Natale a Taranto

Le note delle bande per santa Cecilia danno inizio al lungo Natale tarantino

22 Nov 2023

di Angelo Diofano

“Mi avevano parlato  di questo momento straordinario che vive la città all’alba della festa di Santa Cecilia e posso essere felice di averlo vissuto anche io con questa vostra gradita visita”: così, nella mattinata di Santa Cecilia, l’arcivescovo mons. Ciro Miniero ha accolto nel cortile dell’arcivescovado i due complessi bandistici cittadini “Santa Cecilia” e  “Giovanni Paisiello”, che alle prime ore del giorno, al suono delle tradizionali “pastorali”, hanno svegliato la città annunciando il lungo Natale tarantino.
Assieme all’arcivescovo c’erano il vicario generale, mons. Alessandro Greco, e l’arcidiacono del Capitolo metropolitano, mons. Emanuele Tagliente.
Hanno accompagnato le bande musicali il sindaco Rinaldo Melucci e l’assessore allo spettacolo Fabiano Marti.
Dopo il saluto ai musicisti, l’arcivescovo ha recitato una preghiera e impartito la benedizione.
Il congedo è avvenuto sulle note di un’ulteriore  musica tradizionale natalizia.

“Le note delle pastorali – ha detto mons. Ciro Miniero – raccontano i moti dello spirito e anche l’impegno ad attendere un momento straordinario e unico nella storia dell’umanità: la nascita del Salvatore. È bello che la città di Taranto da sempre vive questa attesa attraverso la musica che risveglia i nostri cuor. L’attesa del Salvatore è promessa di pace e di vita santa e ci auguriamo in questo Natale di fare tutti un passo in avanti in questa direzione per poter vivere nella concordia e costruire rapporti di bene con tutti”.

Alle ore 5.30 della medesima giornata, ‘prima squilla’ della festa, nella basilica cattedrale sorprendentemente stracolma, il parroco mons. Emanuele Ferro ha pregato con  i fedeli e i musicanti, impartendo poi la solenne benedizione. Quindi, attraverso un breve percorso e sulle note delle dolci melodie natalizie, tantissimi fedeli hanno accompagnato la statua di Santa Cecilia, portata a spalla dai confratelli di San Cataldo, fino alla chiesa di San Giuseppe. Da qui stasera alle ore 17 partirà la processione di gala di gala con tutte le confraternite fino alla cattedrale dove alle ore 18.30 l’arcivescovo celebrerà la santa messa. 

Al termine, pettolata in piazza e altre pastorali eseguite dalla banda intitolata alla patrona dei musicisti.

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A Taranto

Cittadinanza inclusiva: così Taranto porge la mano ai minori stranieri

21 Nov 2023

di Silvano Trevisani

Una società matura è una società inclusiva, non certo elitaria o esclusivista. E per questo il Comune di Taranto ha voluto dare un segno concreto deliberando l’istituzione di un Regolamento per il riconoscimento della cittadinanza inclusiva. Permetterà a tutti i bambini stranieri nati a Taranto o a tutti i minori stranieri che hanno compiuto in città un ciclo di studi, di essere iscritti al Registro di cittadinanza inclusiva. Il provvedimento, che scaturisce da una mozione presentata dal consigliere comunale Luca Contrario, è stato approvato in Consiglio comunale lo scorso 16 novembre, ed è stato presentato in occasione della Giornata internazionale dedicata ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. All’incontro hanno partecipato il neovicesindaco Gianni Azzaro, assessore al Decentramento territoriale e l’assessore ai Servizi sociali Gabriella Ficocelli, oltre al consigliere Contrario e all’avvocatessa Daniela Lafratta, dell’Associazione Ohana.

Con il nuovo regolamento, tutti i minori stranieri residenti a Taranto potranno richiedere l’iscrizione nel Registro della cittadinanza inclusiva, ove ricorrano alcuni presupposti: essere nati a Taranto da genitori stranieri regolarmente iscritti all’anagrafe cittadina (ius soli), oppure aver frequentato e completato un intero ciclo di studi in una scuola di Taranto, pur essendo nati all’estero (ius scholae). Questo riconoscimento sarà assegnato dal sindaco ogni anno, proprio il 20 novembre, in una cerimonia ufficiale. Ma è stato precisato che per quest’anno non si è potuto procedere all’assegnazione in quanto i tempi dell’approvazione della delibera e quelli della individuazione di tutti gli aventi diritto non lo hanno consentito, ma dal prossimo anno sarà regolarmente effettuata la consegna in una cerimonia pubblica.

Dell’iniziativa abbiamo parlato con il suo promotore, il consigliere Luca Contrario, espressione dell’Associazione Giustizia per Taranto.

Quale significato si può attribuire all’iniziativa del Comune, fermo restando che la legge sulla cittadinanza, attesa da oltre trent’anni, è competenza governativa?

