Diocesi

A Fragagnano, la festa di San Giuseppe

14 Mar 2025

di Angelo Diofano

“Carissimi fedeli, anche sul lavoro di carpentiere nella casa di Nazaret si stende lo stesso clima di silenzio che accompagna tutto ciò che si riferisce alla figura di Giuseppe. È un silenzio, però, che svela in modo speciale il profilo interiore di questa figura. I Vangeli parlano esclusivamente di ciò che Giuseppe ‘fece’; tuttavia, consentono di scoprire nelle sue ‘azioni’, avvolte dal silenzio, un clima di profonda conremplazione (Redemptoris Custos n.25). Le parole di San Giovanni Paolo II, nell’Enciclica sul Custode del Redentore, conducono al lavoro di chi prepara la ‘massa di San Giuseppe’. Essa prende forma nell’attesa dei tempi di cui necessitano gli alimenti per giungere alla loro preparazione; nelle preghiere di un cuore devoto che si intrecciano con le mani affondate nella ‘massa’ che, pellegrina, muove i suoi primi passi in un recipiente per divenire cibo che va gustato in preghiera. Tutto ciò è contemplazione, perché parte dalla terra e dai suoi frutti, ha avuto il suo inizio in una fede semplice, per sfociare nel cuore devoto che, in religioso silenzio, attende che la massa sia pronta per portare la festa in ogni casa. San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria, custodisca le nostre famiglie e affidiamo a Lui tutti coloro che lavorano o che sono in cerca di un lavoro”: così il parroco della Maria Santissima Immacolata, don Graziano Lupoli, invita a partecipare ai festeggiamenti in onore di San Giuseppe che a Fragagnano si svolgono, anticipatamente sulla data tradizionale del 19 marzo, per evitare concomitanze con le grandiose celebrazioni della vicina San Marzano.

Questo il programma:

Sabato 15: alle ore 17, ‘colpi oscuri’; ore 18, santa messa; al termine, dalla chiesa madre, partenza del corteo per portare le fascine alla zona del falò (via per Lizzano, nei pressi dell’ex palazzetto dello sport); ore 20.30, accensione del falò con spettacolo pirotecnico della ditta Maxima Fireworks di Casamassima (Bari), cui seguirà un intrattenimento musicale.

Domenica 16: alle ore 8, ‘colpi oscuri’; sante messe alle ore 7.30-9.15 (chiesa del Carmine)-10- 18; alle ore 11, uscita della processione con la benedizione delle ‘mattre’ allestite in strada; alle ore 20.30, nella zona dell’ex palazzetto dello sport (via per Lizzano), spettacolo pirotecnico della ditta Maxima Fireworks di Casamassima (Bari).
Per tutta la giornata agirà la banda musicale ‘Città di Fragagnano’.

Nella medesima serata alle ore 19 nella chiesa del Carmine (ne abbiamo parlato qui: ) avrà luogo ‘Il Rito dei Santi’.

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Diocesi

Alla San Pasquale, il saio di fra Giuseppe Michele Ghezzi

ph G. Leva
14 Mar 2025

di Angelo Diofano

A Taranto, la parrocchia di San Pasquale Baylon dei frati francescani minori accoglierà venerdì 14 e sabato 15 marzo, la reliquia del saio del venerabile fra Giuseppe Michele Ghezzi, in un momento di profonda spiritualità e riflessione per l’intera comunità. L’iniziativa – spiega il parroco fra Vincenzo Chirico – rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire il carisma e l’insegnamento del frate, testimone di fede e dedizione a Cristo.

Il programma:

Venerdì 14: ore 18, il rito di accoglienza della reliquia sarà presieduto da fra Giancarlo Maria Greco, il quale alle ore 18.30 presiederà la celebrazione eucaristica; ore 19.30, Via Crucis (“È per la Croce che si va in Cielo”, ribadiva il frate).

Sabato 15: sante messe saranno celebrate alle ore 8 e alle ore 18.30.

