Diseguaglianze territoriali

Autonomia differenziata, Cei: “Progetto di legge rischia di minare la solidarietà tra le diverse regioni”

foto Cristian Gennari-Siciliani/Sir
28 Mag 2024

“Il progetto di legge con cui vengono precisate le condizioni per l’attivazione dell’autonomia differenziata – prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione – rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni, che è presidio al principio di unità della Repubblica”. È il monito della Cei, nella nota sull’autonomia differenziata. “Tale rischio non può essere sottovalutato, in particolare alla luce delle disuguaglianze già esistenti, specialmente nel campo della tutela della salute, cui è dedicata larga parte delle risorse spettanti alle Regioni e che suscita apprensione in quanto inadeguato alle attese dei cittadini sia per i tempi sia per le modalità di erogazione dei servizi”, il grido d’allarme dei vescovi italiani, che spiegano: “Da sempre ci sta a cuore il benessere di ogni persona, delle comunità, dell’intero Paese, mentre ci preoccupa qualsiasi tentativo di accentuare gli squilibri già esistenti tra territori, tra aree metropolitane e interne, tra centri e periferie”.

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Parlamento europeo

Verso le elezioni europee: presentato il decalogo di Retinopera per un’Europa dai valori cristiani

28 Mag 2024

di Marco Calvarese

Presentato lunedì 27 mattina a Roma, nello spazio Esperienza Europa – David Sassoli, il decalogo realizzato da Retinopera che, in vista delle prossime elezioni per il Parlamento europeo (in programma dal 6 al 9 giugno in tutta Europa, in Italia 8 e 9 giugno), vuole dare concretezza ai principi e ai contenuti della Dottrina sociale della Chiesa, sottolineando quanto già attuato dalle associazioni aderenti. “Le radici cristiane rimangono il fondamento d’Europa e il chiaro riferimento al fine di superare le criticità che vanno storicizzandosi come il contrasto tra i benefici ottenuti (materiali, sociali, ecologici e politici) e le forme di esclusione presenti (povertà, disuguaglianza, perdita di fiducia)”.

foto Calvarese/Sir

Sono queste le motivazioni del documento presentato da Sonia Collicelli e Giafranco Cattai di Retinopera, partendo dal primo punto “Un’Europa per la pace” che deve essere una priorità, operando contro la guerra, prendendo in esame la Campagna ministero della Pace, che fa riferimento alla proposta europea del commissario per la pace, bloccatasi nella fase iniziale. “Un’Europa dei diritti umani”, il secondo punto che potrebbe ispirarsi al progetto “L’Italia sono anch’io”, la campagna promossa da 22 associazioni per riportare il tema della cittadinanza all’attenzione dell’opinione pubblica e al centro del dibattito politico. “Un’Europa solidale e accogliente” al terzo punto, quindi non solo i Corridoi umanitari già conosciuti ma anche l’altra proposta della Comunità di Sant’Egidio con i Corridoi lavorativi, oltre che la Campagna 070 con capofila Focsiv, Aoi, Cini e Link 2007, con il patrocinio di Asvis, Caritas italiana, Forum nazionale del Terzo settore e Missio. Per il quarto punto “Un’Europa della cultura”, il riferimento è al progetto “Questo è il mio corpo” della Comunità Giovanni XXIII contro la tratta delle donne. “Un’Europa del lavoro per tutti” che disegni nuovi modelli economici, come spiegato nel Manifesto di Assisi “Un’economia a misura d’uomo”.

foto Calvarese/Sir

Per il sesto punto viene proposta “Un’Europa democratica e partecipativa”, con l’intenzione di far capire quanto sarebbe importante una partecipazione più attiva del mondo associazionistico per il quale si auspica maggiore ascolto da parte del Parlamento europeo, come presentato nel volume scritto a più mani “Piano B. Uno spartito per rigenerare l’Italia”. Il settimo punto del decalogo è “Un’Europa per la natalità”, per cercare di affrontare la situazione allarmante presentata dall’Ucid che, entro il 2030, prevede 1,5 milioni di lavoratori in meno e quindi il sistema pensionistico al collasso. “Un’Europa dello sviluppo sostenibile”, l’argomento dell’ottavo punto per chiedere maggiori investimenti per quanto riguarda il green deal, restato troppo indietro per Retinopera che propone come progetto virtuoso “Abbiamo riso per una cosa seria” promosso da Coldiretti e Focsiv. “Un’Europa del Terzo Settore e dell’associazionismo” al nono punto, evidenziando come l’Italia sia il paese con il patrimonio più alto in questo senso, esempio quindi di gratuità per favorire lo sviluppo di reti, aggregazioni e cooperazioni tra associazioni, enti ed espressioni della società civile. L’ultimo punto del decalogo riassume in un certo senso tutti i precedenti, “Un’Europa per il bene comune”, che pone l’attenzione sull’operato di tutte le realtà di Retinopera, per fare cultura su uno stile di vita dai valori altruistici ed inclusivi.