Ha un valore altamente simbolico di cittadinanza attiva, ma al contempo ha anche un valore sostanziale. Molti minori non sanno, ad esempio, che una volta superati i 18 anni, si può fare domanda per ottenere la cittadinanza italiana, e la cittadinanza “simbolica” servirà a creare un ponte per sensibilizzare all’avvio della richiesta, ma anche per chi vuole esercitare compiutamente i suoi diritti civili.

Si ha un’idea di quanti sono i minori stranieri nella nostra città?

Sono molto numerosi. Stiamo terminando la raccolta dei dati che, oltre che dall’anagrafe comunale (si tratta dei bambini nati a Taranto), vengono forniti anche dalle scuole nelle quali i minori hanno compiuto o stanno compiendo un ciclo di studi, e tra loro ci sono anche i minori non nati a Taranto.

Secondo il ministero dell’Istruzione, circa il 10% degli studenti italiani sono stranieri, questo vale anche per Taranto?

Direi di sì. Grosso modo la percentuale sembra attestarsi attorno al 10%, analoga anche quella dei nati a Taranto, che si attesta attorno al 6/7%.

Si tratta, naturalmente, di minori che possono considerarsi a tutti gli effetti italiani e che parlano perfettamente la nostra lingua.

Proprio così. Le scuole ci stanno fornendo i loro dati e abbiamo notato che, in qualche istituto, ci sono intere classi costituite da minori stranieri. Il che non appare come un fatto positivo, in quanto le disposizioni prevedono che gli stranieri vengano distribuiti in tutte le classi assieme agli italiani, perché si abbia un reale processo di integrazione.

Da parte sua, l’avvocato Daniela Lafratta, in rappresentanza dell’Associazione Ohana, impegnata a sostenere l’iniziativa, sottolinea come non si tratti solo di un provvedimento politico, “ma sostanziale, che ci auguriamo possa avere la giusta risonanza a favore di chi ne usufruirà. La disponibilità mostrata dall’amministrazione comunale ci fa percepire finalmente un collegamento effettivo tra istituzione e terzo settore”.

Questa iniziativa segue il provvedimento con il quale, nel settembre scorso, il Comune di Taranto apre la porta ai cittadini extracomunitari che convivono con comunitari residenti in città: prima nel Sud, infatti, ha promosso l’accoglimento delle richieste di deposito e registrazione dei contratti di convivenza tra cittadini comunitari e cittadini stranieri non residenti e privi di permesso di soggiorno. Anche in questo caso, il sindaco Melucci, aveva raccolto le sollecitazioni del consigliere comunale Luca Contrario, firmando l’apposito decreto destinato agli ufficiali di anagrafe delegati.

L’iniziativa, condivisa dalla maggioranza è dettata da ragioni sociali, che intercettano anche esigenze di natura amministrativa, colmando una lacuna normativa che potenzialmente potrebbe instaurare contenziosi a carico dell’ente.

Questo comporta che, in assenza di altri impedimenti, gli ufficiali di anagrafe potranno accogliere le richieste e rilasciare la certificazione attestante l’avvenuta protocollazione, utile ai contraenti cittadini stranieri per avanzare richiesta alla questura dell’autorizzazione al soggiorno. Senza quest’ultima, infatti, non si può procedere alla loro iscrizione all’anagrafe.

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Hic et Nunc

L’arcivescovo Ciro Miniero ha presieduto la celebrazione eucaristica per la festa della Virgo fidelis

Foto Ingenito
21 Nov 2023

Per la festa della Virgo Fidelis, patrona dell’arma dei Carabinieri, l’omelia durante la celebrazione eucaristica è stata pronunciata dall’arcivescovo, mons. Ciro Miniero: “La comunità tarantina nutre per voi, grande famiglia dell’arma dei carabinieri, un’autentica simpatia, un apprezzamento vero, una convinta fiducia; questa fiducia e questa simpatia diventano sempre più intense, sempre più condivise.

 

Tra i tanti titoli attribuiti alla Vergine santa, risalta quello che è diventato il vostro motto ‘Virgo Fidelis’ e noi oggi contempliamo da vicino l’esemplarità spirituale della vostra patrona, meditando sulle parole del Vangelo che abbiamo ascoltato: «Chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli? Chiunque fa la volontà del padre mio che è nei cieli – dice Gesù – è per me fratello, sorella e madre!»

Gesù, dimostrando libertà di spirito e grande franchezza, scoraggia i suoi parenti dal ritenere che i legami di sangue possano costituire una fonte di privilegi e vantaggi.

Ciò che determina il valore vero di una persona, è la capacità di affidarsi – senza riserve – alla volontà del Padre, sull’esempio della Vergine fedele.

Maria quando con amore si mise a cercare il senso profondo del progetto di Dio per lei e per il mondo: «Come avverrà questo?» chiedeva all’angelo dell’annunciazione.

