Hic et Nunc

Colletta alimentare: una testimonianza da San Marzano

20 Nov 2023

di Angelo Diofano

Riceviamo e pubblichiamo questa testimonianza giuntaci da San Marzano, da parte di Annibale Strada, direttore Caritas parrocchiale, circa il buon esito della Colletta alimentare svoltasi nello scorso fine settimana.

“ La Colletta alimentare che si è appena conclusa è stata la prima che mi ha visto come responsabile della Caritas parrocchiale e senza il conforto di Rocco Lonoce, mio predecessore, l’anima del nostro gruppo, assente per motivi personali. È stata una bella sfida, una corsa ad ostacoli nella preparazione dei turni nonostante rinunce e modifiche dell’ultima ora (compresa anche l’improvvisa indisponibilità dell’automezzo, reperito in extremis). Ma la cosa più importante è stata che non è venuto meno il gruppo, lo zoccolo duro dei volontari, che non comprendeva solo operatori della Caritas. Bisogna ringraziare, perciò, l’oratorio parrocchiale e l’Acr che con il loro entusiasmo hanno rallegrato l’iniziativa lì dove erano dislocati, ma anche catechisti e catechiste e semplici cittadini. Complessivamente circa trenta volontari, supportati dall’incoraggiamento del parroco don Cosimo Rodia, si sono alternati durante la giornata nelle varie postazioni, facendo in modo che il risultato finale fosse oltre le più rosee previsioni”.

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Tracce

Con il mignolo nel buco nella diga

La copertina del rapporto (dal sito chiesacattolica.it)
20 Nov 2023

di Emanuele Carrieri

“I nostri elettori devono sapere che ci occupiamo di sicurezza”. Pare questa la ratio del pacchetto sicurezza del governo ma il cuore della delibera spetta alla seconda parte del disegno di legge, dedicata alla sicurezza urbana. Il governo alza l’asticella della repressione penale, introducendo nuovi delitti o elevando le pene per i reati tipici degli emarginati. Una politica penale fatta con una tecnica legislativa del tipo “tappa con il mignolo il buco nella diga”, che accresce, aggrava, aumenta divieti e pene. Anche se le statistiche sulla criminalità non segnalano alcuna emergenza sicurezza, alcuni dei reati del disegno di legge sono abietti e infidi e non se ne può sottovalutare la gravità. Ma, a questo punto, non è più credibile una politica che si esaurisca negli annunci sugli aumenti di pena e nelle strategie repressive, che ormai valgono soltanto a distogliere l’attenzione da risposte meglio calibrate, fondate su misure sociali, interventi mirati verso le aree di devianza ed efficaci alternative al continuo inasprimento delle pene detentive. Considerare le questioni sociali e i conflitti, e anche i reati, come una diga, come questioni serie, da affrontare con interventi di politica sociale ed educativa, fa i conti, ormai da troppo tempo, con il continuo crescere di paure e senso di incertezza, con atteggiamenti segnati da distanze e da indifferenze. La risposta, quasi mai sociale e sempre più penale alle questioni di sicurezza, allarga le porte a delle interpretazioni banalizzate e semplificate dei comportamenti e dei problemi, produce aspettative irrealistiche e lascia diversi spazi alle ambivalenze. Eppure questa crisi la si vive mentre i reati sono in calo da un trentennio, in Italia più che in altri paesi europei. Continuare a creare nuovi reati e continuare a inasprire le pene di quelli esistenti rischia di produrre solamente una illusione di controllo e deterrenza. Anche la rotta che stanno prendendo i provvedimenti riguardanti le carceri aprono a vari interrogativi. Si puniscono persino le resistenze passive nel quadro dell’inasprimento di pena per le rivolte in carcere e nei CPR, cioè i centri di permanenza per i rimpatri, quei buchi neri in cui si consumano tante delle violazioni dei diritti fondamentali dei migranti: come non ricordare che il detonatore di queste proteste, a volte molto violente, sia stato in molti casi il permanere di condizioni di vita a volte indegne di un paese civile? E non soltanto a causa del sovraffollamento, ma anche per il sovraffollamento. La severità c’è e c’è tutta e fino in fondo, ma si capisce che non è sufficiente. La pena di morte, in vigore e tuttora applicata in molti stati degli Usa, ha mai fermato le stragi con armi da fuoco all’interno di istituti scolatici o di università? La severità potrebbe al massimo accontentare i cittadini, che devono assistere a tanti episodi di banale delinquenza. Ma certo non stroncherà queste pratiche, forse stimolate dal bisogno oppure da una astuzia a buon mercato. Gli stessi cittadini non si sentiranno, invece, liberati da altri reati che gravano pure quelli sulle loro spalle, reati che vanno sotto le più svariate denominazioni: evasione fiscale, frode fiscale, nero o sommerso, economia criminale. Venerdì scorso è stato presentato “Tutto da perdere”, il rapporto 2023 su povertà ed esclusione sociale nel nostro Paese, stilato dalla Caritas Italiana. Dati impressionanti. I poveri sono aumentati di 357mila unità, le famiglie povere sono salite di 165mila nuclei, gli stranieri, pur rappresentando solo l’8,7% della popolazione, costituiscono il 30% dei poveri, il lavoro non è più causa di benessere perché il 47% dei nuclei in povertà ha il capofamiglia occupato. Per la prima volta, il rapporto ha esaminato anche l’effetto della povertà energetica, ossia l’impossibilità di avere un livello minimo di consumo energetico, che indica conseguenze importanti soprattutto sulle fasce sociali più fragili, e che colpisce il 9,9% della popolazione, con una tendenza all’aumento negli ultimi 10 anni. Sono sufficienti queste cifre per pensare le questioni sociali come una diga, come questioni serie, da affrontare con interventi di politica sociale? Un cenno soltanto, infine, a un aspetto che non può non preoccupare: privare i neonati, i piccini, i bambini di un contesto per loro di libertà e di serenità, ricco di attenzioni, di cure e di stimoli significa segnare per sempre la loro crescita. I primi anni di vita sono quelli della prima età evolutiva, decisivi per bambine e bambini, che sono sempre innocenti, e hanno diritti loro, anche quando sono figli di persone che hanno commesso dei reati. Per loro, negli anni scorsi, esisteva il progetto delle case protette in cui potevano vivere con le loro madri in condizioni di assicurazione di elementi di controllo. Ma erano altri tempi, tempi passati. Adesso la prospettiva è in tutt’altra direzione, in direzione diametralmente contrapposta.

