Anniversario di sacerdozio

Mons. Angelo Massafra e gli anni di missione in Albania

I ricordi dell’arcivescovo di Scutari, nella celebrazione a San Marzano per i 50 anni di sacerdozio

foto Angelo Ingenito
26 Lug 2024

di Angelo Diofano

Martedì sera, 23 luglio, festa di Santa Brigida, patrona dell’Europa, San Marzano, nella santa messa in chiesa madre, si è stretta idealmente attorno al concittadino mons. Angelo Massafra, frate francescano minore, arcivescovo di Scutari-Pult, per i cinquant’anni di sacerdozio; hanno presenziato tutti i sacerdoti sammarzanesi e le maggiori autorità cittadine.
Avendo compiuto 75 anni nello scorso marzo, il prelato ha rassegnato le dimissioni dall’incarico episcopale, accettate dal Papa che gli ha concesso di proseguire il servizio episcopale, affiancandogli quale arcivescovo coadiutore mons. Giovanni Peragine, religioso barnabita, originario di Altamura, amministratore apostolico del Sud dell’Albania.

Mons. Massafra deve la sua fede ai genitori, Cosimo e Maria Lucia, contadini, a capo di una famiglia di ben sei figli. “Prima di recarsi al lavoro,  di mattina presto, mamma si recava in chiesa per la santa messa; invece mio padre la domenica, di ritorno dalla celebrazione delle ore 11, ci metteva tutti quanti a tavola e con gioia aiutava a servire il pranzo – racconta –. Ma fu soprattutto la testimonianza di fra Giovanni Latino, fratello francescano questuante, ad ispirarmi di entrare nel Collegio francescano di Manduria”.
Negli anni del ginnasio gli educatori parlavano spesso ai seminaristi della missionarietà, in particolare dell’attività della Provincia francescana a Formosa e delle missioni in Africa dei Comboniani e di altre congregazioni. Tutto ciò sollecitava le sue aspirazioni di recarsi in terre lontane ad annunciare il Vangelo, specificatamente in Africa (dove nel 1986 egli si sarebbe recato per una decina di giorni, esattamente in Somalia) oppure in Albania, al ritorno della libertà religiosa. In quest’ultimo Paese, infatti, il dittatore comunista Enver Hoxha aveva dichiarato l’ateismo di Stato e messo fuori legge ogni fede, cristiana o mussulmana che fosse.
Mons. Massafra ricorda ancora quella musichetta che introduceva la programmazione giornaliera di Radio Tirana, captata facilmente in Puglia, che costituiva per lui un richiamo irresistibile a diventare missionario.
Frattanto il giovane seminarista cresceva nella fede, ben seguito da diversi sacerdoti di grande esempio, fra i quali  fra Ludovico Isceri, rettore del Collegio in Manduria (che i tarantini ricordano quale postulatore della causa di canonizzazione di Sant’Egidio), fra Daniele Pichierri, fra Flavio Taccardi e altri ancora.

Il 21 settembre del 1974, a Lecce, nella chiesa di Sant’Antonio in Fulgenzio, finalmente ricevette l’ordinazione presbiterale dall’arcivescovo mons. Francesco Minerva.
Da sacerdote francescano continuò a mantenere vivo lo spirito missionario, accettando impegni di predicazioni in tema, partecipando alle varie missioni popolari, locali e nazionali, e impegnandosi nella pastorale vocazionale.

Il 1 dicembre 1991 egli si recò per la prima volta in Albania insieme a Tonino Ottomanelli, presidente dell’associazione “Comunità Incontro”, partendo dal convento di San Francesco di Castellaneta, ricordando ancor oggi con affetto l’aiuto dell’allora sindaco, il sen. Rocco Loreto, per la disponibilità del furgone del Comune per gli aiuti alla popolazione. Mons. Massafra racconta che recandosi a Scutari parcheggiò il furgone dentro la Cattedrale, che inizialmente Enver Hoxha voleva demolire completamente e che poi adibì a palazzetto dello sport. “Ci fu gran fervore – dice – per riportare quella struttura all’originaria finalità e splendore, demolendo tutte quelle aggiunte imposte dal regime”.
“In quegli anni – racconta – c’era molta euforia tra quella gente, quasi ebbra di libertà, animata dal forte desiderio di ricostruire la patria distrutta. Ma c’era anche tanta povertà e l’Italia si distinse nell’opera di solidarietà tramite l’‘Operazione Pellicano’ assieme a noi missionari e missionarie nella consegna alle famiglie di generi di prima necessità, assicurando nel contempo il servizio religioso e di evangelizzazione”.
“La mia parlata “arbëreshë – evidenzia mons. Massafra – costituì quasi un lasciapassare per entrare nel cuore di quel popolo, che tornava a vivere liberamente e a professare la fede, dopo tanti anni trascorsi con la paura del carcere e delle terribili torture inflitte dalla polizia segreta”.

