Metropolia

Giornata di spiritualità a cura dell’Istituto di scienze religiose

31 Mar 2025

di Giada Di Reda

Si è svolta, sabato 29, la seconda ‘Giornata di spiritualità e amicizia dei docenti e studenti’ dell’Issrm Giovanni Paolo II di Taranto, ospitata dalla diocesi di Oria. Un’occasione per rinnovare il clima di fraternità tra docenti e studenti, continuare a rafforzare le sinergie nel territorio e riflettere insieme sul tempo di Quaresima che stiamo vivendo.

I saluti del vicario dell’Issrm, don Antonio Favale, e gli interventi del rettore della cattedrale e presidente del capitolo, don Francesco Nigro, e del direttore dell’ufficio Irc, don Marco Tatullo, hanno aperto la prima parte della giornata, che si è svolta nella storica basilica Santa Maria Assunta, cattedrale della diocesi di Oria.

Successivamente, docenti e studenti hanno avuto la possibilità di godere della bellezza della cattedrale e di approfondirne la storia, un racconto ulteriormente arricchito dalla visita alla Cripta delle mummie, un oratorio del XVI secolo che custodisce i corpi mummificati dei confratelli dell’arciconfraternita della morte.

Dopo la visita guidata, i partecipanti si sono spostati nella sacrestia, spazio raccolto e particolarmente suggestivo della cattedrale, per la meditazione del vescovo di Oria, mons. Vincenzo Pisanello, che ha donato a tutti i presenti una riflessione profonda, densa di significati, su “Cos’è la conversione?”.

Partendo dalla parabola del Figliol prodigo (Lc. 15,11-32), sull’amore e la misericordia di Dio verso tutti i suoi figli, mons. Pisanello ha invitato i presenti a riflettere sul senso della conversione. Quest’ultima non si riduce ad un processo psicologico del peccatore che ritorna a Dio, ma si riflette nel cambiamento dell’immagine di Dio che l’uno e l’altro figlio (il peccatore e il giusto) devono fare, per far volgere l’Io verso Dio, passare dalla delusione del proprio peccato e della presunzione della propria giustizia, alla gioia dell’essere figli del Padre. Una meditazione forte e necessaria in questo tempo di Quaresima, in cui la conversione può trasformarsi in una guida di speranza per tutti gli uomini.

Alle preziose riflessioni di mons. Vincenzo Pisanello, è seguito un momento di preghiera personale e condivisione, in cui docenti e studenti, sono intervenuti con le considerazioni suscitate dal momento vissuto.

La giornata si è conclusa con i saluti congiunti del vescovo e di don Antonio Favale, e con il successivo pranzo conviviale in seminario.
Momenti di riflessione e crescita culturale, per continuare a percorrere, insieme, un cammino di luce, speranza, condivisione e cultura, continuando a rafforzare i legami con il territorio, nell’ottica della costruzione di un’identità comune, fondata sulla fraternità.

 

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Dati Istat

Tra denatalità e spopolamento il Sud si “allontana” dal Nord

31 Mar 2025

di Silvano Trevisani

Il minimo storico di fecondità, la speranza di vita che supera i livelli pre-pandemici, l’aumento degli espatri di cittadini italiani. Sono questi i dati più rilevanti dei dati demografici contenuti nel report presentato oggi dall’Istat. Assieme al nuovo massimo di acquisizioni della cittadinanza italiana a cui si affianca comunque l’importante crescita della popolazione straniera residente. Ma il dato più rilevante è certamente quello della denatalità. Ormai la media di procreazione per le donne italiane si avvicina all’1 assoluto. Ma la situazione è molto peggiore al Sud. In Sardegna è di molto inferiore all’1%. In Puglia è dell’1,16%.