Note biografiche

Michele Ghezzi nacque a Lecce il 19 agosto 1872 da una famiglia nobile. A sedici anni fu colpito da una grave malattia, da cui fu guarito per intercessione della Madonna di Pompei. Quindi si sentì spinto a vivere la carità verso i più poveri, col fondamentale appoggio, anche di natura economica, di sua madre. Quando entrambi i genitori morirono, Michele, che già era terziario francescano, chiese di essere ammesso tra i frati minori riformati (uniti, nel 1897, all’Ordine dei frati minori). Inizialmente egli fu respinto a causa della sua fragile salute e dell’età avanzata secondo i criteri dell’epoca. Il suo vescovo voleva che diventasse sacerdote diocesano, ma lui voleva restare un semplice fratello laico. Alla fine egli entrò in convento il 2 agosto 1906, poco prima di compiere 34 anni, professando i primi voti religiosi l’8 settembre 1909, col nome di fra Giuseppe. Il frate divenne noto come il ‘conte con la bisaccia’ per le sue instancabili questue, affrontate tra prove fisiche (gli fu amputato il mignolo di un piede) e consolazioni. Attraversò le due guerre mondiali, offrendo le sue sofferenze per i morti sui campi di battaglia. Dal Natale del 1954 le sue condizioni di salute si aggravarono: la gente iniziò a visitarlo, per ricambiare l’amore che aveva avuto per loro. Fra Giuseppe morì quindi il 9 febbraio 1955, nella sua cella del convento di Sant’Antonio a Lecce. Fu dichiarato Venerabile col decreto promulgato il 18 novembre 2000. I suoi resti mortali riposano nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio a Fulgenzio, a Lecce.

 

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Francesco

Papa Francesco ha trascorso una nottata serena

ph Afp-Sir
14 Mar 2025

“Papa Francesco ha trascorso una notte serena”: questa la nota della sala stampa della Santa sede, a proposito del ventottesimo giorno di degenza del pontefice al policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale.
Ieri, in assenza di bollettino medico, la sala stampa vaticana aveva fatto sapere che il Santo padre ha continuato le terapie e la fisioterapia respiratoria e motoria attiva. Prosegue inoltre la ventilazione meccanica non invasiva di notte e l’ossigenazione ad alti flussi di giorno.

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Diocesi

Festa grande a San Marzano: la tradizione delle ‘mattre’ per San Giuseppe

foto G. Leva
14 Mar 2025

di Angelo Diofano

La proclamazione di San Giuseppe patrono di San Marzano trova origine in un evento accaduto nel 1866 quando, nella notte tra il 18 e 19 marzo, un disastroso nubifragio si abbatté sul paese, interpretato come una punizione per l’abbandono della devozione al santo. Gli abitanti pensarono così di riprendere a omaggiare solennemente San Giuseppe dando inizio dall’alba del 19 a un’ininterrotta spola tra la campagna e il paese trasportando rami, tronchi e fascine rivenienti dagli alberi divelti dal diluvio. In serata, davanti al palazzo marchesale, la grande catasta fu accesa, dando luogo a quell’affascinante spettacolo dello ‘Zjarri i mate’ (fuoco grande). Il 7 settembre successivo San Giuseppe fu proclamato patrono del paese.

Anche quest’anno la parrocchia di San Carlo Borromeo, guidata da don Cosimo Rodia, e il comitato festa hanno definito un ricco programma di festeggiamenti.
Lunedì 17, alle ore 19.30, in contrada Principe,  si terrà ‘Aspettando il falò’, a cura della Proloco Marciana, con lo spettacolo teatrale in lingua arbereshe ‘Vej Kurore’; a seguire, danze e musiche popolari con il ‘Fratelli Giumentaro Ensemble’.