Nell’agosto del 1993, caduto il regime, egli finalmente poté coronare il sogno della missione in Albania, nel convento di Lezhë, come maestro dei novizi e  incaricato della formazione dei giovani candidati albanesi alla vita religiosa dell’Ordine francescano, nonché parroco di Troshan e Fishta (sempre a Lezhë).
Il 6 gennaio 1997, in San Pietro, mons. Massafra fu consacrato vescovo di Rrëshen da San Giovanni Paolo II; il 28 marzo 1998 divenne arcivescovo metropolita di Scutari e il 25 gennaio 2005, in seguito alla riorganizzazione delle circoscrizioni ecclesiastiche dell’Albania, fu posto alla guida dell’arcidiocesi di Scutari-Pult, nata dall’unione di quella di Scutari con la diocesi di Pult.

Di quegli anni egli rammenta, fra l’altro, la beatificazione decretata da papa Francesco, avvenuta a Scutari il 5 novembre 2016, di 38 martiri d’Albania, trucidati dal regime comunista.
“La prossima – spiega – è in programma il 16 novembre 2024 e riguarda padre Luigi Paliq, francescano minore, di Janievo in Kossovo, ucciso il 1913 per non aver voluto abiurare e diventare ortodosso e, nel contempo, per aver insistito che ognuno mantenesse la propria fede, mussulmana o cattolica che fosse, e di don Gjon Gazulli, sacerdote diocesano, impiccato da Re Zog a Scutari il 1927, accusato, ingiustamente, di aver organizzato l’insurrezione dei montanari cattolici”.

I ricordi di quegli anni continuano a riemergere numerosi, raccolti nel suo libro “Riconciliatevi con Dio” del 2002.
E quando, a fine anno, concluso il mandato, mons. Massafra tornerà in Puglia a vivere in un convento francescano, assieme a tanta nostalgia, conserverà nel cuore la consapevolezza d’aver dato il proprio contributo alla crescita della Chiesa nella tanto amata Terra delle aquile.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Popolo in festa

La festa di Sant’Anna in Città vecchia e a Martina Franca

25 Lug 2024

di Angelo Diofano

A cura dell’Opera Pia Ancelle di Sant’Anna, della basilica cattedrale e della confraternita dell’Addolorata, nella graziosa chiesetta intitolata alla Santa, in largo Civitanova, in Città vecchia, si festeggiano Sant’Anna e San Gioacchino. Per tutta la giornata di venerdì sarà incessante il pellegrinaggio delle mamme e, in particolare di quelle in attesa. Sante messe in mattinata si terranno alle ore 8-9-10 mentre quella delle ore 18.30 si terrà in vico San Pietro Imperiale, davanti alla chiesa di San Domenico, che sarà conclusa dalla benedizione, impartita da mons. Emanuele Ferro, innalzando un neonato fra quelli presenti. Seguirà la processione, che sarà accompagnata dalla banda Santa Cecilia diretta dal maestro Giuseppe Gregucci; questo il percorso: pendio San Domenico, piazza Fontana, via Garibaldi, vico e postierla Via Nuova, piazza San Costantino, via Duomo, via Cava, vico e largo Civitanova con rientro in chiesa.

Il tutto si svolgerà meditando sulle parole di papa Francesco rivolte ai nonni, riportate sull’apposito manifesto: “Non esiste un’età per andare in pensione dal compito di annunciare il Vangelo, di trasmettere le tradizioni ai nipoti”.

