russia il 24 febbraio di un anno fa. Martedì sera Zelensky è volato a Bruxelles per andare, a sorpresa, nel Quartier generale della Nato. Ha voluto guardare negli occhi i suoi interlocutori mentre lo tranquillizzavano: “La battaglia dell’Ucraina è la nostra”. Forse il chiarimento di Jens Stoltenberg, il segretario generale, non era così scontato, almeno per Kiev, benché in venti mesi gli alleati della Nato non si siano mai scollati dal suo fianco nella guerra contro Mosca. “Possiamo fare le due cose e faremo entrambe le cose”, ha sottolineato il segretario americano alla Difesa Lloyd Austin, annunciando nuovi aiuti. Chissà cosa avrà temuto Zelensky: riflessione amara, forse pure meschina, ma sarà davvero difficile d’ora in avanti pesare con lo stesso criterio di razionalità il sangue che stanno versando israeliani e palestinesi in questi giorni e quello in cui sta annegando il popolo ucraino. Se il sangue è più fresco lo sono anche le reazioni dell’opinione pubblica e, purtroppo, su questa giostra dell’emozione momentanea è saldo il mondo politico, da un lato all’altro degli schieramenti. Si litiga se la Stella di David viene o non viene presentata sulla facciata degli edifici pubblici, si discute del perché sia stata esposta quella della pace e non anche quella bianca e blu di Israele. E poi è un continuo affermare chi sta al fianco di chi, tacciando di essere filo – qualcosa l’opinione controcorrente o solo più approfondita dell’interlocutore. Anche in quest’ultima tragica occasione, è difficile resistere a certi automatismi. Per esempio, la maggior parte dei civili palestinesi non è affiliata ad Hamas: quante persone danno per sottinteso il contrario? Vengono in mente i giorni in cui la Russia interruppe le forniture di gas verso l’Europa: eravamo sprofondati nell’angoscia. È, più o meno, la stessa ritorsione che sta patendo chi vive e muore nella Striscia di Gaza, senza elettricità, né acqua né gas finché non verranno liberati gli ostaggi israeliani in mano ai terroristi di Hamas. Ma i bambini decapitati nelle culle sono una atrocità che è difficile da raccontare, da sostenere con lo sguardo alla tv, con la lettura dei quotidiani. Quei bambini sono solamente una piccola quota degli innocenti e dei massacri che sono stati compiuti, perché i numeri dei morti sono più alti. Si parla di mille finora nella guerra di Gaza, ma di fronte a scontri così violenti e a escalation così rapide, i dati fanno sbiadire i contorni del ribrezzo che dovremmo provare verso una umanità che dimentica. Si parla di nuovo Olocausto, i mezzi di comunicazione di massa danno notizia sempre e solo del conflitto che definire solamente israelo-palestinese è ormai riduttivo, visto il coinvolgimento di altri paesi già entrati in guerra o che potrebbero esserlo a breve. Anche chi si trova “a casa”, lontano da dove ci si sta scannando ancora, inorridisce di fronte a questa tragedia immane. Il sentimento comune dilaga e a guardare la tv non ci si riesce più: non è stanchezza, è un dolore che sgorga dentro e che colpisce il cuore e la mente. Un sacerdote che non c’è più, in occasione di uno di quei tanti trattati di pace per quella terra, forse la stretta di mano fra Sadat e Begin a Camp David, disse: “Fra quelle due mani, ci sono migliaia e migliaia di morti”. La perdita più grave è l’odio seminato a piene mani fra le nuove generazioni. Che dire dei poveri che nulla sanno di politica e che pagano per tutti? Si può ricostruire tutto, si possono ricostruire le case e le città: ma chi pagherà tutte i dolori e i lutti della povera gente, dei superstiti di Bucha, Kharkiv, Kherson, Mariupol, dei sopravvissuti ebrei e islamici, israeliani e palestinesi?


