Inquinamento

Terra dei fuochi, mons. Spinillo: “Ci auguriamo che la sentenza della Cedu possa produrre qualcosa di concreto”

Il vescovo di Aversa sul pronunciamento della Corte europea dei diritti dell’uomo

foto Ansa-Sir
31 Gen 2025

di Gigliola Alfaro

Una sentenza attesa da anni. Finalmente la Corte europea dei diritti dell’uomo si è pronunciata sulla Terra dei fuochi, in Campania, accogliendo parte delle decine di ricorsi presentati a Strasburgo da residenti e associazioni del territorio: secondo la Corte, lo Stato italiano non ha fatto “tutto il necessario per proteggere la vita dei ricorrenti” e non ha affrontato il problema “con la diligenza richiesta dalla gravità della situazione”. Ora l’Italia ha due anni per introdurre misure che risolvano l’emergenza in un territorio dove l’impennata di malattie gravi e decessi è stata confermata anche da studi scientifici ufficiali. Abbiamo raccolto le parole di mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, una delle diocesi colpite dal dramma di sversamenti di rifiuti e roghi tossici.

foto diocesi di Aversa

Quanto è importante questa sentenza, anche se c’è voluto molto tempo?

È importante perché definisce ciò che da tempo è stato denunciato riguardo la situazione delle nostre terre e proposto, in positivo, circa le bonifiche da parte delle associazioni dei cittadini e della Chiesa locale. È il riconoscimento di quanto era sempre stato detto da chi vive qui, ma che in altri ambienti è stato spesso negato o in qualche modo ridotto. Oggi abbiamo avuto questa ulteriore conferma ufficiale, pubblica, di questa drammatica verità.
Ci auguriamo che questo pronunciamento ora possa suscitare maggiori attenzioni, migliori interventi, possa essere di incoraggiamento ad azioni che aiutino il nostro ambiente a riprendersi da quella situazione in cui è stato precipitato dall’abbandono, con la conseguenza di tutto quello che ha danneggiato la salute, oltre che l’ambiente. Al tempo stesso, mi amareggia che ci sia voluto un pronunciamento ancora una volta di organi che vengono a esprimere una condanna per la nostra nazione, come se questo danno fosse fatto a terzi. No: la nazione ha vissuto e vive questo male in se stessa, senza riuscire a curarlo e a guarirlo, nonostante pronunciamenti importanti dall’Europa.

La Chiesa locale ha sempre raccolto il grido della terra e della gente, che si è vista privare della salute…

La Chiesa locale, che vive quotidianamente a contatto con la popolazione, ha recepito questa difficoltà enorme, questa situazione drammatica che si è creata e l’ha fatta sua.Ricordo la prima azione assunta da noi vescovi delle diocesi del nord del napoletano, tanti anni fa, quando proclamammo una giornata di digiuno e preghiera per chiedere perdono alla terra.

In questi anni purtroppo le terre sono state inquinante e tanti sono morti. Cosa si aspetta ora dalla sentenza?

Spero che possa suscitare un fermento di qualcosa di buono e nuovo, almeno su due fronti: da una parte, speriamo che ci sia la consapevolezza in chi è preposto alla salute pubblica e in chi ha il governo del territorio affinché possa mettere l’attenzione opportuna per risolvere i problemi, con bonifiche dei territori, azioni per rendere l’ambiente più salubre e per salvaguardare la vita umana; dall’altra parte, ci auguriamo che ci sia in tutta la cittadinanza quel cambio di mentalità, per cui impariamo tutti insieme ad avere attenzione per il territorio. Questo significa essere attenti a non abbandonare rifiuti in qualsiasi posto, ma anche avere una sensibilità per essere più rispettosi della vita e dell’ambiente comune.

In questi anni si è dovuto combattere anche con un forte negazionismo: perché a suo avviso? Per cecità o malaffare?