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Sport

Basket, la Nuovi Orizzonti rimette il turbo: Catillo Benevento sconfitta per 63-47

Claudia Tagliamento in azione - foto G. Leva
20 Nov 2023

di Paolo Arrivo

Riprendere la marcia. E dare conferma del valore tecnico della squadra, dimostrato nell’avvio stagionale, dell’agonismo che sa mettere in campo, contro qualsiasi avversario: era questo l’obiettivo della Nuovi Orizzonti Taranto alla vigilia del match con la Catillo Benevento, valevole per la quarta giornata di campionato. Un appuntamento rinnovato tra le mura amiche del PalaMazzola, nella serata di sabato. L’operazione è stata portata a termine grazie a una prova convincente offerta dalle ragazze allenate da William Orlando. All’interno di un match che non ha avuto momenti di pathos: sempre avanti nel punteggio, la Dinamo ha espresso il suo gioco con continuità, per tutti i quaranta minuti di gioco, riuscendo a contenere la reazione delle avversarie. Una vittoria mai messa in discussione – 63 a 47 il risultato finale (21-14, 40-25, 51-37). Sugli scudi Claudia Tagliamento, top scorer della serata con 23 punti; in doppia cifra Smaliuk, Gismondi e Ivaniuk. Il roster ha fatto a meno del contributo della talentuosa Mari Panteva, tenuta a riposo precauzione per i postumi di un vecchio infortunio.

Il match Dinamo Taranto-Catillo Benevento

Starting Line Up Nuovi Orizzonti: Ivaniuk, Smaliuk, Tagliamento, Lucchesini, Gismondi. Quest’ultima sblocca il risultato dalla lunetta. Poi arriva la tripla di Ivaniuk, per l’ottima partenza di Taranto. Benevento accorcia le distanze. Ancora Ivaniuk fa due su due ai tiri liberi. Le fa eco, con un’azione di forza, l’altra ucraina, Smaliuk (9-2). Taranto alza il ritmo difensivo. Poi arrivano i canestri di Tagliamento, che sarà la grande protagonista della serata, sia in attacco che ai rimbalzi. Di Lucchesini l’ultimo centro per Taranto. Il primo quarto si chiude sul 21-14. Nel secondo, va a segno la formazione avversaria. Risponde con una tripla Ivaniuk: la stessa play ucraina sale in cattedra mandando a canestro più volte Tagliamento. La quale manda le squadre a riposo sul 40-25. Nel secondo tempo la Catillo si fa più aggressiva: accorcia il gap (33-42) costringendo coach Orlando a chiamare timeout. Il break dà i frutti sperati. Segnano Gismondi e Martelli. Nel finale la protagonista è Smaliuk. Ancora Tagliamento completa l’opera nell’ultimo quarto facendo raggiungere a Taranto il vantaggio massimo di +19 (56-37). Il resto è ordinaria amministrazione. La Dinamo ritrova la vittoria, preziosa, davanti al pubblico di casa, e rilancia le proprie ambizioni nella serie B nazionale. 

 

 

 

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Eventi religiosi cittadini

La prima “squilla” all’alba della festa di Santa Cecilia

20 Nov 2023

di Angelo Diofano

La prima squilla all’alba del 22 novembre (festa di Santa Cecilia, patrona della musica) dà il via a un tempo “speciale” di gioia, di pace, di riconciliazione: quello, insomma, del Natale tarantino, il più lungo che esista. E nella nostra città l’avvio di questo tempo meraviglioso è dato dalle note delle pastorali tarantine che risuoneranno tra le austere e ricche di storia navate della basilica cattedrale di San Cataldo, nel corso della benedizione dei complessi bandistici, una cerimonia ormai entrata nel cuore dei tarantini e nel novero delle nostre tradizioni.