Continuano i festeggiamenti in onore della Madonna della Fiducia (in via Emilia, rione Italia-Montegranaro a Taranto) in concomitanza con il suo 50°. Riportiamo di seguito il programma, presentato dal parroco don Cristian Catacchio.
Mercoledì 18 inizierà il triduo di preparazione con santa messa celebrata alle ore 18 da don Domenico Carenza, parroco all’Assunta di Ceglie Messapica; alle ore 20, nel salone inferiore, alle ore 20, rappresentazione della commedia in vernacolo “Le femmene so’ come le campàne: ce no le scuétele nonge sònene”.
Giovedì 19, alle ore 19, presentazione del libro “Testimoni di un nuovo giorno-Fare dell’interruzione un nuovo cammino” di Ignazio Punzi, con l’intervento dell’autore; introduce il parroco don Cristian Catacchio; modera Rosanna De Rosa.
Venerdì 20, alle ore 20.30, concerto in piazza della tribute band di Renato Zero “321 Zero”.
Sabato 21, alle ore 17 santa messa presieduta dal parroco don Cristian Catacchio; alle ore 18 processione per le vie del quartiere accompagnata dalla banda musicale “Armonia 84” di Monteiasi; alle ore 21, concerto in piazza del gruppo musicale parrocchiale “Gli Sbandati”. Durante la processione verranno fotografati i balconi addobbati: i più belli saranno premiati.
Domenica 22 ottobre, dopo la santa messa delle ore 9.30, giochi in piazza. Alle ore 18, la santa messa solenne celebrata dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero con i sacerdoti della vicaria, parroci e vice parroci emeriti, sacerdoti originari della comunità parrocchiale ed ex alunni del seminario romano; alle ore 19.30, concerto in piazza della fanfara di presidio della Marina Militare.
Venerdì 27 ottobre, infine, alle ore 19, nel salone inferiore, rappresentazione da patte della compagnia “Garbo Teatro” del musical “Notre Dame della Fiducia” di Gigi De Biasi.
La parrocchia della Madonna della Fiducia fu istituita il 7 ottobre del 1967 da monsignor Guglielmo Motolese, allocata in un locale dove tuttora è attivo il Centro di aiuto alla vita. Parroci sono stati nell’ordine don Giovanni Nardelli, don Antonio Airò (che ebbe come prezioso vicario mons. Marcello Acquaviva), don Fiorenzo Spagnulo, don Franco Bonfrate e, infine, don Cristian Catacchio. Punto di forza della parrocchia (quasi 8mila abitanti con una buona frequenza alle messe domenicali) è il costante lavoro di ascolto del popolo di Dio, attraverso le confessioni e la direzione spirituale dei sacerdoti che vi si sono succeduti. Queste le realtà presenti: Azione Cattolica, Caritas, Apostolato della preghiera, Gruppo scout Taranto-12, gruppo giovani e gruppo giovanissimi, comunità neocatecumenale, gruppo ministranti, oratorio teatrale e la corale diretta da Daniela Quaranta.