La popolazione

La popolazione italiana, dunque, cala anno dopo anno a partire dal 2014 e la diminuzione progressiva e notevole è frenata solo dall’arrivo di stranieri che assumono la nazionalità italiana. Ma ciò che per noi è più rilevante è il fatto che mentre nel Nord la popolazione aumenta dell’1,6 per mille, il Centro e il Mezzogiorno registrano variazioni negative rispettivamente pari rispettivamente a -0,6 per mille e a -3,8 per mille. Il che marca un continuo, cospicuo trasferimento al Nord (oltre che all’estero) di masse di popolazione. Queste consentono non solo di compensare le perdite che anche il Nord subisce ma addirittura di aumentarne costantemente, seppur di poco, la popolazione. Al Sud quattro centri su cinque decrescono e, se non si frena l’esodo collettivo, molti piccoli centri presto potrebbero sparire. Le aree interne del Mezzogiorno registrano, infatti, una variazione di circa il 5 per mille in meno sull’anno precedente;

Immigrazione

Se ne desume anche che l’immigrazione, che resta continua anche se in Italia non raggiunge certo i livelli dell’Europa del Nord, incide molto meno al Sud rispetto alla regioni settentrionali. I neo-cittadini italiani compensano gli italiani che emigrano: senza di loro la popolazione italiana avrebbe un tracollo.

Ma guardiamo gli altri dati. Tornando al tema della denatalità, con 1,18 figli per donna viene superato il minimo di 1,19 del 1995, anno nel quale, però, sono nati 526mila bambini, grazie alla presenza di un maggior numero di famiglie, contro i 370mila del 2024. Le famiglie sono sempre più piccole: la loro dimensione media scende in 20 anni da 2,6 componenti agli attuali 2,2 (media 2023-2024).

Emigrazione

Un vero e proprio boom registra il fenomeno delle emigrazioni per l’estero: sono 191mila (+20,5% sul 2023), delle quali ben 156mila riguardano cittadini italiani che espatriano (+36,5%). I motivi sono sempre legati al lavoro, alla disponibilità, qualità e redditività.

Aumentano anche i neo-cittadini italiani: sono 217mila le acquisizioni della cittadinanza italiana concesse a cittadini stranieri residenti in Italia, superato il precedente massimo di 214mila raggiunto nel 2023. Non solo la natalità è in forte discesa ma anche la mortalità: sei neonati e 11 decessi per 1.000 abitanti. Il che comporta un forte invecchiamento della popolazione.

Il saldo migratorio netto sale da +261mila nel 2022 a +274mila nel 2023. Quindi: più immigrati e meno emigrati dell’anno precedente

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Emergenze sociali

La Puglia è la quarta tra le regioni a rischio povertà, e l’occupazione frena

ph Siciliani Gennari-Sir
31 Mar 2025

di Silvano Trevisani

È di quasi due famiglie su cinque rischio di povertà ed emarginazione sociale in Puglia, secondo i dati diffusi dall’Istat. Un quadro avvilente che conferma un arretramento della qualità della vita in tutta Italia, ma in maniera molto maggiore al Sud. La Puglia è quarta, in ordine negativo, nella classifica che misura il rischio povertà ed emarginazione: se la Calabria è prima con il 48,8%, che significa che il rischio povertà riguarda una famiglia su due, la Campania è la sconda (43,5%) seguita dalla Sicilia (40,9%), quindi dalla Puglia al 37,5%. Una condizione che è di gran lunga peggiore di quella del resto del Paese. sempre più spaccato in due.

Due Italia

Ne consegue che se tutta l’Italia è in arretramento, con una percentuale di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale che passa dal 22,8% del 2023 si passa al 23,1% è solo il Sud a soffrire in maniera determinante, incidendo pesantemente sulla media complessiva. Ben diversa è la situazione nelle regioni del Nord: in Trentino-Alto Adige (il paese meno povero d’Italia) in pericolo è solo l’8,8% delle famiglie (ovvero quasi 30% in meno di rischi rispetto alla Puglia), poi l’Emilia-Romagna (10,1%) e la Valle d’Aosta (10,7%).