Se si trattasse di cecità, potrebbe essere attribuita a pigrizia, a non voler modificare certe abitudini, a non volere impegnarsi a organizzare in maniera più efficiente e positiva la nostra vita, a essere attenti alle risorse, a rispettare la natura. Sapientemente, mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ultimamente ci ha invitato tutti a far riposare la terra, a rispettare l’ambiente, a non considerare la terra una macchina da sfruttare per produrre in maniera esasperata ciò che a volte riteniamo utile alla vita dell’uomo. Quindi, cecità potrebbe voler dire pigrizia nell’impostare le attività dell’uomo senza entrare nell’ottica della sostenibilità. C’è poi l’altra possibilità: negazionismo legato al malaffare, considerando tutto quello che c’è nel nostro territorio come possibile fonte di guadagno egoistico, individualistico o di gruppi, ma che danneggia gravemente la vita comune. E non è detto che questo modo di fare sia finito.

La Chiesa in questi anni ha avuto un ruolo importante nel combattere questi due atteggiamenti sbagliati…

Sì, in questi anni don Maurizio Patriciello e l’oncologo Antonio Marfella hanno denunciato tutto quello che stava accadendo, sostenuti da tutta la Chiesa locale e in dialogo con le associazioni che sul territorio sono attente ai problemi ambientali e della salute. Come Chiesa locale abbiamo cercato sempre di mettere in dialogo tutte le componenti sociali, le associazioni di cittadini ed ecclesiali, le realtà istituzionali, a tutti i livelli, locale, regionale, nazionale ed europeo. Nel 2013 fui stato invitato a portare personalmente questi temi al Parlamento europeo e in quell’occasione delegai don Patriciello e Marfella. In questi anni abbiamo cercato di non creare mai fratture sociali: sostenendo il legittimo rivendicare dei cittadini a vivere bene nell’ambiente nel quale ci troviamo, abbiamo cercato di fare in modo che queste richieste fossero fatte nel dialogo tra cittadini stessi e istituzioni. A volte tutto questo è stato faticoso, ma le associazioni e i sindaci del territorio hanno sentito la vicinanza e la sollecitazione della realtà ecclesiale e hanno voluto che fossimo tutti insieme nel proporre qualcosa che potesse liberare il territorio da questi veleni e da ciò che il malaffare ha prodotto purtroppo nella nostra realtà.

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Popolo in festa

Grottaglie, San Biagio nella chiesetta della ‘Gravina di Pensieri’

31 Gen 2025

San Biagio, vescovo e martire, sarà festeggiato lunedì 3 febbraio anche a Grottaglie, nella chiesetta intitolata al santo, ubicata nella suggestiva ‘Gravina di Pensieri’, sulla strada per San Marzano, dove alle ore 15.30 il parroco della Collegiata, don Eligio Grimaldi, celebrerà la santa messa con preghiera di intercessione per gli ammalati e benedizione della gola.

Alle ore 18 don Eligio Grimaldi presiederà la celebrazione eucaristica anche in chiesa madre, ripetendo la preghiera di intercessione per gli ammalati e la benedizione della gola.

 

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Popolo in festa

Iniziate alla San Pasquale le celebrazioni per il ‘nostro’ sant’Egidio

foto fp Occhinegro
31 Gen 2025

di Angelo Diofano

Iniziano oggi, venerdì 31 gennaio, alla parrocchia San Pasquale Baylon dei frati francescani minori le celebrazioni in onore di Sant’Egidio da Taranto, che si concluderanno venerdì 7 febbraio, giorno del suo ‘dies natalis’, cioè la nascita al cielo, avvenuta il 7 febbraio 1812 a Napoli.

Ogni sera, santa messa alle ore 18.30 con omelia su temi relativi alla vita e al messaggio del santo tarantino.
Questi i celebranti: venerdì 3 gennaio, fra Adolfo Marmorino, maestro dei professi temporanei della provincia francescana;
sabato 1 febbraio, il parroco fra Vincenzo Chirico;
domenica 2, don Ciro Santopietro, parroco alla Sant’Antonio, Taranto;
lunedì 3, fra Giancarlo Li Quadri Cassini, parroco e guardiano alla Sant’Antonio, Bari;
martedì 4, fra Giancarlo Greco, parroco alla Maria SS.ma della Croce, Francavilla Fontana;
mercoledì 5, mons. Emanuele Ferro, parroco della basilica cattedrale di San Cataldo;
giovedì 6, mons. Carmine Agresta, parroco alla Sant’Egidio in Tramontone, alla presenza della comunità e della confraternita intitolate al santo;
venerdì 7 (solennità di Sant’Egidio), fra Paolo Quaranta, ministro provinciale dei frati minori.

