Gaza sotto assedio

Amnesty International: “A Gaza si apra la strada a un cessate il fuoco definitivo per alleviare le sofferenze di massa”

foto Afp-Sir
27 Mar 2024

di Gigliola Alfaro

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede un immediato cessate il fuoco “per la durata del mese di ramadan, che porti a un cessate il fuoco duraturo e sostenibile”, così come il ritorno in libertà immediato e senza condizioni degli ostaggi e un maggiore accesso degli aiuti umanitari a Gaza. “Una risoluzione attesa da tempo. Ora, per alleviare le perdite di vite umane e affrontare le sofferenze e le devastazioni di massa a Gaza, è fondamentale che sia attuata immediatamente e apra la strada a un cessate il fuoco definitivo”, ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
“Non c’è un momento da perdere. Le autorità israeliane devono fermare immediatamente la loro brutale campagna di bombardamenti su Gaza e facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari. Israele, Hamas e gli altri gruppi armati devono operare perché il cessate il fuoco duri. Gli ostaggi civili devono tornare immediatamente in libertà. Tutti i palestinesi arbitrariamente detenuti in Israele, compresi i civili arrestati a Gaza, devono essere a loro volta scarcerati”, ha aggiunto Callamard.
“La popolazione palestinese a Gaza è a rischio di genocidio, oltre 32.000 persone sono state uccise, i bambini muoiono di fame, la carestia causata da Israele è imminente e ampie parti della Striscia di Gaza sono state rese inabitabili a causa della brutale campagna di bombardamenti israeliana – ha ammonito Callamard -. La risoluzione dev’essere accompagnata da una mutata pressione politica, che preveda anche un embargo immediato e totale sulle forniture di armi, in modo che si possa arrivare a uno stop permanente dei combattimenti e a cambiare la terribile situazione sul terreno a Gaza nel più lungo periodo.
Nelle ultime settimane – ha proseguito Callamard – il voto al Consiglio di sicurezza ha finito per diventare un gioco politico farsesco, con tragiche conseguenze per i civili: gli stati membri permanenti, tra i quali Usa e Russia, hanno abusato del loro potere di veto per bloccare le opposte proposte di risoluzione. La comunità internazionale deve ora mettere da parte questi giochi e dare priorità a salvare vite umane assicurando che la risoluzione odierna apra la strada a un cessate il fuoco sostenibile.
Sollecitiamo gli Usa, che in precedenza avevano posto il veto su tre risoluzioni che chiedevano un immediato cessate il fuoco, a sospendere le forniture di armi a Israele e a usare il loro ruolo di alleati-chiave per ottenere da Israele che accetti un cessate il fuoco sostenibile e consenta l’accesso privo di ostacoli degli aiuti umanitari a Gaza”, ha concluso Callamard.

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Festeggiamenti patronali

Carosino in festa per la compatrona, la Madonna delle Grazie

foto G. Leva
27 Mar 2024

di Angelo Diofano

A Carosino fervono i preparativi per i festeggiamenti in onore della compatrona, Santa Maria delle Grazie, che inizieranno la Domenica di Pasqua, 31 marzo alle ore 9.50 con la cerimonia di intronizzazione del simulacro; a seguire, la celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Filippo Urso. In serata, appuntamento con gli spettacoli in piazza: alle ore 19, il circo sotto le stelle e alle ore 21.30 il musical e lo spettacolo con danza aerea a cura di Dario Grassi e Chiara Andriolo.

Lunedì 1 aprile, alle ore 10.30 santa messa solenne celebrata da don Filippo Urso alla presenza delle maggiori autorità; a seguire, attorno alle ore 11.30, processione per le vie principali del paese; alle ore 19.30, sul sagrato della chiesa si terrà la rappresentazione teatrale “Il sordomuto di Citigliano”; alle ore 21, in piazza, concerto del complesso bandistico “A.Toma-Città di Manduria” (che presterà servizio anche alla processione) con l’esibizione della scuola di danza “Vibe Art Studio”; ore 23, estrazione della lotteria.

Martedì 2 aprile, alle ore 10 ciclo passeggiata con partenza dalla casa parrocchiale; ore 18.30, santa messa e alle ore 19.30, processione in ringraziamento, accompagnata dalla banda “G. Verdi” di Sava, con sosta in via Paisiello per lo spettacolo pirotecnico della ditta M.D. di Bernalda in collaborazione con la Piroshow di Carosino. No mancheranno le luminarie della ditta Memmola e il luna park nei pressi dello stadio.

