Intelligenza artificiale

DemocrazIA e intelligenza artificiale

foto Siciliani Gennari-Sir
08 Apr 2025

di Andrea Ciucci

Non c’è nulla di nuovo nell’affermare che le tecnologie siano tra i più potenti strumenti per costruire e influenzare l’opinione pubblica. Ne abbiamo discusso appassionatamente con l’avvento della televisione e prima ancora della radio, per non parlare dei miliardi di volantini distribuiti per vendere un prodotto o sostenere un personaggio politico. A voler guardare ancora più indietro, l’invenzione della stampa ha innescato uno dei processi di diffusione di idee e opinioni fra i più fecondi della storia; per un popolo analfabeta, infine, le immagini sono stati per millenni luoghi di trasmissioni di saperi e di visioni del mondo, talvolta molto parziali e bellicose fra loro. Naturalmente a servizio dei ricchi e potenti del tempo, unici a potersi pagare i servigi della tecnologia del momento.

Paradossalmente oggi siamo in grado più del passato di mitigare l’effetto delle tecnologie nella costruzione (o distruzione) dell’opinione pubblica, grazie a una diffusa cultura popolare e alla custodia di regole democratiche che preservano anche le voci delle minoranze. Paradossalmente… perché, se c’è un campo in cui i sistemi di intelligenza artificiale sono particolarmente efficaci, questo è proprio quello delle campagne di opinioni, commerciali e politiche.

Oggi il combinato disposto di intelligenza artificiale e social media costituisce un vero e proprio pericolo per la democrazia. Lo scandalo che ha rivelato questa tragica alleanza nel 2018 è stato certamente il caso Cambridge Analytica, dal nome della società che si è scoperto aver raccolto i dati di 87 milioni di utenti Facebook, naturalmente a loro insaputa, per utilizzarli in campagne politiche.

Vi sarete accorti che, quando vi soffermate qualche secondo in più del solito su un video di gattini, ecco che iniziate a vedere solo gattini e i cagnolini scompaiono dal vostro universo immaginario. Il sistema registra tutto, anche i secondi che spendiamo davanti a ogni video, e gli algoritmi lavorano, profilandoci e schedandoci in un dettaglio inimmaginabile, offrendoci quello che cerchiamo o quello che qualche cliente pagante vuole che vedano quelli che sono esattamente come noi. Così succede che la varietà di opinioni si dirada, uno vede soltanto certe cose e ascolta soltanto certe idee, fino a che queste diventano il tutto della realtà. Se poi ci aggiungiamo che la logica dei social è estremamente polarizzante e conflittuale, che sono pochi i soggetti in grado di pagare per questi servizi raffinati generando una concentrazione di potere inaudita, e che l’AI generativa è capace di produrre in pochi secondi notizie tanto false quanto plausibili, il gioco è fatto. E dallo schermo dello smartphone alla cabina elettorale o allo scaffale del supermercato il passo è breve.

Sì, abbiamo un serio rischio democratico. Lo abbiamo sempre avuto: “la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile” diceva Tina Anselmi, primo ministro donna nel 1976. Oggi dobbiamo custodire la democrazia al tempo dell’efficacissima intelligenza artificiale, al cui confronto la televisione sembra un gioco per ragazzini.

Come possiamo farlo? Con gli strumenti di sempre. Anzitutto quello culturale: la conoscenza, critica e diffusa, è sempre stata il più grande alleato della democrazia, abile strumento per smascherare riduzioni e imbrogli. Poi maggior consapevolezza degli strumenti tecnologici che utilizziamo, ahimè, ancora troppo a cuor leggero. Inoltre, dobbiamo esigere regolamentazioni che mettano paletti e obblighino i soggetti coinvolti a onestà e trasparenza. Infine, proprio utilizzando la tecnologia, tanto efficace nel torbido quanto nella lotta al torbido, come molti sistemi già in uso, forse sconosciuti ai più, dimostrano.

Certo non continuando a lanciare sguaiati e sterili grida di allarme, magari utilizzando esattamente social e cellulari o, peggio, invocando il ritorno al passato. Quando tutti comperavano e votavano quello che diceva la televisione.

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Settimana di Passione

Liturgia stazionale al Borgo

08 Apr 2025

L’arciconfraternita del Carmine terrà il Giovedì di Passione, 10 aprile, la Liturgia stazionale per le vie del Borgo, partendo dal Centro ospedaliero militare di Taranto (Marispedal) in via Pupino, all’interno del quale alle ore 18.30 ci sarà un momento iniziale di preghiera. Al termine si svolgerà la Liturgia stazionale per via Pupino, via Viola, via Mignogna, piazza Maria Immacolata, via D’Aquino con conclusione nella chiesa del Carmine. Vi parteciperanno confratelli e consorelle in abito di rito, con l’intervento del complesso bandistico ‘G. Chimienti’ di Montemesola diretto dal m° Lorenzo De Felice.

 

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Elezioni

Niente di nuovo, o quasi, nel clima politico che prepara le amministrative

08 Apr 2025

di Silvano Trevisani

I segnali sono abbastanza chiari: la politica locale stenta a cambiare volto. Anche il livello amministrativo sta conoscendo un vero e proprio professionismo politico che vede un attaccamento al proprio ruolo e una sempre minore fedeltà agli schieramenti. La crisi dei partiti, ormai trentennale, con la scomparsa delle ideologie e il trionfo dei personalismi, limita il dibattito alla pura e semplice scelta dei nomi che dispongono di pacchetti elettorali, e quasi per niente ai programmi. E sì che di programmi Taranto avrebbe un gran bisogno, vista la grave crisi industriale e occupazionale, oltre che sociale, che sta svuotando la città. La cui popolazione è scesa al di solo di 190.000 abitanti e pare destinata a un progressivo, inarrestabile calo.

