Intelligenza artificiale

‘Antiqua et nova’: l’Ai tra etica, educazione e sviluppo integrale della persona

foto Siciliani Gennari-Sir
29 Gen 2025

di Giada Di Reda

Antiqua et nova, vecchia e nuova sapienza, tradizione e innovazione: incoraggiare il progresso senza dimenticare l’umano dotato di ragione, intelletto, volontà ed emozioni; essere uomini tra gli uomini, nel mondo e per il mondo. La Nota sul rapporto tra l’intelligenza artificiale e l’intelligenza umana, redatta dal Dicastero per la dottrina della fede e per la cultura e l’educazione, pubblicata martedì 28 gennaio 2025, in occasione della memoria liturgica di san Tommaso d’Aquino, mette in luce la necessità di ripensare il rapporto tra l’intelligenza artificiale e l’intelligenza umana. Un invito a riflettere in relazione alle questioni antropologiche ed etiche, sollevate dal loro rapporto, e sulle ripercussioni che l’avvento dell’Ai ha sul rapporto con la società, l’economia e la finanza, il lavoro, la custodia del creato, la salute, l’educazione, la privacy e tutte le questioni legate al bene comune.

Lo sviluppo e la tutela della persona umana, sono da sempre al centro della riflessione cristiana della Chiesa cattolica; la categoria di persona si è espressa inoltre, nel Novecento, in un movimento che ha occupato un ruolo tutt’altro che marginale nella storia del pensiero filosofico contemporaneo, ovvero il Personalismo. Riflessioni scaturite anche alla luce degli eventi che hanno caratterizzato il secolo breve, ovvero gli sviluppi storici che hanno messo a repentaglio la dignità umana: genocidi totalitarismi,guerre mondiali. Eventi che hanno, in determinati casi, schiacciato la persona, spogliandola della propria identità, impedendone losviluppo integrale.

La persona, in quanto tale è dotata di intelligenza, volontà e di una propria identità che si sviluppa anche attraverso il rapporto con il prossimo, con cui sviluppa delle relazioni anche attraverso lacondivisione di saperi, esperienze, sentimenti, emozioni econflitti. È importante sottolineare che l’essere umano è dotato di anima e fantasia; quest’ultima attraverso le sue funzioni, non solo rielabora le percezioni acquisite dal mondo esterno ed ha la possibilità di fungere da raccordo tra sensi e ragione, ma alimenta la spinta al superamento di tutti gli orizzonti finiti o le azioni già svolte, alimentando spesso le intuizioni che le permettono di trovare soluzioni a determinate questioni.

La nota del Dicastero a partire dalla riflessione sull’intelligenza nella tradizione filosofica e teologica, si sofferma, oltre che su tutti gli aspetti succitati, legati alla complessità del mondo contemporaneo, anche sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel contesto delle relazioni umane e dell’educazione, aspetti cruciali se messi in rapporto allo sviluppo della persona.

Il Concilio Vaticano II, attraverso la Gaudium et Spes, sottolinea la natura sociale dell’essere umano, naturalmente portato alla vita in società e al rapporto con l’altro. Uno dei rischi messi in evidenza nella nota è quello di limitarsi alle cosiddette connessioni”, mettendo da parte le relazioni autentiche basate sul dialogo e sull’empatia, entrambe necessarie per lo sviluppo della persona. È necessario riconoscere l’IA come uno strumento e non come un essere umano, anche al fine di salvaguardare la crescita morale e intellettuale dei più giovani.

In questo senso, il richiamo è rivolto anche ai docenti e agli educatori che svolgono un ruolo fondamentale, che non si limita alla trasmissione dei saperi; essi infatti hanno il compito di guidare i discenti alla scoperta della meraviglia legata al sapere, e di aiutarli a sviluppare la curiosità. Il docente che non è solo un trasmettitore di nozioni, ma è un punto di riferimento con cui relazionarsi, confrontarsi, una vera e propria guida verso la scoperta di sé stessi e del mondo. Una relazione che stimola la fiducia, la crescita e lo sviluppo del discente che si prepara a diventare uomo. In questo senso, l’IA può rivelarsi utile per supportare l’apprendimento personalizzato dello studente e facilitare, in situazioni di difficoltà, l’accesso all’istruzione.