Quella in onore della Madonna delle Grazie è sicuramente la devozione più antica e sentita dagli abitanti di Carosino nel ricordo delle vicende avvenute il giorno di Pasqua dell’anno 1462. Racconta il collega Floriano Cartanì che il condottiero albanese Scanderberg, in lotta contro i principi Orsini, mise a ferro e fuoco molti dei casali ricadenti nel principato di Taranto, cominciando con la distruzione di San Marzano e di Patrello per poi piombare proprio il giorno di Pasqua a Carosino, che però risparmiò dalle scorrerie. I carosinesi attribuirono lo scampato pericolo all’intervento prodigioso della Madonna delle Grazie, alla quale tributarono grandi onori. Ai festeggiamenti, in ricordo di quell’evento, parteciparono sempre più numerosi anche esponenti della nobiltà tarantina, visitando anche il santuario posto sotto la protezione mariana. Nacque sicuramente così la scampagnata tipica del giorno di Pasquetta che è rimasta per i tarantini, e non solo, “caresunijdde”.

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Diocesi

Veglia di preghiera per la pace alla Santa Maria Goretti

27 Mar 2024

di Angelo Diofano

Una veglia di preghiera per la pace intitolata “La ferita della guerra” si terrà il Venerdì santo, 29 marzo, nella chiesa di Santa Maria Goretti, a Crispiano.

Così il parroco don Mimmo Rizzo presenta l’iniziativa: “Sono ore di silenzio quelle del Venerdì Santo ed è quello che vorremmo fare più di tutto. Ma per noi è sempre più complicato e difficile fare silenzio e in questo ci aiuteranno alcuni testi di Alda Merini e di Nico Santoro. Ognuno di noi in tal modo potrà meditare sul peso della guerra che ormai ha nella nostra vita. Faremo appello al senso di sacro e di umanità che tutti abbiamo dentro per formulare una preghiera silenziosa fuori da tutte le liturgie e dalla tradizione in un momento intimo tra noi e la Croce segno di amore”.

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Quaresima

La Quaresima in bianco dei sacerdoti

foto Sir-Marco Calvarese
26 Mar 2024

di Alessandro Di Medio

Il tempo di Quaresima è uno dei più caratterizzanti l’esperienza cristiana, in quanto sin dall’origine è il tempo che prepara al Battesimo o aiuta a tornarvi annualmente con la pratica della penitenza, e volge oggi al termine: si conclude per l’esattezza dopo la celebrazione dell’Ora Nona, cioè dopo le tre del pomeriggio, e con l’avvento della sera cede il passo al primo dei tre grandi Giorni da cui tutta la realtà è stata irrevocabilmente mutata in un passaggio (“pesach”) ad Altro, a un Altro.
In questo incedere del tempo, che come sempre nella liturgia è associato al mutare dei colori, in una progressiva sublimazione dal viola al rosso fino al bianco fulgido della Pasqua, si presenta un’interessante anomalia: l’ultimo pezzetto della Quaresima, ovvero la mattina del Giovedì santo, si tinge di bianco per noi preti, nella celebrazione della messa crismale, in cui una volta tanto ci attestiamo visibilmente come corpo, collegio – fratelli.
Non voglio entrare nella questione strettamente liturgica, ma vorrei avvalermi di questa suggestione cromatica per una riflessione su noi preti in questa mattinata così particolare, alla quale arriviamo non di rado macinati come le olive nel torchio dalle mille attività della Quaresima trascorsa.

Abbiamo predicato, confessato, radunato, catechizzato; abbiamo girato come trottole per le case, salutando, aspergendo, benedicendo, confortando, sopportando insulti (e forse constatando che sempre meno porte si aprono al nostro arrivo); forse forse, siamo anche riusciti a ritagliarci uno spazietto per la nostra, di conversione personale. Fatto sta che, trafelati e trepidanti per l’ulteriore tuffo che ci aspetta nella congerie di celebrazioni del Triduo, in questa mattinata ci fermiamo un attimo, ci stacchiamo da parrocchie e comunità, e ci permettiamo di tornare al senso originario del nostro essere preti. Sbagliano quelli di noi che per pretesti operativi alla Crismale non ci vanno (ammettiamolo, è che non gli va, perché la gente in realtà capirebbe benissimo): almeno una volta all’anno dobbiamo ricordare a noi stessi che l’essere-con è più importante del fare. E questo è un prete, nient’altro che un “essere-con”: collaboratore, emanazione, del ministero del vescovo, principio di unità della comunità, avviatore di processi, lievito nella pasta.