Martina Franca

A Martina Franca le celebrazioni in onore di Sant’Anna si svolgeranno venerdì 26 nella chiesa di San Domenico a cura del parroco don Piero Lodeserto. In serata, alle ore 18, ci sarà la benedizione delle mamme e dei bambini, che sarà ripetuta nelle sante messe delle ore 19 e delle ore 20.30

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Libri

Un libro in terrazza, con mons. Franco Semeraro

25 Lug 2024

Nell’ambito delle celebrazioni in onore di Sant’Anna e San Gioacchino, per la rassegna letteraria “Un libro in terrazza”, a cura del Presidio del libro di Taranto “Rosa Pristina” e di Symbolum Ets, giovedì 25 luglio alle ore 20.30 sulla terrazza panoramica della basilica cattedrale, mons. Franco Semeraro presenterà il suo libro ‘A porte aperte – Guglielmo Motolese: la Chiesa di Taranto si fa dialogo, 1965-1975’ (Scorpione Editrice) scritto con Gianfranco Aquaro; dialogherà con l’autore il nostro direttore mons. Emanuele Ferro.

Per informazioni, tel. 328.9268385

 

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Emergenze sociali

Fine vita, urge l’intervento del legislatore

La Corte Costituzionale ha rinnovato la raccomandazione al legislatore perché provveda al più presto ad una regolamentazione più puntuale della materia

foto Ansa-Sir
25 Lug 2024

di Maurizio Calipari

Con la recentissima pubblicazione della sentenza n. 135, la Corte Costituzionale ha stabilito che i requisiti per l’accesso al suicidio assistito debbano continuare ad essere quelli stabiliti dalla precedente sentenza n. 242/2019, ovvero (a) l’irreversibilità della patologia, (b) la presenza di sofferenze fisiche o psicologiche, che il paziente reputa intollerabili, (c) la dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale, (d) la capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli. Tali requisiti dovranno essere accertati, di caso in caso, dal servizio sanitario nazionale, mediante le modalità procedurali stabilite in quella sentenza. Permane valida, quindi, anche la condizione della dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale, requisito da intendere correttamente in conformità alla ratio sottostante a quella sentenza.
La Corte costituzionale, inoltre, ha rinnovato la raccomandazione al legislatore perché provveda al più presto ad una regolamentazione più puntuale della materia, individuando i giusti equilibri di bilanciamento tra i diversi valori in gioco.
Primo fra tutti, il riconoscimento della inalienabile dignità di ogni vita umana, indipendentemente dalle condizioni in cui essa si svolge. La persona, infatti, anche se gravemente malata, o segnata da altre importanti “fragilità”, non perde il suo valore intrinseco, mantenendo intatto il suo diritto fondamentale alla tutela della vita e alla cura della salute.
Tale dignità, che è valore radicale fondato sulla stessa natura umana, proprio per questa ragione rimane integra e immutabile lungo tutta la nostra esistenza, senza variare in conseguenza alle diverse circostanze che la vita stessa ci fa sperimentare. Non esiste, infatti, una condizione di vita – qualunque ne sia la causa – in cui un essere umano possa cambiare la sua natura, diventando in qualche modo “più o meno umano” e, quindi, “più o meno ricco in dignità (valore)”. Ogni essere umano è e sarà sempre una persona, la cui dignità intrinseca esige di essere riconosciuta, tutelata e promossa, in ogni fase della sua esistenza e, in modo speciale, quando essa attraversa circostanze di difficoltà, fragilità e sofferenza.
Tale valore primario illumina ed orienta l’altro bene in gioco, quello del diritto personale all’autodeterminazione. L’esercizio responsabile della nostra libertà, infatti, anche nel disporre della propria corporeità, dovrebbe tenere ben in conto il valore “oggettivo” della vita umana, pur declinandolo nella valutazione soggettiva della propria storia personale.
In tale ambito, certamente rientra anche la scelta libera e informata di sottoporsi o non sottoporsi ai trattamenti terapeutici, inclusi quelli “salvavita”, proposti dai caregivers responsabili del caso clinico, in base al principio di proporzionalità terapeutica.
A parere di chi scrive, sarebbe tuttavia paradossale giungere ad interpretare come atto di “autentica” libertà di autodeterminazione l’eventuale scelta di azioni orientate a provocare intenzionalmente la propria morte: si tratterebbe di una libertà fasulla, che finisce per bruciare le proprie stesse radici impedendo alla persona che la esercita persino di esistere. Per “essere liberi”, bisogna anzitutto “vivere”.
La sentenza n. 135 della Consulta, poi, conclude il suo ragionamento rinnovando lo stringente appello, già contenuto nella sentenza n. 242/2019, affinché, “sull’intero territorio nazionale, sia garantito a tutti i pazienti, inclusi quelli che si trovano nelle condizioni per essere ammessi alla procedura di suicidio assistito, una effettiva possibilità di accesso alle cure palliative appropriate per controllare la loro sofferenza”. Non può infatti esserci autentica libertà di scelta nella gestione della propria salute se la persona malata e sofferente non ha a disposizione concrete alternative terapeutiche o curative, che possano risolvere o rendere sopportabili le sue sofferenze.
Al di là del ragionamento tecnico-giuridico ivi espresso, questa sentenza della Corte Costituzionale rappresenta dunque una preziosa occasione per rimettere a fuoco alcuni pilastri valoriali di riferimento, utili ad orientare ogni ulteriore sviluppo regolativo in materia.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Diocesi