Verso le candidature

Le liste civiche continuano ad accumularsi e gli schieramenti a configurarsi, lasciando già intravedere, fin da ora, rischi per la futura stabilità delle componenti. Se i candidati sindaco per le maggiori coalizioni sembrano ormai essere precisati in Piero Bitetti per il centrosinistra e Luca Lazzaro per il centrodestra, altri candidati annunciano le loro liste. Sempre più determinato Francesco Tacente, il presidente del Ctp voluto da Rinaldo Melucci, che un suo schieramento civico l’ha già preparato da tempo, e non rinuncerà certo a correre alla poltrona di sindaco anche in alternativa a Lazzaro. Fdi e FI, infatti, hanno ormai sciolto le proprie riserve in favore del presidente regionale di Confagricoltura. Che è, attualmente, forse unico nome nuovo tra i politici locali. È certo che il Movimento 5Stelle non tornerà indietro dalla decisione di non schierarsi nel campo largo, a sostegno di Bitetti, e che proporrà alla poltrona di primo cittadino la collega Annagrazia Angolano. Che per la verità non è stata eletta nelle competizioni nelle quali ha finora “gareggiato”. Se si eccettuano, consentiteci la battuta, quelle di “miss Taranto” e “miss Eleganza Puglia” del 1993.

Cambi casacche

Quanto alla formazione delle liste, le scelte che balzano all’occhio sono gli scavalcamenti di fronte. Da un lato, da parte dei fedelissimi di Rinaldo Melucci, capeggiati dallo stesso Tacente, tra assessori, consiglieri e collaboratori, dall’altro dagli ex fedelissimi di Musillo, Cosa e Festinante. Questi ultimi sono tornati nel centrosinistra, nel quale militarono in passato.

Francesco Tacente, che vanta l’appoggio della Lega, ha dato vita – finora – a ben cinque liste. A loro volta guidate dagli ex melucciani Goffredo Lomuzio (Evviva Taranto), Giuseppe Fiusco (Fortemente Liberi), Laura Di Santo (Riformisti per Taranto – Psi), Massimiliano Stellato (Patto Popolare), Nicola Cantore (Taranto Popolare). Da sottolineare, inoltre, la frattura all’interno del Psi, che a livello politico, regionale e provinciale, ha dichiarato l’appartenenza al centrosinistra. Invece a Taranto, con Castronovi e Di Santo sostiene Tacente. Insomma: Rinaldo Melucci, persa la poltrona, sembra “aleggiare” ancora sulla scena politica.

Ballottaggio?

Calano fortemente, questa volta, le possibilità che il nuovo sindaco venga eletto al primo turno. Mentre si ha notizia di altri candidati alla poltrona di sindaco: il ‘solito’ Alfonso Alfano per una lista civica, cui si aggiunge Mario Cito per At6. E non sarebbero i soli. Perché in lizza sembra consolidarsi ancora Mirko Di Bello, erede di Rossana, primo a scendere in lizza con Adesso e ben sei liste d’appoggio, e il giornalista Antonello De Gennaro.

Ma per la presentazione delle liste c’è ancora tempo e qualcosa può ancora succedere. In un senso o nell’altro.

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Settimana santa a Taranto

Stasera al Fusco il concerto ‘Spalla a Spalla’

08 Apr 2025

Stasera, martedì 8 aprile, al teatro Fusco, alle ore 20.45, appuntamento con la terza edizione del concerto di marce funebri ‘Spalla a Spalla, ricerca e tradizione’ con la Grande Orchestra di fiati ‘Santa Cecilia-Città di Taranto’ diretta dal m° Giuseppe Gregucci.
La manifestazione, inserita nell’ambito degli eventi che precedono i Riti della Settimana Santa tarantina, è promossa dalle confraternite di San Giuseppe, dell’Addolorata e del Carmine con il patrocinio del Comune.
Il ricavato sarà devoluto interamente all’associazione ‘Sorriso Francescano odv-ets’ e a ‘Ie Jesche Pacce Pe Te’ per la ‘Casa vacanze per bambini con patologie oncoematologiche’. 
La regia dell’evento sarà curata da Giuseppe Carucci, che ne è promotore assieme ad Angelo D’Eri e Alessandro Campese.
La serata sarà introdotta dal giornalista Marco Sebastio. 
I biglietti sono acquistabili al costo di 10 euro dalla Casa del Confratello in via Anfiteatro 133.

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Metropolia

Il cardinale Angelo Bagnasco al convegno regionale Fies degli animatori della pastorale della spiritualità

08 Apr 2025

di Angelo Diofano

La delegazione regionale pugliese della Federazione italiana esercizi spirituali (Fies), pastoralmente desiderosa di ravvivare e nutrire la formazione permanente degli animatori della pastorale della spiritualità, ha progettato un interessante convegno regionale in sinergia con i direttori dei centri e della case di spiritualità presenti e operanti in Puglia.

L’iniziativa – che si avvale del patrocinio della Conferenza episcopale pugliese, della Facoltà teologica pugliese e dell’Istituto pastorale pugliese – si svolgerà mercoledì 9 aprile nella sala convegni ‘Mons. Antonio Bello’ del Pontificio seminario regionale Pio XI a Molfetta con l’illustre partecipazione del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita emerito di Genova e già presidente della Conferenza episcopale italiana e del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, il quale terrà una lectio magistralis sul tema ‘Cristo nostra Speranza. Giubileo: cammino di speranza’.