Martedì 18,  alle ore 10 in piazza Milite ignoto, santa messa e benedizione del pane di San Giuseppe; nella medesima piazza dalle ore 11.30 alle 19, tavolata dei 13 piatto con mostra fotografica sui costumi tipici arbereshe a cura della Pro loco Marciana; alle ore 15, da via Regina Margherita, partirà la suggestiva e lunga processione della legna con carri trainati da cavalli e trattori; all’arrivo in piazza, liturgia della Parola, benedizione dei devoti e della legna con consegna delle chiavi della città al santo da parte del sindaco. Quindi si proseguirà fino a contrada Principe per l’allestimento del falò. Nel frattempo alle ore 19.30, si terrà la suggestiva rappresentazione dei “Tredici piatti della Santa Famiglia” nell’abitazione della famiglia D’Aversa in via Cairoli 2/b, nei pressi di piazza Maria SS. delle Grazie: ai piedi dell’immagine del santo Patriarca, vengono poste specialità gastronomiche tipiche: insalata, purè di fave, ‘lampasciuni’, zuppa di fagioli, ceci, cavolfiori e baccalà fritto, la “massa” (particolare tipo di pasta condita con aglio, olio e olive), stoccafisso, grano cotto, pane, arance e finocchio, zeppole e carteddate. Alla benedizione del parroco don Cosimo Rodia seguirà la visita e l’assaggio da parte di alcuni sammarzanesi che impersonano i cinque componenti della Santa Famiglia.

Alle ore 21 circa, fra i fuochi artificiali della ditta Itria Fireworks di Martina Franca, ci sarà l’accensione del grande falò cui seguiranno canti popolari con il gruppo ‘Antonio Castrignanò & Taranta Sound’. In piazza, infine, sulla cassarmonica si esibirà il Gran concerto bandistico ‘Città di Castellana Grotte’.

Lunedì 19, giorno della festa, alle ore 11 solenne celebrazione presieduta dall’arcivescovo mons Ciro Miniero il quale, a mezzogiorno, benedirà in piazza le tradizionali ‘mattre’ (tavole dei poveri),  con i piatti della tradizione contadina. Nel pomeriggio, alle ore 16, si terrà la processione di gala con la santa messa al rientro.
In serata, in piazza, si esibiranno i concerti bandistici ‘Città di Castellana Grotte’ e ‘Città di Squinzano’. Alle ore 20.30, in contrada Principe, spettacolo piromusicale della ditta Itria Fireworks di Martina Franca.

Sabato 22, infine, dopo la santa messa di ringraziamento delle ore 18, la statua di San Giuseppe sarà riportata processionalmente all’istituto San Giuseppe.

Nelle due giornate di festeggiamenti, luminarie in piazza e nelle vie principali e la partecipazione della banda musicale cittadina.

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Eventi nazionali

Un convegno di storia della medicina per il novant’anni di Gianni Iacovelli

13 Mar 2025

di Silvano Trevisani

“La Storia della Medicina tra passato e futuro” è l’impegnativo tema del Convegno nazionale di studi storico-medici organizzato per i novant’anni di Gianni Iacovelli, che si svolgerà dal 14 al 16 marzo a Taranto- Vi saranno impegnati molti studiosi autorevoli in ben cinque sessioni di studi, che avranno luogo tra il salone degli specchi di Palazzo di città e il Circolo ufficiali di Marina. Il convegno fornirà anche l’occasione per la presentazione dell’ultimo volume realizzato dal medico, studioso e politico di Massafra; “I mal di testa di Stendhal. Roma e lo Stato Pontificio nella prima metà dell’Ottocento” (Edizioni Filo Schiavone, Manduria).

Iacovelli è presidente dell’Accademia di storia dell’arte sanitaria che ha sede a Roma nell’antico Ospedale di Santo Spirito in Sassia e gestisce il Museo Storico nazionale dell’arte sanitaria, uno dei musei tematici più importanti del mondo. Gianni Iacovelli, da sempre socio della S.I.S.M. (Società Italiana di Storia della Medicina), nell’ottobre 1981, quando era giovane medico e cultore di storia, organizzò per conto della Sism, il suo XXX Congresso Nazionale. Che si aprì a Taranto e proseguì i suoi lavori a Massafra, Mottola e Martina Franca.

Ma di Giacovelli dobbiamo ricordare anche la lunga carriera politica e la militanza nella Democrazia Cristiana, che lo portò a una breve esperienza di presidente della Provincia di Taranto nel 1986 e a quella successiva di sindaco di Massafra, chiusasi nel 1990. Ma il molteplice impegni di Gianni Iacolvelli lo portò a essere, per molti anni, anche autorevole e stimato critico d’arte e organizzatore di rassegne e mostre importanti, oltre che docente universitario, saggista e promotore culturale tra i più attivi.