II compito di tutte le istituzioni educative, delle università cattoliche e di tutti gli operatori della cultura, è quello di promuovere un uso critico e creativo dell’intelligenza artificialeveicolandone l’utilizzo rivolto al bene comune.

Abbracciare il progresso per metterlo al servizio dell’uomo per il bene il comune, senza mettere a repentaglio il valore inestimabile della persona, che non è legato al possesso di singolari abilità, dai risultati cognitivi e tecnologici o dal successo individuale, bensì dalla sua intrinseca dignità fondata sull’essere creata a immagine di Dio”.

Il dono di essere uomini nel mondo, che si concretizza nella possibilità di relazionarci, amare e avere cura del prossimo, godere della bellezza del creato e del coraggio di impegnarci per stare al mondo ed operare con gli altri e per gli altri, in nome di qualcosa di più grande.

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Popolo in festa

Al Sacro Cuore, seguendo l’insegnamento di Don Bosco

29 Gen 2025

di Angelo Diofano

San Giovanni Bosco sarà celebrato anche nella chiesa del Sacro Cuore, a Taranto, in via Dante, secondo tradizione consolidata per la presenza, anni addietro, dei religiosi salesiani, cui la parrocchia era affidata. Le celebrazioni, a cura del parroco don Francesco Venuto, sono in corso da martedì 28 e vertono sull’insegnamento di don Bosco, riportato sulla locandina, secondo cui “Il migliore consiglio è di fare bene quanto possiamo e poi non aspettarci la ricompensa dal mondo ma da Dio solo”.

Giovedì 30, alle ore 17.30 ci sarà l’adorazione eucaristica con riflessioni sulla figura di Don Bosco e il carisma salesiano; alle ore 18.30, santa messa con preghiera a Don Bosco.

Venerdì 31, festa di San Giovanni Bosco, alle ore 18 recita del santo rosario salesiano e alle ore 18.30 santa messa solenne celebrata dal parroco don Francesco Venuto con benedizione della nuova tela di Don Bosco. Al termine, distribuzione del tradizionale panino con la mortadella per tutti.

 

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Arte sacra

Progetto ‘Lux in Tenebris’ per la pinacoteca-museo della San Pasquale

foto fp Occhinegro
29 Gen 2025

Il 31 gennaio, venerdì, alle ore 10.30 si terrà alla biblioteca del convento di San Pasquale Baylon, a Taranto la presentazione del progetto Lux in Tenebris, realizzato dall’aps ConTatto, con il finanziamento della Regione , bando Puglia Capitale Sociale 3.0. Il progetto è finalizzato ad attivare forme di consapevolezza e educazione alla bellezza attraverso l’arte, capaci di far emergere nei beneficiari, come una ‘Luce nelle tenebre’ (‘Lux in tenebris’), abilità e sensibilità che altrimenti non sarebbero portate in luce. Grazie ad esso è stato possibile incrementare il numero di aperture al pubblico e avviare la fruizione online di beni artistici custoditi della pinacoteca museo ‘Sant’Egidio’ del convento di San Pasquale, quale nodo di coinvolgimento di comunità con laboratori artistici ed emozionali.

Interverranno fra Francesco Zecca, padre guardiano del convento di San Pasquale Baylon; l’avv. Valentina Romano, direttore del dipartimento Welfare della Regione (da remoto); i professionisti e i volontari che hanno sviluppato e dato vita al progetto, dott.ssa Alessandra Cotugno, dott. Antonio Maglie, prof.ssa Anna Della Ricca e la signora Noemi Tripaldi. 

L’intento è quello di portare a conoscenza – docenti, guide e operatori del settore turistico – dei risultati dello studio delle opere che vi sono conservate e dei percorsi emozionali appositamente ideati e attuati nei due anni di svolgimento delle attività progettuali; e di proporre la pinacoteca-museo come nuovo polo attrattivo della città, grazie alla sua collezione di opere di scuola napoletana del sei-settecento.

Lux in tenebris’ nasce dall’esigenza di dare continuità alla progettualità della pinacoteca, inaugurata nel 2018 dalla comunità francescana, con l’auspicio di innescare un circuito generativo di bellezza. In questi due anni si è riconosciuta sempre di più l’esigenza di dare ascolto al ‘grido’ dei giovani della città che si sentono impotenti nei confronti delle brutture compiute sul territorio, che spengono ogni riferimento alla bellezza e alla speranza. Soffermarsi ad osservare queste opere, accompagnati da volontari esperti e sensibili, permette invece di alzare lo sguardo e ritrovare lo stupore per la propria terra, alimentando la speranza e l’entusiasmo.