Classifiche

Seguono Marche (11,8%), Friuli-Venezia Giulia (12,4%), Veneto (12,4%), Piemonte (13,5%), Liguria (13,8%), Umbria (14%), Lombardia (14,1%) e Toscana (15,2%).

Attorno alla media nazionale sono le altre regioni del Centro e del Sud che non arrivano al 30% di famiglie a rischio. Si tratta di Sardegna (29,6%), Molise (27,5%), Lazio (25,8%), Basilicata (25,4%), Abruzzo (25,1%).

Non si capisce, da questi dati, dove si fondi la pretesa delle forze politiche hanno cavalcato l’autonomia differenziata. Visto che il Paese è nettamente spaccato in due, con le regioni opulente del Nord che hanno un bassissimo rischio di povertà e diventano, anno dopo, più ricche, mentre l’arretramento delle regioni meridionali sembra inarrestabile già di suo!

Reddito

Inoltre nel 2024 il reddito annuale medio delle famiglie (37.511 euro) aumenta in termini nominali (+4,2%) e si riduce in termini reali (-1,6%) a causa dell’inflazione. Il rischio povertà conosce, inoltre, oscillazioni molto diverse rispetto ai territori. E in Puglia cresce l’allarme per il balzo improvviso di oltre 5 punti percentuali.

Secondo il segretario generale della Cisl Puglia, il tarantino Antonio Castellucci, “è evidente l’urgenza di attivare maggiori misure di sostegno regionali mirate a contrastare questa situazione”.

Occupazione

La situazione è aggravata da un tasso di occupazione che è cresciuto in Puglia nel corso del 2024 di appena lo 0,5% rispetto all’anno precedente, infatti risulta essere penultima regione del Mezzogiorno per tasso percentuale di crescita. Per questo è fondamentale “il supporto dei redditi da lavoro, poiché non sempre sono sufficienti a garantire il superamento della povertà”.

Lo confermano ancora i dati Istat, sempre nel report “Condizioni di vita e reddito delle famiglie 2023-2024, secondo i quali un reddito su dieci è a rischio di “povertà lavorativa”.

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Giubileo2025

Il pellegrinaggio della vicaria Paolo VI alle chiese giubilari di Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo

31 Mar 2025

Ripercorrere la giornata del 29 marzo, trascorsa insieme a circa 240 fedeli delle quattro parrocchie
della vicaria San Paolo VI, in pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo per l’anno
giubilare che stiamo vivendo, è di particolare importanza perché rinsalda interiormente quelle emozioni
provate durante il tragitto e i momenti di preghiere e di comunione fraterna vissuti.
A partire dalla recita del santo rosario, durante il trasferimento in pullman, che ha scandito il tempo in
avvicinamento al traguardo, perché pregato con particolare devozione e comunione di intenti, in vista del
raduno sul piazzale antistante il castello di Monte Sant’Angelo. Qui i parroci hanno ‘riunito il gregge’ e, con
trepidazione, abbiamo recitato la preghiera del Giubileo, stampata dietro un segnalibro inneggiante a
“Cristo nostra Speranza” distribuito a tutti i partecipanti in ricordo della giornata.
Quindi, come pellegrini di speranza, ci siamo avviati in silenziosa meditazione verso il Santuario di San
Michele, fino a scendere in prossimità della grotta dell’apparizione dove ci siamo tutti radunati per vivere,
con particolare trepidazione, la celebrazione della santa messa e l’affidamento a San Michele per la lotta
contro il maligno.
Ma questo momento era stato preceduto dalla sosta nella sala-grotta delle confessioni dove campeggia
uno struggente Crocifisso che mostra il campo del Cristo completamente ripiegato in avanti e che sembra
fissare in modo particolare chiunque lo guardi, quasi ad interrogarlo sulla adesione al cammino di
conversione che, inevitabilmente il pellegrinaggio, animato da fede e speranza, propone al pellegrino.
Emozione che ha pervaso in modo particolare lo scrivente.
Certo, San Michele, con la spada sguainata, infonde indubbia speranza per sorreggerci nella lotta contro il
maligno, non più di quanto ne infonda il corpo di San Pio, venerato nella Basilica della Madonna delle
Grazie, che tanto ha combattuto in vita contro tentazioni diaboliche e che ancora oggi ci sorregge quando
lo imploriamo per le intercessioni richieste. Quasi come a dirci: se ce l’ho fatta io, umile fraticello,
abbiate speranza di potercela fare anche voi se vi affidate, come ho fatto io, alla volontà di Dio.
Ed è con questi sentimenti che, prima della partenza per il ritorno, abbiamo fatto affidamento, dinanzi
all’immagine della Madonna delle Grazie, di tutte le nostre speranze che travalicano il tempo del Giubileo e
si espandono per quanta vita il Signore vorrà donarci. Le Ave Maria e le giaculatorie del santo rosario
scandivano i sentimenti di lode e di ringraziamento trasparivano dai volti di tutti noi partecipanti;
sentimenti che ci hanno accompagnato nel viaggio di ritorno e che sicuramente continueranno ad albergare
nei cuori di ciascuno, per annunciare sempre con maggiore consapevolezza che Cristo, nostra Speranza, è
Risorto, è veramente Risorto!
Ringraziamo i sacerdoti della vicaria San Paolo VI che hanno organizzato questo pellegrinaggio, fornendoci
occasione per vivificare la nostra fede e la nostra speranza.

 