Cristo Spirante, la festa a Martina Franca

ph ND
25 Lug 2024

di Angelo Diofano

Torna un’altra festa molto cara ai martinesi: quella in onore di Cristo Spirante, domenica 28 e lunedì 29 luglio, che si venera nella chiesa di San Francesco d’Assisi in piazza Mario Pagano.
“Il Crocifisso ligneo di scuola veneziana raffigurante “Cristo Spirante”, ovvero con gli occhi ancora aperti, è molto venerato dai martinesi – spiega il parroco mons. Vincenzo Annicchiarico -. Riflettendo su questa solennità, si rilevava davvero che chi volesse conoscere Gesù deve guardare alla croce, dove si rivela la sua gloria. Infatti, il crocifisso, non è un oggetto ornamentale o un accessorio, è, invece, un segno da contemplare e comprendere. È il distintivo di ogni cristiano.
Il popolo martinese venera il crocifisso miracoloso da “tempo immemorabile”, come recita il decreto arcivescovile del 1955 che erige la chiesa di S. Francesco anche a Santuario di Cristo Spirante. Per noi, cristiani martinesi, la festa è sicuramente un momento di lode a Dio e un’occasione di comunione cittadina. Gesù Cristo, crocifisso e risorto, è il centro della nostra fede ed il motivo delle nostre scelte quotidiane”.

Il programma delle celebrazioni, a cura del parroco e dell’apposito comitato, prevede il triduo di preparazione (ore 18.30 recita del rosario e alle ore 19 la santa messa) animato da mons. Pasquale Morelli, parroco alla Santa Famiglia di Martina Franca e vicario foraneo.
Domenica 28, sante messe saranno celebrate alle ore 9 (padre Francesco Scialpi, dei frati minori conventuali, direttore ufficio liturgico della basilica di San Francesco in Assisi) e alle 10.30 (mons. Vincenzo Annicchiarico). Alle ore 19 la concelebrazione eucaristica sarà presieduta dal novello sacerdote don Paolo Martucci, vicario parrocchiale alla San Nunzio Sulprizio, a Taranto; alle ore 19.45 muoverà la processione con il simulacro di Cristo Spirante e la reliquia della Santa Croce accompagnata dalla confraternita di Sant’Antonio da Padova. Presterà servizio la banda cittadina “Armonie d’Itria” diretta dal maestro Vito Manzari.
Lunedì 29, in piazza, alle ore 21, spettacolo musicale con “Todajoja in tour” e la “Banda Eufonica” che si esibiranno nella cornice delle luminarie Non mancheranno i tradizionali fuochi pirotecnici a mezzanotte della ditta Itria Fireworks.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Ecclesia

Crollo a Scampia, mons. Battaglia (Napoli): “Il dolore condiviso diventi seme per un reale cambiamento”

