In provincia

Grottaglie: tutto pronto per la festa di san Ciro con la “foc’ra” spettacolare

27 Gen 2025

A Grottaglie cresce l’attesa per l’accensione del monumentale falò divenuto, in questi giorni, meta per tanti visitatori, turisti, cittadini e intere classi scolastiche. La maestosa piramide in legna, per tradizione composta da fascine di ulivo e tralci di vite, dedicata al santo compatrono di Grottaglie, San Ciro, darà vita, una volta accesa, a uno dei fuochi più grandi d’Europa. Una struttura imponente: la base è di 26 per 26 metri, l’altezza è di 23 metri. Per le feste patronali si uniscono tradizione, passione, culto e devozione, ma anche un grande momento di incontro della comunità. Realizzata con le fascine portate dai fedeli per devozione, come è scritto nella tradizione secolare, la foc’ra ha una grande camera interna visitabile.

La Foc’ra

La Foc’ra di Grottaglie è patrocinata e promossa dal Comune e organizzata dall’associazione Amici della fo’cra, tra loro molti giovani, che si sono avvicinati a questa storica arte della costruzione dei falò, custodendo la tradizione e diffondendola nella contemporaneità. La grande manifestazione gode di numerosi patronici.

Fino al 29 gennaio è possibile visitare la Foc’ra tutti i giorni, gratuitamente, fino alle ore 21. All’interno della grande camera in legna, i fedeli e i visitatori lasciano un messaggio per San Ciro; i bambini hanno realizzato e affisso disegni e letterine.

Nell’area spettacolo, sarà allestita una zona food di prodotti enogastronomici tipici pugliesi (bombette martinesi, zampina, porchetta, caciocavallo impiccato, focaccia barese, spaghetti all’assassina, crepes dolci e salate, dolce ungherese e prodotti di Norcia). (La pira nella foto di Givoanni Sldato)

Il programma

Il programma dei festeggiamenti civili che, oltre a vari appuntamenti, ha visto la presentazione e apertura al pubblico dell’effigie di San Ciro 2025 posizionata sulla Foc’ra, realizzata dall’artista Francesco Fornaro e la sfilata delle antiche tradizioni con cavalli, fascine e carri d’epoca, con grande ronda di pizzica di musicanti, guidati dalla voce di Francesco Motolese, in arte Franchettone, prevede per martedì 28 gennaio, dalle ore 9.30 alle ore 13, estemporanea di pittura e disegno degli alunni del liceo artistico Calò di Grottaglie.

Questi gli altri appuntamenti: Mercoledì 29 gennaio, ore 21, tradizionale chiusura della stanza della foc’ra, con fascine in legno di ulivo e tralci di vite, a cura dei maestri della foc’ra.

Dal 19 gennaio al 3 febbraio, progetto concorso fotografico Fotografo’cra, per fotografi professionisti e amatoriali, a cura di DG media group. Ci saranno due premiazioni, una per categoria. Per gli amatoriali, vince la foto con più like sui social. Per i professionisti, lo scatto migliore, scelto da un’apposita giuria, sarà poi utilizzato per il prossimo manifesto e per le locandine de La Foc’ra 2026

Giovedì 30 gennaio, ore 19.45, grande spettacolo piromusicale (fuochi d’artificio e musica) a cura della ditta Itria Fireworks. Alle ore 20, benedizione con l’arcivescovo Ciro Miniero e con don Eligio Grimaldi, parroco della  chiesa Madre Maria SS. Annunziata, con il sindaco di Grottaglie  Ciro D’Alò, con. Presenti i rappresentanti della giunta e del Consiglio comunale, con le autorità militari, civili e religiose. Solenne benedizione e accensione della Foc’ra, a cura dell’associazione Amici della Foc’ra di Grottaglie. Le autorità saranno accompagnate dalla banda Città di Grottaglie.

Ore 21, Concerto di pizzica salentina sul palco di piazza A. Fago, si esibirà il gruppo musicale “Alla Bua”. Ore 23.30, dj set “Del fuoco” nei pressi dell’area della foc’ra

La processione

31 gennaio, Solenne processione per le principali vie della città della Venerata immagine di San Ciro.

31 gennaio, alle 20 sarà accesa la Focaredda dei bambini, alla presenza della sindaca del Consiglio Comunale dei ragazzi Pietra Immacolata di Cesare e del Consiglio comunale dei ragazzi. Ore 20.30, grande spettacolo di fuochi pirotecnici.

Ore 21, sul palco di Piazza A. Fago, concerto dei Palasport, Tribute Band dei Pooh.