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Tracce

Quando tutti sono a repentaglio, allora …

Foto Reuters-Avvenire
31 Mar 2025

di Emanuele Carrieri

In “Discorso sul colonialismo” del politico francese Aimé Cesarie, edito nel 1950, è chiamata lo “choc en retour impérial” mentre in “Le origini del totalitarismo” della politologa statunitense Hannah Arendt, uscito nel 1951, diventa un “terrific boomerang”. È la tesi secondo la quale i regimi che instaurano e attuano dei metodi e dei sistemi repressivi per dettare legge sui possedimenti coloniali finiscono per impiegare quelle stesse tecniche a livello nazionale contro i propri cittadini. Secondo tutti e due gli scrittori, i metodi di Hitler e della dittatura nazista non erano eccezionali rispetto a una visione mondiale perché gli imperi coloniali europei avevano ucciso milioni di persone nel mondo, come parte del processo di colonizzazione per parecchi secoli. Piuttosto, erano eccezionali in quanto erano applicati agli europei all’interno dell’Europa, invece che alle popolazioni colonizzate nel sud del mondo. In sintesi, ciò che, un tempo, sembrava lontano, dopo diventa vicino. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca è un esempio di come i sistemi pensati per colpire le persone fragili tendono a divorare anche chi pareva al riparo da ogni abuso. La prima mossa è stata la realizzazione di un sistema di caste interno che rispecchia quello applicato fuori dai confini del paese. È il trattamento riservato agli stranieri con un permesso di soggiorno e un visto di lavoro che hanno criticato il governo su Gaza. Per Trump queste persone hanno fatto azioni per cui meritano di essere arrestate, imprigionate e, poi, espulse: di conseguenza, ricevono un trattamento come quello riservato ai palestinesi. L’accetta di Trump sugli studenti pro Palestina si è già abbattuta: sono stati già revocati oltre trecento visti. Ha fatto molto scalpore un filmato che circola nel web: a essere arrestata, mercoledì scorso a Somerville, nel Massachusetts, non è un boss della mafia americana, ma Rumeysa Ozturk, trentenne originaria della Turchia, dottoranda della Tufts University. Viene presa, fatta salire su un’auto e portata in un centro di reclusione in Louisiana, a migliaia di chilometri da casa. Le accuse a suo carico non sono ancora state ufficialmente formulate, il segretario di Stato Marco Rubio si è limitato a definirla: “Uno di quei pazzi”. Semplificato, è una delle attiviste che durante gli scorsi mesi hanno preso parte alle manifestazioni pro Palestina nelle università americane. Per arrestare gli studenti il Dipartimento della Sicurezza nazionale si starebbe basando su una direttiva che risale alla Guerra Fredda e che dà al segretario di Stato l’autorità di espellere gli stranieri se “le loro azioni hanno conseguenze potenzialmente negative sulla politica estera”. Anche la revoca del visto è pienamente nei poteri dell’amministrazione di Washington. Ma perché? L’anno scorso, Rumeysa Ozturk sarebbe stata fra le autrici di un testo – apparso sul giornale studentesco dell’università – che attaccava l’ateneo per la sua posizione riguardo al conflitto del Medio Oriente. In più la giovane donna, insieme ai firmatari dell’appello, aveva chiesto all’università di riconoscere la mattanza palestinese e disinvestire dalle aziende con legami diretti o indiretti con Israele. Ad Hamas non si fa riferimento neanche una volta. Secondo Trump, invece, questi studenti avrebbero sostenuto organizzazioni terroristiche. Nelle scorse settimane alcuni cittadini tedeschi sono stati fermati mentre cercavano di entrare regolarmente nel paese attraverso il confine meridionale. Dopo una detenzione di diverse settimane, sono stati espulsi. A uno scienziato francese è stato negato il visto di entrata negli States quando gli agenti hanno controllato il suo smartphone trovando messaggi critici verso Trump. È ovvio affermare che questi modi di agire e di fare, queste azioni, questi metodi, questi sistemi sono nucleo diffuso dei regimi tirannici, e che cercano di diventare tale. Per plasmare un paese, un popolo, secondo i propri schemi, secondo i propri interessi, un presidente autoritario deve neutralizzare e reprimere un numero crescente, sempre più crescente, di categorie sociali. Ecco perché il “terrific boomerang” o lo “choc en retour impérial” è il modello di ciò che è indispensabile per esercitare un controllo totale in presenza di un dissenso di massa. Il problema è che tutti i sistemi di governo, in cui alcuni poteri prendono di mira una parte consistente della popolazione, alla fin fine non possono sopravvivere senza che gli stessi poteri assumano il completo controllo dell’apparato. E una nazione che nega i propri diritti ad alcune persone ritenute “non gratae” (è una locuzione latina) o “non gradite” (in lingua italiana corrente), allora finisce inevitabilmente per negarli a tutti, proprio a tutti, nessuno escluso.

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Sport

A lezione di umanità: “Insieme per un mondo special”

foto G. Leva
31 Mar 2025

di Paolo Arrivo

Non un evento ma l’evento. Perché nella fase di transizione che sta vivendo il capoluogo ionico, con la chiusura di diversi campionati, e l’amaro epilogo (dal calcio al basket), quello che ha riacceso i riflettori sul PalaMazzola è stato l’appuntamento clou dell’attuale stagione: “Insieme per un mondo special” ha riempito la mattinata di sabato, di contenuti e di persone. In primo piano sport e inclusione. Lo spettacolo è stato reso possibile grazie alla macchina organizzativa formata dai Lions (il Club Taranto Host con altri otto della provincia ionica), dallo Special Olympics Italia e da Ki.fra – Comunicazione&Eventi. Ovvero grazie al volontariato. L’obiettivo era e resta la promozione dell’attività sportiva tra giovani con disabilità fisiche e psichiche. Lo sport, quindi, nella sua accezione autentica, oltre l’agonismo vissuto in una dimensione esasperata.

