Rigenerazione ecosistema marino

Pesca sostenibile: ciclo di incontri al Centro San Gaetano

27 Feb 2024

Prosegue “Il mare che vorrei”, incontri rivolti agli operatori del mare ed organizzati da Legambiente Taranto nell’ambito del progetto l’Isola che Accoglie, che vede capofila l’associazione Symbolum nel trasformare in hub sociale il Centro San Gaetano in città vecchia. Un progetto sostenuto dalla Fondazione con il Sud.

L’obiettivo degli incontri è far conoscere le pratiche di pesca sostenibile e trovare soluzioni per migliorare il reddito e la qualità della vita dei pescatori, promuovendo la strada della legalità come la più sicura ed economicamente conveniente. Il secondo incontro nel Centro san Gaetano si è svolto qualche giorno fa ed è stato molto partecipato, dai toni talvolta accesi ma al contempo efficace per delineare alcune strade possibili, come quella della costituzione di cooperative etiche.  Erano presenti alcuni pescatori e sommozzatori di Città vecchia, il comandante della Capitaneria di Porto di Taranto Rosario Meo, il parroco della basilica Cattedrale mons. Emanuele Ferro, la presidente di Legambiente Taranto Lunetta Franco, con il direttivo e i soci e Confcommercio, con il delegato di settore Luciano Carriero.

foto Sir-Marco Calvarese

Durante la serata spazio anche a testimonianze ed esperienze concrete: lavoratori un tempo fuori dai circuiti della legalità, oggi pescatori dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Sono intervenuti Gianfranco Ciola, esperto di sviluppo locale, già direttore del GAL Alto Salento 2020 e del Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere, e Cosimo De Biasi, pescatore di Torre Guaceto. Poi il dibattito, che si è sviluppato soprattutto sull’ascolto delle difficoltà di chi non è in regola e vive di pesca vietata di “bianchetto”, ricci di mare, oloturie o datteri, sentendo su di sé “l’accanimento” delle istituzioni. «Questo incontro è stato un passo importante – è il commento di mons. Ferro, che durante la riunione ha mediato tra le varie istanze – ed è ovvio che bisogna prendere in considerazione il dato emergenziale dei pescatori e dei mitilicoltori dell’isola. Perciò guardo con tanta fiducia a questa attività di Legambiente, svolta in concomitanza con il comandante della Capitaneria di Porto, perché aldilà di quelle che possono essere le progettualità realizzabili, si può al contempo aggredire il problema legato a tutto il discorso del mare e della sua sicurezza e soprattutto stare accanto a queste famiglie che davvero arrancano e non riescono a provvedere alle loro necessità». «La pesca – ha commentato a margine della serata il comandante De Meo – in questo territorio è uno dei patrimoni identitari. C’è un indotto professionalmente strutturato che sta cercando di portare avanti le proprie istanze, mentre dall’altro lato c’è un indotto che deve ancora maturare e professionalizzarsi sotto il profilo del concetto di legalità e di comportamenti che abbiano una loro coerenza rispetto al dato normativo. Avvicinare le istituzioni alla gente, credo che in questo momento sia fondamentale. C’è bisogno di buone prassi, di indirizzare al meglio verso modalità di sviluppo che, se strutturate come si deve, in un contesto economico così sofferente, possono fare da traino. Un crisma cooperativistico, societario, agevolato da chi è un professionista del settore, può permettere un salto di qualità da una mentalità individualista e contraria alla legge, ad un percorso di condivisione che si orienti all’imprenditorialità, mettendo al sicuro le economie delle stesse famiglie». Lunetta Franco traccia un primo bilancio. «Sono incontri che ci teniamo siano informali, in cui è il confronto ad essere centrale. Siamo soddisfatti perché ci sono stati diversi operatori che hanno espresso anche in modo vivace le loro difficoltà. Attraverso il comandante della Capitaneria di Porto, che ringrazio per aver partecipato all’incontro e le testimonianze di pescatori, vogliamo far capire che la pesca sostenibile conviene. Hanno ascoltato tutti Cosimo De Biasi, che faceva il contrabbandiere e praticava la pesca di frodo, vivendo di illegalità sistemica. Lui ha fatto una scelta di campo e ha detto e ridetto ai suoi colleghi di non aver mai guadagnato così tanto nella vita da quando ha deciso di intraprendere un percorso di legalità e che non tornerebbe mai indietro. A margine gli hanno fatto tante domande, speriamo di aver fatto breccia». Prossimo incontro previsto mercoledì 28 febbraio alle 17.00, sul tema “Aspetti normativi e fiscali dell’attività di pesca” a cura di Gianfranco Ciola, esperto di sviluppo locale e Claudio Longo, presidente di una cooperativa di pescatori di Torre Guaceto. Anche questo incontro si svolgerà nel Centro san Gaetano.