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Giornata mondiale

In Cattedrale, la 29ª Giornata della vita consacrata

foto G. Leva
31 Gen 2025

di Angelo Diofano

Domenica 2 febbraio, festa della Presentazione di Gesù al Tempio, si svolgerà nella basilica cattedrale di San Cataldo la 29.ma Giornata mondiale della vita consacrata.
Ricorrendo l’Anno santo, la celebrazione – spiega don Filippo Urso, vicario episcopale per la via consacrata e le società di vita apostolica – darà l’opportunità di vivere il Giubileo della vita consacrata, “facendoci pellegrini di speranza per testimoniare al mondo il rinnovamento della vita che viene dall’incontro con il Verbo della vita”.

Questo il programma: ore 16.30, accoglienza nel santuario della Madonna della Salute, in piazzetta Monteoliveto; ore 17.30, possibilità di vivere il sacramento della Riconciliazione; ore 18.15, benedizione dei ceri e processione verso la basilica cattedrale; ore 18.30, santa messa celebrata dall’arcivescovo.

Istituita da San Giovanni Paolo II, la Giornata mondiale della vita consacrata costituisce un invito a riscoprire la bellezza della vita consacrata, dono prezioso per la Chiesa e per il mondo. La celebrazione offre anche l’opportunità di rinnovare l’impegno missionario dei consacrati, in piena comunione con il santo padre.

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Diocesi

Auguri, mons. Ciro Miniero

foto G. Leva
31 Gen 2025

Oggi, venerdì 31 gennaio, festa di San Ciro, la comunità diocesana rivolge i più cari auguri al suo Pastore, S.E. mons. Ciro Miniero, che in questo giorno festeggia il suo compleanno in coincidenza con l’onomastico.

L’arcidiocesi di Taranto, per intercessione di San Ciro e San Cataldo, gli assicura la preghiera affidandolo al Signore per un fecondo ministero episcopale nella nostra amata terra.

A mons. Miniero giungano gli auguri anche della redazione di Nuovo Dialogo, del direttore mons. Emanuele Ferro e del presidente della coop. ‘Dialogo’, mons. Gino Romanazzi.

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Lotta agli inquinatori

Una raccolta di firme in città per dire no al dissalatore al fiume Tara

31 Gen 2025

di Silvano Trevisani

“Salviamo il fiume Tara!”. Questa la parola d’ordine con la quale l’Anta, Associazione nazionale per la tutela dell’ambiente, una delle associazioni che assieme agli enti locali si oppongono con decisione alla realizzazione del dissalatore, lancia una raccolta di firme. Lo fa per dire “no” al dissalatore e rispondere così al progetto dell’Acquedotto pugliese.

Non sono bastate le assicurazioni fornite dall’Acquedotto nell’incontro svoltosi il 14 gennaio scorso a Bari, a cui hanno partecipato, assieme a Provincia e Comune, entrambi contrari al progetto, i rappresentanti del comitato cittadino. L’Aqp sostiene che il dissalatore è necessario e che non preleverà tutta l’acqua del fiume, che in parte è già prelevata dall’Ilva per il suo ciclo produttivo. Ma la questione non cambia di molto.

La petizione

La petizione avviata dall’Anta avviene con la racconta di firme presso una postazione in via D’Aquino, all’altezza di piazza della Vittoria, nei giorni di mercoledì e venerdì dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 18 alle 20, il sabato dalle 18 alle 20 e la domenica dalle 10,30 alle 12,30.

“Il progetto del dissalatore più grande d’Italia, proposto dall’Aqp e già appaltato causerà – secondo l’Anta – una drastica riduzione della portata del fiume, sottraendo la risorsa alla comunità e allo sviluppo agricolo. Sono previste imponenti strutture, canalizzazioni per oltre 14 chilometri, l’abbattimento di centinaia di ulivi secolari, la produzione di rifiuti, tutti fattori che determineranno un impatto disastroso in un ambiente già drammaticamente compromesso”.