 

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Eventi culturali in provincia

Santuario della Madonna della Camera: giovedì 30 incontro a Roccaforzata

28 Mag 2024

di Angelo Diofano

Giovedì 30 maggio alle ore 19.30, dopo la santa messa, la parrocchia Santissima Trinità di Roccaforzata in collaborazione con Anspi, Proloco Roccaforzata e Unimri (Unione nazionale insigniti Ordine al merito della Repubblica italiana) terrà una conferenza sulle emergenze storico-artistiche del Santuario della Madonna della Camera.

L’incontro verterà, in particolare, sulle ricerche e studi fatti dalla dott.ssa Francesca Talò e pubblicati nel libro ‘L’antica chiesa di Mennano in agro di Taranto oggi Santuario della Madonna della Camera’ (Edizioni Del Grifo).

Presentati dal parroco don Giuseppe Mandrillo, interverranno la prof.ssa Vincenza Musardo Talò, della Società di Storia Patria per la Puglia, sul tema ‘L’antica chiesa bizantina della Madonna della Camera’; don Francesco Simone, direttore dell’ufficio Beni culturali ecclesiastici, su ‘Il valore dei beni culturali ecclesiastici’; la dott.ssa Maria Di Capua, restauratrice, su “Aspetti conservativi del dipinto murale raffigurante la Madonna con il Bambino”

Le conclusioni saranno affidate a papas Nik Pace della Chiesa cattolica di rito greco-bizantino San Nicola di Mira in Lecce.

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Eventi culturali in provincia

Martina Franca: Martedì culturale e tredicina a Sant’Antonio

28 Mag 2024

di Angelo Diofano

Per i ‘Martedì culturali’ della parrocchia Sant’Antonio di Martina Franca, questa sera, 28 maggio, alle ore 20, appuntamento con il concerto di musica sacra del repertorio tradizionale dal titolo “Jesu dulcis memoria’ eseguito dall’organista Paolo Palazzo che accompagnerà la cantante Maria Rosaria Bucci. La serata, che sarà presentata dal parroco don Mimmo Sergio, prevede anche la consegna di riconoscimenti , a nome della comunità, ad alcuni collaboratori parrocchiali distintesi per il loro lavoro proficuo e silenzioso.

L’iniziativa è stata organizzata  a conclusione del mese di maggio, tradizionalmente legato alla Madonna. e quale prologo ai festeggiamenti in onore di Sant’Antonio da Padova, la cui statua processionale sarà solennemente intronizzata in chiesa giovedì 30.

Quindi dal 31 maggio al 12 giugno inizierà la tredicina in onore del santo la cui predicazione sarà affidata ai frati francescani Fabio Paciello e Gianluca Catapano (convento Mater Ecclesiae di Bari), Mimmo Nigro (convento Santa Maria delle Grazie di Leverano) e Pietro Gallone (convento San Lorenzo da Brindisi di Taranto) con sante messe alle ore 9 e 19.30, dal lunedì al sabato; alle ore 9-12-19, domenica 2 giugno; alle ore 9-12-19-20, domenica 9 giugno.

La preghiera della tredicina avverrà anche in modo itinerante, alle ore 21, nei seguenti siti del territorio parrocchiale: piazza Umberto I (31 maggio), via Archita 45 (1 giugno), via Volta 1 (3 giugno), via Pitagora 9 (4 giugno), viale Europa 42 (5 giugno), via Brigata Regina 32 (6 giugno), via Corridoni 23 (7 giugno), via Magna Grecia 7 (9 giugno), via Oberdan 3 (10 giugno), via Berardo Leone 1 (11 giugno), corso Messapia 33 (12 giugno).

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Popolo in festa

Festa patronale al quartiere Paolo VI

foto ND- G. Leva
28 Mag 2024

di Angelo Diofano

A cura della parrocchia di Santa Maria del Galeso, in collaborazione con l’Anspi, da mercoledì 29 si svolgono al quartiere Paolo VI i festeggiamenti in onore della titolare e di San Paolo VI.

Le festa costituisce occasione per un consuntivo dell’anno pastorale che va concludendosi. “Nelle catechesi parrocchiali – dice il parroco don Salvatore Magazzino, che nel suo ministero è affiancato da don Saverio Calabrese – abbiamo preso spunto dalla frase di Gesù nei confronti di vari personaggi biblici (soprattutto Lazzaro), ‘Vieni fuori’, per illustrare i vari casi di buio e di morte dai quali Nostro Signore con i suoi insegnamenti ci fa venir fuori. Molte soddisfazioni ci giungono anche dalle attività dell’oratorio, con molti frequentanti, e da quelle dei vari laboratori, con i quali coinvolgiamo anche gli anziani. Molti inoltre sono i parrocchiani che partecipano il lunedì sera alle adorazioni eucaristiche in cui preghiamo per gli ammalati che ci vengono segnalati e soprattutto per i bambini. Infine siamo impegnati a far conoscere la figura e l’insegnamento di Paolo VI, essendo l’unico quartiere in Italia che gli è dedicato”.