Non ci sarà fedeltà se non ci sarà nella radice dei cuori questa ardente e paziente ricerca!” – sono state le parole del nostro arcivescovo.

 

 

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Diocesi

Sabato 25, la Giornata diocesana dei giovani

foto G. Leva
21 Nov 2023

di Angelo Diofano

Sabato 25 novembre, dalle ore 17 alle 19.45, nella chiesa di San Lorenzo da Brindisi, in viale Magna Grecia, il servizio di pastorale giovanile (direttore, don Francesco Maranò) organizza la Giornata diocesana dei giovani. Dopo un momento iniziale di animazione, si ascolteranno alcune testimonianze sul tema della speranza, in accordo con il messaggio di papa Francesco sull’argomento intitolato appunto “Lieti nella Speranza” (Rm 12,12). Gli interventi saranno intervallati dall’esecuzione di brani eseguiti dal complesso musicale missionario degli “Akusimba”. A conclusione della serata, ci sarà la veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo Mons. Ciro Miniero. Il servizio di pastorale giovanile invita a iscrivere  i gruppi, utilizzando questo link: https://forms.gle/GrRnX9f79F5Luafx6

Inoltre domenica 3 dicembre, dalle ore 17 alle 20, sarà proposta a ragazzi e ragazze da 18 anni in su una breve esperienza di servizio rivolta al centro diocesano di accoglienza notturno per i senza fissa dimora “San Cataldo vescovo” in vico Seminario (Città vecchia). Chi fosse interessato può iscriversi al seguente link: https://forms.gle/w8KCVuZNMgVec6HD8.

I due appuntamenti fanno seguito all’incontro formativo per gli educatori e gli accompagnatori delle fasce adolescenziali e giovanili (sempre a cura del Servizio di pastorale giovanile) intitolato “Scommettere sui giovani: sguardi, sfide, progetti”, svoltosi sabato 18 novembre al seminario arcivescovile di Poggio Galeso in cui è stato relatore don Pasquale Fracasso, direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile di Otranto.

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Femminicidio

Giulia Cecchettin, Mantelli: “Basta cultura del patriarcato e della sopraffazione maschile sulla donna!”

Con Giulia salgono a 105 le donne uccise dal 1° gennaio. Per la presidente del Centro calabrese di solidarietà, alla base di questo drammatico fenomeno in crescita c’è una mancanza di educazione dei ragazzi ai sentimenti e alle relazioni

foto Ansa-Sir
21 Nov 2023

di Giovanna Pasqualin Traversa

Una lunga scia di sangue. Con la brutale uccisione di Giulia Cecchettin, accoltellata e gettata in un dirupo dall’ex fidanzato, sale a 105 il numero di donne uccise dall’inizio dell’anno, fa sapere il ministero dell’Interno. Ma lunedì 20 sera c’è stata la 106ma vittima: una donna di 66 anni strangolata dal marito a Fano. Sulla scorta della morte di Giulia, grazie alla procedura d’urgenza il disegno di legge del Governo per il contrasto alla violenza sulle donne – che prevede il rafforzamento e la velocizzazione delle misure preventive e cautelari – firmato dalla ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella e già approvato all’unanimità dalla Camera, è calendarizzato in aula al Senato per mercoledì 22 novembre. “Speriamo diventi in pochi giorni definitivamente legge dello Stato”, l’auspicio di Roccella. E intanto, su richiesta di Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del merito, che ha annunciato una campagna di educazione alle relazioni nelle scuole, oggi martedì 21 novembre si terrà alle 11 in tutti gli istituti un minuto di silenzio.

“Aldilà di tutte le misure preventive e repressive che possiamo mettere in atto, se non riusciamo a sradicare la subcultura del controllo, del possesso e della sopraffazione maschile sulla donna non riusciremo mai a invertire questo trend”, dice Isolina Mantelli, presidente del Centro calabrese di solidarietà con sede a Catanzaro, all’interno del quale è attivo dal 2012 anche Mondo rosa, centro antiviolenza e casa rifugio per accogliere donne vittime di violenza di genere con i loro figli. Per Mantelli alla base di questo fenomeno in crescita c’è un mix esplosivo di elementi. Anzitutto “una cultura del patriarcato e della sopraffazione, ancora diffusa a tutti il livelli della società e dura a morire, sulla quale si innesta una diffusa mancanza di educazione alle relazioni e al rispetto della persona”.

Isolina, ci troviamo per l’ennesima volta di fronte ad un copione già visto, dall’esito scontato…
Purtroppo, ancora una volta, è il frutto di quelle relazioni di potere che molti uomini stabiliscono all’interno del rapporto con la propria donna, e che permangono anche dopo la fine della relazione. Una modalità che cresce nell’humus della cultura patriarcale e maschilista che in modo più o meno sottile pervade tuttora la nostra società e contro la quale dobbiamo impegnarci tutti – e sottolinea con forza “tutti”, ndr. – nessuno escluso. Non basta avere una donna a capo del Governo per pensare che questi stereotipi stiano venendo meno.