Il fiume che ha dato il nome alla nostra città ancora una volta rischia di essere alterato nei suoi equilibri ambientali ed ecologici.

Secondo i rappresentanti del comitato, il pretesto del cambiamento climatico sarebbe strumentalizzato per imporre politiche di sviluppo insensate. Si chiede, in alternativa: che vengano riparate le grandi condotte dell’acqua che perdono oltre metà della quantità trasportata, che siano resi operativi gli invasi Pappadai, Montecastello e gli altri sparsi nella provincia. Che si recuperi, attraverso gli invasi e i bacini di laminazione le acque piovane e quelle dei canali naturali del Bacino idrogeografico di Mar Piccolo.

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Eventi in diocesi

Pulsano, presentazione del libretto delle 15 Visite

31 Gen 2025

Domenica 2 febbraio nella parrocchia Santa Maria La Nova, a Pulsano, alle ore 19, si terrà la presentazione della pubblicazione ‘Il libretto delle Quindici visite alla Madonna di Lourdes – storia e curiosità di uno strumento di preghiera’ di Dario Durante. Interverrà l’autore, con introduzione del parroco don Davide Errico.

Nella medesima giornata, sante messe saranno celebrate alle ore 6 – 7.30 – 10 – 11.30 – 18, precedute dalla recita del santo rosario e alla lettura della ‘Visita’ del giorno.

 

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Ecclesia

Striscia di Gaza, Romanelli (parroco): “In aiuto degli sfollati che arrivano dal Sud”

foto Afp-Sir
30 Gen 2025

di Daniele Rocchi

“Speriamo che il ritorno degli sfollati dal sud verso il nord di Gaza sia un segno ulteriore che questa guerra sta veramente finendo. Grazie a Dio la tregua tiene, in questi giorni non abbiamo sentito nessun bombardamento e nessun fragore di armi. Ed è una cosa buona. La speranza di tutti, qui a Gaza, è che questo accordo (tra Israele e Hamas, ndr) sia il primo importante passo per porre fine alla guerra e per pensare a ricostruire”: così padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, l’unica parrocchia cattolica dell’enclave palestinese, commenta il rientro, ad oggi, di oltre 300.000 palestinesi tornati nel Nord e provenienti dalle province meridionali e centrali della Striscia. Cifra fornita da Hamas che aggiunge che il 90% dei palestinesi che torna nel Nord di Gaza non ha più una casa dove stare. Le immagini che giungono da Gaza mostrano una marea umana di sfollati che risale lungo la strada costiera Al Rashid per attraversare il corridoio Netzarim, che divide il sud dal nord della Striscia, lasciato libero da Israele. Lungo la strada, i mezzi vengono ispezionati da contractor americani e ispettori egiziani. Lo scopo è evitare che si trasportino armi al nord. Nel cammino gli sfollati sono accerchiati da macerie e sorvegliati dai militari israeliani.

foto UNOCHA/Themba Linden

Speranza e dolore

La speranza per la fine della guerra si carica anche di dolore per la devastazione che si mostra davanti agli occhi degli sfollati. “Molti di loro – dice padre Romanelli – non riescono più a riconoscere i luoghi dove vivevano prima della guerra. Tante famiglie sono tornate con solo qualche coperta e pochi vestiti, non hanno più nulla. Le persone che sono riuscite a raggiungere la propria abitazione lasciata a causa dei combattimenti ha potuto toccare con mano la distruzione: chi ha perso tutta la casa, chi una parte, chi ha trovato rifugio in abitazioni abbandonate da famiglie andate via per sempre. Oggi cercano di vivere in mezzo a ciò che resta. Con le famiglie ci sono tanti anziani, bambini e persone vulnerabili”. La popolazione civile di Gaza ha bisogno di tutto, un tetto, acqua, vestiti, medicine. “È urgente – afferma preoccupato il parroco – far partire al più presto la ricostruzione di Gaza perché bisogna pensare veramente al bene di ogni persona umana che vive qui”.
“È buona cosa che continuino le trattative per il rilascio degli ostaggi israeliani e dei detenuti palestinesi ma bisogna pensare anche ad aiutare la popolazione civile stremata”.
Il parroco elenca i bisogni crescenti dei gazawi che tornano al nord: “prima di tutto l’acqua da bere e per i servizi. Ce n’era poca già prima ma adesso con il rientro dal sud il bisogno sta crescendo. Poi occorre rimuovere le macerie e la spazzatura che è ovunque con gravi rischi per la salute. Negli ultimi giorni nei mercatini si nota più cibo e anche i prezzi si sono abbassati. Continuano a mancare la benzina e il gasolio”.