Insieme per un mondo special

La manifestazione ha legato queste discipline, attraverso dimostrazioni sportive: basket, baskin, subacquea, badminton, calcio a 5 e tennis tavolo. Il grande successo di Insieme per un mondo special va replicato, senza dubbio – gli Special Olympics si sono tenuti a Taranto per la prima volta. Giovinezza e spensieratezza sono le componenti che hanno caratterizzato e accompagnato l’evento. Dall’ingresso (dall’Inno d’Italia suonato dalla Fanfara del comando Marittimo Sud della Marina militare) alla fuoriuscita, quando i militari della MM sono stati lungamente applauditi. Il riconoscimento di chi ha a cuore la pace, e lo dice anche attraverso l’attività sportiva. La spensieratezza catturata tra quelle mura va intesa non nell’assenza di difficoltà ma come capacità di affrontarle o sostenerle con la forza della condivisione. E in tempi nei quali sembriamo aver disperso il nostro patrimonio di umanità, anni di guerre, di inimicizie e preoccupazioni, iniziative come questa vanno in tutt’altra direzione.

Gli attori

Insieme per un mondo special è stato un momento molto partecipato, anche in termini di pubblico: erano presenti, tra gli altri, gli studenti dell’istituto Maria Pia di Taranto e i volontari della Gioia di Mister Sorriso. Tutti concordi su quanto ha dichiarato il coordinatore del Dipartimento Attività sportive del Distretto Lions 108AB Puglia, Mino Corsa: “Special Olympics è un movimento globale che celebra talento e determinazione. I loro successi sono fonte d’ispirazione per tutti noi”. Lo sport non conosce ostacoli, limiti o barriere, riuscendo a vincere quei preconcetti che persistono. E questo lo ha detto chiaro e forte la manifestazione andata in scena al PalaMazzola. La stessa inoltre è stata occasione per firmare un protocollo d’intesa tra Special Olympics Italia e il Distretto Lions 108AB Puglia, proprio per promuovere l’attività sportiva tra i giovani con disabilità fisiche e psichiche. Perché sono le differenze che ci accomunano rendendo speciale ogni persona.

 

Ma più delle parole contano le immagini: ecco la nostra ricca galleria fotografica, a cura di Giuseppe Leva

 

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Ecclesia

I ‘Martedì culturali’ alla Sant’Antonio di Martina Franca

31 Mar 2025

Per i ‘Martedì culturali’, martedì primo aprile, a Martina Franca, a cura della parrocchia di Sant’Antonio, alle ore 19.30, avrà luogo l’incontro sul tema ‘Dialogando sul Vangelo della Passione’ (Lc, 47-48).
La serata sarà introdotta dal parroco don Mimmo Sergio con gli interventi di Alessandra Fumarola (storica dell’arte), Valentina Lenoci (capo scout) e don Michele Monteleone (dottorando in Teologia sacramentaria).

 

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Eventi cittadini

Martedì 1° aprile, al Carmine di Taranto, il concerto In Passione Domini

foto G. Leva
31 Mar 2025

Martedì primo aprile alle ore 19.30 nella chiesa del Carmine di Taranto, a cura dell’omonima arciconfraternita, alle ore 19.30 si terrà il concerto ‘In Passione Domini’ (meditazioni in musica a cura dell’associazione Schola Cantorum e dell’orchestra giovanile dell’istituto comprensivo ‘A. Manzoni – San Giovanni Bosco’ di Mottola). Maestro del coro, Angela Semeraro; direttore, il m° Giuseppe Latorrata.