25 Lug 2024

di Giovanna Pasqualin Traversa

“Il dolore condiviso diventi un seme di speranza per un reale cambiamento!”: è l’auspicio dell’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, nel messaggio inviato alla popolazione di Scampia dopo il tragico crollo del ballatoio della Vela celeste. “Ho ancora impressi negli occhi i volti impauriti e smarriti degli sfollati, gli sguardi disperati di chi ha perso una persona cara, i corpi sofferenti dei bambini ricoverati al Santobono”, scrive il presule che questa mattina si è recato sul luogo. “Un’altra tragedia e un nuovo dolore invade Scampia, gettando nel lutto e nella disperazione diverse famiglie e l’intera popolazione del quartiere”, si legge ancora nel testo.
Esprimendo gratitudine alle parrocchie, alla Caritas diocesana, ai presbiteri e ai religiosi e “a tutti coloro che si stanno dando da fare per stare accanto a questi nostri fratelli e sorelle attanagliati dal dolore e afferrati dalla difficoltà”, l’arcivescovo ringrazia anche istituzioni, operatori del soccorso, volontari della Protezione civile, medici e infermieri che “sul campo e negli ospedali stanno dando il massimo per salvare i feriti”. “In questo momento – afferma Battaglia – è necessaria più che mai la solidarietà e l’unità dell’intera comunità cittadina affinché il dolore condiviso diventi un seme di speranza per un reale cambiamento! Che questo tragico evento ci spinga ad interrogarci ancora di più sulla necessità di sviluppare ulteriormente percorsi di rinnovamento e di riscatto per il quartiere di Scampia e per tutte le periferie della nostra città. Nessuno è in sicurezza se le periferie e le loro strutture non sono sicure! Nessuno può dormire sereno nella sua abitazione se un solo bambino rischia la vita per il semplice fatto di abitare in una casa degradata di un edificio degradato!”. Per l’arcivescovo, nessuno “può dirsi esente dall’esigenza di solidarietà e lungimiranza che questo ennesimo tragico evento impone!”. Infine la richiesta alla Chiesa di Napoli di farsi ancor più vicina al dolore di questa gente, attraverso la preghiera e la concreta solidarietà alle parrocchie di Scampia, “le quali in questo momento più che mai necessitano del sostegno e del conforto dell’intera comunità diocesana”.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Diocesi

Aperte le prenotazioni per il centro pastorale Stella Maris, a Lido Silvana

25 Lug 2024

di Angelo Diofano

Don Gerardo Veneziani, il nuovo rettore della chiesa di Montedarena,  è impegnato nel  far conoscere alla diocesi  il centro pastorale ‘Stella Maris’ a Lido Silvana (Marina di Pulsano), adatta, nel corso dell’intero anno, per ogni attività di vario tipo attinenti alla vita della Chiesa. Si tratta di una bella e ampia villa immersa nel verde; dispone di un salone abbastanza spazioso adibito ad aula liturgica, venticinque posti letto, bagni, cucine funzionanti in autonomia e appartamentino per il sacerdote al seguito della comitiva.

Attualmente il centro pastorale è utilizzato solo in brevi periodi dei mesi estivi da gruppi di giovani provenienti dalle diocesi di Torino e Milano e, in passato, per le locali attività di pastorale giovanile. Si tratta quindi una realtà sottoutilizzata che è particolarmente indicata per i campi scuola parrocchiali e che è attrezzata anche per ritiri spirituali e incontri di formazione programmati da parrocchie e vicarie, oltre che per attività laicali che abbiano relazione con la normale vita della Chiesa.

Per informazioni e prenotazioni, telefonare al 339.3815634

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Fede & tradizioni

Le peregrinatio della Madonna come invito alla riconciliazione

Ne parliamo con p. Michele Tumbarello, responsabile delle peregrinatio , dopo l’esperienza a Monacizzo

25 Lug 2024

di Angelo Diofano

Ma non sono troppe le Madonne che stanno girando per le nostre città in quest’ultimo periodo?
Inizia con questa semiseria  provocazione la chiacchierata con padre Michele Tumbarello, dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, responsabile per la Puglia della peregrinatio della Madonna di Fatima, che ha sostato da giovedì a domenica scorsi a Monacizzo (nei pressi di Torricella) facendo accorrere almeno seimila pellegrini con oltre tremila comunioni distribuite (inizialmente erano state acquistate 2.200 ostie, terminate già sabato mattina, per cui è stato necessario acquistarne subito delle altre)

“Il problema – ha risposto padre Michele – che ci sta più a cuore non è il moltiplicarsi delle peregrinatio, ma il ribadire l’estrema importanza del messaggio della Madonna ai veggenti, che mise in guardia dai mali che avrebbero caratterizzato la storia dell’umanità, quali l’ateismo (del quale il comunismo era un triste aspetto), il materialismo, la secolarizzazione e così via. Quando si perde il contatto con il divino, da cui proviene, l’uomo non sa più dove si dirige la sua vita, che perde l’essenza stessa della sua natura”.

“Senza Dio – continua –  la creatura non trova pace, in se stesso e con gli altri, è sempre inquieto. Da qui lo scoppio dei conflitti che insanguinano l’umanità. Ed è questo disastro che la Madonna vuol fermare, chiedendo di tornare al Signore attraverso la preghiera, i sacramenti e l’obbedienza ai comandamenti, che sono per il nostro bene. È questo lo scopo delle nostre peregrinatio: l’invito a essere strumento di riconciliazione e di pace”.