Per due giorni Taranto è stata la capitale della Formazione professionale in Italia. La 35ª edizione del seminario europeo “Non uno di meno – Formazione professionalizzante: un diritto di tutti” organizzato dal Centro italiano opere femminili salesiane Ciofs-Fp (Formazione professionale), da Forma, con il patrocinio del ministero del Lavoro, ha portato attorno ad unico tavolo: ministri, dirigenti delle istituzioni che i occupano di Formazione Lavoro, assessori regionali e tanti operatori che, in tutto il Paese, lavorano con i giovani. Di “bilancio positivo” parla suor Manuela Robazza, presidente nazionale del Ciofs-Fp al termine della due giorni: “Abbiamo avuto una straordinaria partecipazione: la più alta in assoluto nelle 35 edizioni che fin qui si sono svolte. Importanti sono stati i contenuti, le analisi, i progetti e le esperienze che sono emerse in queste giornate. E ancora più significativo è il fatto che la ‘politica’ e le istituzioni hanno promesso un forte appoggio alla Formazione professionale: in particolare al Sud”. “La formazione professionale abbatte quel muro di gomma invalicabile che oggi avvolge i nostri ragazzi, quei neet che non accennano a diminuire. Investire nella formazione continua e legarla ai territori è un modo per ridare loro la fiducia in una risposta sociale e in una continuità lavorativa” ha detto l’assessore di Regione Puglia Sebastiano Leo con deleghe alla Formazione e Lavoro, Politiche per il lavoro, Diritto allo studio, Scuola, Università, Formazione professionale. “Un modo per renderli lavoratori e cittadini consapevoli delle proprie potenzialità, al tempo stesso necessari per le imprese”, ha concluso Leo. Un tema quello territoriale di assoluta importanza in questo seminario europeo come ha spiegato Elena Dozzan, assessore della Regione Veneto all’istruzione, Formazione e Lavoro, Pari opportunità. “Due messaggi arrivano da questo incontro di Taranto. C’è una consapevolezza che i territori siano determinati anche dalla presenza della Formazione professionale e che i territori sono comunque diversi. Il capitale umano che passa dal recupero dei ragazzi può anche generare valore sul territorio”. Il secondo messaggio è che “Quando vi è presenza di Formazione professionale robusta e stabile, si abbatte la dispersione scolastica. Si lavora molto sull’educazione dei ‘net’ e quindi tutto questo ha un valore in un mondo in cui possiamo permetterci la perdita di una risorsa umana”. Elena Chiorino, assessore della Regione Piemonte all’Istruzione e merito, Lavoro, Formazione professionale, Diritto allo studio universitario ha sottolineato l’impegno delle regioni sulla Formazione. “In Piemonte – ha detto – stiamo investendo tantissimo nell’ambito della Formazione, perché sono convinta che sia una leva strategica fondamentale per la capacità competitiva dei nostri giovani, dei nostri lavoratori e delle nostre imprese. Penso che non sia sufficiente investire in Formazione, senza un adeguato ‘orientamento’ . Anche su questo stiamo cercando di lavorare in modo puntale. E serve anche restituire ai ragazzi la fiducia perché si sentano parte di un sistema”.


La festa di San Roberto Bellarmino è da sempre un appuntamento particolarmente sentito dalla tutta la comunità parrocchiale. Il santo di Montepulciano richiama i parrocchiani e i fedeli che si riuniscono il secondo sabato di ottobre, come consuetudine, per pregare comunitariamente e per dare avvio solennemente alle attività del nuovo anno pastorale.
Anche quest’anno, i fedeli hanno affollato la chiesa sin dal sabato pomeriggio. Come sempre, alla recita comunitaria del rosario ha fatto seguito la celebrazione della santa messa, presieduta dal parroco, don Antonio Rubino. Insieme con il vicario parrocchiale, padre Luca Grifoni, e con tutti i fedeli, la comunità si è riunita e ha riflettuto su tre aspetti fondamentali della vita del Santo, ricordati da don Antonio, durante la sua omelia: la preghiera, la carità e la predicazione. Hanno fatto sentire la propria partecipazione i membri di tutti i gruppi parrocchiali: l’Azione Cattolica, il Gruppo di preghiera di San Pio, la Rete mondiale di preghiera per il papa, la Caritas, il coro, i ministri straordinari, i ministranti e i lettori.

La domenica mattina i ragazzi e le famiglie dell’Iniziazione Cristiana hanno partecipato alla santa messa presieduta da mons. Ciro Miniero, arcivescovo della diocesi. All’inizio della sua omelia, mons. Miniero ha salutato con affetto i bambini e i ragazzi presenti, in un clima di gioia e di familiarità. Il vangelo del giorno ha condotto sua eccellenza a sottolineare l’importanza di partecipare al “banchetto delle nozze” al quale siamo invitati dal Signore. Interagendo con i bambini e i ragazzi dell’Iniziazione Cristiana, mons. Miniero è riuscito a far comprendere a tutti il significato del brano evangelico: Gesù è lo Sposo e noi siamo gli invitati alla festa. Infine, affermando che ogni festa che si rispetti è tale solo quando si gioisce insieme, l’arcivescovo ha spronato tutti i ragazzi a vivere con gioia, non facendo mai spegnere il proprio entusiasmo. Dopo aver concluso, mons. Miniero ha proseguito la celebrazione della santa messa, al termine della quale ha salutato tutti i catechisti presenti, dando loro la sua benedizione.