Le iniziative esterne avranno luogo nell’ampio cortile parrocchiale (dopo la santa messa delle ore 19). “S’inizierà mercoledì 29 con una “serata speciale” in cui saranno protagonisti gli alunni dell’istituto comprensivo ‘Pirandello’ con cui la parrocchia ha instaurato una proficua collaborazione, mettendo innanzitutto a disposizione i propri spazi (data la mancanza di una palestra scolastica) per le lezioni di educazione fisica “ – specifica don Salvatore.

Il programma prevede per giovedì 30, alle ore 20 l’esibizione della Fanfara di Presidio del Comando Marittimo Sud diretta dal maestro Michele Di Sabatoe per venerdì 31 sempre alle ore 20, una serata dance con le scuole di ballo.

Sabato 1 giugno alle ore 18 presiederà l’Eucarestia padre Nicola Ventriglia, degli Oblati di Maria Immacolata, coordinatore dei cappellani del santuario di Nostra Signora di Lourdes, già parroco alla Santa Maria del Galeso.
Al termine, accompagnata dalla banda di Crispiano, muoverà la processione con le immagini della Madonna del Galeso e di San Paolo VI per via Sommovigo, via Buozzi, via della Tecnica, via dell’Artigianato, del Commercio, via dell’Agricoltura, via Buozzi, piazza Di Vittorio.

Al rientro, alle ore 20.30, il Gruppo Teatro San Giuseppe metterà in scena la commedia dialettale ‘’U mbruegghie uaste, ‘u giuste aggiuste’ di Antonio Solito.

Infine domenica 2 giugno, solennità del Corpus Domini e festa della Madonna del Galeso e di San Paolo VI, sante messe saranno celebrate alle ore 8.30  alle ore 10.30; a conclusione di quest’ultima ci sarà una festa per i bambini con aperitivo per e famiglie.

Eretta nel 1960, la parrocchia divenne operativa con la piena attività del centro siderurgico. Gran parte delle famiglie che vennero a risiedervi aveva almeno un componente che lavorava al centro siderurgico; in breve si raggiunsero circa cinquemila abitanti, con grande fermento di attività culturali grazie alla parrocchia e all’ex Circolo Italsider. Con il passare degli anni e il declino del “gigante d’acciaio” la popolazione del rione ha subito una diminuzione con la partenza per le città di origine di tanti abitanti una volta in pensione.

Sin dagli inizi la “Santa Maria del Galeso” fu affidata dall’arcivescovo mons. Guglielmo Motolese agli Oblati di Maria Immacolata, giunti nel novembre del 1968, due anni dopo l’inaugurazione del primo lotto del quartiere Paolo VI. Nel 2017 i superiori, a causa della diminuzione delle vocazioni,  decisero di destinare i religiosi prevalentemente alle missioni, che costituiscono, in definitiva, la finalità essenziale degli Oblati. Non si è mai offuscato, però, il ricordo dei parroci che vi si sono succeduti (padri Renato Ciccone, Peppino Palumbo, Nicola Ventriglia, Ermanno Pezzotta, Nicola Parretta, fra gli altri) con i quali, nonostante il tempo trascorso e la grande distanza dalle terre di missione, i ‘paolosestini’ hanno mantenuto una bella amicizia.

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Eventi religiosi in diocesi

Martina Franca, le Quarantore in preparazione al Corpus Domini

27 Mag 2024

di Angelo Diofano

A Martina Franca, in preparazione al Corpus Domini, da mercoledì 29 a venerdì 31 maggio si terranno nella basilica di San Martino le solenni Quarantore.

Il programma di mercoledì 29 e giovedì 30 prevede: alle ore 8 le lodi, la santa messa e l’adorazione eucaristica; alle ore 16.30, adorazione eucaristica e il santo rosario e alle ore 19 la santa messa: mercoledì 29 sarà presieduta da don Marco Peluso (con omelia su ‘Eucarestia, sacramento che perpetua il sacrificio della croce’ e giovedì 30 da don Marcello Lacarbonara (con omelia su ‘Eucarestia, dimora di Dio con gli uomini’).

Venerdì 31, alle ore 8 ci saranno le lodi e la santa messa e alle ore 19 l’adorazione eucaristica, il santo rosario e la santa messa presieduta da mons. Marco Morrone, con omelia su ‘Eucaristia, rimedio delle nostre quotidiane infermità’.

Domenica 2 giugno, solennità del Corpus Domini, sante messe si terranno alle ora 8.30 e alle ore 11; alle ore 19, celebrazione eucaristica e, al termine, la processione con il Santissimo Sacramento per le vie cittadine che si concluderà sulla scalinata della basilica con la solenne benedizione.

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Popolo in festa

Giovedì 30, processione del Corpus Domini al Paolo VI

ph ND
27 Mag 2024

di Angelo Diofano

Al quartiere Paolo VI la solennità del Corpus Domini è tornata a essere festeggiata (a cura della parrocchia cui è intitolata) il giovedì prossimo ai sessanta giorni dopo la Pasqua, come si faceva una volta in tutt’Italia e come si è fatto ai primi anni dalla nascita della comunità parrocchiale.