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Tracce

Adesso l’America balla da sola

Foto White House/Sir
27 Gen 2025

di Emanuele Carrieri

L’unica nota di colore è stata quella della convinzione di avere dato inizio a un impero simile per durata a quello cinese, le cui origini risalgono al terzo secolo avanti Cristo e che crollò nel 1911. La presenza di Elon Musk e della delegazione della “big tech” alla cerimonia di insediamento di Trump, è stata una specie di parodia, o meglio, di sequel del film “Fascisti su Marte”, a cui, però, è stato dato il titolo di “Trumpisti su Marte”, pianeta dove Trump vuole piantare la bandiera a stelle e strisce. In questi tempi difficili, in un mondo tormentato da carestie e da conflitti, da migrazioni e da cambiamenti climatici, la spinta a sorridere è di breve durata e rimangono, giacenti sul tavolo, le domande: ma con chi stiamo camminando? Dove vogliono portare il mondo? Verso che cosa siamo diretti? Quale è il futuro, l’avvenire dei nostri figli, dei figli dei nostri figli e delle nuove generazioni? L’impressione avvertita ascoltando il discorso di insediamento di Trump è che l’attuale presidente degli Stati Uniti considera il pianeta come un grande monopoli in cui i diversi giocatori non si contendono case e alberghi in piazza Giulio Cesare o in via Accademia, ma guerreggiano per il controllo delle risorse naturali, dei beni preziosi, delle tecnologie, dei mercati e delle proprietà immobiliari. Per Trump, la politica estera deve essere pervasa da una smodata rincorsa di un primato economico, strategico e, sicuramente, militare. Anni fa, in altre cerimonie di insediamento, erano presenti, quasi sempre, alcune stelle del cinema. Oggi Hollywood non basta più, servono più i social media: e così invece degli attori, sono stati invitati i miliardari delle piattaforme digitali: Sam Altman di OpenAI, Jeff Bezos di Amazon, Mark Zuckerberg di Meta, Xavier Niel di Iliad, Shou Zi Chew di TikTok, Tim Cook di Apple, Sundar Pichai di Alphabet. Questi uomini ricchi, insieme a Musk, chiamato da Trump alla Casa Bianca per dirigere il Dipartimento dell’efficienza governativa, possiedono un patrimonio maggiore del prodotto interno lordo di molti stati. Tutti, comunque, nell’ottica trumpiana, sono chiamati a perseguire quattro scopi: la supremazia mondiale degli Stati Uniti, controllare l’espansione della Cina, condizionare le alleanze in funzione filoamericana, monopolizzare le risorse più importanti anche a spese delle altre nazioni, che siano alleate o meno. Lo slogan America First sul piano internazionale è incominciato con il Medio Oriente, dove Trump è intervenuto senza mezzi termini nell’accordo di tregua ancora prima di insediarsi alla Casa Bianca e Netanyahu ha lanciato l’operazione Muro di Ferro a Jenin. Il cessate il fuoco non era ancora approvato che il marito di Ivanka Trump, Jared Kushner, aveva raddoppiato la sua quota nella società immobiliare Phoenix, diventando così il maggiore azionista insieme ai fondi sauditi. La società, che ha finanziato gli insediamenti illegali dei coloni in Cisgiordania, punta a partecipare da reale protagonista agli affari della missione impossibile della ricostruzione di Gaza. Il percorso è quello di portare l’Arabia Saudita nel patto di Abramo, quantunque Riad continui a insistere su una risoluzione della questione palestinese. Trump e il principe Mohammad bin Salman in tal modo stringono sempre più il già saldo legame che li univa perché l’attuale presidente e i sauditi condividono la comune determinazione a confermare il primato dei combustibili fossili. Negli iniziali minuti in carica ha proclamato che avrebbe dichiarato una emergenza energetica nazionale per contribuire ad abbassare i prezzi. Concerto celestiale per le orecchie degli sceicchi petroliferi del Golfo. Ciò non esclude che il nuovo presidente voglia intavolare qualche trattativa con gli altri grandi produttori di petrolio e di gas naturale, come Russia, Iran e Venezuela. Questo non produrrà a breve una mitigazione delle sanzioni contro l’Iran, visto che Trump appoggia Netanyahu nella sua ossessione anti Iran, ma è palese che l’attuale presidente ha una spiccata predilezione per gli accordi con i paesi petroliferi. All’orizzonte, forse, c’è anche un’ipotesi di accordo con Putin. “Il nostro potere fermerà tutte le guerre” ha detto Trump, secondo il quale gli ucraini continueranno ad avere appoggio militare solo se accetteranno di negoziare un accordo di pace con la Russia che prevede la cessione di territori. Di nuovo Trump ha minacciato che, se gli stati europei dell’Alleanza atlantica non aumenteranno i propri fondi per la difesa, gli Usa ridurranno i loro aiuti militari. L’obiettivo è di far aumentare le spese militari europee: una pressione sull’Europa che richiede la negoziazione di dazi doganali. Poi pochi minuti dopo il suo insediamento Trump ha apposto la sua firma su alcuni atti che fanno uscire l’America da vari accordi, isolandola dal resto del mondo e spingendola verso un arretramento temporale, distante dalla modernità. È questa la nuova era di Trump? Una ricchezza sfrontata, che isola l’America dal resto del mondo a forza di dazi? Che manifesterà il conto al resto del Pianeta, alla Nato e al vecchio alleato Europa, trasformato in suddito, in provincia coloniale, con il nuovo nome di Golfo d’America al posto del Golfo del Messico a sancire il nuovo colonialismo imperiale americano? Siamo sicuri che questo sia il mondo che si aspettano i nostri figli e i figli dei nostri figli?

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Sport

Giro d’Italia 2025, dall’Albania alla Puglia sognando un italiano sul podio

La corsa rosa a Taranto nel 2020 - foto G. Leva
27 Gen 2025

di Paolo Arrivo

Il Cannibale dei giorni nostri non dovrebbe essere in mezzo al plotone. Parliamo di Tadej Pogacar: il numero uno del ciclismo su strada, il più forte corridore di tutti i tempi, probabilmente, sarà di certo al via del Tour de France e della Vuelta; non del Giro d’Italia 2025. Un’assenza che pesa, in termini di spettacolo e di attrattiva. La corsa rosa attraverserà l’Albania nelle prime tre frazioni. Poi finalmente la Penisola e il Meridione: la Puglia e la Basilicata in pole position.

IL GIRO D’ITALIA IN PUGLIA – Vedremo la carovana nella provincia barese: Alberobello, Noci, Putignano, Castellana Grotte, Triggianello (Conversano), Polignano a Mare e Monopoli. Questi i territori interessati nella quarta tappa, che proseguirà nel brindisino, per raggiungere Lecce dopo 187 chilometri. Una frazione adatta ai velocisti. Che saranno comunque messi alla prova su un percorso ondulato.

Riflettori accesi, quindi, su trulli e sassi. Non una novità… Come ha dichiarato il presidente del comitato regionale della Federciclismo Tommaso Depalma, la Puglia non è più una regione che, per far parlare di sé, aspetta il Giro: sono tante le manifestazioni già organizzate, in una terra che non ha bisogno di promuoversi, meta turistica da diversi anni. Piuttosto questa edizione della corsa rosa, la numero 108, può essere considerata la ciliegina sulla torta, da condire con lo spettacolo. Ci sarà da divertirsi per l’intera corsa a tappe, dal nove maggio al primo giugno – a Roma il gran finale.

I PROTAGONISTI – L’altra brutta notizia è l’assenza di Jonas Vingegaard. Svelando i suoi programmi per la stagione, il danese, unico corridore capace di competere con Pogacar sulle grandi salite, ha dichiarato di voler puntare sulla Grande Boucle. Per gli azzurri le speranze sono poche. Almeno per la classifica generale: solo Antonio Tiberi può puntare in alto. Ovvero raggiungere il podio. Ma dipenderà dal lotto dei partecipanti, e da altre variabili – anche la fortuna è una componente determinante in una corsa a tappe di tre settimane. Il favorito è Primoz Roglic. Perché lo sloveno ha già vinto il Giro nel 2023, ed è il corridore più completo. Tra i suoi avversari potrebbe esserci l’ecuadoriano Richard Carapaz.

LA PROVINCIA DI TARANTO TOCCATA DALLA CORSA ROSA – Tornando alla Puglia, oltre alla Alberobello-Lecce, la regione sarà interessata anche il 14 maggio dalla tappa che porterà il plotone da Ceglie Messapica a Matera, lungo un tracciato di 144 km. Martina Franca e Massafra rappresenteranno la provincia ionica in questa stessa frazione. La corsa rosa poi saluterà la Basilicata il giorno dopo. Allora si disputerà la tappa più lunga: 226 chilometri, con arrivo a Napoli. Complessivamente questa edizione si preannuncia interessante. Con tanta montagna: tre gli arrivi in salita, 52.500 metri di dislivello (10mila in più rispetto al 2024), 38 chilometri di sterrato. Già le prime frazioni si preannunciano complicate, e in classifica si potrebbe vedere presto qualche distacco.