Gaza, parrocchia Sacra Famiglia – foto Ilquddas Ara

L’impegno della parrocchia

La parrocchia latina – che si trova nel quartiere di al-Zaitoun di Gaza city (a nord della Striscia) e ospita ancora poco meno di 500 rifugiati – non resta a guardare inerme, anzi continua ad aiutare tutti coloro che bussano alla porta. Si conferma la vocazione della piccola chiesa cristiana di Gaza come ‘un’oasi di accoglienza e di pace’ già mostrata in questi lunghi mesi di guerra. “E sono tanti – dice padre Romanelli – gli sfollati che stanno rientrando dal Sud che vengono a chiedere aiuto.
Grazie al sostegno del Patriarcato latino di Gerusalemme, del Sovrano Ordine di Malta e di altri benefattori, nelle ultime due settimane abbiamo dato sostegno a oltre 10mila famiglie. Ma adesso, con il flusso enorme di sfollati in arrivo, ci stiamo organizzando per la distribuzione di aiuti così da venire incontro ai loro bisogni”. Allo stesso tempo non viene meno l’aiuto agli sfollati della parrocchia, alle famiglie e ai loro bambini. Per questi ultimi – conclude padre Romanelli – abbiamo approntato anche lezioni scolastiche”.

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Ecclesia

Unità dei cristiani, mons. Olivero (Cei): “Unione e collaborazione in questo tempo segnato da guerre e divisioni”

foto Cei
30 Gen 2025

“È un grande segno di unione e collaborazione, soprattutto in questo tempo segnato da guerre e divisioni. È bello poter dire che i cristiani ci provano a essere costruttori di unità”: così mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, durante la celebrazione ecumenica nazionale della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, svoltasi a Napoli il 21 gennaio con i responsabili delle Chiese cristiane in Italia: “Sentire commentare la Parola da varie voci, appartenenti a diverse confessioni, è sempre molto arricchente, perché allarga immediatamente l’orizzonte e offre colori diversi”. Riferendosi al tema della Settimana, mons. Olivero ha aggiunto: “È una domanda rivolta a una donna. Gesù sapeva trattare con la stessa passione e libertà uomini, donne, anziani, bambini, discepoli e persone appena conosciute. Per lui sono tutti ugualmente importanti, perché figli e figlie dello stesso Padre”.

 

 

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Eventi in diocesi

Si è celebrata la Festa della pace 2025 di Azione cattolica

foto G. Leva
30 Gen 2025

In occasione della Festa della Pace, lo scorso fine settimana, l’Azione Cattolica diocesana ha organizzato due significativi momenti: sabato 25 gennaio, nella santuario Nostra Signora di Fatima a Talsano si è tenuto un ‘AperiScambio’ per Giovani e Adulti.
Dopo la lettura del paragrafo 4 del messaggio per la 58° Giornata mondiale della Pace di papa Francesco, gli oltre 100 partecipanti sono stati divisi su 10 tavoli. Seguendo la modalità del Word Cafè in un clima intimo e conviviale, giovani ed adulti si sono confrontati su idee, progetti e sogni per realizzare i ‘cambiamenti culturali’ auspicati da Francesco. Da questo scambio sono emerse diverse idee, progetti e desideri da mettere in campo concretamente da parte dell’associazione sul nostro territorio. Questo appuntamento è stato, anzitutto, un’occasione per conoscersi e rinforzare i legami tra diverse realtà parrocchiali, ma è risultata anche una vivida testimonianza di quanta sensibilità e attenzione ci sia nella nostra associazione per diverse tematiche.
L’incontro è poi continuato con un momento di preghiera apertosi con l’attraversamento della Porta santa della parrocchia, sede giubilare, colorata con le bandiere della pace e animata dal coro e dal gruppo ‘Adulti’ parrocchiale.
La preghiera è stata inoltre arricchita dalla presenza di alcuni componenti dell’associazione Noi&Voi che attraverso la loro testimonianza ci hanno permesso di sperimentare personalmente il valore del messaggio del papa, di una pace che passa attraverso l’accoglienza del fratello non con gli occhi di chi giudica ma di chi, perseverando i principi di giustizia e solidarietà si mette al servizio dell’altro.