Subito dopo la messa, sono iniziati i festeggiamenti e le attività sul sagrato della parrocchia. Mons. Miniero si è unito alle famiglie e ai ragazzi, dando avvio alle attività, prima di congedarsi e di benedire nuovamente tutti i presenti. Le famiglie hanno continuato a far festa, tra musica e canzoni, scattando foto con le mascotte che erano presenti tra la folla. Lo spettacolo di mago Maraldo ha catturato l’attenzione di grandi e piccini, con numeri di magia che hanno incuriosito e divertito i presenti. Tra giochi e attività, non sono mancati popcorn e snack per tutti. I parrocchiani e gli abitanti di tutto il quartiere hanno gradito il clima di festa e hanno trascorso con piacere “una domenica insieme” all’insegna della spensieratezza e del divertimento.
L’ultimo appuntamento che rientra nei festeggiamenti parrocchiali è previsto per venerdì 20 ottobre, alle ore 20:00: lo spettacolo teatrale “L’amico di papà” andrà in scena nell’auditorium parrocchiale. Quanti sono interessati possono recarsi in ufficio parrocchiale per ritirare gli inviti.


Divertimento allo stato puro con Antonio Stornaiolo ed Emilio Solfrizzi sabato 14 ottobre al teatro Tarentum nella serata di apertura della stagione artistica 2023-2024 diretta dal maestro Dante Roberto.
I due fuoriclasse della comicità made in Puglia, accolti dal calore del pubblico tarantino, hanno portato in scena lo spettacolo ‘Tutto il mondo è un palcoscenico’ in cui indagano, con ironia e leggerezza e con quella straordinaria capacità di divagazione che caratterizza i due attori, le scene e le controscene della vita quotidiana.
«Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini e le donne sono soltanto attori. Hanno le loro uscite e le loro entrate e nella vita ognuno recita molte parti». Così William Shakespeare in Come vi piace, quasi a sottolineare che la vita di ognuno di noi sia una sequenza di scene e controscene.
Stornaiolo e Solfrizzi, interpretando il Bardo di Avon, hanno offerto spunti di riflessione su argomenti di attualità e su alcuni vezzi della vita popolare, trasformando il teatro, grazie a quella magia che solo l’arte possiede, nel luogo ideale in cui parlare delle debolezze, ma anche e soprattutto delle straordinarie qualità del genere umano.


Ieri, venerdì 13 ottobre, mons. Ciro Miniero ha incontrato i giovani e i giovanissimi dell’arcidiocesi di Taranto.
L’iniziativa, a cura del servizio diocesano di pastorale giovanile – coordinato da don Francesco Maranò -, ha coinvolto numerosi giovani che hanno vissuto insieme un caloroso momento di conoscenza del nuovo arcivescovo, attraverso un momento di preghiera, condivisione e di festa nel ricordo del beato Carlo Acutis.
Dopo il momento di preghiera iniziale, il vescovo Ciro, ha indirizzato ai giovani presenti il suo messaggio, rispondendo alle domande e mettendosi in dialogo con loro.
Riportiamo alcune immagini della serata:


Tornano le matineé domenicali al Museo Archeologico Nazionale di Taranto
Saranno le due terracotte della metà del IV secolo a.C., rappresentazione di acrobate e danzatrici, le testimonial dell’appuntamento di domani, 15 ottobre, con MArTA in musica,
La rassegna di matineé domenicali, tra musica e archeologia voluta dal MArTA e dall’Orchestra Magna Grecia, con la cura dei maestri Maurizio Lomartire e Pierfranco Semeraro del L.A. Chorus, punta tutto sull’emozione che nell’uomo suscitano i suoni della natura.