Il sacramento della Riconciliazione ha costituito uno dei momenti più significativi della tappa di Monacizzo.

“Noi sacerdoti che abbiamo accompagnato la venerata immagine siamo stati impegnati nelle confessioni ogni giorno anche per otto-nove ore, spesso consecutive, disponendoci agli angoli della piazzetta antistante la chiesa di San Pietro Apostolo – dice padre Michele –. Diversi pellegrini non si accostavano da anni al sacramento e si sono sentiti quasi spinti misteriosamente a chiedere l’assoluzione dai peccati. Altri ancora, alla notizia della tappa a Monacizzo della peregrinatio, hanno voluto cambiare i loro progetti di svago per il fine settimana, ritrovandosi così con tutta la famiglia ai piedi della Madonna, che non ha lasciato andare alcuno a mani vuote. Adesso l’importante è non sciupare i frutti di questi momenti così importanti, continuando il cammino di conversione. È un concetto sul quale hanno insistito i vescovi venuti a celebrare l’eucarestia, cioè mons. Angelo Massafra e mons. Ciro Miniero”.

La Madonna di Fatima dopo Monacizzo ha raggiunto alcune località in Toscana per poi partire per la Sardegna. Quindi dall’11 al 13 ottobre sarà a Ostuni, nella sede dell’Opera di Nostra Signora di Fatima, per poi dirigersi ad Ordona in provincia di Foggia. E non è escluso che al più presto la Madonnina possa ritornare nella nostra diocesi per continuare a distribuire i suoi doni di pace.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Lavoro

Leonardo: nessuna chiusura Acciaierie: programmi e bando

24 Lug 2024

di Silvano Trevisani

Per l’ex Ilva e Leonardo, grandi aziende pubbliche che stanno vivendo momenti di svolta nella loro storia industriale e produttiva, si registrano delle novità. Una vera svolta è quella che sembra profilarsi per l’azienda del settore aeronautico di Grottaglie, mentre per Acciaierie d’Italia si precisano i piani produttivi, nella prospettiva di una futura privatizzazione. In questo senso, è importante sottolineare che il bando di vendita, che sarà emanato a breve, prevederà, tra le altre cose, anche una forma di ristoro per le comunità locali.

Leonardo

Iniziamo dalla vicenda Leonardo per la quale, dopo ore di trattativa nella sede di Unindustria Roma, tra le segreterie nazionali di Fim Fiom Uilm e direzione di Leonardo si è giunti a un’intesa. È stato messo a punto un accordo quadro finalizzato alla diversificazione industriale del sito di Grottaglie che, in primo luogo, eviterà la chiusura verticale dello stabilimento per quattro mesi. Poi si stabilisce che, entro la fine del 2025, opereranno cinque divisioni della Leonardo: Aerostrutture, Elettronica, Elicotteri, Lls e Lgs. In modo tale da ottenere quella diversificazione produttiva senza la quale lo stabilimento, troppo legato a Beoing, resterebbe sempre a rischio. Viene potenziato, sostanzialmente, il settore elicotteri. Nelle aree del capannone numero 2, entro il primo quadrimestre del 2025, saranno trasferite le attività riguardanti le linee, oggi in Divisione elicotteri, inerenti l’AW101 e AW609, la realizzazione di un laboratorio di ingegneria per lo sviluppo di soluzioni propulsive alternative, la linea di montaggio finale del AW609 e infine un’area per prove di volo dei programmi Unmanned. Questi investimenti saranno integralmente a carico della divisione Elicotteri, oltre a quelli già previsti, all’interno dell’accordo Oif, inerenti il trasferimento della divisione Elettronica presumibilmente entro la fine del 2025.

Nell’accordo sono stati inoltre confermati i volumi produttivi relativi al piano Boeing Z60, volumi che consentiranno la piena saturazione, entro il quarto trimestre 2025, di tutte le risorse adibite al programma 787. Ma vengono previste e dettagliate anche ulteriori garanzie in caso di necessità.

Acciaierie d’Italia

Una tempistica più precisa della ripartenza degli impianti assieme a una lieve rimodulazione della cassa integrazione richiesta dai commissari di Adi sono il risultato dell’incontro svoltosi a Palazzo Chigi. Presenti il sottosegretario Mantovano e i ministri Urso, Calderone, Fitto, Pichetto Fratin e i segretari generali di Fim Uliano, Fiom De Palma e Uilm Palombella. Oltre, naturalmente, agli stessi commissari.