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Pianeta verde

Biodiversità, sicurezza e competitività

In Italia nell’ultimo secolo sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro

foto Siciliani-Gennari-Sir
27 Feb 2024

di Andrea Zaghi

L’agricoltura moderna non può dimenticare la biodiversità. Lo sanno bene i contadini e i tecnici, molto meno le industrie di trasformazione e i consumatori. Questione di efficienza e di costi, si potrebbe dire, così come di controlli di accordi, ma anche di cultura e di attenzione verso un patrimonio di risorse dai molti risvolti economici oltre che scientifici e tecnici.

In occasione di uno degli ultimi Food Summit Onu, qualche mese fa a Roma, i coltivatori diretti avevano ricordato qualcosa che dovrebbero capire tutti: in Italia nell’ultimo secolo sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro. Senza dire che la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento. “Dalle 8.000 varietà di frutta presenti lungo la Penisola – non manca mai di sottolineare Coldiretti – si è scesi a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate in pericolo anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta”. Questione di comodità, di novità che si fa abitudine, di convenienza economica, di semplice memoria corta: fatto sta che il mercato agroalimentare va sempre di più verso una omogeneizzazione e omologazione dell’offerta. Certo, salvo i prodotti tipici più o meno blasonati. Che, tuttavia, non possono fare l’intera offerta alimentare (anche per questioni di costo).

Eppure, sulla biodiversità molto si muove. Ad iniziare dall’Europa che, nel pieno dell’infuriare delle proteste delle ultime settimane, ha dato il via libera (con un voto del Parlamento), a quella che viene già definita la nuova genetica green No Ogm che permetterà di selezionare varietà vegetali, con maggiore sostenibilità ambientale, minor utilizzo di prodotti chimici, ma anche resilienza e adattamento dei cambiamenti climatici e, appunto, valorizzando la biodiversità. Si tratta delle Tea o Ngt (Tecnologie di Evoluzione Assistita) tecniche che non hanno nulla a che fare con i vecchi Ogm perché non implicano l’inserimento di materiale genetico estraneo alla pianta mentre permettono – hanno sottolineato proprio i coltivatori – “di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale”. Insistere lungo il cammino della ricerca attenta e corretta, dunque. Come è emerso qualche giorno fa nel corso di una giornata proprio sulla biodiversità organizzata dall’Accademia delle Scienze e dall’Accademia di Agricoltura di Torino. Dall’incontro “La biodiversità agroalimentare: scienza di oggi, storie di ieri” è emerso “come la biodiversità agraria sia frutto soprattutto dell’opera di selezione miglioramento genetico dell’uomo nel corso del tempo e di come questa opera debba proseguire anche con le moderne tecnologie per poter sempre più soddisfare le esigenze dei consumatori”.

Intanto le iniziative si moltiplicano, anche coinvolgendo proprio i consumatori. Basta pensare a Increase che dallo scorso novembre e per tutto febbraio punta da un lato a conservare e sviluppare la biodiversità e, dall’altro, a diffonderne la conoscenza tra le persone. Increase – creato da 25 partner europei e coordinato dall’Università Politecnica delle Marche – viene definito come un “percorso di scienza dei cittadini dove seminare la biodiversità” utilizzando semi di legumi distribuiti alla popolazione (basta farne richiesta con una apposita app) che potranno essere davvero seminati anche sui balconi delle abitazioni in città. Scienza che si fa avvicina alla quotidianità, dunque, con l’obiettivo non di riportare indietro l’orologio del progresso ma, anzi, di renderlo più alla portata di tutti.

è comunque un percorso lungo e complesso quello che porta alla valorizzazione della biodiversità che, occorre sottolinearlo, non sta solo nei prodotti tipici mentre costituisce un elemento di competitività sui mercati mondiali ma, soprattutto, di sicurezza alimentare per tutti noi.