Temi del convegno, che si aprirà il 14 alle 9,30 nel salone degli specchi di Palazzo di città con il saluto del direttore del centro pugliese dell’Asas, M. Freda, saranno: Igiene, sanità, epidemie nelle guerre dell’800 e dell’900. – Ospedali, istituzioni, malattie e medici dal XVII secolo ad oggi. – Salute mentale e follia: mentecatti e morotrofi. – Antropologia e medicina popolare.

Il saggio di Gianni Iacovelli sarà presentato domenica mattina, al termine dei lavori del convegno, da T. Lotti, rettore Università “Leonardo Da Vinci” (Svizzera), M. Spedicato dell’Università del Salento, G. Rispoli – A.C.O.S.I., F. Filo Schiavoni, bibliofilo ed editore.

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Giubileo2025

Giubileo delle Città del Crocifisso e Rete delle città marciane

13 Mar 2025

Venerdì 14 e sabato 15 marzo l’Associazione nazionale delle Città del Crocifisso e la Rete delle città marciane, guidati dai rispettivi presidenti Giovanni Papasso (sindaco di Cassano all’Ionio) e Marco Rizzo (di Castellabate), celebrano, nella Città del Vaticano, il Giubileo con una delegazione di circa 300 pellegrini provenienti dalle ottanta municipalità che seguono i due percorsi associativi, accompagnati dai primi cittadini, parroci e amici ambasciatori.
Venerdì 14 l’accoglienza della delegazione sarà in piazza Pia alle ore 16 da parte dai volontari del comitato nazionale del Giubileo; quindi, corteo processionale per via della Conciliazione e passaggio della Porta santa; seguirà in San Pietro il solenne pontificale presieduto dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica, e concelebrato da quattordici parroci delle comunità associate, guidate dai rispettivi assistenti ecclesiastici: mons. Pasquale Morelli per le città del Crocifisso e don Antonio Quaranta per la Rete Marciana. Animerà la celebrazione la corale ‘Cantiamo con Gioia a Dio’ della parrocchia San Marco dei Cavoti (Benevento). Sabato 15 marzo invece dell’udienza speciale con papa Francesco alle ore 11.30, in San Giovanni Laterano, ci sarà l’incontro con il vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma, mons. Baldassarre Reina, e, in fase di conferma, con il segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin, per presentare i due percorsi associativi e consegnare i doni per il Santo Padre, tra cui le offerte per la carità. “Abbiamo deciso di confermare la tappa giubilare per viverla in comunione con la Chiesa Universale che si stringe attorno al Santo Padre, al quale auguriamo una pronta ripresa. All’evento ci siamo preparati con la peregrinatio della reliquia ‘ex capillis’ di San Giovanni Paolo II, concessa dalla parrocchia San Marco di Teggiano (diocesi di Teggiano-Policastro), per alcune comunità della Rete marciana e delle Città del Ss. Crocifisso” – dichiara Giuseppe Semeraro, segretario di entrambi i sodalizi.

 

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No al riarmo

Emergency: “Ecco perché non saremo alla manifestazione del 15 marzo”