“La festa in tali modalità è stata ripristinata lo scorso anno, con il permesso dell’arcivescovo, per mantenere vivo il senso di appartenenza del popolo di Dio alla parrocchia, riscuotendo entusiasta risposta della comunità – spiega il parroco don Marco Salustri –. E giovedì 30 maggio porteremo ancora una volta il Santissimo Sacramento in processione per le nostre strade, percorrendo un itinerario diverso rispetto alla volta precedente, interessando cioè le vie del comprensorio Leone, dietro il distributore della Tamoil. E così faremo ogni anno, per un maggior coinvolgimento di tutto il quartiere. Accompagneremo Gesù Eucarestia assieme alla confraternita dell’Addolorata in abito di rito e ai Cavalieri Templari, con i canti della Comunità Maria e dei gruppi del Cammino neocatecumenale; non mancheranno, come accade in queste occasioni, i bambini delle prime comunioni. E al rientro vivremo tutti insieme un momento di convivialità”.

Le celebrazioni in preparazione vedranno ogni sera, alle ore 19, la santa messa con predicazione dei diaconi prossimi all’ordinazione: lunedì 27 ci sarà don Stefano Manente (al termine, come ogni lunedì alle 20, ci sarà l’Ora di Gesù, momento di preghiera con l’adorazione eucaristica per le famiglie); martedì 28, don Paolo Martucci; mercoledì 29, don Jean Marie Ishara, dei missionari saveriani.

Infine giovedì 30 alle ore 18 ci sarà la solenne celebrazione eucaristica cui seguirà la processione per le vie del quartiere.

“E domenica 2 giugno parteciperemo tutti quanti alla grande celebrazione con l’arcivescovo mons. Miniero, accompagnando il Santissimo dalla chiesa di Sant’Antonio fino a piazza della Vittoria” – specifica don Marco

I festeggiamenti del Corpus Domini chiudono un anno pastorale ricco di soddisfazioni per la parrocchia, soprattutto per ll coinvolgimento dei ragazzi che partecipano numerosi alla santa messa domenicale delle ore 10.30, celebrata dal vicario parrocchiale don Fabio Raffone e animata dalle Sorelle della misericordia. “La novità – dice don Marco – è costituita dalla presenza degli scout del Taranto-16, con l’iscrizione già avvenuta di ben 18 ‘lupetti’”.

Per il prossimo anno, inoltre, nel mese di maggio valuteremo l’opportunità di tenere sante messe infrasettimanali in ognuna delle quattro zone in cui è suddiviso il territorio parrocchiale.

Intanto proseguono i lavori di puntellamento della chiesa per consentire il normale proseguimento delle attività: dopo l’aula liturgica toccherà alla casa canonica, agli alloggi delle suore e alle aule del catechismo, provvedendo anche alla recinzione degli esterni. Il tutto, in attesa della nuova chiesa, per i cui lavori bisognerà attendere almeno un paio di anni.