“Giovani ed adulti, nei singoli tavoli, hanno vissuto un prezioso scambio intergenerazionale che ha evidenziato come sia sempre più necessario parlare di tematiche sociali che hanno al centro l’essere umano e quanto sia indispensabile una visione progettuale delle nostre attività – riporta Guglielmo, consigliere diocesano di Ac -. Tra le tante, significativa una idea uscita in uno dei tavoli circa la creazione di spazi verdi come punti di aggregazione e fucine di idee, soprattutto in quelle zone che molto spesso subiscono una carente attenzione per la sola caratteristica di essere ‘la periferia’, così come spesso richiamata anche dal Santo padre”.
Domenica 26, nella città vecchia di Taranto, davanti a Palazzo di città, si è svolta la ‘Festa della Pace’, con un bel momento di animazione, la significativa testimonianza dell’associazione Noi&Voi e di lì è partita la consueta Marcia della pace con i bambini e i ragazzi dell’Acr arrivata fino alla basilica cattedrale di San Cataldo dove, in un clima festoso e partecipato, si è celebrata la santa messa. Una domenica ricca di entusiasmo e colori che raccontiamo con la voce di alcuni educatori.
Chiara, educatrice della parrocchia Sant’Antonio di Taranto: “L’equipe diocesana dell’Azione Cattolica ragazzi mi ha coinvolto per l’animazione della Festa della pace insieme ad alcuni ragazzi della mia parrocchia. Sin dalla prima chiamata abbiamo concordato di non essere uno spettacolo per gli altri, ma uno spettacolo con gli altri. Insieme ai ragazzi e ai bambini ci siamo impegnati per portare sul palco un lavoro di squadra, divertimento e coinvolgimento, tutti uniti per la pace, senza pensare alla perfezione del lavoro ma all’essere felici di essere lì. Abbiamo inoltre presentato “Praise” una canzone molto utilizzata in America per pregare, cantata e ballata ognuno come vuole per ricordare, appunto, che ovunque e in qualsiasi modo possiamo lodare”.

Stefano della parrocchia San Pio X: “Anche da educatore, rivivere momenti come quelli della Festa della pace è sempre una bellissima emozione. La Festa della Pace è un momento speciale per celebrare l’importanza dell’unità, del dialogo e della solidarietà. Ce lo hanno ricordato i ragazzi della associazione Noi&Voi, insieme a don Francesco Mitidieri, spiegandoci l’importanza di ‘uscire dall’ombra’ e che chiedere aiuto non è da persone deboli ma da persone coraggiose.
Oltre questa importante testimonianza, i ragazzi sono stati accolti con balli e giochi, per poi proseguire con la marcia della Pace e arrivare nella Cattedrale di Taranto, dove hanno partecipato alla santa messa concludendo così questa bellissima giornata”.

Maria del santuario Nostra Signora di Fatima: “Tra colori, musica, abbracci e bandiere, tutti insieme, grandi e piccoli, abbiamo partecipato alla festa della Pace. Un appuntamento al quale da anni partecipo con i ragazzi della mia parrocchia; e anche quest’anno è stato impagabile ascoltare la semplicità con cui i bambini e i ragazzi alla parola ‘pace’ negli slogan o negli striscioni hanno accostato espressioni come amore, abbracci, rispetto, amicizia, libertà. Parole che appartengono alla vita di tutti i giorni, e che i bambini usano come “soluzione” ai loro piccoli e grandi conflitti. Quanto ancora abbiamo da imparare da loro! L’entusiasmo ha coinvolto anche i passanti e i residenti durante la marcia che ci ha condotti fino al passaggio attraverso la porta della Cattedrale, quest’anno chiesa giubilare. Già le testimonianze degli ex detenuti e la presenza di tanti ragazzi mi hanno fatto riflettere sul desiderio e sulla necessità del cambiamento, reale, e concreto, che parte dalle piccole cose; e questo pensiero mi ha accompagnata lungo la marcia e ancora durante la messa in Cattedrale. Mi risuona ancora dentro il verso ascoltato e cantato «Semina la pace e tu vedrai che la tua speranza rivivrà, spine tra le mani piangerai, ma un modo nuovo nascerà». Allora seminiamo, ancora e ancora, il cambiamento è in atto e noi grandi e piccoli ne siamo protagonisti”.