 

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Salvaguardia del Creato

La premiazione del concorso sulla custodia del creato

“Parlare di custodia del creato nelle scuole – ha commentato mons. Miniero – è importantissimo perché è qui che si formano i cuori, gli spiriti, le intelligenze per poter poi affrontare bene la vita”

27 Gen 2025

Gli studenti di Taranto e provincia sono stati ancora una volta protagonisti uniti nel desiderio di un mondo all’insegna dell’armonia tra uomo e creato. Si è svolta venerdì mattina nella sede dell’ufficio scolastico provinciale la cerimonia di premiazione della nona edizione del concorso “Custodia del creato. Una responsabilità̀ di tutti tra grandi scelte e piccoli gesti quotidiani”, per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, promosso ed organizzato dalla commissione per la custodia del creato della diocesi e dall’ufficio diocesano educazione, scuola, insegnamento religione cattolica, università.

La manifestazione è stata presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero, alla presenza del dott. Antonio Putignano dell’Usp di Taranto (il provveditore Vito Alfonso era assente per sopraggiunti ed inderogabili impegni), di don Antonio Panico, vicario episcopale per la pastorale sociale, il lavoro, la giustizia e la custodia del creato, e di mons. Ciro Marcello Alabrese, responsabile dell’ufficio diocesano educazione, scuola, insegnamento religione cattolica, università.

«Parlare di custodia del creato nelle scuole – ha commentato mons. Miniero – è importantissimo perché è qui che si formano i cuori, gli spiriti, le intelligenze per poter poi affrontare bene la vita. Allora, è qui che bisogna mettere sul tappeto anche tutti i problemi del vivere e cercare sempre le strade per poter vivere bene ed utilizzare bene tutte le risorse che il Creatore ci ha dato. Ecco perché è importante partire sempre dalle scuole e dai piccoli».

Il dott. Putignano ha pure espresso grande apprezzamento verso il concorso: « Come Usp, abbiamo accolto sin dall’inizio con favore questa iniziativa che coinvolge il mondo della scuola, impegnando gli studenti di ogni ordine e grado su una tematica che interessa tutti noi da vicino, soprattutto in un territorio come il nostro tutto ciò è davvero significativo».

«Siamo giunti – ha detto mons. Alabrese – alla nona edizione di questo concorso diocesano dedicato ad ogni ordine e grado di scuola e che ha l’obiettivo di educare tutti gli studenti a questa cura del creato, partendo dall’attenzione ai piccoli dettagli e dalle piccole azioni concrete per la custodia del creato».

Don Antonio Panico si è soffermato, invece, sul nuovo bando che verrà inviato nei prossimi giorni alle scuole: «La prossima cerimonia di premiazione, considerato il decimo anniversario anniversario, si inserirà tra le iniziative del Giubileo e si svolgerà nel santuario rupestre della Madonna delle Grazie, immerso nel verde, nel territorio di San Marzano. Ricordo che questo concorso è reso possibile anche dalla generosità di benefattori che chiedono di restare anonimi e che ogni anno devolvono una importante somma di denaro per premiare gli studenti».

Per l’anno scolastico 2023-2024, hanno vinto la nona edizione:
per la scuola dell’Infanzia, le sezioni A-B-C-D-E- F-G-H-I-L dell’istituto comprensivo ‘Carrieri-Colombo’ di Taranto, guidato dal dirigente Giovangualberto Carducci che, insieme alla docente Marcella Commodari e ad un gruppo di bambini, ha illustrato il significato del lavoro premiato dalla giuria;

per la scuola primaria, l’allora 5D dell’istituto comprensivo ‘Giovanni XXIII’ di Martina Franca, diretto dalla dirigente Grazia Convertini, rappresentata dalle insegnanti Cinzia Scura, Gabriella Ciraci e Serena Stefanizzi;

per la scuola superiore di I grado, l’allora 2C dell’istituto comprensivo ‘Renato Moro’ di Taranto, guidato dalla dirigente Loredana Bucci (ha ritirato il premio una delegazione di studenti, accompagnati dal prof. Salvatore Merola);

per la scuola superiore di II grado, l’allora 4C dell’istituto superiore ‘Principessa Maria Pia’ di Taranto, con il gruppo di lavoro formato da Matteo Bruno, William Campasso, Fabio Caruso, Davide D’Arcangelo e Marco Russo (gli studenti sono stati accompagnati dal dirigente Giovanni Tartaglia e dalla prof.ssa Valeria Carrieri). Insomma, giovani e custodia del creato è un binomio sempre più solido che lascia ben sperare nel futuro.

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Angelus

La domenica del Papa – Vangelo, parola di misericordia

foto Vatican media-Sir
27 Gen 2025

di Fabio Zavattaro

“Guerre, ingiustizie, dolore non avranno l’ultima parola”. Angelus in piazza San Pietro nella domenica della Parola di Dio, giornata che conclude il giubileo dei giornalisti ai quali dice: “siate sempre narratori di speranza”. Ci sono i ragazzi dell’Azione cattolica a conclusione del mese della pace; due di loro sono accanto al Papa e esprimono un sogno: “quanto sarebbe bello se anche i grandi della terra passassero la Porta Santa, mano nella mano. È un sogno sì, ma ci crediamo tanto. Sarebbe un regalo se passassero la Porta Santa, ripensando a tutti i bambini vittime della violenza, soli o malati, segnati dalla guerra e pensando alle lacrime di tante mamme, papà, nonni e nonne. Così riuscirebbero a far star zitte le armi!”

Pace, dunque. In Sudan il conflitto iniziato nell’aprile del 2023 “sta causando la più grave crisi umanitaria nel mondo, con conseguenze drammatiche anche nel Sud Sudan”, ha detto il Papa, che esprime vicinanza alle popolazioni, e invita “alla fraternità, alla solidarietà, ad evitare ogni sorta di violenza, a non lasciarsi strumentalizzare”. Di qui l’appello alle parti “affinché cessino le ostilità e accettino di sedere a un tavolo di negoziati”. Alla comunità internazionale Francesco chiede di “fare tutto il possibile per far arrivare gli aiuti umanitari necessari agli sfollati e aiutare i belligeranti a trovare presto strade per la pace”.

Pace in Colombia, la violenza dei gruppi armati ha provocato vittime civili e trentamila sfollati.

In queta domenica vigilia della Giornata della Memoria a ottanta anni dalla liberazione del campo di Auschwitz, il Papa afferma che “l’orrore dello sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi avvenuto in quegli anni non può essere né dimenticato né negato”. Ricorda i tanti cristiani, tra i quali numerosi martiri, e rinnova il suo appello “affinché tutti collaborino a debellare la piaga dell’antisemitismo, insieme a ogni forma di discriminazione e persecuzione religiosa. Costruiamo insieme un mondo più fraterno, più giusto, educando i giovani ad avere un cuore aperto a tutti, nella logica della fraternità, del perdono e della pace”.