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Tracce

I limiti, al di là delle parole

ph Afp-Sir
27 Mag 2024

di Emanuele Carrieri

Olocausto e shoah non sono sinonimi: l’olocausto propone l’idea di un sacrificio inevitabile. Alcuni preferiscono usare la parola h̯urban, che significa distruzione, catastrofe: è uno dei tanti nomi di cui ci si è serviti per riferirsi allo sterminio degli ebrei. Ciò evidenzia tutta la difficoltà di dare un nome all’immensa tragedia. Certe volte non è facile trovare le parole appropriate per descrivere un avvenimento. È quello che sta accadendo in questo tempo. Non ci sono le parole opportune per i trentamila palestinesi uccisi in sei mesi, su ordine di Netanyahu, per gli oltre duecentomila stabili cannoneggiati, fra cui gli ospedali di Gaza, nei quali sono morti forse quattrocento fra medici e infermieri, per il bombardamento degli edifici scolastici e della rete idrica ed elettrica, lasciando la popolazione nel rischio di epidemie e carestie, per il blocco degli aiuti umanitari con il fine di ridurre alla fame milioni di esseri umani. La situazione è diventata così a rischio, fino a che la Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha ordinato a Israele di fermare l’offensiva militare a Rafah, la città a sud della Striscia di Gaza dove sono affollate centinaia di migliaia di civili palestinesi, e dove lo Stato israeliano ritiene siano nascosti molti leader di Hamas e decine di ostaggi. La decisione della Corte dell’Onu arriva in risposta a una richiesta presentata dal Sudafrica nell’ambito della sua offensiva legale contro Israele. A fine gennaio la Corte si era espressa con un primo verdetto, ordinando a Israele di prendere misure efficaci ed immediate per prevenire un rischio di genocidio ai danni dei palestinesi di Gaza, pur non qualificando in tal modo l’incursione israeliana in corso e non prescrivendone lo stop. A quattro mesi di distanza, con la pressione militare attorno a Rafah, arriva ora la richiesta di fermare la macchina della guerra in quell’area ad alta densità di popolazione, alla luce della situazione umanitaria disastrosa. Una decisione giunta a poca distanza da un altro importante evento: giorni fa il procuratore della Corte penale internazionale Karim Ahmad Khan, in una requisitoria dettagliata, ha proposto formale istanza di emettere dei mandati di arresto nei confronti del premier di Israele Benjamin Netanyahu, del ministro della difesa Yoav Gallant e dei tre principali leader di Hamas: Yahya Sinwar, Mohamed Deif e Ismael Haniyeh. Dure le accuse: crimini di guerra e contro l’umanità. Netanyahu e Gallant per aver attuato la tattica di assedio e privazione di beni utili per la sopravvivenza dei civili, i leader di Hamas per aver programmato attacchi coordinati e sistematici contro la popolazione civile israeliana. È problematico trovare le parole per descrivere le crisi isteriche scatenate in quasi tutte le cancellerie occidentali e nelle reazioni di alcuni analisti e di diversi osservatori. La più incomprensibile è quella di Dario Fabbri, direttore della rivista di geopolitica Domino, che in un talkshow ha affermato: “Siamo davanti a un caso eccezionale perché, per una volta, la Corte internazionale di Giustizia de L’Aja si schiera in una posizione fortemente anti-occidentale. Un conto è mettere Putin nel mirino, un conto è mettere Netanyahu, che sappiamo quale rapporto abbia con gli Stati Uniti”. Ma davvero si può supporre che gli organismi di giustizia internazionale siano credibili e validi se, a prescindere, sono dalla parte delle democrazie occidentali? E poi, Netanyahu e Gallant non possono essere incriminati perché sono il premier e un ministro di una democrazia occidentale? Non si sa se Fabbri si renda conto del fatto che tutto ciò pone un problema molto importante. Ma le democrazie occidentali hanno dei limiti o no? Possono inventarsi delle armi chimiche inesistenti per assalire l’Iraq? Possono avere nel proprio territorio cittadini armati, i coloni, che cacciano di casa altri cittadini privi di ogni diritto, i palestinesi? Si possono lanciare bombe infischiandosene di quanti civili, donne e bimbi, vengono ammazzati? Può la “grazia santificante” (messa fra virgolette e a lettere minuscole!) della approvazione elettorale rendere penalmente immune un politico che fa reati tanto gravi? Non possiamo sentirci responsabile di quello che fanno i terroristi, come Hamas, ma qualunque goccia di sangue innocente causato da membri della comunità a cui sentiamo di appartenere, ovvero quella delle democrazie occidentali, la sentiamo anche come una nostra responsabilità. Questo è il punto: non c’entra né Israele, né l’antiebraismo, né l’antigiudaismo, né antisemitismo e nemmeno l’antisionismo, ma la concezione che ha l’intero mondo occidentale e democratico di sé stesso e di cosa sia lecito fare e di cosa non sia lecito fare. Di cosa sia una democrazia che è protesa a sbandierare in ogni istante della propria esistenza le proprie superiorità morali rispetto alle autarchie e alle dittature altrimenti non si capisce più quale sia la differenza fra un dittatore qualunque dello stato libero di Bananas (titolo di uno dei primi film di Woody Allen) e il capo di uno stato democratico. Piaccia o no ma agli stati non è consentita la vendetta. Non è consentito standardizzare le responsabilità che sono sempre individuali e che vanno sempre accertate da processi pubblici e con procedure garantite. Non è consentito sterminare i propri nemici. Altrimenti democrazia occidentale diventa soltanto la prepotenza dei ricchi sui poveri. Senza lamentarsi se l’altra parte del mondo ci odia.

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Sport

Pogacar re d’Italia, il vuoto tra sé e gli altri grandi del ciclismo su strada

Pogi nella cronometro Foligno Perugia - Foto Facebook Tadej Pogacar
27 Mag 2024

di Paolo Arrivo

Scenari meravigliosi. Come le incantevoli montagne dolomitiche, dalle vette ancora innevate. Luoghi visitati e altri da raggiungere, da riscoprire, o da vedere per la prima volta lungo lo Stivale: è la cornice del Giro d’Italia, che nell’ultima edizione, conclusasi ieri, ha pressoché tagliato il Meridione. Lo spettacolo non è venuto meno, ad ogni modo. Fuori e dentro la corsa rosa. Che ha avuto un solo dominatore, con 6 successi di tappa: Tadej Pogacar. Il ragazzo col ciuffo che sbuca dal casco.