Questo ci ricordiamo di essere il Giovedì mattina, radunati tutti insieme, così simili a colpo d’occhio nella massa candida dei camici e delle stole, così diversi visti da vicino per lineamenti, stile dei parati, provenienze, età, ecc. Unità nella diversità di fisici e di vedute, molteplicità di caratteri e di sensibilità riunite nell’unico sacerdozio, nell’unico Sacerdote, come l’unico olio che cola aureo dalla molteplicità delle piccole singole olive torchiate insieme. Da una singola oliva non si otterrebbe nulla, come nulla uscirebbe se le olive non fossero docili alla torchiatura – ecco perché nella Messa che benedice gli Oli rinnoviamo anche quelle promesse che formulammo all’inizio del ministero, con le quali accettammo di farci “torchiare”, ovvero di perdere la forma di individui autocentrati per diventare nutrimento, linimento, farmaco. Ma tutto questo è in un clima di festa, non di mestizia, di bianco, non di viola: Pasqua anticipata per noi preti, che dalla gioia di avere imparato a dare la vita per riceverla rinnovata possiamo insegnarlo testimoniandolo ai fratelli e alle sorelle che di lì a poche ore incontreremo, quando laveremo loro i piedi e spezzeremo per loro quel Pane, segno di Colui che fu il primo a dare l’esempio che solo quando si accetta di perdersi, di consegnarsi, di farsi mangiare, allora si fiorisce in una Vita imperitura.

Auguri a tutti i miei cari fratelli sacerdoti!

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Musica

A Carosino, i Mandatari con i canti popolari della Passione

26 Mar 2024

di Angelo Diofano

Sarà un momento particolare e suggestivo per rivivere il racconto della Passione e morte di Nostro Signore, nel segno delle antiche tradizioni locali, quello del concerto del gruppo dei Mandatari che si terrà il Mercoledì santo, 27 marzo, nella chiesa madre di Carosino con inizio alle ore 19.30. Saranno infatti proposti canti popolari che prendono origine dalle antiche laudi medievali, in particolare di quella di Jacopone da Todi, in uso a Lizzano, Fragagnano e San Marzano e, in genere, negli altri centri del versante orientale tarantino. I brani sono stati oggetto di meticolosa ricerca da parte dei componenti del gruppo, facendo anche riferimento a quelli dell’archivio di Alfredo Majorano, studioso delle nostre tradizioni, da lui raccolti fra gli anni trenta e cinquanta, con i quali si è riscontrata una notevole corrispondenza.

I canti sono eseguiti in dialetto salentino tipico dei nostri paesi, ad eccezione di quello che aprirà il concerto, ‘Calimera di San Lazzaro’, in arbereshe.

Questi i componenti dei Mandatari: Francesco Pastorelli (voce e percussioni), Salvatore Galeanda (voce e percussioni), Cosimo Pastore (voce e strumenti a corda), Angelo Pastore (fisarmonica), Nico Friolo (chitarra), Mattia Cito (organetto) con Antonio Baio quale voce narrante.

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Mysterium festival

Neri per caso al Mysterium Festival

26 Mar 2024

Mercoledì 27 marzo alle 21.00 al Teatro Orfeo di Taranto, altro evento particolarmente atteso all’interno della decima del Mysterium Festival. Poltronissima 35euro+prevendita; Platea e Prima galleria 25euro+prevendita; Seconda e Terza galleria 15euro+prevendita. Online: TicketSms. Info: Orchestra Magna Grecia – via Ciro Giovinazzi 28, Taranto (392.9199935). Aggiornamenti social (Facebook e Instagram). Siti: mysteriumfestival.it e orchestramagnagrecia.it

Il Mysterium Festival 2024, con la direzione del maestro Piero Romano, è promosso da Le Corti di Taras e realizzato in collaborazione con l’Arcidiocesi di Taranto, il Comune di Taranto, l’Orchestra della Magna Grecia, il L. A. Chorus e l’ARCoPU, con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, e con il sostegno di BCC San Marzano di San Giuseppe, Teleperformance, Varvaglione Vini, Caffè Ninfole, Programma Sviluppo, Baux Cucine e Chemipul.