La partecipazione al convegno è aperta a tutti (ministri ordinati, religiosi, laici).

In piena e cordiale sintonia con quanto auspicava il santo padre Francesco già nell’incipit della Lettera a mons. Rino Fisichella per il Giubileo 2025, la Fies pugliese con tale convegno intende promuovere un approfondimento teologico-pastorale sul tema della speranza cristiana, in sintonia con il cammino giubilare della Chiesa universale e in rapporto con la pastorale della spiritualità, con particolare riferimento ai ‘tempi forti dello spirito’ e agli esercizi spirituali, alimentando così la gioiosa testimonianza dei cristiani del nostro tempo.

D’altro canto, l’illustre ed eccezionale presenza del cardinale Bagnasco non è solo un’occasione unica e singolare per tutti per scandire l’anno santo giubilare della speranza, approfondendo e qualificando in tal modo i nostri itinerari di fede, ma costituisce anche un grande onore per tutta la nostra regione pugliese, che grata lo accoglie con sentimenti filiali di gioia e di devozione.

Il programma dell’importante assise congressuale, oltre all’intervento del cardinale Bagnasco, prevede i saluti istituzionali di mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Conferenza episcopale pugliese, di mons. Domenico Cancian, vescovo emerito di Città di Castello e presidente nazionale della Fies italiana, del preside della Facoltà teologica pugliese, prof. don Vito Mignozzi e del rettore del Pontificio seminario regionale pugliese, don Gianni Caliandro, con l’introduzione ai lavori del delegato regionale della Fies pugliese, don Giuseppe Costantino Zito e le conclusioni a cura di mons. Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinzazzo e Terlizzi, delegato Cep per la Fies pugliese.

Allieterà la serata la Cappella musicale corradiana, diretta dal maestro Antonio Magarelli che eseguirà alcuni pregevoli Intermezzi canori polifonici.

“Dato il comune impegno nelle nostre Chiese particolari – riferisce don Giuseppe Costantino Zito, delegato regionale Fies per la pastorale della spiritualità – siamo pertanto convinti che a tutti giungerà gradito l’invito al convegno della Fies pugliese quale singolare dono di corresponsabilità pastorale e di comunione ecclesiale, in vista di una sua feconda ‘ricaduta’ spirituale, culturale e pastorale a beneficio di molti”.

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A Taranto

Rooftops EP05: nel primo weekend, in centinaia negli ex Cantieri Tosi

foto Cosimo Calabrese
07 Apr 2025

Un’altra scommessa vinta per il collettivo Post Disaster: riuscire a portare centinaia di persone negli storici ex Cantieri Tosi, riaperti per l’occasione, nel primo weekend di Rooftops EP05 – La Palude Siderale. Emozionante vedere lo stupore negli occhi di giovani che questi luoghi non sapevano neanche dove fossero. Tanti i ricordi per i più grandi che hanno ritrovato intatte le gru, i capannoni e i dettagli del quotidiano: le reti, uno scrittoio, le sedie, anche una tazzina di porcellana capovolta e lasciata lì, dov’era tanti anni fa. A 111 anni dalla loro inaugurazione, a 35 da quando quei cancelli fuori definitivamente chiusi, grazie a performance, attraversamenti e talk, per tre giorni questi luoghi hanno ripreso vita. Il collettivo Post Disaster, fondato dagli architetti e designer Peppe Frisino, Gabriele Leo, Gabriella Mastrangelo, Grazia Mappa, è noto per aver trasformato i tetti tra i vicoli della Città Vecchia di Taranto in spazi non convenzionali per l’arte contemporanea e l’architettura. Un’idea innovativa che li ha portati fino alla 18esima Mostra Internazionale di Architettura 2023 della Biennale di Venezia.

 “Il nostro impegno – spiegano dal collettivo – è volto a far riappropriare la comunità tarantina di luoghi che attualmente si trovano in un limbo temporale e spaziale. Negli ex Cantieri Tosi sembra che tutto si sia fermato, evocando poesia di un potenziale ancora da esprimere. Il nostro è un intervento concettuale. Lavoriamo su questo limbo, consapevoli che a Taranto possa durare decenni. Lo dimostrano intere porzioni di città in cui nulla è mai realmente cambiato in questi anni. Questi cantieri sono uno spazio privato ma fanno parte della cultura, della storia della città e in quanto tali devono essere fruibili, anche per un tempo limitato, perché i tarantini colgano le potenzialità del territorio e nascano visioni differenti, che possano incidere sul futuro della città. Quello che facciamo oggi negli ex Cantieri Tosi non è molto diverso da quello che facemmo nell’edizione 2022, sul tetto della palestra Galilei di Città vecchia. Un luogo chiuso negli anni ’90 con lo sgombero di un Centro sociale, un luogo chiuso a causa della mancanza di lungimiranza delle amministrazioni. Nel 2022 lo abbiamo riaperto al pubblico, permettendo ai tarantini di riappropriarsene”.

La tre giorni negli ex Cantieri Tosi si è aperta venerdì pomeriggio con “Waterbowls” di Tomoko Sauvage, performance sonora realizzata con acqua, idrofoni, ciotole di porcellana e vetro, pietre, conchiglie ed elettronica.

Sabato un’escursione collettiva lungo la laguna, attraverso luoghi di scarto, foci di fiumi, viadotti e archeologie industriali, dalle estremità del quartiere Tamburi per arrivare negli ex cantieri navali dove la  performer Lodovica Guarnieri con la sua “Il Cielo, fa Acqua Dappertutto” ha portato il focus sul tema delle paludi e delle bonifiche, tema cardine di questa edizione, ‘La palude siderale’.

