Sport

La grande attesa: il Taranto alla prese con il rebus Capuano

foto G. Leva
31 Mag 2024

di Paolo Arrivo

Lo hanno visto e conosciuto tanti appassionati di calcio in Italia. Magari pure parodiato. Perché oltre ad essere un tecnico valido, è diventato un personaggio mediatico, che non può non ispirare interesse o simpatia: mister Capuano è finito sotto i riflettori, e continua ad esserlo nel post campionato. La settimana che sta volgendo a termine è stata importante per il Taranto. Prima l’iscrizione, l’iter burocratico, poi la guida tecnica: i due crucci del presidente Massimo Giove, alle prese con gli adempimenti utili a definire il futuro più immediato. “Eziolino” è amato dai tarantini – si pensi alla creazione di un goliardico gruppo pubblico Facebook molto seguito. I tifosi lo riconoscono come il principale artefice di una cavalcata quasi trionfale. Perché se il Taranto ha raggiunto i playoff sino alla fase nazionale, e accarezzato il sogno della promozione in serie B, nel quale non si credeva a inizio stagione, il merito è da ascrivere proprio a chi ha allenato quei calciatori. Il tecnico lucano di Pescopagano è legato da contratto alla società ionica per altre due stagioni. E la vigilia del faccia a faccia programmato, dell’incontro col presidente Giove, aveva tenuto l’intera città col fiato sospeso.

Capuano-Giove, il rinvio

Alla fine il summit non c’è stato. Doveva avvenire nei pressi di Potenza, pare, ma impegni improvvisi del patron del Taranto lo hanno fatto saltare, nella giornata di mercoledì scorso ventinove maggio. Il risultato? La tifoseria resta disorientata. Eppure, soltanto pochi giorni fa, Giove era intervenuto sulla questione assicurando che “Capuano resterà a Taranto al 100 per cento”. Solamente l’incontro tra i due potrà fugare ogni dubbio o dare la certezza matematica di non lasciare andare via l’allenatore. Quindi capire come pianificare la prossima stagione. Per questo, si dovrà attendere l’inizio della prossima settimana. Allo stesso modo entro il 4 giugno dovrà essere consegnata la documentazione utile all’iscrizione al prossimo campionato. Che sarà la serie C, con o senza Capuano. Riguardo al campo di gioco, è stato indicato Castel di Sangro come impianto alternativo allo Iacovone, nel periodo in cui lo stadio della Salinella sarà fatto oggetto di lavori di ristrutturazione (due anni fino alla data fatidica del 2026).

Dalla serie A

Una digressione sulla massima categoria: è atteso a Taranto, domani primo giugno, il portiere del Monza Michele Di Gregorio, che terrà il 1° Stage GK Acamedy organizzato da Seanex 2024. L’appuntamento è fissato nella mattinata di domani (ore 10.00) allo stadio Renzo Paradiso di Talsano. Per l’occasione l’estremo difensore cresciuto nel settore giovanile dell’Inter terrà anche un breve incontro con gli organi di informazione locali. E a proposito di portieri, non è affatto certa la permanenza di Gianmarco Vannucchi nella città dei due mari. Il grande protagonista del campionato appena terminato, in maglia rossoblu, è infatti corteggiato da diverse squadre. L’ultima a dimostrare interesse è stato il Catanzaro.

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Eventi culturali in provincia

Lunedì 3, a Martina Franca, presentazione del libro di mons. Franco Semeraro e Gianfranco Aquaro

A Porte aperte. Guglielmo Motolese: la Chiesa si fa dialogo

31 Mag 2024

Un’articolata storia di 10 anni vivi di speranze ed impegno, recuperata – anche attraverso le pagine del giornale diocesano ‘Nuovo Dialogo’ – e narrata da mons. Franco Semeraro e Gianfranco Aquaro che propongono un ‘inedito’ protagonista, osservato nell’impegno sociale, culturale e religioso: l’arcivescovo mons. Guglielmo Motolese. Se ne parlerà lunedì 3 giugno a Martina Franca nell’auditorium della Fondazione Paolo Grassi nel corso della presentazione del libro ‘A Porte aperte. Guglielmo Motolese: la Chiesa si fa dialogo 1965-1975’ (Scorpione Editrice). Dopo i saluti istituzionali ne parleranno gli autori assieme al prof. Vittorio De Marco, docente all’Unisalento. La serata sarà condotta da mons. Emanuele Ferro, direttore di ‘Nuovo Dialogo’ e portavoce della diocesi di Taranto.