foto Marco Calvarese-Sir
13 Mar 2025

di Patrizia Caiffa

Emergency non parteciperà alla manifestazione del 15 marzo a Roma. “Condividiamo la necessità di restare uniti in questo momento di gravissima crisi internazionale, ma serve dire con chiarezza qual è l’idea intorno a cui vogliamo ritrovarci insieme”, afferma l’organizzazione umanitaria.
In questo momento la Commissione con la maggioranza dei governi europei ha deciso di affrontare il cambiamento epocale che ha di fronte con un riarmo massiccio per 800 miliardi di euro, attingendo anche a fondi destinati alla coesione sociale. Secondo Emergency “è l’ultimo atto di anni di politiche che hanno sconfessato una dopo l’altra le ragioni su cui l’Europa è stata fondata: il precipitoso e reiterato invio di armi all’Ucraina invece di attuare un vero sforzo diplomatico; le politiche di respingimento dei migranti, anche quando questo significhi mettere a rischio la loro stessa vita; il silenzio ingiustificabile di fronte alle ripetute violazioni del diritto internazionale nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania”.
Emergency ha a che fare quotidianamente con le conseguenze di queste scelte: “Siamo convinti che – se vuole rappresentare una vera alternativa nel contesto internazionale – l’Europa debba cambiare profondamente: investendo sulla diplomazia, sugli organismi internazionali, sul welfare, sulla praticabilità dei diritti. Solo in questo modo può diventare effettivamente quello ‘spazio privilegiato della speranza umana’ evocato nel preambolo dell’incompiuta Costituzione europea del 2005 e tenere fede alle responsabilità del Premio Nobel per la pace che le è stato attribuito. In assenza di una piattaforma chiara che esprima per quale idea di Europa è convocata questa manifestazione – quella del riarmo o quella della diplomazia e dei diritti – per noi rimane impossibile aderire, anche se in quella piazza ci saranno persone che stimiamo e rispettiamo e con le quali intendiamo camminare ancora insieme”.

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Ricorrenze

Nel 12° anniversario dell′elezione di papa Francesco, il messaggio della Cei

“Nel letto del Gemelli una cattedra solida del suo magistero di unità e di carità”

ph Vatican media-Sir
13 Mar 2025

“Grazie, Santità, per la Sua testimonianza e per la forza che continua a trasmettere a tutti noi. Le assicuriamo il nostro sostegno e continuiamo a fare nostra la Sua stessa invocazione: preghiamo con Lei e per Lei”: è il messaggio del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana a papa Francesco in occasione del dodicesimo anniversario della sua elezione al soglio pontificio. I vescovi italiani si ispirano al libro dell’Esodo: “Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani” (Es 17,12). “Ci pare di cogliere in questa narrazione una pagina di stretta attualità legata al Suo momento storico. Se da una parte c’è la stanchezza per la condizione di salute e per la degenza – si legge nel messaggio –, dall’altra vediamo nel letto del Gemelli una cattedra solida del Suo luminoso magistero di unità e di carità”.
Il Consiglio permanente rinnova il suo affetto al pontefice: “Questo anniversario diventa, dunque, motivo di ulteriore gratitudine al Signore, che è Signore del tempo e della storia. RinnovandoLe la nostra vicinanza, Le assicuriamo l’affetto delle Chiese che sono in Italia.
Auguri, Santità”.

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Fede & tradizioni

‘Il Rito dei Santi’ a Fragagnano

13 Mar 2025

Fede, cultura e usanze popolari che si tramandano da generazioni, radici antichissime e un profondo simbolismo che lo rende uno degli eventi più significativi della tradizione locale: a Fragagnano domenica 16 marzo, alle ore 19, nella chiesa del Carmine è di scena la 18ª edizione de ‘Il Rito dei Santi’. Su iniziativa della Proloco, il rituale prevede un altare appositamente allestito, attorno al quale quest’anno si sistemeranno nove partecipanti richiamando così l’immagine dell’Ultima cena. Esprimendo il senso più profondo dell’accoglienza e dell’inclusione, questa volta ci saranno due interpreti d’eccezione, entrambi fuggiti dalla guerra nei loro Paesi d’origine: un ragazzo del Camerun che ha trovato casa ai Tamburi e una donna ucraina che da qualche anno vive a Fragagnano. «Un gesto carico di significato che vuole trasmettere un messaggio di speranza universale – ha commentato la presidente della Proloco di Fragagnano, Nunzia Digiacomo – rafforzando l’idea che la condivisione e la solidarietà non conoscono confini. Un incontro tra culture che si uniscono attorno a un’unica tavola».

La regia è affidata al regista e attore Alfredo Traversa, ideatore del Teatro della fede, e vedrà la partecipazione del maestro fragagnanese Giuseppe Fornaro. Sottotitolo di questa edizione: ‘Peregrinantes in spem – Pellegrini di speranza’. «Tra i commensali – ha spiegato il regista Traversa – compaiono per la prima volta uomini e donne di altri Paesi e culture. Insieme alla stessa tavola. Si parlerà in italiano, in dialetto fragagnanese, nella lingua ucraina e camerunense. Tutto il mondo è racchiuso in una mensa: è la vita quotidiana che come pellegrini di speranza siamo chiamati a condividere».