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Popolo in festa

San Giovanni Bosco, nel vivo i festeggiamenti

29 Gen 2025

di Angelo Diofano

“Cari ragazzi, cari genitori, cari animatori ed educatori, amici di don Bosco e comunità educativa tutta, i festeggiamenti di don Bosco si inseriscono nel grande avvenimento che la Chiesa sta vivendo: il Giubileo ordinario che è iniziato il 24 dicembre con l’apertura della porta santa. Papa Francesco ci sta invitando a riflettere che la speranza cristiana è una speranza incarnata, che si nutre dell’operosità e si traduce in azioni concrete di carità e giustizia. In questo senso, don Bosco è per noi un esempio luminoso. Per lui, camminare nella speranza significava agire, sognare e costruire, consapevole che Dio non delude mai chi ripone in Lui la fiducia. Per questo desideriamo essere ‘pellegrini di speranza con i giovani’ avendo come modello Don Bosco, vogliamo conoscerlo sempre di più per continuare a sognare e a segnare il cuore dei giovani. Ci auguriamo che gli appuntamenti programmati ci aiutino a sperimentare la bellezza di essere ‘Pellegrini di speranza’”: con queste parole il parroco della San Giovanni Bosco, don Giovanni Monaco, invita a partecipare alle giornate conclusive dei festeggiamenti in onore del ‘santo dei giovani’.

Giovedì 30, alle ore 10.30, si terrà l’iniziativa ‘Don Bosco in festa’ con l’istituto comprensivo ‘San Giovanni Bosco’ alle ore 18.30 la santa messa sarà celebrata da don Francesco Nigro, direttore dell’istituto superiore di scienze religiose metropolitano ‘San Giovanni Paolo II’; alle ore 19.30 veglia di preghiera per i giovani a cura degli oratori delle Figlie di Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco.

Venerdì 31, solennità di San Giovanni Bosco, sante messe saranno celebrate alle ore 8.30-9.30 (per i ragazzi dell’istituto delle Figli di Maria Ausiliatrice)-18.30 (presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero). A seguire, nel cortile, distribuzione del ‘panino di don Bosco’, karaoke con i canti di don Bosco e animazione musicale con la band ‘Gli sbandati’

Infine, sabato 1 febbraio, alle ore 18.30 santa messa in ricordo dei salesiani defunti.

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Eventi a Taranto e provincia

In Concattedrale una tarantina parlerà dell’esperienza di volontariato in Ucraina

29 Gen 2025

di Angelo Diofano

Venerdì 31 gennaio alle ore 19.30 in Concattedrale ci sarà una testimonianza sull’esperienza in Ucraina della tarantina Cristina Castronovi, volontaria di ‘Operazione Colomba’, corpo nonviolento di pace della ‘Comunità papa Giovanni XXIII’, le cui attività potranno essere sostenute con una donazione scansionando il ‘qrcode’ riportato sull’apposita locandina affissa in parrocchia (e qui sotto).

Cristina Castronovi, parrocchiana della concattedrale, ha 25 anni, è laureata in Sociologia e si sta specializzando in Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale. Dopo un corso di formazione è diventata una volontaria di breve periodo, operando per un mese nelle città di Mykolaïv e Kherson in Ucraina, vivendo a stretto contatto con le persone del luogo.

 

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Arcivescovo

Monsignor Miniero a Grottaglie: il dono come cura e modello di santità

28 Gen 2025

di Silvano Trevisani

‘Il dono come cura’ è stato il tema della riflessione offerta dall’arcivescovo Ciro Miniero in occasione dell’assegnazione del Premio del concorso al miglior giovane laureato in medicina per l’anno 2024, di Grottaglie. Manifestazione organizzata dall’Associazione medici per San Ciro che celebra, quest’anno, il ventennale della sua fondazione.

Hanno portato i saluti, don Eligio Grimaldi, parroco della Chiesa matrice, Salvatore Lenti, presidente dell’Associazione, Cosimo Numero, già presidente dell’Ordine dei medici, sa sempre vicino all’organizzazione. Presenti il sindaco Ciro D’Alò e l’assessore Raffaella Capriglia.