Colpisce il fatto che questa subcultura del patriarcato sia attecchita anche in un giovane di poco più di vent’anni, fino a poco fa la riferivamo a uomini più adulti.
È una subcultura radicata e pervasiva, ma non c’è solo questo. Oggi chi educa i ragazzi ai sentimenti, alle relazioni rispettose? Chi insegna loro che l’amore non è possesso? Chi li prepara, attraverso i “no” detti durante l’infanzia, a gestire le frustrazioni dell’età adulta, tra queste anche l’eventuale rifiuto o abbandono da parte di una ragazza? Il “no” detto in famiglia è faticoso, crea conflitti, ma educa perché la frustrazione è un sano elemento di crescita e maturazione della personalità. Oggi i ragazzi sono abituati a pretendere subito quello che al momento è l’oggetto del proprio desiderio; il “no” scatena in loro reazioni violente.

foto Ansa/Sir

Elena, la sorella di Giulia, ha avuto parole forti e ha detto che più che fare un minuto di silenzio occorre impegnarsi per proteggere le ragazze e le donne di oggi e del futuro.
Dovremmo trasformare questo minuto di silenzio in

una parola educativa per i nostri figli che apprendono la sessualità attraverso la pornografia che riduce la donna ad oggetto per il proprio piacere.

È importante una buona campagna di educazione alle relazioni all’interno della scuola. E’ vero che l’amore e il rispetto per la donna si dovrebbero respirare in famiglia, ma oggi molte famiglie non li vivono e non sono pertanto in grado di trasmetterli. Con l’aggravante che la cultura consumistica ha alterato anche le relazioni “oggettificando” anche le persone. Non c’è da stupirsi se alcuni considerano la donna alla stregua di un bene di consumo.

Fa riflettere anche la tempistica dell’omicidio, perpetrato alla vigilia della laurea di Giulia, come se l’assassino non volesse il suo trasferimento a Reggio Emilia e/o non tollerasse di essere rimasto indietro negli studi rispetto a lei…
Cultura patriarcale vuol dire anche non tollerare il successo professionale di una donna rispetto ad un proprio mancato traguardo, vissuto come una sconfitta. E vuol dire anche silenzio da parte degli uomini.

foto Ansa/Sir – instagram – Siderealfire

Che cosa intende dire?
Sono sconvolta e nauseata dal silenzio maschile. Vorrei vedere uomini alzarsi e gridare contro questa violenza, vorrei anche che chi è uscito dalla spirale della rabbia e della violenza parlasse e rendesse pubblica la propria testimonianza di ex uomo maltrattante. Pensi alla potenza che questa voce potrebbe avere nelle scuole. Io ho anche un Centro di riabilitazione per uomini maltrattanti, inviatici della Questura, che iniziano un percorso di consapevolezza e di recupero con psicologi e pedagogisti. A volte ci vogliono anche otto mesi prima che smettano di scaricare la responsabilità sulla donna e acquisiscano coscienza di avere un problema con la rabbia.

Isolina, c’è qualcosa che cosa vorrebbe dire alle ragazze e alle donne?
Siate prudenti e non sottovalutate segnali preoccupanti come la gelosia, la smania di controllo, il tentativo di isolarvi da familiari e amici. Purtroppo la cultura del patriarcato fa ritenere ancora a molte donne che la gelosia sia un segno di attenzione nei loro confronti; in realtà è un pericolo.
Non bisogna sentirsi lusingate e orgogliose del maschio geloso. E’ un pericolo dal quale fuggire a gambe levate!

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Rigenerazione ecologica

Giornata degli alberi: inaugurata in Puglia la prima Foresta Plastic free

21 Nov 2023

Gli alberi sono simbolo di vita per eccellenza e l’Italia li celebra, ogni anno, il 21 novembre con la Giornata nazionale istituita dal ministero dell’Ambiente.