I Neri per caso, gruppo a cappella più noto del panorama italiano, sono diventati noti al grande pubblico nel 1995 vincendo la sezione “Nuove Proposte” del Festival di Sanremo con il brano “Le ragazze”, che li ha trascinati in vetta alle classifiche insieme con l’omonimo album alla conquista di ben sei dischi di platino con 700.000 copie vendute.

Nel corso della loro carriera i Neri per caso hanno collaborato con alcuni tra i più importanti artisti italiani, fra questi, Lucio Dalla, Gino Paoli, Claudio Baglioni, Renato Zero, Mario Biondi, e stranieri (Bobby McFerrin, fra gli altri).

Lo spettacolo al quale assisteremo, coinvolgente ed emozionante, comprende nel suo repertorio, oltre ai pezzi che hanno portato il gruppo al successo, anche importanti brani della musica nazionale ed internazionale senza tralasciare brani dei Beatles, ai quali i Neri per caso hanno reso omaggio nel loro ultimo disco “We love the Beatles”.

I momenti di interazione con il pubblico fanno da cornice alle esecuzioni dei brani: un viaggio che, partendo dall’Inghilterra dei Beatles, fa tappa in tutto il mondo riproponendo i successi di alcuni dei più grandi esponenti della musica internazionale come Sting, Michael Jackson, George Gershwin per ritornare in Italia e poi a Napoli con il sound dal sapore blues di Pino Daniele e, si diceva, agli inediti che hanno reso celebre il gruppo.

MYSTERIUM FESTIVAL – NERI PER CASO: Poltronissima 35euro+prevendita; Platea e Prima galleria 25euro+prevendita; Seconda e Terza galleria 15euro+prevendita. Online: TicketSms. Info: Orchestra Magna Grecia – Via Ciro Giovinazzi 28, Taranto (392.9199935). Aggiornamenti social (Facebook e Instagram). Siti: mysteriumfestival.it e orchestramagnagrecia.it

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Diocesi

Liturgia penitenziale per le confraternite in San Pasquale

foto fp Occhinegro
26 Mar 2024

di Angelo Diofano

Dopo le assemblee straordinarie svoltesi la Domenica delle Palme per l’aggiudicazione dei simboli delle processioni dei Misteri e dell’Addolorata, nonché delle “poste” per il pellegrinaggio del Giovedì Santo, un altro appuntamento importante si prospetta per le confraternite del Carmine e dell’Addolorata. Si tratta della liturgia penitenziale cui sono caldamente invitati i confratelli che parteciperanno ai riti tradizionali, con ovviamente la possibilità di accostarsi al sacramento della confessione. Tale celebrazione avrà luogo Martedì santo, 26 marzo, con inizio alle ore 19.45, nella chiesa di San Pasquale Baylon.

Il momento penitenziale, ovviamente, è aperto anche a tutti i fedeli, quale imprescindibile opportunità di preparazione alla Santa Pasqua.

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Settimana santa a Taranto

Il precetto pasquale dell’arcivescovo nell’ospedale SS. Annunziata

26 Mar 2024

di Angelo Diofano

Lunedì santo, l’arcivescovo mons. Ciro Miniero ha presieduto la santa messa nella cappella dell’ospedale Santissima Annunziata, in occasione del precetto pasquale.
La celebrazione, alla quale hanno partecipato operatori sanitari e degenti insieme alla direzione medica del presidio, è stata un segno di vicinanza da parte della diocesi alla fragilità e alla sofferenza dei ricoverati, oltre che un supporto al personale sanitario.

“Celebro oggi qui la santa messa, in questo luogo particolare che è di sofferenza per chi vi si rivolge, ma anche luogo di speranza. Auguro a tutti voi di poter vivere questo tempo guardando sempre in avanti, cercando il bene con tutte le proprie energie, con l’aiuto dei medici e con il conforto proveniente dalla preghiera. Auguri di salute, di fraternità e di pace a tutti voi”: sono state queste le parole che mons. Miniero ha voluto esprimere durante la celerazione, ringraziando il personale sanitario per l’accoglienza e per l’operato svolto con dedizione ogni giorno.