“Quattro capitoli per quattro tappe – racconta la Guarnieri – in un percorso che dagli eucalipti è passato nel capannone con vista mare, dai piloni, all’esterno di una delle navate dello scivolo. Un testo sulla storia ambientale, industriale, delle bonifiche per affrontare in maniera critica la negazione della palude, storicamente un luogo infertile, vuoto, da cancellare, in cui invece occorre reimmaginarci, evocando pratiche di resistenza all’inquinamento industriale, qui come in tanti altri luoghi con un destino simile”.

A seguire “Iride” di Trifoglio (Marta Bellu, Donato Epiro, Andrea Sanson), performance di suono, movimento, luce, che ispirandosi all’osservazione della natura dell’acqua ha indagato, attraverso il concetto di sguardo come strumento compositivo, la relazione liquida tra soggetto e paesaggio.

Domenica mattina spazio al talk con Silvia Gioberti (UdK Berlin, Guerilla Architects) e, ospite d’eccezione, Markus Bader, parte del collettivo Raumlabor – Udk Berlin, Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Architettura 2021. Un riconoscimento alla carriera vinto non come singolo ma come gruppo, secondo quella che è la stessa idea di Post Disaster. “Il nostro collettivo lavora insieme da 25 anni, ed ognuno e ognuna decide individualmente cosa fare, a che progetti voler prender parte, proseguendo anche il proprio percorso personale. Il segreto sta nel fare, nel continuare e i presupposti importanti e imprescindibili per tenere in piedi questa esperienza sono l’amicizia che ci lega e la fiducia reciproca”.

Rooftops Ep05 è stato selezionato, insieme ad altri otto festival in Italia, dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per la promozione e la valorizzazione dell’architettura italiana ed è sponsorizzato da Erredi, Officine Jolly e Confapi Taranto. Partners Fondazione Taranto 25, cooperativa teatrale Crest ed Ets Symbolum. 

“Ho subito sposato il progetto del collettivo Post Disaster, perché – afferma Fabio Greco, presidente di Confapi Taranto – a me piace investire in questo genere di iniziative rivolte ai giovani ma non solo. In questi giorni c’era tanta gente nei Cantieri ed era emozionante vederla. Per i tarantini significa ricordare i genitori, i nonni che lavoravano in una grande azienda. Un posto che sicuramente tornerà a breve a svolgere quelle che sono le sue naturali attività. Questi luoghi vanno riqualificati, rimessi a posto e innovati per restituirli agibili alla città”

Da venerdì 11 a domenica 13 aprile si torna in città con performance, escursioni performative e solo per sabato 12, dalle 11.00 alle 13.00, la Mostra estemporanea ambientata negli spazi seminter-rati della Concattedrale Gran Madre di Dio, quasi mai accessibili al pubblico, intitolata “Sotto-sopra / Upside Down: scorie, tracce, incatenamenti” di Mario Lupano, Gianluca Marinelli e Vincenzo Moschetti. A chiudere, il 13 aprile, un talk su un tetto di via Pentite, in città vecchia.

 

IL PROGRAMMA DEL PROSSIMO WEEKEND

 

Secondo Movimento > CITTÀ
il sogno infranto della modernità

Venerdì 11 aprile, h. 18:30
piazza Fontana, Taranto

“Paludofobia” di Giulia Crispiani

Reading in due atti, che racconta la separazione sentimentale tra mare e terra. “Il mare rinfresca il corpo delle persone nei giorni più caldi dell’anno. Eppure, il mare piange ancora la palude. Quella palude è stata una storia d’amore tra la terra e il mare. I fascisti pensavano che questo amore non fosse adatto alla causa riproduttiva. Ai fascisti interessavano solo i numeri, ma non perché gli piacesse contare”.

“Waterfront” di Gaspare Sammartano

A partire dal fallimento del progetto Waterfront – intervento sociale, architettonico e paesaggistico pianificato per anni come riqualificazione del tratto costiero e nuovo collegamento tra il porto e la città, la sound performance è il canto inaugurale di una nuova era esotica e oscura, in cui si immagina le possibilità di questi luoghi e dei loro abitanti, umani e non, di riorganizzarsi per riconquistare la propria indipendenza e autonomia. “Tra i ponti crollati e le rovine dell’Arsenale Militare, le ultime bande si spingono ad ammirare la luce fluorescente dell’area verde infetta, i colori delle nuove piante e le voci di uccelli e cetacei. È emerso una sorta di inconscio culturale che appartiene a nuove, strane ed eccentriche manifestazioni della Natura”.

 

Sabato 12 aprile, h 11:00 – 13:00
Concattedrale Gran Madre di Dio

“Sottosopra / Upside Down: scorie, tracce, incatenamenti” di Mario Lupano, Gianluca Marinelli e Vincenzo Moschetti

Mostra estemporanea ambientata negli spazi seminterrati della Concattedrale Gran Madre di Dio: una serie di accadimenti e installazioni si snodano in questo ambiente e mostrano scorie, tracce e incantamenti, riferiti a episodi rimossi della storia novecentesca di Taranto. Si esplora il rapporto tra arte e industria, non solo quello del modernismo virtuoso ma quello più drammatico e oscuro che coinvolge la figura dell’artista-operaio e che si pone in dialogo con il transito del movimento della poesia visiva e ci si confronta con una teoria dell’architettura che ha improntato la tensione al fuoriscala di alcune significative architetture novecentesche della città.