 

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Sport

Vincenzo Galeone, di Fragagnano, al campionato italiano di judo

31 Mag 2024

Vincenzo Galeone, classe 2010, di origini fragagnanesi, judoka alla scuola Kodokan di Taranto del maestro Luigi Chetry, si prepara ad affrontare il campionato italiano di judo che si disputerà al Palazzo del turismo di Jesolo, il 9 giugno, assieme ad atleti da tutt’Italia che si destreggeranno tra varie tecniche, attacchi e contrattacchi. Vincenzo gareggerà nella categoria -55 kg cintura blu, esordiente B per il campionato italiano A1.

Si tratta della sua prima apparizione in questa competizione così importante. “Mi alleno 5 giorni su 7, a volte anche 6, soprattutto in prossimità di eventi importanti – racconta -. Il judo è uno sport bello ma difficile, basato sulla tecnica e sui riflessi, in una sorta di partita a scacchi a velocità,  mi dà delle emozioni indescrivibili e potrebbe offrirmi delle opportunità. Per il futuro, sicuramente intendo continuare con gli studi, senza trascurare assolutamente questo sport che ti aiuta ad imparare la disciplina e il rispetto per gli avversari”.

“Continuerò a fare sacrifici, come in questi anni in cui mi è capitato spesso di fare i compiti in auto nel tragitto per recarmi in palestra. Spero in un futuro non molto lontano di riuscire ad aprire una scuola di judo a Fragagnano per aiutare i miei coetanei desiderosi di intraprendere questa disciplina e i loro genitori a non fare tanta strada come purtroppo faccio io che non ho trovato palestre nelle vicinanze del mio paese. Poi, se riuscissi a conseguire anche titoli importanti, sarebbe davvero meraviglioso!”.

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migrazioni

Marco Impagliazzo (Comunità di Sant’Egidio): “Corridoi lavorativi, via legale per le migrazioni”

Una risposta alternativa e percorribile al fenomeno migratorio contenuta anche nel documento di Retinopera per le elezioni europee

foto Caritas italiana
31 Mag 2024

I corridoi lavorativi nascono da una intesa tra la Comunità di Sant’Egidio e i ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Lavoro, firmata il 12 aprile 2024. Hanno l’obiettivo di favorire l’incontro tra imprenditori che cercano manodopera soprattutto nei Paesi extraeuropei, e lavoratori sulla base di una formazione – sia lavorativo-professionale, sia della lingua italiana – che avviene nei Paesi di provenienza. Le persone destinatarie del progetto sono 300 cittadini provenienti da Libano, Etiopia e Costa d’Avorio, che verranno accolti in tre regioni italiane: Veneto, Lazio e Calabria.

“L’importanza di questo protocollo – ha spiegato il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo – è che si tratta di una via legale che si unisce ai corridoi umanitari e che nasce proprio da quell’esperienza fortemente positiva di accoglienza e di integrazione e che vuole aiutare il sistema-Paese nello sviluppo del mondo del lavoro, che in alcuni settori è in sofferenza”. Dunque, “unisce la domanda di tanti imprenditori con quella di tante persone dei Paesi extraeuropei che hanno bisogno di un futuro e di un lavoro e si mettono a disposizione”. Le professionalità che verranno formate riguardano qualifiche lavorative per cui esiste una carenza ormai strutturale sul mercato del lavoro, tale che le richieste dei datori di lavoro sono da tempo insoddisfatte. Fra di esse le professioni infermieristiche, nel settore turistico e nell’autotrasporto.
Il progetto non si esaurisce nella formazione e nell’avviamento al lavoro, ma crea le condizioni per uno stabile inserimento nella società italiana di persone straniere. Per questa ragione costituisce il necessario presupposto per attivare percorsi di integrazione che comprendono, con l’apprendimento linguistico, l’individuazione di stabili sistemazioni alloggiative e la realizzazione di ricongiungimenti familiari.