Sui temi della riflessione, molto seguita dai fedeli presenti nella Chiesa madre, sempre numerosi in occasione degli eventi legati ai festeggiamenti patronali, abbiamo rivolto alcune domande all’arcivescovo.

Santità e dono in quale relazione sono? E in che modo san Ciro è un dono per la comunità?

Per il cristiano tutto è dono. Se non entra in questa dimensione sentirà un certo vuoto dentro di sé. Bisogna vivere la vita, che è così preziosa, in modo da farla diventare dono per tutti. Questo vale a tutti i livelli e per tutte le categorie. Per i medici, ad esempio. È stato così per san Ciro, che svolgeva particolarmente la sua attenzione per i poveri, ai quali prestava la sua attività gratuitamente, come tanti medici di quel tempo. Ma come ancora oggi molti medici fanno nel silenzio della loro professione. Dall’altra parte, il dono deve prepararci non solo a poterlo prestare, ma anche a poterlo ricevere. A volte, in una società dove sembra che tutto ci sia dovuto, non riusciamo neppure a percepire, a comprendere quanto invece è prezioso il servizio di chi si dona per il bene dei fratelli.

La santità è un dono ma è anche mediazione? È un passaggio di questo dono?

È un ricevere e dare contemporaneamente. Un dono lo si riceve e mentre lo si riceve lo si dà: si è dono per gli altri.

In questi giorni abbiamo salutato la conclusione della parte diocesana della causa di canonizzazione di Pierpaolo Capuzzimati. Quale segno ne riceviamo, in questi giorni in cui ci apprestiamo a festeggiare un santo così amato e venerato come Ciro?

Vuol dire che la grazia di Dio veramente continua ad agire nel cuore di tanti, che a volte non ce ne rendiamo neppure conto. Lì dove c’è la manifestazione della grazia di Dio, spesso non riusciamo a percepire la forza e la potenza, tanto amore da parte sua. Come è successo per Pierangelo che, nella sua vita semplice, ha veramente accolto il dono della vita, della sofferenza. L’ha offerta per gli altri e ho ha fatto anche attraverso l’attenzione al mondo che gli stava attorno. Un ragazzo così giovane non ha avuto certamente il modo di esprimersi la massimo, con il dono di sé, attraverso le esperienza che la vita poteva ancora offrirgli. Ma anche attraverso la sua breve vita questo lo ha mostrato chiaramente: vale la pena vivere per gli altri.

Con la Chiesa di Giovanni Paolo II ha attualizzato il concetto di santità, fornendo al popolo di Dio tanti esempi, anche attuali, di santità. Donne e uomini che hanno vissuto la contemporaneità e sono stati visti da vicino. In questo contesto, un santo di tanti secoli fa, come san Ciro, può ancora dire qualcosa di concreto ai cristiani di oggi?

La loro è la testimonianza di persone che sono riuscite non solo a donare se stesse, e san Ciro lo ha fatto fino al martirio, ma lo hanno fatto nei piccoli e semplici gesti di prossimità. È quello che colpisce ancora oggi, cattura la nostra attenzione. A volte può sembrare che siano centrali i segni straordinari, che si ricevono per intercessione dei santi, ma non è solo questo. Attrae una vita santa, una vita modello di bene, di amore per le persone. Quello che ancora san Ciro, come tutti i santi, ci insegna, anche se oramai sono distanti da noi tanti secoli.

Il premio

Quest’anno il premio di studio era dedicato alla memoria del dottor Franco Palmieri recentemente scomparso e che tanto ha donato come medico alla comunità grottagliese. La vincitrice la neodottoressa Chiara Trani, che si è laureata all’Università di Pisa ad appena 24 anni con 110/110 e lode, discutendo una tesi sulla rete integrata della gestione tempo dipendente dell’ictus cerebri. Ed è già al primo anno della specializzazione in anestesia e rianimazione, sempre all’università di Pisa.

Una nota di merito va anche agli altri 3 dottori, sempre di Grottaglie, che hanno partecipato e che si sono laureati tutti con 110 e 110 con lode: Stefano Fanigliulo, Miriana Manigrasso e Giuseppe Fanigliulo.