 

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Angelus

L’angelus di papa Francesco per la quarta domenica di Quaresima

ph Vatican media-Sir
31 Mar 2025

“Viviamo questa Quaresima, tanto più nel Giubileo, come tempo di guarigione. Anch’io la sto sperimentando così, nell’animo e nel corpo”: lo scrive papa Francesco nel testo preparato per l’angelus della IV Domenica di Quaresima, sottolineando che “la fragilità e la malattia sono esperienze che ci accomunano tutti; a maggior ragione, però, siamo fratelli nella salvezza che Cristo ci ha donato”.
Nel commentare il Vangelo del figlio prodigo, il pontefice osserva che Gesù “rivela il cuore di Dio: sempre misericordioso verso tutti; guarisce le nostre ferite perché possiamo amarci come fratelli”. Da qui il ringraziamento “a tutti coloro che, a immagine del Salvatore, sono per il prossimo strumenti di guarigione con la loro parola e con la loro scienza, con l’affetto e con la preghiera”.
Francesco rinnova la preghiera per la pace “nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Repubblica Democratica del Congo e Myanmar, che soffre tanto anche per il terremoto”. Il Papa si dice “preoccupato per la situazione in Sud Sudan” e rinnova l’appello ai leader locali: “Occorre mettere da parte le divergenze e, con coraggio e responsabilità, sedersi attorno a un tavolo e avviare un dialogo costruttivo”.
Anche sul conflitto in Sudan esorta “a mettere al primo posto la salvaguardia della vita dei civili” e chiede alla comunità internazionale di intensificare gli sforzi “per far fronte alla spaventosa catastrofe umanitaria”. Infine, un incoraggiamento: “Cito ad esempio la ratifica dell’Accordo sulla delimitazione del confine tra il Tajikistan e il Kyrgyzstan, che rappresenta un ottimo risultato diplomatico. Incoraggio entrambi i Paesi a proseguire su questa strada”.

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Eventi cittadini

‘La persona, la cura, il territorio: la prassi domiciliare’

Il convegno è stato organizzato dall’ufficio diocesano Pastorale della salute, dalla direzione generale e sanitaria dell’Asl, dal Poc SS. Annunziata, dalla cappellania e dalla Ssd Formazione

31 Mar 2025

Si è svolto al seminario diocesano di Poggio Galeso (Paolo VI-Taranto) il convegno dal titolo ‘La persona, la cura, il territorio: la prassi domiciliare’, organizzato dall’ufficio diocesano Pastorale della salute, dalla direzione generale e sanitaria dell’Asl, dal Poc SS. Annunziata, dalla cappellania e dalla Ssd Formazione.
Il convegno ha affrontato il concetto di ‘cura’ come particolarmente rilevante quando si focalizza sull’assistenza domiciliare.
La cura e il prendersi cura nel proprio domicilio pone al centro la persona e il suo contesto di vita, favorendo un approccio olistico alla cura e alla persona che va oltre la malattia.
Obiettivo di questo convegno è stato la riflessione sull’importanza dell’assistenza domiciliare avendo la consapevolezza di curare oltre che la persona il contesto familiare e sociale anche attraverso una comunicazione efficace.

Il personale medico, infermieristico, gli operatori e, nondimeno, i volontari, sentono di dover offrire insieme al loro lavoro specifico la loro umanità per il raggiungimento di una competenza relazionale che renda possibile un lavoro interpersonale e di équipe veramente costruttivo. Tutto ciò viene fatto con l’obiettivo di aiutare le persone a trovare un significato per la loro sofferenza, una finalità e una direzione dignitosa al loro profondo dolore esistenziale.

 

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Diocesi

Montemesola, settimana di predicazione in preparazione alla Pasqua

foto G. Leva
31 Mar 2025

Inizia questa sera, lunedì 31 marzo, nella parrocchia di Santa Maria della Croce, a Montemesola, alle ore 19.30, con l’Ora di Gesù e la predicazione di padre Franco Gitto (dei frati cappuccini), la settimana di predicazione in preparazione alla Pasqua. Nella circostanza verranno esposte le sacre immagini della processione dei Misteri della confraternita di San Michele Arcangelo.
Questo il programma di ogni giorno, da martedì 1 a sabato 5 aprile: ore 8.30, confessioni; ore 9.30, santa messa, alla quale sono invitate in particolare le mamme; ore 18, comfessioni; ore 19, santa messa; nella mattinata il padre predicatore visiterà gli ammalati.
Sabato 5, alle ore 15.30, prima confessione dei bambini della terza elementare mentre alle ore 19.30 si terrà il concerto ‘Mater Dolorosa’ a cura del complesso bandistico ‘F. Trani’ diretto dal maestro Beniamino Casavola.