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Tracce

L’informazione in Italia è in pericolo? Dopo l’Agi sciopera Radio Rai

25 Mar 2024

di Silvano Trevisani

L’informazione è in pericolo? E quali sono i rischi eventualmente conseguenti? Sono le domande che ci poniamo oggi di fronte allo sciopero delle giornaliste e dei giornalisti di Radio Rai: contro l’idea dell’azienda di smembrare la redazione, strappando lo sport e Gr Parlamento.

Il rischio di un depotenziamento è evidente e si aggiungerebbe alla decisa virata a destra imposta del nuovo governo, che ha già fatto scappare dal servizio pubblico, alcuni dei migliori giornalisti. La conseguenza è stata un massiccio raffreddamento del pubblico che sta trasmigrando verso gli altri network, anche se molta dell’utenza oggi è attratta da canali a pagamento e da altri mass media, che non sempre informano correttamente.

Ma quello dei giornalisti della Radio Rai, che hanno aderito allo sciopero con percentuali del 90%, è solo l’ultimo di una serie di mobilitazioni preoccupanti. Nei giorni scorsi hanno scioperato per due giorni i redattori dell’Agenzia Agi, la secondo per importanza e continuità storica in Italia, contro l’ipotesi di un’acquisizione da parte del senatore leghista Angelucci. Che è già proprietario di un pacchetto di giornali di destra: “Libero”, “il Giornale” e “il Tempo”, che sono espressione di un modo di fare giornalismo schierato più che oltranzista. E ci sarebbe già da discutere sul rispetto delle norme sull’editoria che vorrebbero la proprietà dei giornali nelle mani di “editori puri”. Ma quello che poi più spaventa è il fatto che Angelucci sia il denominato “il re delle cliniche private”. In un momento in cui si registra un vero e proprio attacco alla sanità pubblica, anche attraverso il suo definanziamento, concentrare nelle sue mani l’informazione è più che un rischio.

Nei mesi scorsi, lo ricordiamo, anche i giornalisti del quotidiano torinese “La Stampa” hanno svolto un pacchetto di 5 giorni di sciopero.

Ma procediamo con ordine. Per quanto riguarda Radio Rai, il sindacato del settore, Usigrai, ha diffuso una nota in cui si legge: “Radio Rai in 100 anni di vita ha raccontato la storia del nostro Paese, entrandone a far parte. Oggi la redazione del Giornale Radio RAI è in sciopero. Le giornaliste e I giornalisti protestano contro l’obiettivo dell’azienda di accorpare la redazione sportiva a Rai Sport e Gr Parlamento a Rai Parlamento. Un’idea completamente sbagliata che non tiene conto delle differenze di linguaggio, oltre che tecniche, tra radio e tv. Un progetto che avrebbe come unico risultato quello di impoverire Radio Rai Un percorso che la Rai ha avviato senza alcun confronto preventivo con l’Usigrai che sarà sempre al fianco delle giornaliste e dei giornalisti della Radio”.

I giornalisti chiedono alla Rai di tornare sui propri passi e accantonare il progetto.

Quanto all’agenzia di stampa italiana Agi, giornalisti hanno scioperato giovedì e venerdì contro la possibile vendita dell’Agenzia al deputato della Lega Antonio Angelucci, sostenendo che la vendita a un senatore di destra già proprietario di diversi giornali metterebbe a rischio il pluralismo dei media e sarebbe un colpo alla libertà di stampa.

L’agenzia, attualmente di proprietà del gruppo Eni e partecipata al 4% dal ministero delle Finanze, stava già pianificando una “significativa riduzione del personale”, hanno riferito i giornalisti, secondo i quali “L’Eni si è dimostrata negli anni un editore capace di salvaguardare i livelli occupazionali e di garantire sempre l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti, tutti elementi che sarebbero fortemente a rischio nel prospettato scenario di vendita al gruppo editoriale Angelucci”

“L’agenzia di stampa è una garanzia di terzietà e quindi l’acquisto da parte della destra rischia di essere un nuovo colpo alla libertà di stampa in Italia. È chiaro che si tratta di un caso di conflitto di interessi”.