Pogacar senza rivali

Non paragonatelo a Marco Pantani. Perché il Pirata aveva tutt’altro stile: le mani basse sul manubrio, quando si alzava sui pedali salutava il plotone, ed entusiasmava come pochi. L’indimenticato scalatore di Cesenatico era stato capace di vincere Giro d’Italia e Tour de France lo stesso anno, il ’98. Riuscirà Pogacar nella doppietta straordinaria? Intanto, va ricordato che le prestazioni di Pantani restano leggermente superiori. Si pensi, ad esempio, alla salita di Oropa: il record resta quello dello scalatore romagnolo (17 minuti e 4 secondi), realizzato con le biciclette e con i metodi di allenamento di allora! Verosimilmente oggi lo avrebbe migliorato ancora. La somiglianza tra i due corridori è sintetizzata proprio nell’immagine scattata sulla salita di Oropa. Lo sloveno, infatti, ha forato ed è caduto prima dell’ascesa, chiusa poi con un tempo di 27 secondi superiore a quello di Pantani. Un rallentamento che ricorda il salto di catena che costrinse il Pirata a una pazzesca rimonta. Il vincitore della corsa rosa 2024 non ha avuto rivali. I numeri parlano chiaro: i dieci minuti sul secondo classificato della generale, il colombiano Daniel Felipe Martinez, sono un distacco imbarazzante. Eppure, i corridori che prendono parte alla corsa a tappe di tre settimane sono tra i più forti al mondo – mancava Jonas Vingegaard, e col vincitore degli ultimi due Tour de France il duello è alla pari, quando la strada sale.

Il nuovo che avanza

La sorpresa di questo Giro si chiama Antonio Tiberi. Di lui si era parlato per una vicenda extraciclistica incresciosa – finito nella bufera per aver sparato e ucciso il gatto del ministro di San Marino. Ma le sue doti di corridore erano già note. Il 22enne laziale di Frosinone non ha tradito le aspettative. Anzi, è andato oltre, conquistando la maglia bianca e il quinto posto della classifica generale. Bravissimi Jonathan Milan e Giulio Pellizzari, tra le sorprese non italiane ci sono Pelayo Sanchez e Georg Steinhauser, protagonisti anche nella diciannovesima tappa, vinta da uno splendido Andrea Vendrame: staccando i compagni di fuga a trenta chilometri dall’arrivo, il veneto della Decathlon-Ag2R ha dimostrato tutto il proprio valore, anche il coraggio nell’affrontare al meglio la discesa bagnata, mettendosi alle spalle il periodo più complicato (un brutto incidente, tanta fatica per passare professionista, tanti piazzamenti nelle gare).

Pozzo nella storia

Una menzione speciale la merita Domenico Pozzovivo, che ha portato a termine il suo 18esimo e ultimo Giro d’Italia eguagliando il record di Wladimiro Panizza. Il gruppo gli ha concesso un giro d’onore sul circuito di Roma. Sul corridore lucano di Policoro, legato anche a Taranto, il giudizio è unanime: bersagliato dalla sfortuna, in una carriera longeva, il piccolo guerriero è sempre stato capace di rialzarsi, non lasciando inespresso il proprio potenziale. Gli facciamo i migliori auguri per le nuove sfide che lo attendono sul piano professionale. Che certamente saprà affrontare, dando il massimo.

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Eventi culturali in città

Istituto di scienze religiose: convegno sull’intelligenza artificiale

27 Mag 2024

di Angelo Diofano

“L’intelligenza artificiali tra innovazione tecnologica e sviluppo umano” è il tema del convegno di studi che si terrà giovedì 30 maggio alle ore 9 alle 13 nella sala conferenza del dipartimento jonico dell’Università degli studi di Bari ‘Aldo Moro’ a cura dell’istituto superiore metropolitano  ‘San Giovanni Paolo II’ (in via Duomo) con il patrocinio del consiglio regionale e in collaborazione con l’Osservatorio per l’Europa del Mediterraneo. I saluti istituzionali saranno porti dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero, dal segretario generale del consiglio regionale Mimmo Gattulli, dal direttore del Dipartimento jonico dell’Università di Bari prof. Paolo Pardolesi, dal direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano ‘San Giovanni Paolo II’ don Francesco Castelli e dal direttore diocesano dell’Ufficio educazione, scuola, insegnamento religione cattolica, università mons. Ciro Marcello Alabrese. L’introduzione sarà a cura del prof. Pasquale Rubino, docente di filosofia alla Facoltà teologica pugliese.

Seguirà la prima sessione degli interventi moderati dalla prof.ssa Carmen Sala, docente di sociologia dell’istituto superiore di scienze religiose metropolitano ‘San Giovanni Paolo II’: ‘Intelligenza artificiale come tecnologia di supporto alle decisioni umane’, a cura del prof. Vitantonio Bevilacqua, ordinario di bioingegneria elettronica e informatica del Politecnico di Bari; ‘Algoretica: etica degli algoritmi o algoritmi dell’etica?’, a cura del prof. Alberto Carrara, decano della Facoltà di filosofia dell’Ateneo pontificio Regina Apostolorum’. Quindi, il dibattito.