Domenica della Parola di Dio, Papa Francesco si sofferma sul brano del Vangelo di Luca, ovvero Gesù nella sinagoga di Nazaret, la città delle sue origini, della sua famiglia terrena. Seduto tra gli anziani del tempio legge un passo di Isaia e mette i suoi interlocutori “di fronte alla scelta sulla sua identità e missione”, afferma il Papa.

Proviamo a immaginare la scena. Lo conoscono tutti, è cresciuto a Nazaret, è il figlio del falegname Giuseppe, e ha sempre frequentato la Sinagoga il sabato. Gesti abituali e normali, possiamo dire, se non fosse per il passo del profeta Isaia: “lo spirito del Signore Dio è su di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore”. Poi riavvolge il rotolo, scrive Luca, e sicuramente, nel silenzio carico di attenzione della sala, tutti gli occhi sono stati rivolti alla sua persona, nell’attesa del commento: “oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”. Un “oggi” che diventa messaggio e invito: accogliere la parola di Dio è sempre un oggi perché è qui e adesso che ci interpella.

Se in sinagoga “nessuno poté fare a meno di interrogarsi: è solo il figlio del falegname che si arroga un ruolo che non gli appartiene, oppure è veramente il Messia”, dice il Papa, anche noi oggi “siamo interpellati dalla presenza e dalle parole di Gesù; anche noi siamo chiamati a riconoscere in lui il Figlio di Dio, il nostro Salvatore”. Anche noi dobbiamo chiederci: “mi sento bisognoso di questa salvezza, sento che anch’io in qualche modo sono povero, prigioniero, cieco, oppresso?” Il Vangelo è “parola di compassione, che ci chiama alla carità, a rimettere i debiti del prossimo e a un generoso impegno sociale”. È “parola di misericordia”, che ci chiama a essere “testimoni appassionati di pace, di solidarietà, di riconciliazione”. Guerre, ingiustizie “non avranno l’ultima parola, il Vangelo è parola viva e certa, che mai delude”.

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Diocesi

La celebrazione ecumenica della Parola alla San Giovanni Bosco

27 Gen 2025

di Emilio e Rita De Vincentis
Giovedì 23 sera, nella chiesa di San Giovanni Bosco, si è tenuta una solenne celebrazione ecumenica della Parola in occasione della settimana  di preghiera per l’unità dei cristiani, presieduta dall’arcivescovo mons Ciro Miniero. Vi hanno partecipato il direttore dell’ufficio per l’ecumenismo, don Francesco Tenna, il parroco della San Giovanni Bosco, don Giovanni Monaco e i sacerdoti suoi collaboratori, alcuni diaconi, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i rappresentanti della Chiesa Valdese, della missione cristiana ‘Vite cambiate’ e della Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli Ultimi Giorni.
Nella riflessione sulla letture proposte dall’apposito sussidio (Deuteronomio 6, 4-9), I Lettera di Pietro 1, 3-9, Vangelo secondo San Giovanni 20, 24-29, quest’ultimo sul dialogo fra il Risorto e l’apostolo Tommaso), l’evento ha rappresentato un momento significativo per la comunità, un passo importante nel cammino verso la piena comunione tra i cristiani, nella riflessione.
La liturgia è stata animata da momenti di grande intensità spirituale, scanditi da canti e preghiere che hanno coinvolto la folta assemblea. La coralità e la partecipazione hanno creato un’atmosfera di profonda comunione, simbolo del desiderio di lavorare insieme per abbattere le barriere e rafforzare il dialogo tra i cristiani di diverse confessioni.
Durante l’omelia, l’arcivescovo ha rivolto un messaggio chiaro e incoraggiante esortando  a impegnarsi con determinazione per promuovere l’unità dei cristiani, sottolineato inoltre l’importanza della collaborazione, del rispetto reciproco e della preghiera come strumenti fondamentali per raggiungere questo obiettivo comune. Con parole di speranza, mons. Ciro Miniero ha ribadito che l’unità è un dono che si costruisce insieme, con pazienza e fiducia.
Nel messaggio finale preparato dal gruppo per l’ecumenismo si evinceva che il desiderio più forte che li anima a lavorare per questa strada è quella di essere ‘artigiani d’unità’ nel pieno rispetto delle diversità. “La speranza – è stato ribadito – è la certezza nell’aiuto del Signore e a fronte delle varie sfide che questo cammino di unità presenta, hanno lanciato un accorato appello a tutte le persone di buona volontà a sostenerli non solo con la preghiera ma con una fattiva partecipazione”.
La celebrazione si è conclusa in un clima di gioia e di speranza, con i fedeli che hanno lasciato la chiesa rinnovati nella fede e nell’impegno verso il dialogo ecumenico.

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Diocesi

L’omelia di mons. Ciro Miniero per la chiusura dell’istruttoria diocesana del Servo di Dio Pierangelo Capuzzimati

24 Gen 2025

Riportiamo qui di seguito l’omelia integrale di mons. Ciro Miniero, pronunciata venerdì 24 gennaio nella parrocchia Maria Santissima Assunta, durante la celebrazione eucaristica per la chiusura dell’istruttoria diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità del Servo di Dio Pierangelo Capuzzimati.

 

La diretta della celebrazione eucaristica sul canale YouTube di TeletrioTV: LINK ALLA DIRETTA

 

Eccellenze Reverendissime, reverendo parroco, signor sindaco, distinte autorità civili emilitari, sacerdoti, diaconi, religiose e religiosi, fratelli e sorelle, oggi è un giorno speciale per la nostra Chiesa Particolare, per la comunità di Faggiano, per la famiglia Capuzzimati poichè si chiude l’istruttoria diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità del Servo di Dio Pierangelo Capuzzimati, per consegnarla al Dicastero delle Cause dei Santi in vista della sua beatificazione. Ringraziamo insieme il Signore per Pierangelo, per la sua straordinaria testimonianza cristiana e per aver concesso a molti la gioia di conoscerlo e di incontrarlo. La Parola di Dio che è stata proclamata ci introduce nel contesto spirituale per comprendere il significato dell’evento che stiamo celebrando, partendo dalla centralità di Cristo, sommo sacerdote e mediatore della nuova alleanza che ci chiama a seguire le sue orme, rivolgendo il suo invito agli apostoli i quali liberamente accolgono il suo appello e vanno con lui. Gesù, dunque, è all’origine della chiamata a seguirlo nella fede del santo Battesimo e nella vita di speciale consacrazione, in vista della missione dell’annuncio del Vangelo ad ogni creatura: Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare (Mc 3,13). In queste parole del Vangelo di Marco possiamo scoprire principalmente la chiamata ad iniziare un cammino di santità, espresso da due verbi: andare da lui, da Gesù e stare con lui. “Andare da Gesù” è la prima risposta del chiamato, di colui che si lascia affascinare da lui, dalla sua Parola, dal suo stile di vita, dalla sua santità che esprime nel suo costante dialogo con il Padre. Andare da Gesù richiama la scelta del mercante di perle preziose che, trovatane una di grande valore, vende tutto per possederla. Quella perla di grande valore è Gesù, la vera ricchezza della vita. La seconda risposta alla chiamata è la decisione “di rimanere con lui”, con Gesù, condividendo la sua vita e le sue scelte, vuol dire essere sempre uniti a lui come il tralcio alla vite, in modo perenne.