L’appuntamento è alle ore 5.30 nella cattedrale più antica di Puglia dove si ritroveranno le bande musicali incaricate dall’amministrazione comunale per il giro mattutino per le vie della città. Si tratta della “Grande orchestra di fiati Santa Cecilia” diretta dal maestro Giuseppe Gregucci e del concerto bandistico “Giovanni Paisiello” diretto dal maestro Vincenzo Simonetti. Il rito sarà presieduto dal parroco mons. Emanuele Ferro, alla presenza delle autorità cittadine. Come ogni anno si prevede numerosissima, nonostante il freddo che solitamente caratterizza queste giornate, la partecipazione dei tarantini e in particolare delle famiglie al completo per non far mancare ai più piccoli, ben imbacuccati, l’emozione di questo momento così particolare, atteso tutto l’anno. ‘”A Nuèle” accompagnerà successivamente lungo la navata centrale il lento dondolio della statua di Santa Cecilia, portata a spalla dai confratelli di San Cataldo in Santa Caterina. Una piccola folla sarà in attesa sul sagrato per prendere alla piccola processione che, dopo aver attraversato via Duomo, piazzetta San Costantino, postierla Vianuova e via Garibaldi, sarà diretta alla chiesa di San Giuseppe, giù alla “Marina” dove la statua sarà solennemente esposta per l’omaggio dei fedeli. E per rinfrancarsi dal freddo, ci saranno per tutti pettole bollenti preparate da alcune mamme. Quindi i due complessi (assieme ad altri ingaggiati da privati) riprenderanno il giro per poi ritrovarsi alle ore 9 in arcivescovado per omaggiare l’arcivescovo mons. Ciro Miniero e alle ore 9.30 a Palazzo di Città per il saluto al primo cittadino Rinaldo Melucci.

La processione della serata

In serata alle ore 17 ci si ritroverà ancora davanti alla chiesa di San Giuseppe per la processione di gala, con la partecipazione delle confraternite in abito di rito e della “Grande Orchestra di fiati Santa Cecilia”, che dal 2009 si è fatta promotrice della festa (mai svoltasi fino ad allora) assieme alla parrocchia basilica cattedrale e alla confraternita di San Cataldo in Santa Caterina. La statua di Santa Cecilia sarà portata per via Garibaldi, via Sant’Egidio, via Di Mezzo, pendio La Riccia, piazza Castello, via Duomo e piazza Duomo per poi entrare in Cattedrale dove l’arcivescovo mons. Ciro Miniero presiederà la celebrazione eucaristica. Al termine, la “Grande Orchestra di fiati Santa Cecilia” eseguirà altre pastorali in piazza Duomo, a scandire l’atmosfera gioiosa della tradizionale “pettolata”.

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Emergenze sociali

Colletta alimentare: nella Giornata nazionale del Banco alimentare, raccolte 7.350 tonnellate di cibo

foto Banco alimentare
20 Nov 2023

Si è svolta sabato 18 novembre in tutta Italia la 27ª edizione della Giornata nazionale della Colletta alimentare alla quale hanno aderito 11.800 supermercati (+ 6% sul 2022) e oltre 140.000 volontari che hanno raccolto 7.350 tonnellate (+9% rispetto alla scorsa edizione) di prodotti a lunga conservazione, grazie ai tantissimi cittadini che, ricorda la Fondazione Banco Alimentare, “ancora una volta, con grande generosità, hanno scelto di fare un gesto concreto insieme, nonostante le difficoltà che in molti stanno incontrando”. I prodotti donati, tra quelli che Banco Alimentare fa più fatica a reperire nella sua attività quotidiana di recupero delle eccedenze, nelle prossime settimane saranno distribuiti a quasi 7.600 organizzazioni partner territoriali convenzionate (mense per i poveri, case-famiglia, comunità per i minori, centri d’ascolto, unità di strada, etc..) che sostengono circa 1.700.000 persone. “Con la Colletta alimentare – commenta Giovanni Bruno, presidente di Fondazione Banco Alimentare – aderiamo alla Giornata mondiale dei poveri indetta da Papa Francesco. Si tratta di un gesto che porta in sé un significato capace di far sperimentare e indicare la carità come dimensione fondamentale del vivere, come presupposto per una convivenza capace di costruire una prospettiva di pace, di solidarietà e di crescita comune”. Sono sempre di più le persone in povertà assoluta nel nostro Paese: si contano oltre 5,6 milioni di individui secondo i dati Istat sul 2022 e per l’anno in corso Banco Alimentare ad oggi registra un incremento di richieste di aiuto di oltre 50mila persone. Il Banco Alimentare ricorda che è ancora possibile donare la spesa online su alcune piattaforme dedicate che si trovano sul sito web www.bancoalimentare.it.

 

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Movimenti e gruppi cattolici

“Guariti per servire”, il tema della 36a convocazione regionale del Rinnovamento nello Spirito santo

mons Luigi Mansi, vescovo di Andria - foto Mario Di Serio
20 Nov 2023

di Mario Di Serio

“Gesù si avvicinò… La febbre la lasciò ed ella li serviva” (Mc 1,31): questo passo biblico ha ispirato il tema della convocazione regionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, “Guariti per servire”, giunta domenica 19 novembre alla tentaseiesima edizione, con tantissimi fedeli accorsi da ogni parte della Puglia, accolti all’ interno del Palasport di Andria. Una giornata che ha segnato una sorta di ritorno al passato in termini di presenze e voglia di partecipare “in presenza”, spalti quasi gremiti e sul parquet tutto esaurito, con il desiderio appunto di essere “curati” e “guariti”.