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Formazione cristiana

Card. Zuppi: “Apprezzamento e gratitudine” per i due bandi che disciplinano il reclutamento degli insegnanti di religione

foto Ministero dell'istruzione
31 Mag 2024

di Alberto Baviera

“Apprezzamento e gratitudine” vengono espressi dal presidente della Cei, card. Matteo Maria Zuppi, al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per la firma dei due bandi che disciplinano le procedure ordinarie per il reclutamento di insegnanti di religione cattolica (Irc) nella scuola dell’infanzia e primaria e nella scuola secondaria. La selezione si terrà a venti anni dalla prima, e finora unica, procedura bandita nel febbraio 2004 in attuazione della legge 186/03, che istituiva i ruoli per l’insegnamento della religione cattolica. “Si tratta dell’importante conclusione di un percorso di collaborazione costante e fruttuosa tra la Conferenza episcopale italiana e il ministero. Dopo l’Intesa siglata il 9 gennaio scorso, la firma dei bandi non è solo un atto formale ma rappresenta una volta di più il riconoscimento del valore degli insegnanti di religione nelle scuole del Paese, nell’ottica del dialogo e dell’approfondimento culturale”, afferma il presidente della Cei, rivolgendo il suo pensiero ai docenti che saranno impegnati nella selezione: “A tutti e a ciascuno l’augurio per il concorso insieme al ringraziamento per la passione, la competenza e la professionalità messi a servizio dei nostri bambini e ragazzi”.

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Eventi culturali in città

Venerdì 31 al MuDi, una giornata di studi sull’Irresistibile fascino del velo

30 Mag 2024

 Venerdì 31 maggio, dalle ore 16:30, al MuDi-Museo diocesano di Taranto, si svolgerà la giornata di studio dedicata al tema: L’irresistibile fascino del velo. Interpretazione e rappresentazione. 

Il velo inteso come materia, ma anche con la sua duplice funzione di coprire separando, e di celare attraendo, con il suo simbolismo cangiante con il mutare dei costumi e delle epoche e legato alle interpretazioni attribuite da differenti contesti culturali, sarà al centro della giornata di studi. Partendo dalle molteplici chiavi di lettura, da quella psicanalitica a quella semiologica, laica e cattolica, il velo scorrerà lungo le trattazioni affidate ad esperti nei vari settori, nel campo dell’arte e della mitologia antica, fino a rintracciarne il valore e il senso nell’attualità. 

Nel campo dell’arte l’impalpabile leggerezza del velo, la sua trasparenza, hanno da sempre messo alla prova le capacità tecniche ed espressive degli artisti figurativi. Gli scultori, la cui materia (il marmo, la pietra, la terracotta, il metallo) mal si concilia con le caratteristiche proprie del velo, hanno colto sin dall’antichità una vera e propria sfida nella rappresentazione delle figure velate, raggiungendo risultati di straordinaria efficacia, come nel famoso Cristo del Sammartino per la Cappella dei principi de Sangro di San Severo a Napoli. Ma quest’ultimo punto d’arrivo, noto in tutto il mondo, ha avuto l’avvio molti secoli addietro, riportandoci alla civiltà dell’antico Egitto, all’effetto “bagnato” di Fidia per le sculture del Partenone, fino alle terrecotte di Nicolò Dell’Arca del famoso gruppo del Compianto di Cristo, alle sculture del Bernini. 

La giornata di studio affronterà il tema del velo anche attraverso la letteratura, specie riguardo ai testi teatrali, e attraverso il cinema, là dove il velo è spesso una maschera dietro la quale i personaggi nascondono verità inconfessate, ma che il più delle volte, ma non sempre, saranno “svelate” dal finale. 

Interverranno: 

  • Giancarlo Magno, psicanalista docente di Psicologia delle religioni: Il velo e i suoi significati simbolici 
  • Augusto Ressa, architetto: Il velo nell’arte 
  • Don Francesco Simone, direttore del MuDi: Il velo nell’iconografia e nel simbolismo cristiano 
  • Stella Falzone, direttrice del MArTa: Capite velato: figure velate nelle collezioni del MArTa 
  • Paola Nitti, docente di storia della moda e del costume, Accademia di Belle Arti di Bari: Il velo in Occidente nella storia del costume e della moda femminile 
  • Barbara Gizzi, regista. Massimo Cimaglia, attore: Il teatro e la realtà velata 
  • Gemma Lanzo, critico cinematografico: Lo smascheramento nella produzione cinematografica 

Gli interventi saranno introdotti e moderati da Josè Minervini. 

Ingresso libero fino ad esaurimento posti. 