Fonte: Diretta Teletrio tv

La chiamata alla santità è universale

Se per costituire i Dodici, il primo nucleo della Chiesa, Gesù sceglie quelli che vuole, per il cammino di santità chiama tutti, poiché a tutti dice: Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5,48).

Il Servo di Dio, Pierangelo Capuzzimati, risponde alla chiamata del Signore, vive la sua esperienza di fede da adolescente, la vita sacramentale, si nutre della Parola di Dio, facendo tesoro dell’educazione cristiana ricevuta nella sua famiglia, maturando la convinzione che i cristiani siano chiamati a dare testimonianza autentica, secondo lo spirito del Vangelo.

I tratti della vita di Pierangelo sono semplici ed essenziali: nasce a Taranto il 28 giugno 1990, ma vive qui, a Faggiano con i genitori Angelo e Giuseppina; dopo di lui, nasce la sorella Sara. Di carattere tranquillo e riflessivo, sorprende insegnanti e familiari per la sua sete di conoscenza. Nell’estate del 2004, gli viene diagnosticata una forma di leucemia. Interpreta la malattia come un’occasione per meditare ancora di più e per sentire Gesù come un vero amico. Intanto prosegue gli studi, anche da autodidatta. Muore il 30 aprile 2008, due mesi prima di compiere diciott’anni. Le sue spoglie mortali riposano nel cimitero cittadino di San Giorgio Jonico. Il 26 aprile 2018, la Santa Sede concede il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione.

Pierangelo crede nei valori fondamentali della vita cristiana, e si interroga su che cosa lascerà alle  future generazioni una società priva di valori, di modelli umani veri e trascinanti. Manifesta convinzioni che vanno al di là della sua età: parla di unità della famiglia, di integrazione, di collaborazione e di incontro tra i popoli e tra le culture, e di solidarietà. Questo pensiero di respiro universale, trova una sua concreta risonanza in ciò che quotidianamente vive. Nella lettera al suo primo donatore, a Natale 2005, afferma che “quello dell’aiuto è forse il più solido pilastro di una retta condotta morale in una società così superba, spregiudicata ed egoista; una necessità interiore che porta a sentirsi vivi o importanti solo attraverso l’aiuto offerto al prossimo, sia per seguire un precetto cristiano, sia per ascoltare una propria spinta intima. Spero quindi che lei abbia la piena coscienza di ciò che il suo atto ha significato per un essere umano e per tutta la famiglia…”. Nel 2009, esprime il desiderio di avere l’onore di partecipare, con la famiglia, all’udienza papale del mercoledì, non per semplice curiosità, ma con spirito di fede. Successivamente, scriverà che l’incontro con Sua Santità è un evento gioioso ed emozionante e, nello stesso tempo, è un bisogno, una conferma, un aiuto, una spinta per proseguire quel cammino. Scrive: “Quindi, ulteriormente motivato da questa necessità, mi permetto anche di chiedere di valutare se sia possibile ottenere un incontro più ravvicinato con Sua Santità, per poter così meglio cogliere tutta la forza e la dolcezza di uno sguardo, di una parola sussurrata o di un’amorevole stretta di mano. Questa lettera è dettata dall’esigenza e dal battere di un cuore che trova già nello scriverla un piacere ed uno sfogo quasi simili a quelli che, forse, un giorno, spero lo inonderanno, quando la stessa sarà esaudita e dirsi allora felicemente appagato e migliore. Sicuramente si sentirà un cuore ancora più forte e difeso dai pericoli, dagli ostacoli, dalle tentazioni e dai rovi che incontrerà lungo il suo irto sentiero”. Emerge, ancora una volta, una fede fatta non di devozioni, espressioni infantili o di tradizionalismo, ma una fede che sa esprimere le proprie ragioni. Da questi scarni cenni, si evince la statura spirituale di Pierangelo che segue Cristo e lo considera suo unico modello di vita, per cui la sua fama di santità è data dalla sua scelta radicale per lui, per la Parola, per il Magistero e per l’esercizio delle virtù.

Il giovane fin dai primi momenti della sua malattia, vede in essa un progetto di Dio, e si abbandona totalmente al suo “Amico” Gesù. La sua testimonianza genera alla fede molti di coloro che ha intorno, iniziando dalla sua stessa famiglia. Il suo percorso spirituale, nella sua interezza, è conosciuto solo da Dio. E questa preziosa componente, appena intuita anche da chi gli è vicino, si disvela completamente solo negli ultimi giorni della sua vita terrena. Quella stessa fede, già presente in lui fin da tenera età, cresce e si sviluppa a tal punto da divenire per lui forza e sostegno nelle travagliate giornate. Diventa chiaro come la serenità, sempre presente sul suo volto anche nei momenti più difficili, siano frutto della fiducia e dell’abbandono in Cristo.

Pur nella fragilità umana, portatrice di paure e incertezze, la fiducia e l’amore per Lui, suo “Amico” come ama ripetere, sono talmente grandi al punto da condurlo ad affermare che la sua malattia è da considerarsi un “dono”, parte di un “progetto divino che le nostre menti troppo piccole non possono capire”.

Quella di Pierangelo non è una spiritualità intimistica, un fatto suo personale, poiché si sente pienamente inserito nella realtà della Chiesa che ama così com’è. La ama, come la ama Cristo quale sua sposa e per la quale aveva dato tutto se stesso.

Nell’Esortazione apostolica Gaudete et Exultate, papa Francesco ci parla di alcuni aspetti della chiamata alla santità che sono grandi manifestazioni dell’amore per Dio e per il prossimo, realizzati da Pierangelo nella sua breve esistenza e cioè: rimanere saldi in Dio; vivere con gioia e senso dell’umorismo perché ci sono momenti duri, tempi di croce; spendere la vita al servizio di Dio con audacia e fervore; vivere il cammino verso la santità nella comunità; condividere la Parola e celebrare insieme l’Eucaristia per realizzare pian piano una comunità santa e missionaria; pregare con costanza e fiducia, poiché la preghiera rappresenta la risposta del cuore che si apre all’incontro con Dio a tu per tu, dove è possibile ascoltare la sua soave voce e discernere, alla luce dello Spirito, le vie di santità che il Signore ci propone. Per ogni discepolo è indispensabile stare con il Maestro, ascoltarlo, imparare da Lui, sempre. Dio si riversa nella nostra storia di vita, pertanto la nostra preghiera è ricca di memoria.