Nel corso della manifestazione, inoltre, il dottor Michele Bonfrate ha ricordato la straordinaria storia della dottoressa Rossella Bonfrate, esempio di coraggio e determinazione. Affetta fin dall’infanzia da una grave malformazione cerebrale genetica, Rossella ha affrontato un percorso medico complesso grazie all’amore incondizionato della sua famiglia. Nonostante le difficoltà e la disabilità, ha conseguito la laurea in Medicina, incarnando un messaggio di speranza e resilienza che ispira medici, pazienti e comunità intere. E infine ha anche donato i suoi organi.

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Naufragio di migranti

Due bambini migranti sono morti e uno è scomparso nel Mediterraneo

Unicef: “Si utilizzi il Patto sulla migrazione e l’asilo per dare priorità alla salvaguardia dei bambini”

foto Sir-Marco Calvarese
28 Gen 2025

“Sono profondamente angosciato dalle notizie sull’ennesimo naufragio nel Mediterraneo, nel quale (domenica notte) due bambini hanno perso la vita e uno risulta disperso. Si stima che siano state tratte in salvo 15 persone, tra cui una donna in gravidanza e un bambino che viaggiava da solo senza i genitori”: è quanto afferma Nicola Dell’Arciprete, coordinatore in Italia dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale, in una dichiarazione scritta diffusa alla stampa.
“Le nostre più sentite condoglianze vanno alle famiglie di tutte le persone colpite – aggiunge -. Per troppo tempo, il Mediterraneo è stato una traversata mortale per i bambini e le bambine in cerca di sicurezza e di una vita migliore. Il mese scorso, più di 300 persone sono morte o scomparse nelle sue acque, molte delle quali erano fuggite da conflitti, povertà e persecuzioni. Non possiamo permettere che questo continui. Ancora una volta, l’Unicef chiede ai Governi di utilizzare il Patto sulla migrazione e l’Asilo per dare priorità alla salvaguardia dei bambini. Ciò include la garanzia di percorsi sicuri e legali per la protezione e il ricongiungimento familiare, nonché operazioni coordinate di ricerca e salvataggio, sbarchi sicuri, accoglienza su base comunitaria e accesso ai servizi di asilo. Chiediamo inoltre maggiori investimenti nei servizi essenziali per i bambini e le famiglie che arrivano attraverso rotte migratorie pericolose, tra cui il sostegno psicosociale, l’assistenza legale, l’assistenza sanitaria e l’istruzione. Dobbiamo lavorare insieme per affrontare le cause profonde della migrazione e sostenere l’inclusione delle famiglie nelle comunità ospitanti, assicurando che i diritti dei bambini e delle bambine siano protetti in ogni fase del loro viaggio”.

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Ecclesia

DigitOratorio: la sfida dell’era digitale

Se ne è parlato nell’incontro formativo a cura del Comitato zonale dell’Anspi, con la guida del formatore regionale, Alessio Perniola

foto Anspi Taranto
28 Gen 2025

Immaginiamo un luogo in cui tecnologia e tradizione si incontrano, dove si possono scoprire nuovi mondi, imparare a comunicare davvero e crescere senza perdere di vista chi si è davvero. Questo luogo esiste: è l’oratorio, ma con un tocco in più, quello digitale.
Durante l’incontro formativo ‘DigitOratorio’, che si è svolto nel seminario di Poggio Galeso a Taranto sabato 11, il Comitato zonale dell’Anspi, con la guida del formatore regionale Anspi, Alessio Perniola, ha esplorato come gli oratori, luoghi da sempre dedicati alla crescita delle giovani generazioni, possono evolversi per rispondere alle esigenze del mondo contemporaneo senza perdere la loro essenza educativa.

Oggi, il mondo digitale è ovunque. Dai video su TikTok ai meme su Instagram, dalla musica su Spotify ai giochi online con gli amici, il digitale fa parte della vita. Ma ci siamo mai chiesti cosa significa davvero? E soprattutto, come usarlo per crescere e non per restare intrappolati? La bellezza di un Oratorio aperto al mondo digitale sta proprio nella sua capacità di mantenere viva l’autenticità e il rispetto della diversità. È proprio questa la magia dell’oratorio.