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Eventi in diocesi

Presentato il nuovo libro di mons. Alessandro Greco

27 Feb 2024

di Mariangela Di Geronimo
Si è svolta domenica 25 febbraio, nel salone della parrocchia Sacro Cuore di Statte, la presentazione del nuovo libro di mons. Alessandro Greco dal titolo: “Catena dolce che ci rannodi a Dio” contenente meditazioni sui venti misteri del Rosario. La serata è stata organizzata dagli operatori della biblioteca parrocchiale. Ha introdotto e dialogato con l’autore Padre Saverio Zampa (Omi), grande promotore delle iniziative parrocchiali culturali e formative.
Papa Pio XII diceva che il Rosario può essere considerato “il compendio di tutto il Vangelo”, il più bel riassunto della storia della salvezza e questa bella pubblicazione vuol aiutare laici, sacerdoti e tutti i consacrati a pregare con una nuova consapevolezza, superando il semplice aspetto devozionale per un approfondimento biblico-teologico. Al termine di ogni meditazione un “impegno”, dei suggerimenti pratici per vivere al meglio il nostro cammino di vita cristiana nella quotidianità. Commentando l’ultimo mistero, il quinto, della gloria, viene descritta la nostra destinazione ultima: il cielo, l’incontro con Dio. Da alcuni chiamato il paradiso, l’ultima meta dell’esistenza umana.
Come guadagnarci il paradiso? Iniziando ad essere grati a Dio perché ci ha dati gli uni agli altri e per tutto quello che abbiamo, viviamo bene la nostra vita nello Spirito del Vangelo. Viviamo bene le cose di ogni giorno, dalle gioie ai dolori ma con serenità.
Al termine della presentazione, il parroco, don Giovanni Agrusta ha riportato ai presenti la nuova iniziativa che ha preso avvio lo scorso mese, il ‘Rosario degli uomini’: ogni ultimo martedì del mese, alle ore 19.30. Questo movimento laicale maschile è nato in Brasile nel 1500 ma solo nel 1936 questa pratica venne ufficializzata. In Italia il Rosario degli uomini è presente dal 2022.
Il parroco ricorda che la biblioteca parrocchiale è aperta ogni martedì dalle 16 alle 18.
Per le disponibilità del libro di mons. Alessandro Greco, consultare la tabella sul sito della parrocchia, https://www.sacrocuorestatte.eu/

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Sport

Dinamo Taranto, le under dei record chiudono da imbattute la stagione regolare

Erika Martelli, tra le grandi protagoniste della stagione - foto G. Leva
27 Feb 2024

di Paolo Arrivo

Un cammino straordinario. Numeri che parlano chiaro: 12 successi su 12 partite disputate sono una dimostrazione di manifesta superiorità. Così la Dinamo Taranto ha chiuso la regular season conservando l’imbattibilità. L’ultimo successo è arrivato tra le mura amiche del PalaMazzola, ai danni della Virtus Matera, sconfitta per 98-26 (30-2, 45-8, 59-19), nella settima giornata di ritorno del campionato di serie C femminile Puglia. Una partita giocata a senso unico dalle padroni di casa che l’hanno chiusa già nel primo quarto di gioco. Quando hanno piazzato un break di ventotto punti – al primo di canestro di Giorgia Cascione aveva risposto Laura Monaciello per Matera.

Troppo grande il divario tra le due formazioni, sul piano tecnico e fisico: nulla hanno potuto le ospiti volenterose per arginare l’attacco ionico, e nemmeno per scardinare la difesa. Coach Orlando ha potuto fare ricorso ad un ampio turnover per testare le giocatrici a sua disposizione assicurando loro anche del riposo.

L’avventura prosegue a Sora

Il match contro la Virtus Matera, arrivata in riva allo Jonio senza alcuna pretesa, è stato poco più di un allenamento per le ragazze, che all’inizio della prossima settimana (dal 4 al 6 marzo) saranno impegnate nel Concentramento interregionale per l’Under 19 fase nazionale. La tre giorni andrà in scena nella provincia di Frosinone (Sora). Impegno che giova al percorso di crescita delle giovani cestiste, alla loro valorizzazione, all’interno di una stagione particolarmente dispendiosa e onerosa. Certamente si faranno onore regalando alla società un’ulteriore soddisfazione.

I successi del gruppo Dinamo

In serie B, dove trovano spazio le stesse under, come l’insostituibile Erika Martelli, la Nuovi Orizzonti prepara il ritorno al PalaMazzola: l’avversario di sabato prossimo due marzo (start alle ore 19.00) è la New Cap Marigliano. Che nella prima giornata della fase a orologio ha sconfitto la Catillo Benevento: al pari di Taranto, ha inaugurato con la vittoria la seconda fase del torneo. Si tratta di una formazione rispettabile che ha chiuso a diciotto punti la stagione regolare. Il match di sabato, pertanto, si preannuncia equilibrato. E alle ragazze di coach Orlando servirà anche il contributo del pubblico per spuntarla. La squadra è in forma e motivata: la vittoria larga conquistata a domicilio della Us Catanzaro Centro Basket (78-53, il risultato finale) rappresenta un’ulteriore iniezione di fiducia per chi vuole reggere il confronto con le altre big del campionato.