La ‘Pace in Azione’, come lo slogan di quest’anno, è così che vogliamo accogliere questo invito, perché la pace non si deve solo urlare ma abbiamo la responsabilità di renderla fattibile attraverso le nostre azioni quotidiane, personali e di gruppo.

 

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Eventi in diocesi

Don Maurizio Patriciello al convegno Anspi, sabato 1 febbraio a San Giorgio

30 Gen 2025

Don Maurizio Patriciello sarà il relatore del convegno sull’inclusione ‘Oratorio, casa per tutti – Includere tutti: realtà o immaginazione?’ a cura del comitato zonale Anspi di Taranto nell’ambito del progetto ‘Centodieci Agorà’ che si terrà sabato 1 febbraio a San Giorgio jonico nell’auditorium parrocchiale della parrocchia Santa Maria del Popolo dalle ore 15.30 alle ore 20.

Parroco di San Pietro Apostolo al ‘Parco Verde’ di  Caivano, don Maurizio Patriciello è simbolo della lotta contro la camorra e principale animatore per il riscatto del quartiere da ogni forma di degrado. Si è scagliato, soprattutto, contro il malaffare nella cosiddetta “Terra dei fuochi” tanto che per il cattivo odore nel quartiere a volte non è riuscito a celebrare la messa, vedendo poi morire di tumore il fratello Franco. A causa delle minacce di morte subite dai clan camorristici, don Maurizio Patriciello vive sotto scorta dal 2022.

Il programma del convegno prevede anche laboratori e confronti e verterà sul tema ‘L’oratorio come luogo accogliente: una sfida possibile?’.

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Festeggiamenti patronali

Carosino, la festa invernale di San Biagio

30 Gen 2025

di Angelo Diofano

Con la cerimonia d’intronizzazione del venerato simulacro nella chiesa della Madonna delle Grazie è iniziata domenica 26 gennaio a Carosino la festa liturgica del patrono, San Biagio, detta anche “San Biase Piccinnu”, per distinguerla da quella più solenne che si svolge nel mese di ottobre, secondo antica tradizione.

Il triduo prevede ogni sera alle ore 18.30 la santa messa celebrata dal parroco don Filippo Urso. Nella prima serata, venerdì 31 gennaio, la celebrazione in onore di San Giovanni Bosco sarà animata dalle ex allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice; a seguire, nel salone parrocchiale, offerta del tradizionale panino con la mortadella. Domenica 2 febbraio, festa della Candelora, sante messe alle ore 8 – 10.30 – 18; alle ore 11.30  si snoderà la processione per le principali vie cittadine, accompagnata dalla banda musicale ‘Santa Cecilia-Città di Taranto’ diretta dal maestro Giuseppe Gregucci; gli abitanti delle vie interessate al percorso sono invitati a esporre ai balconi il drappo rosso con l’immagine del santo, realizzato dal comitato.

Lunedì 3 febbraio, festa di San Biagio, sante messe si terranno  alle ore 8.30 e alle ore 10.30; alle ore 18.30 la celebrazione eucaristica sarà presieduta dal parroco don Filippo Urso, con la partecipazione dell’Associazione Genitori di Taranto degli ammalati onco-ematologici. Al termine, uscita del simulacro di San Biagio sul sagrato per la benedizione al paese.

In questa giornata, al termine di ogni messa ci sarà la benedizione della gola con le candele incrociate e, come tradizione in onore del santo, sarà distribuito ai fedeli un trancio di panettone benedetto; finora, accogliendo l’invito del comitato festa, ne sono state donate oltre cento confezioni, offerte da fedeli, aziende e attività commerciali.

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