Oggi la nostra Chiesa di Taranto con gioia conclude l’istruttoria diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità del Servo di Dio Pierangelo Capuzzimati, un traguardo importante che ci invita a riflettere sulla sua testimonianza di fede e a seguire il suo esempio di generosità e di speranza. La sua capacità di affrontare la sofferenza con fede e serenità ci riempie di ammirazione e ci invita a coltivare la nostra relazione con Dio.

Come pastore della diocesi di Taranto, indico Pierangelo come esempio di santità vissuta per tanti giovani come lui, affinché si lascino afferrare da Cristo e lo considerino la perla più preziosa della propria vita. A tutta la comunità diocesana rivolgo la mia viva esortazione a pregare affinché Pierangelo, se la Provvidenza di Dio così desidera, possa essere iscritto nell’albo dei Santi. Ringraziamo il Signore e la Vergine Maria per il dono di Pierangelo e impegniamoci a vivere il Vangelo con il suo stesso entusiasmo.

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A Taranto

La Giornata della memoria celebrata a Talsano

24 Gen 2025

di Angelo Diofano

Lunedì 27 gennaio si celebra anche a Talsano la Giornata della Memoria, a cura dell’istituto alberghiero Mediterraneo di Pulsano, della parrocchia del Madonna del Rosario, dell’Associazione nazionale combattenti e reduci e dell’Associazione bersaglieri.

Il programma prevede alle ore 17 il raduno in piazza della Vittoria; alle ore 17.30 la deposizione della corona d’alloro e della terra di Auschwitz davanti al monumento ai caduti di Talsano, con la benedizione del parroco don Armando Imperato e l’intervento del presidente dell’Associazione combattenti e reduci di guerra; alle ore 18 si terrà un momento di riflessione in largo Rosario angolo via Garibaldi, dove è collocata la ‘pietra d’inciampo’, con interventi n lingua italiana e tedesca da parte degli studenti dell’istituto alberghiero Mediterraneo di Pulsano; alle ore 18.30, nella sala parrocchiale della chiesa della Madonna del Rosario, proiezione di un breve video; infine alle ore 19, degustazione di dolci tipici della tradizione ebraica e illustrazione delle relative ricette a cura degli studenti dei corsi serali dell’istituto alberghiero.

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Eventi culturali in città

Al via la rassegna intitolata ‘Il Cantico di Frate Sole nella sua forza spirituale, letteraria e artistica’

Alla San Pasquale, appuntamento introduttivo del nuovo ciclo di incontri di ‘ConTatto con l’Arte’, nell’ottavo centenario del Cantico delle creature

24 Gen 2025

di Giada Di Reda

Una riflessione sul tempo presente guardando al passato, un invito a ritrovare la bellezza; ripensare questo nostro tempo per proiettarsi al futuro, superando il dualismo tra tradizione e attualità. Ripartire dall’arte e dalla letteratura, coglierne i messaggi, per un nuovo approccio alla realtà: tutto questo nell’appuntamento introduttivo del nuovo ciclo di incontri di ‘ConTatto con l’Arte’, itinerario artistico-spirituale dedicato all’ottavo centenario del Cantico delle creature, tenutosi giovedì 23 gennaio, nella parrocchia San Pasquale Baylon.

La rassegna, intitolata ‘Il Cantico di Frate Sole nella sua forza spirituale, letteraria e artistica’, è parte del percorso esperenziale di storia, arte e spiritualità Lux in Tenebris che, partendo dalla poliedricità dell’arte, si propone di promuovere la cultura e la riflessione, anche attraverso la scoperta e la valorizzazione gli artisti del territorio. Seguiranno altri quattro incontri, a cadenza mensile, ognuno dedicato ad un aspetto del cantico.

Il primo incontro, intitolato ‘Altissumu, onnipotente’, è stato introdotto da fr Francesco Zecca, che partendo dalla condivisione di informazioni legate alla storia dell’opera e della sua nascita, ne ha rievocato la forza spirituale. In particolare, lo sfondo da cui nasce l’opera: la situazione di difficoltà in cui poverello di Assisi ha vissuto nel momento in cui ha composto l’opera, in cui egli sofferente, malato, cieco, circondato dai topi, si è messo in ascolto di una lode arrivata dal creato intorno a lui. Un esempio di bellezza che nasce dalle tenebre, per insegnarci come le ferite possono trasformarsi in passaggi di luce, e non è detto debbano disumanizzarci. San Francesco è la notte della vita che si trasforma in un canto di lode grazie alla forza della preghiera: emerge così lo scopo del Cantico che deve aiutare l’uomo, attraverso la beatitudine, a riconciliarsi con la realtà.

Ecco che la riflessione si tinge di attualità; non a caso, ricorda fr. Francesco Zecca, l’ottavo centenario del Cantico, corrisponde al decimo anno della Laudato sì, mettendo in luce la connessione esistente tra l’uomo e la natura, il presente e il passato, il superamento dell’aut-aut, ovvero la divisione, la scelta tra, in nome dell’ et, presente più volte del testo, insieme al cum. Elementi letterari che mettono in luce l’unione, l’inclusione, il desiderio di tenere uniti gli opposti, l’unità e l’inclusione: perché è questa la logica che guida l’opera, quella dell’unione. Un richiamo a percorrere la strada della cura e dell’alterità, e alla scelta dell’umiltà, che emerge tanto nel testo, che inizia con il termine ‘Altissumu’ e termina con ‘humiltate’, e si prende forma nella vita del santo e nella sua scelta di abbandonare ogni ricchezza, in nome di qualcosa di più grande.

In questo contesto di molteplicità dell’arte, un momento fortemente evocativo è stato il reading di poesie a tema “Cantico di Frate Sole” prof.ssa Rosanna Abbracciavento, insieme all’analisi letteraria del Cantico prof.ssa José Minervini.
In linea con gli scopi del percorso esperenziale, la presentazione l’artista e performer Giorgio Rizzo, che ha eseguito un’opera in tempo reale. L’artista ha condiviso la creazione dell’opera, trasmettendo il significato e l’ispirazione di ogni linea tracciata, mettendo in luce la potenza della comunicazione visiva che, oggi come oggi, è sempre più in crisi. L’opera resterà in esposizione, per circa un mese, nella pinacoteca-museo Sant’Egidio. Ogni momento è stato accompagnato dalle musiche scelte ed eseguite dal maestro Alessandro D’Oronzo.