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Settimana della fede

Settimana della Fede: oggi, martedì 27, don Giuseppe Bonfrate parlerà di “Partecipazione”

27 Feb 2024

di Angelo Diofano

Nella seconda giornata della 52.a Settimana della Fede sul tema “Per una Chiesa sinodale”, oggi, martedì 27 febbraio alle ore 19 in concattedrale  parlerà di “Partecipazione” don Giuseppe Bonfrate,  58 anni, originario di Grottaglie, ordinato sacerdote il 17 dicembre 1995. Da ragazzo egli ha frequentato la parrocchia del Carmine di Taranto, dov’è stato scout. Ha conseguito la maturità al liceo classico Archita, la laurea in lettere e filosofia ed il dottorato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, dove attualmente insegna teologia dogmatica. È stato uno degli esperti teologi a partecipare al Sinodo dei vescovi sulla famiglia nel 2015.
Unico italiano tra i presidenti delegati del Sinodo, il sacerdote è anche membro di commissione per la relazione di sintesi, insieme all’irlandese suor Patricia Murray, dell’Istituto della Beata Vergine Maria, e al cardinale George Marengo, missionario della Consolata, visitatore apostolico in Mongolia.
Durante la serata eseguirà alcuni canti il coro “Maria Grazia De Padova” della parrocchia San Carlo Borromeo di San Marzano, diretto da Vincenzo Di Maglie con Francesca De Padova quale organista.

 

L’idea della Settimana della Fede fu dell’allora arcivescovo mons. Guglielmo Motolese che nel ’71  volle dar vita in Quaresima a una sorta di sosta dello spirito ai fini di una riflessione comunitaria sui tanti spunti di rinnovamento scaturiti dal Concilio. Questo, per meglio incidere sulla trasformazione in corso della società tarantina soprattutto per l’espansione del centro siderurgico. La prima edizione si svolse con relatori di alto livello come l’allora arcivescovo di Genova Giuseppe Siri, il cardinale statunitense Joseph John Wright (prefetto della Congregazione del clero), il biblista mons. Salvatore Garofalo, quasi presenza fissa negli anni successivi, e padre Mariano, il frate cappuccino, famoso conduttore televisivo, il cui saluto ai telespettatori (“Pace e bene a tutti”) entrò nell’immaginario collettivo.

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Settimana della fede

Ciascuno di noi è speranza: don Eugenio Nembrini alla Settimana della Fede

foto G. Leva
27 Feb 2024

di Elena Falcone

Lunedì sera, 26 febbraio, ha avuto inizio la 52.ma edizione della Settimana della Fede (“Per una Chiesa sinodale”), consueto appuntamento diocesano del periodo della Quaresima, svoltosi in una con cattedrale stracolma.

Invitando tutti ad aprirsi al soffio dello Spirito e ai suoi doni, l’arcivescovo mons. Ciro Miniero ha introdotto il tema del primo incontro, ‘Speranza’, affidato a don Eugenio Nembrini, accompagnatore spirituale dell’associazione Quadratini & Carità di Bergamo, ricordando inoltre che ogni nostro piccolo gesto può essere segno di speranza concreta.

foto G. Leva

Presentato da mons. Gino Romanazzi (vicario alla pastorale), don Eugenio fin dalle prime battute ha spinto a riflettere sul fatto che ciascuno di noi è speranza, per se stessi e sopratutto per gli altri. “La speranza – ha detto – è tendere ad una meta. Gesù ci dice costantemente: ‘Io ti ho fatto speranza’. Noi siamo fatti di tensione, siamo delle molle, pronti a scattare. Noi siamo fatti per qualcosa di grande, di più grande. Ciascuno di noi è unico e questo è il grande dono, regalo che Dio ci ha dato fin dall’origine”.

“Noi possiamo sperare perché il Mistero non ci abbandona. Ciascuno di noi – ha continuato – porta in sé il Dna della speranza. Ognuno è stato pensato, voluto, buttato nel mondo attraverso questa terra, questa carne perché è speranza… Io sono stato chiamato alla vita con questa tensione impressionante. Noi siamo una voragine di speranza. Nella Bibbia questa voragine si chiama ‘cuore’.

Nella seconda parte del suo intervento, il relatore ha mostrato alcuni video molto toccanti e particolari circa l’associazione Quadratini & Carità che ha lo scopo sostenere moralmente e materialmente gli ammalati, specialmente quelli in situazione di gravità, e le loro famiglie. L’esperienza – ha spiegato don Eugenio Nembrini – nasce della santa messa celebrata quotidianamente in videoconferenza e raccoglie da tutta Italia e dall’estero persone, attualmente oltre un migliaio, che condividono la stessa condizione di malattia personale o di assistenza a disabili e anziani. Alla celebrazione segue sempre un breve momento di dialogo, in cui i nuovi arrivati si presentano e chi vuole può condividere il proprio vissuto esponendo domande, difficoltà, fatiche, ma anche gioie della propria condizione di malati o caregiver, abbracciando tutto e tutti, sempre cercando la bellezza e il  bene.