Quella guarigione spirituale che parte dalla ricercara di sé, in una dimensione di preghiera, partecipazione viva ai sacramenti, per provare ad essere cristiani autentici, che  implica inesorabilmente e sopratutto amare il prossimo come se stessi.  “Se non resuscitiamo dall’ idea di Dio che abbiamo nella nostra testa, e non sappiamo perdonare non possima guarire”. “La nostra fede non deve essere convenzionale, ma dobbiamo accogliere Dio nel nostro cuore” le parole di monsignor Antonio Stagliano’, presidente della pontificia accademia teologica, il quale invita i fedeli a sentire il Signore come padre amorevole, misericordioso, più che giudice od entità superiore che dall’alto controlla la nostra partecipazione accademica alla messa oppure ad una preghiera.  Poi uno sguardo all’ attualità: “Quanto odio è presente nel conflitto tra israeliani e palestinesi, ma le guerre di religione sono sempre dettate da interessi internazionali” . A conferma  di come odio, rabbia, intolleranza, desiderio di vendetta che nascono da una interpretazione errata della fede dei popoli, possono generare logiche di interessi economici, e gli squilibri sociali in alcune terre possono avvantaggiare il potere delle grandi nazioni. Poi monsignor Stagliano’, imbracciando la sua chitarra, ha intonato un brano da lui composto sull’amore, ed un dolce invito all’appartenenza a Dio come suoi figli e figlie, alla speranza, in un cammino di amore e semplicità. Infine un appello a chi ha perso un parente, per esempio il proprio padre, il cui vuoto monsignor Stagliano’ l’ha colmato con una canzone ed un motto: ” il dolore che si sente nella carne è il segno corporeo che lui è vivo”; un altro aspetto dell’essere cristiani: la consapevolezza della esistenza di una vita nuova.

Ma il desiderio di guarire dal peccato e dai sentimenti negativi che pervadono l’ uomo è strettamente legato alla sua sensibilità, ad esempio alla povertà: “viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri” …. In sintesi si trascurano i poveri in nome della modernità e delle attenzioni al progresso.  “La parabola del buon samaritano è sempre attuale. È necessario coinvolgersi in prima persona perché è la vocazione di ogni cristiano”. Le parole di monsignor Luigi Mansi, vescovo di Andria, che in precedenza ha aperto la giornata, riportando le parole di papa Francesco, pronunciate venerdì scorso 17 novembre, durante la giornata mondiale sulla povertà.

Momenti di grande intensità spirituale sono stati vissuti da tutti i fedeli durante la preghiera comunitaria, con la partecipazione preziosa e come sempre emozionante della corale regionale di musica, canto e danza  che ha animato ogni momento con canzoni e balli, aggraziati dalle voci del coro e dal suono degli sttrumenti, accompagnando anche la celebrazione eucaristica, presieduta da monsignor Antonio Stagliano’.

Nel pomeriggio spazio alle testimonianze dei giovani del Rinnovamento nello Spirito Santo. L’esperienza vissuta a Lisbona durante la Giornata mondiale della gioventù della scorsa estate ha trasmesso loro, anche per chi l’ha vissuta da remoto, voglia di percorrere un cammino di fede a livello comunitario e mettersi in gioco, scoprendo se stessi in una duplice dimensione sociale e spirituale, facendosi plasmare dalla volontà di Dio. Gioele Galeone ha sperimentato proprio questo incontro autentico, appena quattordicenne è delegato dei giovani RnS per la diocesi di Taranto, la sua famiglia cattolica gli ha trasmesso la fede un po’ alla volta, grazie ai pellegrininaggi, agli incontri di preghiera, alle attività di evangelizzazione ed alla partecipazione ai sacramenti. Come lui tanti altri ragazzi stanno compiendo questo viaggio: essi vivono “controcorrente” rispetto ad una società che impone altri stili di vita, fatti di consumismo, individualismo, mondo virtuale, in contrasto con una vita alla sequela del Signore.

A fine giornata l’esposizione dell’ostensorio e l’adorazione al Santissimo ha coronato una domenica dove ciascun fedele, attraverso la preghiera, ha ricevuto il perdono di Gesù, pregando ed imponendo le mani gli uni per gli altri, con la cosapevolezza che ogni malessere dettato dal peccato può essere cancellato se si è consapevoli di poter diventare cristiani autentici, che oltre all’assidua partecipazione ai sacramenti necessita di consapevolezza di come il Signore ci ha creati per amarci, vivere insieme, rispettare se stessi e gli altri, rendendosi disponibili ad aiutare i sofferenti, anche attraverso gesti semplici.

La convocazione, accompagnata dalla partecipazione di Massimo Partipilo, coordinatore regionale Rns, ha assunto anche una dimensione ecumenica: presenti Filippo D’Alessandro, delegato nazionale RnS per l’ecumenismo, Mirko Ronchi pastore della chiesa evangelica di Modugno e Gigi Sciascia pastore della chiesa pentecostale “Dio è amore” di Trani. Essi hanno pregato per l’unità dei cristiani, e per una forte consapevolezza che la fede va vissuta pienamente in ogni ambito della vita, coltivandola all’interno delle proprie comunità e famiglie rispettando e sostenendo i propri fratelli e le proprie sorelle famililari e sprirtuali, amando appunto il prossimo come se stessi.