Per info: museodiocesanotaranto@gmail.com

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Morti sul lavoro

Lunedì 3 giugno, a Grottaglie, si celebra la Giornata della Memoria

In ricordo delle vittime del lavoro, del dovere e del volontariato

30 Mag 2024

Lunedì 3 giugno, alle ore 10:30, nel cimitero comunale di Grottaglie (Zona nuova), si terrà la Giornata della Memoria in ricordo delle vittime del lavoro, del dovere e del volontariato. Un momento solenne, organizzato dal Comitato 12 giugno, dai Maestri del Lavoro dei Consolati provinciali e dal Comune di Grottaglie, per commemorare i cittadini e le cittadine che hanno perso la vita sul lavoro.
“Ricordare le vittime del lavoro, del dovere e del volontariato è un dovere morale e civile che ci impone di non dimenticare mai il sacrificio di chi ha perso la vita lavorando”, afferma il sindaco di Grottaglie, Ciro D’Alò. “È anche un’occasione importante per riflettere sull’importanza della sicurezza sui luoghi di lavoro e per sensibilizzare le nuove generazioni sui rischi e sui pericoli che si possono correre. Solo attraverso una costante opera di prevenzione e formazione possiamo evitare che simili tragedie si ripetano”.
Il Comitato 12 giugno, nato a Taranto nel 2003 in seguito al tragico incidente all’Ilva costato la vita a due operai, e i Maestri del Lavoro pugliesi sono da sempre impegnati nel tenere viva l’attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. A tal fine, hanno promosso la realizzazione di monumenti in memoria delle vittime in diverse città pugliesi, tra cui Grottaglie, e organizzano regolarmente eventi e iniziative di sensibilizzazione.
La cerimonia di Grottaglie sarà caratterizzata da un momento di raccoglimento in memoria delle vittime, con la deposizione di una corona d’alloro al monumento a loro dedicato. Seguirà un intervento del Sindaco D’Alò, don Eligio Grimaldi e dei rappresentanti del Comitato 12 giugno e dei Maestri del lavoro.
La partecipazione alla Giornata della Memoria è aperta a tutta la cittadinanza. Un’attenzione particolare è stata riservata alla presenza degli studenti degli istituti scolastici cittadini. Un segno tangibile dell’impegno a trasmettere alle nuove generazioni la cultura della sicurezza e della prevenzione, affinché tragedie come quelle ricordate durante la Giornata della Memoria non abbiano mai più a ripetersi.
La Giornata della Memoria è un monito a non dimenticare le vittime del lavoro, del dovere e del volontariato. Un invito a riflettere sulla necessità di garantire la sicurezza in tutti i luoghi di lavoro e a promuovere una cultura della prevenzione che coinvolga tutti, dalle istituzioni alle aziende, dai lavoratori alle nuove generazioni.

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Stagione teatrale

Presentata la stagione teatrale 2024-25 del Comune di Taranto

In collaborazione con il Teatro pubblico pugliese

30 Mag 2024

Una nuova stagione teatrale caratterizzata da una ricca programmazione e dalla presenza di grandi protagonisti del mondo dello spettacolo. Una nuova Stagione che conferma come la “città dei due mari” sia ormai una punta di diamante dell’offerta culturale del Teatro pubblico pugliese in un territorio sempre più coinvolto nel processo di cambiamento e di rigenerazione sociale avviato dall’amministrazione guidata dal sindaco Rinaldo Melucci.

Come illustrato nel corso della conferenza stampa di presentazione tenuta nel Teatro comunale Fusco, proprio dove, a partire dal prossimo mese di novembre, andranno in scena opere e testi di celebri autori, Taranto ospiterà, fra gli altri, attori del calibro di Michele Placido, Massimiliano Gallo, Vanessa Gravina, Francesco Pannofino, Neri Marcorè, Ambra Angiolini, artisti come Peppe Barra e come la divulgatrice scientifica Gabriella Greison. Grandissime presenze che valorizzano il grande lavoro portato avanti per garantire anche per il 2024/2025 serate e spettacoli di alto livello. Ed è proprio per questo che la nuova stagione teatrale è da considerarsi “una sfida vinta”, come ha tenuto a sottolineare il sindaco Rinaldo Melucci nel corso dell’incontro con i giornalisti. “Che questa città avesse la capacità, l’autorevolezza di mantenere un teatro comunale non era scontato, soprattutto alla luce di qualche decennio di complicazione della storia culturale della nostra comunità a causa di un serio contesto di crisi economica. Però, nonostante difficoltà oggettive e badando all’equilibrio dei conti, tema non banale per la pubblica amministrazione, siamo riusciti a fare in modo che il Fusco non fosse soltanto un teatro comunale con una sua offerta stabile molto varia e prestigiosa, ma divenisse anche la punta di diamante della programmazione annuale del Teatro pubblico pugliese.”