Sarà così il coro giovanile pugliese del L.A. Chorus (Lucania & Apulia Chorus), diretto dal Maestro Luigi Leo a richiamare attraverso le voci il dialogo sonoro che la natura propone e che poi ha ispirato brani indimenticabili come “La cura” di Battiato, “La sera dei miracoli” di Dalla o i suoni avvolgenti ed esaltanti del “Beati mundo corde”, del “Salve Regina”, o dell’ “Hosanna in excelsis”.
Il percorso musicale proposto viaggia attraverso mondi lontani ma congiunti da suoni infiniti – spiegano gli organizzatori – Un tributo alla madre Terra, al rapporto con Madre Natura in cui la musica incontra l’umanità proponendo all’ascoltatore nuovi spunti di riflessione.
Il biglietto per assistere a “Suoni della Natura” di domenica 15 ottobre alle ore 11.45 nell’ambito di “MArTA in MUSICA. Le matinée domenicali” potrà essere acquistato nella sede dell’Orchestra della Magna Grecia (a Taranto, in Via Ciro Giovinazzi n° 28) e su TicketSms: https://www.ticketsms.it/event/2bWVliPz
Ingresso consentito dalle ore 11.15
Inizio ore 11.45
Il costo del biglietto è di euro 8,00.
Info e prenotazioni
Orchestra della Magna Grecia
Front Office: Via Giovinazzi n. 28 a Taranto
Sito web: orchestramagnagrecia.it
Tel. + 39 392 91 999 35
All’ingresso del MArTA il giorno del concerto sarà consegnato ad ogni possessore del biglietto del concerto un coupon della validità di una settimana (dalla domenica del concerto evento al sabato successivo) che darà diritto ad un ingresso gratuito al Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Il coupon ha validità dalla domenica del singolo evento concerto fino al sabato successivo e deve essere utilizzato tassativamente entro lo stesso periodo per la prenotazione e per l’ingresso gratuito al Museo Archeologico Nazionale di Taranto. L’ingresso al Museo del possessore del coupon è condizionato in ogni caso al numero di posti disponibili nella fascia oraria selezionata.



Martedì 17 ottobre alle ore 18.30 nel salone della Provincia di Taranto si terrà la presentazione del libro Discepoli di Cristo nel cambiamento d’Epoca, il magistero di mons. Filippo Santoro nella diocesi di Taranto (2012-2023), a cura di Vittorio De Marco.
Il libro ripercorre l’itinerario pastorale e sociale di mons. Santoro negli 11 anni in cui ha guidato la Chiesa di Taranto. Nei vari capitoli sono stati ricostruiti e collegati i momenti più significativi di questo itinerario: dai primi cento giorni a una Chiesa pellegrinante, dal nodo lavoro-salute-ambiente ai cantieri della misericordia, dalla custodia del creato alle Settimane sociali, dalla pandemia alla ripresa del cammino della chiesa e della società locali, dalla dimensione meridionalista alla continua opera di mediazione tra diritti, doveri, risposte della politica, testimonianza del cristiano. Si è quindi cercato di rappresentare tutto l’arco del magistero di mons. Santoro in questi undici anni di episcopato: la dimensione ecclesiale strettamente unita a quella sociale con ampie citazioni dei suoi interventi fatti nelle più svariate occasioni. Un libro che racconta al contempo l’impegno e la testimonianza di un vescovo e non meno la storia di una città in un “cambiamento d’epoca”, attualizzate in un cammino ecclesiale che non può non essere parallelo alla vita degli uomini.
Il curatore Vittorio De Marco è ordinario di Storia contemporanea all’Università del Salento e direttore della biblioteca arcivescovile di Taranto. Si occupa di storia del movimento cattolico, dei rapporti tra Stato e Chiesa e di storia socio-religiosa del Mezzogiorno tra età moderna e contemporanea.
Dialogherà con l’arcivescovo emerito la dott.ssa Rosella Santoro, direttrice artistica del festival “Il libro Possibile di Polignano a Mare.
Sono previsti i saluti di mons. Emanuele Ferro, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, di Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto e presidente della Provincia.
Interverranno il prof. Piero Massafra, Scorpione editore, nonché il curatore il prof. Vittorio De Marco. Le conclusioni saranno affidate a mons. Ciro Miniero, arcivescovo metropolita di Taranto. La presentazione sarà allietata da alcuni interventi musicali dell’Orchestra della Magna Grecia.