 

Sabato 12 aprile, h 16:00
Rotonda del Lungomare Vittorio Emanuele III

“Cometario” di Extragarbo (Cosimo Ferrigolo, Gaia Ginevra Giorgi, Edoardo Lazzari)

Escursione performativa (3 ore per un percorso di 4,5 km – gratuito, numero limitato prenotazione su Eventbrite)

Un sogno a occhi aperti, un’affabulazione collettiva intorno alla città e le sue apparizioni oniriche. Un catalogo di sogni raccolti attraverso incontri accidentali, appuntamenti e affinità elettive, che intercettano le visioni più intime del rapporto tra la città e i suoi abitanti, e si trasformano in stazioni di una costellazione immaginaria. Il percorso si snoda per le vie della Città Nuova, conducendo i partecipanti attraverso la lettura di una mappa celeste. Ogni tappa convoca un luogo-racconto sognato dagli abitanti e così il cammino si compone come una costellazione terrestre. “Come può un pensiero diurno essere sognante—non sognatore, ma sognante?”

 

Domenica 13 aprile, h 11:30
Tetto su via Pentite, città vecchia

Conversazione con Nina Bassoli (Triennale Milano) Mario Lupano, Michele Galluzzo

Pranzo e assemblea aperta con pratiche territoriali

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Diocesi

Parrocchia Angeli Custodi, processione del Crocifisso

07 Apr 2025

Mercoledì 9 aprile, dopo la santa messa delle ore 18, per la prima volta per le strade del quartiere Tamburi sarà portato in processione il nuovo Crocifisso (il terzo nella storia della comunità) della parrocchia degli Angeli Custodi, realizzato dall’artista leccese Antonio Calogiuri e fortemente voluto dalla comunità parrocchiale perché più agevole da portare a spalla. La processione sarà accompagnata dalla confraternita del Carmine di Talsano e dall’Associazione Templari di San Michele Arcangelo, con le musiche della Settimana Santa tarantina eseguite dalla banda ‘Maria SS.Addolorata’ di Talsano diretta dal m° Vito Bucci.

“Vi invitiamo a partecipare numerosi a questo evento per dare testimonianza della nostra fede e per onorare il Signore Crocifisso. La processione sarà un’occasione per riflettere sulla Passione di Cristo e per rinnovare la nostra adesione alla sua Parola” – dice il parroco don Alessandro Argentiero.

 

 

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Mysterium festival

Lo scrigno dell’anima: all’Addolorata e alla Gesù Divin Lavoratore

Martedì 8 e mercoledì 9 sempre alle ore 20.30

07 Apr 2025

Ecco un altro doppio appuntamento con Mysterium Festival, la rassegna di eventi di fede, arte, storia, tradizione e cultura, con “Lo scrigno dell’anima”, martedì 8 alle 20.30 alla SS. Addolorata e mercoledì 9, stessa ora, alla Gesù Divin Lavoratore. Ne è protagonista l’Orchestra della Magna Grecia diretta dal m° Maurizio Lomartire, con Joshua Elliott (tenore) ed Emanuele Urso (corno). In programma, composizioni di Gustav Mahler (Adagietto per archi), Benjamin Britten (Serenata per tenore) e dello stesso Lomartire (Deliciae Tarentinae-Galaesus niger). Ingresso gratuito, con prenotazione facoltativa su eventbrite (la prenotazione garantisce il posto a sedere).

 

 

Il Mysterium Festival 2025, che si avvale della direzione dei maestri Piero Romano e Pierfranco Semeraro, è una rassegna realizzata da ico Magna Grecia, L.A. Chorus, Le Corti di Taras, ARCoPu, Arcidiocesi di Taranto, Comune, Regione e Ministero della Cultura, con gli eventi in programma selezionati e condivisi dal comitato scientifico presieduto dal dott. Donato Fusillo.

La “Serenata per tenore, corno e archi” di Britten è un inno alla notte, nel quale il buio e ciò che nasconde diventa palpabile sensazione. Con inarrivabile maestria, il compositore inglese aggiunge la quarta dimensione ai testi di grandi poeti suoi connazionali, da Tennyson a Keats, e al loro elogio della notte. E se “Galaesus niger” di Lomartire punta al medesimo effetto riferendosi ad un topos caro alla storia, al mito e ai tarantini, uno dei capolavori mahleriani, “Adagietto per archi”, porta con sé i segni della rievocazione vissuta come struggimento dell’anima. La voce tenorile lirica dolce, flessibile ma potente di Joshua Ellicott e la sua versatile abilità musicale sono evidenti nell’ampia gamma di repertori in cui eccelle, dalla canzone all’opera, al concerto, e nell’elenco di direttori e ensemble con cui lavora in tutto il mondo.

Info: Orchestra Magna Grecia Taranto – via Ciro Giovinazzi 28 (392.9199935).

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Mysterium festival

A partire da lunedì 7, tre titoli imperdibili per il Mysterium film

07 Apr 2025

di Angelo Diofano

Nell’ambito del Mysterium Festival, appuntamento riservato al cinema  sui temi del sacro. Tre le proposte selezionate da Adriano di Giorgio in programmazione all’ Orfeo (proiezione alle ore 20, ingresso, 5 euro): lunedì 7, “Padre Pio” di Abel Ferrara (dialogo con il critico cinematografico Massimo Causo); mercoledì 9, “Amore a Mumbai” di Payal Kapadia (dialogo con il critico Massimo Causo); giovedì 10, “The Chosen” di Dallas Jenkins (dialogo con don Emanuele Ferro).  Info: 0994533590.