Grazie al lavoro e all’impegno di chi ci ha creduto -ha aggiunto il primo cittadino-, e a questo proposito voglio ringraziare Paolo Ponzio, presidente del Tpp, il suo staff, Michelangelo Busco, direttore del Fusco, e l’assessore Lussoso, il nostro Teatro adesso è un luogo che fa registrare “sold out”, che ha fra i suoi spettatori non solo i cittadini di Taranto, ma anche visitatori che arrivano da altre province pugliesi e da fuori Regione a testimonianza che intorno al tema della cultura si possono amplificare anche ricadute economiche a vantaggio della comunità. Ringrazio tutti coloro che si sono impegnati per raggiungere questo traguardo perché i grandi progetti si affermano, le scommesse ed i problemi si affrontano e si superano quando ci sono persone che hanno la competenza, la passione ed entrano in sintonia con le difficoltà del territorio. Un’ultima annotazione: mi piace ricordare che prima di questa Amministrazione tutto questo non c’era. Se oggi c’è il Tpp che ci crede, il Teatro Fusco che lavora per bene, è perché abbiamo portato una certa visione delle cose in città, abbiamo creato un certo clima di squadra in barba a chi dice che il nostro progetto è naufragato. Invece, come dimostrano i fatti, il nostro progetto è vivo e vegeto, va avanti e continua a registrare grandi risultati. Lo ripeto: la nostra è una sfida vinta.

Il lavoro e l’impegno pagano sempre. Un concetto ribadito anche dall’assessore comunale alla Cultura, Angelica Lussoso. “Come ha affermato il sindaco, salire sul treno in corsa non è stato semplice. Ma se ci sono riuscita è grazie a tutta la squadra del Teatro pubblico pugliese e al teatro Fusco che mi hanno fatto entrare nell’organizzazione senza gradi impedimenti. Per me poter essere presente come parte politica di questo progetto culturale, che già dal 2018 va avanti nella nostra città con dei risultati eccezionali, non può che essere un onore. Per quanto riguarda la novità di quest’anno, la Stagione prevederà la terza replica che rappresenta un’opportunità che si vuole dare a tutti i cittadini e a tutti coloro che vengono da fuori città per usufruire nel nostro Teatro. Anche guardando al futuro, in prospettiva, noi vorremmo raddoppiare l’esperienza del teatro comunale Fusco e quindi mi ricollego al progetto dei “BaC-Parco della Musica”, dove sono in corso in lavori di restauro di quello che sarà il secondo teatro comunale. A partire all’anno prossimo, avremo, quindi, la possibilità di duplicare l’offerta culturale del Teatro pubblico variando anche sul genere della programmazione. Questo conferma che si tratta di un lavoro in continua crescita, che non si ferma e che porterà tantissime soddisfazioni sul nostro territorio”.

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Violenza sessuale sui bambini