In un corso di danza o in una squadra di calcio si trovano sempre persone con le nostre stesse passioni. All’oratorio, invece, si trovano persone che non sceglieremmo mai come amici, ma che finiscono per insegnarci qualcosa di speciale. Questo spazio non è giudicante, ma accogliente: è il posto ideale per provare, sperimentare, sbagliare e riprovare fino a trovare la propria strada. L’oratorio è paragonabile a una piattaforma in cui si possono caricare i lavori, ricevere feedback e confrontarsi con altri ragazzi che condividono le stesse passioni, si può partecipare a workshop dove esperti aiutano a migliorare le competenze o unirsi a gruppi creativi per lavorare insieme su progetti che lasciano il segno.
Ma ora arriva la sfida. Il rischio più grande del restare inchiodati davanti a uno schermo è proprio l’isolamento. Il DigitOratorio vuole rompere questo ciclo. Qui non si è spettatori passivi ma partecipanti attivi. Le attività proposte incoraggiano a uscire dalla comfort zone digitale, a interagire con altri giovani e a creare legami autentici. È un antidoto all’isolamento, un luogo dove sentirsi visti e ascoltati.
Ecco allora la sfida: usare la tecnologia non solo per guardare o scorrere, ma per creare. Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia è diventata parte integrante delle nostre vite. Ogni giorno, milioni di giovani trascorrono ore davanti agli schermi, immersi in un flusso infinito di contenuti: foto, video, meme, storie, reel. Ma c’è una differenza sostanziale tra consumare e creare, tra essere spettatori e diventare protagonisti. Ed è qui che si gioca una delle sfide più importanti: la tecnologia, se usata nel modo giusto, è uno strumento incredibile per dare forma alla creatività. Può trasformare una semplice idea in un progetto che raggiunge persone lontane, ispirarne altri, far nascere una nuova passione.

Il DigitOratorio è proprio questo: un luogo dove la tecnologia non è una scusa per isolarsi, ma un’occasione per costruire relazioni vere e crescere. È il futuro, ma con radici solide. Perché alla fine, anche nell’era digitale, quello che conta davvero sono le persone, il divertimento e l’amore che si impara a condividere.
Allora, pronti a vivere l’oratorio anche nel mondo digitale? Non è solo una domanda da cliccare, ma una sfida da accettare. Portiamo la nostra energia, il nostro talento e la nostra voglia di fare. Non lasciamo che il digitale ci allontani dalle emozioni autentiche! Usiamolo per costruire qualcosa di bello all’interno del cortile del nostro oratorio.

La partita è appena iniziata. Da che parte vogliamo stare?

 

foto Anspi Taranto

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Francesco

Giubileo della comunicazione, papa Francesco: “Andate incontro all’altro, siate ‘veri’”

28 Gen 2025

“Comunicare è uscire un po’ da se stessi per dare del mio all’altro. E la comunicazione non solo è l’uscita ma anche l’incontro con l’altro. Saper comunicare è una grande saggezza. Io sono contento di questo Giubileo dei comunicatori. Il vostro lavoro costruisce la società, costruisce la Chiesa. Fa andare avanti tutti. A patto che sia vero”: lo ha detto papa Francesco nell’udienza con i partecipanti al Giubileo del mondo della comunicazione, nell’aula Paolo VI.
Il pontefice ha rivolto un pensiero parlando ai presenti: Bisogna essere “veri nell’interiorità e nella vita. Comunicare è una cosa divina. Grazie per quello che fate”.

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Festeggiamenti patronali

Grottaglie in festa per San Ciro

28 Gen 2025

di Angelo Diofano

Entrano nel vivo a Grottaglie, a cura della parrocchia collegiata Maria SS.Annunziata (parroco don Eligio Grimaldi), i festeggiamenti patronali in onore di San Ciro.

Giovedì 30, vigilia della festa, sante messe in mattinata alle ore 7 – 9 – 11; dalle ore 7 alle ore 17.30 i fedeli potranno ricevere, con la preghiera adoperata da San Francesco de Geronimo, l’unzione con l’olio benedetto di San Ciro; ore 11, santa messa animata dall’Unitalsi con preghiera d’intercessione per gli ammalati; ore 11.45, benedizione del pane di San Ciro; dalle ore 12 alle 16, tradizionale ‘varda’ a San Ciro; alle ore 18, solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero; alle ore 20, benedizione e accensione della grande pira nella zona 167 bis, realizzata dall’associazione ‘Amici della Fo’cra’ che organizzerà anche le seguenti manifestazioni collaterali: alle ore 19.45 grande spettacolo piromusicale a cura della ditta Itria Fireworks di Martina Franca e, dopo la benedizione e l’accensione della pira, alle ore 21, sul palco di piazza A. Fago, concerto di pizzica salentina con il gruppo musicale ‘Alla Bua’ seguito, alle ore 23.30, dal dj set ‘Del fuoco’ nei pressi dell’area della foc’ra.