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Amministrazione locale

Ennesimo rimpasto in giunta, Melucci fa fuori Francesca Viggiano. Perché?

17 Nov 2023

di Silvano Trevisani

Ennesimo rimpasto nella giunta comunale guidata da Rinaldo Melucci, che, dopo sei anni, toglie l’incarico assessorile a Francesca Viggiano. Una notizia giunta in redazione nel pomeriggio recita testualmente: “In data odierna il sindaco Rinaldo Melucci ha revocato dall’incarico assessorile l’Avv. Francesca Viggiano, ininterrottamente nell’amministrazione comunale dal 2017. La motivazione è strettamente connessa al venir meno dei necessari elementi fiduciari, in molteplici occasioni, tipici del ruolo da interpretarsi all’interno della giunta comunale, specie in una fase così strategica per la città. Dalla prospettiva dell’amministrazione comunale, dunque, non vi sono valutazioni di carattere politico o di relazione con il Partito Democratico alla base della decisione. Il sindaco ringrazia l’Avv. Viggiano per il lavoro svolto e le augura i migliori risultati personali”.

“In ultimo,- conclude la nota – il sindaco comunica di aver contestualmente assegnato pro tempore la delega all’Ambiente e alla Qualità della Vita alla consigliera comunale Angelica Lussoso. Mentre, nella veste di nuovo vicesindaco è stato individuato l’assessore Gianni Azzaro”.

Ma tutto lascia prevedere che il nuovo rimpasto non si fermi qui perché, come si legge ancora nella nota: “Il sindaco si riserverà nei prossimi giorni, altresì, una valutazione più approfondita delle deleghe attuali in seno alla giunta comunale”.

Ma cos’è accaduto di così grave da giustificare la revoca dell’incarico a un’assessora che è sempre stata un punto di riferimento nella giunta e che tra l’altro ha un ruolo autorevole nel PD, del quale ricopre l’incarico di vicepresidente regionale? Che ruolo ha avuto, nella decisione del sindaco, la sua rottura con Pd, anche se il comunicato stampa sembra escluderlo?

Lo abbiamo chiesto alla stessa Francesca Viggiano che così ci spiega l’accaduto: “Venerdì scorso era in discussione la delibera sulla costituzione del nuovo comitato per i Giochi del Mediterraneo. Data la delicatezza politica della questione, ho chiesto di leggere il contenuto preventivamente. Ma ho atteso inutilmente dalle 8 alle 12,30. Quando ho capito che l’atto non si sarebbe discusso e che il sindaco non si sarebbe neppure collegato via web, sono uscita per andare a prendere le bambine. Lui ha giudicato il mio come un gesto di avversione degna di far venir meno “elementi fiduciari” e questa è la conseguenza”.

Ma quanto ha pesato la rottura di Melucci con Pd?

“Credo che abbia pesato in maniera determinante, nonostante ciò che dice il suo comunicato. Del resto è da tempo che mostrava atteggiamenti gravemente ostili nei confronti del partito e anche contro coloro che avevano scelto una mozione congressuale diversa dalla sua”.

Ma il Pd reagirà in qualche modo a questa decisione del sindaco?

“Credo di sì. Per lunedì è già in programma una riunione del partito”.

Il Pd, però, non ha reagito molto alla fuoriuscita del sindaco. Eppure si dice che da mesi la giunta e il consiglio vivano una situazione difficile.

“La situazione difficile, nella giunta e nel consiglio, la vivono soltanto quelli che hanno il coraggio di parlare”.

E come mai Azzaro è promosso vicesindaco?

“Possiamo considerarla la contropartita per il modo di rapportarsi tra i due?”

Fin qui il colloquio con l’ormai ex assessora. La “motilità” delle giunte guidate da Melucci trova, quindi, un’ennesima conferma che riscontra, poi, il decisionismo di un sindaco che è molto attivo ma anche molto autoritario. E questo ci rinnova la convinzione che la riforma Bassanini ha qualche lato positivo ma molti più lati negativi, dati dalla inutilità del consiglio comunale, dal potere assoluto di un sindaco molto simile a un podestà, che può cancellare un consigliere semplicemente nominandolo assessore per brevissimo periodo. Se la figura attuale del sindaco viene presa ad esempio per il presidenzialismo… ci auguriamo fermamente che non passi.

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Sport

Gioiella Prisma Taranto, la legge dei numeri dietro all’esonero di Mastrangelo

La panchina ionica - foto G. Leva
17 Nov 2023

di Paolo Arrivo

Due punti in cinque partite. Mai una vittoria. Un avvio di campionato intollerabile per una squadra di buon livello tecnico, la Gioiella Prisma Taranto, che aveva ambizioni di classifica, alla vigilia della Superlega Credem Banca. Invece si ritrova all’ultimo posto, adesso. Ecco che la società è corsa ai ripari annunciato la fine dell’avventura di Vincenzo Mastrangelo. L’esonero è arrivato dopo l’ultima sconfitta inflitta per 1-3 (20-25, 20-25, 25-20, 14-25) da Perugia tra le mura amiche del PalaMazzola, mercoledì scorso. Lo stupore non è il sentimento dominante tra i supporter ionici. Sebbene infatti fosse stimato, come persona perbene e tecnico preparato, pure premiato, il successore di Vincenzo Di Pinto non aveva mai fatto l’esperienza della massima serie italiana di volley. Che resta il campionato più difficile del mondo.