Si comincia con la lavanda delle mani che rappresenta la purificazione spirituale, seguono la chiamata dei Santi e la disposizione attorno alla tavola. Al capotavola siede San Giuseppe, il cui posto è riconoscibile da un bastone fiorito, emblema del miracolo che lo scelse come sposo di Maria, alla sua destra. Alla sinistra Gesù bambino, seguiti dagli altri Santi. San Giuseppe dà solennemente il via al banchetto battendo il bastone sul pavimento e scandendo, con il tintinnio della forchetta sul piatto, l’alternarsi delle tredici pietanze che racchiudono antiche simbologie apotropaiche: dal pane alle fave, dal baccalà ai cavolfiori fritti, passando per le arance, le tipiche “cartiddati” e tanto altro. I testi ‘recitati’ sono tratti dalle sacre scritture e dalla tradizione orale della comunità. Storia e tradizione si fondono e si proiettano nel futuro, rendendo questo rito custode di una memoria antica.

L’evento, a ingresso gratuito, s’inserisce nell’ambito dell’Anno del Giubileo ed è patrocinato dalla presidente del Consiglio regionale della Puglia e dal comune di Fragagnano. Fondamentale anche la collaborazione dell’assessorato alla Cultura. Tra i partner del progetto: Unpli Puglia, la Confederazione degli italiani nel mondo, Confcommercio Taranto, Gal Terre del Primitivo, Torniamo aps – Arte da tramandare e Salento delle Murge.

 

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Settimana della fede

Cesare Zucconi della Comunità di Sant’Egidio per la terza serata della Settimana della Fede

13 Mar 2025

di Silvano Trevisani

“La Chiesa promotrice dell’incontro” è il tema affidato a Cesare Zucconi, vicepresidente della Comunità di Sant’Egidio per il terzo degli appuntamenti previsti dalla 53a Settimana della Fede. Tema di quest’edizione, che prenderà il via lunedì prossimo, 17 marzo, è “La cultura dell’incontro”, che il sottotitolo esplicativo, ripreso dalla Seconda lettera di San Paolo agli Efesini, così motiva: “Egli è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne”.

L’incontro con Cesare Zucconi, mercoledì 19, in Concattedrale, verterà, dunque, suo ruolo della Chiesa nella promozione dell’incontro, della solidarietà e della pace. Il relatore, infatti, è particolarmente coinvolto anche nelle iniziative di pace e nel dialogo ecumenico ed interreligioso. Che vede autorevolissimo protagonista il cardinale Matteo Zuppi, egli pure da sempre vicino al Sant’Egidio. La consapevolezza che, come sostiene Andrea Riccardi, fondatore della comunità, la guerra è madre di ogni povertà ha spinto la Comunità a lavorare per la pace, proteggerla dove è minacciata, aiutare a ricostruirla, facilitando il dialogo e l’incontro là dove è andata perduta. Il lavoro per la pace è vissuto anche come una responsabilità dei cristiani, parte di un più ampio servizio alla riconciliazione ed alla fraternità, che si sostanzia nell’impegno ecumenico e nel dialogo interreligioso nello “Spirito di Assisi”.

Zucconi insegna storia delle relazioni internazionali e della pace all’università “Friedrich Schiller” di Jena, nella Germania orientale, non lontano da Berlino. Tra le sue pubblicazioni ha dedicato due monografie a due beati della Chiesa cattolica: Franz Jaegerstaetter, un contadino austriaco che si è rifiutato di combattere per Hitler, scelta che ha pagato con la ghigliottina. E padre Jerzy Popieluszko, il giovane prete polacco che negli anni della Polonia comunista è stato barbaramente torturato e ucciso dai servizi comunisti.

La serata sarà allietata dalla corale del SS. Crocifisso, nata nel settembre 2023 dalla Schola cantorum Crux Fidelis sotto la guida del maestro Cristiano Triuzzi. Eseguirà, come canto iniziale: “Inno a Cristo Signore dei Millenni” di Liberto e come canto Finale: “Ti cerco signore mia speranza”, di don Fabio Massimillo.