Venerdì 31, giorno della festa, sante messe alle ore 6-7-8-9-10 (quest’ultima presieduta da mons. Salvatore Ligorio. arcivescovo emerito di Potenza) – 11 – 12; dalle ore 7 alle ore 12 in piazza Regina Margherita, raccolta di sangue a cura dell’Avis di Grottaglie; alle ore 13.30 grande processione per le vie cittadine; al rientro, in serata, santa messa presieduta dal parroco don Eligio Grimaldi; alle ore 20.30, in contrada Paparazio, grande spettacolo pirotecnico della rinomata ditta Moderna di Giovanni Padovano (Genzano di Lucania, Potenza). Nella medesima serata del 31, a cura degli ‘Amici della Fo’cra’, alle ore 20 accensione della ‘Focaredda dei bambini’, alla presenza del consiglio comunale dei ragazzi e della loro sindaca Pietra Immacolata di Cesare; dopo i fuochi pirotecnici, alle ore 21, sul palco di piazza A. Fago, concerto dei Palasport-Tribute Band dei Pooh.

Domenica 2 febbraio, alle ore 16, processione per il ritorno della statua ai Paolotti, con sosta nei pressi del parcheggio dell’ospedale San Marco per lo spettacolo pirotecnico.

L’artistica illuminazione sarà allestita dalla ditta Memmola di Francavilla Fontana mentre il servizio musicale sarà a cura delle bande cittadine ‘Città di Grottaglie’ e ‘Opus in musica’.

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Popolo in festa

Al Paolo VI, rassegna ‘Don Bosco in festa’

28 Gen 2025

È in corso al Paolo VI la rassegna delle manifestazioni “Don Bosco in festa”, a cura dell’associazione Vides Paolo VI odv e dall’oratorio salesiano l’Aquilone delle Figlie di Maria Ausiliatrice. L’evento è un momento speciale per festeggiare San Giovanni Bosco, reso ancora più significativo per la ricorrenza dei 25 anni della presenza nel quartiere delle Figlie di Maria Ausiliatrice, arrivate qui il 15 settembre del 2000 e che collaborano per la migliore riuscita dell’evento. La presenza delle religiose ha rappresentato un punto di riferimento importante per il Paolo VI, lavorando instancabilmente per costruire una comunità più forte, sostenendo i giovani e le famiglie attraverso l’educazione, l’animazione e il sostegno spirituale. L’evento (sottolineano gli organizzatori) costituirà anche un modo per ringraziarle del loro impegno e celebrare i frutti del loro impegno.

L’obiettivo di ‘Don Bosco in festa’ è quello di favorire una riflessione su valori fondamentali come la speranza, creare una rete tra le diverse agenzie educative del territorio, promuovere la gioventù e valorizzare i talenti artistici e musicali e stimolare la creatività dei giovani del quartiere, della città e della provincia di Taranto. Questo, attraverso la manifestazione ‘Giobosco, festival delle arti’ che avrà luogo giovedì 30 gennaio dalle ore 16.30 all’istituto comprensivo Pirandello. Lo slogan scelto per la serata è ‘Ancorati alla Speranza, pellegrini con i giovani’, che si inserisce nel contesto del Giubileo della Speranza: un’occasione unica per ravvivare il cuore delle persone e riscoprire la speranza come desiderio del bene, capace di infondere coraggio in un’epoca così complessa e incerta come quella attuale. Le esibizioni saranno ispirate a uno dei seguenti temi: speranza, fiducia, coraggio, futuro, amore e pace; ognuna delle performance rappresenterà un’opportunità per i giovani di esprimere la loro creatività e il loro talento, riflettendo su valori che sono fondamentali per la crescita personale e comunitaria.

Il messaggio della festa è che, nonostante le difficoltà, si può restare ancorati alla speranza e camminare insieme nel sostegno reciproco, al fine di costruire una comunità più forte e un futuro migliore, partendo dai giovani e dai loro sogni.

Le manifestazioni si concluderanno venerdì 31 gennaio con la santa messa che sarà celebrata alle ore 17.45 e con il ‘Gioca Bosco’.

 

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