Abusi su minori: la Chiesa è dalla parte dei più piccoli

foto Ansa-Sir
30 Mag 2024

di M. Elisabetta Gramolini

Una botola che immette in uno scenario spaventoso, non solo per la crudeltà dei reati, ma perché a soffrire sono i bambini, a volte, persino i neonati. Il tema degli abusi sui minori necessita di attenzione da parte di ogni attore della società: ciascuno infatti può avere davanti agli occhi i segnali che permettono di salvare le vittime. Sui passi compiuti nella lotta alla piaga, si è parlato a Roma, al convegno “Abusi sui minori. Una lettura del contesto italiano (2001-2021)”, promosso dalla Conferenza episcopale italiana e dall’ambasciata d’Italia nella Santa Sede.
I numeri sono impressionanti: nel mondo, secondo l’indagine Childlight, pubblicata dall’Università di Edimburgo a maggio di quest’anno, sono 300 milioni i bambini vittime di abusi sessuali online e di sfruttamento. In particolare, un bambino su otto a livello globale è stato vittima di acquisizione, condivisione di immagini e video di natura sessuale negli ultimi dodici mesi.
Di fronte a questo scenario, la Chiesa non si volta dall’altra parte. Nel 2019 la Cei ha pubblicato delle linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Da allora, sono stati aperti centri di ascolto e attivati i servizi diocesani. “Ci siamo impegnati a cercare il bene dei piccoli, in un clima di dialogo e stima verso tutti i soggetti vivi della società civile”, spiega monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei. “La persona – sottolinea – è libera di rivolgersi alla Chiesa e allo Stato o solo alla Chiesa o allo Stato. Nelle linee guida abbiamo scritto che c’è un impegno nostro a segnalare, una volta fatte le prime indagini, per dialogare con l’autorità giudiziaria. Quando c’è l’evidenza di un pericolo imminente lo facciamo senz’altro”. “Se l’indagine previa – aggiunge – verifica la fondatezza dell’accusa, c’è un dovere morale di riferirci all’autorità giudiziaria, tranne che non ci siano evidenti ragioni per cui una persona adulta si opponga a questo. Se invece, constatiamo che vi è un pericolo imminente o una situazione in corso, nelle linee guida, ci siamo impegnati a ricorrere all’autorità giudiziaria per segnalare il caso”. Il segretario della Cei sottolinea inoltre che lo sforzo della Chiesa è orientato all’emersione degli abusi attraverso “un clima di fiducia”, una fiducia che “dipende dalla diffusione – precisa – di una cultura che ci stiamo impegnando a fare, creando luoghi di emersione tramite incontri e seminari”.
A sottolineare il ruolo della Chiesa nel percorso culturale e sociale del nostro Paese contro il genere di delitti, è Ketty Vaccaro, responsabile del settore salute e welfare del Censis. In base ai dati Istat, in Italia nel 2022, i minori vittime sono stati 5mila, di cui 2500 per reati sessuali, cresciuti del 23% rispetto alla rilevazione del 2007. “Sono comunque numeri piccoli – critica Vaccaro – rispetto all’entità del fenomeno”. C’è poi una specificità di genere che si riscontra nei reati sessuali perché l’83% delle vittime è di sesso femminile. Al contrario, le vittime con meno di 14 anni sono soprattutto i maschi mentre, sopra i 14 anni, la quota femminile è più alta. “Ciò segnala – commenta Vaccaro – che dal punto di vista sociologico l’oggettivazione dei bambini maschi è più forte sotto questa soglia”.
Negli ultimi anni, l’esplosione della diffusione di internet ha prodotto delle conseguenze; nel 2022 secondo l’Istat, la quota degli utenti dai 6 anni in su è del 78,5%. “Questo – suggerisce l’esperta – è un elemento sentinella che deve farci allarmare, è chiaro che sono più esposti a tutti i rischi”.
Anche nello sport, il fenomeno è rilevante e si è iniziato a prendere provvedimenti per permettere alle vittime di denunciare. Ciò che emerge però è solo la punta dell’iceberg. “Nel 2021 – rammenta l’avvocato Fabrizio Cacace – il legislatore ha imposto il certificato penale per coloro che entrano in contatto con i minori nel mondo dello sport. Nel 2018, il fenomeno era in aumento, stessa cosa nel 2019. Nel 2020 e 2021 sono diminuiti i casi grazie alla mancanza di contatti per colpa del Covid-19, ma nel 2022 il numero è salito del 122% e nel 2023 dell’80%. Il primo sport ad avere più segnalazioni, è la scherma, seguito dagli sport equestri. Quando ho cominciato a interessarmi del problema, come procuratore federale, ho cominciato a vedere, ascoltando le vittime. Il problema più serio deriva dalla comunità che non vede o non vuole vedere. La prevalenza degli abusi – rileva – avviene negli sport agonistici perché danno maggiore possibilità di isolamento”.
A descrivere l’azione svolta dalla Chiesa è poi monsignor Luis Manuel Ali Herrera, neo segretario Pontificia Commissione tutela minori. “Voglio sottolineare – afferma – l’importanza di continuare a lavorare insieme. Insieme possiamo promuovere ulteriormente la cultura della tutela in tutto il territorio, in modo che le vittime possano riacquistare la fiducia perduta e sentirsi libere di denunciare quanto loro accaduto senza la paura di non essere ascoltati”.
Un’altra testimonianza è portata da monsignor John Joseph Kennedy, segretario della sezione disciplinare del Dicastero per la dottrina della fede. “I nostri casi – spiega, a proposito dell’attività svolta nella sezione – appartengono alla condizione e alla fragilità umana. Per me, ogni caso è urgente e la nostra sfida è di iniziare bene ogni caso e concluderlo in breve tempo. Ho provato in questi anni a capire che cosa spinge una persona a compiere questi delitti e non sono ancora arrivato ad una risposta adeguata. Il nostro lavoro è di aiutare il Santo Padre nella sua missione universale e di essere uno strumento nelle sue mani”.
Dal punto di vista di chi svolge le indagini sui reati, arriva l’invito a far crescere la consapevolezza nell’opinione pubblica riguardo agli abusi. Solo nel 2023, il Centro nazionale per contrasto alla pedopornografia online della Polizia di Stato ha trattato 2702 casi, indagato 1239 persone, condotto 927 perquisizioni e messo in black list 2739 siti. “I numeri – osserva Barbara Strappato, dirigente della Polizia postale – ci dicono che si denuncia di più rispetto a prima e che l’attività di repressione funziona e che gli autori dei reati sono più giovani (meno di 50 anni) e vittime sempre più giovani”. Ai genitori, in particolare, la dirigente della Polizia postale chiede di non pubblicare filmati e foto dei minori sui social che potrebbero essere modificate dall’intelligenza artificiale per altri scopi illeciti e di evitare l’accesso ai social prima dei 14 anni, così come stabilito dalle norme.
Da pioniere della lotta alla pedopornografia on line, don Fortunato Di Noto, fondatore della associazione Meter nata 33 anni fa, lancia la necessità di rivedere i sistemi di contrasto. “Le società di informatica potrebbero fornire alle forze di polizia l’individuazione dei soggetti che divulgano i contenuti pedopornografici, così come potrebbero individuare i bambini vittime”. La sfida alla pedopornografia “non è un gioco”, sottolinea ancora. “Solo in Europa abbiamo 19 milioni di abusi. Se lo dice un prete, viene criticato, sebbene i numeri siano quelli. C’è una diffusa diffidenza sociale. Per tutta la mia vita ho denunciato anche i preti che si sono macchiati di questi reati. Evidentemente bisogna creare una coscienza collettiva perché, ancora oggi, di fronte a questi numeri, c’è qualcuno che fa negazionismo”.
Al termine del convegno, Chiara Griffini, psicologa forense, neo presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori della Cei, ha presentato una ricerca, che partirà a breve e terminerà a fine 2015, per conoscere, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, i crimini, le vittime e la reazione della Chiesa ai casi.