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Emergenze sociali

La Puglia è la quarta tra le regioni a rischio povertà, e l’occupazione frena

ph Siciliani Gennari-Sir
28 Mar 2025

di Silvano Trevisani

È di quasi due famiglie su cinque rischio di povertà ed emarginazione sociale il Puglia, secondo i dati diffusi dall’Istat. Un quadro avvilente che conferma un arretramento della qualità della vita in tutta Italia, ma in maniera molto maggiore al Sud. La Puglia è quarta, in ordine negativo, nella classifica che misura il rischio povertà ed emarginazione: se la Calabria è prima con il 48,8%, che significa che il rischio povertà riguarda una famiglia su due, la Campania è la sconda (43,5%) seguita dalla Sicilia (40,9%), quindi dalla Puglia al 37,5%. Una condizione che è di gran lunga peggiore di quella del resto del Paese. sempre più spaccato in due.

Due Italia

Ne consegue che se tutta l’Italia è in arretramento, con una percentuale di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale che passa dal 22,8% del 2023 si passa al 23,1% è solo il Sud a soffrire in maniera determinante, incidendo pesantemente sulla media complessiva. Ben diversa è la situazione nelle regioni del Nord: in Trentino-Alto Adige (il paese meno povero d’Italia) in pericolo è solo l’8,8% delle famiglie (ovvero quasi 30% in meno di rischi rispetto alla Puglia), poi l’Emilia-Romagna (10,1%) e la Valle d’Aosta (10,7%).

Classifiche

Seguono Marche (11,8%), Friuli-Venezia Giulia (12,4%), Veneto (12,4%), Piemonte (13,5%), Liguria (13,8%), Umbria (14%), Lombardia (14,1%) e Toscana (15,2%).

Attorno alla media nazionale sono le altre regioni del Centro e del Sud che non arrivano al 30% di famiglie a rischio. Si tratta di Sardegna (29,6%), Molise (27,5%), Lazio (25,8%), Basilicata (25,4%), Abruzzo (25,1%).

Non si capisce, da questi dati, dove si fondi la pretesa delle forze politiche hanno cavalcato l’autonomia differenziata. Visto che il Paese è nettamente spaccato in due, con le regioni opulente del Nord che hanno un bassissimo rischio di povertà e diventano, anno dopo, più ricche, mentre l’arretramento delle regioni meridionali sembra inarrestabile già di suo!

Reddito

Inoltre nel 2024 il reddito annuale medio delle famiglie (37.511 euro) aumenta in termini nominali (+4,2%) e si riduce in termini reali (-1,6%) a causa dell’inflazione. Il rischio povertà conosce, inoltre, oscillazioni molto diverse rispetto ai territori. E in Puglia cresce l’allarme per il balzo improvviso di oltre 5 punti percentuali.

Secondo il segretario generale della Cisl Puglia, il tarantino Antonio Castellucci, “è evidente l’urgenza di attivare maggiori misure di sostegno regionali mirate a contrastare questa situazione”.

Occupazione

La situazione è aggravata da un tasso di occupazione che è cresciuto in Puglia nel corso del 2024 di appena lo 0,5% rispetto all’anno precedente, infatti risulta essere penultima regione del Mezzogiorno per tasso percentuale di crescita. Per questo è fondamentale “il supporto dei redditi da lavoro, poiché non sempre sono sufficienti a garantire il superamento della povertà”.

Lo confermano ancora i dati Istat, sempre nel report “Condizioni di vita e reddito delle famiglie 2023 – 2024, secondo i quali un reddito su dieci è a rischio di “povertà lavorativa”.

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