Si apprende, intanto, che al momento ci sono sei manifestazioni di interesse per l’acquisizione dell’ex Ilva, di queste 2 indiane, 1 canadese, 1 ucraina, due italiane.

Il commissario Quaranta rispetto alla cassa integrazione ha detto che riguarderà il periodo luglio 2024-giugno 2026, periodo necessario per mettere in marcia di tre altoforni e arrivare a 6 mln di tonnellate e non legata a un piano industriale pluriennale che sarà oggetto di futura assegnazione dopo il bando. Nel frattempo, ha detto il commissario, stiamo lavorando al ottemperare il piano ambientale come da Dcpm 2017 per elevare la produzione fino a 8 mln di tonnellate. Dopo l’estate, ha aggiunto Quaranta, si partirà con l’Altoforno 1 e successivamente il 2 una volta completate tutte le attività di manutenzione necessarie. Il commissario ha annunciato che si stanno facendo studi di fattibilità in merito alla decarbonizzazione degli impianti entro 2030.

Quaranta ha poi detto che la cassa potrà interessare fino a 5200 lavoratori, numeri che scenderanno al 4700 come dato di partenza della discussione, come numero massimo.

Quanto al bando di vendita, il commissario Fiori ha detto che esso verrà licenziato entro fine luglio fino a settembre per raccogliere le manifestazioni d’interesse. Si valuterà, oltre al prezzo di vendita, la bontà del piano industriale, che significa il mantenimento del personale, affidabilità e l’impegno nel piano industriale alla decarbonizzazione. Un impegno che dovrà essere di lunga durata, oltre a questo è stato inserito un ristorno alle comunità locali.

I sindacati, da parte loro, chiedono di discutere nel dettaglio l’utilizzo degli ammortizzatori sociali (l’utilizzo della cassa deve essere legata alla ripartenza degli impianti) mentre per la vendita, chiedono che il bando preveda rigorosamente la salvaguardia di tutti i lavoratori.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Rassegna letteraria

Mercoledì 24, per Moonbooks – libri sotto le stelle, ‘Ti presento il lupo’ di Valentina Pierro

24 Lug 2024

“Ti presento il lupo” è il titolo del libro di Valentina Pierro che sarà presentato mercoledì 24 alle ore 21, al Gatto matto – vineria bandita (viale Jonio, 355) per la rassegna letteraria ‘Moonbooks, libri sotto la luna’.

A moderare la serata Gaia Favaro, scrittrice e poetessa tarantina, e le immancabili ideatrici e curatrici della rassegna di presentazioni Alessia Amato, direttrice editoriale della collana Cista scrinium (Delta3 Edizioni), ed Elvira Nistoro.

Il romanzo di Valentina Pierro esplora la redenzione e la scoperta di sé, raccontando le storie di giovani segnati dalla vita e da scelte sbagliate, che trovano speranza e riscatto attraverso incontri significativi. “Ti presento il lupo” è un viaggio profondo tra ragazzi giudicati dalla società, che cercano una seconda possibilità in un mondo difficile. Una storia di trasformazione e speranza, ambientata in un contesto di realtà e fantasia.

Cos’è Moonbooks

‘Moonbooks, libri sotto la luna’ si propone nel panorama culturale della nostra provincia come un talk show di voci ed emozioni che, di volta in volta, sarà dedicato alla narrativa, alla poesia e alla saggistica.

Approdi di conoscenza in cui, alla fine, ciascuno lascia una parte del proprio bagaglio per condividere il confronto. Il rumore delle parole si trasforma in uno strumento necessario per spezzare la calma apparente dell’oblio.

La rassegna gode del patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Taranto.

Valentina Pierro,

è nata a Taranto nel 1984 ed è laureata in Scienze giuridiche con una specializzazione in Scienze forensi e criminal profiling.

Ha collaborato con l’Fbi e si è specializzata in neuroscienze cognitive.

Ha vinto premi per i diritti umani.