Dal match col Perugia segnali di crescita

A onor del vero va detto che le speranze di conquistare il successo erano ben poche contro un’autentica corazzata che aveva dominato la regular season lo scorso anno. Nei primi due set gli ionici non hanno demeritato. Perugia, orchestrata dalle mani sapienti di Simone Giannelli, il miglior giocatore e palleggiatore della nazionale italiana all’ultimo campionato mondiale, era meno prevedibile di Taranto. E ha dimostrato più lucidità nei momenti chiave. La Prisma, in alcuni fondamentali, nel muro in particolare, non ha brillato. Ma poi ha avuto tutto un altro piglio nel terzo parziale: sempre avanti nel punteggio, ha condotto i giochi, approfittando anche degli errori commessi dagli ospiti, prima che la qualità dell’avversario prendesse il sopravvento nell’ultima parte di gara – agli ionici non sono bastate le schiacciate di Russell e Gutierrez. Una buona prova, possiamo considerarla. L’insuccesso, però, fa il paio con la prestazione pessima offerta a Monza, e con il percorso generale che è stato infruttuoso. Urge la svolta. Già a partire da domenica prossima diciannove novembre (ore 18), quando la Prisma affronterà il Top Volley Latina in trasferta. La partita può essere considerata già uno scontro diretto contro una formazione che ha 5 punti in graduatoria.

Il dopo Mastrangelo

La squadra, per il momento, è affidata ad Antonello Andriani, l’allenatore in seconda della Gioiella Prisma Taranto. Sarà coadiuvato dall’assistant coach Danilo Paglialunga. Sul post Mastrangelo è intervenuta, nelle scorse ore, Elisabetta Zelatore: “Stiamo valutando alcune figure professionali che possano prendere in mano la squadra nel prossimo futuro, con caratteristiche precise che ricerchiamo in questa fase del nostro campionato”. Il ringraziamento intanto va agli stessi Andriani e Paglialunga per la loro disponibilità. “Siamo certi che sapranno dare continuità al gruppo di lavoro dei nostri atleti per quanto fatto finora, in un’ottica di superamento delle difficoltà incontrate, in attesa di individuare la soluzione migliore tra i profili analizzati”, ha dichiarato la vicepresidente della Gioiella Prisma Taranto.

 

 

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Corso di formazione

Torricella, corso di formazione politica del Movimento Cristiano Lavoratori

17 Nov 2023

di Angelo Diofano

Il Circolo Movimento Cristiano Lavoratori di Torricella, in collaborazione con la consulta giovanile  del Comune di  Maruggio, il presidio Libera di Manduria, l’associazione Lotos, il Circolo Mcl di “Leporano nel cuore” e l’Avis di Torricella, con il patrocinio del presidente del Consiglio regionale Puglia, l’Unione dei Comuni “Terre del Mare e del Sole” e il  Comune di Torricella, ha organizzato il corso di formazione  politica  e della cittadinanza attiva sul tema “Democrazia del futuro. Noi siamo i  protagonisti “, che avrà luogo nella sede comunale dell’Avis in via Tenente Minniti. L’evento si avvale della collaborazione dell’operatore culturale Giuseppe Semeraro e del sostegno dell’azienda vinicola Cicella di Torricella.

S’inizierà  mercoledì 22 novembre alle ore 18 con la lezione sul tema “Coesione territoriale, opportunità di sviluppo strutturale di sviluppo turistico dei nostri territori” che vedrà la testimonianza dell’avv. Fiorenza Pascazio, sindaco di Bitetto  e presidente Anci Puglia, del presidente dell’”Unione Terre del Mare e del Sole” Giuseppe Fischetti, sindaco di Fragagnano, del presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva e sindaco di Gallipoli e Michele Schifone, imprenditore e già sindaco di Torricella.

Il secondo incontro, venerdì 1 dicembre, sempre alle ore 18, verterà su “Donne e uomini uniti contro la violenza di genere”. Saranno ospiti il dott. Mariano Buccoliero sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, Anna Grazia Maraschio assessore regionale, Anna Maria Carabotto sindaco di Monteparano, l’avv. Galoppa e Alfredo Longo, sindaco di Maruggio,

I due incontri saranno moderati da Gianni Sebastio, direttore Antenna Sud.

L’ultimo incontro è previsto per venerdì 15 dicembre alle ore 18 e sarà incentrato sul tema “Giovani Donne e istituzioni. Crescere con i valori della buona politica”. Porteranno la testimonianza Gianfranco Lopane, assessore al Turismo della Regione, l’on. Ubaldo Pagano, il sen. Roberto Marti e Francesco Turco, sindaco di Torricella. Moderatrice, l’avv. Maria Antonietta D’Elia. Al termine, saranno consegnati gli attestati di partecipazione.

“Questo evento formativo coniuga tre valori imprescindibili: la partecipazione, le istituzioni e la buona politica” – dichiara la presidente Mcl di Torricella, Grazia Pignatelli – Aver fatto rete con le altre realtà associative, che ringraziamo per la condivisione e la  collaborazione, ci stimola a continuare a investire sui giovani che sono i protagonisti del futuro istituzionale e politico delle nostre comunità”.

L’iscrizione gratuita si può effettuare tramite mail a mcltorricellanelcuore@gmail.com oppure in presenza  al primo incontro.