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migrazioni

Patto Ue migrazione e asilo, Refugees Welcome Italia: “Momento buio per l’Europa e per lo stato di diritto”

foto Ansa/Sir
30 Mag 2024

di Alberto Baviera

“L’approvazione del Patto migrazione e asilo è un momento buio per l’Europa e per lo stato di diritto. Il sostanziale svuotamento del diritto di asilo segna un punto di non ritorno, dando vita ad un sistema di abusi e sofferenza che lascia irrisolte le questioni di fondo”. Lo ha affermato Sara Consolato di Refugees Welcome Italia commentando il via libera dato dal Parlamento europeo al provvedimento. “I Paesi europei alle frontiere – ha aggiunto – rischiano di diventare dei grandi centri di detenzione per persone che non hanno commesso nessun reato, se non quello di cercare protezione e una vita migliore”. “Avremmo voluto una politica europea in materia di migrazione in grado di promuovere la solidarietà fra gli Stati membri e verso chi arriva in Europa”, ha sottolineato Consolato, per la quale “in questa nuova legislazione non c’è nulla di tutto questo. C’è solo il tradimento dei valori fondanti dell’Unione europea”.
Secondo Refugees Welcome Italia, “l’accordo è l’ennesima riproposizione di un approccio securitario da ‘fortezza Europa’ che ha ampiamente dimostrato di essere fallimentare. Invece di introdurre soluzioni in grado di garantire una maggiore protezione alle persone in fuga da conflitti e persecuzioni, questo patto dà vita ad un sistema disumano, costoso e inefficace, che lascia irrisolte le questioni critiche, con un impatto devastante sui diritti umani. Il nuovo Patto prevede infatti l’uso generalizzato di procedure accelerate, sommarie, fondate sulla provenienza geografica e non sulla storia individuale delle persone, aumentando il rischio di un esame approssimativo delle richieste di asilo e di respingimenti. Molte di queste procedure si svolgeranno alle frontiere, in un regime di detenzione. Migliaia di persone, incluse famiglie con minori, rischiano di essere trattenute in quelli che sono di fatto centri di detenzione situati nei pressi dei confini dei Paesi membri”. Refugees Welcome Italia mette in evidenzia più di una critica: l’espansione della controversa nozione di “Paese terzo sicuro”, il Regolamento di Dublino che non viene modificato rimanendo in vigore il principio secondo cui il primo Paese di arrivo è quello responsabile di esaminare le richieste di asilo, il Patto è particolarmente oneroso per gli Stati di frontiere, come l’Italia.

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Popolo in festa

Le celebrazioni alla rettoria di Santa Maria di Talsano per la festa della Visitazione di Maria a Sant’Elisabetta

30 Mag 2024

di Angelo Diofano

“Ritorna la festa liturgica della Visitazione di Maria a Sant Elisabetta, da cui deriva la festa della Madonna delle Grazie, titolo con il quale Talsano onora da secoli la sua protettrice. Siamo tutti invitati a venerarLa nel suo luogo, Tazzano, dove è nata la fede di tutta Talsano”: così mons. Antonio Caforio, rettore di Santa Maria di Talsano, invita alle celebrazioni che si terranno nella bella chiesetta alla periferia del quartiere.