In vista di questo importante appuntamento – momento di riflessione e promozione sulle politiche per il miglioramento della qualità dell’aria, la riduzione delle emissioni e la protezione del suolo – anche Plastic Free onlus ha fatto la sua parte piantumando 1.000 alberi insieme a Treedom. Una collaborazione avviata durante l’ultima Giornata mondiale della Terra, lo scorso 22 aprile, da cui è nata la prima “Foresta Plastic free” d’Italia. È stato scelto un terreno confiscato alla mafia nel Comune di Valenzano, in provincia di Bari, precedentemente bonificato da oltre 760 tonnellate di rifiuti edili. A gestire e coltivare la “Foresta Plastic free” sarà la cooperativa Semi di vita che, anche attraverso il coinvolgimento dei detenuti, ne raccoglierà i frutti.
“Una collaborazione benefica a tutto tondo – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic free onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica – Oltre a catturare ogni anno più di 50 tonnellate di anidride carbonica, i 1.000 alberi della prima Foresta Plastic free, piantumati insieme a Treedom, daranno frutti che la cooperativa sociale venderà a chilometro zero sul mercato locale, generando ulteriori benefici con un’economia circolare virtuosa. Facciamo della parola concretezza la nostra forza e il nostro impegno proseguirà per impatti sempre più positivi – conclude – non solo sulla salute del Pianeta ma anche dal punto di vista sociale”.
Nata nel 2019, sino ad oggi Plastic free onlus ha raccolto oltre 3,5 milioni di chili di plastica e rifiuti in 5.280 appuntamenti, coinvolgendo 260mila volontari. Attiva con Comuni e Imprese, si adopera nella sensibilizzazione delle nuove generazioni (oltre 180mila studenti raggiunti), nel diffondere buone pratiche per l’ambiente e nel salvataggio tartarughe marine: 181 ridonate ai mari e 3.000 accompagnate alla nascita.

 

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Ecclesia

Assemblea Fisc, Mauro Ungaro (presidente): “Dobbiamo essere profeti e testimoni di speranza per l’Italia”

Il presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), parla alla vigilia della XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva in programma a Roma dal 23 al 25 novembre

foto Siciliani-Gennari/Sir
21 Nov 2023

di Riccardo Benotti

“Nel 2026 la Federazione festeggia i sessant’anni di fondazione. Ci dobbiamo interrogate sul rapporto tra la Fisc e il Paese per comprendere sempre meglio il ruolo che le nostre testate possono svolgere, tanto dal punto di vista informativo che da quello sociale. Siamo radicati all’interno di una realtà ecclesiale che è profondamente cambiata in questo tempo e che oggi ci pone davanti a sfide importanti”. Mauro Ungaro, direttore del settimanale diocesano di Gorizia “Voce Isontina” e presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), si prepara ad aprire la XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva su “La Fisc: una voce a servizio del Paese. Informazione, cultura e sinodalità” (Roma, 23/25 novembre).

foto Sir/Marco Calvarese

L’Assemblea si tiene durante il Cammino sinodale delle Chiese in Italia. Che contributo può arrivare dai settimanali cattolici?

Il Sinodo è la quotidianità per le nostre testate che da sempre sono in ascolto dei territori, intesi non soltanto come luoghi fisici ma come luoghi teologici in cui le nostre chiese vivono la costituzione pastorale di papa Francesco Gaudium et spes.

La Fisc è prima di tutto una realtà ecclesiale, che vive nella Chiesa ed è collegata alle chiese locali. Se questo venisse meno, perderemmo la nostra identità.

C’è grande attenzione al Cammino sinodale. Tanti direttori dei giornali si trovano nelle commissioni sinodali diocesane o sono referenti. È un dato significativo della nostra presenza. Inoltre, il Cammino sinodale ha portato una rinnovata attenzione dei vescovi al tema della comunicazione sociale e, con essa, ai settimanali diocesani. Si è riusciti ancora una volta a cogliere e valorizzare la presenza informativa e culturale, che può aiutare le diocesi nel loro impegno pastorale quotidiano. I settimanali diocesani restano una risorsa per il Paese. Il presidente Mattarella li aveva definiti un “vero presidio della democrazia“. In virtù di questo, possono favorire il Cammino sinodale della Chiesa italiana.

Cosa caratterizza le testate diocesane?
Dobbiamo essere profeti e testimoni di speranza per l’Italia. Non bisogna rincorrere lo scoop, ma stare attenti a come la notizia influisce sulla vita delle persone. Le nostre testate vivono ancora dell’edizione cartacea. I nostri lettori sono affezionati a un giornale che si legge tenendolo tra le mani. Ma il digitale è diventato fondamentale, sia per intercettare nuovi pubblici che per dare velocità alle notizie. È un cambio di mentalità che dobbiamo assumere.
Ci viene chiesta la stessa professionalità, la stessa capacità di lettura e di approfondimento, ma con i tempi del digitale. È una sfida nell’ottica della profezia: se viviamo i territori non siamo obbligati a correre dietro alle notizie, ma possiamo anticiparle. Dobbiamo essere talmente bravi a leggere le nostre realtà, da capire le richieste e le necessità che da esse provengono.