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Gaza sotto assedio

Striscia di Gaza, la testimonianza di un medico: “Gli ospedali stanno diventando cimiteri”

foto Afp/Sir
17 Nov 2023

“È una catastrofe umanitaria. Gli ospedali stanno diventando sempre più dei cimiteri”. Dall’Al-Ahli Arabi Baptist Hospital – gestito dalla Chiesa anglicana e situato nel quartiere Zeitoun di Gaza City – a parlare è uno dei medici del nosocomio dove lo scorso 18 ottobre è avvenuta una strage, con centinaia di morti e feriti, causata da un attacco le cui responsabilità vengono rimpallate da Israele e Hamas. “Molti ospedali della Striscia sono praticamente chiusi – spiega il medico che chiede di mantenere l’anonimato -. Il personale sanitario cerca di prestare le cure ovunque ci sia spazio a disposizione utilizzando quel che è rimasto di medicine e di presidi medico-sanitari. Manca praticamente tutto anche l’acqua da bere. Abbiamo bisogno di farmaci, antibiotici, anestetici per operare, siringhe, bende, carburante ed energia elettrica per mandare avanti le terapie intensive”.
“Morti e feriti non si contano più. È una catastrofe”, ripete al telefono. A complicare le cose la mancanza di energia elettrica e di carburante, necessari a far funzionare i macchinari che tengono in vita i pazienti più gravi. “Ci sono moltissimi malati, feriti, tanti sono bambini, che non possono essere trasportati o trasferiti perché sarebbe troppo pericoloso per la loro vita – aggiunge il dottore -. Hanno bisogno di cure, di ossigeno e quindi di essere trattati in ospedale. Gli israeliani dicono di evacuare e di spostarci verso sud. Dove dovremmo portare queste persone? Dove curarli?” “Trasferire queste persone significa, per loro, morte certa. Per questo dico che bisogna che cessino le ostilità subito intorno agli ospedali che stanno diventando ogni giorno di più dei cimiteri”.

foto Afp/Sir

L’assedio a Al-Shifa. La cronaca di guerra di questi ultimi giorni ruota in particolare intorno ad un altro ospedale, al-Shifa, il più grande dell’enclave palestinese dove, secondo quanto riferito al Sir da fonti locali, sarebbero morte 32 persone negli ultimi giorni, tra queste anche 3 neonati in incubatrice. Cifre confermate alla Bbc dal direttore del nosocomio Mohamed Abu Selmia che parla di 600 ricoverati e di 150 cadaveri che non si riesce a seppellire. Morte anche tre infermiere a causa dei bombardamenti e degli scontri armati intorno all’ospedale che Israele sta cingendo d’assedio perché ritiene nasconda basi operative di Hamas. Combattimenti si registrano anche intorno ad altri ospedali della Striscia come hanno denunciato i direttori regionali dell’Unfpa, dell’Unicef e dell’Oms che chiedono un’azione internazionale urgente per porre fine agli attacchi in corso contro i nosocomi. “Siamo inorriditi dalle ultime notizie di attacchi contro e nelle vicinanze dell’ospedale al-Shifa, dell’ospedale pediatrico Al-Rantissi Naser, dell’ospedale Al-Quds e di altri nella città di Gaza e nel nord della Striscia di Gaza, che hanno causato molte vittime, tra cui bambini. Le intense ostilità che circondano diversi ospedali nel nord di Gaza impediscono un accesso sicuro al personale sanitario, ai feriti e agli altri pazienti. Negli ultimi 36 giorni, l’Oms ha registrato almeno 137 attacchi all’assistenza sanitaria a Gaza, che hanno causato 521 morti e 686 feriti, tra cui 16 morti e 38 feriti tra gli operatori sanitari in servizio”.

Israele pronto ad aiutare. L’esercito israeliano, dal canto suo, afferma dai propri canali social, di “fare tutto il possibile per ridurre al minimo i danni ai civili, assistere nell’evacuazione e fornire forniture mediche e cibo. La nostra guerra non è contro il popolo di Gaza”. Parole accompagnate da immagini che mostrano le incubatrici per neonati destinate all’ospedale al-Shifa. “Il reparto pediatrico dell’ospedale Shifa di Gaza City ha bisogno di assistenza – spiega nel video una portavoce – Israele è pronto ad aiutare. Abbiamo fatto un’offerta formale ai funzionari sanitari di Gaza per trasferire le incubatrici nella Striscia di Gaza per assistere il reparto pediatrico dell’ospedale di Shifa. Sono in corso grandi sforzi per garantire che queste incubatrici possano raggiungere i bambini a Gaza senza indugio. La nostra guerra è contro Hamas e non contro il popolo di Gaza”.