Stasera, giovedì 30, alle ore 18.30 ci sarà la santa messa vigiliare cui seguirà il corteo processionale con la statua della Madonna verso la masseria Gravame, dove saranno celebrati i primi vespri.

Venerdì 31, alle ore 9, avrà luogo l’omaggio della scuola primaria ‘Sovito Quarto’ con la consacrazione dei bimbi; alle ore 19 la celebrazione eucaristica sarà presieduta da don Lucangelo De Cantis, parroco alla Sant’Egidio. A seguire, si snoderà la fiaccolata mariana.

Narra lo studioso di storia talsanese Angelo Laliscia che la chiesa fu edificata da un gruppo di monaci d’origine greca dell’ordine di San Basilio, i basiliani, nei pressi dell’attuale cimitero. Tale zona era detta allora “Talassano” (termine greco indicante una zona paludosa vicina al mare) che anticamente tramite la Salina Grande era collegata al Mar piccolo. Intorno a questo insediamento sorsero le prime case, dando vita ad un piccolo villaggio che prese il nome dalla zona e cioè Talsano. Verso il 1400 vi si contavano più di duecento abitanti.
Nel 1845 la chiesetta fu ampliata e restaurata, così come la vediamo attualmente, per volere del Re di Napoli Ferdinando II, come attesta una lapida murata all’interno. I lavori comportarono una spesa di 1.138 ducati. Caratterizzata da un bel campanile a vela, a muro traforato, con le campane ben visibili, la chiesa intitolata a Santa Maria di Talsano nel 1792 divenne parrocchia con bolla dell’arcivescovo mons. Giuseppe Capecelatro. Attualmente la Santa Maria di Talsano non è più parrocchia ma rettoria, affidata alle cure di mons. Antonio Caforio.

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Popolo in festa

La “Festa del Baglio” in onore di Sant’Egidio

Nel ricordo della canonizzazione avvenuta il 2 giugno del 1996

30 Mag 2024

di Angelo Diofano

Nel 28.mo anniversario dalla canonizzazione, avvenuta il 2 giugno 1996 in piazza San Pietro, solenni celebrazioni in onore Sant’Egidio si svolgono a cura dei frati francescani minori della parrocchia-convento di San Pasquale. Si tratta della cosiddetta “Festa del Baglio”, uno dei quattro pittaggi in cui era suddivisa la città vecchia, dove appunto nacque l’umile fraticello (pendio La Riccia).
Le celebrazioni del triduo (29-30-31 maggio) prevedono alle ore 19 il rosario e alle ore 19.30 la santa messa.
Giovedì 30 maggio, alle ore 20, si terrà l’inaugurazione della rassegna di mostre d’arte dal titolo ‘Natura con arte’.
Sabato 1 giugno, alle ore 18.30 uscirà la processione accompagnata dalle realtà parrocchiali e dalla confraternita intitolata al santo che, dopo aver attraversato il ponte girevole, giungerà alla piazzetta Sant’Egidio. Qui alle ore 19.30 celebrerà la santa messa il ministro provinciale fra Alessandro Mastromarino, ministro provinciale dei frati minori della provincia di San Michele Arcangelo.
Al termine della celebrazione, il rientro della processione, che sarà animata dalla banda “Città di Crispiano” diretta dal maestro Franco Bolognino.
Durante i festeggiamenti sarà possibile la visita alla casa natale del santo.

La vita di Sant’Egidio

Frate Egidio (al secolo Francesco Antonio Domenico Pasquale Pontillo) nacque al pendio La Riccia il 16 novembre del 1729. A23 anni egli entrò nel convento di San Pasquale, curando con grande responsabilità il giardino conventuale che si estendeva fino alle sponde di Mar piccolo. Dopo una serie di tappe intermedie il fraticello approdò a quello di San Pasquale a Chiaia, a Napoli. Frate Egidio fu uomo di pace, di conforto e di carità. Molti lo definiscono anche il santo dell’ascolto perché offriva volentieri la sua compassione alla gente, a qualunque ceto appartenesse: ogni uomo nel dolore, in fin dei conti, è povero. Il suo esempio si impone anche ai giorni nostri, dove dilaga un individualismo che genera solitudine per l’incapacità generalizzata di comprendere e porsi all’ascolto dell’altro.

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