Ad introdurre e concludere questa prima giornata della Settimana della Fede è stato il coro della parrocchia del Sacro Cuore di Taranto diretto da Mariassunta Senapo.

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Settimana della fede

Settimana della Fede: domani, martedì 27, don Giuseppe Bonfrate parlerà di “Partecipazione”

26 Feb 2024

di Angelo Diofano

Nella seconda giornata della 52.a Settimana della Fede sul tema “Per una Chiesa sinodale”, domani, martedì 27 febbraio alle ore 19 in concattedrale  parlerà di “Partecipazione” don Giuseppe Bonfrate,  58 anni, originario di Grottaglie, ordinato sacerdote il 17 dicembre 1995. Da ragazzo egli ha frequentato la parrocchia del Carmine di Taranto, dov’è stato scout. Ha conseguito la maturità al liceo classico Archita, la laurea in lettere e filosofia ed il dottorato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, dove attualmente insegna teologia dogmatica. È stato uno degli esperti teologi a partecipare al Sinodo dei vescovi sulla famiglia nel 2015.
Unico italiano tra i presidenti delegati del Sinodo, il sacerdote è anche membro di commissione per la relazione di sintesi, insieme all’irlandese suor Patricia Murray, dell’Istituto della Beata Vergine Maria, e al cardinale George Marengo, missionario della Consolata, visitatore apostolico in Mongolia.
Durante la serata eseguirà alcuni canti il coro “Maria Grazia De Padova” della parrocchia San Carlo Borromeo di San Marzano, diretto da Vincenzo Di Maglie con Francesca De Padova quale organista.

 

L’idea della Settimana della Fede fu dell’allora arcivescovo mons. Guglielmo Motolese che nel ’71  volle dar vita in Quaresima a una sorta di sosta dello spirito ai fini di una riflessione comunitaria sui tanti spunti di rinnovamento scaturiti dal Concilio. Questo, per meglio incidere sulla trasformazione in corso della società tarantina soprattutto per l’espansione del centro siderurgico. La prima edizione si svolse con relatori di alto livello come l’allora arcivescovo di Genova Giuseppe Siri, il cardinale statunitense Joseph John Wright (prefetto della Congregazione del clero), il biblista mons. Salvatore Garofalo, quasi presenza fissa negli anni successivi, e padre Mariano, il frate cappuccino, famoso conduttore televisivo, il cui saluto ai telespettatori (“Pace e bene a tutti”) entrò nell’immaginario collettivo.

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Lavoro

Ripartire da produzione e ambiente: questi gli impegni per la siderurgia

26 Feb 2024

di Silvano Trevisani

Ripartire da zero: questo l’assunto dell’incontro svoltosi in mattinata in direzione Ilva tra il commissario di Acciaierie d’Italia, Giancarlo Quaranta, e le segreterie nazionali e provinciali dei sindacati metalmeccanici Fim Fiom Uilm e Usb. Ma verrebbe da dire: da “sottozero”, dal momento che la situazione in cui versa l’azienda siderurgica è certamente peggiore da quella che si registrava quando ci fu la cessione al gruppo ArcelorMittal. Che aveva chiaramente l’obiettivo di affossarla. Quello che conta, però, è la disponibilità a rimettere l’acciaio pubblico al centro dell’interesse nazionale, ma ripartendo dal processo di ambientalizzazione, di recupero dei rapporti con la comunità e le realtà sociali, che di fatto si sono fermati alle belle intenzioni.

Salute e sicurezza, investimenti e rilancio sono i nodi che nel corso degli anni si sono acuiti. “Bisognerà impegnarsi tutti verso una unica strada che porti il gruppo ex Ilva al suo rilancio in materia di sostenibilità e produzione. Questo – dichiarato il segretario nazionale della Fim Cisl Valerio D’Alò – farà tornare lavoro e fornirà le basi per ricucire i rapporti sociali lacerati con la comunità”.

Per Ferdinando Uliano della segreteria nazionale, è chiaro che si è cercato di affossare l’azienda. “Noi dobbiamo occuparci del rilancio. Oggi non ci sono le condizioni impiantistiche di reggere una ripartenza e uno sviluppo. Il commissario ci ha detto chiaramente che bisogna fare una fotografia della situazione e capire come intervenire sugli impianti per la manutenzione, garantire le materie prime e i prodotti finiti”.

Si sta lavorando su diversi piani: le garanzie finanziarie, i rapporti con l’indotto, che sono limitati dall’amministrazione straordinaria ma si stanno fornendo delle garanzie, la cassa integrazione, la formazione e così via.