Questo, invece, il programma della seconda sessione dei lavori, moderati dal prof. Stefano Vinci, coordinatore dei corsi giuridici del dipartimento jonico dell’Università degli studi di Bari: ‘Per un diritto hominum causa constitutum: intelligenza artificiale, protezione e promozione della persona’ a cura della prof.ssa Laura Tafaro, ordinario di diritto privato del dipartimento jonico dell’Università degli studi di Bari; ‘La politica europea sull’intelligenza artificiale a difesa dei valori dell’Europa’ a cura del prof. Massimiliano Dragoni, dg connect della commissione europea (in collegamento da Bruxelles); ‘L’intelligenza artificiale nei processi di insegnamento e apprendimento criticità e prospettive’ a cura del prof. Riccardo Pagano, ordinario di pedagogia generale e sociale del Dipartimento jonico dell’Università degli studi di Bari. Anche in tal caso la serie di relazioni sarà conclusa dal dibattito.

Le conclusioni saranno affidate a don Francesco Castelli, direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose.

Il comitato scientifico  organizzativo del convegno è composto da: Pasquale Rubini, direttore; don Francesco Castelli, vice direttore; Clotilde Lombardi Satriani, Riccardo Pagano e Stefano Vinci

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Angelus

La domenica del Papa – La Santissima Trinità

foto Vatican media-Sir
27 Mag 2024

di Fabio Zavattaro

Torna, in questa domenica, festa della santissima Trinità, l’immagine del monte: gli undici avevano obbedito all’invito di Gesù e erano tornati in Galilea, sul monte che “aveva loro indicato”. I monti nella Bibbia sono il luogo dell’incontro con Dio: su un monte Mosè riceve le tavole della legge e sempre su un monte il Signore gli concede di vedere la terra promessa che, però, non raggiungerà. Su un monte, quello della Trasfigurazione, Gesù si manifesta come il Figlio di Dio; e sempre su un monte, nella Galilea delle genti, luogo cosmopolita abitato da ebrei e non ebrei, il monte delle Beatitudini e dell’inizio della sua predicazione, che Gesù chiede ai suoi di andare e fare discepoli “tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

È con il segno della croce che ogni volta facciamo memoria della santissima Trinità, di un Dio amore che dice, lo leggiamo in Matteo, “ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Con noi anche in questo tempo difficile, pieno di paure, tra timori di guerre e conflitti, tra crisi e altre concrete difficoltà. Paure come quelle degli undici che a Pentecoste li abbiamo trovati chiusi nel Cenacolo, appunto per paura.

Ma la festa della santissima Trinità ci dice che solo l’amore ci rende felici perché “viviamo in relazione, e viviamo per amare e per essere amati”. È Benedetto XVI che nella sua Deus Caritas est scrive del Dio-Amore: “tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore” perché Dio, “Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno”.

Difficile comprendere appieno il mistero della Trinità, difficile anche per i padri della chiesa, teologi e esegeti che nel corso della storia hanno impegnato tanto tempo nella riflessione, nella preghiera e versato fiumi di inchiostro per cercare di spiegare un Dio che è comunione di tre persone, talmente legate l’una all’altra da essere una sola. Basti pensare a quel termine filioque – ovvero che “procede dal Padre e dal Figlio” – aggiunto nel credo niceno che ancora oggi allontana cattolici e ortodossi.

In questa domenica, prima giornata mondiale dei bambini, la prossima si terrà nel settembre del 2026, Papa Francesco spiega, con parole semplici e con un gioco di domande e risposte, la festa della santissima Trinità ai ragazzi presenti in piazza San Pietro. In primo luogo, con l’invito alla preghiera per Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. E chiede: “quanti dei sono? Uno in tre persone: il Padre che ci ha creato tutti, che ci ama tanto” e lo preghiamo nel Padre nostro.

Dialogo, dunque, che riprende con una domanda, ovvero il nome del Figlio. Alla risposta Francesco aggiunge: “preghiamo Gesù perché ci aiuti, perché sia vicino a noi e anche quando facciamo la comunione noi riceviamo Gesù e Gesù ci perdona tutti i peccati. È vero questo che Gesù perdona tutto?”

Proprio come un catechista, il Papa spiega che il Figlio perdona sempre “anche il più brutto dei peccatori […] Gesù perdona tutto e perdona sempre e noi dobbiamo avere l’umiltà di chiedere perdono”. E aggiunge: “Perdona me, Signore, ho sbagliato. Sono debole. La vita mi ha messo in difficoltà ma tu perdoni tutto. Io vorrei cambiare vita e tu aiutami”. Non manca che ricordare chi è lo Spirito Santo: “non è facile, perché lo Spirito Santo è Dio, è dentro di noi. Noi riceviamo lo Spirito Santo nel Battesimo, lo riceviamo nei Sacramenti. Lo Spirito Santo è quello che ci accompagna nella vita. Pensiamo questo e lo diciamo insieme: “Lo Spirito Santo ci accompagna nella vita”. Tutti insieme invita Francesco: “Lo Spirito Santo ci accompagna nella vita. È quello che ci dice nel cuore le cose buone che dobbiamo fare”. Quindi la sintesi della riflessione in queste parole: “crediamo in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo”. Il Padre “ci ha creato”, Gesù “ci ha salvato” e lo Spirito Santo “ci accompagna nella vita”.