Attualmente lavora con la sezione antimafia e collabora con diverse associazioni che operano contro la criminalità minorile.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Lavoro

Il presidio a Bari dei lavoratori Hiab la Regione si è impegnata a intervenire

23 Lug 2024

di Silvano Trevisani

In occasione dell’incontro svoltosi a Bari, su richiesta delle organizzazioni sindacali, relativo alla situazione di stallo che riguarda la Hiab di Statte, si è svolto lo sciopero preannunciato di 8 ore. I lavoratori hanno svolto un presidio nei pressi della Presidenza del Consiglio regionale, su Lungomare Mazario Saoro, mentre le segreterie di Fim Fiom Uilm incontravano il comitato di monitoraggio del sistema economico produttivo delle aree di crisi della Regione Puglia.

Com’è noto, la multinazionale che da anni è presente nel territorio, nello stabilimento che produce gru e che si è sempre distinto per produttività ed efficienza, e che dà lavoro a 102 dipendenti, minaccia di trasferire le attività al Nord. Lo scorso 10 luglio, l ‘azienda, che non si era presentata all’incontro, ma si era collegata in videoconferenza, aveva preannunciato la richiesta di una procedura di proroga della cassa integrazione per tutto il personale in forza, a zero ore. Richiesta che è stata considerata preoccupante e grave perché motivata semplicemente da ragioni di crescita dei profitti. E che si sarebbe tradotta nella delocalizzazione degli impianti che di fatto avrebbe portato alla chiusura del sito produttivo tarantino.

Nell’incontro svoltosi in mattinata in Regione, con i rappresentanti della task force per gli stati di crisi, i sindacai hanno esposto il problema motivando la loro netta opposizione alla richiesta di cassa integrazione, che sarebbe solo un meccanismo per facilitare la delocalizzazione per di più disponendo anche del sostegno economico per un momentaneo sostegno al reddito.

I sindacati in sostanza hanno ottenuto la disponibilità della fask force a farsi carico di una interlocuzione urgente con l’azienda. Come ci spiega il segretario territoriale per l’appalto, della Fim Cisl di Taranto Brindisi, Pietro Cantoro, “la task force ha dato la propria disponibilità a verificare entro agosto l’accessibilità di risorse per il rilancio del sito e per far sì che la Hiab non vada via da Taranto”.

Maestranze e sindacati osserveranno l’andamento di questo confronto che deve tendere a sventare il rischio della delocalizzazione che priverebbe Taranto di un importantissimo sito produttivo che da anni opera nel settore con professionalità e specializzazione.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

In provincia

Premio Mcl Torricella Terra d’amare

23 Lug 2024

di Angelo Diofano

Il Circolo Movimento cristiano lavoratori di Torricella annuncia la terza edizione del Premio Mcl Torricella Terra d’amare  che si terrà domenica 28 luglio alle ore 20.30 nella sede della Vinicola Cicella in via Pietro Franzoso.
Quest’anno il premio riconoscerà il notevole impegno per la promozione del territorio di sette personalità provenienti dal mondo istituzionale, culturale, medico e delle attività produttive di terra ionica. Questi i premiati della terza edizione: prof. Francesco Schittulli, presidente nazionale della Lega Italiana per la lotta ai tumori; cardinale Fernando Filoni, gran maestro Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; dott. Alfonso Luzzi, presidente nazionale Mcl; dott.ssa Giovanna Cannarile, sostituto procuratore Dda di Lecce; dott. Gianfranco Fino, viticoltore; dott. Pietro Lacaita, medico di medicina generale; Bcc San Marzano di San Giuseppe.
La serata, condotta dalla giornalista Valentina Fanigliulo di Antenna Sud e animata dalla violinista Antonella Rossano, si preannuncia ricca di ospiti d’eccezione, tra cui parlamentari ionici, consiglieri regionali, sindaci dell’Unione dei Comuni Terre del Mare e del Sole, autorità civili, militari e religiose.

“La terza edizione del Premio Mcl Torricella Terra d’Amare rappresenta un evento in continua crescita, un segno di affetto e riconoscimento verso donne e uomini che si impegnano nella diversità per il bene comune – ha dichiarato la presidente Grazia Pignatelli -. Sarà un’occasione per ricostruire la passione per l’uomo con la consapevolezza di far vincere sempre il ‘noi’”. 

Un ringraziamento speciale viene rivolto dagli organizzatori al direttivo del circolo, composto da Annamaria Campa, avv. Maria Antonietta D’Elia, Cotrina Orlando, Giuseppe Semeraro, Maddalena Sabatelli, e a tutti gli sponsor che hanno contribuito al successo dell’evento.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO