Ambiente da preservare

Mar Piccolo, la “Città che vogliamo” lancia la sfida. Il Comune, a suo modo, risponde

29 Feb 2024

di Silvano Trevisani

Ma il Parco del Mar Piccolo diventerà mai realtà? L’interrogativo riecheggiava già all’indomani dell’approvazione della legge istitutiva regionale. Appare subito chiaro che ci sono delle resistenze importanti. La prima è quella del sindaco Rinaldo Melucci che pretende la riperimetrazione dell’area individuata dalla legge costitutiva. I motivi sono facilmente intuibili: ogni volta che si mette mano al territorio e al suo assetto, emergono interessi e paure. Gli interessi sono quelli legati soprattutto alla manomissione del suolo, questione nella quale Taranto vanta un primato assoluto: lottizzatori e investitori pubblici e privati hanno sfigurato da tempo la città e le sue proverbiali bellezze. Un piano regolatore che negli anni Settanta sbagliò completamente le previsioni di crescita ha fatto il resto. Ora si attende un nuovo piano mentre si apprende che il Tar ha dato nuova linfa all’ipotesi di cementificazione del comparto 32, anche perché il Comune non si è presentato all’udienza.

Il Parco

Proprio per tutelare quello che resta, a partire dall’elemento naturalistico fondamentale, come il Mar Piccolo, l’allora consigliere regionale Gianni Liviano si mise a capo di un movimento d’opinione e politico che, dopo una lunga battaglia e una petizione popolare ricca di 25.000 firme, portò al varo della legge istitutiva. Non che il Mar Piccolo sia immune da manomissioni, passate e recenti, come l’assedio dell’Italsider e ancor più quello dell’Arsenale, prima fonte inquinante, ma è ancora possibile grazie anche alle risorse “proprie” della natura, che com’è noto fa versare nello specchio d’acqua numerosi rigagnoli e citri, si può ancora salvare e, se se vuole, valorizzare al meglio il Mar Piccolo.

Proprio di questo si è parlato nella tavola rotonda organizzata da “La città che vogliamo”, nella sede di via Fiume, che ha visto un ricco e variegato tavolo di relatori: il sindaco di San Giorgio Jonico, Nino Fabbiano, i docenti dell’Università di Bari, Vito Santamato e Rino Montalbano, i responsabili del Wwf e di Legambiente Gianni De Vincentis e Valentino Traversa, il presidente dell’associazione delle cooperative Agci-Pesca Emilio Palumbo e il rappresentante di Confcooperative Carlo Martello.

La tavola rotonda

A introdurre e moderare il dibattito, naturalmente: Gianni Liviano, che ha ricordato come le 25.000 firme raccolte avessero l’obiettivo di convincere il Comune di Taranto a non ostacolare il progetto del parco. Due gli anni impiegati per costruire la proposta di legge assieme a tutte le organizzazioni e associazioni interessate, quattro quelli trascorsi dall’approvazione della legge. Nel frattempo non è successo assolutamente niente. Obiettivi del parco sono la conservazione di un patrimonio rilevantissimo e valorizzare ai fini economici un territorio che potrebbe diventare uno degli attrattori turistico culturali della città. Assieme a Museo e Castello che però non sono sufficienti a garantire presenze stabili di turisti nel territorio cittadino.

“L’incontro di oggi – ha detto Liviano – vuole essere da stimolo all’amministrazione per tentare di giungere alla costituzione di un consorzio che possa dal via al parco. Riperimetrare come vorrebbe il sindaco significherebbe cominciare da capo, impiegando ancora tanto tempo, con rischio di vanificare tutto”.

Un covegno del Comune

In un certo senso, la risposta del Comune non si è fatta attendere. Apprendiamo, infatti, che il Comune ha organizzato l’eventoProgetti del Parco naturale regionale Mar Piccolo”, che si terrà il 5 marzo nel salone degli specchi di palazzo di città. Dopo i saluti istituzionali da parte del sindaco Rinaldo Melucci, Anna Grazia Maraschio (assessore all’Ambiente della Regione) e Caterina Dibitonto (dirigente dell’Ufficio parchi della Regione), seguiranno diversi interventi tecnici e specialistici durante i quali verranno presentate le best practices e le strategie adottate per la gestione sostenibile del parco del Mar Piccolo.

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Cep

I lavori dell’assemblea ordinaria della Conferenza episcopale pugliese svoltasi a Molfetta

foto seminario regionale di Molfetta
29 Feb 2024

Si è tenuta al seminario regionale Pio XI a Molfetta il 27 e il 28 febbraio l’assemblea ordinaria dei vescovi pugliesi, apertasi con l’inaugurazione e la benedizione della sala commissioni regionali dedicata al venerabile  don Ambrogio Grittani; ad impartire la benedizione, mons. Giuseppe Satriano, presidente della Cep e arcivescovo di Bari-Bitonto.

Nel corso della riunione i presuli si sono confrontati sul cammino sinodale regionale e nazionale aiutati dalla prof.ssa Annalisa Caputo e dal dott. Gabriele Camillo, referenti regionali per il cammino sinodale.

I vescovi, nel desiderio di approfondire i punti di forza e i limiti della proposta di legge circa le “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, si sono confrontati sul tema aiutati dal contributo autorevole del prof. Alessandro Torre (professore ordinario di Diritto Costituzionale nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’). È emersa la preoccupazione che questo possa minare quel principio di uguaglianza caro alla Costituzione e vitale per il cammino del nostro Paese e si è formulato l’auspicio che il dibattito parlamentare possa essere pacato e articolato per il bene della comunità nazionale.

 Tra i vari argomenti affrontati, particolare risalto è stato dato alla formazione dei futuri presbiteri approfondendo una proposta formulata dall’equipe del seminario regionale. Inoltre, è stato rinnovato il mandato dell’organico in servizio al Tribunale ecclesiastico interdiocesano, confermando quale presidente mons. Pasquale Larocca. Nello stesso tempo, i vescovi hanno dato il benestare per la nomina di Maria Bisceglie a delegata regionale del Movimento ecclesiale di impegno culturale  (Meic). Inoltre, accogliendo la richiesta di mons. Giovanni Intini, arcivescovo di Brindisi-Ostuni, si è concesso il ‘nulla osta’ per la causa di beatificazione e canonizzazione di Madre Valeria Succi, fondatrice dell’Istituto delle suore oblate di Sant’Antonio da Padova.

 Approssimandosi la Visita ad limina Apostolorum fissata nei giorni dal 15 al 19 aprile, i vescovi nel predisporre il programma degli incontri con il santo padre e con i dicasteri della Curia romana, hanno ribadito il valore di questo appuntamento che potrà far crescere le Chiese nella comunione con il successore dell’Apostolo Pietro.

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Settimana della fede

Settimana della Fede, l’incontro con il prof. Ignazio Punzi

foto G. Leva
29 Feb 2024

di Elena Falcone

Mercoledì 28 febbraio, per il terzo appuntamento della 52.ma Settimana della fede “Per una Chiesa sinodale”, il tema affrontato è stato ‘Comunione’: ne ha parlato il prof. Ignazio Punzi, psicologo di comunità, montemesolino di origine ma che attualmente opera al Nord.

Il nome del gruppo che egli coordina si chiama L’Aratro della Stella, sorta nel 2013 dal desiderio, di un gruppo di amici e professionisti, di condividere un percorso di ricerca da cui potessero scaturire proposte volte alla promozione dello sviluppo dell’umanità della persona in tutte le sue dimensioni ed in ogni forma della relazione. Il tutto ebbe origine da un’esperienza risalente al 1976 quando alcuni ragazzi (fra cui il relatore) si recarono a Spello, dove c’era una piccola comunità dei fratelli di Charles De Focauld. E lì, il biblista Giuseppe Florio citò un antico proverbio orientale: Se vuoi tracciare diritto il tuo solco attacca l’aratro alla stella. “Attaccare l’aratro ad una stella – ha spiegato – significa attaccare l’aratro ai propri desideri perché all’interno della parola desiderio ci sono le stelle. Ciascuno di noi è abitato da un frammento di infinito che possiamo chiamare desiderio che ci spinge a tirar fuori ciò che abbiamo dentro. Ecco dunque il Sinodo è proprio questo desiderio profondo!”.

Perché camminare insieme? Cosa significa comunione? Qual è il rapporto tra camminare e comunione? “Rispondendo a queste domande – ha continuato – capiamo bene che tutto nasce dall’aspirazione a diventare umani. Tutti noi siamo incompiuti e mancanti. Ma è proprio la consapevolezza della nostra fragilità è del nostro essere mancanti che ci umanizza. Solo nella fragilità scopriamo l’essere figli e la fraternità. Siamo tempo, identità in divenire, non siamo già ma stiamo diventando. Siamo in relazione. Non possiamo darci la vita da noi stessi”.

Il prof. Ignazio Punzi ha spiegato che il paradigma della vita umana è: appello-risposta. “Prima si pensava che la perfezione fosse l’inizio – ha detto – mentre oggi si tende verso la perfezione finale e questo è un cambio di paradigma, è un cambiamento enorme. Essere relazione significa domandarsi: dove sei? dov’è tuo fratello? La vita ogni giorno racchiude queste domande. Se non c’è il noi, le identità personale non sono ben definite. L’altro indica una possibilità nuova, rischiosa. Siamo parola perché la parola dell’altro ci feconda. L’altro, se lo accolgo, mi rivela un frammento di me. Che cosa abbiamo messo nelle nostre periferie esistenziali? Ecco la Bibbia ci indica che quella è l’apertura da cui entrare nel nostro cuore. Il nostro Dio è un Dio viandante che cammina con noi. La nostra è sempre parola seconda non è mai parola prima. È necessario diffondere intorno a noi il nuovo atteggiamento e chiamavamo carità-maternità una nuova forma di amore che costruisce fraternità per contrastare il male e costruire un nuovo modo di vivere la nostra vita insieme agli altri”.

foto G. Leva

Ecco dunque il motivo per cui é più volte papa Francesco invita a cambiare paradigma, a vivere di più la relazione, l’ospitalità. Quest’ultima ha un nome preciso e si chiama fraternità. “Noi dobbiamo fondare dei luoghi nuovi di fraternità, di accoglienza, di condivisione. Spetta a noi fare tutto questo e tutti si attendono da noi. Siamo testimonianza in questo. Forse nessuno ci crede ma io sì”-, questa è stata la conclusione del relatore, parafrasando un verso della canzone di Laura Pausini.

La serata è stata conclusa infine dall’arcivescovo che ci ha invitato ad esserci ed impegnarci sempre più profondamente all’interno delle nostre comunità per essere testimoni gioiosi di Cristo e da un canto del coro polifonico della parrocchia San Pasquale Baylon di Taranto, diretto da fra Gabriele Graniello.

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Settimana della fede

Settimana della Fede: oggi, giovedì 29, il saveriano padre Zampini parlerà di “Missione”

29 Feb 2024

di Angelo Diofano

Oggi, giovedì 29, in concattedrale (ore 19), si svolgerà il quarto incontro della 52.ma Settimana della Fede con padre Gianni Zampini, missionario saveriano, che parlerà di “Missione”.

Il religioso (77 anni) è nato a Bussolengo (Verona). “Nella mia famiglia – dice – eravamo tutti praticanti con mia madre che teneva alla frequenza dei primi venerdì e sabati del mese”.

Il suo percorso vocazionale scaturì dagli incontri con il curato del suo paese il quale non mancava di invitarlo a farsi prete, vedendo la sua frequenza come ministrante. Determinante fu l’amicizia con un sacerdote cecoslovacco, don Joseph Motal, che dopo la guerra non poté rientrare nella sua patria per l’avvento del regime comunista. “Era una persona serena, lineare, solare che riusciva a radunare attorno a sé i ragazzi per una lettura spirituale alternandola a momenti di gioco. Grazie a lui – racconta – sbocciò la mia vocazione. Così a 11 anni entrai in seminario”. In occasione di una mostra vocazionale in seminario, egli conobbe un saveriano, padre Tomè, molto sereno e pieno di allegria, con cui i seminaristi s’intrattenevano volentieri. Nel suo stand c’era un libro che attirò la sua attenzione, dal titolo “Hanno scelto Cristo”. “Noi seminaristi – ricorda – non avevamo molti soldi a disposizione e quei pochi li spendevamo in gelati. Ma io quel libro lo volevo fortemente e chiesi al missionario di regalarmelo. Lui mi rispose che lo avrebbe fatto solo se fossi diventato saveriano. Rifiutai perché non avrei mai barattato la mia vocazione con un libro, che poi lessi ugualmente, prelevandolo nelle ore notturne, quando chiudeva l’esposizione”.

Poi, durante le vacanze estive, l’incontro con un altro saveriano: il tarantino padre Stefano Coronese, di un’allegria tale da non lasciare indifferenti. Il giovane seminarista, avendo la tristezza nel cuore, gliene domandò il motivo. ” Lui mi rispose – dice padre Gianni – che era così da quando aveva deciso di donarsi completamente a Cristo e che non vedeva l’ora di partire missionario per l’Indonesia. Mi attirava molto la missione e fu così che, nel 1967, intrapresi il noviziato fra i saveriani”.

“Dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1973, chiesi di partire per il Bangladesh, ma c’erano già molte richieste – continua – Così fui destinato all’animazione missionaria in Emilia Romagna. Successivamente, durante una visita del padre generale, mi fu suggerito di recarmi in Colombia. Partii nel 1980 e fu un’esperienza molto bella e coinvolgente. Volevo fare qualcosa per quelle popolazioni, comprendendo successivamente che il compito del missionario non è quello di risolvere i problemi. Non aveva infatti senso costruire una scuola o un ambulatorio se poi durante una ribellione tutto veniva distrutto, come spesso accadeva. Gesù infatti non ha risolto alcun problema, ma viveva in mezzo alla gente e donava, a chi lo desiderava, lo spirito e la grazia per continuare la sua missione diffondendo la buona notizia del Vangelo in tutto il mondo.”

Nel 1990 padre Gianni fu richiamato in Italia per lavorare sulla sensibilizzazione  ed educazione alla mondialità, facendo conoscere le culture degli altri popoli , diffondendo libri e audiovisivi durante fiere e congressi.

Infine, nel 2020, in piena pandemia eccolo a Taranto, dove, spiega “… faccio semplicemente il prete, predicando nelle parrocchie una lettura della Parola di Dio molto incarnata nella realtà a livello mondiale, nell’annuncio di Gesù che libera dal nostro egoismo per aprirci all’altro ed evidenziando inoltre che il mondo occidentale deve prendere coscienza che il suo benessere è basato sullo sfruttamento delle risorse e dei beni degli altri popoli, lasciandoli nella povertà. Questa è la vera tragedia da cui scaturiscono tutte le guerre!”.

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Festeggiamenti patronali

San Crispieri, festa patronale in onore di Santa Maria di Costantinopoli

29 Feb 2024

di Angelo Diofano

San Crispieri (frazione di Faggiano) festeggia la patrona, Santa Maria di Costantinopoli.
Il programma delle celebrazioni prevede per sabato 2 la giornata della condivisione, con raccolta di viveri per i bisognosi, e alle ore 18 la santa messa con vestizione dei nuovi ministranti, presieduta da don Cosimo Monopoli, di cui si ricorderà la mamma, Addolorata Massaro, che il primo marzo avrebbe festeggiato il compleanno; al termine , momento conviviale.

 Domenica 3, alle ore 18 santa messa presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero; a seguire, momento conviviale sul piazzale della chiesa con degustazione di pettole, a cura dell’associazione Tradizioni Popolari.

 Lunedì 4, alle ore 18, santa messa presieduta dal parroco di Faggiano, don Francesco Santoro; al termine. momento conviviale sul piazzale della chiesa.

Martedì 5, giorno della festa, alle ore 10 santa messa presieduta da don Graziano Lupoli, parroco di Fragagnano con premiazione dei migliori elaborati in onore della Madonna, realizzati dagli alunni delle quinte classi dell’istituto comprensivo Madonna della Camera; quindi, momento conviviale per i bambini; alle ore 18.30 solenne celebrazione eucaristica presieduta da don Davide Errico, formatore al seminario regionale di Molfetta, in cui si ricorderà il primo anniversario della scomparsa dell’arcivescovo mons. Benigno Luigi Papa, avvenuta proprio il 5 marzo. Quindi, l’uscita della processione, accompagnata dalla banda musicale “Armonia” di San Marzano di San Giuseppe. Durante il percorso, si sosterà nei pressi dell’antico santuario per i fuochi pirotecnici delle ditte Danilo Madio di Bernalda e Piroshow di Valerio Laneve. Al termine, in piazza, spettacolo musicale a cura del gruppo giovani e dei ragazzi del catechismo, con momento conviviale.

Il parroco don Ezio Succa così invita a partecipare: “Maria di Costantinopoli ci prenda per mano e ci guidi per cammini di giustizia, di verità, di libertà e di pace. Buona festa a tutti”.

Un tempo giungevano da tutta la regione partecipare alle celebrazioni, che avevano come punto di riferimento l’antica e bellissima chiesa dedicata alla Vergine con questo titolo, attualmente in abbandono.

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Eventi cittadini

Donna del dolore, sabato concerto alla Madonna della Salute

29 Feb 2024

di Angelo Diofano

Dopo l’applauditissimo concerto di sabato scorso nella basilica cattedrale dell’Orchestra filarmonica pugliese, che ha presentato una particolare rielaborazione dei brani più emblematici della Settimana Santa di Taranto, Bitonto, Ruvo di Puglia e Molfetta, ecco una serata dedicata  completamente alle nostre musiche. Si terrà sabato 2 marzo nel santuario della Madonna della Salute, in città vecchia, e avrà come titolo “Donna del dolore”, organizzato per il secondo anno consecutivo dalla confraternita dell’Immacolata, di cui è priore Angelo De Vincentis.

Le esecuzioni saranno affidate alla Grande Orchestra di Fiati Santa Cecilia-Città di Taranto, che ogni anno accompagna le processioni dell’Addolorata e dei Sacri Misteri. Sotto la direzione del maestro Giuseppe Gregucci, i quaranta orchestrali faranno assaporare ai presenti, con i più significativi brani della tradizione tarantina, le prime atmosfere della nostra ‘Sumàna Sande’. Il concerto, che si svolge con il supporto di diversi sponsor, si avvarrà della presentazione di Anna Maria Gigante.

Questo il programma: Christus (Marincola), Giovedì Santo (Bonelli), A mia madre (Buzzacchino), Mater Lacrimosa (Gregucci), A mio fratello (Ippolito), Sulla tomba dei cagnottisti (Bastia).

Inizio alle ore 19, ingresso libero

 

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Diocesi

Gli scout festeggiano in concattedrale la Giornata del Pensiero

29 Feb 2024

Milleduecento scout domenica 25 febbraio si sono ritrovati in concattedrale per festeggiare il Thinking day, la “Giornata del Pensiero”, che ricorda il compleanno del fondatore Robert Baden Powell e occasione per riflettere insieme sulle tematiche globali e locali più stringenti.

La santa messa celebrata dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero è stata la festosa conclusione di una due giorni in cui tutti gli scout della Zona Taranto (che comprende, oltre al capoluogo, anche i comuni di Grottaglie, Martina Franca, Pulsano e Torricella) si sono riuniti per vivere insieme delle attività incentrate sulla felicità e sui percorsi (im)possibili per raggiungerla, ma anche su quel futuro rigoglioso che vogliamo lasciare alle giovani generazioni. Così, divisi nelle varie branche (Branco/Cerchio, per i bambini tra gli 8 e i 12 anni, Reparto, per i ragazzi dai 12 ai 16 anni, e Clan, per i giovani dai 16 ai 21 anni), gli scout tarantini, nella giornata di sabato, hanno potuto conoscersi e raccontarsi, giocare, fare strada e “incontrare” figure esemplari della storia più recente come Nelson Mandela, Sophie Scholl e Don Peppe Diana. Il tutto incanalato nel messaggio positivo delle Beatitudini, viste come tracce su cui camminare insieme.

«Sentiamo la responsabilità di formare le prossime generazioni di cittadini del mondo – hanno detto i responsabili di Zona, Monica Pignatelli e Antonello De Bartolo – ai quali poter consegnare un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, libero dalle povertà, dai pregiudizi e dalla violenza. Ci impegniamo quotidianamente nell’essere operatori di pace e auspichiamo un futuro in cui ragazze e ragazzi possano crescere senza il timore di esprimere le loro opinioni e i loro sogni. Lo scoutismo inoltre educa ai valori cristiani permettendo di fare esperienza concreta di Dio».

Sugli scalini davanti all’altare un grande arcobaleno, composto dai messaggi che gli scout tarantini hanno affidato a fogli di diversi colori: un simbolo di fratellanza per sentirsi ancora una volta promotori di dialogo e riconciliazione, proprio come recita il Vangelo. «Spesso ci immaginiamo Gesù con gli occhi azzurri o i capelli chiari – un passaggio dell’omelia dell’arcivescovo – In realtà aveva i tratti somatici tipici palestinesi. In ogni volto possiamo riconoscere il volto di Dio, non solo in quelli che ci sembrano più “giusti”».

E dallo stesso mons. Miniero arriva anche una “missione” affidata agli scout ionici: «Attraverso le buone azioni quotidiane – ha proseguito – possiamo mostrare agli altri che Dio è in noi. Se ogni buona azione è un raggio di luce, allora diffondiamola questa luce, diffondiamo il bene e l’amore a chiunque ci sta davanti».

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Eventi religiosi cittadini

A Taranto, il reliquiario della Madonna delle Lacrime di Siracusa

29 Feb 2024

C’è fermento nella confraternita dell’Addolorata in vista dell’arrivo a Taranto del reliquiario della Madonna delle Lacrime di Siracusa proveniente dalla omonima basilica santuario. L’evento prodigioso della lacrimazione avvenne nel 1953 nella città siciliana e riguardò un quadretto di gesso del Cuore Immacolato di Maria, posto al  capezzale del letto matrimoniale di una coppia di sposi.

Questo il programma della visita, che si svolgerà dall’8 al 10 marzo, reso noto dal padre spirituale del sodalizio mons. Emanuele Ferro e dal priore Giancarlo Roberti.

Venerdì 8 marzo alle ore 17 il reliquiario sarà accolto nella piazza d’armi del castello aragonese, da dove partirà il corteo processionale lungo via Duomo con tutti i confratelli e le consorelle in abito di rito, con sosta nella basilica cattedrale per la proiezione del documentario sulla miracolosa lacrimazione e il saluto ai missionari. Quindi si riprenderà la processione fino alla chiesa di San Domenico Maggiore per la solenne esposizione del reliquiario alla venerazione dei fedeli; alle ore 19 è prevista la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero; alle ore 20.30, infine, catechesi penitenziale e inizio delle “24 ore per il Signore”, con veglia di preghiera per tutta la notte con i gruppi e le confraternite.

Sabato 9, alle ore 8.30, recita delle lodi; alle ore 12, celebrazione di chiusura delle “24 ore per il Signore”; nel pomeriggio, visita del reliquiario agli ammalati; alle ore 18 santo rosario; alle ore 18.30 la santa messa; alle ore 21, veglia di preghiera mariana.

Domenica 10, alle ore 8.30, recita delle lodi; alle ore 10, messa del fanciullo; ore 11, celebrazione eucaristica seguita immediatamente dal saluto e dalla  partenza del reliquiario.

 

Realizzato in metallo dorato su idea di Biagio Poidimani, docente Accademia Belle Arti di Roma, il reliquiario poggia su un piede dalla base ottagonale. Al di sopra dell’impugnatura vi sono tre livelli sovrapposti. Nel primo sono custoditi: parte di un panno ricamato e utilizzato dalla signora Antonina Giusto per coprire e custodire il quadretto, spesso interamente bagnato dalle lacrime; la metà di un fazzoletto anch’esso impregnato dalle lacrime e donato dalla signora Lisetta Toscano Piccione; una provetta in cui fu riposto il liquido dagli occhi del quadretto, prelevato dalla commissione scientifica esaminatrice, con alcuni batuffoli di cotone. Nel secondo livello, quattro pannelli ricordano l’evento della lacrimazione. Nel terzo è visibile, in un’urna di vetro, la fialetta contenente le ultime lacrime sgorgate e prelevate dalla commissione scientifica il primo settembre 1953.

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Settimana della fede

L’intervista rilasciata dal prof. Ignazio Punzi a Nuovo Dialogo in occasione della Settimana della fede

28 Feb 2024

Nella terza serata della 52° Settimana della fede (in corso sino a venerdì 1 marzo) dedicata alla “Comunione” e che ha per tema generale “Per una Chiesa sinodale”, ha portato la sua relazione il professor Ignazio Punzi, originario di Montemesola.

Lo abbiamo avvicinato all’inizio dell’incontro.

Particolarmente ricco il curriculum del relatore, che molti conoscono per essere stato ospite mensile della trasmissione “Siamo Noi” di Tv2000, in qualità di esperto del rapporto genitori-figli. Il prof. Punzi è socio fondatore e presidente dell’associazione culturale L’Aratro e la Stella, per la quale è stato ideatore, coordinatore e co-conduttore del ‘Viaggio verso l’isola sconosciuta’, percorso formativo in quattro weekend di crescita personale; egli ha inoltre sviluppato un approccio originale ed efficace ai processi educativi all’educazione al centro del percorso formativo dal titolo: “Educare e Crescere il sentiero del Ben-Divenire – 4 tappe verso una comunità educante”.

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Settimana della fede

Settimana della Fede: giovedì 29, il saveriano padre Zampini parlerà di “Missione”

28 Feb 2024

di Angelo Diofano

Domani, giovedì 29, in concattedrale (ore 19), si svolgerà il quarto incontro della 52.ma Settimana della Fede con padre Gianni Zampini, missionario saveriano, che parlerà di “Missione”.

Il religioso (77 anni) è nato a Bussolengo (Verona). “Nella mia famiglia – dice – eravamo tutti praticanti con mia madre che teneva alla frequenza dei primi venerdì e sabati del mese”.

Il suo percorso vocazionale scaturì dagli incontri con il curato del suo paese il quale non mancava di invitarlo a farsi prete, vedendo la sua frequenza come ministrante. Determinante fu l’amicizia con un sacerdote cecoslovacco, don Joseph Motal, che dopo la guerra non poté rientrare nella sua patria per l’avvento del regime comunista. “Era una persona serena, lineare, solare che riusciva a radunare attorno a sé i ragazzi per una lettura spirituale alternandola a momenti di gioco. Grazie a lui – racconta – sbocciò la mia vocazione. Così a 11 anni entrai in seminario”. In occasione di una mostra vocazionale in seminario, egli conobbe un saveriano, padre Tomè, molto sereno e pieno di allegria, con cui i seminaristi s’intrattenevano volentieri. Nel suo stand c’era un libro che attirò la sua attenzione, dal titolo “Hanno scelto Cristo”. “Noi seminaristi – ricorda – non avevamo molti soldi a disposizione e quei pochi li spendevamo in gelati. Ma io quel libro lo volevo fortemente e chiesi al missionario di regalarmelo. Lui mi rispose che lo avrebbe fatto solo se fossi diventato saveriano. Rifiutai perché non avrei mai barattato la mia vocazione con un libro, che poi lessi ugualmente, prelevandolo nelle ore notturne, quando chiudeva l’esposizione”.

Poi, durante le vacanze estive, l’incontro con un altro saveriano: il tarantino padre Stefano Coronese, di un’allegria tale da non lasciare indifferenti. Il giovane seminarista, avendo la tristezza nel cuore, gliene domandò il motivo. ” Lui mi rispose – dice padre Gianni – che era così da quando aveva deciso di donarsi completamente a Cristo e che non vedeva l’ora di partire missionario per l’Indonesia. Mi attirava molto la missione e fu così che, nel 1967, intrapresi il noviziato fra i saveriani”.

“Dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1973, chiesi di partire per il Bangladesh, ma c’erano già molte richieste – continua – Così fui destinato all’animazione missionaria in Emilia Romagna. Successivamente, durante una visita del padre generale, mi fu suggerito di recarmi in Colombia. Partii nel 1980 e fu un’esperienza molto bella e coinvolgente. Volevo fare qualcosa per quelle popolazioni, comprendendo successivamente che il compito del missionario non è quello di risolvere i problemi. Non aveva infatti senso costruire una scuola o un ambulatorio se poi durante una ribellione tutto veniva distrutto, come spesso accadeva. Gesù infatti non ha risolto alcun problema, ma viveva in mezzo alla gente e donava, a chi lo desiderava, lo spirito e la grazia per continuare la sua missione diffondendo la buona notizia del Vangelo in tutto il mondo.”

Nel 1990 padre Gianni fu richiamato in Italia per lavorare sulla sensibilizzazione  ed educazione alla mondialità, facendo conoscere le culture degli altri popoli , diffondendo libri e audiovisivi durante fiere e congressi.

Infine, nel 2020, in piena pandemia eccolo a Taranto, dove, spiega “… faccio semplicemente il prete, predicando nelle parrocchie una lettura della Parola di Dio molto incarnata nella realtà a livello mondiale, nell’annuncio di Gesù che libera dal nostro egoismo per aprirci all’altro ed evidenziando inoltre che il mondo occidentale deve prendere coscienza che il suo benessere è basato sullo sfruttamento delle risorse e dei beni degli altri popoli, lasciandoli nella povertà. Questa è la vera tragedia da cui scaturiscono tutte le guerre!”.

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Libri

La poesia di Lucilla Trapazzo: Il viaggio, metafora della vita, restituisce identità

28 Feb 2024

di Silvano Trevisani

Il viaggio è una classica metafora della vita. Viaggi mitici sono il tentativo di assolutizzare il senso di vite che dal mito assumono valore di assolutezza, quasi trascendente. Un viaggio in forma di poesia ci fa riandare con la mente ai primi, grandi poemi epici del passato, e ci stimola a guardare con gli occhi della mente. Ci guida alla scoperta di un mondo, che rivive descrittivamente nelle pagine del libro.

E proprio il viaggio, nella più ampia accezione di conoscenza del mondo, è il tema Paralleli e meridiani, titolo dell’ultima silloge di Lucilla Trapazzo, fresca di stampa per le edizioni Macabor, con la prefazione di Mara Venuto. Un titolo che già da solo ci apre orizzonti geografici concreti, che poi vengono dettagliatamente specificati per ogni poesia. Dal momento che l’autrice propone per ogni poesia, sotto il titolo, anche le coordinate Pgs del luogo cui la poesie è dedicata. Perché se ne abbia precisa contezza e persino l’immaginazione che è stimolata dai versi, possa trovarsi catapultata in un luogo preciso.

L’autrice

L’autrice, poeta, traduttrice, artista e performer italo-svizzera, dopo anni trascorsi all’estero, per studio e lavoro, nella DDR, a Bruxelles, a Washington DC e a New York City, ora vive a Zurigo, Svizzera. Collabora con riviste internazionali con le quali ha stretto contatti nei suoi numerosi, continui viaggi alla scoperta del mondo. E proprio le emozioni intime scaturite da questi viaggi, dall’esplorazione visiva di luoghi tra loro così diversi e lontani, danno sostanza al racconto descrittivo. Che è pieno di colori, di geometrie, di luoghi che diventano spirituali, coscienziali.

È una poesia descrittiva la sua che unisca i luoghi attraverso un racconto emozionale che è tutto intimo. Ma trasfuso in un atto memoriale, in ci l’esercizio descrittivo è la poetica che prende corpo narrativamente.

Camminando – scrive l’autrice nella sua premessa – si apprende la vita, perché ogni partenza spoglia lentamente l’individuo delle sue abitudini, dei suoi luoghi comuni, delle sue maschere e lo lascia aperto, in senso puro. Le certezze vacillano e la mente si apre al confronto e alla pluralità, fino a trovare un punto nudo, l’essenza intima, la propria identità, che ci trasforma e ci rende umani. Viaggiare, quindi, nella mente e nello spazio, nell’intimo sentire, per osservare, comprendere, guarire i dolori, cercare la vita, trovarsi”.

La prefazione

Paralleli e Meridiani, scrive da parte sua nella sua prefazione Mara Venuto, “è un album di immagini tridimensionali e in movimento, una raccolta sonora e con una ricca tavolozza di colori. Lucilla Trapazzo regala al lettore i suoi occhi e ritrae i luoghi nitidamente; la poesia è visiva e visionaria allo stesso tempo, la realtà restituita è fedele. I luoghi si fanno verdi o arsi, ondosi o desertici. La lingua è, sì, fortemente icastica ma, allo stesso tempo, crea un ambiente emozionale onirico, una dimensione non raggiunta o perduta, vagheggiata…”

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Politica italiana

Alessandra Todde eletta alla guida della Regione Sardegna; è la prima volta di una donna

28 Feb 2024

Il nuovo presidente della Regione Sardegna è Alessandra Todde, candidata da una coalizione composta da Pd, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra e da altre sette liste. È la prima volta che una donna viene eletta alla guida della Regione autonoma. Nel voto di domenica ha ottenuto il 45,4% dei consensi, contro il 45% di Paolo Truzzu, esponente di FdI e finora sindaco di Cagliari, sostenuto da uno schieramento di nove liste comprendente anche Riformatori sardi, Forza Italia, Lega ed altre formazioni. Renato Soru, che concorreva con il supporto di una coalizione composita, formata da Movimento Progetto Sardegna, +Europa e altre tre liste, ha ricevuto l’8,6% dei consensi, al di sotto della soglia di sbarramento che per le coalizioni è fissata dalla legge regionale al 10%. Il quarto candidato, Lucia Chessa con la lista Sardegna R-Esiste, ha raccolto l’1% dei voti. Tra i partiti il più votato è stato il Pd, seguito da Fratelli d’Italia: le due formazioni sono separate da poco più di un migliaio di schede. In terza posizione il M5S che è la forza politica da cui proviene la neo-eletta presidente. Alessandra Todde, 55 anni, nuorese, esperta di tecnologie digitali con esperienze manageriali anche all’estero, durante il secondo governo Conte è stata sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico e poi viceministro del medesimo dicastero nell’esecutivo Draghi. Nelle elezioni del 2022 è stata eletta alla Camera.

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