L’arte in ogni forma al servizio dell’uomo, di quell’umanesimo cristiano che punta al bene comune e al riconoscimento del legame tra uomo e natura. Il Cantico, nella sua rievocazione, non è passato: è  qui e ora per offrire una nuova chiave di lettura per il presente, per guidare ad un nuovo approccio ed una rinnovata lettura della realtà, affinché dal buio e dalla complessità possa rinascere la luce. Affinché la letteratura, possa esprimere la sua potenza attraverso l’invito alla riflessione e all’azione.

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Volontariato

La Rassegna del volontariato e della solidarietà: “Comunità che coltivano speranza”

foto Csv
24 Gen 2025

Torna la rassegna provinciale del volontariato e della solidarietà, la principale iniziativa di promozione del volontariato del Centro servizi volontariato di Taranto , che quest’anno taglia il prestigioso traguardo delle diciotto edizioni. L’iniziativa è stata presentata nella biblioteca comunale “Acclavio”. Il presidente del Csv Francesco Riondino ha spiegato come «quest’anno il claim della rassegna è “Comunità che coltivano speranza”: mai come in questo periodo di profonda incertezza sul futuro, in un mondo afflitto da conflitti, disastri ambientali ed estrema povertà, c’è bisogno di speranza, ovvero di continuare a credere e ad avere fiducia nella realizzazione futura di ciò che desideriamo, riconoscendone i segni anche nelle piccole cose di tutti giorni».

Camilla Lazzoni, direttrice Csv, ha poi annunciato che «nelle tre giornate della XVIII rassegna  – da giovedì 30 gennaio a sabato 1 febbraio – il tema della speranza verrà esplorato attraverso laboratori, incontri, mostre, proiezioni aperti a tutta la cittadinanza, con la consueta attenzione rivolta ai giovani».

Si inizierà giovedì 30 gennaio con l’iniziativa “Con un fiore in mano. Nutrire speranza nel presente per far fiorire futuro” che si terrà alil Circolo Ufficiali della Marina Militare, in piazza Kennedy. L’evento – articolato su un doppio appuntamento – è pensato come un momento partecipato di dialogo e di ascolto, che darà spazio alle voci e alle esperienze dei partecipanti, per provare insieme a rispondere a domande come Quale esperienza fanno della speranza le giovani generazioni? Cosa nutre e cosa spegne la speranza? A cosa serve e come possiamo praticarla attivamente? Alle ore 9.15 –  dopo i saluti di Maria Antonietta Brigida, vicepresidente Csv Taranto e consigliera nazionale CsvNet con delega a scuola-volontariato, e di  Adriana Schiedi, professoressa associata di pedagogia generale e sociale Uniba, lo spazio sarà dedicato prevalentemente ai giovani delle scuole del territorio, di cui sono attesi oltre 200 studenti dell’istituto “Don Milani-Pertini” di Grottaglie, del Liceo “De Ruggieri” di Massafra e da Taranto del Liceo delle scienze umane “Vittorino Da Feltre”, dell’istituto “Liside-Cabrini”, del liceo “Archita” e del liceo artistico “V. Calò” sede di Taranto. Alle ore 17 saranno in modo particolare i volontari e le volontarie delle tante realtà del territorio a confrontarsi sul tema; la sessione pomeridiana sarà introdotta dall’intervento di Adriana Schiedi su “La speranza nell’esperienza delle giovani generazioni”, nonché dai saluti di Francesco Riondino. presidente Csv Taranto, don Nino Borsci, delegato della curia arcivescovile, Il cv Antonio Rossetti del Comando onterregionale marittimo Sud M.M., Gabriella Ficocelli, assessore politiche sociali del Comune, e Mattia Giorno, consigliere del presidente della Regione Puglia. Tutti gli incontri saranno condotti da Giulio Ferretto e da Beatrice Leone di Comunitazione, associazione che in più occasioni ha collaborato con il Csv Taranto per la facilitazione di piccoli e grandi gruppi. Le attività saranno arricchite anche dalla presenza di Silvio Gioia, performer di teatro d’ombre, le cui scene sono sempre ricche di suggestioni ed emozioni, come solo l’ombra sa fare, mettendo ‘in luce’ storie, persone e situazioni generalmente tenute in ‘ombra’.

La seconda giornata – venerdì 31 gennaio – la rassegna sarà dedicata all’incontro con la cittadinanza e, anche in questo caso, in modo particolare con le giovani generazioni. Nella mattinata (dalle ore 9.30 alle ore 12.30) la rassegna torna nella sua location tradizionale, la città vecchia: gli enti del terzo settore locali daranno vita a diverse attività rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, attese in gran numero, nella sede universitaria  in Via Duomo, e nel Centro Ketos a Palazzo Amati; per l’occasione saranno aperti anche alcuni dei bellissimi ipogei del circuito del Taranto Grand Tour. Sempre venerdì 31 gennaio, inoltre, grazie alla collaborazione con il Comune, la cooperativa Polisviluppo, la cooperativa Museion e il Taranto Grand Tour, si scrive una nuova pagina della Taranto sotterranea, con la riapertura della meravigliosa area archeologica di Via Marche che sarà teatro dell’incontro tra il volontariato locale e la comunità. L’inaugurazione avverrà alle ore 9.30  alla presenza di Angelica Lussoso, assessore cultura e turismo del Comune, Francesco Riondino, presidente Csv Taranto, e, per la Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, la soprintendente Francesca Romana Paolillo e la funzionaria archeologa Annalisa Biffino. Per tutta la giornata (dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 20.30) scuole e cittadini avranno la possibilità di visitare, accompagnati da una guida esperta, l’importante sito archeologico e conoscere le realtà di terzo settore presenti; particolarmente ricca sarà la proposta di incontri e momenti di animazione organizzati nella suggestiva location nel corso del pomeriggio e della serata.

 Alle ore 9.30 di sabato 1 febbraio si terrà, nella sala conferenze dell’università, in Via Duomo, un importante momento di approfondimento che concluderà la rassegna: la conversazione “Nuova economia che dà speranza. Il valore della collaborazione tra terzo settore e mondo profit”. L’iniziativa rientra in un percorso avviato da tempo dal Csv Taranto per approfondire il tema del dialogo tra volontariato e mondo del profit. Quanto lo svilupparsi di una nuova economia sul nostro territorio può essere un elemento di speranza per la nostra comunità? Il volontariato può essere protagonista anche di una nuova economia? Può il Csv Taranto favorire questi processi e in che modo? Questi sono alcuni degli interrogativi ai quali i protagonisti dell’incontro cercheranno di dare risposta. Dopo i saluti introduttivi di Francesco Riondino, presidente Csv, la conversazione, moderata da Carla Sannicola, ricercatrice sociale del Consorzio Aaster, si svilupperà nella prima sessione con gli interventi di Fabio De Matteis professore  associato Economia aziendale di Uniba, di Luca Raffaele, direttore generale NeXt – Nuova economia per tutti, di Cristiano Caltabiano, ricercatore Iref – Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, di Salvatore Toma, presidente Confindustria, di Carlo Martello, segretario generale Confcooperative Taranto e componente Comitato scientifico Csv Taranto, e di Giuseppe Spadafino, vicepresidente vicario di Confcommercio Taranto.
Nella seconda sessione i referenti degli Ets e delle realtà profit locali illustreranno alcune concrete esperienze di collaborazione tra questi due mondi che sul nostro territorio alimentano la speranza.