“Padre Pio” di Abel Ferrara, con Shia LaBeouf, Cristina Chiriac, Marco Leonardi, Asia Argento e Vincenzo Crea, racconta, in montaggio alternato, la storia del giovane Padre Pio da Pietrelcina e dei cittadini di San Giovanni Rotondo negli anni del primo dopoguerra. L’intero film ruota attorno ai tragici eventi dell’eccidio avvenuto nel 1920, in cui persero la vita quattordici persone, perlopiù appartenenti al Partito Socialista, e racconta il clima teso e di scontro sociale che caratterizzò quegli gli anni.

“Amore a Mumbai” di Payal Kapadiya, regista e sceneggiatrice indiana, con Kani Kusrti, Divya Prabha, Chaya Kadam, Hrdu Harun, Asisu Netumannatu e Anandu Sami, narra della quotidianità di Prabha, un’infermiera del Kerala che lavora a Mumbai,  interrotta dall’arrivo di un pacco inviatole dal marito,  in Germania per lavoro e che non vede da oltre un anno dal loro matrimonio combinato. Il regalo, una cuociriso, fa riaffiorare sentimenti dolorosi che aveva cercato di lasciarsi alle spalle dedicando anima e corpo al lavoro. Invece la sua vivace e più giovane coinquilina Anu, anch’essa infermiera, ha una appassionata relazione clandestina col ragazzo musulmano Siyasu, nonostante i pettegolezzi delle altre infermiere.

 “The Chosen: Ultima cena” di Dallas Jenkins (2025), con Elizabeth Tabish, Jonathan Roumie, Shahar Isaac e Paras Patel, racconta di Gesù che entra nella Città Santa, accolto come un re, ma che trova il Tempio trasformato da spazio di preghiera in un mercato, luogo di scambio di denaro e traffico di merci. Mentre il Sommo Sacerdote trama contro di lui, Gesù agisce per primo e ribalta la situazione, denunciando la corruzione e il degrado di Gerusalemme. 

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Eventi culturali in città

Un progetto del Centro di cultura ‘Lazzati’ per un corridoio universitario a Taranto

Giovedì 10 a partire dalle ore 16, Mario Giro, autore di ‘Piano Mattei. Come l’Italia torna in Africa’ sarà a Taranto al Dipartimento jonico in sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo

07 Apr 2025

Si avvia, con un importante doppio appuntamento, giovedì 10 aprile, il lavoro per l’attivazione a Taranto di un corridoio universitario sotto l’egida dell’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu (Unhcr). L’idea scaturì dal convegno nazionale ‘Dal Mediterraneo grembo e frontiera di nuova umanità. L’inquieto realismo per la pace: Aldo Moro’ (21-23 settembre 2024), motivato dall’adesione al Manifesto per una teologia del Mediterraneo (Marsiglia, settembre 2023) con l’obiettivo di una riscoperta della vocazione e cittadinanza mediterranea di Taranto.

Dopo mesi di lavoro, il Centro di cultura per lo sviluppo G.Lazzati aps-ets, Università degli studi di Bari Aldo Moro, Politecnico, Camera di commercio Brindisi-Taranto, Caritas diocesana, Istituto superiore di scienze religiose metropolitano San Giovanni II, Fondazione Taranto 25 e Abfo ospitano Mario Giro, autore di ‘Piano Mattei. Come l’Italia torna in Africa’  Guerrini e associati editore.
Nello stesso pomeriggio, a seguire, i primi sottoscrittori spiegheranno questo progetto che rappresenta un’azione di cittadinanza allargata,  multiculturalità, formazione non solo curriculare, nuova relazionalità – andando oltre il mero localismo e le mere emergenze -, nuove conoscenze e nuovi ruoli anche imprenditoriali.

Incontro con Mario Giro

Con inizio alle ore 16, al Dipartimento jonico in sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo: società ambiente culture, nella sede di Taranto dell’Università di Bari Aldo Moro in via Duomo 259, si terrà giovedì 10 l’incontro, pensato come un libroforum, con Mario Giro.
Internazionalista, docente all’Università per stranieri di Perugia, più volte membro di Governo al ministero degli Esteri, Giro è anche membro della Comunità di Sant’Egidio, protagonista nella solidarietà e nella cooperazione internazionale, nonché della diplomazia dei popoli.
La sua presenza a Taranto risulta particolarmente pregnante per quel lavoro che coinvolge enti ed associazioni sul progetto dei corridoi universitari, ma anche per quel confronto civico ed istituzionale con il territorio e, più in particolare, con la città che tutti i sottoscrittori del progetto vogliono sollecitare e coinvolgere in tutte le sue espressioni.

Il corridoio universitario

Dal convegno di settembre 2024, allorquando fu lanciata l’idea, sono trascorsi mesi di proficuo ed intenso lavoro, che hanno prodotto il nascente progetto.
“Iniziamo così – ha affermato Domenico Maria Amalfitano, presidente del Centro di cultura per lo sviluppo G.Lazzati Aps-Ets Taranto ed ideatore di una nuova cittadinanza mediterranea – questa grande sfida per il territorio tutto, che può generare un cambio di paradigma, con l’obiettivo di rendere Taranto città mediterranea. Ridescrivere ogni tarantino come  cittadino per   riscrivere un diritto dovere di cittadinanza della reciprocità. Questa è la sfida. È l’inizio di un cammino di prossimità; una prossimità oltre ogni confine, di interdipendenza democraticamente voluta e vissuta. Un compito condiviso, di nuova generazione e di nuova generatività. Iniziando da un luogo emblematicamente preposto all’universalità del sapere e del pensiero”.