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Giornata mondiale

“Liberi di scegliere se restare o migrare”: giovedì 23, 20° convegno Migrantes

17 Nov 2023

di Angelo Diofano

“Liberi di scegliere se restare o migrare” – dal titolo del messaggio di papa Francesco per la 109.ma Giornata mondiale del migrante e profugo – è il tema del  convegno diocesano organizzato dall’ufficio diocesano per la pastorale dei migranti che si terrà giovedì 23 novembre 2023 alle ore 9 nell’aula magna dell’Università degli studi di Bari, Dipartimento jonico, in via Duomo.
Molti e di spicco i relatori del consueto appuntamento relativo alla conoscenza dei vari aspetti della pastorale migratoria, giunto alla ventesima edizione, con l’intervento dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero, che terrà l’introduzione e la conclusione dei lavori, moderati da Marisa Metrangolo, direttore diocesano della Migrantes, che così riferisce nella presentazione del convegno: “In un mondo in cui guerre e conseguenze climatiche continuano a generare migranti e rifugiati il grido di aiuto di migranti e rifugiati non può lasciarci indifferenti.La cura pastorale dei migranti è un’attività missionaria da non trascurare, che potrà aiutare  a riscoprire la gioia della fede cristiana che si è ricevuta”.

Al convegno porteranno il saluto il direttore del Dipartimento jonico prof. Paolo Pardolesi, la dirigente scolastica del liceo ginnasio statale “Aristosseno” prof.ssa Rita Frunzio, il prefetto dott.ssa Paola Dessì, il sindaco e presidente della Provincia Rinaldo Melucci, il prof. Antonio Uricchio, presidente Anvur e consigliere Avepro Agenzia Vaticana.

La relazione principale sul tema del convegno è affidata a mons. Ciro Alabrese, direttore diocesano dell’ufficio Educazione scuola e università; seguiranno gli interventi della dott.ssa Rosa Anna De Palo, presidente del Tribunale di Taranto, del comandante del porto cap. vasc. Rosario Meo, dei docenti universitari proff. Cosima Ilaria Buonocore, Francesco Saverio Damiani e Paolo Stefanì e della dott.ssa Flavia Leopardo dell’associazione “Noi e Voi”.

La partecipazione al convegno attribuisce n.3 di crediti formativi per la formazione continua degli avvocati e 0,5 Cfu per gli studenti dei corsi di Studio giuridici.

“Persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee – evidenzia la direttrice di Migrantes, dott.ssa Marisa Metrangolo -. Per porvi termine è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità, chiedendoci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. Il diritto di migrare e quello di vivere nella propria terra si fondano sui principi della libertà e della destinazione universale dei beni che il Signore ha creato e destinato a tutta l’umanità. Entrambi questi diritti oggi sono a rischio: quello di migrare viene fermato da muri che si alzano, da nazionalismi di ritorno, da legislazioni che indeboliscono il diritto di lasciare la propria terra di chi cerca un lavoro e un sostegno alla vita personale e familiare o fugge da guerre, disastri ambientali, dittature; quello di rimanere nella propria terra è ostacolato dalle numerose guerre e conflitti in atto, da forme nuove di colonialismo, dalla mancanza di pari opportunità di uomini e donne e dal grave sfruttamento.

“Dal Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes – aggiunge la dott. Metrangolo – si evidenzia quanto sia  necessario un cambiamento della narrazione per superare quella dell’emergenza. Infatti l’attenzione dei media al tema dell’immigrazione in Italia è evidente che è sempre più orientata all’allarmismo. Nel dibattito pubblico il binomio immigrazione-sicurezza rimane di stringente attualità, generando un diffuso clima di paura e di intolleranza, come sottolinea il rapporto Immigrazione di Fondazione Migrantes e Caritas Italiana 2023. Ma ci si dimentica di aggiungere che le migrazioni in Italia da più anni registrano una certa stabilità, se non addirittura in fase calante per la carenza occupazionale, soprattutto delle donne, la irregolarità crescente per la mancanza di incontro tra domanda e offerta di lavoro, la maggiore insicurezza dei migranti, soprattutto sul lavoro, ma anche nella vita sociale. Questo in particolare sta costringendo alla partenza dall’Italia di albanesi, cinesi, polacchi, ucraini”.

 “Tante sono state le istituzioni e le persone che sono state affianco in tutti questi anni ed hanno dato sostegno –  conclude – e dobbiamo ringraziare in modo particolare l’ufficio immigrazione della Questura con la dott.ssa Rossella Fiore, l’Ufficio Immigrazione della Prefettura ed i componenti del suo staff che si sono succeduti, come la dott.ssa Teresa Pricolo, l’assessorato ai servizi sociali del Comune. Ma non dobbiamo dimenticare il prezioso apporto degli arcivescovi mons. Benigno Luigi Papa, mons. Filippo Santoro e l’attuale mons. Ciro Miniero, promotori della pastorale migratoria, oltre all’ufficio diocesano missionario, alla Caritas diocesano, alle parrocchie e soprattutto i volontari che si sono succeduti da vent’anni e gli operatori che si prodigano nell’Ufficio Migrantes”.

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Ecclesia

Museo sospeso: un biglietto per l’accesso al MuDi dei bambini della Consiglio e della Galilei

17 Nov 2023

di Mimmo Laghezza

“Una nuova esperienza per il MuDi: sono contento di poter presentare il ‘Museo sospeso’; chiunque venga a visitare le sale del Museo diocesano avrà la possibilità di donare un biglietto a chi non ha la possibilità di comprarlo: così esordisce don Francesco Simone, direttore del MuDi e dell’ufficio Beni culturali ecclesiastici della diocesi di Taranto.

Abbiamo ascoltato, al termine dell’incontro, Fabiola De Lorenzo la cui famiglia ha fondato l’associazione culturale Triumphalia a cui va ascritta l’iniziativa del Museo sospeso:

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