La 18.ma rassegna provinciale del volontariato e della solidarietà gode del patrocinio di CsvNet, del presidente della giunta regionale nonché della preziosa collaborazione del Dipartimento jonico in “Sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture”.

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Eventi religiosi in diocesi

Madonna di Lourdes: le ‘quindici visite’ a Pulsano

24 Gen 2025

di Angelo Diofano

Con le ‘quindici visite’ iniziano lunedì 27 gennaio le celebrazioni in onore della Madonna di Lourdes, nell’omonimo santuario di Pulsano, con sante messe nei giorni feriali alle ore 6 – 7.30 – 9 – 18 – 20 e in quelli festivi alle ore 6 – 7.30 – 10 – 11.30 – 18.

I festeggiamenti saranno anticipati domenica 26 alle ore 19 da un concerto di canti mariani, eseguite dal contraltista Vincenzo Franchini accompagnato all’organo da Alessandro D’Oronzo; nella medesima serata ci sarà un intervento di Giacomo Travisani, artista di Corato (Bari), vincitore del concorso per la realizzazione del logo del Giubileo 2025.

Ogni sera alle ore 18 la celebrazione eucaristica sarà presieduta da sacerdoti della nostra diocesi.
Lunedì 27 celebrerà don Cosimo Lacaita, parroco alla San Pietro Apostolo, Monacizzo;
martedì 28, don Francesco Santoro, parroco all’Assunta di Faggiano;
mercoledì 29, liturgia dell’acqua, in ricordo della sorgente che scaturì nella grotta di Massabielle e quale segno del sacramento del Battesimo, con celebrazioni alle ore 6 – 7.30 – 9 – 18 – 20;
giovedì 30, don Francesco Maranò, rettore seminario arcivescovile; venerdì 31, don Ezio Succa, parroco Santa Maria di Costantinopoli, San Crispieri.
Quindi si passa a lunedì 3 febbraio, con don Giuseppe Zito, parroco San Nicola, Lizzano;
martedì 4, don Giancarlo Ruggieri, parroco all’Immacolata, Leporano;
mercoledì 5, don Gerardo Dante Veneziani, rettore Stella Maris, Montedarena;
giovedì 6, don Antonio Quaranta, San Marco Evangelista, Torricella;
venerdì 7, don Pompilio Pati, San Pasquale Baylon, Lizzano.
Sabato 8 e domenica 9 le sante messe saranno celebrate dal parroco don Davide Errico, dal vicario don Ezio Sgobio e dal parroco emerito don Franco Damasi.
Lunedì 10, oltre alle celebrazioni eucaristiche feriali, alle ore 19, si terrà la processione aux flambeaux per le vie del paese

Infine, martedì 11, solennità di Nostra Signor di Lourdes, sante messe saranno celebrate alle ore 6- 7.30 – 10 – 11.30 (presieduta dall’arcivescovo coadiutore di Lecce, il pulsanese mons. Angelo Panzetta, cui seguirà la supplica) – 16 – 18 (presieduta dall’arcivescovo di Taranto mons. Ciro Miniero) – 20.

 

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Sport

Verso il derby con l’Altamura: il Taranto tra presente, passato e futuro

I rossoblu sul neutro di Francavilla - foto G. Leva
24 Gen 2025

di Paolo Arrivo

Un pianto ininterrotto. Un filotto di sconfitte sconcertanti. Se quella inflitta dal Messina era stata diversa dalle precedenti, perché di misura (persino immeritata, potremmo dire), la sconfitta in casa del Trapani ha fatto ripiombare i rossoblu nello sconforto. Il Taranto vive una situazione surreale. Che non è piacevole nemmeno per gli avversari, mortificante per l’intero sistema calcio. La nona sconfitta consecutiva ha avuto per agnello sacrificale una rosa giovane, contro la formazione dell’ex Eziolino Capuano. Colui che, meno di un anno fa, aveva fatto sognare l’intera città attraverso il pallone. Altri tempi…

La decima sconfitta consecutiva da evitare è il posticipo di lunedì prossimo ventisette gennaio in casa del Team Altamura. Sino al termine del campionato, di una stagione che non ha più nulla da dire sostanzialmente, occorrerà preservare un pizzico d’orgoglio e di cattiveria agonistica. Per poi ripartire. L’Altamura viene dal pareggio di Benevento: un punto d’oro conquistato contro una delle squadre più forti del girone. Il suo stato di forma pertanto è buono.

ALTAMURA, L’ENTUSIASMO DELLA NEOPROMOSSA – Nelle scorse ore la formazione biancorossa si è rinforzata con l’arrivo di Gabriele Capanni: l’esterno classe 2000 è stato tesserato con la formula del prestito. Si tratta di un giocatore cresciuto nella Primavera del Milan. Ha già fatto l’esperienza della serie B – di proprietà della Ternana, 14 le presenze collezionate in due stagioni. Ora proverà a dare il suo contributo nell’Altamura. Il cui obiettivo è la salvezza: da neopromossa in serie C, la squadra di mister Di Donato sta disputando una buona stagione. In classifica occupa la tredicesima posizione della serie C – girone C. E ha gli stessi punti del Foggia. Le motivazioni di questo gruppo lo hanno portato a essere fuori della zona playout. Se ne rallegra l’intera Puglia, che può vantare la presenza del Monopoli al primo posto.

L’ADDIO AL VECCHIO IACOVONE – Tornando in casa ionica, la notizia più importante della settimana è stata l’avvio della demolizione dello stadio che per quasi 40 anni è stato teatro di emozioni. Parliamo naturalmente della struttura intitolata all’indimenticato Erasmo Iacovone: le ruspe dell’azienda romana Impresit, vincitrice dell’appalto, hanno avviato i lavori smantellando la copertura e procedendo per i settori – il primo a cadere sarà la Curva Nord. Si tratta di un’operazione necessaria quanto dolorosa. Dolorose e insieme gioiose sono state le emozioni provate attorno a quel campo di gioco. Tralasciando le ultime, le soddisfazioni non sono mancate ai supporter. Ma il sentimento dominante è il rammarico per il mancato ritorno nella serie cadetta, agognata da troppi decenni.

La demolizione dello Iacovone è funzionale alla ricostruzione. Alla nascita di quello che sarà un fiore all’occhiello per il Sud Italia, ha dichiarato Massimo Ferrarese, il commissario per i Giochi del Mediterraneo, assicurando che a giugno del prossimo anno i lavori saranno terminati.

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