La presenza digitale è il futuro della Fisc?
È un orizzonte del nostro impegno. Le testate non sono strutturate, tranne rare eccezioni, anche in termini di personale. Ci stiamo, però, attrezzando e diversi giornali hanno già una presenza notevole sul digitale. La pandemia ci ha mostrato l’impatto del nostro lavoro e la fedeltà dei lettori. Abbiamo la grande fortuna di avere un’agenzia di stampa come il Sir che ci apre una finestra sul mondo e ci permette di non chiuderci nel nostro ambito. Questa apertura si accompagna, ad esempio, alla presenza dei missionari in aree decentrate che non chiamano i riflettori dei grandi media. E ci permette di calare il globale nel locale, di leggere il globale attraverso la lente della nostra esperienza locale. Per i nostri lettori è un valore aggiunto, soprattutto in un tempo nel quale la notizia non è approfondimento e resta in superficie.

Quali appuntamenti attendono la Federazione?
Ci avviciniamo alla scadenza della legge sull’editoria, i cui contributi riguardano circa un terzo delle nostre testate, e guardiamo con preoccupazione a questa fase.
Le nostre testate hanno problemi economici, molti derivati dalle conseguenze della guerra in Ucraina che ha influito sull’aumento esponenziale dei costi della carta e della produzione. Ma vorrei guardare con speranza al futuro. 

Quest’anno ricorrono i sessant’anni del documento conciliare Inter mirifica
Il decreto ha segnato un passaggio fondamentale per i mezzi di comunicazione, divenuti non più semplici strumenti ma luoghi da abitare. È una realtà che sentiamo profondamente nostra: probabilmente la Federazione senza l’Inter mirifica non ci sarebbe stata, dunque restiamo fedeli al documento nel nostro lavoro.

Che bilancio dei quattro anni di presidenza?
È stato un tempo difficile in cui abbiamo vissuto la pandemia e la guerra, con tutte le conseguenze sociali, umani ed economiche. Abbiamo colto, però, un’occasione importante per la Federazione grazie al lavoro unitario del Consiglio nazionale sui temi della presenza digitale e della formazione. Grazie al sostegno fondamentale della Cei, del Servizio per la promozione del sostegno economico e alla collaborazione con Weca, abbiamo realizzato corsi di formazione che hanno avuto riscontro tra le nostre testate, perché ci rendiamo conto che le sfide che ci attendono richiedono nuove professionalità. Abbiamo puntato anche sulla valorizzazione delle energie e del rapporto con gli altri media: Avvenire, Tv2000, Sir, Corallo ma anche le realtà ecclesiali del Copercom. Siamo pronti a dare il nostro contributo in ottica sinodale.

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Femminicidio

Giulia Cecchettin, Piccolo (Sidef Calabria): “Violenza frutto di una società avvelenata”

La sorella Elena e il padre Gino Cecchettin durante la fiaccolata in memoria di Giulia, Vigonovo, 19 novembre 2023. Migliaia di persone hanno partecipato questa sera a Vigonovo alla fiaccolata silenziosa nel ricordo di Giulia Cecchettin, la giovane universitaria uccisa dall'ex fidanzata. Il Comune aveva fatto preparare 2000 candele da distribuire, ma sono andate esaurite in brevissimo tempo, e molte altre persone si sono aggiunte comunque al corteo, dove c'erano il papà di Giulia, Gino Cecchettin, e la sorella, Elena. Nessun discorso, ma solo un momento composto di dolore e di vicinanza alla famiglia. Alla fiaccolata hanno preso parte anche una trentina di sindaci dei paesi vicini, tra le province di Venezia e Padova. ANSA/ANDREA MEROLA
21 Nov 2023

di Giovanna Pasqualin Traversa

“Oltre ad affermare la necessità di investire nell’educazione relazionale (e non solo quella sessuale) dei giovani e nei programmi pubblici di prevenzione, credo sia diventato indispensabile rilanciare una educazione ai valori della vita e della sacralità della persona umana”: ad affermarlo è lo psicologo Marco Piccolo, responsabile del Sidef Calabria, associazione non profit di famiglie, commentando l’orribile uccisione di Giulia Cecchettin e i sospetti che si stanno accumulando sull’ex fidanzato. Per Piccolo, “appiccicare” su Filippo Turetta “un’etichetta psicopatologica o psichiatrica” è “una generalizzazione ed un grave errore”. “La verità – spiega – è che il male esiste e agisce, ma noi uomini che viviamo questi tempi dominati dal narcisismo collettivo, dall’egoismo sfrenato, dall’arroganza del progresso tecnologico e scientifico, dalla rinuncia alla spiritualità, dalla derisione delle religioni e dal rifiuto delle antropologie tradizionali, non riusciamo più a vederlo e a contrastarlo. Io credo che la nostra società sia sempre più avvelenata dalla mancanza di rispetto per la vita e per la sacralità della persona”. “Solo la retorica del mainstream può farci pensare che stiamo vivendo la vita migliore, l’epoca migliore, il mondo migliore. A me sembra invece che le barbarie continuano ad avvenire e in modi sempre peggiori e ‘indolori’: piangiamo solo per ciò che il mainstream mette sotto il riflettore, del resto non ci importa, fosse anche la cosa più tremenda”. Secondo Piccolo, insomma, “le violenze nella coppia, sempre più frequenti e feroci, non sono (solo) frutto di presunte psicopatologie, ma sono anzitutto il prodotto della nostra società contemporanea, egoistica, egocentrica e sprezzante dell’altro, del suo valore, della sua sacralità. Valori oggi distrutti nel più ‘politically correct’ dei modi: la loro relativizzazione”. Di qui la necessità, oltre che di una educazione affettiva e relazionale dei giovani, di “una educazione ai valori della vita e della sacralità della persona umana”. Un approccio culturale che, conclude, “non solo può contribuire a interpretare e quindi prevenire comportamenti violenti, ma anche promuovere una comprensione più profonda di sé e degli altri, e quindi favorire convivenze – nelle coppie, in famiglia, nel lavoro, fra gli Stati – più autenticamente umane, dignitose e pacifiche”.