Tutto l’evento sarà introdotto da Ivan Ingravallo del dipartimento jonico Uniba. A seguire il moderatore, Fabio Adamo del Centro di cultura per lo sviluppo G. Lazzati dialogherà con l’autore e con Aimé Lay Ekuakille dipartimento d’ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento, Claudia Sanesi – segretario generale f.f. Camera di commercio Brindisi-Taranto, Alessandro Rubino, Dipartimento jonico Uniba.

A seguire i primi sottoscrittori del protocollo di intesa per i corridoi universitari tarantini – Uniba, Politecnico, Camera di Commercio di Brindisi e Taranto, Centro di Cultura G.Lazzati, Caritas diocesana, Istituto superiore di scienze religiose metropolitano, Fondazione Taranto 25 e Abfo, riunitisi alla Camera di Commercio il  14 marzo e in collegamento video con l’Unhcr – presenteranno l’intesa in fieri.
Interverranno: Vincenzo Cesareo, presidente Camera di commercio Brindisi-Taranto, don  Francesco Nigro, direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano San Giovanni Paolo II, don Nino Borsci, direttore della Caritas diocesana, Fiorella Occhinegro Fondazione Taranto25, Andrea Occhinegro, presidente Abfo, Barbara Scozzi, Ttec Poliba.
Le conclusioni sono affidate a Domenico Maria Amalfitano, presidente del Centro di cultura per lo sviluppo G. Lazzati aps-ets Taranto.

 

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Tracce

Tutto cambia, nulla resta uguale

foto Reuters-Avvenire
07 Apr 2025

di Emanuele Carrieri

Cina, Unione europea, Svizzera, Regno Unito, Vietnam, Giappone, Taiwan, India, Corea del Sud, Thailandia, Indonesia, Bangladesh, Malesia, Cambogia, Sud Africa, Brasile, Singapore, Madagascar, Israele, Filippine, Cile, Australia, Pakistan, Nicaragua, Kazakistan, Turchia, Sri Lanka, Colombia, Perù, Norvegia, Costa Rica, Serbia, Giordania, Emirati Arabi, Nuova Zelanda, Argentina, Guatemala, Honduras, Myanmar, Egitto, Arabia Saudita, Salvador, Botswana, Trinidad e Tobago, Marocco, Repubblica Domenicana, Ecuador, Tunisia, Costa d’Avorio e Laos. Sono cinquanta i paesi del mondo destinatari dei dazi di Trump. Forse per l’età, o per scarsa intimità con atlanti e carte geografiche, nel corso dello show di mercoledì sera, ha dimenticato l’Antartide e pure il Sahara. Particolarissima “cautela” ha riservato all’Unione europea: “Ci hanno derubato per anni perché gli amici, spesso, si sono comportati, con noi, peggio dei nemici”. Sono, più o meno, le stesse parole che disse il marito alla moglie quando scoprì che lei voleva conseguire il diploma di scuola superiore: “È una vita che mangi a spese mie”. Ma perché Trump detesta tanto l’Unione europea? E che cosa c’è dietro alle parole offensive e agli atti ostili mossi da Trump verso l’Ue? È una strategia tattica e negoziale? No, forse c’è una precisa visione del mondo. Questa visione del mondo compare nell’istante stesso in cui si capisce che Trump cova un astio per l’Europa che va al di là dei calcoli economici e dei bilancini commerciali. Trump detesta gli europei in quanto europei, ama gli europei però quando sono anti europeisti e con Putin ha in comune un obiettivo immediato e “logico”: indebolire l’Europa per permettere alle grandi star del panorama globale di spartirsi il mondo senza avere un pericoloso concorrente sul proprio itinerario. Trump considera l’Europa una parassita, come ha già detto in passato e senza fare giri di parole, una parassita da punire con i dazi, da minacciare sulla difesa, da escludere dai colloqui di pace sull’Ucraina. Al suo fianco destro e non sempre un passo indietro, c’è Vance che la detesta al punto da considerare odiosa l’idea di dover salvare l’Europa ancora una volta, come successe dopo la seconda guerra mondiale, come ha avuto modo di scrivere nella chat del gruppo su Signal, gruppo in cui è stato inserito il direttore dell’Atlantic. E, addirittura, la ritiene più catastrofica per la libertà di quanto non lo sia la Russia, come ha tenuto a dire in un discorso in Germania. Al suo fianco sinistro e sempre un passo in avanti c’è Musk, che ha sostenuto nei mesi passati il partito più anti europeista di tutta l’Europa, l’AFD, senza raccogliere i risultati sperati ma indicando una volontà lampante nel sentirsi a proprio agio più con i partiti che l’Europa la vogliono combattere che con i partiti che l’Europa la vogliono proteggere. Fino al pomeriggio di mercoledì le conseguenze dell’aggressione trumpiana verso l’Europa, sono state diverse: all’Europa, l’astio di Trump nei suoi confronti non ha fatto male e le sue minacce non hanno fatto che spingere l’Europa a fare dei passi in avanti verso la difesa, hanno permesso all’Unione europea e al Regno Unito di iniziare una fase di riavvicinamento. Ma non solo: hanno spinto la Commissione ad accordare un maggiore debito comune, hanno spinto i grandi paesi europei a muoversi senza più ricercare una unanimità per preservare gli interessi europei e le borse europee a registrare performance migliori rispetto a quelle americane nei primi due mesi della presidenza di Trump. Egli osteggia l’Europa perché la storia dell’Europa è la storia di un successo economico, come dimostra il termometro del deficit commerciale degli Stati Uniti, gli americani acquistano dall’Europa più cose di quelle che l’Europa acquista dall’America. Le ragioni di tale scompenso non sono quelle dichiarate da Trump, ma sono ragioni legate a tutto quello che l’Europa sa costruire e che l’America non sa costruire o costruisce meno bene. Da auto migliori ai medicinali innovativi, fino ai macchinari importanti per i chip americani. È un mercato unico la cui ricchezza è, di sicuro, superiore a quello americano e una capacità di miscelare difesa del mercato, difesa del welfare e difesa della libertà che rappresenta per Trump un rivale davvero pericoloso, una alternativa da detestare pure perché minacciosa per il proprio interesse, per il proprio business, per la propria idea del mondo. Trump detesta l’Europa perché l’Europa è globalista, è dialogante, è democratica e sicuramente non come il Maga. In Europa, quando ciò è possibile, il potere si distribuisce, si limita, si regola, si diluisce, viene tenuto a bada da compromessi, trattati e istituzioni, e l’idea che, nel mondo, possa esistere un concorrente che difende la libertà senza far sfoggio di muscoli è un problema per Trump. La osteggia perché gli ricorda quello che non è e non mai può essere: l’Europa è un insulto alla sua visione verticale del potere. L’idea che esista una realtà istituzionale che dimostra che la libertà possa essere organizzata senza autoritarismo è un gran problema per Trump. Vuole indebolire l’Europa, provando a farla divenire più vulnerabile, provando a renderla più divisa, provando ad allevare i cavalli di Troia dell’anti europeismo, non per ciò che l’Europa fa ma per quello che l’Europa è: l’Ue è stata costruita sul diritto, mentre i Maga rispettano soltanto i rapporti di forza. Con lo show di mercoledì sera, è tramontata l’epoca del “vassallaggio felice” di cui parlò il Capo dello Stato Sergio Mattarella all’Ateneo di Aix-Marseille e occorre sperare che sia finita anche la fase della troppa gratitudine, perché – così come, un tempo, soleva dire un cardinale di Santa Romana Chiesa – “la troppa gratitudine non è altro che la speranza di ulteriori favori futuri”.

