Settimana santa a Taranto

Presentato il nuovo gonfalone del Carmine con i dipinti di Roberto Ferri

foto Valentina Tortorella
07 Apr 2025

di Angelo Diofano

La prossima processione dei Misteri a Taranto presenterà una sostanziale novità: il nuovo gonfalone, realizzato in occasione dei 350 anni dell’arciconfraternita del Carmine. Si tratta della grande bandiera nera confraternale posta quasi all’inizio della sacra rappresentazione della Passione e Morte per le vie cittadine e che quest’anno, com’è noto, percorrerà anche le stradine della città vecchia.
La presentazione dell’opera si è svolta sabato 5 aprile mattina, nella chiesa del Carmine in una conferenza stampa coordinata da Kimberly Celestiano, consorella assistente del sodalizio tarantino.
Il particolare più significativo del nuovo gonfalone è costituito dal fatto che i due dipinti che vi appaiono (l’angelo e Gesù coronato di spine) sono stati realizzati da un artista tarantino di fama: Roberto Ferri, classe 1978, diplomatosi al liceo artistico tarantino, che vanta innumerevoli partecipazioni a personali e collettive in tutto il mondo grazie ad opere caratterizzate dall’influenza della pittura antica, nella tecnica caravaggesca, fusa con quella accademica dell’Ottocento.

“Oggi per noi è una giornata veramente importante perché abbiamo avuto la gioia di poter realizzare un progetto cui tenevamo tanto – ha esordito il priore cav. Antonello Papalia –. Inoltre, grazie al contributo del maestro Roberto Ferri, mettiamo la tarantinità al centro della nostra attività, legando questo particolare momento alla necessità dell’arricchimento del patrimonio artistico confraternale che avviene nel segno dell’innovazione della tradizione: un obbiettivo che perseguiamo da sempre. La novità del nuovo gonfalone è la presenza non di stampe serigrafate, come in quello precedente, ma di due dipinti in copie autenticate – ha continuato Papalia – Gli originali saranno esposti permanentemente nella cappella del Crocifisso, come segno di devozione e di valore artistico”.

Dal canto suo, il padre spirituale dell’arciconfraternita, mons. Marco Gerardo, ha parlato della forte carica evangelizzatrice della pietà popolare, che fa riferimento soprattutto alle immagini, come avviene appunto nelle processioni. “Il gonfalone, rappresenta l’identità stessa della confraternita e nel contempo il suo sentimento di lutto nel Venerdì Santo, il giorno della morte del Signore – ha detto –. La scelta della realizzazione della nuova opera – ha continuato – fa fondamento sulla esigenza che ogni comunità cristiana deve sforzarsi di valorizzare il proprio patrimonio artistico-culturale: quindi non solo custodirlo ma anche di accrescerlo, come ci viene insegnato nella parabola evangelica dei dieci talenti. E questo noi lo abbiamo fatto attraverso una delle tante eccellenze che Taranto è capace di offrire al mondo intero, come lo è appunto Roberto Ferri”.

“È stata veramente molto bello aver ottenuto tale importante riconoscimento dalla mia città natale, cui tengo moltissimo. Ricordo ancora con grande emozione il momento dell’arrivo della mail con cui il priore dell’arciconfraternita mi proponeva l’incarico al quale ho dedicato tutto me stesso in un lavoro durato alcuni mesi – ha detto successivamente Roberto Ferri, descrivendo l’opera, costituita da olii su tela con l’utilizzo della particolare tecnica della velatura, cioè la sovrapposizione degli strati pittorici -. Per la particolare espressività dei volti mi sono servito di due modelli, uno dei quali pugliese utilizzato per la raffigurazione dell’angelo” – ha aggiunto.
Sulla possibilità di tenere una mostra dei suoi lavori a Taranto, il maestro Ferri ha detto: “Spero proprio di farla, in quanto torno sempre molto volentieri nella mia città.

Il nuovo gonfalone è stato realizzato materialmente dalla ‘Ars Aurea’ di Gabriele Maria Cosma Baldaro, il quale ha parlato di “un’opera a dieci mani realizzata in quindici giorni”, evidenziando inoltre la particolarità dei preziosi ed elaborati fregi che adornano i due dipinti.
Il vecchio simbolo, ha infine tenuto a precisare mons. Marco Gerardo, sarà custodito nella ‘sala delle troccole’, quasi un piccolo museo dell’arciconfraternita, assieme al primo abito dell’Addolorata.

 

foto Valentina Tortorella

 

foto Valentina Tortorella

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