Importante la produzione siderurgica è anche per la ripartenza dell’industria automobilistica italiana. Lo stesso Quaranta ha dichiarato che la ripartenza di AdI serve anche da volano per le altre produzione industriali: automotive ed elettrodomestici. Ma non solo, anche per la riconversione ambientale la necessità è sostenuta, oltre che dalle responsabilità sociali nei confronti della città, anche dalle esigenze imposte dai vincoli europei e dagli stessi vincoli che gravano sull’industria automobilistica: c’è la necessità di conoscere quanto CO2 si produce nella realizzazione dell’acciaio.

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A Taranto

Promozione e incentivazione della pratica sportiva: l’amministrazione comunale stanzia 300mila euro

26 Feb 2024

Un lungo elenco di attività, che culmina con il recente stanziamento di un plafond da 300mila euro, racconta l’impegno dell’amministrazione comunale di Taranto per la promozione e l’incentivazione della pratica sportiva.
Il sindaco Melucci e l’assessore a Sport, turismo e sviluppo economico, Gianni Azzaro, hanno presentato agli organi di stampa le tappe di questo percorso, ripartito a giugno del 2022 e segnato da alcuni eventi significativi, come l’ottenimento del titolo conferito da Aces Europe di “Città europea dello sport” per il 2025.
 
Ancora prima, tuttavia, l’assegnazione dei XX Giochi del Mediterraneo del 2026 aveva sancito la profonda vocazione di Taranto per lo sport, orientando l’intera comunità verso questo evento che consoliderà la rinascita che la città ha inaugurato grazie alle azioni del governo cittadino.
 
«Ci sono tante persone, associazioni e società che in questa città si impegnano per lo sport – le parole del primo cittadino – insieme a loro, oggi presentiamo ciò che abbiamo realizzato dal 2022, rilanciando il sostegno dell’amministrazione comunale attraverso una nuova programmazione e nuove convenzioni che vedranno la luce nei prossimi mesi. L’attività sportiva, così come quella culturale, concorre al benessere della nostra comunità, dai più giovani alle categorie più fragili: abbiamo individuato un modello di pianificazione per coinvolgere appieno la società civile in questi processi di transizione e siamo felici di riscontrare sempre viva partecipazione. Siamo fiduciosi che tutto ciò potrà servire a coltivare il giusto entusiasmo in vista di appuntamenti importanti come la proclamazione a “Città Europea dello Sport 2025” e i Giochi del Mediterraneo del 2026».
 
Tra le attività realizzate, di particolare rilevanza risultano le seguenti: la definizione della concessione in uso delle palestre scolastiche, effettuata in tempi record; l’organizzazione di un vero e proprio calendario delle manifestazioni sportive per il 2023 e il 2024, con eventi di livello nazionale; l’organizzazione in forma diretta di due eventi, la “Notte Bianca dello Sport 2023” e il “Premio Solidarietà Città di Taranto 2023 – Sport e Inclusione”; la costituzione del “Tavolo tecnico dello sport”, organismo cui hanno richiesto di aderire già più di 30 soggetti e che sarà struttura permanente di confronto per facilitare la partecipazione, la cooperazione e il coordinamento fra gli stakeholder di settore.
 
Di evidente rilevanza, tuttavia, è l’iniziativa che la giunta ha licenziato solo pochi giorni fa, varando una delibera di indirizzo per un’azione sistemica coordinata per la promozione e l’incentivazione della pratica sportiva sul territorio comunale. Nei fatti, si tratta di uno stanziamento complessivo di 300mila euro che permetteranno di poter partecipare dal vivo in forma gratuita alle partite delle società sportive tarantine “Cus Jonico Basket Taranto”, “Prisma Taranto Volley”, “Taranto F.C. 1927” mediante l’acquisto di biglietti e abbonamenti da destinare ai ragazzi delle scuole e delle cooperative sociali. Per le altre società che militano nei campionati nazionali, come “New Taranto calcio a 5”, “Comes Boys Taranto Basket”, “Città di Taranto calcio a 5 femminile” e “Dinamo Taranto”, saranno previste attività di coinvolgimento per l’organizzazione di attività nelle scuole, nelle parrocchie e nelle cooperative sociali cittadine. Per tutte le altre Asd locali saranno predisposte due manifestazioni di interesse che permetteranno alle associazioni stesse di entrare in contatto con ragazzi, anziani e categorie fragili, offrendo la possibilità a questi ultimi di praticare il loro sport preferito in forma gratuita.
 
«Abbiamo immaginato che per aumentare il nostro indice di sportività, diventata nel frattempo una priorità costituzionale – ha spiegato Azzaro – fosse utile avviare un’azione congiunta con le colleghe Gabriella Ficocelli e Desireé Petrosillo, titolari delle deleghe ai Servizi sociali e alla Pubblica istruzione. Dovendo far avvicinare i più giovani alla pratica sportiva, quindi, abbiamo pensato di far vivere loro l’esperienza dal vivo dello sport, così da alimentare sogni e ambizioni. Contestualmente, le stesse società organizzeranno nelle scuole e nelle cooperative sociali attività gratuite per promuovere ulteriormente la pratica sportiva e contrastare la dispersione. È una soluzione che mette insieme diverse esigenze e conferma la vicinanza dell’amministrazione ai soggetti cittadini che più si impegnano nello sport».