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Fari di pace

ReArm Europe, mons. Ricchiuti (Pax Christi Italia): “Rischiamo di naufragare in un mare di armi”

locandina di Pax Christi Italia
13 Mar 2025

“Rischiamo di naufragare in un mare di armi. Siamo nel pieno della irrazionalità, della pazzia, della follia della guerra”: parole durissime quelle pronunciate da mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia, in un video diffuso da Pax Christi Italia nella ricorrenza di San Massimiliano, martire, patrono degli obiettori di coscienza.
Il vescovo fa riferimento nel video ‘all’ira funesta’ del presidente Usa, Trump, contro il presidente dell’Ucraina Zelensky e alla “folle richiesta all’Europa” della presidente del Parlamento europeo von der Leyen di “preparare la difesa armata la cui spesa prevista è di 800 miliardi di euro”. “Se vuoi la pace prepara la guerra”, afferma Ricchiuti. E aggiunge: “No, non è questa la strada che porta alla risoluzione dei conflitti, ma la via che li fa deflagrare con le drammatiche, terrificanti e disperate devastazioni di città e strage di giovani, di civili, di anziani, donne e bambini. Tutto sotto i nostri occhi. Oggi, ancora. Noi, pacifici e non guerrafondai, dobbiamo gridare e dire soprattutto a coloro che guidano le sorti dei popoli: Basta!  Dobbiamo indicare loro che c’è un’altra strada da poter percorrere, segnata dal dialogo, dall’educazione alla pace, dalla giustizia sociale e dalla fraternità. Condizioni obbligate perché sulla faccia di questa terra germogli la pace. Se vuoi la pace, prepara la pace”, ha concluso il presidente di Pax Christi Italia.

 

 

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Consiglio permanente Cei

I vescovi del CpC: “Evitare retorica bellicistica e tornare a parlare di pace”

ph Siciliani Gennari-Sir
13 Mar 2025

di Alberto Baviera

I vescovi del Consiglio episcopale permanente della Cei hanno espresso “dolore per le violenze che insanguinano diversi angoli del Pianeta mettendo a rischio il futuro di tutti”. È quanto si legge nel comunicato finale della sessione svoltasi a Roma, dal 10 al 12 marzo.
Rivolgendo il loro sguardo alla situazione internazionale, i presuli, con quanto richiamato dalla Bolla di indizione del Giubileo 2025, hanno auspicato che “il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra” (Spes non confundit, 8). Nel corso dei lavori, viene spiegato, sono risuonate forti le parole pronunciate da papa Francesco a Bari in occasione dell’incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’: “La guerra, che orienta le risorse all’acquisto di armi e allo sforzo militare, distogliendole dalle funzioni vitali di una società, quali il sostegno alle famiglie, alla sanità e all’istruzione, è contraria alla ragione, secondo l’insegnamento di san Giovanni XXIII (cf. Enc. Pacem in terris, 62; 67). […] Essa è una follia” (Discorso, 23 febbraio 2020). “Preoccupati, dunque, per lo scenario globale, i vescovi si sono soffermati sulle tensioni crescenti e sul linguaggio della politica internazionale sempre più aggressivo, violento e divisivo – si legge nel comunicato -. Da qui l’impegno, richiesto a tutti, per una maggiore cura del linguaggio, evitando la retorica bellicistica per tornare a parlare di pace, insieme alla riscoperta dell’importanza di iniziative multilaterali e del valore della diplomazia”. In tal senso – viene rilevato – si muove anche l’appello rivolto più volte da Papa Francesco a ridurre le spese militari, destinando “almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative e volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico” (Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2025). Secondo i presuli, “occorre individuare modalità nuove per favorire il dialogo e per innervare la società con quella cultura che nasce dal Vangelo e con una testimonianza autentica. La guerra, spesso alimentata da nazionalismi antiumani, che è tornata a insanguinare l’Europa e che segna l’esistenza di tanti popoli, richiede – hanno rimarcato i vescovi – decise iniziative politiche e diplomatiche per la pace. La Chiesa italiana, da parte sua, continuerà a sostenere lo slancio umanitario verso le vittime dei conflitti”.

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