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Qualità della vita

Qualità della vita, va sempre peggio per la provincia di Taranto (tranne nei reati)

20 Nov 2023

di Silvano Trevisani

La qualità della vita nella provincia di Taranto continua a peggiorare. Non siamo tra coloro cui piace autodenigrarsi, magari con intenti moralistici, ma non scopriamo nulla di nuovo se sottolineiamo qui i risultati della declassifica della qualità della vita stilata da ItaliaOggi – Ital Communication, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma..

In questa classifica, giunta alla 25ª edizione, la nostra provincia, che nel 2022 era al 99° posto, ora scende di due posizioni e si colloca al 101°.

Non è una novità, poiché solo pochi mesi fa un’altra classifica, quella sulla qualità della vita dei giovani, aveva collocato Taranto all’ultimo posto in Italia. Segno che le cose non vanno assolutamente bene e che senza investimenti occupazionali, formativi, culturali, non si migliorerà. Non sono progetti effimeri, programmazioni estive o cartelloni teatrali, in una realtà come la nostra che non conosce alcuno sviluppo turistico, nonostante crociere ed eventi spot, a poter migliorare le cose. Se i giovani tarantini sono i primi e più numerosi a scappare via e a non tornare più è perché non trovano una adeguata formazione universitaria e occasioni di lavoro adeguate alla loro formazione. E anche quei giovani che, per vari motivi, soprattutto economici, restano a Taranto, non incontrano un’offerta paragonabile a quella delle altre città universitarie, anche pugliesi, come strutture culturali o per il tempo libero, luoghi di incontro, di studio, privilegiati, e così via.

Una ripresa l’Italia del post Covid l’ha conosciuta, ma sono le province e le città metropolitane del Centro-Nord le protagoniste indiscusse. Di riflesso, si fa più netta la separazione rispetto alle aree meno sviluppate quali Mezzogiorno e Isole, dove crescono aree di disagio sociale e personale. E sarà molto peggio ancora se davvero si realizzerà l’autonomia differenziata, che condannerà il Sud alla miseria. Quest’anno la qualità della vita è risultata buona o accettabile in 63 su 107 province. Tradotto in termini di popolazione, significa che 21 milioni 909mila residenti (pari al 37,2% della popolazione italiana) vivono in territori caratterizzati da una qualità della vita scarsa o insufficiente, contro i 21 milioni 789mila della passata edizione, pari al 36,9% della popolazione, registrando quindi un lieve arretramento rispetto al 2022.

La classifica della qualità della vita stilata da ItaliaOggi pone Foggia al penultimo tra le province pugliesi: Bari si posiziona all’82esimo posto su 107, seguita da Lecce e Barletta-Andria-Trani, rispettivamente all’84° e 85° posto, mentre Brindisi si posizionata 90esima. Peggio della Capitanata, solo la provincia di Taranto (101).

Il punteggio

Il punteggio è stato determinato da parametri quali affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute e tempo libero. Settori nei quali Taranto non brilla, se non i reati, nella cui classifica è al 47° posto,seguita da Brindisi al 52°, Lecce (57) e Bat (76), con Bari al 78°, mentre Foggia si attesa al 99° posto, a causa della dimensione inquietante che hanno assunto le organizzazioni criminali nel su territorio. Ma va ancora peggio a Milano, che chiude questa speciale classifica all’ultimo posto, precludendosi così la scalata al primo posto nella classifica generale che gli viene soffiato da Bolzano.

Anche in materia di “Affari e Lavoro”, naturalmente la regione Puglia è fuori dalle prime dieci posizioni, a maggioranza occupate da province del nord Italia; ma qui rasenta la “salvezza” solo Bari, che si piazza al 77° posto.