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Mostre per la Settimana Santa a Taranto e Pulsano

25 Mar 2024

di Angelo Diofano

Nei locali di “Youth Alive” in via Duomo 206, in collaborazione con Vincent Borromeo, domenica scorsa è stata inaugurata l’interessante mostra fotografica sui Riti della Settimana Santa a Taranto a cura di Giovanni Ottomano. A tutti i visitatori sarà donata una bella immagine del simulacro di Gesù Morto della processione dei Misteri.
La mostra chiuderà i battenti Sabato Santo, 30 marzo.

Pulsano: “Imagines Passionis” nell’ex convento Padri Riformati

La soc. coop. Museion, ente gestore dei servizi culturali e museali del Museo archeologico di Pulsano, in occasione della Settimana Santa pulsanese, inaugura un nuovo format dedicato alla tradizione processionale e devozionale del culto delle immagini della Passione con la mostra ‘Imagines Passionis – Le immagini della Passione’. L’iniziativa avrà luogo nelle sale espositive dell’ex convento dei Padri Riformati (via Vittorio Veneto 105), ponendo l’accento sulle opere artistiche che da sempre hanno contraddistinto la pietà popolare del contesto demo antropologico di Pulsano con sculture e tele che erano custodite all’interno della chiesa conventuale di Santa Maria dei Martiri con un focus fotografico sulla Settimana Santa di Pulsano. Scopo della mostra è quello di celebrare e raccontare i momenti più suggestivi di una intera comunità che si stringe attorno le sue tradizioni attraverso la fotografia e le opere d’arte. A coronamento della rassegna, una tavola rotonda che avrà luogo mercoledì 27 marzo cui parteciperanno esperti e tecnici operanti nella promozione e valorizzazione dei beni culturali.

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Ricorrenze

Giornata dei missionari martiri: un cuore che non smette di ardere

È una memoria viva quella che ci hanno lasciato i testimoni del Vangelo che ricordiamo nel 32esimo anniversario dell’uccisione di san Oscar Romero

foto Siciliani-Gennari-Sir
25 Mar 2024

di Giovanni Rocca *

L’evento ha origine nella commemorazione di sant’Oscar Romero, ucciso nella stessa data nel 1980. La sua figura continua, anno dopo anno, ad incarnare il simbolo della vicinanza agli ultimi e l’incessante dedizione alla causa del Vangelo. Il suo impegno accanto al popolo salvadoregno, in lotta contro un regime elitario indifferente alle condizioni dei più deboli e dei lavoratori, continua a parlare ai giovani e non solo, richiamando alla necessità di una vita cristiana attenta alla preghiera tanto quanto alla cura della sorella e del fratello.
Questo giorno, scelto in coincidenza con l’uccisione dell’arcivescovo di San Salvador, è un’occasione per riflettere sul significato dell’eredità che ha lasciato e per onorare quanti, come lui, hanno sacrificato la propria vita nel servizio. L’attivismo e l’impegno di Romero a favore dei marginalizzati e degli oppressi, furono immediatamente riconosciuti dal popolo salvadoregno, che lo onorò con il titolo di ‘Santo de America’. Il suo assassinio, perpetrato da mani legate al governo, scosse le coscienze, generando un culto popolare e suscitando un profondo movimento di preghiera e impegno che si diffuse velocemente in tutto il mondo.
Nel 1992, su proposta del Movimento giovanile delle Pontificie opere missionarie, ora Missio giovani, la Chiesa italiana istituì la Giornata dei missionari martiri per ricordare tutti coloro che, ogni anno, perdono la vita mentre si dedicano senza riserve al servizio al prossimo.
La data del 24 marzo fu scelta in modo simbolico, per sottolineare la fedeltà al Vangelo dimostrata da coloro che hanno sacrificato la propria esistenza nell’annuncio della Buona Novella, in condizioni spesso ostili e ingiuste, proprio come Romero. In quest’occasione, la comunità è invitata a commemorare non solo i missionari caduti, ma anche a riflettere sul significato del loro sacrificio. Il loro esempio ci spinge a un impegno rinnovato nell’assistenza ai più bisognosi e nel combattere le ingiustizie sociali, ricordandoci che anche nei luoghi più remoti e dimenticati, il messaggio di speranza del Vangelo resta vitale e trasformativo.