Infine, papa Francesco invita a pregare per i genitori, i nonni, i bambini ammalati: “pregate sempre e soprattutto pregate per la pace, perché non ci siano le guerre”.

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Giornata mondiale

Giornata mondiale dei bambini, il canto di Celin e la domanda di Victor

Tra i 60 mila presenti anche un gruppo di 60 palestinesi, tra bambini e accompagnatori, provenienti da Gerusalemme, Betlemme e Gaza

foto Siciliani-Gennari/Sir
27 Mag 2024

di Daniele Rocchi

“Gerusalemme la città nuova, la città della Resurrezione. Anche noi vogliamo risorgere…”: ha cantato così Celin Ahmad Abu Tayer davanti a papa Francesco ieri allo stadio Olimpico, per la prima Giornata mondiale dei bambini. In oltre 50 mila da 101 Paesi hanno riempito gli spalti colorandolo e vestendolo a festa. Tra questi anche un gruppo di circa 60 tra bambini e accompagnatori venuti da Gerusalemme, Betlemme e Gaza.

foto Siciliani-Gennari/Sir

Il canto di Celin. Celin, non vedente dalla nascita, ha realizzato il suo sogno di esibirsi davanti al Papa. In maniera inaspettata. A raccontare il ‘dietro le quinte’ è Adriana Sigilli, presidente dell’associazione “Oasi di pace”: “accompagnavo Celin e una sua amica che dovevano consegnare un piatto di madreperla fatto da piccoli artisti di Betlemme al papa. Quando mi sono trovata al cospetto del pontefice gli ho detto: ‘Santità, questa bambina non vedente ha solo la voce da donarle e vorrebbe cantare per lei. A quel punto il papa ha chiamato padre Enzo Fortunato dicendogli che ci sarebbe stato un piccolo cambio di programma. Così è nata l’esibizione di Celin”. Un motivo di orgoglio per fra Paulo Francisco Paulista, direttore della scuola ‘Helen Keller’ di Beit Hanina (Gerusalemme), frequentata da Celin e da un centinaio di bambini con bisogni speciali, soprattutto con problemi visivi.

La domanda di Victor. Ma ieri è stata anche la giornata di Victor, tredici anni di Betlemme che a papa Francesco ha raccontato la sua vita dentro “la città chiusa da un muro che la soffoca” spiegando che “il mio papà e la mia mamma non lavorano da otto mesi perché non ci sono pellegrini. Ho saputo che nel mondo ci sono tante guerre come da noi, ma voglio farti una domanda. Che colpa abbiamo noi bambini se siamo nati a Betlemme o a Gerusalemme o a Gaza? Noi vogliamo solo giocare, studiare vivere liberi come tanti altri bambini del mondo”. Il gruppo è arrivato allo stadio in bus nella tarda mattinata, atteso da un gruppo di scout, volontari della Gmb, che lo hanno assistito per tutto il tempo.

foto redazione Sir

In pochissimo tempo un pezzetto della tribuna laterale della Tribuna Montemario si è trasformato in un angolo di Palestina, visibile anche da lontano per il continuo sventolio di bandiere nazionali, di costumi tipici indossati da alcune bambine che ne hanno fatto sfoggio in mezzo ai loro coetanei. Tanti sorrisi ma poca voglia di parlare.
“Vogliamo goderci questo tempo di serenità” dice la madre di Rima, 12 anni, da Gaza, portata in Italia per cure mediche urgenti. “Molti di loro non erano mai usciti prima dalla Striscia – spiega Sigilli, che con l’associazione Oasi di Pace ha promosso questo ‘pellegrinaggio’ dalla Terra Santa a Roma per la Gmb – e adesso provano a superare lo shock della guerra. Ognuno di questi palestinesi ha perso qualche persona cara, il lavoro, la casa. Ci sono anche bambini in carrozzina e altri privi di un arto a causa delle bombe. Non hanno nessuna voglia di parlare di guerra ma solo godersi il momento presente”. “So che siete tristi per le guerre” aveva ricordato poco prima papa Francesco rispondendo alle domande dei bambini.

foto redazione Sir

Le coccole di Salem. “I più piccoli cercano conforto tra le braccia dei loro familiari – racconta padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa che accompagna il gruppo in ogni spostamento – i più fortunati hanno vicino i loro genitori, altri rimasti orfani, una nonna o una zia. Come il piccolo Salem, meno di 4 anni. I genitori sono rimasti a Gaza, lui è arrivato da qualche mese in Italia con la zia per essere curato per una patologia neurologica”. Salem dispensa coccole a tutti coloro che lo prendono in braccio dando così il via ad una gara tra i volontari per prenderlo. Esibizioni musicali, una sfilata delle delegazioni da tutto il mondo, momenti sportivi: la giornata allo Stadio Olimpico si è conclusa col saluto al Papa. Il tempo di rientrare in albergo, cenare e fare festa con i volontari scout, condita da canti tradizionali e da scambi di doni fatti a mano dai lupetti.

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