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Premio

Venerdì 24 novembre, alla biblioteca Acclavio, torna il prestigioso ‘Neruda Award’

20 Nov 2023

Torna l’appuntamento con il prestigioso Neruda Award’, riconoscimento che l’associazione culturale Pablo Neruda consegna nelle mani di chi, in vari ambiti, si distingue nel territorio con la propria storia e le proprie azioni. Venerdì 24 novembre nell’ agorà della biblioteca Acclavio di Taranto alle ore 17.30 i giornalisti Gabriella Ressa e Matteo Schinaia daranno il via alla VI edizione.
Progetto e management di Saverio Sinopoli, fondatore e presidente dell’associazione Neruda, direzione letteraria di Maria Miraglia ed artistica del fotografo Francesco Marinaro.

Anche nel 2023 6 premiati: Josè Sarria, Raffaele Vaccaro, Annamaria Rosato, Roberto Borraccino, Fabiana Barulli e Mauro Tatulli.

Per la categoria della poesia, Josè Sarria, poeta ed accademico spagnolo residente a Malaga e considerato uno dei più grandi specialisti della cultura ispanico-magrebina. La sua ultima opera letteraria “Eulogy of time” è stata pubblicata sia in spagnolo che in inglese, quanto prima lo sarà in italiano.

Per la musica, Raffaele Vaccaro, musicista dalla brillante carriera; laureato in musica jazz e clarinetto, ha suonato con i più grandi nomi della musica, del jazz italiano ed americano.

Per l’informazione, un volto notissimo della televisione: Annamaria Rosato, giornalista  di Telenorba, ha lavorato per anni nella sede centrale di Conversano. Oggi è inviata della redazione di Taranto e si occupa prevalentemente di cronaca nera, sindacale ed amministrativa.

Tre premiati nel settore dell’imprenditoria: Roberto Borraccino è titolare di varie società tra cui Tema  Sistemi spa, leader in Europa del sistema antincendio, con sei sedi in Italia ed all’estero. Trentatré anni di attività con servizi ad aziende leader nel mondo e più di 70 certificazioni.

Fabiana Barulli è la titolare dell’azienda agricola “Fabiana” con vigneti alle porte di Taranto. Continua la tradizione di famiglia dei nonni, di papà Tonino e del fratello Michele. Ha conquistato con i suoi vini New York e non solo.

Mauro Tatulli è il direttore del centro commerciale “Porte dello Jonio”. Con la sua visione lungimirante ed aperta al territorio e alla città, ha trasformato la galleria e la piazzetta, piene di negozi, in un susseguirsi di attività e servizi ai cittadini.

Il Neruda Award è caratterizzato dalla unicità e dalla internazionalità.  Sono stati raccontati e premiati poeti da ogni angolo del mondo: Irlanda, Turchia, India, Germania, Siria, Kosovo, per non dimenticare i protagonisti italiani dei vari settori della realtà socioeconomica.

Il liceo artistico “Calò” è partner storico dell’associazione Neruda; anche quest’anno gli studenti, guidati dalla prof.ssa Tina Costantino, realizzeranno le apprezzate caricature dei sei premiati.

L’ingresso è gratuito.

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Lotta alla povertà

Inaugurato in Concattedrale l’‘Emporio solidale’

20 Nov 2023

di Angelo Diofano

“La carità è contagiosa e contagia il cuore di quanti amano, che non si tirano indietro davanti alle difficoltà dei fratelli che sono nel bisogno”: così ha detto l’arcivescovo mons. Ciro Miniero nel corso della inaugurazione dell’‘Emporio solidale’, insistendo sulla necessità di far rete fra quanti operano nel campo della solidarietà, al fine di conseguire risultati impossibili a quanti agiscono singolarmente.

Molti i rappresentanti delle varie realtà cittadine che hanno presenziato alla cerimonia, fra cui dirigenti scolastici e l’assessore comunale ai servizi sociali, Gabriella Ficocelli.

Allocato nei locali della Concattedrale, l’‘Emporio solidale’ è attivo grazie alla collaborazione tra la parrocchia e gli ‘Amici di Manaus’, di cui è presidente Giovanni De Giorgio, e del quale il parroco mons. Ciro Marcello Alabrese ha evidenziato il prezioso apporto, assieme a quello degli istituti scolastici circa l’applicazione della legge sullo spreco alimentare, che ha consentito di reperire preziose risorse.
In particolare, don Ciro ha ricordato come i primi cittadini incontrati dall’arcivescovo, nella sua prima visita in Concattedrale, all’indomani del suo arrivo a Taranto, furono proprio gli assistiti degli ‘Amici di Manaus’, proprio in quella giornata in cui si effettuava la distribuzione dei generi di prima necessità.

L’‘Emporio solidale’, per le necessità di circa trecento famiglie bisognose di tutta la città, sarà aperto il lunedì dalle ore 9.30 alle 11 e il mercoledì dalle ore 16.30 alle 17.30.

La parrocchia fa appello al buon cuore dei tarantini per donazioni di generi alimentari e per nuovi volontari che rendano possibile ulteriori aperture dell’‘Emporio’.

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