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Sport

Basket, le under della Dinamo si laureano campionesse di Puglia

07 Apr 2025

di Paolo Arrivo

Un’appendice assai gradita. Una grande soddisfazione per il gruppo Dinamo che, dopo concluso il campionato della Nuovi Orizzonti in serie B, ha potuto gioire anche con l’Under 19. Le ragazze di coach Calviello, infatti, hanno messo le mani sulla Coppa Puglia Serie C. Merito del successo nel doppio confronto in finale con la Virtus Matera.

Il match in discesa

La gara di ritorno, vinta con il punteggio di 64-38 (13-7, 27-20, 49-27), tra le mura amiche del PalaMazzola, è una stata una partita senza storia. Taranto l’ha condotta sin dalle prime battute. Più equilibrato il primo tempo: vantaggio in doppia cifra nel secondo quarto di gioco (22-11), grazie all’ingresso di Martina Marazita, capace di assicurare vivacità alla manovra delle ioniche, c’è stata poi la reazione delle ospiti, che hanno piazzato un break di 6-0. Ma nel secondo tempo le triple di Francesca Mitrotti e Giorgia Cascione, i canestri di Amila Smajic e della stessa Marazita hanno fatto la differenza propiziando la fuga andata in porto, mentre la squadra di coach Rubino veniva tenuta lontana dal ferro – nell’ultimo periodo c’era solo da far scorrere il cronometro. Tanti applausi per tutte le cestiste della Dinamo a fine incontro.

Il rammarico, circostanza incresciosa, sta nell’assenza di un delegato FIP per la consegna di medaglie e coppe. Sarebbe stato il giusto riconoscimento per il lavoro svolto in questa annata dalla compagine ionica. Il verdetto è arrivato dal campo di gioco, ad ogni modo. E non c’è niente di meglio, investire sui giovani, fondamenta di una società che voglia dirsi ambiziosa, per continuare a crescere e accrescere la fame di vittoria!

Le soddisfazioni in casa Dinamo

La gioia di Mimmo Calviello: “Ci abbiamo messo tantissima determinazione in questa stagione. Ci siamo salvati nel campionato di serie B, dopo tante difficoltà, abbiamo fatto un buon campionato Under 17; l’unica cosa che mi mancava, nella mia carriera di allenatore e giocatore, era la Coppa”. “Ce l’ho fatta, e sono contento per le ragazze che hanno lottato alla fine del secondo quarto – ha detto l’allenatore tarantino – ho detto loro: io voglio questa coppa. Così siamo tornati in campo determinati, e sono contento di aver dato qualcosa alla società”. Adesso c’è da pensare al futuro: “Cominciamo a lavorare tantissimo sul giovanile. Anche perché quest’anno nell’Under 17, che è andata bene, ripeto, non abbiamo mai fatto un allenamento tutte insieme, perché abbiamo delle ragazzine che vengono da Statte, altre da Massafra: grazie a loro siamo riusciti a fare questo campionato U17”. Insomma, terminati gli impegni agonistici, “cominceremo a lavorare tantissimo su queste ragazzine, pronte a settembre per esordire in serie B”.

L’auspicio è che il progetto Dinamo possa riprendere vigore in ogni settore. La società attende le sorti dello sport ionico – è tra le firmataria della lettera recapitata al Commissario per i Giochi del Mediterraneo Massimo Ferrarese, in merito alla discussa Fondazione per lo sviluppo sportivo.

 

 

 

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