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#stopthewarnow

È tempo di disarmare i cuori, ma anche le mani e il portafoglio

foto Ansa/Sir
26 Feb 2024

di Renato Sacco*

“Le guerre moderne non si svolgono più solo su campi di battaglia delimitati, né riguardano solamente i soldati…, non c’è conflitto che non finisca in qualche modo per colpire indiscriminatamente la popolazione civile. Gli avvenimenti in Ucraina e a Gaza ne sono la prova evidente. Non dobbiamo dimenticare che le violazioni gravi del diritto internazionale umanitario sono crimini di guerra, e che non è sufficiente rilevarli, ma è necessario prevenirli”.
Sono parole di papa Francesco, pronunciate davanti ai membri del Corpo diplomatico, lo scorso 8 gennaio. Credo possano aiutarci a ricordare i due anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, senza dimenticare che è una guerra iniziata già molti anni prima…

Fare memoria di quel 24 febbraio 2022 rischia di essere obbligato e forse anche ‘scontato’ (…non dal punto di vista economico, perché gli investimenti di miliardi di dollari sono un grande affare), ma è realistico il rischio dell’abitudine, dell’assuefazione se non proprio dell’indifferenza. D’altronde due anni sono tanti, sono lunghi e dopo un po’…

Forse la prima cosa da tenere ben presente è che si parla di una guerra, con centinaia di migliaia di morti! Nei commenti e nei calcoli dei potenti si parla di strategie, di tattiche e si dimenticano i morti che, secondo ancora le parole di papa Francesco “non sono ‘danni collaterali’. Sono uomini e donne con nomi e cognomi che perdono la vita. Sono bambini che rimangono orfani e privati del futuro. Sono persone che soffrono la fame, la sete e il freddo o che rimangono mutilate a causa della potenza degli ordigni moderni. Se riuscissimo a guardare ciascuno di loro negli occhi, a chiamarli per nome e ad evocarne la storia personale, guarderemmo alla guerra per quello che è: nient’altro che un’immane tragedia e un’inutile strage”.
La seconda cosa da fare sarebbe un confronto onesto, franco e sincero con chi ha sempre sostenuto, fin dall’inizio, che l’unica strada da percorrere fosse quella delle armi, della guerra. Prima vendendo armi anche a Putin, i Lince prodotti dall’Iveco, nonostante un embargo europeo lo vietasse, e poi scegliendo la strada di inviare quantità enormi di armi all’Ucraina. Ma guerra più guerra non fa pace! Quali i risultati? Senza dubbio il numero altissimo di morti. Sacrificati in nome di cosa?Papa Francesco, all’Angelus di domenica 2 ottobre 2022 (io stavo rientrando proprio da Kiev con una delegazione di Stopthewarnow ed avevamo incontrato alcuni esponenti del movimento pacifista e nonviolento Ucraino) dopo aver detto: “Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione?”, ha aggiunto “si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati…”. Sì, in questi due anni la politica italiana, europea e mondiale ha fallito.Sono prevalsi interessi, grandi giochi di potere e tanta propaganda. Tanto è vero che le ripetute richieste di dare voce ai dissidenti di tutte le parti, agli obiettori, a chi non vuole la guerra né in Ucraina, né in Russia, né in Bielorussia, né in Israele sono cadute nel vuoto. Perché non dare asilo politico a tutti coloro che ‘obiettano’ alla guerra? E accoglierli in Italia o nei Paesi europei? Sarebbe un forte segnale di volere sostenere chi cerca davvero strade di pace, non di guerra. Abbiamo ospitato in Italia un anno fa tre ragazze: Katia, Olga, Daria da Ucraina, Bielorussia e Russia, con un grande impegno e tenacia del Movimento Nonviolento, ma il potere non ha voluto vedere e sentire. Soffiano forti venti di guerra, e anche solo parlare di pace diventa sospetto, se non pericoloso.
Per questo ritengo che la terza cosa da fare sia di continuare l’impegno per dire no alla guerra, alle guerre, a tutte le guerre. E anche qui papa Francesco resta l’unica voce autorevole, spesso isolata dai potenti ma qualche volta anche nella stessa Chiesa.Ricordiamo le sue parole a Bari, il 23 febbraio 2020: “ci sono organizzazioni internazionali e tanti Paesi che parlano di pace e poi vendono armi ai Paesi che sono in guerra. E questa si chiama grande ipocrisia”.