Per questa edizione, abbiamo scelto il titolo “Un cuore che arde”, un riferimento al brano dei discepoli di Emmaus che ha guidato il nostro cammino durante il mese missionario 2023. Richiama la forza della testimonianza dei martiri che, come Gesù attraverso la condivisione della Parola e il pane spezzato, con il loro sacrificio accendono una luce e riscaldano i cuori di intere comunità cristiane, ispirando una nuova conversione, dedizione al prossimo e al bene comune.
In occasione dalla Giornata missionaria mondiale, che abbiamo celebrato il 22 ottobre scorso, anche papa Francesco ha incoraggiato le donne e gli uomini a servizio del Vangelo riconoscendo che il loro impegno è già un atto di donazione della propria vita: “Esprimo la mia vicinanza in Cristo a tutti i missionari e le missionarie nel mondo, in particolare a coloro che attraversano un momento difficile: il Signore risorto, carissimi, è sempre con voi e vede la vostra generosità e i vostri sacrifici per la missione di evangelizzazione in luoghi lontani. Non tutti i giorni della vita sono pieni di sole, ma ricordiamoci sempre delle parole del Signore Gesù ai suoi amici prima della passione: “Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33).
Durante questa Giornata, e nel corso di tutta la Quaresima, uniamoci nella preghiera per tutti i missionari, soprattutto per coloro che hanno perso la vita nel servizio, e nel digiuno, offrendo un contributo concreto, come l’equivalente di un pasto, per sostenere i progetti di assistenza e sviluppo rivolti a coloro che necessitano di un futuro più luminoso e dignitoso.

(*) Popoli e Missione

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Cinema

La lotta contro l’assuefazione al male

Che sembra imbattibile se accompagnato da scetticismo e pessimismo striscianti

25 Mar 2024

di Paolo Bustaffa

“Abituarsi al peggio è la cosa peggiore che un essere umano può fare”. La frase è nella presentazione di un film su un piccolo borgo di montagna che, come molti altri, rischia l’abbandono e quindi l’estinzione. Nelle pagine di giornale avvolte dal fuoco e dal fumo delle guerre e del terrorismo appare un angolo di resistenza e di esistenza.
C’è chi lotta contro l’assuefazione al male che sembra imbattibile e che contrasta le ragioni di uno scetticismo e di un pessimismo striscianti. È il caso del film di Riccardo Milani ambientato a Pescasseroli in Abruzzo dal titolo ‘Un mondo a parte’ che racconta di un maestro di montagna e della sua classe inclusiva.  Nell’anteprima apparsa in questi giorni ci sono pensieri che sembrano perdenti rispetto alla forza del male.

Il racconto si snoda in un piccolo paese abruzzese dove un avamposto di civiltà mette in atto una forma di resistenza culturale contro un nemico fatto di indifferenza e rassegnazione come è quello di chi vorrebbe chiudere una scuola perché mancano studenti italiani mentre su quel territorio ci sono i figli di immigrati africani e i bambini ucraini in fuga dalla guerra.
L’identità culturale non è autoreferenzialità che si chiude per difendersi ma è il frutto buono della lettura e della visione di una comunità plurale, una identità comunicante che non mina il valore di un territorio ma lo rende più saldo e generativo.

Il film lo conferma raccontando appunto di una comunità che legge i segni dei tempi e mette in atto una forma di resistenza culturale alla decisione di chiudere un bene di prima necessità.
“L’integrazione – dice il regista Milani – diventa inevitabile senza il bisogno di politica e di ideologie, con la concretezza e la semplicità. La vicenda mostra che l’ostilità non è il primo parametro su cui ragionare”.
Come non preoccuparsi per le sorti di una politica se una piccola comunità non la sente né capace né desiderosa di trovare soluzioni alle crisi, che la vede smarrita nella complessità, che la scopre sorda alle attese delle nuovissime generazioni?

Antonio Albanese e Virginia Raffaele sono i due attori protagonisti ma i bambini sono “i veri mattatori dell’opera”, sono loro i visionari dagli occhi limpidi, sono loro che disegnano tracce di futuro.
Pensare di cambiare il mondo con un film è un’utopia ma è importante per tenere gli occhi aperti sul mondo, sulla storia, sull’umanità. Per fare resistenza culturale all’avanzare del nulla e del male. Commenta Albanese: “Non amo il cinema estetico così come non amo i social, non per snobismo, ma perché mi piace fermarmi e riflettere”.  Fermarsi e riflettere per non abituarsi al peggio.

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