È da poco iniziata la Quaresima, tempo di conversione, di revisione dei nostri stili di vita, per riconoscere davvero nella Pasqua il Cristo nostra Pace. Tra i tanti impegni (sarebbero davvero molti da elencare) che i singoli credenti e le comunità cristiane possono assumersi proprio in questo tempo dove soffiano forti i venti di guerra, potrebbe, dovrebbe esserci l’impegno per il disarmo. Disarmare i cuori ma anche disarmare le mani e il portafoglio.Il Governo si sta impegnando a cambiare la legge 185/90 (che regola l’export delle armi, vietandone la vendita ai paesi in guerra o che violano gravemente i diritti umani.) È un disegno di legge inaccettabile che va contrastato con fermezza. Lo denuncia la campagna di pressione alle banche armate: banchearmate.org.
Questo 24 febbraio scuota le nostre coscienze mettendoci in guardia dalla tentazione di ritenere le guerre a volte inevitabili, giuste e magari anche sante.
Se riduciamo la pace a qualcosa di intimistico, se la denuncia della follia della guerra non entra nella catechesi, nella pastorale, nella predicazione, e non incide sulle scelte, rischiamo quello che diceva don Tonino Bello a Sarajevo il 12 dicembre 1992: “altrimenti le nostre comunità che cosa sono? sono soltanto le notaie dello status quo e non le sentinelle profetiche che annunciano cieli nuovi, terra nuova, aria nuova, mondi nuovi, tempi nuovi…”

*consigliere nazionale di Pax Christi

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Lotta alla povertà

Assegno d’inclusione: quasi 200mila domande respinte
Alleanza contro la povertà chiede un incontro alla ministra Calderone

foto Siciliani - Gennari/Sir
26 Feb 2024

“Troppi poveri stanno rimanendo privi di un sostegno economico”: Alleanza contro la povertà ha commentato alcuni giorni fa i primi dati ufficiali forniti dall’Inps sull’accesso all’Assegno d’inclusione. “Basso il numero delle domande accolte, rispetto alle aspettative e soprattutto rispetto al fabbisogno: risultano accolte 480.000 domande, a fronte di una potenziale platea attesa dal Governo di circa 737.000 nuclei beneficiari. Le domande pervenute a gennaio (con Patto di attivazione digitale sottoscritto) in totale sono state 779.302”, denuncia Alleanza contro la povertà.
“Suscita in noi forti preoccupazioni e perplessità la grave sproporzione tra il numero di nuclei familiari in condizione di povertà assoluta in Italia (secondo i dati Istat, nel 2022 erano poco meno di 2,2 milioni, pari a circa l’8,3% del totale) e il numero di quanti presentano i requisiti necessari ad accedere alle nuove misure. Misure che portano ad essere più che dimezzato il numero delle famiglie beneficiarie del sostegno, rispetto a quelle che fino a un anno fa ricevevano il Reddito di cittadinanza”, denuncia l’Alleanza.
Così come “ci preoccupa il numero delle domande respinte: ad oggi, sono 182.350. Una domanda respinta significa un ‘no’ alla richiesta di aiuto di un nucleo famigliare in difficoltà, a cui in questo momento viene negato il principale supporto possibile, se si esclude il Sostegno per la formazione e il lavoro, riservato agli ‘occupabili’, sempre in presenza di determinate condizioni e per un periodo limitato”.
“Circola in queste ore la notizia, non ufficiale, che il Ministero intenda rimettere mano agli stringenti requisiti di accesso alla misura: Alleanza contro la povertà rinnova la sua disponibilità a collaborare, con la competenza, l’esperienza e le analisi puntuali svolte dai tecnici del suo comitato scientifico, che trovano una sintesi nelle proposte elaborate insieme al Comitato esecutivo e alle 35 organizzazioni che la compongono”, spiega una nota.

Antonio Russo (portavoce di Alleanza contro la povertà)

“Nel Position paper, presentato lo scorso settembre, abbiamo già indicato alcuni miglioramenti e correttivi, che potrebbero rendere la misura più equa e allargare la platea dei beneficiari: un obiettivo che, a partire dalla necessità di garantire uno strumento di carattere universale di contrasto della povertà, che riteniamo non più rinviabile. Abbiamo quindi chiesto alla ministra Marina Elvira Calderone un incontro, per presentare nello specifico le nostre proposte e definire possibili soluzioni, nell’interesse del Paese. Non è pensabile che una platea così ampia di persone in condizioni di povertà possa rimanere senza supporti e senza risposte. Siamo di fronte a un’emergenza, che dobbiamo affrontare con determinazione e in uno spirito di collaborazione e condivisione”, ha dichiarato il portavoce di Alleanza contro la povertà, Antonio Russo.

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